LXXXI SEDUTA
Giovedì 19 novembre 2020
Presidenza del Presidente Michele PAIS
indi
del Vicepresidente Giovanni SATTA
indi
del Presidente Michele PAIS
La seduta è aperta alle ore 11 e 28.
MELE ANNALISA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 1° settembre 2020 (75), che è approvato.
Congedi
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Laura Caddeo, Carla Cuccu, Antonio Mario Mudula, Aldo Salaris e Gianfranco Satta hanno chiesto congedo per la seduta del 19 novembre 2020.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Comunico che la consigliera regionale Sara Canu, con nota del 19 ottobre 2020, ha reso noto di aver rassegnato le dimissioni dal Gruppo "Lega Salvini Sardegna" e di aver aderito al Gruppo consiliare "Riformatori Sardi".
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle interrogazioni numero 21, 59, 70, 99, 108, 120, 130, 262, 673, 674 (pervenute il 14 ottobre 2020); numero 672 (pervenuta il 28 ottobre 2020); numero 703 (pervenuta il 4 novembre 2020); numero 182 (pervenuta il 7 novembre 2020); numero 638 (pervenuta il 16 novembre 2020).
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le proposte di legge numero 215, 217, 218, 219, 220, 222 e 223.
Annunzio di presentazione di disegni di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i disegni di legge numero 216 e 221.
Annunzio di mozioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
MELE ANNALISA, Segretaria. Sono state presentate le mozioni numero 348, 349, 350, 351, 352, 353, 354, 355, 356, 357, 358, 359, 360, 361, 362, 363, 364 e 365.
Discussione della mozione Ciusa - Agus - Cocco - Ganau - Caddeo - Comandini - Corrias - Deriu - Lai - Li Gioi - Loi - Manca Desiré Alma - Meloni - Moriconi - Orrù - Pinna - Piscedda - Piu - Satta Gian Franco - Solinas Alessandro - Zedda Massimo di sfiducia al Presidente della Regione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (361).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 361 inerente la sfiducia al Presidente della Regione.
Unitamente alla Conferenza dei Capigruppo ho ritenuto di portare immediatamente questa discussione in Aula, sottraendola così alla strumentalizzazione e alla spettacolarizzazione televisiva che abbiamo assistito in questi giorni, e questo per evitare che venissero minate ulteriormente la credibilità delle istituzioni e dell'immagine della Sardegna e dei sardi. Mi sia consentito di esprimere tutta la mia amarezza per quanto abbiamo assistito perché non è tollerabile e non è accettabile che qualcuno possa affermare, riferendosi alla Sardegna, alle Istituzioni sarde e anche all'Assemblea legislativa della Sardegna, che l'umanità viene distrutta dal politico incosciente senza principi e dallo scienziato senza umanità. Questo non è consentito a nessuno. Un fatto che deve creare indignazione assoluta fuori da quest'Aula, ma soprattutto in quest'Aula. Queste frasi sono sterili, inutili e soprattutto offensive nei confronti di una Sardegna che è stata dipinta come terra degli untori, mentre invece è stata contagiata. Lo dico questo perché devo difendere l'autonomia di quest'Aula, del Consiglio regionale della Sardegna e le prerogative dei singoli consiglieri di maggioranza e di opposizione che esprimono il loro voto in maniera libera. Il Consiglio regionale ascolta tutti ma non subisce alcuna pressione, questo è un fatto che noi dobbiamo ripeterci perché lo dobbiamo alla integrità delle istituzioni, alla onorabilità delle istituzioni nei confronti dei sardi che rappresentiamo.
L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 361.
Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
CIUSA MICHELE (M5S). Sono giorni di grande sofferenza per la nostra Sardegna, giorni in cui l'eco delle sirene delle ambulanze riecheggia nei vari centri abitati della nostra terra, sono giorni in cui il bollettino dei contagi segna sempre più tristi primati, nell'ultimo mese i contagi da Covid sono oltre 10 mila. Sono i dati che ci fotografano una situazione di estrema sofferenza fisica e mentale, quei dati, così importanti sin dall'inizio della pandemia, che più che mai sono stati, ma ancora oggi sono, strumenti fondamentali per capire in che direzione stava e sta andando la Sardegna, ma anche quando i dati risultavano molto meno duri di quelli odierni, ci lanciavano comunque un monito, mai sottovalutare questa pandemia, mai pensare che si poteva essere liberi del tutto da questo virus quando nel mondo si soffriva e si soffre come qui nella nostra Isola. Ecco perché la comunità scientifica è sempre stata chiara che l'esperienza dolorosa dei mesi di marzo e aprile non sarebbe stata l'unica di quest'anno e che era necessario prepararsi al meglio per la stagione autunnale e invernale, cosa che peraltro voi non avete fatto. Questo è sotto gli occhi di tutti.
Avete sottovalutato la seconda ondata in maniera clamorosa, gli ospedali della Sardegna sono in ginocchio, le file delle ambulanze fuori dai pronto soccorso della Sardegna sono il simbolo di una totale mancanza organizzativa. Abbiamo migliaia di sardi chiusi in casa in attesa del tampone oppure in attesa di ricevere il via libera per tornare ad uscire, ci sono le RSA abbandonate senza risposta, questa è la reale situazione. Per voi va sempre tutto bene, anzi per voi bisogna evitare gli allarmismi. Piuttosto, voglio ricordare che voi avete scelto di modificare la governance della sanità invece di organizzare le strutture sanitarie per la seconda ondata. Voi avete pensato alle poltrone della sanità invece di tutelare i sardi dal Covid. Sin dall'inizio di questa pandemia sono stati forniti dalla comunità scientifica mondiale a tutti i cittadini gli strumenti da mettere in campo, il distanziamento interpersonale e l'utilizzo della mascherina, queste due azioni che ogni singolo deve compiere erano e sono azioni necessarie per rallentare la corsa del virus. Anche oggi dobbiamo da quest'Aula lanciare l'appello a continuare queste giuste e corrette pratiche per cercare di limitare il più possibile il contagio, ma dobbiamo guardare in faccia alla realtà. Questo intero anno sta mettendo in grande difficoltà l'ottima resistenza fin qui dimostrata da parte dei cittadini, stiamo vivendo uno dei periodi più duri dalla fine della seconda guerra mondiale, però ancora una volta dobbiamo come comunità resistere, non mollare e sconfiggere, speriamo molto presto anche con l'aiuto del vaccino, questo virus. Ecco, in sostanza abbiamo chiesto questo ai cittadini, gli abbiamo chiesto responsabilità proprio per salvaguardare la loro salute e quindi anche le loro attività economiche e quindi è giusto porsi questa domanda: la Giunta e lei Presidente avete avuto lo stesso senso di responsabilità? Siete stati responsabili ogni qualvolta avete dovuto compiere delle scelte affinché fosse tutelata la salute dei sardi? Il tema è questo Presidente, ogni decisione da prendere durante questa pandemia deve essere assunta con senso di responsabilità, perché da ogni azione ne derivano le conseguenze, azioni che peraltro sono nelle sue facoltà, ma la scienza è e deve essere il nostro migliore alleato e non si può assolutamente non considerarla magari solo per favorire interessi vicini al proprio elettorato.
Allora Presidente, perché nel giorno dell'11 agosto c'è stata un'urgenza di prendere la decisione di riaprire le discoteche? C'era da soddisfare qualche interesse personale a discapito della salute dei sardi? Il Comitato tecnico scientifico ha dato sì o no un parere in merito alla riapertura delle discoteche? L'ordinanza numero 38, quella appunto sulla riapertura delle discoteche, dice che un parere del Comitato tecnico scientifico è stato acquisito, ma un parere esiste? Presidente, lei durante il Consiglio regionale dell'11 agosto dice che era in corso un'interlocuzione col Comitato tecnico scientifico, questa interlocuzione c'è stata? Soprattutto, qual è stata la posizione del Comitato tecnico scientifico? Ecco Presidente, lei deve rispondere a queste domande perché sinora su questa vicenda lei non ha praticamente fornito nessun elemento, e ancora più grave sembra che lei voglia nascondere qualcosa.
Anzi, ha risposto per lei il Comitato tecnico scientifico in diverse occasioni, c'è chi ha lasciato l'incarico dando un segnale inequivocabile e chi successivamente ha deciso di dire chiaramente che il CTS era contrario alla riapertura delle discoteche. Però non posso non segnalare che all'interno del CTS c'era chi ha più volte cambiato versione, senza mai far capire la sua reale posizione e questo l'ho potuto toccare con mano anche nelle scorse settimane quando abbiamo avuto gli incontri con lei Presidente e con gli altri Capigruppo, e un membro del CTS mi ha lasciato con forti perplessità perché riusciva a cambiare idea in maniera repentina e anche in questi giorni ha confermato questo suo agire. Credo che questo doveva destare in lei qualche perplessità, quindi le chiedo: "Lei aveva fiducia in tutti i membri del Comitato tecnico scientifico?" Però se vogliamo essere ancora più precisi, l'unica cosa che lei Presidente ha detto su questa vicenda è che lei non era a conoscenza del parere del 6 agosto del CTS che dava parere negativo sulla riapertura delle discoteche. Mi sembra assurdo che solo cinque giorni prima il Comitato tecnico scientifico dava un parere negativo e lei non ne sapesse niente e invece sostiene che era una corrispondenza interna all'Assessorato della sanità. Se è andata così, una decisione di tal misura che sicuramente poteva incidere, come purtroppo è stato, sulla salute dei sardi, non è stata nemmeno concordata con l'assessore Nieddu? Il quale pertanto, da quello che si evince, sapeva del parere negativo e quindi non gli ha detto niente in merito nonostante sia lei che l'Assessore eravate presenti in aula l'11 agosto quando si discuteva la riforma sanitaria? Quindi devo pensare che lei ha assunto una decisione così delicata senza il confronto e il contributo di nessuno? Presidente, tornando a quei giorni estivi, se lei ha assunto in prima persona la decisione della riapertura delle discoteche, mi domando su quali (…) ha compiuto questa scelta personale. Anche perché proprio in quei giorni in Sardegna, precisamente a Carloforte, era scoppiato un cluster proprio a causa di una serata in discoteca che aveva accusato 21 contagiati e 100 persone in isolamento. Questo a lei non ha indotto prudenza e soprattutto responsabilità su come doveva agire? Riteneva che le discoteche potessero essere luoghi immuni dal virus? Lei perché non ha voluto tenere conto della situazione palese che era scoppiata a Carloforte? Vede Presidente, ci sono troppe domande e nessuna risposta, quando in questa situazione serve responsabilità, trasparenza e fiducia, e purtroppo in questa triste pagina sarda nessuna di queste condizioni è stata messa in campo. Non c'è stata alcuna decisione basata sulla responsabilità, cioè da ciò che si evince le decisioni non sono state prese con quel senso di responsabilità che è necessario in questo momento storico. L'analisi dei dati, la programmazione, il contributo della scienza sono strumenti irrinunciabili affinché sia data vera tutela alla salute dei sardi e anzi da questa vostra Giunta abbiamo sentito durante il periodo estivo frasi totalmente errate, come quella che i turisti potevano venire e non usare la mascherina, questo la dice lunga su questa storia. Non c'è stata trasparenza, requisito fondamentale per chi governa la nostra terra e occupa una carica importante come la sua, anzi abbiamo un'ordinanza con dei passaggi che si possono definire tranquillamente oscuri e ancora ci sono tante zone d'ombra che meritano risposte. Risposte che non le deve dare a me, o al mio gruppo, o alle opposizioni, ma ai sardi che lei rappresenta.
Infine, fiducia, lei l'ha tradita Presidente, come si può avere fiducia di chi prende decisioni dicendo che si sarebbe confrontato con il Comitato tecnico scientifico e non l'ha fatto, di chi ha preferito questa estate pensare alle poltrone della governance sanitaria anziché predisporre una strategia mirata di contrasto alla seconda ondata, di chi ha voluto probabilmente anteporre gli interessi privati a quelli della comunità sarda. Presidente, non siamo solo noi che le chiediamo le dimissioni, ma glielo chiedano i sardi.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, per chiederle se sono state ritirate da lei tutte le indicazioni riguardo il rispetto delle prescrizioni sull'uso della mascherina, distanziamento e quant'altro, perché il pubblico, le amiche e gli amici giornalisti hanno la mascherina, le colleghe e i colleghi consiglieri hanno la mascherina, lei Presidente ha la mascherina, gli uffici e i dipendenti hanno la mascherina, l'assessore che invitava i turisti non aveva la mascherina fino a qualche secondo fa. Grazie.
Discussione della mozione Ciusa - Agus - Cocco - Ganau - Caddeo - Comandini - Corrias - Deriu - Lai - Li Gioi - Loi - Manca Desiré Alma - Meloni - Moriconi - Orrù - Pinna - Piscedda - Piu - Satta Gian Franco - Solinas Alessandro - Zedda Massimo di sfiducia al Presidente della Regione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (361).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Domenico Gallus. Ne ha facoltà.
GALLUS DOMENICO (UDC Cambiamo). presidente, signor Presidente della Giunta, Assessori, colleghe e colleghi, le ragioni dell'infondatezza delle tesi sostenute dalla mozione oggi in discussione sono contenute proprio nell'esposizione dei fatti richiamati dalla stessa. Infatti, se si vuole contestualizzare l'epoca in cui furono adottate le misure, e non decontestualizzarle come gli estensori della mozione surrettiziamente vorrebbero, abbiamo una diversa verità. Le ordinanze furono adottate in giorni in cui si pensava che ormai il Covid 19 si fosse in qualche modo attenuato, perlomeno nella sua fase più acuta di carica virale contagiosa. Tutta la letteratura scientifica e la narrazione del momento concordava sul fatto che un'eventuale ripresa del contagio era sì da mettere in conto, però non talmente preoccupante come in precedenza, in quanto ritenuta più che altro fisiologica e dovuta alla ripresa della attività socio economica nel dopo lockdown. Era sentimento comune quello di incoraggiare un graduale ritorno alla vita normale, per tali ragioni nessuno, sino ad oggi, aveva messo in dubbio la correttezza delle ordinanze di riapertura delle discoteche, invece ora la questione torna di attualità, e questo non già per un revisionismo tipico di esponenti del centrosinistra e affini, sulla loro posizione favorevole a la riapertura espressa nell'ordine del giorno dell'11 agosto 2020 numero 39, no, accade per gli effetti derivanti dal servizio di Report, andato in onda su RAI 3, un servizio non ispirato certo da un'informazione corretta, indipendente, pluralista e imparziale, che ha reso un pessimo servizio alla Sardegna e ai sardi.
Proviamo allora a contestualizzare i fatti.
Primo, l'ordinanza del presidente Solinas sull'apertura delle discoteche è stata emanata sulla base delle risultanze dei dati sulla presenza del virus circolante nell'isola e con un indice Rt tra i più bassi d'Italia.
Secondo, le ordinanze di riapertura contenevano il precetto per i gestori delle discoteche dell'osservanza di tutte le disposizioni ministeriali circa la prevenzione del contagio del Coronavirus.
Terzo, il Parlamento sardo si era espresso all'unanimità dando mandato al Presidente della Giunta regionale di predisporre un'ordinanza che consentisse la l'apertura delle discoteche in Sardegna nel periodo di maggior presenza dei turisti, anche per poter esercitare un puntuale monitoraggio sui frequentatori delle notti estive, piuttosto che saperli esposti ad assembramenti fuori controllo, in luoghi privati, piazze o spiagge. All'interno della cornice descritta, che nessuno può contestare nella veridicità dei contenuti, ora con la mozione odierna si vorrebbero introdurre motivazioni spurie e speciose, ex post, nel vano tentativo di colpevolizzare il presidente Solinas. Nella mozione si vorrebbe far partire anacronisticamente la ripresa dei contagi, causa la riapertura delle discoteche, dimenticando che il contagio in discoteca rispetto all'insieme dei dati dei contagi di tutta la Regione hanno costituito una percentuale ridottissima rispetto al numero dei positivi nei mesi estivi tra giugno e agosto; dimenticando che il Presidente della Regione Solinas nel tentativo di tutelare l'Isola dal prevedibile assalto estivo dei turisti ha cercato di limitare l'ingresso dei possibili soggetti positivi al virus attraverso uno strumento, il cosiddetto passaporto sanitario, contrastato da ambienti sanitari, virologi e pseudo tali, Governo ed eminenti esponenti del centrosinistra nazionale e sardo; dimenticando che le presunte pressioni degli imprenditori delle discoteche sono esattamente le stesse che provengono da tutti i settori produttivi a rischio chiusura, con la perdita di molte centinaia di migliaia di posti di lavoro. In questi periodi di crisi socio sanitaria tutti i comparti entrati in crisi hanno esercitato pressioni, sollecitazioni e rivolte richieste per superare la crisi del loro settore alla Politica. Le recenti e violente manifestazioni di piazza ne forniscono una materiale e testimonianza. Quello che colpisce tuttavia in tutta questa vicenda surreale è che non si sia levata da parte dei presentatori della mozione una sola voce, se non di sdegno, almeno di presa di distanze dal fatto che a seguito del servizio di Report la Sardegna e i sardi sono passati come un'isola e un popolo di untori, per contro non si capisce davvero come mai la trasmissione di RAI 3, Report, non ha avuto le stesse attenzioni per altri Presidenti di Regione e per altre Regioni del Paese, Regioni manco a dirlo a guida di sinistra, che hanno tenuto le discoteche aperte per periodi ben più lunghi rispetto alla Sardegna. Cito, ad esempio, Forte dei Marmi in Versilia, Rimini in Emilia Romagna e il Salento in Puglia. Ma davvero qualcuno è disposto a credere che quelle discoteche erano tutte Covid free? Beh, basterebbe dare uno sguardo al colore attuale che assegna il grado di rischio di quelle Regioni, rispetto alla Sardegna, per trovare la risposta.
Colleghe e colleghi, il vero danno è costituito dal fatto che il servizio andato in onda su Report ha creato un gravissimo contraccolpo di carattere economico per l'intera Sardegna, colpendo il settore turistico, strategico volano di sviluppo, ha colpito e offeso l'intero popolo sardo. Io credo che il dibattito reale dovrebbe focalizzare l'attenzione sulla possibilità di citare la trasmissione Report di Rai 3 per i danni causati all'immagine della Sardegna e al nostro settore turistico.
Pertanto, caro Presidente, vada avanti perché la strada da lei intrapresa è quella sicuramente migliore, tutto il resto è noia.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mura. Ne ha facoltà.
MURA FRANCESCO (FdI). Presidente, vede, quando si va al Governo di qualsiasi ente e di qualsiasi Istituzione si deve mettere in conto che si può incorrere in attacchi politici anche comunicativi, se poi al Governo lo si è sotto l'attacco della pandemia e del Covid è ancora più probabile questo, ed è ancora più facile per le opposizioni e per le forze di opposizione costruire percorsi comunicativi che possono attaccare chi invece ha la responsabilità del Governo. Però ci sono dei limiti secondo il mio parere a questo tipo di azioni, e questi limiti sono dettati dal buonsenso rispetto alla sicurezza delle persone, alla onorabilità delle persone, all'onorabilità della loro professionalità, e soprattutto dei limiti che sono posti per la credibilità e la dignità di tutto il popolo sardo, che in questa fase, in questa bruttissima pagina per la Sardegna è stato deriso e messo in fortissima discussione. Ed è con grande stupore che abbiamo visto autorevolissimi colleghi di questa opposizione partecipare a questo teatrino, facendosi portare a spasso da chi motivato dalla frustrazione e dalla volontà di rivalsa per la più grande sconfitta elettorale che la storia della Sardegna abbia mai visto, si è fatto portare appunto in questa condizione.
Noi abbiamo guardato con molta attenzione il servizio di Report, onorevole Agus, l'abbiamo vista in quella terrazza contornato da fiori, dove si sentiva quasi il profumo dell'eroe che volevano descrivere; in questi due anni, onorevole Agus, noi abbiamo imparato a conoscerla e lei non è quell'eroe, lei è una persona che studia, si prepara, che lavora e discute sui temi e sulle questioni, e invece si è fatto prendere per mano dal bullo della situazione, quasi ad essere costretto a fare qualcosa che lei palesemente non voleva fare: questa è la è la verità, onorevole Agus. Lei una volta mi disse che è cittadino di tre generazioni, dalle mie parti invece, nei nostri paesi è consuetudine riconoscere le persone con dei soprannomi, spero che non si offenda se gliene dò uno, io la vorrei chiamare "Francesco 37", perché 37 sono i passi che intercorrono tra la saletta dei Capigruppo e il posto dall'onorevole Zedda, ed è la misura della credibilità del suo ruolo di Capogruppo, onorevole Agus, si vergogni di quello che avete fatto è abbiate la coscienza di chiedere scusa a noi, e ai sardi soprattutto, per aver costruito comunicativamente, con una violenza innata contro la Sardegna, un'azione che non è niente di politico, è un'azione dannosa per tutti quanti. Perché stiamo parlando di un'azione comunicativa costruita sul nulla, su un'ordinanza che ha avuto un valore di quattro giorni, e, come ha detto giustamente l'onorevole Gallus prima di me, un'ordinanza che ha inciso pochissimo sul contagio, un contagio che ha visto la Sardegna crescere dopo la metà di settembre in relazione alle curve di contagio di tutto il mondo occidentale, anzi noi siamo stati uno dei territori che quella curva di contagio l'ha contenuta meglio, e l'ha contenuta meglio anche grazie all'azione della Giunta Solinas, e questo lo dovete riconoscere, dovete dire la verità, dovete avere il coraggio di uscire da quella morsa in cui vi siete infilati facendovi portare a spasso da chi è mosso dal rancore e utilizzare tutto il vostro buonsenso per tornare indietro rispetto a questa situazione, una situazione che sta danneggiando tutta la Sardegna. È solo una facciata il fatto che abbiano concesso a lei, onorevole Ciusa, di essere relatore di questa mozione: questa qui non è la sua mozione, non è la mozione del PD, è la mozione di Massimo Zedda, questa, non è la vostra, e voi siete a spasso presi per mano da chi vuole la ribalta della sconfitta più grande della storia dell'Autonomia sarda, e di questo passo arriverete a prendere anche la seconda di sconfitta!
(Vivaci proteste dai consiglieri del Movimento 5 Stelle)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.
Guardi se può cambiare posto, perché probabilmente la sua scheda non funziona…scusate, un attimo di pazienza, resettiamo l'impianto microfonico.
Abbiamo l'esigenza di sospendere cinque minuti per un problema di impianto. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 09, viene ripresa alle ore 12 e 19.)
PRESIDENTE. Prego i colleghi di riprendere posto, prego i Consiglieri di riprendere posto. Scusate, onorevole Comandini, onorevole Piga, onorevole Cocciu, prego i Consiglieri di riprendere posto. Riprendiamo la seduta.
Aveva chiesto la parola sull'ordine dei lavori l'onorevole Mula, che però non vedo in aula, quindi darei la parola all'onorevole Rosella Pinna.
È iscritta a parlare la consigliera Rossella Pinna. Ne ha facoltà.
Non è presente in Aula, decade.
È iscritto a parlare il consigliere Giovanni Satta. Ne ha facoltà.
SATTA GIOVANNI (Psd'Az). Grazie Presidente, allora a me sembra veramente assurdo che noi siamo qua a parlare di quello che è successo l'11 agosto, perché una trasmissione, che io chiamo faziosa, che non guarderò mai più in vita mia, che non rispetta la Costituzione, perché la Costituzione, abbiamo l'articolo 3 che parla del diritto di eguaglianza e abbiamo l'articolo 27 che parla della presunzione di innocenza. Poi abbiamo anche il diritto di chi è eletto dalla volontà popolare di essere considerato un uguale, perché io mi meraviglio che i partiti della sinistra non si indignino davanti a un diritto civile, che è quella appunto che ho appena citato, quella stessa sinistra che ha fatto battaglie storiche, fondamentali per la nostra democrazia sui diritti civili: l'uguaglianza, l'aborto, il divorzio e poi possiamo parlare degli omosessuali, dove qualcuno di noi andava in prima fila giustamente a rivendicare l'eguaglianza anche di chi è diverso da noi dal punto di vista personale delle proprie tendenze sessuali. Mi meraviglio che guardiamo questa televisione, questa trasmissione faziosa che deve considerare un Giovanni Satta innocente fin quando non sarà condannato, primo appunto. E questo vale per tutti, perché oggi è spettato a me, domani può capitare a voi e ai vostri figli a ciascuno di noi, perché siamo tutti uguali, è un diritto civile. Io difendo l'omosessualità come un diritto e difendo il diritto sancito all'articolo 27 della Costituzione al diritto della presunzione di innocenza. Una trasmissione che fa schifo, che non va più guardata e noi siamo qua oggi a parlare perché questa trasmissione si è degnata di venire in Sardegna a fare le pulci, le pulci alla Regione sarda, alla Regione che, diciassettesima su venti regioni, ha riaperto alle discoteche con epidemiologia che riguardava due nuovi contagi il giorno 10. Signori, ma di cosa stiamo parlando? Ma che sfiducia, ma di cosa stiamo parlando! Vogliamo parlare nell'ordine pubblico, vogliamo parlare di quello che succedeva in quei giorni, ma siete stati… Massimo Zedda, un giorno ti ho incontrato in un locale dove per salire in quel locale, son salito a piedi, a piedi, nella tua città, che non amministri più tu, ma non voglio fare accuse a nessuno perché questa era una cosa riconosciuta da tutti, per arrivare dalla statua di Carlo Felice in Piazza Yenne alle scalinate che portano poi a salire alla Cittadella ci ho impiegato un'ora e mezza, era pieno di turisti, di ragazzi senza mascherina altro che discoteche. O vogliamo parlare di Porto Rotondo? O vogliamo parlare di San Teodoro il giorno di Ferragosto? Di cosa stiamo parlando! E questo succedeva in tutte le piazze d'Italia, oggi noi stiamo qua a parlare del niente, a parlare di nulla, a parlare di una trasmissione vergognosa, faziosa che voi avete cavalcato. Io ho avuto sempre rispetto, io son stato in minoranza in Comune a Buddusò, dove avevo come controparte Giovanni Antonio Satta ci siamo sempre rispettati e stimati a vicenda, ci siano fatti le battaglie elettorali ma ci siamo sempre stimati a vicenda, soltanto qua mi son contraddistinto, ci sono molti di voi che lo sanno, per essere una persona corretta. Vorrei altrettanta correttezza da parte del Partito Democratico, della sinistra e anche dai Cinque stelle, perché quella che è stata fatta un'operazione di sciacallaggio politico, sciacallaggio politico! Avete firmato un ordine del giorno, votato all'unanimità, dopo mi direte se è diverso, lo direte nei vostri interventi, dove avete chiesto di salvaguardare l'economia. Perché non parla dell'ILVA di Taranto? Perché non ne parlate? Perché non parliamo dell'ILVA di Taranto, dove sono morte 11.400 persone, certificate scientificamente. E ancora non è chiusa. Questi problemi esistono in tutto il mondo. Il problema della tutela della salute e l'economia, dove il nostro Presidente, a detta anche del virologo Vella, quello del tanto discusso intervento, ha dichiarato che anzi il nostro Presidente è uno dei più attenti, è stato uno dei più attenti, che ci ha portato a fine maggio, primi di giugno ad essere Covid free, che ci ha portato a questo risultato. Io sono d'accordo con quello che ha dichiarato in aula Massimo Zedda, se poi non l'ha dichiarato me lo dirà nel suo intervento, dove ha detto: se dovessero chiudere le discoteche il danno sarebbe maggiore perché i ragazzi, i giovani e anche più adulti andrebbero a fare le feste nelle case private, nelle ville private, senza nessun tipo di regola, che le discoteche dovrebbero far rispettare. In quel servizio di RAI 3, quando io sono stato intervistato, ho accolto benevolmente questi due pseudo giornalisti, pagati dalla televisione di Stato, pagati con le nostre tasse, io gliel'ho detto, io non ho subito pressioni, col termine pressione puoi dare quell'importanza che tu voi, ma l'importante del discorso è questo, che ciascuno di noi, voglio sentire uno di voi alzarsi e dire non è vero, quando si parla di vertenza latte, quando si parla di vertenza per il contratto dei forestali, non riceve delle telefonate dalle persone interessate, che siano essi imprenditori e operai. In una discoteca di quelle che son state citate lavorano 160 sardi, che sbarcano il lunario tutto l'anno con cinque mesi di lavoro e accedendo poi alla disoccupazione. Non è ricchezza, non è ricchezza, non è ricchezza! Però consente a delle persone di vivere dignitosamente. Quindi io non ho subito pressioni, voglio che sia chiaro, la magistratura non mi ha chiamato, quando mi chiamerà glielo dirò, perché se hanno registrate le mie telefonate, visto che son sempre sotto controllo come la maggior parte di noi, sa…
PRESIDENTE. Grazie mille Onorevole, stava dicendo che non erano pressioni, perfetto, ha finito, grazie.
È iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (LEU). Grazie signor Presidente, signor Presidente della Regione noi non possiamo parlare qui di un atto ufficiale della Regione che riporta di aver sentito un parere, spiegando che sentire significa telefonare in una notte di mezza estate ad un assonnato scienziato e gli strappa di malavoglia un sì ad un procedimento che non ha visto e non ha studiato. In questa sede, e con lei signor Presidente, non possiamo parlare che dell'oggetto di questa seduta, la sfiducia. Diceva il Presidente Amintore Fanfani, non può togliermi la fiducia chi non me l'ha mai data. E questo è il caso. Il suo problema odierno, signor Presidente, non è quello della sfiducia, ma quello della fiducia. Oggi lei dalla coalizione di centrodestra a trazione leghista ha una fiducia che la renderà prigioniero dell'immobilismo politico, del declino economico e del marasma amministrativo che caratterizzano questa recente fase della storia autonomistica. Persino in un momento di sacra unione a difesa della salute pubblica questa maggioranza è riuscita col suo ondeggiare litigioso e vacuo a determinare una condizione di conflitto disordinato e pericoloso. E questo perché la struttura genetica di questa maggioranza, che oggi la incatenerà con una nuova fiducia, regolata non dalle leggi di Mendel ma da quella della giungla. Dalla giungla e dal caos di questa maggioranza vengono, infatti, gli imbarazzanti rumori mediatici nei giorni scorsi e non dai complotti casarecci evocati dal Presidente Francesco Mura. Non c'è nessun bisogno che qualcuno inventi una narrazione che vi metta in cattiva luce, è sufficiente un mediocre udito per avvertire gli scricchiolii insistenti e preoccupanti che provengono dalla macchina pubblica. E ciò avviene non a causa dell'azione delle opposizioni, signor Presidente, ma nonostante la responsabilità di esse, quelle stesse opposizioni, che raccogliendo l'appello del signor Presidente della Repubblica, hanno consentito a questo Consiglio di approvare in 82 minuti, anziché nei 37 giorni regolamentari la legge di stabilità, alla quale voi volete ora mettere la museruola modificando il Regolamento per comprimere la libertà di parola delle opposizioni. Ma non sono le opposizioni, signor Presidente, a non consentirle di governare, è la sua stessa maggioranza, che oggi le commina la quarantena della fiducia, a condurre con il suo disordine politico, la sua inconcludenza programmatica, impedendole di essere utile alla Sardegna che ha riposto in lei le sue speranze. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Deriu.
È iscritto a parlare il consigliere Cesare Moriconi. Ne ha facoltà.
MORICONI CESARE (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, siamo consapevoli che la presentazione e la conseguente discussione di una mozione di sfiducia si risolva quasi sempre con un voto compatto della maggioranza a sostegno della propria Giunta, è così, ma il nostro obiettivo era anche utilizzare uno strumento di confronto pubblico che ci permettesse di discutere nella sede giusta della drammatica situazione sanitaria che la Sardegna vive, considerato che tutti i nostri tentativi non hanno avuto la benché minima considerazione né alcun riscontro. Presidente Solinas, non entrerò nel merito della discussione che ha interessato anche i media nazionali sul rispetto o meno del deliberato della massima Assemblea regionale in materia di parere del Comitato tecnico-scientifico, ma mi limiterò ad affermare con convinzione che siamo di fronte ad un atto politicamente, ripeto, politicamente gravissimo. Del resto credo che la vera sfiducia e il vero atto d'accusa nei suoi confronti siano state proprio le dimissioni di tutti gli esperti da lei scelti e nominati, tranne quelle del professor Vella, scienziato di indubbia fama, nonché collaboratore del Mater Olbia. Purtroppo tutto questo avviene mentre viviamo la più grande tragedia sociale ed economica del dopoguerra, e mi rendo conto quanto ciò non debba e non possa essere piegato in modo strumentale ad esigenze di carattere meramente propagandistico, ragion per cui, in continuità con tutti gli atti e i comportamenti che ho adottato sin qui, esprimo il mio totale dissenso rispetto a quelle espressioni che non tengano conto invece delle oggettive difficoltà alle quali i Governi di tutto il mondo e di tutti i livelli sono stati chiamati. Ma per le stesse ragioni che sono evidentemente di carattere istituzionale, politico e anche morale, se vogliamo, io penso che sia altrettanto stucchevole il ricorso sistematico allo scudo delle presunte responsabilità altrui dietro il quale costantemente lei e la sua maggioranza, presidente Solinas, provate a negare le vostre inadeguatezze e la vostra improvvisazione. Dopo quasi due anni, due anni, di Governo, anche l'opinione pubblica inizia a chiedersi che cosa e soprattutto come abbiate fatto nel frattempo che eravate impegnati ad attribuire allo Stato e al passato la colpa di tutti i mali. Abbiamo trascorso un'estate disseminata dei vostri annunci reiterati nelle settimane e nei mesi sui temi della riorganizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali, poco delle vostre promesse è stato realizzato, ragion per cui noi proviamo oggi con gravi difficoltà ad inseguire la drammatica emergenza sanitaria che sta attanagliando la nostra Regione. Il 13 novembre scorso avete nuovamente illustrato un piano, è l'ennesimo aggiornamento di un programma di attivazione progressiva delle strutture di area critica necessario per fronteggiare l'emergenza sanitaria da qui ai prossimi mesi. Il primo di questi piani annunciato senza mai essere stato attuato secondo le previsioni è quello adottato con delibera di Giunta 11/17 dell'11 marzo scorso. In quella occasione, come in tante altre, la Giunta dichiarò che non avremmo avuto problemi a fronteggiare gli effetti della pandemia sul sistema sanitario, e purtroppo invece anche la semplice lettura delle azioni previste nella delibera di Giunta del 5 novembre scorso ci dicono che le cose sono andate purtroppo diversamente. Infatti sono l'esatta riprova del gravissimo ritardo con cui state agendo nel governo dell'emergenza, e quindi l'esatta riprova del fallimento dell'azione politica, perché se fossero state messe in campo prima quelle azioni, prima, si sarebbe verificato esattamente ciò che da queste azioni ci si attende, è cioè che i Pronto soccorso non sarebbero stati congestionati, che il tracciamento dei contatti non sarebbe saltato, che la comunicazione dell'esito dei tamponi sarebbe stato nei termini, e soprattutto che non ci sarebbe stata la saturazione dei posti letto e la conseguente riduzione della capacità assistenziale, ospedaliera e territoriale. Invece il 13 di novembre, giorno della conferenza, a fronte degli attuali complessivi 392 posti letto disponibili, i ricoverati Covid positivi nelle nostre strutture ospedaliere erano ben oltre i 580, cioè molto più dei 392, ma addirittura anche più dei 545 che nel breve dovrebbero costituire la capacità complessiva dei posti letto per Covid positivi. Così a nulla sono valse non solo le reiterate segnalazioni delle minoranze in Consiglio regionale, ma neanche i ripetuti allarmi lanciati dalle organizzazioni sindacali, dai sindaci e dai tantissimi cittadini che quotidianamente, anche attraverso le cronache giornalistiche e televisive, raccontavano i loro drammi. Ancor meno comprensibili sono le ragioni per le quali non abbiate tenuto conto non tanto dell'opinione dei Gruppi di opposizione, quanto delle competenze, delle professionalità, dell'abnegazione degli operatori sanitari eroi quando fa comodo, perfetti invisibili quando si tratta di dar loro il necessario e dovuto riscontro.
Purtroppo, colleghi della maggioranza, e chiudo, non basterà respingere la mozione di sfiducia per assicurare alla Sardegna e ai sardi un'azione di governo dell'emergenza all'altezza delle attese e delle responsabilità che vi sono state affidate, occorrerà molto di più, molto di più di quanto non abbiate dimostrato di saper fare sino ad oggi, con la differenza che oggi la situazione…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Moriconi.
È iscritto a parlare il consigliere Emanuele Cera. Ne ha facoltà.
CERA EMANUELE (FI). Grazie, onorevole Presidente della Giunta del Consiglio, signori della Giunta, onorevoli colleghi. In queste ore la Sardegna piange i suoi morti, soffre per i malati e vede il proprio futuro avvolto da una nube di incertezza. In un clima di preoccupazione, di dolore e di rabbia qual è il compito della politica? Non è certo quello a cui stiamo assistendo oggi. In un momento in cui i rappresentanti del popolo sardo sono chiamati a dare il meglio di sé stessi, vediamo invece un repertorio poco qualificante della politica. È una tecnica al ricorrente che personalmente condanno a tutti i livelli, quando si verificano delle sciagure come una pandemia, un terremoto, un'alluvione, quella di aizzare l'opinione pubblica additando il proprio avversario politico come colpevole perché nei momenti di rabbia c'è un'istintiva sete di colpevoli contro i quali sfogarsi. Questa volta ci si è superati, perché arrivare ad accusare il Presidente della Regione perfino di una pandemia nazionale e mondiale, e dipingere la Sardegna peggio di Wuhan, è un'operazione ardua, senza precedenti, e spiace che per la vanagloria di chi tenta di rinfrescare la propria immagine dopo una sconfitta elettorale, direi senza precedenti, perfino le persone più ragionevoli dell'opposizione si siano fatte trascinare in questa messinscena, perché la ritengo una cinica messinscena, e la conferma viene da un passaggio dell'ordinanza del presidente Solinas, che ci si è dimenticati di citare, e che recita: "avverso alla presente ordinanza e ammesso a ricorso giurisdizionale innanzi al Tribunale amministrativo regionale nel termine di sessanta giorni dalla comunicazione, ovvero straordinario al Capo dello Stato entro i termini di giorni centoventi". C'è in quest'Aula un solo collega che abbia presentato un ricorso avverso a quell'ordinanza? No. C'è anche, al di fuori di quest'Aula, qualcuno che abbia presentato ricorso? No. C'è invece il parere di chi, di cui si è negata l'esistenza, non solo, ma come è emerso anche dalle dichiarazioni del componente del Comitato scientifico, c'è stata un'attiva di partecipazione addirittura alla redazione dell'ordinanza. È stato proprio il dottor Vella, durante una trasmissione andata in onda sulla televisione pubblica, ad affermare che nella versione finale dell'atto si è tenuto conto delle sue indicazioni. Non solo, nessuno ha presentato ricorso, ma l'ordinanza del Presidente della Regione è stata preceduta anche da un ordine del giorno approvato anche con i voti di chi oggi presenta una mozione di sfiducia. Delle due l'una, o non si è compreso ciò che si è votato, oppure questa è stata una sola strumentalizzazione politica, che arriva addirittura ad assecondare (…) di una Sardegna dipinta come "l'Isola degli untori", una vera e propria falsificazione della realtà smentita dai dati, dalla scienza e dal buon senso. Se credete davvero in questo, perché non invitate alle dimissioni anche dei Governatori di centrosinistra che hanno aperto le discoteche d'estate in regioni dove la situazione dei contagi è ben più grave? Perché sapete che né il presidente Solinas, né gli Assessori, né i consiglieri sono degli incoscienti, perché conoscete i dati dei contagi dall'inizio della pandemia fino ad oggi, che non si prestano alle interpretazioni contenute nella mozione. La Sardegna, pur con affanno e tantissime difficoltà, ha affrontato e sta affrontando con impegno, grande serietà e responsabilità la pandemia; il nostro Presidente non ha organizzato aperitivi, come quelli promossi a Milano da qualche altro Presidente, non ha promosso la campagna "abbraccia un cinese", perché il problema, dicevate, era il virus del razzismo, ne abbiamo fatto ordini di mascherine mai arrivate, non abbiamo fatto vita mondana come altri leader nazionali venuti nella nostra Isola a posare per i giornali che si occupano di cronaca rosa. La Sardegna si è attenuta al massimo rigore e, come ricorderete, già all'inizio dell'allarme chiedemmo di chiudere gli scali portuali e aeroportuali per proteggere la nostra terra e poter garantire l'accesso solo alle persone negative al Covid; è stato fatto un mese dopo! Perché si cavillava sulla costituzionalità o meno del provvedimento. Se il Presidente della Regione non aveva il potere di farlo, perché non l'ha fatto direttamente il Governo? Che cosa ha fatto questo Presidente e anche questo Consiglio regionale? Dovreste dirlo con orgoglio anche voi, perché alcuni passaggi hanno visto anche il vostro voto favorevole: abbiamo approvato da subito, già ad aprile, un fondo di emergenza per le famiglie da 120 milioni di euro, abbiamo attivato un fondo di 200 milioni di euro per le imprese, abbiamo dato una boccata d'ossigeno agli enti locali, consentendo la spesa delle somme residue dei fondi europei; questo è il compito della politica! Queste sono le azioni che ci devono vedere impegnati. Sono questi alcuni esempi di buona politica di cui la nostra terra ha forte bisogno. Certo, c'è molto da fare, ma è su questi temi che dobbiamo confrontarci, scontrarci e trovare una sintesi che sia orientata al bene della nostra comunità. Non si può trascinare in questo momento l'Assemblea sarda in una zuffa tutta ad uso e consumo della politica, perché qualcuno va alla ricerca di rivincite mediatiche o giudiziarie per le proprie sconfitte politiche; la Sardegna è molto più di questo tipo di politica, che si esalta quando…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.
LI GIOI ROBERTO (M5S). Grazie, Presidente. "Sì, ma non si trattava di arrivare fino al 31, sapevamo che il 31 avremmo ammazzato la Sardegna, era giusto, l'idea era 2-3 giorni". "Perché avreste ammazzato la Sardegna?". "Perché ormai i contagi stavano iniziando a crescere". "Però avete giocato alla roulette". "Abbiamo rischiato un po', noi non volevamo rischiare sulle vite umane, abbiamo visto che il contagio non era ancora così importante e abbiamo detto: se ci chiede uno o due giorni magari dal punto di vista economico a loro può aiutarli". Qual è il senso di tutto questo? Me lo sto chiedendo da quando ho sentito pronunciare queste parole ad un giornalista televisivo da un Capogruppo di maggioranza, scaricato (…) regionale del suo partito nemmeno mezz'ora dopo la messa in onda delle sue dichiarazioni. Ma tutto questo un senso ce l'ha davvero? Oppure è frutto di una insensata irresponsabilità accompagnata da un pericolosissimo delirio di onnipotenza, che calpesta tutto e tutti pur di ottenere qualsivoglia obiettivo? Come dire: "Qui comando io, questa è casa mia, ogni dì voglio sapere chi viene e chi va". Il problema è che questa non è casa di nessuno di noi, nemmeno la sua, Presidente, come non è casa sua Villa Devoto. Siamo tutti stati eletti per occupare questi scranni con dignità e onore, ecco perché questa mozione di sfiducia è un atto dovuto, siamo stati costretti a presentarla, se non lo avessimo fatto non avremmo svolto il nostro ruolo con dignità e onore, perché in caso contrario avremmo codardamente preferito tapparci occhi, orecchie e bocca, davanti a quella che è una colossale dimostrazione di inadeguatezza. E non mi riferisco di certo alla ridicola barzelletta del Comitato Tecnico Scientifico, acronimo CTS, che ha perso quasi subito la C di Cucca e Cappuccinelli, e qualche giorno fa anche la S di Sotgiu, lasciando sola soletta la T di Tunis, scudo umano per tutte le stagioni del suo Governatore; quello è solo lo specchietto per le allodole, pronte a farsi ammaliare dalla dotta disquisizione sulla differenza tra parere sentito e parere acquisito, tipico di chi un parere non ce l'ha e non vuole neanche averlo, perché è più conveniente prenderlo in prestito dal "chi comanda" di turno, anche se il "chi comanda di turno" è inadeguato. Alla base di questa sacrosanta mozione di sfiducia, Presidente, c'è una questione squisitamente etica perché, al di là del tifo da stadio, che lascia il tempo che trova, l'agire di un uomo pubblico che si rispetti non può non sottostare a quelle regole che consentono di distinguere i comportamenti umani in buoni o giusti e cattivi o sbagliati, ovvero di contrapporre in maniera netta ciò che è bene da ciò che è male, quell'etica che, almeno in questo anno e mezzo, vi siete ben guardati dall'ospitare nei vostri banchi. La recentissima trovata di provare a forzare i regolamenti consiliari per dimezzare i tempi di intervento della minoranza, è l'ennesima dimostrazione che nel vostro vocabolario, e quindi anche nel suo, Presidente, l'etica non esiste, ma questa è un'altra storia. Oggi siamo qua a discutere della mozione di sfiducia nei suoi confronti, a prima firma del nostro Gruppo, una discussione che, salvo miracolosi colpi di scena, si concluderà con lei portato in trionfo dalla sua maggioranza con applausi scroscianti che, ovviamente, non avrà nulla di etico, sarà tutto patetico. Come quando lei ha supportato, con un vergognoso silenzio, la difesa a spada tratta del vostro imbarazzante consulente turistico, Flavio Briatore, da parte del plenipotenziario salviniano Eugenio Zoffili, anziché stare dalla parte del sindaco di Arzachena Roberto Ragnedda, denigrato da entrambi semplicemente perché si era dimostrato adeguato al suo ruolo, difendendo con i denti la salute dei suoi concittadini e non solo dei suoi; ricorda, Presidente? Eravamo proprio in quei giorni, quelli in cui ormai i contagi stavano iniziando a crescere, quelli in cui "e che abbiamo visto che il contagio non era così importante", quelli in cui lei ha firmato quella famosa ordinanza. Roberto Ragnedda ha mostrato tutta la sua adeguatezza, lei ha scelto la strada diametralmente opposta e questa mozione di sfiducia, di cui sono orgoglioso, certifica il suo fallimento; non ci sono conferenze stampa senza la possibilità per i giornalisti di fare domande che tengano, non ci sono scarica barile che la possano salvare. Montesquieu scrisse: "La libertà è il diritto di fare ciò che le leggi permettono"; noi abbiamo esercitato la nostra libertà, fieri di farlo, nell'esclusivo interesse del popolo sardo, noi abbiamo la coscienza pulita. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Schirru. Ne ha facoltà.
SCHIRRU STEFANO (PSd'Az). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Regione, colleghe e colleghi, ci sono momenti in cui la prudenza suggerisce il silenzio, momenti nei quali la tattica politica insegna che è meglio non intervenire e fare un po' come consiglia un antico agio siciliano: "Calati juncu ca passa la china", chinati giunco finché passa la piena, ma ci sono momenti in cui la prudenza è un valore troppo prossimo alla viltà e nei quali è bene dire quello che si ritiene giusto, al di là delle convenienze. Faccio questa premessa perché raramente mi è capitato di leggere una mozione intrisa di volontà manipolatorie e perbenismo alle vongole, una mozione argomentata addirittura peggio delle trasmissioni giacobine di RAI 3, una mozione che sarebbe stata inopportuna in un momento qualsiasi della nostra storia, ma che in questo tempo drammatico costringere il Consiglio regionale a dare di se stesso un'immagine pessima. I fatti che la mozione solleva prima di tutto. Si accusa malamente il Presidente della Regione di aver assunto la decisione di mantenere aperti i locali da ballo, incurante della salute dei cittadini, anzi di rifarsi alle tesi aberranti e scellerate di quel giornalismo sanguinario che finirà per tagliare la testa a chi cerca di usarlo per i propri scopi. Si sussurra che la Presidenza abbia voluto proporsi per risolvere le questioni dei cosiddetti gestori di locali, ovviamente sporchi, brutti e cattivi per definizione, infischiandosene della salute dei sardi e di tutta la comunità, ma direi anche non curandosi della reputazione di chi lì a pochi giorni l'intera isola avrebbe avuto, basti pensare ai titoli di Repubblica e del Corriere di settembre, che ci hanno portato danni economici inimmaginabili e inquantificabili. Per dimostrare questa tesi ridicola e insostenibile la mozione riporta dati acquisiti con l'inganno, stiracchia i pareri di qualche studioso resi fuori tempo massimo e utilizza artifici retorici usurati, ma sempre buoni, evidentemente, per il comunismo post litteram in locali della Costa Smeralda. Solo per fare un esempio. Solo qualche vero asino non sarebbe capace di leggere il sottotesto che traduce da quella definizione la contrapposizione odiosa tra ricchi cattivi e i poveri sardi costretti a subire gli sputi virulenti in cambio di qualche spicciolo.
Ebbene, al di là delle ricostruzioni suggestive, in Sardegna come in Italia, come peraltro nel resto del mondo, le cose non sono andate così. Come sono andate? Sono andate che siamo di fronte a una situazione pandemica i cui contorni ad oggi 19 novembre non sono chiari; non sono chiari ai medici, non sono chiari ai professoroni, agli addetti ai lavori, la comunità scientifica non perde occasione, ancora oggi, per differenziare valutazioni, opinioni, esperimenti. Il Ministero della salute ha diffuso ad aprile, in sintonia con l'OMS, dei volantini, che troviamo talvolta ancora in qualche locale pubblico, con un decalogo di comportamento che sconsigliava l'uso delle mascherine. Avete capito bene, sconsigliava l'uso delle mascherine. Oggi andare in giro senza mascherina è peggio che rubare la pensione ai vecchietti alle poste. Voglio dire che il clima di incertezza sui comportamenti è forte ed era più forte questa estate, quando furono numerosi i comportamenti della comunità scientifica che affermavano che la situazione andava verso una normalizzazione. C'erano anche pareri opposti, certo, molti ed autorevoli. Così come dal punto di vista economico, invece, c'era e c'è una Regione economicamente in ginocchio perché il suo settore produttivo trainante, il turismo, è stato letteralmente devastato. Dietro i locali da ballo della Costa Smeralda, come li chiamate voi, colleghi giacobini, ci sono hotel, bar, ristoranti, noleggiatori di auto e barche, guide turistiche, eccetera eccetera. Un Presidente di Regione capace, oculato, attento guarda l'insieme della situazione, verifica i dati che gli si pongono davanti e fa quello che ritiene meglio per la sua comunità, contempera, lo fa con la sua solitudine sentendo i componenti del Consiglio regionale, di maggioranza e di opposizione. D'altro canto il parere degli onorevoli firmatari oggi era ben diverso allora. Lo ricordo io e lo ricordiamo tutti. Di questo nessuno vi fa una colpa. Era comprensibile, anche nobile, che due Consiglieri premessero per dare fiato a una economia stagnante. Francamente è comprensibile che questi due colleghi per il loro quarto d'ora di notorietà rilascino interviste unte a chi ha avuto solo l'interesse di triturare l'immagine della nostra isola. Tuttavia ora la nobiltà ha lasciato spazio all'ignobiltà.
Vengo allora alla trasmissione e, siccome sono fedele all'idea che in quest'Aula tutti dobbiamo dire la verità per come la pensiamo, non intendo omettere che alcuni colleghi di maggioranza sono stati alquanto avventati a rilasciare delle interviste a una televisione alquanto particolare. Dall'altro, sempre altri cattivi, che sempre mentono e sempre nascondono quello che loro svelano con le loro telecamere nascoste, la tesi di quella trasmissione era falsa, forzata…
PRESIDENTE. Onorevole Schirru, il tempo a sua disposizione è terminato.
È iscritta a parlare la consigliera Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.
ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie Presidente, onorevoli colleghe e colleghi. Siamo qui oggi a discutere questa mozione di fiducia al presidente Solinas. Personalmente ho firmato questa mozione e voterò convintamente a favore perché onestamente ho perso la fiducia nei vostri confronti e come me l'hanno persa tanti cittadini sardi fuori da quest'Aula. Non entrerò nel merito di quanto accaduto in questi famosi giorni di agosto perché a fotografare la situazione e a fissare le dichiarazioni di alcuni vostri esponenti della maggioranza e dei componenti dell'ormai ex Comitato Tecnico Scientifico ci hanno pensato alcuni programmi di giornalismo investigativo e, in linea generale, le varie testate giornalistiche in questi ultimi giorni. Inoltre sul tema fino a prova contraria è stata aperta un'inchiesta.
Lasciatemi però sottolineare una questione. Quell'11 agosto serviva un parere ufficiale in base al quale si sarebbero dovute prendere, e si sono prese, decisioni fondamentali che hanno determinato le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Se è vero che il parere del Comitato Tecnico Scientifico, ancora oggi velato dal mistero, non è vincolante e fermo restando che la responsabilità politica è comunque in capo a chi ha firmato l'ordinanza, oggi come allora serve capire i motivi precisi delle scelte che hanno portato lei, Presidente, a firmare quella famosa ordinanza. Chi di voi oggi si alza a difendere l'indifendibile non verrà sottoposto solo al mio giudizio o a quello di qualsiasi altro collega qui dentro, ma a quello di chi in queste ore soffre perché non può visitare un proprio parente, magari in fin di vita, chi non ha accesso alle cure perché ogni volta che si aggiungono posti letto di terapia intensiva è necessario chiudere interi reparti che non operano più, chi sta a casa in attesa di un tampone per settimane senza potersi recare al lavoro, chi quotidianamente è in prima fila, come i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari, chi aspetta per ore dentro un'ambulanza per essere semplicemente visitato, chi non ce la fa più perché non riesce ad arrivare a fine mese, e ancora tutti quei giovani e giovanissimi che vorrebbero poter frequentare la scuola.
Ma di che cosa abbiamo bisogno noi oggi? Intanto è necessario uscire da questa specie di Truman Show del Palazzo del Consiglio e di Villa Devoto e ritornare velocemente alla realtà. Bisogna ascoltare con umiltà e pazienza le urla disperate che provengono dai nostri presidi ospedalieri e dai cittadini più bisognosi. È necessario affrontare una volta per tutte e con serietà questa emergenza Covid partendo da dati certi e numeri precisi, a prescindere dal colore che ci verrà poi attribuito, perché solo attraverso la reale conoscenza dello status quo si può affrontare il resto. Dobbiamo evitare a tutti i costi di chiudere altri reparti ospedalieri e provare a riaprire velocemente quelli già chiusi, perché ancora oggi in Sardegna abbiamo due emergenze sanitarie, quella da Covid-19 e quella delle liste d'attesa per le altre patologie che in questi mesi sono cresciute esponenzialmente. Serve investire con convinzione sul tracciamento, rafforzare maggiormente le Usca e gli uffici di igiene e rivalutare il ruolo dei medici di base. Serve dare risposte tempestive a chi aspetta l'esito dei vari tamponi e serve che la prevenzione e l'assistenza territoriale siano più efficienti e diano risposte chiare, precise e tempestive ai cittadini che non possono chiaramente più attendere.
Siamo onesti, per noi oggi è molto difficile venirvi incontro. State affrontando questo momento storico con impreparazione, dilettantismo, populismo e un servilismo mai visti nella storia dell'autonomia. Provate a mettere delle pezze al vostro Governo perché così forse troverete in noi degli ottimi alleati e se chiedete unità e cercate il coinvolgimento fatelo nel rispetto di chi, come noi Progressisti, vi ha fornito politiche alternative da più di un anno a questa parte. Cosa avete fatto quando a giugno sulla sanità vi abbiamo suggerito di occuparvi prioritariamente dell'emergenza sanitaria e della seconda ondata della pandemia? Con una grassa risata avete proseguito la via della vostra riforma sanitaria che parlava solo di 8 nuove ALS e rispettivi Commissari. Cosa avete fatto o state facendo per costruire un piano strategico di intervento al fine di ottenere i fondi del Next Generation EU? Nulla, nonostante sia da mesi che vi chiediamo, attraverso atti ufficiali, di affrontare il tema, voi non state facendo nulla. Inoltre al posto di difendere e tutelare l'artigianato locale, il piccolo commercio e le realtà economiche locali, avete preferito agevolare ricche attività di imprenditori d'oltremare che operano sul nostro territorio, alcune in zone vincolate e anche su proprietà pubbliche che spesso sono riconducibili a società che operano con il sistema delle scatole cinesi. Riflettiamoci, onorevole Schirru. Presidente, questa crisi sanitaria porta con sé delle grandi sfide che se colte possono diventare grandissime opportunità, servirebbe tanto saperle cogliere, è questo il momento di restituire un'idea innovativa e sostenibile di Sardegna e cavalcare l'onda della rinascita che restituirebbe un indotto economico elevatissimo e un respiro per tutte le cittadine e i cittadini sardi. Perché le risorse ci sono e serve saperle reperire e spendere, e voi però state facendo poco o nulla, fate spallucce, fate sempre spallucce o al massimo continuate a portare testi di legge per assegnare posti di sottogoverno a chicchessia come il testo al varo della prima Commissione e nel frattempo distribuite pane e formaggio al popolo e cercate di finanziare con 5 milioni di euro…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Manca. Ne ha facoltà.
MANCA IGNAZIO (LEGA). Intervengo brevemente nel dibattito benché non abbia partecipato alla ormai famosa seduta dell'11 agosto scorso. L'emergenza attuale, che peraltro vede la Sardegna tra le regioni a minor rischio contagio, avrebbe voluto che la massima Assise regionale impegnasse il proprio tempo per dibattere su ben altri temi, eppure nella circostanza ci vediamo coinvolti in un ardito tentativo da parte della minoranza di cavalcare l'assist offerto da un servizio televisivo a senso unico, il cui obiettivo era soltanto quello di colpire il presidente Solinas e insieme a lui l'intera Sardegna. (…) non vale di certo il clima attuale che vede la politica ormai ostaggio del frullatore mediatico, tutto è diventato un teatro di ipocrisia, dove vari soggetti si trasformano in attori più propensi a sostenere la parte ad uso e consumo dei rispettivi sostenitori, anziché impegnarsi a risolvere insieme i tanti seri problemi sanitari ed economici. A che serve ascoltare l'odierno monito del premier Conte alla collaborazione tra le forze politiche, se poi a livello regionale i rappresentanti dei partiti della sua maggioranza si impegnano ossessivamente per far cadere l'attuale governatore? Cercare esclusivamente un maggior risalto sulle pagine dei media amici non giustifica oggi l'attuale scelta e soprattutto non ve ne è bisogno. Nel merito faccio proprio quanto i colleghi di maggioranza che mi hanno preceduto hanno già esaustivamente chiarito, ribadendo soltanto come al mese di luglio la Sardegna era praticamente Covid free. Ci è stato impedito di chiuderci e difenderci, fino ad alimentare un flusso turistico tutt'altro che testato in partenza. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Peraltro le forze politiche che oggi sbraitano contro le decisioni assunte dal Presidente della Giunta, sono le stesse che a suo tempo gridarono contro le paventate chiusure sia dei porti che delle discoteche. Al bando l'ipocrisia, ciascuna forza politica si assuma la propria responsabilità e collabori, pur nel rispetto del proprio ruolo, al superamento di un momento di assoluta difficoltà e per il quale nessuno era pronto. Per concludere, mi sia consentito richiamare una frase estrapolata da un suo editoriale del grande direttore Piero Ostellino, già direttore del Corriere della Sera. "Il giornalismo militante è lecito, ma è cosa ben diversa dal giornalismo che ha come scopo quello di informare." Anche per queste brevi considerazioni rinnovo la mia totale fiducia al presidente Solinas.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Alessandro Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ALESSANDRO (M5S). Mi dicono che era un po' che non si vedeva una mozione di sfiducia all'internodi quest'Aula, costituirà comunque uno dei pochi record, comunque tutti negativi che avrete modo di annoverare nel palmares nel corso di questa legislatura. É vero che il corso, che gli eventi hanno tenuto fino ad oggi è del tutto inusuale, però vede, ciò che sta succedendo oggi è la naturale evoluzione di un corso di azioni e di un modo di fare politica inaugurato nel giorno del vostro insediamento e perseguito ancora oggi.
basti pensare che ancora oggi il Consiglio è impegnato nell'analisi della legge numero 107 di moltiplicazione delle poltrone o di riassetto della Presidenza, arrivando anche poi, con questa nuova proposta di modifica regolamentare, a cercare di minare nel modo più squallido e meno etico possibile le prerogative dei consiglieri di minoranza. Per questo Presidente, lei che è il custode della casa dei Sardi, presidente Pais, e che si è detto difensore delle nostre prerogative, la prego di prendere una posizione a tale riguardo, perché quella modifica regolamentare è fatta con l'evidente intento di minare la nostra indipendenza, grazie. Abbiamo ricevuto in ogni caso, comunque, in questo periodo anche noi come membri dell'opposizione, tante accuse, allarmismo, solo perché abbiamo chiesto dei dati concreti relativamente all'emergenza epidemiologica. Queste accuse di allarmismo sono state rivolte anche ai sindaci, i quali disperati e soli semplicemente chiedevano assistenza. L'allarme nasce, ma nasce quando i dati forniti non corrispondono alla realtà dei fatti. L'allarme nasce quando veniamo chiamati da persone positive che sono a casa da giorni e giorni e alle quali non viene nemmeno fatto il tampone o non ricevono la chiamata per farlo, non per negligenza degli operatori sanitari, ma per la mancanza degli operatori sanitari. Siamo stati accusati di perseguire agende politiche personali quando ogni provvedimento da voi adottato trasuda interesse personale, politico, partitico, economico, ma comunque sempre a vantaggio di ristretti e consolidati centri di interesse. Ascari, ci hanno chiamati Ascari, a noi, quando la maggioranza, la vostra maggioranza ci ha abituato ai più squallidi episodi e manifestazioni di asservimento politico ed ideologico, basti pensare a chi in nome del popolo sardo, ma con spiccato accento milanese, maldestramente tentava di impedire lo sbarco ad Olbia di una nave di migranti, bacchettati da chi con la Sardegna nel cuore anche tatuata nel braccio viene qui, prende ciò che c'è da prendere e se ne va, senza lasciare nulla. Devo dire purtroppo che non mi stupisce in alcun modo che dietro l'ordinanza del 12 agosto vi siano pressioni da parte di certi imprenditori e che tipo di imprenditori, persone che abbiamo visto offrono servizi elitari ad una platea ristretta di persone che in alcuni casi abbiamo visto non favoriscono alcuna ricaduta economica positiva sul nostro territorio, eccetto posti di lavoro sottopagati e privi di lavoro formativo per i nostri giovani e che portano poi i propri capitali all'estero.
Chi parla di aver voluto salvaguardare l'indotto con quell'ordinanza non sa minimamente cosa dice, perché l'indotto del turismo, dopo gli episodi scaturiti relativamente ai focolai nati all'interno delle sale da ballo, ha ricevuto un'ulteriore mazzata, questa è la verità. Tante le disdette che grazie al risalto mediatico, che certo non abbiamo contribuito a dare noi agli avvenimenti, sono arrivate alle strutture turistiche e questa è la verità inconfutabile, chiedete a qualsiasi operatore. Ebbene posso capire la Lega Lombarda, ora nazionale ma comunque lombarda, il Partito Sardo d'Azione che dei Quattro Mori ha fatto un simbolo, della questione identitaria la propria bandiera non può fornire alcuna giustificazione a un simile corso d'azioni. La Sardegna vive un dramma senza precedenti, certo il Covid ha fatto la sua parte, ma non posso non pensare che la classe politica che oggi la governa non abbia una notevole parte di responsabilità. Una classe politica che rappresenta la quintessenza di ognuno degli aspetti e dei comportamenti negativi che hanno fatto sprofondare la Sardegna negli ultimi decenni in una voragine fangosa di autoreferenzialità, isolazionismo ed asservimento, sia chiaro politico e non popolare, perché a noi sardi, è bene ricordarlo, non ci ha piegato nessuno mai, e dalle prossime elezioni, siano tra un mese o tra tre anni ve lo ricorderanno, relegandovi al buio capitolo di storia autonomistica che avete voi stessi scritto Bene, questa mozione di sfiducia, indipendentemente da come andrà la certificazione del vostro fallimento nel merito, quanto nel metodo, naturale sbocco di un clima di sfiducia che voi stessi avete creato nei vostri confronti. Io la voterò convintamente, conscio che ciò che conta non è tanto il voto che oggi si esprime, ma il sentimento del popolo sardo che in questo documento è pienamente rappresentato.
Mi permetta di finire con tre righe in sardo, Presidente, ispiratemi da un pastore: "Triste isola mia, ca ses guvernada da gente chi non tenet alentu. E ricca ses de latte, sole e bentu, e a povera ti tenet condannada".
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Andrea Piras. Ne ha facoltà.
PIRAS ANDREA (LEGA). Presidente, se tra i banchi della minoranza avessero dato mostra di eguale enfasi nel chiedere, insieme all'Esecutivo regionale, il certificato di negatività per gli ingressi nell'isola, avremmo anche potuto credere a un loro reale coinvolgimento e interesse per la tutela della salute dei sardi, e invece così non è stato. E dobbiamo quindi prendere atto che questo teatrino messo in scena recentemente, altro non è che un modo per cercare facili attenzioni ad opera di chi è incapace di essere realmente costruttivo e oggettivo. Dopo aver assistito in questa stessa Aula alle grandi orazioni di alcuni colleghi della minoranza, che evidenziavano come la chiusura delle discoteche avrebbe conseguentemente portato a un problema di sicurezza, in quanto i giovani per perseguire il divertimento si sarebbero inevitabilmente organizzati in forme di aggregazione estemporanea e in luoghi non controllabili, l'onorevole Zedda sono certo ben riconoscerà queste esternazioni, oggi assistiamo a un palese desiderio di sconfessare se stessi, con l'unico obiettivo di screditare l'operato del presidente Solinas, un Presidente che ha invece dato mostra di essere assai più riflessivo e attento all'andamento generale del contagio, prima di dare il via libera all'apertura delle discoteche di tanti suoi colleghi di diverse regioni.
Tra le tante affermazioni sconclusionate che abbiamo udito e letto ad opera di alcune testate giornalistiche nazionali, spalleggiate poi vergognosamente dalla minoranza sarda stessa, non abbiamo visto però comparire i dati inerenti le discoteche aperte nel resto d'Italia. Eppure ben diciassette regioni hanno agito nella medesima maniera, autorizzandone addirittura l'apertura ben molto prima della Sardegna. Tra le affermazioni che gli organi di stampa, alcuni esponenti politici hanno fatto, circolate in questi giorni, non abbiamo visto riportate nemmeno quelle pronunciate il 13 agosto ai microfoni di Radio 24, dal viceministro alla Salute Pier Paolo Sideri, il quale dichiarava testualmente che: "Le discoteche possono rimanere aperte con i numeri del contagio che abbiamo oggi. E' chiaro che se si dovesse verificare un focolaio partendo da una discoteca, quella discoteca dovrà essere chiusa". Un chiaro segnale di come ancora una volta si voglia strumentalizzare e sbeffeggiare un'isola che già in estate è finita al centro della cronaca nazionale come untrice d'Italia, quando dati alla mano era chiaro a tutti che fosse avvenuto l'esatto contrario. Non è concepibile che gli onorevoli colleghi dell'opposizione diano ancora una volta credito a questa assurda macchina del fango ai nostri danni, solo per soddisfare la loro smania di apparire, o peggio ancora per nascondere le mancanze del Governo nazionale sul tema e i suoi gravi errori. Prima di essere politici siamo sardi, e da sardi dovremmo avere l'accortezza di schierarci a favore della nostra terra, colpita da infondate e ingiuriose menzogne che mirano solo a screditarla e offenderla. Non è più tollerabile che si prosegua a utilizzare il virus come strumento di propaganda politica, è vergognoso che l'opposizione strumentalizzi la diffusione di un virus che ha sconvolto e interessato il mondo intero. Oggi ci siamo riuniti, interrompendo i lavori delle Commissioni, i lavori del Consiglio, per soddisfare la vanagloria di un intero schieramento politico, che non entra nel merito delle reali necessità e urgenze della Regione e del nostro popolo. Quei numerosi e stucchevoli appelli a vergognarsi, uditi in questi giorni, sarebbe stato più coerente se li avessero rivolti a se stessi.
Vada avanti, Presidente Solinas!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.
LAI EUGENIO (LEU). Presidente, in altri periodi storici, quando la politica era fatta con ideali, valori, con l'unico intento del benessere collettivo, non ci sarebbe stato bisogno di una mozione di sfiducia per chiedere al Presidente della Giunta regionale di rendere trasparenti gli atti che hanno portato a prendere alcune decisioni. Sono consapevole del fatto che la pandemia che stiamo vivendo è difficoltosa, è difficile governare una situazione così difficile. Sono altrettanto così certo che farlo con la minor trasparenza possibile sia ciò che di più sbagliato esista. Presidente Solinas, noi oggi abbiamo presentato questa mozione di sfiducia perché lei non è stato in grado, non ha voluto, in tutti questi giorni, in tutte queste settimane, non spiegare solo ai Consiglieri di opposizione, ma spiegarlo a tutti i Sardi il perché delle sue decisioni. Presidente Solinas, lei sarebbe venuto dovuto venire qui all'interno dell'Aula, mostrare gli atti, non aspettare una richiesta di accesso agli atti neanche evasa dai suoi uffici. Perché, vede, la superficialità della sua decisione nell'aprire le discoteche, e poco importa che l'abbiano fatto altre regioni d'Italia, noi amministriamo in Sardegna, noi governiamo la Sardegna, la superficialità con il quale è stata presa quella decisione, è tanto ancora più grave quanto l'irresponsabilità di tutti quei figli di papà, di tutti quei personaggi famosi, che Ibiza andavano al La Costa Smeralda, e poi si spostavano a Roma, senza nessun tipo di controllo. Perché vede l'App che tanto avete osannato in periodi di difficoltà, quando promuovevate il passaporto sanitario quale unica salvezza, non ha prodotto nessun tipo di controllo, entravano tutti in Sardegna, registrandosi qualche volta, perché qualche volta non gli veniva neanche richiesto il modello che era obbligatorio secondo le ordinanze regionali, e tutte quelle persone che candidamente, in maniera vergognosa, hanno dichiarato "abbiamo preso Tachipirina per farci abbassare la febbre", "abbiamo preso altri medicinali", non sono state controllate da voi, né tantomeno dalla Protezione civile. E avete consentito con le vostre decisioni superficiali, anche aprendo sagre, feste, quasi come se non bastasse, di permettere al virus di correre all'interno di quest'isola, di permettere che la nostra economia, non quella delle società off shore di cui vi siete tanto preoccupati, ma la nostra economia fatta da piccoli imprenditori, da piccoli artigiani, fosse rovinata dalle vostre scelte, fosse ancor più rovinata dalle vostre scelte. Perché, badate, la vostra superficialità ha portato non solo a mettere a repentaglio la salute dei sardi, non solo a perdere del tempo, Assessore, quando ve la ridevate qui dentro quando dalle opposizioni arrivava la richiesta di rivedere l'organizzazione della sanità, di rivedere nei momenti in cui il tasso dei contagi era basso l'organizzazione della sanità in una situazione che era già prevista da tutti gli studi, da tutte le parti politiche. E lei fino a qualche giorno fa ci diceva questa grande pandemia non era neanche prevedibile, bene, ma in che mondo vivete? Vivete forse nel mondo che stanno vivendo tutti i cittadini comuni? Basterebbe parlare con un Sindaco, basterebbe parlare con un'associazione che rappresenta i malati, basterebbe parlare con un malato di Covid, o chi è entrato a contatto con qualche malato di Covid per vedere che la vostra organizzazione è fallimentare. Le Usca non stanno funzionando, sono insufficienti. Il tempo in cui un paziente riceve l'esito, o il tempo in cui viene fatto il tampone ad un presunto contagiato da Covid è inconcepibile. State vivendo in un altro pianeta! State vivendo nel pianeta dove tutto va bene, ma il pianeta dove tutto va bene lo potete raccontare qui dentro, badate colleghi, non lo potete raccontare fuori da quest'Aula. Perché se dovessimo andare a vedere cosa i sardi pensano della gestione sanitaria, probabilmente Assessore non ci sarebbe bisogno della mozione di sfiducia. Cosa i sardi pensano della gestione economica, tanto sbandierata anche in questa situazione, bene sapete quante risorse effettivamente sono arrivate a le imprese sarde? Il fondo BEI tanto sbandierato a che punto è? Ad oggi nessuna risorsa è arrivata nelle casse delle imprese sarde. C'è un grave danno economico per le piccole imprese a seguito delle decisioni superficiali che sono state assunte. Ebbene, Presidente, non servirebbe una mozione di sfiducia, basterebbe che si dessero le risposte a tutte queste domande e che con grande responsabilità politica se ne traessero le conclusioni, perché quello che abbiamo sentito fino ad oggi, lo stridio sugli specchi di tanti consiglieri di maggioranza, non lasciano presagire nulla di buono per i sardi,
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI GIUSEPPE (PD). Il tema all'attenzione oggi dall'Aula è strettamente connesso all'adozione di ordinanze da parte del Presidente della Regione, agli atti prodromici a queste, che ricomprendono i pareri acquisiti dagli organismi appositamente costituiti, alle motivazioni che hanno indotto chi governa la Regione ad assumere determinate decisioni piuttosto che altre. Io non credo che siamo qui chiamati ora a redigere sentenze che esulino dagli aspetti squisitamente politici, o sostituirci al lavoro di altre istituzioni dello Stato all'uopo preposte, credo che noi tutti siamo invece chiamati a chiedere e pretendere che venga fatta totalmente luce rispetto a una vicenda opaca che merita di essere obbligatoriamente chiarita, adesso, davanti a tutti i sardi. Nonostante oggi vi sia questa priorità, non voglio perdere di vista la questione centrale che resta la modalità di gestione della sanità in tempo di pandemia, non possiamo infatti non essere preoccupati quando, mentre in Sardegna mancano ancora i dispositivi di protezione individuale e il caos regna sovrano, chi guida la Regione pensa alla moltiplicazione delle poltrone di nomina politica in sanità, e non solo. Le terapie intensive, se non dovesse calare la curva del contagio, di questo passo non saranno sufficienti; chi è in quarantena, sia esso positivo o meno, spesso risulta abbandonato a se stesso, e ciononostante fino a ieri avete garantito che tutto era sotto controllo, tanto da accusare i sindaci sardi e tutti coloro, compreso il sottoscritto, che hanno denunciato i gravi problemi che interessano il sistema sanitario sardo in tempi di Covid, di essere catastrofisti e di procurare un ingiustificato allarme.
Per tornare nel dettaglio al tema delle discoteche, posso affermare senza timore di smentita che per quanto mi riguarda la tutela della salute delle persone viene sempre prima di qualsiasi altra cosa. Nell'esercizio del mio ruolo istituzionale sono sempre stato per un inasprimento delle disposizioni nelle lotta al Coronavirus, soprattutto in relazione agli aspetti legati alla movida, e ho avuto modo di confrontarmi in questo senso sia nel mio Comune, un Comune costiero, dove ricopro anche il ruolo di consigliere comunale di maggioranza (l'ho fatto col mio Sindaco nella seconda metà di luglio e ha portato a importanti risultati), sia in Regione ai primi d'agosto con alcuni esponenti dell'Esecutivo per perorare la posizione di diversi sindaci che, come me, auspicavano la tempestiva chiusura delle discoteche.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIOVANNI ANTONIO SATTA
(Segue MELONI.) Ciò purtroppo non è accaduto per tempo, e si è giunti a quel frenetico 11 agosto in cui, anziché andare con la famiglia al mare (giustamente è nostro dovere andare al mare con la famiglia), non ci sono andato, cercavo in quest'Aula con molti altri colleghi della minoranza di contrastare la riforma della sanità che la maggioranza aveva intenzione di approvare inopportunamente prima di Ferragosto, anziché occuparsi di preparare al meglio con la nostra collaborazione la sanità sarda verso l'annunciata seconda ondata della pandemia - l'abbiamo detto e ridetto in quell'occasione -, e anche in occasione del dibattito introdotto sulle discoteche, la posizione trasparente e pubblica che ho è che abbiamo come Gruppo assunto in quest'Aula era esclusivamente determinata da una valutazione di opportunità volutamente sgombra dai tatticismi talvolta dettati dalle appartenenze politiche. Tutto andava valutato nel dettaglio dal competente Comitato tecnico scientifico e dal Presidente della Regione, che molto meglio di noi avrebbe potuto e dovuto conoscere la situazione nello specifico e prevedere le possibili conseguenze delle decisioni da assumere rispetto all'andamento dei contagi, e avrebbero potuto e dovuto anche valutare mediante l'approfondimento sull'ordine pubblico da effettuarsi con i prefetti e i questori se, giunti all'11 agosto, eventualmente il rimedio, ossia la chiusura delle discoteche con così grave ritardo, potesse o meno rivelarsi peggiore del male. Questo e unicamente questo è stato lo spirito con cui io e altri colleghi della minoranza abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno, da noi modificato nella sostanza, che, all'indomani della nota trasmissione televisiva, è stato travisato strumentalmente e tirato in ballo al solo scopo di tentare di mascherare la portata delle dichiarazioni che sono state rilasciate, ossia quell'ordine del giorno che si preoccupava di assicurare che qualsiasi decisione venisse presa in merito all'eventuale riapertura delle discoteche fosse fondata su dati scientifici certi e obiettivi attestati dal Comitato tecnico scientifico. Se poi, come è ormai acclarato, questi dati scientifici certi e obiettivi sono stati ridotti in modo mortificante a poche righe riportate frettolosamente in una comunicazione confidenziale via e-mail, inviata in quelle ore e a nostra insaputa alla Giunta regionale e che a quanto pare è stata la base per l'ordinanza numero 38 del Presidente della Regione, questo la dice lunga sull'affidabilità dei soggetti titolati a prendere quelle decisioni. Le stesse identiche considerazioni possono essere fatte con riferimento all'ordinanza immediatamente successiva a quella del 13 agosto, che ha consentito la celebrazione di sagre e feste paesane nella nostra Isola, certamente meno famose delle discoteche citate nel servizio televisivo ma ugualmente o forse addirittura ancor di più suscettibili di facilitare la diffusione del virus, se non altro perché in vigore per tutto il mese di agosto e credo anche a settembre, e in questo caso non c'è stato alcun ordine del giorno di quest'Aula da poter strumentalizzare e travisare.
Alla luce delle considerazioni svolte, non posso esimermi dall'evidenziare come considero molto grave che il Presidente della Regione abbia, non solo firmato l'ordinanza citando come parere del Comitato scientifico una comunicazione che è tutto fuorché un parere, ma abbia anche tenuto completamente all'oscuro i consiglieri regionali, quantomeno di sicuro quelli della minoranza, rispetto al parere, quello vero, con il quale il 6 agosto il Comitato tecnico scientifico parrebbe sconsigliasse la riapertura delle discoteche. Mi spiace dover constatare, signor Presidente, come appaia alquanto bizzarro che lei non conoscesse quel parere negativo del 6 agosto; parere che se non erro è stato inviato tra gli altri al suo Assessore alla sanità, che era seduto al suo fianco proprio quando nel corso del dibattito in Aula dell'11 agosto lei ha parlato di interlocuzioni in corso con il Comitato tecnico scientifico…
PRERSIDENTE. Grazie, onorevole Meloni, il tempo a sua disposizione è terminato.
È iscritto a parlare il consigliere Pierluigi Saiu. Ne ha facoltà.
SAIU PIERLUIGI (LEGA). Oggi il Consiglio regionale discute la mozione di sfiducia che le opposizioni hanno presentato nei suoi confronti, Presidente Solinas.
Io comprendo l'imbarazzo di alcuni colleghi della minoranza a discuterne e capisco il loro tentativo di dire che questo è un modo per parlare di emergenza sanitaria, ma oggi ai sardi deve essere chiara una cosa, oggi deve essere chiaro che il Partito Democratico, i Progressisti e il Movimento 5 Stelle, nel momento più duro della pandemia, chiedono una nuova campagna elettorale, perché, signor Presidente, la sfiducia nei suoi confronti questo porterebbe, la sfiducia nei suoi confronti, se approvata da questo Consiglio regionale, porterebbe a nuove elezioni e ad una nuova campagna elettorale. Qual è la soluzione che per i colleghi dell'opposizione deve arrivare per risolvere i problemi degli ospedali sardi, per affrontare con serietà questa emergenza, e voglio citare le parole che ho sentito arrivare da quei banchi, qual è la vostra proposta? La vostra proposta per affrontare con serietà questa emergenza sanitaria e le conseguenze economiche e sociali che ne derivano, è una nuova campagna elettorale! Voi che dite di avere a cuore l'interesse dei sardi chiedete una nuova campagna elettorale; voi che dite di non avere a cuore le poltrone, e puntate il dito contro di noi, chiedete una nuova campagna elettorale; voi che sprizzate spregio nei nostri confronti per aver aperto le discoteche a settembre, quando i dati erano di due nuovi contagiati dal giorno, chiedete a quest'Aula di votare per una nuova campagna elettorale con dati di contagio giornaliero che in Sardegna vanno dai 400 ai 500, cioè oggi che in Sardegna ogni giorno ci sono 500 nuove persone che si contagiano di Covid, voi avete il coraggio di chiedere una nuova campagna elettorale! Ma voi che chiedete questo all'Aula con la vostra mozione, e giustamente vergognandovene provate a spostare la discussione e il dibattito, che credibilità pensate di avere non solo nei confronti dell'Assemblea del Consiglio regionale, che credibilità pensate di avere nei confronti dei sardi?
Questo, mi dispiace doverlo dire, è soltanto l'epilogo di un triste teatrino. Avete portato avanti una campagna denigratoria, aggiungerei diffamatoria, nei confronti di un avversario politico e non avete avuto nessuno scrupolo a portarla avanti pur sapendo di danneggiare l'immagine della Sardegna. Perché la nostra Regione avreste potuto difenderla meglio sostenendo la richiesta del Presidente della Regione, che voleva una certificazione di negatività per chi entrava in Sardegna. Era quello il momento per difenderla! E invece vi siete schierati con il Governo nazionale, che invece non ha consentito quella misura di sicurezza e di precauzione, che avrebbe difeso il nostro popolo. E le discoteche potevano restare aperte, potevano rimanere chiuse, gli assembramenti ci sarebbero potuti formare per strada, in spiaggia o in qualunque altro luogo, ma noi avremmo avuto la certezza che nella nostra Isola sarebbero entrate solo persone con certificazione negativa al Covid. E voi invece che difendere la Sardegna, voi invece che schierarvi dalla parte dei sardi, avete deciso di schierarvi dalla parte del Governo contro la Sardegna. E adesso avete organizzato una campagna diffamatoria nei confronti di un avversario politico che ha come unico effetto quello di ledere l'immagine della Sardegna. Perché le discoteche, cari colleghi della sinistra, del Movimento 5 Stelle, dei Progressisti, del PD, non erano aperte solo in Sardegna, erano aperte anche in Toscana e in Emilia Romagna. Il problema non è l'apertura delle discoteche in Sardegna, il problema è che in Sardegna sono arrivate persone infette senza che fosse consentita nessuna possibilità di controllo da parte del Governo, quelle persone hanno infettato la nostra gente, e poi sono andate via e adesso noi dobbiamo ascoltare la reprimenda di chi ci viene a dire che la questione, che quello che stiamo vivendo oggi è il risultato dell'apertura delle discoteche. Quello che stiamo vivendo oggi è il risultato anche del fatto che voi non avete unito la vostra voce alla nostra quando chiedevamo che il Governo utilizzasse controlli severi, che garantisse una certificazione di negatività a chi veniva in Sardegna. E allora siccome non ha nessuna credibilità la vostra richiesta di nuove elezioni in questo momento io, signor Presidente della Regione, confermo a lei la piena fiducia nel suo lavoro, la piena fiducia nella capacità che lei ha, la piena fiducia che lei ha di gestire questa pandemia, perché la differenza fra chi lavora, fra chi deve affrontare concretamente tutti i giorni problemi enormi e chi invece vuole chiedere nuove elezioni è evidente, e l'ha vista tutto il Consiglio regionale, e mi auguro l'abbia vista tutta la Sardegna, oggi. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Valter Piscedda. Ne ha facoltà.
PISCEDDA VALTER (PD). Sì potrei accogliere l'invito dell'onorevole Mula, però mi rendo conto che quando si sottoscrive un atto così importante come quello della sfiducia verso il Presidente della Regione forse è bene motivarlo, ancorché nel giro di pochissimi minuti. Perché non sembri che questa mozione sia un atto così che è stato fatto senza cognizione di causa, solo sulla scia di una trasmissione televisiva, che per quanto importante e autorevole ci ha fatto conoscere cose che non sapevamo, ma alcune le sapevamo pure. E a proposito di questo dico subito che prima quando annuivo mentre parlava il collega Satta non lo facevo con ironia, ma lo facevo per condividere quel pezzo del suo intervento, perché anch'io ritengo che alcune affermazioni che sono state fatte, soprattutto nei suoi confronti, siano state una caduta di stile di non poco conto e quindi volevo esprimere pubblicamente la mia solidarietà, ovviamente per quel pezzo che l'ha riguardata insomma.
Rispetto al merito della questione non è solo ovviamente la questione delle discoteche, quella mozione è una mozione di sfiducia verso il Presidente, ma vorrei tranquillizzare il Presidente che non si senta solo perché è estesa abbondantemente a tutta la Giunta, questo lo dico soprattutto all'Assessore alla Sanità, che non vorrei che si sentisse tranquillo, anzi anche lei, come dire, questa mozione è all'indirizzo anche suo, appunto, le carenze di personale sono sotto gli occhi di tutti, ce le avete ben sulla scrivania anche voi, state cercando di porvi rimedio però, allo stato attuale ci sono tutte, stiamo supplendo con l'esercito, ma abbiamo fortissime carenze di personale, pur essendoci ancora graduatorie aperte non si capisce perché non si attinga da lì. Ci sono persone a casa aspettando da giorni che gli vengano fatti i tamponi e questi tamponi non gli vengono fatti, ci sono persone a cui sono state fatte e non vengono dati gli esiti, ci sono interi reparti che sono stati trasferiti da una parte all'altra. Insomma c'è una situazione che, dal nostro punto di vista, è seria, è grave e alla quale, secondo noi, voi non state rispondendo nel modo giusto. State sicuramente cercando di fare qualcosa, perché vi siete trovati anche voi di fronte a una situazione eccezionale, però mentre secondo noi c'era bisogno di un comandante in capo, voi l'avete moltiplicata questa cosa qua. Noi fin dal primo giorno abbiamo detto al Presidente, ho partecipato io a quella Conferenza dei Capigruppo, di fronte a un problema che riguarda la Sardegna così importante noi siamo disponibili a dare una mano. Quell'appello, quella disponibilità è caduta nel vuoto, non è stata raccolta e da lì abbiamo visto tutta una serie di atti che sono andati anche in direzione contraria, dove la disponibilità che noi abbiamo dato, non solo non è stata appunto recepita, ma è stata anche disattesa nel merito. Quindi che cosa potevamo fare oggi se non ufficializzarvi questa situazione e dirvi che secondo noi il Presidente non gode più di quella fiducia che il popolo sardo gli ha dato, noi di questo vogliamo farcene rappresentanti e lo abbiamo messo nero su bianco. Anche questo ovviamente è ben estesa ai colleghi. Adesso il collega Saiu è distratto, però volevo dirgli: non è che questa richiesta di dimissioni la stiamo facendo solo nei confronti del Presidente della Giunta, noi sappiamo benissimo che se viene accolta ce ne andiamo anche noi, però onorevole Saiu, io glielo dico, io ritengo forse sbagliando, che voi, soprattutto voi della Lega, siate un incidente nella storia politica della Sardegna. Secondo me vi hanno votato sull'onda di un sentimento politico che in quel che in quel momento elettorale imperversava in Sardegna, ma secondo me se i sardi oggi dovessero riandare al voto non vi voterebbero, non vi voterebbero.
(Interruzione)
PISCEDDA VALTER (PD). È possibile! Con me lo hanno già fatto due volte! Però non è detto che lo facciano la terza, ma io sono sicuro che a voi non vi rivoterebbero. Questa Amministrazione regionale a trazione, noi la chiamiamo sardo leghista per capirci, dà fastidio a tutti i sardi, quando i sardi si rendono conto che qui dentro governa la Lega gli si rizzano i capelli, quelli che ce li hanno, gli altri i peli o quello che è. Quindi io vorrei che voi vi rendeste conto che non è una mozione buttata lì, noi siamo consapevoli che ce ne potremmo andare a casa, ma se questo è il prezzo da pagare per liberare la Sardegna da questo errore, noi lo facciamo volentieri. Così come tornando sul merito di quella questione delle discoteche e di quel famoso documento, che io ho firmato, quella firma, mia come dei colleghi che hanno firmato, è stato il prezzo per inserire in quel documento il vincolo al parere del Comitato Tecnico Scientifico e lo abbiamo pagato volentieri. Io non ha avuto difficoltà a metterci la faccia per dire che l'ho firmato…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giampietro Comandini. Ne ha facoltà.
COMANDINI GIAMPIETRO (PD). L'orecchio a destra mi è sordo. Ma io credo che le ragioni per le quali noi abbiamo sottoscritto questa mozione di richiesta di dimissioni del presidente Solinas, e voteremo a favore della mozione, non sono riconducibili esclusivamente a una trasmissione televisiva, un telecomando che ci faceva passare da una puntata all'altra, e neanche a qualche festa in discoteca. Io vorrei che fossero chiare le ragioni di richiesta di dimissioni del presidente Solinas, sono molto più profonde, sono molto più radicate, e trovano origine e ragione in quello che già dal 22 febbraio 2020, con l'ordinanza numero 1, quando è iniziato anche in Sardegna purtroppo a circolare il Covid, noi da quel primo momento abbiamo chiesto, seguendo quelle che erano un po' le indicazioni dal Presidente della Repubblica Mattarella, dalle più alte cariche dello Stato, da tutti quelli in qualche modo che più di ogni altro si erano resi conto che la pandemia non ha un colore ideologico, ma è qualcosa che può colpire tutti e che quindi tutti insieme possiamo cercare di frenare, possiamo cercare di combattere, possiamo trovare gli strumenti migliori per limitare i danni, già da quel momento avevamo chiesto, dato la nostra disponibilità a ragionare insieme su quella che avevamo chiamato una cabina di regia, quella che avevamo chiamato una cabina di regia, dando anche la nostra disponibilità come Gruppi di opposizione, così come è stato fatto in altre Regioni, così come è stato fatto a livello nazionale. Invece, questa nostra disponibilità è caduta nel vuoto, ha preferito, caro Presidente, andare da solo, si è preferito in qualche modo utilizzare anche il suo autorevole ruolo istituzionale di Presidente della Regione per trovare un nemico nel Governo, sono diverse le articolazioni, gli interventi, i momenti nei quali il distinguo era quasi a rispondere al leader delle opposizioni nazionali piuttosto che trovare momenti di sinergia a livello nazionale attraverso i quali combattere il Covid. Allora è chiaro che vi è prima di tutto una necessità politica di aver rifiutato in piena pandemia una collaborazione da parte nostra. Io credo che probabilmente non avremmo trovato tantissime soluzioni, ma almeno avremmo provato a condividere con lei quelle che sono state le parti più delicate di questa pandemia. Invece no, si è preferito andare da soli. Credo che questa sia una delle ragioni per le quali noi abbiamo presentato la mozione. L'altra, caro Presidente, sta in una parola, non in tanti ragionamenti, in una semplice parola, che è a pagina 4 dell'ordinanza che lei ha firmato e la parola si chiama "acquisito". Quando lei scrive: "Acquisito in data odierna il parere espresso dal Comitato tecnico-scientifico", rispondendo a quella che era la richiesta del Consiglio regionale e quel parere lo abbiamo sentito, ascoltato da più parti, quel parere non esiste, quel parere non esiste, allora è chiaro che quell'"acquisito" significa mentire, scrivere qualcosa di non vero, in qualche modo non dare ragione attraverso la quale il Consiglio regionale aveva votato quell'ordine del giorno, e quell'"acquisito". Perché se era acquisito mi dovete spiegare perché avete dovuto cambiare canale e non rispondere il 12 agosto alle richieste di questa parte di avere copia di quel parere. Il 12 agosto, nel nostro ruolo di consiglieri regionali, vi abbiamo chiesto, formalizzato di avere quel parere, e dal 12 agosto a oggi nessun consigliere regionale di questa parte ha avuto la possibilità di avere quel parere richiesto formalmente nella propria funzione di consigliere regionale. Se era acquisito, se era noto, se tutelava, se rispondeva a quello che aveva dettato il Consiglio regionale, mi spiegate perché quel parere salta fuori dopo che c'è stata una trasmissione? Io credo che nella responsabilità politica di non aver voluto la compartecipazione in questa fase molto delicata e in quell'"acquisito" di un parere che è saltato fuori forse stamattina, scritto all'ultimo momento, c'è la motivazione di una mozione di sfiducia che, devo dire, va in pieno nella responsabilità di aver causato troppi problemi, troppi danni economici e morali alla nostra Sardegna, aver detto troppe, troppe bugie. Allora, non è la paura di votare questo ordine del giorno, non è la paura di riaffrontare le elezioni, ma è la certezza che di fronte a una pandemia di questo genere, a una guerra così come stiamo vivendo e stanno vivendo in corsia tanti medici, io credo che l'onestà, ma soprattutto…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gian Filippo Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI GIAN FILIPPO (UDC Cambiano). Signor Presidente, io credo prima di tutto che il messaggio che sta passando in questi giorni, anche a causa di questa mozione di sfiducia, sia totalmente sbagliato. Sembra di essere ritornati a quando qualcuno da altre Regioni puntava il dito contro la Sardegna e la indicava come il luogo dei contagi e il luogo da cui sono ripartiti i contagi, proprio la nostra Regione, quella che a luglio era diventata praticamente Covid-free, e ci sarebbe anche rimasta se non fossero state bloccate tutte le iniziative che avevamo proposto. A me dispiace che in un momento come quello che stiamo vivendo ci troviamo, anche noi stessi, a dividerci, a non ricercare l'unità di intenti, a cavalcare l'onda delle polemiche per raggiungere obiettivi che ho difficoltà a credere possano essere utili alla nostra isola. Facciamo un po' d'ordine e cerchiamo di ritornare a quei giorni che hanno preceduto il Ferragosto. Il Governo lascia alle Regioni, a tutte le Regioni, non solo alla Sardegna, la scelta sulla riapertura o meno delle discoteche. Non c'era un'indicazione verso la chiusura, anzi, leggo testualmente l'opinione del Viceministro della salute: "Le discoteche possono rimanere aperte coi numeri del contagio che abbiamo oggi". Se andiamo a vedere nel resto dell'Italia, i governatori erano praticamente divisi a metà tra chi aveva deciso per l'apertura e chi no: la Calabria aveva chiuso, la Puglia no, in Toscana erano previste una serie di prescrizioni per l'apertura, un po' come poi è avvenuto da noi in Sardegna; aperte anche nelle Marche, in Lombardia, in Veneto, in Piemonte, in Emilia Romagna. Come vedete, stiamo parlando di Regioni governate da coalizioni di segno diverso, l'unico luogo ad oggi in cui si discute di decisioni che hanno portato la Regione sull'orlo del baratro è la Sardegna, e stiamo parlando di una Regione che ancora oggi, pur nella difficoltà della situazione attuale, continua ad avere numeri tra i migliori in Italia. Solo pochi giorni fa il presidente Solinas ha comunicato una serie di misure per contrastare e limitare gli effetti della pandemia, ho sentito pochissimi commenti e interventi anche nella sostanza di quelle misure, parliamo ancora solo della vicenda discoteche, come se quella fosse realmente la causa di tutto, eppure sappiamo perfettamente che in tutta Italia, in tutta Europa, in tutto il mondo stiamo vivendo questa seconda ondata. Ma c'è un aspetto che mi preme ancora di più rimarcare oggi, ed è quello a cui ho fatto riferimento all'inizio di questo intervento, abbiamo oggi realmente bisogno di discutere una mozione di sfiducia al Presidente della Regione? Abbiamo davvero bisogno di metterci di nuovo ognuno dietro una barricata? Non sarebbe invece questo il momento di cercare l'unità, ognuno per il ruolo che i sardi hanno deciso di affidargli? Io non credo che questa discussione possa portare a qualcosa di davvero produttivo perché parte proprio da presupposti sbagliati, perché non va nella sostanza delle cose. Prima ancora di votare no, voglio sperare che questa mozione venga ritirata, perché non serve, perché alimenta solo divisioni, perché persegue fini che non aiutano i sardi a compiere anche un solo passo per superare questa emergenza. Grazie.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE PAIS
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie, Presidente. La seduta di oggi, come altre volte purtroppo è accaduto, non è stata convocata perché lei, Presidente, ha sentito il bisogno di chiarire immediatamente al Consiglio regionale, alla Sardegna, ai sardi quel che è accaduto ad agosto, ormai i fatti sono noti, grazie anche al giornalismo d'inchiesta attivato da capaci e bravi professionisti che se la prendono con tutti, non solo con una parte.
Ma quello è solo la punta dell'iceberg, è stato detto da colleghe e colleghi dell'opposizione, la verità è che a furia di raccontare bugie poi si rimane imbrigliati, e lo rimangono soprattutto coloro che le raccontano: sono state annunciate 500 mila dosi di vaccino antinfluenzale a settembre, ancora oggi ci sono persone a rischio che non sono nelle condizioni di poter accedere al vaccino antinfluenzale; migliaia di sardi attendono di poter fare un tampone e l'esito di questo senza avere alcuna informazione; per quanto riguarda i posti letto raccontati l'altro giorno, a proposito di quel che diceva poc'anzi l'onorevole Secchi, sono stati addirittura accorpati i numeri dei posti attivi e in attivazione. Cosa significa? Presidente, quali sono i posti letto e quanti sono e dove quelli attivi e quelli in attivazione? I giornali di oggi, la cronaca dei quotidiani sardi dice che le terapie intensive hanno superato la soglia di sicurezza, sono sature, rischio zona arancione in relazione a quei numeri che non sono veritieri. Annunciate assunzioni di personale sanitario; non è stato fatto alcunché se non il richiamo di alcune professionalità di giovani neolaureati che non possono però ricoprire incarichi nell'ambito delle terapie intensive e subintensive. Scopriamo che il Comitato Tecnico Scientifico non esiste più, che la Sardegna, unico caso insieme alla Calabria, non ha più un supporto Tecnico scientifico; quali sono stati, Presidente, i protocolli attivati e le comunicazioni ufficiali tra la Regione Sardegna e i medici di base? Quanti sono stati e dove i controlli del Corpo forestale nel nord Sardegna in quei locali che erano aperti? E ancora; venerdì scorso lei ha convocato una conferenza stampa, Presidente, e per la prima volta nella storia dell'Autonomia un Presidente di Regione ha silenziato i microfoni e la voce dei giornalisti, impedendo ai giornalisti di fare domande. Lei ha un serio fastidio per il confronto, ritiene abbastanza seccante rispondere, e trovo alla fin fine scomoda la verità; questo è l'elemento fondamentale. Ha mentito persino al Consiglio regionale e alla sua stessa maggioranza; io non ho motivo di non credere alle parole di molte consigliere e consiglieri che hanno dichiarato che hanno interloquito con lei e lei ha dato certezza sull'esistenza del parere, peccato che nel corso di un'intervista lei ha dichiarato che era totalmente all'oscuro del parere del 6 agosto del Comitato Tecnico Scientifico, accortosi però dell'errore, o suggerito da qualcuno, è corso ai ripari dichiarando che "l'acquisito" era aver acquisito il parere, nel corso della trasmissione di Rete 4, che con "acquisito il parere" si intendeva acquisito il parere del 6 agosto, smentendo se stesso nell'arco di poche ore, perché si sarebbe ovviamente infilato nel falso in atto pubblico. Avete messo il bavaglio al personale sanitario minacciandolo di provvedimenti disciplinari nel caso in cui avessero rilasciato dichiarazioni o posto nei social; devono lavorare in condizioni drammatiche ma tacere! Avete scardinato il sistema dell'anticorruzione in Sardegna sottraendo il potere in quell'ambito alla Dirigente che governava il settore, avete fatto lo stesso con l'avvocatura, insomma, alla fin fine il tema vero è se esista o no trasparenza nella Regione da lei amministrato. Per ottenere un documento, come veniva detto prima dal collega Comandini, è necessario, perché l'opposizione sia messa nelle condizioni di leggere un documento ufficiale, fare un accesso agli atti: due trasmissioni televisive, l'attenzione di Organi di stampa nazionali e locali e le indagini di due Procure della Repubblica per scoprire che il documento semplicemente non esiste. L'hanno detto bene altri colleghi, lei nell'arco di pochi giorni ha perso tre ballottaggi su tre in Sardegna alle elezioni amministrative, essendosi anche impegnato in prima persona in particolar modo su Quartu. Avete approvato una legge falsa di riforma sanitaria, sono già disponibili i pareri della Funzione pubblica e del Ministero della sanità che vi boccia completamente la riforma per quanto riguarda violazione di costituzione e di legge. E raccontatelo ai sardi cos'è il tempo che stiamo perdendo oggi. Le Commissioni ieri, la prima Commissione ha discusso di un provvedimento di legge che punta alla creazione di un poltronificio dove il solo Segretario generale di nuova istituzione avrà una retribuzione di 285 mila euro l'anno, insieme agli altri, cosa che supera di gran lunga persino la retribuzione del Presidente della Repubblica. Questo è l'elemento: che la fiducia mancava prima, scarseggiava poi, ora nei suoi confronti è totalmente cessata.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Ennas. Ne ha facoltà.
ENNAS MICHELE (LEGA). Grazie, signor Presidente, Presidente della Giunta, Assessori, colleghi onorevoli consiglieri, cosa c'è di più irresponsabile che ipotizzare o richiedere in questo momento di essere lasciati senza un Governo regionale, in un momento di emergenza totale, in un momento di tragedia, in cui stiamo affrontando probabilmente qualcosa senza precedenti, la minoranza decide di chiedere di portare in Aula una mozione che ha come scopo quello di interrompere il Governo della Sardegna, come ha detto il mio collega Saiu, iniziare una nuova campagna elettorale; cosa c'è di più irresponsabile di questo? Già solo questo basterebbe per chiudere il discorso, considerato che da nessuna parte, in nessuna regione è successo questo. Al posto di usare il tempo di oggi per continuare a discutere, come abbiamo sempre fatto, e di questo il presidente Solinas ha dato un esempio più di altri Governatori, confrontandosi continuamente in ogni sua decisione, su proposte per l'economia, per come gestire le emergenze, si preferisce dare spazio alla propaganda. Perché questa è propaganda, perché alla fine nessuno ci crede al fatto che voi volete veramente questa cosa. Io, per curiosità, cerco di collegare causa-effetto, cerco di guardare anche alle conseguenze, è una mia deformazione professionale, di quello che potrebbe accadere, e mi sono chiesto cosa accadrebbe se veramente oggi decidessimo in quest'Aula di dare seguito a quello che loro, con le loro motivazioni, hanno sostenuto, loro per primi, ma anche magari possono aver convinto qualcun altro, ognuno di noi dovrebbe tornare alla propria attività. Io, sempre per curiosità, mi sono andato a guardare cosa faceva ognuno di noi, perché molte persone nel pubblico, ma anche a casa, si chiedono: ma questi signori, che ci rappresentano legittimamente, cosa erano occupati a fare prima? E sono andato a vedere; c'è l'avvocato, il medico, ognuno di noi aveva una professione. Ho trovato anche delle cose un po' particolari, qualcuno faceva l'ascoltatore, c'è un ascoltatore tra di noi, e mi son chiesto: questa persona è disponibile a rinunciare, spinto da questo istinto, da questa volontà di voler dare un Governo vero ai sardi, a tutto questo?... È la verità, c'è un ascoltatore, c'è anche un attore di teatro, non c'è niente di male, c'è una persona che ha nel curriculum esperienze in campo teatrale, non c'è niente di male, a me la cosa non fa ridere, però trasformare l'Aula del Consiglio regionale in un grande teatro, in una grande tragicommedia, in un bluff, beh, questo francamente, se per le persone qua dentro è accettabile, per tutte le persone che sono fuori questo non è accettabile, per rispetto di chi lavora, per rispetto di chi anche adesso in prima linea sta affrontando l'emergenza: medici, infermieri, OSS, tutto questo bluff che avete messo su non fa onore a voi e non fa onore a nessuno, ma soprattutto non è sicuramente di sostegno a quello che sta affrontando la Sardegna. E tralascio tutto quello che hanno già detto i colleghi rispetto all'immagine che è stata data della Sardegna dalla trasmissione da voi tanto decantata, perché siete andati tutti, o la maggior parte di voi, e mi dispiace anche che partiti che hanno una storia governativa a livello nazionale e a livello locale si siano fatti trascinare da questo teatro. Dove si sostiene questa ipocrisia? Nel fatto che non c'è equilibrio tra quello che viene fatto apparire qua e quello che, invece, sta succedendo a livello nazionale. Noi l'abbiamo visto anche la scorsa seduta, quando abbiamo votato un ordine del giorno per interrompere i concorsi dei docenti: il Movimento 5 Stelle si è astenuto oppure ha votato contro, perché il partito stava dando quell'indicazione, eppure disponibili anche a mettere a rischio le persone che dovevano circolare all'interno del territorio. Tutti hanno votato a favore di questo ordine del giorno, loro no. Ecco dov'è l'ipocrisia di quanto sostengono loro. Non c'è equilibrio tra quello che sostengono a livello regionale, anche con dichiarazioni menzognere, e quello che succede nelle regioni governate dai loro partiti. Questo è quello che accade nelle regioni governate dai partiti vostri: stanno portando l'ossigeno alle persone parcheggiate nell'auto! Questa è la regione di Di Maio, la Campania, governata da De Luca, un governatore del Partito Democratico, una Regione che il Governo è riuscito a far passare da giallo a rosso direttamente. Dov'è l'inganno, onorevole Zedda? Essere o non essere? Decidiamo di essere qualche volta, decidiamo di essere, onorevole Zedda.
Concludo Presidente. Io ho voluto ribaltare il paradigma. Oggi parliamo di chiusure. Ecco, io voglio dire una cosa rispetto a quel parere…
PRESIDENTE. Onorevole Ennas, il tempo a sua disposizione è terminato.
Io la farei continuare, perché è stata… però purtroppo le regole valgono per tutti.
È iscritto a parlare il consigliere Diego Loi. Ne ha facoltà.
LOI DIEGO (Progressisti). Grazie Presidente. Signor Presidente della Giunta regionale, onorevoli colleghe e colleghi, oggi ci troviamo a discutere della mozione sul tema sostanzialmente legato alle condizioni sanitarie della nostra isola da qualche mese in particolare e permettetemi di dire innanzitutto che le affermazioni recentemente divulgate in merito alle condizioni di controllo totale della situazione mi paiono, invece, stridere notevolmente con quanto avviene nella realtà, soprattutto da parte di chi vive e sta vivendo in prima linea la lotta a questa terribile pandemia. Parlo dei Sindaci, parlo dei medici, parlo degli operatori sanitari e di tanti malati, Covid e non Covid, che si trovano a vivere in questa situazione. I Sindaci dei Comuni sardi, signor Presidente, in questo momento non sono in grado ancora di avere dati certi su cui basare gli atti obbligatori degli adempimenti successivi derivanti da norme legali. I Sindaci, che sono le autorità sanitarie locali, vengono aggiornati con grave ritardo sui dati dell'andamento epidemiologico del proprio Comune, dati che però siano attuali, coerenti con la situazione, in cui anche le informazioni sui negativizzati o l'uscita dalla quarantena dovrebbero essere effettivamente oggetto di comunicazione. I Sindaci, rappresentanti delle comunità locali che costituiscono la nostra Regione, si trovano a sostituirsi ai medici di base o a quelli di igiene pubblica per sollecitare la presa in carico delle persone sospette Covid e positive o addirittura, è triste notizia di oggi, doversi sostituire nei rapporti con i medici di igiene pubblica per riuscire a ottenere le visite necroscopiche per la constatazione dei decessi. Questa è la vera vergogna. Questo è ciò che mi pare di dover denunciare rispetto ad affermazioni e, invece, la coerente e attuale lettura della realtà. Su questo io mi voglio concentrare. È vero che con i se e con i ma non si fanno né le politiche, né l'amministrare, né tantomeno la storia, ma è anche vero che probabilmente rispetto al momento nel quale uscimmo da una situazione di gravità e fummo, come più spesso è stato richiamato, in una condizione di Covid free, probabilmente quello era il momento nel quale avremmo potuto e si sarebbe potuto attrezzarsi per poter parare la seconda ondata. Assistiamo a raccapriccianti immagini di ambulanze in fila di attesa di fronte ai Pronto soccorso per ricoverare le persone. I nostri cittadini, nelle nostre comunità, con la febbre a casa, totalmente inermi, non ricevono tempestivamente l'assistenza medica dovuta. I nostri cittadini in questa situazione di estrema necessità avrebbero dovuto avere a disposizione unità operative di immediato intervento, tra queste le Usca, sulle quali con difficoltà noi sindaci ci troviamo a intervenire per riuscire a tutelare le persone che soffrono da sole perché non vengono assistite da nessuno. Ci troviamo in condizioni nelle quali le dotazioni di organico del sistema sanitario ancora oggi sono evidenti e non sono in grado di cogliere le esigenze del contingente, così come anche quello semplicemente di riuscire a ottenere al domicilio la visita per effettuare il tampone laddove non possano essere, appunto, in condizioni di potersi muovere. In questa situazione è chiaro che vi è una constatazione generale di un sistema che non è purtroppo ancora oggi efficiente.
La zona nella quale io esercito la mia attività, l'Oristanese, sta pagando un prezzo molto alto. La situazione dell'Ospedale San Martino è nota a tutti ed è sufficientemente critica, con aperture o chiusure a singhiozzo del Pronto soccorso, così come gli altri ospedali del territorio, Bosa e Ghilarza, avrebbero potuto avere la capacità di incidere positivamente sulla gestione della pandemia, ma nello stesso tempo garantire anche la sacrosanta tutela del diritto rispetto alla cura delle altre patologie e delle altre malattie, non solo quelle dei Covid. È questa la situazione che voglio denunciare ed è questa la situazione che in maniera totalmente inerme ci troviamo a dover affrontare. In questo senso è chiaro, mi sono espresso anche in altre sedi, un grande plauso e ringraziamento va a tutto il personale sanitario, il quale dedica incessantemente il proprio impegno, giorno e notte, al limite delle energie fisiche, per poter riuscire ad assistere i nostri cittadini. La realtà, signor Presidente, è che nei nostri paesi, che sono l'ossatura della costituzione della Regione Sardegna, ci si sente tragicamente appesi a un filo in cui anche la tempestività dell'intervento è in grado di determinare la vita o la morte di una persona. Allora in questo senso quando la popolazione si sente abbandonata, quando la popolazione perde la fiducia nelle istituzioni, è lì che effettivamente ci dobbiamo interrogare. Voglio, dunque, che questo mio intervento si interpreti come un grido di dolore…
PRESIDENTE. Onorevole Loi, il tempo a sua disposizione è terminato.
È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (MISTO). Grazie signor Presidente. Signor Presidente della Giunta, Assessori, onorevoli colleghi, io do grande importanza alla discussione di oggi e al suo esito, non perché possa essere messo in discussione l'esito numerico di questo incontro di questa Assemblea, quanto perché gli attribuisco un significato molto più profondo, un significato molto più decisivo, perché arriva al termine di un percorso che è iniziato molti mesi fa, quando si è incardinata la necessità di lordare questa Regione e chi la amministra in un certo modo, quando pazientemente sui giornali, quando si provava da queste parti a difendere l'integrità della salute del proprio popolo, si è cominciata a scrivere la trama che poi è stata mirabilmente interpretata dalla trasmissione che tanto voi avete invocato e che aveva un unico scopo, che non era neppure quello di dire che la Sardegna, così come qualcuno ha detto, era il luogo in cui nasceva e cresceva una pandemia, non aveva neppure l'intenzione di dire che questa era la regione in cui si creavano le condizioni perché questa maledetta malattia si diffondesse in giro per l'Italia. Aveva uno scopo molto più preciso, identificato, che non sfugge a chi ha prestato attenzione a quella trasmissione, ed era quello di dire che questo era il luogo del mercato, che è un luogo sacro della rappresentanza dei sardi, era un luogo in cui si potesse mercanteggiare un interesse. Aveva lo scopo preciso di distruggere la dignità, prima delle istituzioni e poi di tutti quelli che hanno il privilegio e l'onore di rappresentarla.
Ecco, siccome è a questo livello che si colloca la nostra discussione, è per questo che io vi do tanta importanza e supero l'aspetto della stretta discussione sulla trasmissione, rispetto alla quale chi doveva avere i propri trenta denari li ha già avuti.
È diverso, è una circostanza in cui noi abbiamo l'obbligo di interpretare quello che sta avvenendo dentro questa Assemblea, che è un risultato importante, perché sono più le voci che si dissociano da quella parte dell'emiciclo piuttosto che le voci che si stanno dissociando da questa parte dell'emiciclo. Certo, c'è stata l'opportunità per chi non ha avuto la platea più ampia di fare qualche affermazione più sull'orlo, come dire, della insinuazione che dell'affermazione, ed è meglio che si resti sull'insinuazione che sull'affermazione, perché fuori da qui, o anche qua dentro, c'è qualcuno che ha una reputazione ce l'ha davvero e può utilizzare gli strumenti per difenderla. E non è un caso se ho citato i trenta denari, perché vedete, per chi non ha confidenza con questa tipologia di iconografia, oggi ho indossato questa cravatta perché reca due colori, i colori che nell'iconografia rappresentano l'unione tra la tradizione reale e quella sacerdotale che rappresenta il punto di equilibrio che raggiunge la sua massima espressione nel: "dai a Cesare ciò che è di Cesare, dai a Dio ciò che è di Dio". La cacciata dei mercanti dal tempio reca esattamente questi colori in tante rappresentazioni, perché chi ha provato a vendere la dignità di questa Assemblea, chi ha provato a dire che qua non si persegue l'interesse di tutti, chi si è abbassato a condurre i carnefici davanti a chi, non il Presidente della Regione ma lo stesso alto valore di questa Assemblea, ha svolto un ruolo preciso, un ruolo storico in questa tipologia di situazioni. E per questo che io attribuisco un valore alto a quello che sta succedendo oggi, noi non stiamo respingendo con i numeri una ridicola mozione di sfiducia, stiamo cacciando i mercanti dal tempio, questo stiamo facendo oggi.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonio Piu. Ne ha facoltà.
PIU ANTONIO (Progressisti). L'ordine del giorno che ci troviamo a discutere oggi crea tanta tensione in aula e io a differenza dell'ultimo intervento, quello che mi ha preceduto, cerco invece di non cadere nella trappola di non parlare invece delle difficoltà che stiamo vivendo oggi, che la società, gli ospedali e chi si trova oggi a dover combattere contro questo virus non ha gli strumenti per farlo in maniera adeguata. Perché non è dall'opposizione che nascono i documenti di denuncia dei sindacati degli infermieri, delle associazioni dei medici, dei medici di base, di chi oggi nella scuola non ha purtroppo un luogo sicuro dove poter mandare i propri figli.
Ne abbiamo discusso nell'ultimo Consiglio regionale con l'assessore Biancareddu, che ha cercato di dare in maniera puntuale tutte le risposte alle domande che gli sono state fatte da questa parte dei banchi. E in questi mesi non è vero che abbiamo cercato di strumentalizzare il periodo Covid, lo abbiamo fatto cercando di portare dei contributi attraverso interpellanze, interrogazioni, mozioni, a cui generalmente non abbiamo mai avuto risposta. E io credo che ci sia anche all'interno della maggioranza una parte di maggioranza che può e che cerca di amministrare con l'obiettivo di risolvere i problemi di tutti e una parte di maggioranza che invece quell'obiettivo non ce l'ha. Io quando ho più volte denunciato l'assenza dell'Assessore della sanità in aula, l'ho fatto con un preciso scopo, perché non è vero che non ci sia politicamente un'idea, anche un'idea del virus, c'è, non è vero che non c'è una parte di politica che affronta il virus in maniera quasi negazionista, esiste. Perché quando si pongono in essere, anzi si antepongono gli interessi economici rispetto a quelli della salute, allora si vede e si guarda il virus e si cerca di combatterlo in maniera diversa. Perché affermare che tutto va bene, affermare che non era prevista la seconda ondata della pandemia, sono affermazioni gravissime che ha fatto l'Assessore della sanità, le ha fatte lei, poi se smentisce io farei causa anche ai giornali che le hanno riportate virgolettate queste cose.
Quindi io prendo al momento per buono, finché lei non vincerà la causa, quello che i giornali hanno scritto. E queste affermazioni creano un danno non solo al turismo, ma creano un danno purtroppo anche nell'atteggiamento e nella sensibilità che alcuni, purtroppo cittadini, nel sentire quelle affermazioni hanno all'approccio del virus. Questo è il dramma di questi mesi, e credetemi, io in merito alla sfiducia al presidente Solinas non ho paura a dire o a raccontare o ad essere meno integralista, perché proprio da un certo punto di vista non mi interessa, mi interesserebbe di più che l'Aula affrontasse determinati tipi di ragionamenti, facesse dei lavori nelle sottocommissioni e nelle Commissioni che portassero alla Sardegna maggior chiarezza rispetto a quella che hanno oggi. Perché non è vero che noi ci riuniamo, noi ci riuniamo poco, noi non ci riuniamo, è questo il dramma, è questa la verità, non altro. Quindi io sinceramente prenderla, certo che poi il Presidente è a capo di una maggioranza e quindi a lui bisogna far riferimento, ma ci sono tante altre piccole situazioni che secondo me invece non vanno bene e non è questione di mercanti o meno da mandare via dal tempio, qua è questione che siamo stati eletti, di riunirci e di capire esattamente come le cose si possono risolvere. Perché noi abbiamo sempre dato opportunità alla maggioranza in tantissimi casi di venirci incontro, o vorremmo andare in bilancio provvisorio a gennaio? O dovremmo approvare un assestamento? Abbiamo l'assestamento sulla "127" da tre mesi e non l'abbiamo ancora discusso. È colpa del Presidente o è colpa di quest'aula? E all'interno di quest'Aula la maggioranza è quella dell'opposizione o è quella che è rappresentata dai maggiori partiti che ho di fronte a me adesso? Perché diversamente qua il grado e il livello di responsabilità va attribuito a tutti, non solamente a una persona, e anche a una parte politica. Quindi io, assessore Nieddu, nei suoi confronti continuo ad avere realmente tantissima, non vorrei sbagliare il termine perché non si parla qua neanche di stima, però ho molti dubbi, molti dubbi sul suo operato e sulle sue affermazioni gravissime che tendono solo ed esclusivamente a spostare l'obiettivo, a non far centrare il problema realmente che stiamo vivendo oggi, che chi va all'ospedale, se oggi qualcuno di voi va a correre, cade e si rompe una gamba, non andate all'ospedale, non ci si può andare, perché non vi curano. Questi sono i problemi di cui vogliamo parlare, e allora a prescindere dalla trasmissione di Report e anch'io solidarizzo col collega Satta perché è sbagliato mettere insieme due aspetti di una vicenda che uno con l'altro non c'entravano niente, senza ombra di dubbio, però la verità è che su sanità e su determinate partite noi non abbiamo mai discusso, abbiamo lasciato spazio solo ed esclusivamente all'improvvisazione e l'aspetto della sanità nell'arco di questi otto mesi, e la gestione della sanità è centrale in quest'Aula e lei è venuto in Aula troppo poco per raccontarci quello che ha fatto e per farsi dire anche quello che non ha fatto. Quindi io mi auguro che dato che la pandemia c'è e nei prossimi mesi mi auguro che affermi che ci sia e attraverso la sua figura, non quella del dottor Temussi, si dica esattamente quello che stiamo facendo. Perché che le USCA erano poche lo ha detto chi avete nominato da poco, non è che lo stiamo raccontando noi, le USCA sono poche e vanno potenziate, quindi quando il collega poc'anzi lo ha detto, con la testa lei ha fatto di no e mi auguro di aver interpretato male io la sua gestualità, perché quella è una gestualità negazionista, se lo ricordi, abbiamo la responsabilità di guidare un popolo per fare in modo che questo virus possa essere combattuto grazie all'apporto di tutti. Quindi ecco l'atteggiamento che vorremmo vedere in Aula. E se l'occasione per discutere di tutte queste cose è l'ordine del giorno di oggi ben venga anche l'ordine del giorno. Mi auguro, perché sono sicuro che rimarremo in Aula dopo la votazione, senza nessun tipo di dubbio, mi auguro che cambi il modo e l'approccio che abbiamo di affrontare le difficoltà che questa economia, che questo…
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Annalisa Mele. Ne ha facoltà.
MELE ANNALISA (LEGA). Presidente, allora siamo qua perché la minoranza, nel pieno di una pandemia epocale che sta mettendo in ginocchio l'Italia, l'Europa, tutto il mondo, chiede le dimissioni del Presidente della Regione Sardegna, e lo fa dopo che ha montato, con la complicità di un talk-show spazzatura, un caso mediatico montato sul nulla e in maniera irresponsabile mettendo in cattiva luce la Sardegna. Questo per me è puro sciacallaggio politico, bene avreste fatto se avesse concertato le energie per far pressione sui vostri alleati del Governo centrale, che è tuttora disorientato, che applicando sta navigando a vista, magari attivarsi tramite la marea di esperti di cui si è circondato, e a cui ha scaricato tutta la responsabilità della gestione di queste catastrofi, magari per stilare dei protocolli terapeutici omogenei per tutto il Paese, in modo da poter trattare i malati Covid a casa dai primi sintomi. Cosa ha fatto da marzo ad adesso? Di questo dovevate occuparvi di premere perché il Governo centrale erogasse immediatamente le risorse per la sanità, per l'assunzione, per le attrezzature, per tutti i presidi, per i dispositivi di protezione individuale, invece che cosa ha fatto questo Governo, con la vostra complicità? Ha abbandonato le Regioni a se stesse. Diciassette regioni da ieri hanno superato la soglia critica, tra queste molte avevano aperto le discoteche prima di noi. Chiederanno le dimissioni anche di questi governatori di queste Regioni? Quindi la vostra collaborazione per cercare di vincere questa battaglia è questo? chiedere le dimissioni? Dovreste vergognarvi per questa bieca strumentalizzazione. Montare un caso mediatico nel bel mezzo di un immane catastrofe mondiale: è veramente sciacallaggio della peggior specie.
Vorrei poi rispondere, ma ho visto che è andato via, anche al collega Deriu, quando si riferiva sul mettere il bavaglio alla minoranza. Io invece dico che il bavaglio lo ha messo il Governo, centrale perché ha esautorato il Parlamento, si è assegnato poteri speciali col pretesto di poter gestire meglio l'epidemia. Che cosa ha fatto fino ad adesso? Ve lo dico io cosa ha fatto. Ha istituito il coprifuoco, ha chiuso le scuole, ha chiuso molte attività. Questa per me è l'azione fasciocomunista di questo Governo, che non dà neanche in visione i verbali del Comitato tecnico scientifico. Vergognatevi anche voi, però, per non esservi tramite i vostri parlamentari opposti a questa inaudita limitazione della libertà, e complici di far relegare il Parlamento ad un angolo.
Poi vorrei dire anche una parolina al collega Li Gioi, che ho visto che è ossessionato dal nostro Segretario regionale Eugenio Zoffili, non c'è intervento in cui non lo nomini, è forse invidioso perché voi non avete punti di riferimento certi e forti come noi? O il vostro punto di riferimento e il ministro Bonafede, che scarcera i mafiosi? O la Ministra Azzolina, che non è stata capace di organizzare la scuola? Presidente, rinnovo fermamente e convintamente la fiducia a lei, che ha sempre agito con prudenza, coscienza, grande competenza, capacità organizzativa, lavorando per il bene dei sardi. Vada avanti Presidente!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Moro. Ne ha facoltà.
MORO PIETRO (UDC Cambiamo). Presidente, Presidente della Giunta, Assessori, cari colleghi, ho assistito e ho ascoltato con interesse gli interventi fatti da tutti quanti i colleghi, però io penso che si stia cercando di strumentalizzare un pochino un qualcosa che non ha il peso che gli stiamo dando, o che gli state dando. E' bene quindi che in ogni situazione cerchiamo di cogliere l'opportunità che essa può offrirci per costruire un futuro. Non sono abituato a lamentarmi per come le cose sarebbero potute andare se in questi giorni qualcuno avesse risparmiato parole che successivamente e artificiosamente sono state rimodulate per gettare discredito su questa Assemblea. E' mio intendimento, nel rigettare la poca progressista idea di sfiducia al Presidente, ricordare ai colleghi che l'11 di agosto eravamo tutti qui riuniti per valutare la necessità di non penalizzare ulteriormente i settori produttivi connessi al settore turistico. Abbiamo, come sta ormai diventando consuetudine, quando ci sono emergenze per la nostra Regione, trovare l'intesa, al di là degli schieramenti, per trovare soluzioni condivise finalizzate alla soluzione dei problemi. Il problema oggi è il Covid e il come riusciremo a dare risposte ai sardi, a chi è ricoverato negli Ospedali, ai tanti che stanno in isolamento, a chi non ha a che vivere, a chi sta chiudendo le attività lavorative. I problemi non si risolvono al bar o seduti sul sofà dicendo parole al vento, o chiamando dei pseudo giornalisti che cercano di raggirare le persone, che poi vengono ingannate. Qui da noi c'è maestrale e l'eco delle parole a volte ritorna come un boomerang su chi si è sentito per un attimo attore protagonista di una fiction televisiva finalizzata a ridicolizzare questa situazione. Siamo tutti parte in questo film mal girato e mal interpretato, forse gli attori non erano quelli giusti. È per questo che pensando al futuro della nostra gente dobbiamo continuare a lavorare, cercando di ascoltare le istanze, di tutte le categorie dei lavoratori e degli imprenditori, per ritornare in Aula con proposte e progetti per il futuro della nostra Sardegna, e non continuare a dare sponda a chi sta cercando di seminare inutile sfiducia. Certo il presidente Solinas deve essere accusato, sicuramente, per la sua lungimiranza. E ha suscitato anche scalpore quando ha chiesto che si istituisse il passaporto sanitario, poi negato. Però per rientrare dalla Sardegna verso l'isola, tutto andava bene, il passaporto era ideale.
Caro Presidente, e anche caro Assessore alla sanità, io so benissimo come state lavorando e quanto state lavorando. Sono sicuro che lei Presidente non lascia i sardi da soli, ma che sta pensando veramente a risolvere le problematiche non solo della sanità ma anche altre. Lei, Assessore, capisco benissimo le difficoltà alle quali va incontro, perché un virus o una pandemia come questa qua non la risolviamo in un giorno e neanche in alcuni mesi.
Io son convinto, caro Presidente, che se oggi andassimo a un voto segreto lei avrebbe tantissimi alleati, pur di non andar via da questa Assemblea.
Comunque, Presidente, io rinnovo fortemente la mia fiducia nei suoi confronti e della Giunta. Continuiamo a lavorare tutti uniti e fortza paris!
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Rossella Pinna. Ne ha facoltà.
PINNA ROSSELLA (PD). Presidente, questa non è la prima mozione di sfiducia verso il Presidente Solinas. La prima sfiducia l'hanno già data quattro componenti su cinque, autorevoli componenti del CTS. La seconda sfiducia sono le parole del primario del reparto malattie infettive del Santissima Trinità che risponde al presidente Solinas che sulla situazione del Covid dice "la situazione è sotto controllo". È una vicenda questa a dir poco imbarazzante, è una storia con tante bugie e qualche verità, e la verità si sa non è un'opinione; spesso nella realtà come nella finzione tutto dipende da come vengono raccontati i fatti, e quando si omettono elementi, informazioni, documenti, atti, può diventare difficile stabilire il confine che separa il vero dal falso. In questa vicenda di omissioni e di coni d'ombra, non so se intenzionali o no, ce n'è più d'una; è evidente come lei, signor Presidente, e la sua maggioranza abbiate innanzitutto approfittato della nostra lealtà, quella che noi come Gruppo del Partito Democratico abbiamo messo correttamente alla base delle relazioni e del dialogo all'interno di questa Assemblea legislativa, perché mentre noi in quella seduta dell'11 agosto ci apprestavamo a dare il nostro apporto propositivo a lei e alla sua maggioranza, seguendo così l'invito del presidente Mattarella alla collaborazione senza polemica, lei signor Presidente, che conosceva già la contrarietà del Comitato tecnico scientifico circa l'apertura delle discoteche, ha voluto approfittare della nostra disponibilità. A proposito di verità voglio ricordare che l'ordine del giorno dell'11 agosto è stato modificato da noi, vincolando la sottoscrizione del testo all'acquisizione del parere del CTS e al rispetto di tutte le norme che garantissero la sicurezza sulla base delle linee guida nazionali: questa è la verità, la nostra posizione non era un via libera all'apertura tout court,non continuate a mistificare la realtà. Ed è singolare che qui si voglia fare il processo alla trasmissione Report che invece ha scoperchiato il vaso di Pandora e ha avuto il merito di evidenziare omissioni se non menzogne, ma certamente zone oscure sulle quali anche la magistratura vuole vedere chiaro. Io non voglio entrare assolutamente nelle questioni che attengono le indagini, per lo stesso motivo non è nel mio ruolo nemmeno esprimere valutazioni che sono solo ed esclusivamente tecniche circa l'aumento dei contagi a seguito della riapertura delle discoteche, esprimo però sconcerto e rammarico per le parole espresse dall'onorevole Cocciu, che conosco come persona garbata e seria, che nell'intervista ha ammesso la consapevolezza di aver subordinato la salute dei sardi e rischiando anche una maggiore diffusione del contagio, sotto pressione evidentemente anche delle società miliardarie, con sede peraltro nei paradisi fiscali.
Il giallo dei pareri. Il parere nel diritto e l'atto giuridico con cui viene manifestato un giudizio su determinate circostanze o sulla condotta da seguire. È di tutta evidenza, così come detto nella risposta a firma del direttore generale, che il CTS non rende pareri obbligatori né vincolanti, quindi deduco che si tratta di un parere facoltativo non vincolante, che si può richiedere o meno, e se lo si richiede non è obbligatorio conformarsi, dunque se, come è stato dichiarato dal professor Vella, il parere del Comitato tecnico scientifico non era favorevole già in precedenza, il 6 agosto, e se, come sempre sostiene Vella, quelle tre righe, un po' sgrammaticate in verità, scritte al volo da uno smartphone non sono un parere ma soltanto un "dato che avete già deciso - nota mia: di fare una stupidata - almeno limitato il danno rafforzando i controlli", questo più che un parere era un accorato appello, individuale non collegiale. Ma allora perché ingannare i sardi e la massima Assemblea, dato che il CTS, creato come supporto in relazione alle scelte e alle azioni che vengono adottate dal Presidente quale autorità sanitaria regionale? Dunque nell'ordinanza il parere si dà per acquisito, ma non era favorevole.
Luciano Violante nel suo libro "Politica e menzogna", dice: "Esiste un nesso inscindibile tra verità e democrazia, perché la menzogna inganna il cittadino sullo stato delle cose e quindi gli impedisce di esercitare efficacemente i suoi diritti politici. La verità sta alla democrazia come la menzogna sta alla sua assenza". Noi siamo per la democrazia, Presidente, noi siamo per la verità.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Sara Canu. Ne ha facoltà.
CANU SARA (Riformatori Sardi). Veramente oggi noi siamo qui riuniti per puntare il dito e giudicare il Presidente della Regione quale causa suprema della seconda ondata di contagi registrata in Sardegna? Voglio ricordare che oggi la nostra regione è indicata come gialla, a differenza di otto regioni che sono risultate rosse e 8 arancioni; ricordo che se il virus in Sardegna ha ripreso a circolare è perché il Governo ha imposto una riapertura senza vincoli di controlli in entrata. Il fantomatico test di negatività, chiesto a gran voce dal nostro Presidente, è stato osteggiato dal Governo nazionale, con ordinanza impugnata al TAR.
Il caso di cui oggi stiamo parlando non sussiste, è facoltà del Presidente fare ordinanze, tanto più su input del Consiglio con un ordine del giorno condiviso in cui si proponeva l'apertura delle discoteche in luoghi aperti previa consultazione del Comitato tecnico, che ha valore unicamente consultivo. Oggi l'emergenza sanitaria è diventata un'emergenza economica, di questo lo dovremmo occuparci, mentre noi siamo qui dentro a dare la caccia alle streghe ci sono famiglie allo stremo, attività chiuse che probabilmente non riapriranno più; in questo scenario così drammatico l'interesse di una parte politica è quello di sfiduciare un Presidente, quindi lasciare una Regione senza governo come una barca in mezzo al mare, in mezzo alla tempesta. Remiamo tutti insieme nella stessa direzione per tirarci fuori da questa tempesta chiamata Covid, siamo seri per favore, lo dobbiamo a chi ci ha dato il mandato politico credendo in noi.
Voglio esprimere in questa sede la mia solidarietà al presidente Solinas, ho letto sui social commenti ingiuriosi e al limite del bullismo, osservazioni impietose anche sulla sua fisicità che nulla hanno a che fare con la valutazione dell'operato politico della persona, queste son le conseguenze di esacerbare gli animi con la contrapposizione dei ruoli, buoni e cattivi.
Per tutto quanto detto, confermo la mia fiducia al presidente Solinas, persona stimata, seria e competente, lo ringrazio per il lavoro portato avanti che ha creato le condizioni affinché ad oggi siano stati contenuti i contagi, tanto da rimanere nella zona gialla, come poche altre regioni.
PRESIDENTE. Mancano gli interventi dei Capigruppo, io direi di sospendere la seduta e i lavori riprenderanno alle ore 16 e 30 La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 14 e 37, viene ripresa alle ore 17 e 21.)
Prego i colleghi consiglieri di prendere posto. Riprendiamo i lavori dell'Aula, siamo quindi arrivati al turno dei Capigruppo. Quindi darei la parola all'onorevole Cocco.
È iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (LEU). Grazie Presidente, io inizio il mio intervento con un messaggio che mi è appena arrivato; ricevo notizie che da lunedì un paziente si trova ancora al pronto soccorso di Sassari in barella, con serie problematiche polmonari, anche oggi con febbre a 39, 39 e mezzo, insieme ad altri 35 e non c'è un posto letto dove sistemarli. Il Presidente, l'Assessore della sanità della Sardegna possono verificare se sussiste tale situazione e se sarà necessario richiedere interventi ulteriori per dare risposta? Questo è l'ennesimo messaggio che arriva sulla situazione reale del nostro sistema sanitario in risposta alla problematica del Covid. Un altro collega, un ex collega, un medico mi chiama ieri da Oristano per segnalarmi la situazione di un paziente intubato al pronto soccorso e rispetto al quale non si è riusciti a trovare sino a stanotte un posto per ricoverarlo in rianimazione Covid o in terapia intensiva, è stato portato oggi al Mater Olbia ed è in condizioni disperate.
Inizio così per dire, Presidente, io credo che questa mozione sia solo uno strumento per parlare dei problemi della sanità, sappiamo già che si arriverà a un voto che è scontato, una storia scontata e per cui io credo che oggi io voglio approfittare per l'ennesima volta per raccontare quello che sta succedendo. Non vedo l'assessore Nieddu e me ne dispiace tanto. Io continuo a dire, e continuo a dirlo a voce alta, perché l'ho detto e mi siete testimoni in questa sede e in Commissione sanità a più riprese, ai comuni non arrivano le comunicazioni dei pazienti positivi. In un Comune di 600 abitanti a fronte di 30 positivi conclamati si hanno in protocollo tre comunicazioni di positivi, questo significa che i Sindaci di quei Comuni non sono in grado di mettere in atto tutte le procedure per mettere in sicurezza il loro Paese, quei nuclei familiari e quei positivi. Significa che quelle persone che non sono state comunicate al protocollo se non hanno buonsenso vanno in giro e fungono da vettori di contagio, importantissimo, incontrollabile e questo è il vero problema. Rispetto al quale nonostante segnalazioni da mesi non si è data risposta. Io volevo chiedere questo oggi all'assessore Nieddu, ci aveva promesso che le USCA sarebbero state rinforzate, io ringrazio tutti quegli operatori delle USCA nella medicina pubblica e dei medici che stanno lavorando sul territorio perché stanno facendo molto di più che di quello che è nelle loro possibilità, però fisicamente non sono in grado di fare una cosa semplicissima, tampone processato che deve essere comunicato immediatamente al contempo al medico di base di riferimento e al Comune di riferimento. Secondo me basta poco, questo non è stato fatto e il tracciamento ormai, ragazzi, è saltato ed è la cosa più pericolosa che ci porterà a un numero di contagi nettamente superiore a quello che poteva esserci. La situazione è preoccupante, io lo dicevo qualche giorno fa, lo ripeto oggi, di Covid si muore e si sta morendo. Noi quando assumiamo delle posizioni, quando assumiamo degli impegni non si può venire a Nuoro in ospedale dove si rappresenta una situazione drammatica del pronto soccorso del reparto Covid, si assumono impegni precisi sul reparto di oncologia dicendo che un onorevole - io - stava lanciando delle bufale in giro per il trasferimento di quel reparto e poi nottetempo quel reparto viene trasferito creando ulteriori problemi a chi già sta malissimo. Io credo che su questo non il Presidente, l'Assessore debba darci risposte, perché questa è la situazione, è questa. Io non ho la cravatta, stavo cercando anch'io una cravatta onorevole Tunis che non ho trovato. Mi leggevo un libro stanotte, cosa è più importante, cosa crea più danni, alla fine questo era il senso, il suicidio della luna o l'omicidio del sole? Pensiamoci a questa cosa qui, perché credo che si adatti perfettamente alla situazione di oggi. Non va tutto bene, non è tutto sotto controllo, non può essere sotto controllo un pronto soccorso con 22 ambulanze con i pazienti dentro per 24 ore, dove gli operatori stanno dentro le ambulanze bardati e non possono andare neanche a fare pipì, questa è la situazione rispetto alla quale noi dobbiamo dare le risposte. E io capisco anche che la situazione non è solo la situazione della Sardegna, l'ho detto altre volte, e lo ridico oggi, perché è questo. Però l'allarmismo va creato, altroché se va creato. Perché solo in quella maniera noi riusciremo a convincere anche quelli che non hanno sale in zucca e continuano, nonostante presunte positività, ad andare in giro e a fare da vettori di contagio. La situazione non è sotto controllo, ripeto, questa mozione di sfiducia è uno strumento perché oggi ci potesse permettere di parlare direttamente al Presidente per avere da lui quelle risposte che da giorni cerchiamo. Io Presidente un'ultima domanda le voglio fare e chiudo. Lei il 22 ottobre ci ha chiesto di incontrarci come Capigruppo con il Comitato tecnico scientifico alla presenza dell'Assessore, è venuto da noi e ci ha proposto uno stop and go di 15 giorni, perché la situazione era drammatica, io chiedo…
PRESIDENTE. Solo per informare l'Aula che l'Assessore alla sanità non è presente perché vuole disertare i lavori, ma in quanto impegnato nella Conferenza Stato - Regioni con il ministro Broccia, è peraltro nella mia stanza che ho messo a disposizione.
Comunico che il Consigliere Aldo Salaris è rientrato dal congedo.
Come Capogruppo di Fratelli d'Italia.
È iscritto a parlare il consigliere Fausto Piga. Ne ha facoltà.
PIGA FAUSTO (FdI). Grazie Presidente, rompo oggi il mio silenzio sulla vicenda discoteche in Sardegna non perché non avevo nulla da dire, ma perché ho preferito attendere più semplicemente una sede più opportuna come questa del Consiglio regionale ed evitare di rimanere ostaggio di ricostruzioni approssimative e strumentali che non hanno nulla a che vedere con la verità.
Intanto il presidente Solinas devo dire che è stato tra i più prudenti e categorici sin dall'inizio della pandemia, chiedendo nella fase 1 la chiusura di porti e aeroporti e poi a giugno chiedendo i controlli sugli arrivi, controlli che come tutti sappiamo sono stati impugnati dal Governo col pretesto dell'incostituzionalità, ma io credo che per il Governo la vera incostituzionalità era quella che noi eravamo di centrodestra e non eravamo del PD o del 5 Stelle. Oggi in Sardegna dal punto di vista sanitario non abbiamo certo ragioni per esultare, ma non stiamo peggio di altre Regioni. Questo significa che indipendentemente dall'apertura delle discoteche durante l'estate, quei quattro giorni, oggi abbiamo una circolazione virale tra le più basse d'Italia, oggi abbiamo un sistema sanitario, che seppure sofferente, sovraccarico e con tutte le criticità che spesso ripetiamo, sta reggendo grazie allo sforzo incredibile di tutto il personale sanitario, amministrativo e della macchina dell'emergenza regionale, si può fare di più, si deve fare di più, ma non bisogna dimenticare che siamo nel mezzo di una pandemia e che ci stiamo muovendo anche in un terreno burocratico e giuridico che non ci aiuta ad essere veloci ogni qualvolta si parla di assunzioni, concorsi, appalti, forniture di DPI o di organizzazione in genere di servizi. Sullo sfondo di tutto questo il caso discoteche, una vicenda che reputo personalmente una tempesta in un bicchiere d'acqua, ma la cui narrazione mediatica ha la grave responsabilità di aver dipinto la Sardegna come l'epicentro dei contagi del Covid a livello di Italia, una Sardegna untrice del Covid quando in realtà dall'inizio della pandemia siamo tra le Regioni più sane e quando in realtà la Sardegna ha utilizzato delle procedure trasparenti e in linea come quelli delle altre Regioni. Il 7 agosto il premier Conte firma un DPCM che nell'articolo dedicato alle discoteche riporta letteralmente: "le regioni possono stabilire una diversa data per la ripresa delle attività" e sulla base di questo provvedimento la stragrande maggioranza delle regioni italiane ha aperto le discoteche, la Sardegna non lo ha fatto, non lo ha fatto a testimonianza delle cautele avute dal Governatore Solinas. Il nostro Governatore infatti decide di autorizzare l'apertura delle discoteche quattro giorni dopo con l'ordinanza numero 38 dell'11 agosto, un provvedimento che aveva anche come scopo quello di ridurre i rischi sanitari dovuti a un'eventuale movida autogestita incontrollabile. L'onorevole Massimo Zedda quella sera le aveva chiamate bevute libere, free drink, sottolineando lui per primo i rischi di ordine pubblico, e mi trovò perfettamente d'accordo. Il 16 agosto il Governo quindi chiude le discoteche in tutta Italia, si è ballato praticamente in tutta Italia, ma la Sardegna che ha aperto quattro giorni dopo e solo per quattro notti ha ricevuto le azioni da parte di tutti, è interessato soltanto il parere scientifico del comitato tecnico sardo, che peraltro non è vincolante. La verità quindi è un'altra, la verità è che il vero tema di tutta questa vicenda sono i controlli, i controlli dovevano essere più efficaci, ma non lo sono stati, e se i controlli non sono stati all'altezza della situazione non è certo per responsabilità della Regione Sardegna o del Governatore Solinas, i controlli vengono fatti dalle forze di polizia, dalle forze di pubblica sicurezza, abbiamo visto dall'esercito, tutti soggetti che non dipendono dalla volontà della Regione o che ascoltano quello che dice il presidente Solinas, ma ascoltano i Ministeri dello Stato e del Governo. Quindi, come dico sempre, opposizione giallo-rossa, le responsabilità sono di tutti e non a senso unico. Abbiate la decenza, la lealtà di non attaccare la Regione per quello che dovrebbero fare al Governo, a Roma, i vostri amici di Governo, Governo che l'opposizione giallo-rossa difende sempre e comunque e mette sempre in secondo piano gli interessi della Sardegna, una Sardegna che quando ha chiesto i controlli sugli arrivi non è stata ascoltata, una Sardegna che è stata contagiata, e poi persino offesa in malafede. E l'opposizione cosa ha fatto? Si è dimenticata di essere sarda. Sono stati complici di chi ha offeso la Sardegna e hanno pensato soltanto a cavalcare inutili polemiche. Ve lo dico con grande sincerità, se c'è qualcuno da sfiduciare stasera siete voi. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Talanas. Ne ha facoltà.
TALANAS MICHELE (FI). Grazie, Presidente. Dopo trenta interventi, e anche di più, ho dovuto cambiare mentalmente quello che dovevo dire e che devo dire per non essere troppo ripetitivo, però mi corre obbligo ringraziare veramente l'opposizione e più in particolare tutti i colleghi che hanno firmato la mozione per la visibilità che ci hanno dato in tutti questi giorni, una visibilità non certo positiva, che hanno contribuito a creare su fatti e circostanze veramente infondate sia in punto di fatto che di diritto. Oggi si discute su una mozione che dovrebbe sfiduciare il nostro Presidente, però quello che voglio dire io è che all'esito di questo Consiglio comunale sono ancora più confuso e non ho capito lo spirito di questa mozione. Perché dico questo? Perché da una parte, se la mozione viene votata, si vuole mandare a casa un Governo regionale in un periodo veramente di guerra, in un periodo difficile, e quindi voglio capire se l'intenzione dei colleghi è quella di lasciare il popolo sardo in questo momento difficile, in questo momento di pandemia, abbandonato a se stessi. Continuo a non capire il significato di questa mozione quando vado ad ascoltare gli interventi dei colleghi dell'opposizione e quando addirittura parlo con alcuni personalmente, perché dagli interventi si è colta con la mozione l'occasione da una parte di parlare dei problemi della sanità. Io voglio ricordare ai colleghi dell'opposizione che abbiamo avuto più occasioni anche in Aula di affrontare i problemi legati alla pandemia, e di certo non dobbiamo montare un teatrino e non dobbiamo cadere nel ridicolo se dobbiamo parlare di altri argomenti. Per altro verso, parlando con alcuni colleghi e quando uno dice la verità non si sbaglia, a volte si diceva che però questo sta nel gioco delle parti. Siccome qua nessuno vuole perdere tempo, tempo a disposizione non ne abbiamo, abbiamo provvedimenti emergenziali da portare avanti, quindi il gioco delle parti, sinceramente, a me personalmente non va bene, perché abbiamo un dovere nei confronti dei nostri concittadini corregionali. In risposta a quanto mi è stato detto, ho segnalato che oggi nella seduta del Consiglio regionale cinque, sei consiglieri della maggioranza non potevano venire perché impediti, perché hanno presentato un certificato di malattia, e forse c'era la possibilità che un gruppo della maggioranza stessa votasse a favore della mozione. Ho potuto cogliere in quel momento da parte del collega una certa difficoltà, perché è andato immediatamente a farsi i conti della serva e a vedere se tolti i cinque consiglieri che erano in malattia e tolto forse un gruppo lui ha pensato o ha cercato di individuare nell'immediatezza chi poteva essere, quelli che potevano essere i voti a favore e i voti contro. Cari amici, io lo dico a tutti, anzi no, non lo dico a tutti, lo dico a voi, lo dico a quelli che hanno firmato la mozione, noi siamo qua e stiamo cercando veramente di dare il meglio, quando uno fa delle cose può anche sbagliare, non è il nostro caso, noi non abbiamo sbagliato, quindi lo dico a scanso di equivoci, però perdere un'intera giornata per discutere una mozione di sfiducia di cui anche oggi parlano tutte le televisioni, è mettere, far cadere nel ridicolo la massima istituzione regionale. Quindi tutti questi discorsi, dal primo all'ultimo, che vengono fatti da un lato per fare il gioco delle parti e cogliere un'occasione priva di ogni fondamento per attaccare la maggioranza e per attaccare il nostro valente Presidente, che sta più di ogni altro Presidente di tutte le Regioni d'Italia tutelando il popolo sardo, ma non con delle parole e non perché lo dico io, non perché lo diciamo noi della maggioranza, ma lo dicono i fatti, perché con provvedimenti veramente coraggiosi ha cercato in tutti i modi di tutelare la nostra Ragione, che sino al mese di luglio, prima era considerata una Regione dove il virus veramente non circolava. Ha fatto questo, il Governo regionale non ha sollevato un muro, ma ha sollevato una muraglia e, caro Presidente, le è stato impedito appunto di fare quello che voleva fare. Oggi siamo qua in Consiglio regionale, a mio avviso, per parlare del nulla cosmico, non voglio neanche entrare nel merito della materia perché lo hanno fatto bene i miei colleghi che mi hanno proceduto, e veramente non voglio parlare di pareri, non voglio parlare di ordinanze, perché è chiara la situazione, è chiara a noi così come è ancora più chiara ai colleghi dell'opposizione, che sono i primi a non volere questa mozione…
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Desirè Manca. Ne ha facoltà.
MANCA DESIRÈ (M5S). Grazie, Presidente. Presidente della Regione Sardegna, buonasera, su ottanta sedute ho il piacere di averla per la quattordicesima volta in quest'Aula, e quindi già questo per noi è un gran piacere. E allora, prima di iniziare ad avere un confronto, un dialogo con lei, che è il Presidente di questa Regione, che rappresenta tutti i Sardi, lei, lo ricordiamo a chi magari ci sta ascoltando, ha avuto esattamente il 47,81 per cento dei voti di tutti i Sardi. Sono 363.946 persone sarde che le hanno dato fiducia. Allora, Presidente, noi ci troviamo qua, siamo stati i primi firmatari di una mozione di sfiducia verso di lei, verso la sua Giunta, ma soprattutto verso ciò che lei ha regalato per un anno e mezzo a tutti i sardi. E allora Presidente, guardi, io scelgo di non partecipare al gioco delle parti politiche, l'ho sempre dichiarato, non mi interessa destra, sinistra o centro, parliamo di fatti, parliamo di azioni, parliamo di realtà, quella realtà che molto probabilmente lei non conosce ma che le viene riportata, quella realtà che molto probabilmente, caro Presidente, lei non rappresenta, perché non conoscendola non può rappresentarla, e allora mi sarebbe piaciuto, a parte non vederla mai se non in televisione, se non in qualche comunicato stampa, che lei naturalmente rilascia, mi sarebbe davvero piaciuto vederla a fianco di qualcuno, a fianco dei medici, a fianco degli operatori sanitari, a fianco di chi in questo momento sta cercando di mettere toppe da tutte le parti per cercare di salvare la vita ai sardi, ma lei, Presidente, non si è mai presentato. E allora Presidente, sa, è facile andare a sedersi, è facile rilasciare delle interviste quando non si dà neanche la possibilità a chi deve trascrivere le sue parole di avere e di porre qualche domanda lecita, e questo signor Presidente si chiama libertà! Libertà di parola, libertà di espressione, ed è quello che è contenuto nel vostro Statuto, Presidente, nell'articolo 4, che recita esattamente: "Combatte ogni forma di razzismo, di sfruttamento dell'uomo, tutela la libertà religiosa, di manifestazione del pensiero e di parola", e siete i primi che cercate di ostacolare e di mettere il bavaglio sulla bocca delle persone che vorrebbero andare a raccontarle e rappresentarle quella che è la realtà. E allora parliamo di realtà, caro Presidente, io le riporto la realtà che vivo ogni fine settimana quando vado in ospedale a Sassari, e io ci vado, Presidente, ci vado ogni fine settimana, e sa cosa vedo ogni fine settimana? Glielo racconto, caro Presidente: Clinica oculistica chiusa; Cardiologia riabilitativa chiusa; sale operatorie chiuse; Cardiologia, tranne urgenze, chiusa; Cardiochirurgia, tranne urgenze, chiusa; Pneumologia, tranne Covid, chiusa; Medicina interna, l'unica che è aperta, dove confluiscono tutti i malati, tutti i malati che non siano Covid nell'unico reparto che è rimasto aperto. E allora, caro Presidente, quando si va davvero ad ascoltare le persone che stanno male, quando davvero si va presso gli ospedali a parlare con gli operatori sanitari, a parlare con gli infermieri, a parlare con i medici, a parlare con il personale, gli ausiliari gli OSS, e le stesse persone che garantiscono la pulizia all'interno degli ospedali, e allora è in quel momento che tocca con mano la realtà. Allora, caro Presidente, al posto di andare a raccontare le bugie che ho sentito, ricordo a tutti che il caso Sardegna, di cui si parla tanto, è uscito fuori solo ed esclusivamente perché qualcuno di voi ha rilasciato delle dichiarazioni incredibilmente inenarrabili, di una gravità unica, non l'ha creata la parte di opposizione per cercare di far parlare della Sardegna, l'avete creato voi, signor Presidente! E allora, signor Presidente, lei ha un grande ruolo, lei ha una grandissima responsabilità, se la prenda questa responsabilità. Quando è andato in onda nel programma Report quelle che sono state le dichiarazioni di una vostra parte politica che governa la Regione Sardegna, caro Presidente, lei molto probabilmente, quale Primo cittadino votato da tutti i sardi, a quel punto doveva difendere il suo operato, e lei invece è stato zitto, zitto! Non ha proferito parola, è stato chiuso per tre giorni, perché molto probabilmente non sapeva cosa dire…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Grazie, Presidente. Io penso che noi dovremmo un po' tornare con la mente a cos'erano i giorni in cui è stata fatta la famosa ordinanza: bassa circolazione del virus, tentativo disperato di salvare la stagione, disperazione degli operatori del settore, non le discoteche, i ristoratori, gli albergatori, i concessionari di stabilimenti balneari, tutto il settore chiedeva, ci chiedeva di intervenire per salvare almeno quel pezzo di stagione estiva, si intravedeva la possibilità che almeno la coda dell'estate potesse dare almeno un po' di ossigeno agli operatori, e il tema dell'apertura delle discoteche era molto gettonato in quest'Aula, sono questi i motivi per i quali questo Consiglio, questo Consiglio ha spinto il presidente Solinas, che era riottoso, a fare un'ordinanza che peraltro era corredata di prescrizioni estremamente rigide, perché io vi invito a rileggervela quell'ordinanza. Prescrizioni difficili da applicare? Si, è possibile, esattamente com'è difficile applicare le prescrizioni che oggi, ancora oggi si applicano ai ristoranti, ai bar, che sono i posti poi dove circola il virus, non è che non circola lì eh, anche se non si balla, circola perché la gente è rilassata, si abbassa la mascherina, si avvicina, perché non si può mai sapere chi è positivo e chi è negativo, e circola, e non è facile mettere un carabiniere davanti alla porta di ogni bar. Il contagio in Sardegna, lo hanno detto diversi colleghi, si sarebbe potuto evitare in un modo, era l'unica Regione in cui si poteva evitare il contagio in Sardegna, ed era fare quello che il presidente Solinas ha chiesto dall'inizio, la possibilità di controllare chi entra, e invece abbiamo dovuto subire l'onta che a un certo punto, quando la Sardegna sembrava essere diventata la Regione canaglia d'Italia, un caso interamente montato, erano i sardi ad essere controllati, non è che ci siamo dimenticati di questo eh. Il problema che stiamo vivendo nella sua drammaticità, purtroppo non è dissimile da quello che stanno vivendo tutte le altre Regioni italiane, eppure la Sardegna è ancora zona gialla, l'ha ricordato anche il collega Ignazio Manca e credo che gli sia costato molto direi quello che ha detto questa sera. Questo cosa vuol dire, che ci possiamo considerare soddisfatti di come stanno andando le cose? No, non ci possiamo considerare soddisfatti, e credo che il meno soddisfatto di tutti sia il Presidente della Regione. Ma c'è un particolare, cari colleghi, che in questo momento c'è bisogno di concentrare tutte le energie e tutta l'attenzione su quello che c'è da fare, sulla necessità di far fronte alla carenza di anestesisti, problema nazionale, di personale infermieristico, perché dovete sapere che gli infermieri adesso stanno scappando dalle Case per gli anziani e dalle RSA per andare a lavorare negli ospedali, con la conseguenza che, Presidente, glielo segnalo, c'è un intero pezzo di assistenza che rischia di rimanere senza infermieri, e stiamo parlando di circa 800 anziani, e se si apre quel fronte io non lo so poi come si riuscirà a controllarlo. E questo da chi dipende? Dal Presidente della Regione? Oppure da un impatto così violento che c'è stato in questa seconda ondata che ha colto tutti alla sprovvista? Una cosa è certa, che non è nemmeno lontanamente immaginabile che noi ci possiamo distrarre o abbassare la guardia, eppure abbiamo la necessità di dare anche un messaggio positivo, e cioè che il sistema sta reagendo, sta reagendo come può, sta reagendo grazie all'abnegazione di tanti operatori, ma sta reagendo e noi in questo sistema dobbiamo avere fiducia, perché non possiamo nemmeno dire che la situazione è completamente fuori controllo perché così non è.
Mi avvio alla conclusione, Presidente, per dire che è surreale parlare di epidemia colposa, tutt'al più ci poteva scappare il reato di falso ideologico. Peccato che sia spuntata una mail che cancella anche questa possibilità. Ma la cosa più straniante è che si chiedono le dimissioni del Presidente della Regione per motivi che non sono motivi politici, ma sono motivi penali, per aver condotto la Sardegna sull'orlo del baratro. Io neanche lo dico che il Gruppo dei Riformatori conferma la fiducia al Presidente perché il Presidente ha agito con prudenza rispetto alla situazione, con correttezza sotto il profilo formale, con accortezza rispetto alla ponderazione degli interessi in gioco, che è quello che istituzionalmente compete a lui e non ad altri, siano organi dello Stato, siano testate giornalistiche. Colleghi…
PRESIDENTE. Onorevole Cossa, il tempo a sua disposizione è terminato.
È iscritto a parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC Cambiamo). Signor Presidente del Consiglio, Presidente della Regione, colleghe e colleghi, intervengo molto brevemente, ma la mozione è così inopportuna che non posso astenermi dal lasciare agli atti del Consiglio la nostra posizione contraria. La mia storia, preciso subito, è stata sempre contraria agli attacchi ad personam, lo dimostra la mia posizione assunta anche nella precedente legislatura in contrasto alla coalizione di cui facevo parte nei confronti di autorevoli esponenti politici, esempio lo stesso Cabras, Deiana e più.
In primo luogo mi chiedo per quale motivo le opposizioni propongono una mozione che non ha alcuna possibilità di passare. Peraltro la maggioranza, come è noto, è coesa, seppure con le sue differenziazioni e con sensibilità molto diverse. Il voto rafforzerà comunque proprio il Presidente e la sua azione di governo. Perché l'avete voluta presentare? Per poter dire in giro che voi vi siete opposti? Per poter dare ancora fiato a queste trasmissioni televisive costruite ad arte per sostenere tesi indifendibili? Per poter avere qualche minuto d'intervista? Per come stiamo discutendo questa mozione quando avremmo dovuto discutere di bilancio, di sanità, di come affrontare questa emergenza e di come programmare la vaccinazione imminente. Avete preferito proseguire così, e allora parliamo di questo.
I giorni che sono seguiti alla fine del lockdown hanno trovato tutti noi, maggioranza e opposizione, tecnici, profondamente confusi tra le varie istanze, notizie contraddittorie e appelli alla prudenza da un lato e all'apertura all'altro. Tutti noi, colleghi, abbiamo avuto un atteggiamento attendista, abbiamo cercato di capire. Alcuni colleghi in prima persona hanno sollecitato da questi banchi chiedendo alla Giunta celerità nelle aperture e chiarezza nelle regole per ricominciare a vivere come se nulla fosse. Chi si è opposto alla vostra richiesta di aprire tutto subito è stato il Presidente, che è stato prudentissimo nell'adottare le misure che gli sono state consentite. Ricordo che molte altre misure di maggior prudenza sono state impugnate e bocciate dallo Stato, che ha rivendicato la sua preminenza nella gestione di questa fase sciagurata e drammatica. E a questo riguardo non posso non ricordare che allora noi vivevamo una realtà del Covid free, cioè pari a 10 giorni in cui non c'era una sola persona in terapia intensiva e zero decessi, questo va detto. Non solo, c'è anche la famosa storia del passaporto. Cosa voleva dire passaporto? Interpretato anche in televisione in modo meschino, proprio a Rete 4. Il passaporto era che in entrata e in uscita bisognava fare dei controlli, e sempre per ricordarlo, forse non se lo ricorda manco il Presidente, ha avanzato una proposta anche all'aeroporto di Cagliari, che ha risposto che non aveva personale. Solo una struttura privata ha creato le strutture, che è il Forte Village se non ricordo male. Ma cosa c'entra che il parere del Comitato Tecnico Scientifico fosse orale o scritto? Chi decide è il Governo regionale, ascolta i pareri e non solo quelli dei medici, e decide contemperando gli interessi. Qui si fa sempre una grande confusione. La colpa del contagio del virus è di chi non è prudente, purtroppo spesso i cittadini fanno quello che non è consentito. Qual è stata la Regione d'Italia che ha assunto scelte diverse e più restrittive della nostra? Non saremmo gialli e abbiamo superato persino una Regione come la Calabria che è passata da una posizione che di fronte a noi era nettamente migliore, oggi è la peggiore in Italia. Vedete cosa fa il virus? Nessuna governata dal centrodestra o dal centrosinistra. Stiamo discutendo del nulla più assoluto e ci stiamo contrapponendo con il solo risultato di far fare a questa povera Isola l'ennesima figuraccia nazionale, a tutto vantaggio di altre regioni che affermeranno di essere più sicure appena si potrà tornare a viaggiare. Una delle poche persone innamorate della Sardegna è un mio fraterno amico e lo ha dichiarato anche recentemente. Questo amico si chiama Gianni Principessa; prima ha attaccato uno che si chiama Briatore e poi ha giustificato, è rimasto e sarà sempre un innamorato della Sardegna, e la Sardegna è un paradiso terrestre che è stato praticamente annullato da altri. Abbiamo problemi di organizzazione di lavoro molto più gravi di questa sciocchezza e per questo mi permetto di richiamare sia i colleghi di maggioranza, sia i colleghi delle opposizioni, ad un atteggiamento più responsabile. Tutti sapete che non faccio sconti a nessuno e non appartengo alle maggioranze come un soldato, ma ho il coraggio di dire le cose come stanno. Non stiamo andando al ritmo giusto, siamo in ritardo. Alcune (…) e la mia stessa fiducia, signor presidente Solinas, sono piene e convinte, ma sono anche cariche delle richieste di dare un'immediata scossa all'azione di governo. La pandemia che infuria oggi è politicamente un fenomeno del passato e del presente, la supereremo in fretta, la speranza è sempre l'ultima a morire. Lasceremo sul campo morti e feriti, di Covid e di miseria, e a questa condizione che avremo nel 2021 e nel 2022 noi dobbiamo pensare adesso. Adesso dobbiamo programmare le vaccinazioni, gli acquisti delle dosi, i trasporti presso i centri autorizzati a vaccinare, le liste di priorità dei vaccinandi. Adesso dobbiamo pensare a come assistere le aziende che stanno in ginocchio per almeno due anni. Non possiamo arrivare sempre con il fiato sul collo e l'acqua alla gola. Altro che perdere tempo con mozioni che parlano del nulla a vantaggio di qualche giornalista da strapazzo. A questo riguardo, avendo sentito il collega Cocco e altri, debbo dire che obiettivamente c'è una situazione critica. Ma vedi Cocco, io so che tutta l'ATS del Cagliaritano per scelte necessitate, a partire dal Marino, al Binaghi e al Santissima Trinità, voi sapete che c'è la sclerosi multipla, strutture, eccetera. Bene, sapete che oggi sono centri Covid…
PRESIDENTE. Onorevole Oppi, il tempo a sua disposizione è terminato.
È iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.
GANAU GIANFRANCO (PD). Grazie Presidente. Presidente Solinas, noi siamo ben consapevoli che la richiesta di sfiducia del Presidente della Regione rappresenti un atto estremo che è a disposizione delle minoranze e delle opposizioni, e anche più raramente delle maggioranze, per condizioni di assoluta gravità e allora provo a motivare da dove nasce la sfiducia sul tema noto dell'ordinanza numero 38 dell'11 agosto del 2020 riguardante la riapertura delle discoteche.
La prima contestazione che ci sentiamo in dovere di porre è che il giorno 11 lei ha, secondo noi, colpevolmente omesso di informare il Consiglio che solo cinque giorni prima il Comitato Tecnico Scientifico aveva trasmesso un parere chiaramente ed esplicitamente negativo alla riapertura delle discoteche, sottoscritto da tutti e quattro i membri del Comitato Tecnico Scientifico. Lei ha dichiarato che non era a conoscenza di questo parere, fatto ulteriormente grave, per lo meno quanto l'atto eventualmente omissivo, ma che non trova riscontro nelle sue successive esternazioni televisive secondo le quali l'ordinanza in questione conteneva le sette prescrizioni contenute in quel testo. E la domanda sorge spontanea: come ha fatto a riportarle nell'ordinanza se non le conosceva, se non ne conosceva il testo ed ancora perché abbiamo avuto notizia di questo parere soltanto tramite notizie di stampa? Il giorno 11 in Consiglio ci fu presentato un testo di un ordine del giorno da parte della maggioranza che di fatto sosteneva la necessità di aprire le discoteche. Un atto che oggi può essere visto come un tentativo di copertura di scelte già fatte. Noi respingemmo quell'ordine del giorno proponendo delle modifiche al testo, poi accolte nel testo finale, che ponevano tre condizioni. La prima l'acquisizione di un parere del Comitato tecnico scientifico, la seconda una valutazione sull'opportunità di apertura a carico della Giunta, la terza adeguate prescrizioni e controlli per la sicurezza in caso di apertura. In questo caso, come testimoniato dalla mancata risposta ad un accesso agli atti, non risultava nessun parere attribuibile al Comitato tecnico scientifico. Solo successivamente una mail informale del solo professor Vella, cui lo stesso professore nega la dignità di parere, viene resa pubblica con il tentativo fallito di accreditarla come un parere del Comitato tecnico scientifico, ed è in questa situazione che si inseriscono le successive gravissime affermazioni di membri della sua maggioranza che dichiarano di aver subito notevoli pressioni da parte dei titolari degli esercizi e di avere rischiato un'apertura, tra l'altro prevista per pochi giorni e non sino al 31 come recita il testo dell'ordinanza, nella consapevolezza che altrimenti si sarebbe ammazzata la Sardegna. Affermazioni gravissime, rilasciate in sicura buonafede ma che richiedono che sia fatta chiarezza fino in fondo, in particolare se ci sono state pressioni che hanno orientato e determinato la scelta, se si era davvero consapevoli delle possibili conseguenze di una riapertura con un probabile aumento dei contagi a seguito di tale scelta.
Presidente, lei ricorderà che l'istituzione del Comitato tecnico scientifico, cioè di un organismo in grado di indirizzare su base scientifica le scelte ufficiali che la politica si trova a fare in una contingenza così delicata, le fu suggerito proprio dal Gruppo che mi onoro di presiedere. Proposta fatta nella convinzione che i pareri, proprio perché basati su evidenze scientifiche, fossero in qualche maniera orientanti se non addirittura vincolanti per le successive decisioni politiche. Ebbene, esiste un altro precedente che non ha tenuto conto del parere del Comitato tecnico scientifico e mi riferisco al parere sulla bozza dell'ordinanza numero 27 che autorizzava lo svolgimento di fiere e sagre contro un esplicito parere negativo del Comitato tecnico scientifico del 2 giugno che si esprimeva per la non autorizzazione di fiere e sagre ritenute molto pericolose per l'arrivo di numerosi turisti, anche questo parere sottoscritto da tutti e quattro i membri del Comitato tecnico scientifico. Credo che la defezione dei professori Pani, Cucca, Cappuccinelli e per ultimo il professor Sotgiu, trovino ampia motivazione nella mancata presa in considerazione dei pareri espressi dal Comitato tecnico scientifico e nella perdita di fiducia basata sulla constatazione di sostanziale inutilità dello stesso. Anche su questo andrebbe fatta la necessaria chiarezza. Sia chiaro Presidente, lungi da noi ogni intento giustizialista, noi ci limitiamo ad attribuirle una chiara responsabilità politica in merito ai fatti in questione. Responsabilità che ha minato profondamente il rapporto di fiducia, che al di là degli schieramenti politici, è alla base di un corretto rapporto tra Giunta e Consiglio, tra Presidente e Consiglio, per questo abbiamo presentato la mozione di sfiducia di cui oggi discutiamo. Certo, avremmo preferito parlare di assestamento di bilancio, di DL 127, di interventi sulla sanità, della campagna vaccinale, tutti atti che attendiamo con ansia, ma ricordo che il Consiglio non si riunisce da oltre quarantacinque giorni non per responsabilità di questa minoranza e che non risultano atti perfezionati o disponibili alla discussione consiliare ad oggi.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.
GIAGONI DARIO (LEGA). Siamo qui a discutere di una mozione di sfiducia per il Presidente della Regione Sardegna che si basa su dati ed informazioni tratti da un servizio giornalistico della tv di Stato, abilmente strumentalizzato, che ha leso l'immagine dell'Isola di cui tutti noi paghiamo il canone. Siamo qui a discutere di una mozione di sfiducia che si basa quasi esclusivamente sull'ipocrisia di una certa parte politica più interessata a colpevolizzare la maggioranza, attualmente alla guida della Regione, di tutti i mali del mondo piuttosto che pensare al benessere del proprio popolo. Ai colleghi dell'opposizione che in questi giorni hanno messo il proprio viso a favore di telecamera con il solo intento di ergersi a difensori del popolo, cosa ben lontana dalla realtà, vorrei poter chiedere se la loro memoria è così corta da non rammentare quando da quel medesimo pulpito attaccavano il presidente Solinas, la Giunta, la maggioranza, di mettere a rischio la buona riuscita della stagione turistica estiva, poiché si paventava la richiesta di un certificato di negatività a quanti arrivassero in Sardegna. Hanno una memoria molto corta, così corta che durante le toccanti interviste fiume rilasciate a testate locali e nazionali si sono accidentalmente dimenticati di dire che per ubbidire, e consentitemelo in questo caso nessun termine fu mai più azzeccato, agli ordini di Roma hanno criticato, denigrato e deriso l'azione di tutela del suo popolo che la Regione voleva portare avanti. Mi viene da pensare che non erano dunque parimenti interessati al benessere dei sardi allora, come danno falsa mostra di esserlo oggi. Siamo palesemente di fronte a un'opposizione che ha millantato volontà di collaborazione, che si è detta disposta al dialogo e al confronto per il conseguimento di un obiettivo comune, volto al benessere oltre che sanitario anche socio economico della propria terra, ma che nel concreto si è dimostrata essere solo capace di azioni di sciacallaggio che hanno generato confusione e panico nei sardi, nei cittadini sardi, ma stando alle azioni dei consiglieri di opposizione questo sembra contare ben poco. Appare evidente che per loro è assai più importante la ricerca di una location fashion per giocare a fare i modelli mancati che si crogiolano tra le luci delle telecamere piuttosto che mirare a rimboccarsi le maniche e proporre azioni concrete da intraprendere. Chiedere le dimissioni di chi ha fatto il massimo che la legge consentiva per tutelare la propria terra e il proprio popolo è semplicemente assurdo, vedere poi che tra i firmatari della mozione di sfiducia vi sono gli stessi nomi di coloro i quali l'11 agosto hanno firmato l'ordine del giorno che impegnava il Presidente alla riapertura delle discoteche, ho scritto fa sorridere, fate piangere! Vedere che tra i firmatari della mozione di sfiducia vi sono coloro i quali negli anni precedenti hanno distrutto e affossato la Sardegna e la sanità senza tuttavia mai pensare essi stessi di dimettersi per non proseguire la distruzione di un sistema che oggi arriva a combattere la battaglia più importante con le ossa rotte, mi lascia perplesso e basito. Leggere nel testo della mozione che i contagi odierni possono essere ricondotti alla decisione dell'11 agosto è deplorevole, squallido e menzognero. La Sardegna era Covid free e avrebbe potuto continuare a esserlo se il Governo centrale, a voi tanto caro, non avesse puntato i piedi di fronte alle nostre lecite richieste. Pertanto appare chiaro che se c'è qualcuno che ha svenduto e disonorato la nostra Isola siete proprio voi, complici delle azioni di Roma. Forse la richiesta di dimissioni dovrebbe essere mossa a ben altri soggetti che siedono abusivamente tra gli scranni più alti del potere esecutivo nazionale, una sfiducia nei loro confronti sarebbe quanto meno doverosa, visto e considerato che quotidianamente danno mostra di non essere né capaci né meritevoli di ricoprire tale ruolo e non a chi, come il presidente Solinas e la Giunta tutta, ha cercato di dare il massimo per la lotta a una pandemia sotto i cui colpi sono crollati sistemi e organizzazioni sanitarie ben meno temprate della nostra. E voglio concludere, questo è il solito teatrino dell'opposizione che preferisce far perdere del tempo al presidente Solinas, alla Giunta e alla maggioranza e soprattutto ai sardi che sono fuori da quest'Aula. Noi abbiamo fatto una buona politica, una politica che ha cercato di ristorare i sardi, di stare attenti ai sardi quando si parla di sanità. Vi siete mai chiesti se il programma televisivo è stato super partes? Questo non ve lo siete mai chiesto.
Vi siete mai chiesti quando è stata l'ultima volta che avete visto quel programma televisivo? Siete ipocriti, siete commedianti, per non dire patetici.
La Lega è unita oggi più di prima per sostenerla, caro presidente Solinas, vada avanti!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.
MULA FRANCESCO (PSd'Az). Presidente, ma io vorrei iniziare il mio ragionamento dando la solidarietà in primis al Presidente della Regione, in quest'Aula solo il collega Piscedda lo ha fatto, probabilmente una caduta di stile anche da parte di alcuni colleghi, perché di fronte ad atti di questo tipo io credo che bisogna spendere più di una parola, perché questo è frutto di un clima avvelenato, e ho sentito pochi ragionamenti in quest'Aula dire "ci dispiace Presidente", sembra che qualcuno invece ne gioisca di tutte queste cose. Come vorrei dare la solidarietà ai colleghi, Cocciu, Satta, Giagoni per quella specie di intervista da questi pseudo giornalisti che sono arrivati in Consiglio regionale, e io penso che più di me non ci possa essere persona offesa nei confronti di quelle persone che oggi non nomino nemmeno, che indicavano il mio nome fuori dal Consiglio regionale, mi hanno inseguito per i vicoli di via Roma, vergognoso! Vi dovreste vergognare! Quello è il Capogruppo del PS'Az… e voi che cosa siete? Voi non siete nulla, perché avete venduto la Sardegna nei salotti buoni di Cagliari! Vi hanno intervistato nei salotti, proprio a vostro agio, dove dicevate: "Guardate questi lazzaroni, come si comportano! Guardate noi come siamo belli!". Vi dovreste vergognare! Ma non peraltro, di Massimo Zedda mi vergogno, nel senso che hai fatto anche il Sindaco! Di Agus io non spendo più parole, come ha detto il collega Mura, è delegittimato, lui non rappresenta che se stesso. Quindi per quanto mi riguarda quando noi andremo a fare conferenze dei Capigruppo, tu rappresenti solo te stesso, perché quando vieni e decidi con noi, poi entri in un'altra sala e chissà perché arriva qualcuno e ti fa dire altre cose. Perdonami Francesco, ma non è il modo di fare, avete venduto la Sardegna! Non è contro Solinas o contro Franco Mula, avete portato l'immagine della Sardegna a dire guardate da dove arriva il male, siamo noi che abbiamo contagiati i turisti. Siamo noi! Perché l'avete descritta così! Tanto le elezioni le avete perse e le perderete di nuovo, ma sapete perché? E mi meraviglio di un'altra cosa, del Partito Democratico, perdonatemi, caro Gianfranco tu sai la stima che nutro nei tuoi confronti, perché vi siete fatti trascinare, ma sapete perché vi siete fatti trascinare? Perché i cari signori che io nemmeno nomino, qualcuno parla del PSd'Az si dovrebbe lavare la bocca, probabilmente qualcuno dovrebbe pensare che fine sta facendo il proprio partito, che ormai è sparito a livello sardo probabilmente, e sta sparendo a livello nazionale, e probabilmente alle prossime elezioni non sapremo nemmeno dove andranno a finire, però parlano del PSd'Az! Oppure qualcuno che dice, parla di sanità, vado qui, vado là, è tutto chiuso, probabilmente ha sbagliato non è andato all'ospedale è andato a Lourdes, qualcuno, probabilmente! Però il Partito Democratico perché? perché vi hanno scaricato, perché tutti quelli che hanno firmato la mozione vi hanno attaccato, vi hanno attaccato, e vi hanno portato nel solco di poter firmare quella mozione. Ma, signori, scusate, la seduta dell'11 agosto, per i distratti, qualcuno della maggioranza ha sollevato il problema per dire discoteche, qualcuno di noi ha detto qualcosa? È il signor Agus che ha sollevato il problema e in primis il signor Zedda, che che lui ne dica, guarda è qui, hanno sollevato il problema, poi dicono è stato montato il servizio, però dicono "attenzione che qui c'è gente che ha fatto degli investimenti, ci sono le discoteche, e forse è meglio portare tutta questa gente nei posti dove sono autorizzati, che non fare le feste in spiaggia eccetera", questo c'è scritto. E io mi ricordo in quella seduta che io personalmente andai a parlare col Presidente, perché io sono anche il primo firmatario di quella mozione, ho detto cosa vogliamo fare? Valutiamolo. E in quel momento le discoteche in Sardegna erano chiuse, ma erano aperte ovunque, cosa che ho detto in quella specie di intervista da quell'ergastolano, scusatemi, che è arrivato ad intervistarmi, che provava ad estorcermi delle cose, che alla fine ho detto: "Scusate, mi volete intervistare, vuoi ascoltare quello che ti dico, o vuoi che io ti dica le cose che tu vuoi sentir dire?2. Cioè, le discoteche erano aperte ovunque in Italia, ma perché state venendo a farci il processo a noi, perché ci fate il processo a noi? Ma è vero che qui è partito il virus e avete contagiato perché è partito da qui il virus? Allora, l'11 agosto, quando il presidente Solinas ha firmato l'ordinanza avevamo 6 ricoverati ordinari, zero in terapia intensiva e 72 asintomatici in isolamento domiciliare, questi sono i dati. C'è un altro dato che due giorni dopo che sono state chiuse le discoteche il dato era uguale. Allora io vorrei capire questa cosa o è strumentale, perché non è che ce lo siamo inventati noi, l'avete sollevato voi il problema, e poi mano a mano vi siete tirati indietro. E ripeto a me veramente dispiace non il danno fatto a Franco Mula che non me ne frega nulla, scusate il termine, o al presidente Solinas, il danno che avete fatto a questa terra. E io spero che su questa cosa la gente veramente ci rifletta su quello che voi avete fatto, non è l'incoscienza del presidente Solinas, il danno che ci avete fatto, mentre gli altri ci chiudono porti, aeroporti e dobbiamo fare il test sanitario per poter andare nella regione Lazio, a noi ancora ci chiudono perché sembriamo gli appestati. Vi dovreste vergognare!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (Progressisti). Presidente, se questa storia fosse un quadro sarebbe un Magritte, ispirato al tradimento delle immagini, e si intitolerebbe "Il tema non è la riapertura delle discoteche", perché se il tema fosse solo quello, oltre che ad accomunarla ai suoi colleghi Presidenti di Regione, da Zingaretti a Emiliano, a Bonaccini, lei si potrebbe giustificare semplicemente dicendo che all'epoca nel mondo erano in tanti addirittura a mettere in dubbio la stessa possibilità di una seconda ondata, tra i tanti il principale capo di Stato dei Paesi del mondo libero, l'ex presidente Donald Trump, come alibi politico sarebbe più che sufficiente a giustificare ogni sua decisione, ma il tema non è quello. E mi dispiace, anzi mi stupisce che la maggioranza abbia sprecato i suoi interventi per non discutere del tema. Il tema è che il Presidente della Regione ha mentito e continua a mentire ai sardi su temi connessi alla loro salute, perché sulla vicenda del parere, Presidente, si può trovare una spiegazione solo ricorrendo ai principi di meccanica quantistica, quelli che negli esperimenti mentali consentono ai gatti di essere contemporaneamente vivi e morti, solo così si può continuare, senza sorridere, senza prendere in giro l'interlocutore, a discutere ancora di un parere che esiste e contemporaneamente non esiste, è favorevole e contrario, è orale e scritto, è collegiale e individuale, senza cadere in contraddizione o nel ridicolo. Non entro nel merito degli aspetti amministrativi e penali, non mi interessa ed è competenza di altre aule, rilevano però gli aspetti politici, perché questa cortina fumogena su un argomento in cui la chiarezza avrebbe risparmiato tanti mal di testa a voi e tanti problemi ai sardi non è chiara, perché come sempre accade a bugia segue bugia, e a dubbio segue dubbio. Ora anche alcuni temi che appena qualche settimana fa nessuno di noi avrebbe osato nemmeno immaginare ora diventa lecito chiederli anche in quest'Aula. Perché così poca chiarezza? Perché tanti ritardi? Undici giorni tra l'ordinanza che scadeva il 31 luglio e la proroga dell'11 agosto, perché se era un atto quasi inevitabile firmato da altri Presidenti? Lo dico perché in un'intervista, appunto, quella rubata, quella carpita, quella di cui tanti hanno parlato, un collega autorevole di maggioranza ha parlato di contagi in aumento, ma i contagi in quel periodo, almeno dai dati trasmessi dall'ATS in nostro possesso non risultano in aumento. E allora mi chiedo, non è che c'è qualche informazione di cui il Consiglio regionale non fosse a conoscenza? Prima domanda.
La seconda riguarda il fatto che in quella dissertazione in Aula si discusse anche di controlli. Allora mi chiedo quanti controlli in quei giorni ha fatto il Corpo forestale? Quanti ne hanno fatto le altre forze di polizia su sua sollecitazione, visto che le era stato chiesto anche di interloquire con prefetti e questori? Sono temi seri. Non solo, la mozione di sfiducia è un atto necessario, e non è una perdita di tempo. Il Consiglio si riunisce solo oggi, dopo più di un mese dall'ultima volta, anche allora fu l'opposizione a convocare il Consiglio usando la potestà regolamentare che dà modo all'opposizione di forzare il Regolamento, un mese fa, per tornare a una riunione convocata da voi bisogna tornare a 46 giorni fa. A chi si chiede, anche a anche a casa magari, tra quelli che stanno seguendo, cosa ci siamo persi, a cosa abbiamo rinunciato per discutere di questo, niente! Non ci siamo persi niente, perché non sarebbe accaduto niente oggi, così come non è accaduto niente durante l'ultimo mese, ed è un atto necessario ora, perché c'è il dubbio che anche le informazioni trasmesse a Roma su contagi, su tamponi, su ricoveri, su posti letto, sul personale delle terapie intensive siano vergate con lo stesso inchiostro usato per scrivere i pareri del Comitato tecnico! E su questo dubbio noi non possiamo fare un passo indietro, abbiamo bisogno di avere chiarimenti ora, e se serve la mozione di sfiducia per riunire l'Aula e discuterne, usiamo la mozione di sfiducia e siamo fieri di averla sottoscritta, perché è la gestione complessiva dell'emergenza a essere carente, ci sono decine di proposte della minoranza: leggetele, applicate, verificate che le informazioni contenute siano corrette. Ci sono decine di interrogazioni che segnalano problemi o denunciano fatti e atti gravi e gravissimi: risolvete quei problemi, rispondete alle interrogazioni, la tutela più grande per l'istituzione è nel non far marcire quei temi, quelle questioni, ed evitare che un domani diventino magari questioni buone per la cronaca nazionale, come è già successo, o per le altre istituzioni con compiti di controllo. Questo fa perdere peso e prestigio all'istituzione.
C'è chi scambia il linguaggio istituzionale e i modi costruttivi per debolezza, non si faccia quell'errore, non è questione di passi quanto di capire che quando si supera il segno, quando ci si considera non come un eletto pro tempore ma come un qualcuno dispensato dal rispetto delle leggi, allora non ci si può permettere non solo di essere deboli ma anche di apparire deboli. Il limite lo avete superato da tempo, la sensazione è che abbiate confuso l'appello del presidente Mattarella con la concessione di un diritto di razzia che noi non vi daremo mai, non vi sarà permesso né adesso né mai!
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az), Presidente della Regione. Grazie Presidente. Signori del Consiglio, raccontò Winston Churchill alla fine della sua carriera un aneddoto significativo. Raccontò che, nella dialettica piuttosto pesante con una rappresentante nella Camera dei Lord piuttosto avversa alla sua linea politica e alla sua persona, questa, in una infuocata seduta a chiusura del suo intervento, disse: "Badi, se io fossi stata sua moglie, avrei messo del veleno nel tè delle cinque". La sua risposta fu laconica e assolutamente interessante, perché disse: "Se lei fosse stata mia moglie, io quel tè l'avrei bevuto certamente". Allora credo che qui, rispetto a questa mozione di sfiducia, ci sarebbe da dire che ci sarebbe il tanto non per le dimissioni del Presidente ma per le dimissioni dalla politica sarda davanti allo spettacolo indecoroso che avete inscenato; una strumentalizzazione senza precedenti che, incurante del danno di immagine alla Sardegna, alla sua reputazione turistica nazionale e internazionale, ha utilizzato la pandemia e la grave emergenza che il mondo sta affrontando in questo momento per cercare di dare una spallata politica alla mia persona e alla maggioranza che mi sostiene. È talmente vergognoso questo atteggiamento, soprattutto da parte di qualche novello Torquemada che, anche negli interventi di stasera, anziché svolgere ragionamenti politici ha cercato di rappresentare la figura di un Presidente e di una maggioranza di lazzaroni, di gente fuori dalle regole, di mentitori seriali che non fanno altro che ingannare il popolo sardo: ma come vi permettete!
(Interruzione)
Non si può sentire lei e abbia l'accortezza di stare zitta perché gli altri l'hanno ascoltata! Ed è vergognoso che lei sia apparsa in diversi filmati divulgati dove ha avuto il coraggio di dire che io avrei sottoscritto l'ordinanza un'ora prima dell'ordine del giorno: una calunnia, così si chiama, perché non è un fatto corrispondente al vero.
E allora, siccome di verità qualcuno qui si è riempito la bocca questa sera, e di libertà, di concetti elevati, la verità ha due aspetti, uno è semplice perché è l'aspetto ontologico, una cosa è o non è, l'altro è gnoseologico e attiene alla conoscenza, però la verità gnoseologica, caro onorevole Ciusa, visto che lei l'ha citata, è collegata all'esigenza di onestà intellettuale, di buonafede, di sincerità, e questi sentimenti e questi concetti nelle ricostruzioni che si sono fatte non c'erano di certo, anzi hanno latitato, e voi soprattutto che siete la rappresentazione, come Gruppo, del trionfo dell'oclocrazia, credo che dobbiate interrogarvi, quando l'onorevole Li Gioi ricostruiva il tutto, su come si possa essere in buona fede quando si è rappresentanti di un Governo che ha secretato i verbali del proprio Comitato tecnico scientifico, che ha mandato i banchi a rotelle in sostituzione delle distanze di sicurezza, che ne ha fatto di ogni, come fate, quando in nessun'altra Regione d'Italia davanti ad un'emergenza come questa c'è un'opposizione che abbia utilizzato uno strumento come la mozione di sfiducia, ma soprattutto gli strumenti di coinvolgimento di trasmissioni televisive… perché so bene che non si finisce con Report, so bene le interlocuzioni che avete, che state sviluppando, e quindi non ci stupirà il contenuto di Piazza pulita di questa settimana, non ci stupirà neanche il tentativo, talmente avete a cuore la salute dei sardi, di vagare nella ricostruzione dal "manca il parere" a "il parere c'è ma quello non è un parere", "ma non è un'epidemia colposa, c'è il falso ideologico, c'è il falso in atto pubblico", "no, ma quelle nomine non si potevano fare". Qualcuno si è dedicato a cercare di costruire non ragionamenti per tutelare la salute dei sardi, sono ragionamenti che tendono a minare la stabilità della maggioranza, e non sotto il profilo politico.
E allora, proviamo a dire invece che cosa è successo sotto il profilo sanitario, perché siamo di fronte a una pandemia di portata epocale dove nel mondo nessun sistema sanitario era pronto ad affrontare una veemenza di questo tipo, e dove, grazie al sacrificio di tutti, in primis a chi sta in prima linea senza strumentalizzazioni, fino ad oggi la regione Sardegna continua a essere la regione che ha minor tasso di diffusione virale, che ha una risposta, per quanto faticosa… certo, nessuno lo può negare, nessuno può dire che non ci sia nel sistema sanitario un affaticamento, ma quando qualcuno in quest'Aula evoca le file delle ambulanze e i reparti in sofferenza ha guardato che questo succede in tutto il mondo? O è solo un problema della Sardegna? È solo un problema che deriva dalla forma di un parere in un'ordinanza del Presidente di tre mesi fa, quando lo stesso direttore dell'Istituto superiore di sanità, il dottor Rezza, ha chiarito in maniera incontrovertibile che non c'è alcuna dipendenza dal fenomeno delle discoteche aperte in Italia ad agosto rispetto alla ripresa dei contagi di settembre. E questo è certificato anche dall'andamento della curva epidemiologica, perché tutti i valori si possono vedere, sono certificati, non da noi ma dallo Stato, e ci dicono che quelle aperture non hanno determinato proprio nessun cataclisma, nessuno orlo del baratro. Anzi, se proprio dobbiamo dirla tutta, siccome questo Presidente è stato il più prudente in Italia rispetto a tutti gli altri colleghi nell'adottare le proprie misure, e lo ha fatto sempre, c'è da dire che quando abbiamo proposto dalla chiusura degli aeroporti e dei porti nella prima fase fino alla richiesta dei certificati di negatività per l'accesso e l'uscita nell'isola a settembre l'ordinanza con la quale disponeva l'obbligatorietà dei controlli è stata impugnata dal Governo. E il Tribunale amministrativo della Sardegna in due pronunciamenti successivi, uno monocratico del suo Presidente, uno in camera di Consiglio, ha certificato che la mia ordinanza doveva essere respinta perché in Sardegna non vi era alcuna emergenza sanitaria. Un tribunale di questo Paese, non le parole del Presidente o della Maggioranza che lo vuole difendere. E allora che senso ha aver cercato di rappresentare e dare all'esterno l'immagine di una Regione malata, contagiata e contagiosa per gli altri, quando tecnicamente non era possibile, in Sardegna il virus non circolava, la siero prevalenza era pari a 0,3 e se in quest'Aula non c'è nessun positivo che entrino 100, 200, 1000 persone non potrà uscire nessun positivo. Perché non è il luogo che contagia, il virus cammina sulle gambe degli uomini, e i controlli vanno fatti sulle persone. E se in Sardegna il virus non c'era chi l'ha portato e chi è arrivato senza controllo, e non sono io a non aver voluto i controlli. E credo che sia ora di finirla con questo tentativo di mistificazione, bugie, bugie, ma questi termini hanno un peso, non pensate di poterli pronunciare così gratuitamente, qui non ci sono né bugie né alibi, qui c'è chi dallo scoppio dell'emergenza ha lavorato per cercare di costruire un sistema ordinato e che dia risposte. E se oggi ci sono 517 ricoveri non intensivi e 67 in terapia intensiva significa che questi posti letto ci sono, e a febbraio non c'erano, e quindi qualcuno li ha fatti, i programmi sono stati fatti e sono stati anche messi in pratica e sono programmi modulari. E prima di andare a chiudere altre discipline abbiamo cercato di preservare l'intero sistema. In Sardegna c'è ancora chi fa il parto antalgico, ci sono ancora prestazioni di oculistica, io che sento i miei colleghi, provate a chiedere nella provincia autonoma di Bolzano, che è un extra LEA, ed è una provincia presa a riferimento, da quanto tempo hanno chiuso tutte le altre discipline. Certo se l'andamento della curva continuerà con questa veemenza in tutto il Paese, in tutta Europa, in tutto il mondo per far fronte all'esigenza di posti dovremo pagare un prezzo, dovremo fare un sacrificio, dovremo scegliere a chi dare priorità. In questo momento la priorità è planetaria, è quella di offrire cure a chi purtroppo è contagiato dal Covid.
State creando un clima che vi chiedo di rivedere e rivalutare finché siamo in tempo, perché avvelenare il dibattito politico fino a questo punto, e ve lo dice uno che è entrato in dispositivo di sicurezza per aver ricevuto minacce di morte, e ha la famiglia come obiettivo sensibile, ha le proprie residenze, la propria auto, ebbene vi sembra una cosa civile che qualcuno dia l'indirizzo della casa di un soggetto a dispositivo di sicurezza, che venga sorvolata da un drone, che qualcuno ci arrivi con la telecamera e mostri su una trasmissione televisiva, all'universo mondo, quale sia la propria casa, la propria residenza esponendo se stesso, i familiari, gli affetti ha un rischio assolutamente grave. Ecco anche in questo ho ricevuto, e ringrazio, la solidarietà da parte di diversi Consiglieri, Gruppi e significativamente un assordante silenzio da parte di altri. Questo clima di odio, di strumentalizzazione, di mistificazione non aiuta nessuno chiaramente, vado oltre la mia singola persona che può contare quello che conta, ma credo che chi alimenta questo clima e questa situazione debba sentire la responsabilità di essere il mandante morale delle conseguenze che può avere questo clima. Chiedo quindi che ci sia una riflessione profonda, attenta prima di proseguire su questa strada. Anche perché, torno a dire, stiamo impegnando il tempo in quest'Aula su una discussione surreale mentre ci sono problemi che vanno affrontati e che hanno bisogno dell'impegno di tutta la classe politica; io personalmente ho coinvolto anche tutti i Capogruppo dell'Aula, insieme al Comitato tecnico scientifico per affrontare delle discussioni, e anche in quella sede questo coinvolgimento, questa discussione, questo dibattito non è approdato purtroppo a dei provvedimenti condivisi. Questo non significa che la politica non si possa e non si debba ristrutturare in quest'Aula e fuori da quest'Aula, soprattutto. Perché è vero, onorevole Deriu, quando lei usa la metafora dell'essere incatenati, che qualcuno si può incatenare ad una maggioranza, ma è vero anche che ci si può incatenare ad una minoranza e nell'uno e nell'altro caso, in questo momento, il rischio vero è che con le catene soprattutto alla testa più che alle braccia non si possa affrontare in maniera efficace l'emergenza che abbiamo davanti.
Noi lo abbiamo fatto in maniera chiara presentando un piano per i prossimi 40 giorni, dicendo con chiarezza in quel piano con un diagramma di Gantt cosa sarebbe successo di giorno in giorno, di settimana in settimana, sia nel potenziamento dei posti letto, sia nel trasferimento di alcuni reparti, di alcuni ambulatori, per offrire un'adeguata risposta a questo momento di crisi. Ecco tutto questo significa avere una pianificazione, significa poter dire ai sardi fuori da quest'Aula che si sta lavorando, in quale verso si sta lavorando. Se poi la risposta deve essere: non è nulla sotto controllo, diamo un segnale che tutto va male che non funziona nulla, io vorrei capire qual è il risultato utile che andate perseguendo. Perché non è una proposta di come far funzionare meglio il sistema, è semmai un allarme verso l'esterno che rischia di far precipitare alcune situazioni. E allora senza nascondersi e dicendo con chiarezza che la pandemia è un problema di proporzioni colossali, che riguarda non solo la Sardegna ma l'Italia e il pianeta, abbiamo tutti bisogno di grande senso di responsabilità in questo momento, non è questo il momento per strumentalizzare, forzare, per cercare di ottenere risultati che sono al di là del bene comune in questo momento, per la competizione politica, per misurarsi su tutto il resto ci sarà tempo, mi auguro nel più breve tempo possibile, perché significherà che abbiamo superato questa fase emergenziale, ma, credetemi, è necessario che si torni a fare la politica e non l'Aula dove si sentono requisitorie, piuttosto che interventi politici. Io personalmente ho detto all'inizio di questa legislatura che avrei dedicato ogni mia energia al bene di quest'isola, e confortato da una maggioranza che ringrazio continuerò in questo solco. Il confronto, qualcuno ha detto più volte che tiene il conto delle sedute in cui c'è una presenza, non c'è, ora non vorrei banalizzare, ma il confronto è sui temi e non si misura in numero di sedute perché, spesso e volentieri, nelle sedute nelle quali si sono discusse interpellanze, interrogazioni c'era una rappresentanza ben qualificata della Giunta per materia, e ha dato risposte, recepito critiche, osservazioni sulle quali ci siamo poi confrontati e abbiamo comunque portato avanti ragionamenti, iniziative, progetti e programmi. Vorrei dire un'ultima cosa sulle ordinanze, perché si è fatta veramente una confusione senza limiti. Le lettere di dimissioni alle quali fate riferimento sono tutte motivate, e sono motivate per iscritto, se poi voi riuscite a dare interpretazioni autentiche di segno inverso a ciò che c'è scritto francamente state continuando ad alimentare un dibattito che, a mio avviso, rispetto alla soluzione dei problemi del Covid in questo momento non offre alcuna soluzione, né alcuna prospettiva. Gli scienziati del Comitato tecnico-scientifico hanno dato un contributo prezioso, sono tutte persone di ottima qualità e qualificazione scientifica, questo marasma mediatico che è stato creato ha soltanto alimentato una confusione che, dal mio punto di vista, non obnubila, né oblitera le cose buone che si sono fatte con una delibera istitutiva che diceva con chiarezza che il Comitato è ispirato alla massima semplificazione e celerità. E quindi mille e mille volte i pareri sono stati pareri resi in forma sintetica, resi da un solo componente a nome di tutti gli altri, non c'è niente di cui meravigliarsi, credo che ancora una volta si sia cercato su questo fatto una forzatura piuttosto evidente, per di più su un fatto di agosto richiamato strumentalmente a novembre in condizioni epidemiologiche diverse per cercare di creare un accostamento suggestivo a vicende che non hanno alcuna attinenza. Spero che da questa mozione si possa mettere un punto fermo sulle polemiche e si possa cominciare a dire ai sardi quali sono le proposte per fare, se necessario, di più e meglio. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, signor Presidente.
Ha domandato di replicare il consigliere Michele Ciusa. Ne ha facoltà.
CIUSA MICHELE (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto ci tengo a dare la mia solidarietà per le minacce che ha ricevuto senza se e senza ma, ci tenevo proprio da quel punto di vista, però il fatto è politico e non si può naturalmente negare, bisognerà affrontarlo, discutere. Io credo che i sardi in queste ore, chi ha potuto seguire il dibattito avrà sentito le ragioni dell'una e dell'altra parte, e secondo me la situazione è chiara. Presidente Solinas, lei ancora una volta ha dimostrato di essere un abilissimo oratore, per questo le faccio sicuramente i complimenti, ma per quanto mi riguarda io e anche altri colleghi abbiamo sottoposto delle domande, ma non perché deve essere un interrogatorio, assolutamente no, ma perché questa è la massima Assemblea sarda e serve trasparenza per il ruolo che lei ricopre, ed era necessario che lei chiarisse in maniera netta, senza appunto lasciare ombra sul suo operato. Io sinceramente queste risposte non le ho sentite, ma sottolineo che quelle domande che noi abbiamo posto sono le stesse domande che si pongono tantissimi sardi, che meritavano una risposta, ripeto una risposta anche di responsabilità, di trasparenza e questo secondo me è mancato. Pertanto la mozione è un atto più che giusto dal mio punto di vista, tenuto anche conto di come ci si sta muovendo in virtù di questa seconda ondata. Io l'ho detto anche un mese e mezzo fa quando ci siamo riuniti per parlare di sanità, è difficile gestire una pandemia, ma non c'è stata a monte nessuna organizzazione, nessuna programmazione. Questo è un dato che soprattutto viene sottolineato da chi è in prima linea in questa lotta durissima che stiamo combattendo tutti contro il virus, dagli stessi operatori sanitari. Chiedono un aiuto concreto sperando che non sia troppo tardi, perché di giorno in giorno in Sardegna i numeri di chi ha bisogno di un letto in terapia intensiva crescono, è un dato chiaro, e ormai siamo arrivati a un livello di guardia che non ci può certo far stare sereni. Del resto, Presidente, circa un mese fa annunciava che in Sardegna si poteva fare un lockdown, uno stop and go, si chiami come si vuole, ma quando ha capito che dal Governo nazionale sarebbero arrivate misure di contenimento necessarie per fronteggiare il Covid allora lei ha cambiato subito posizione. Ecco, io ancora oggi ho sentito questo solito balletto, scaricare le colpe sempre sul Governo nazionale, è il solito ritornello. Io vi dico che dovete dire apertamente una cosa, che la sanità è una vostra prerogativa, cioè è in capo al Governo della Regione, questo va detto in maniera chiara. Anche per quanto riguarda il trasporto pubblico locale perché non vi assumete le vostre responsabilità? Non avete fatto niente anche su questo versante e volete far pesare le vostre mancanze agli studenti. Ci vogliono dei dati chiari che certifichino una possibile chiusura delle scuole, come annunciato qualche giorno fa dall'assessore Nieddu, perché sennò non si capisce il gioco. Dire che noi, il Movimento 5 Stelle, anzi il Ministro Azzolina si batte affinché gli studenti possano stare il più a lungo in Aula. Io mi domando se questo è un atteggiamento responsabile, quello di scaricare sempre verso gli altri le colpe, le quali colpe dovreste assumervene voi in prima persona. Quindi il tema è quello della responsabilità. Noi abbiamo votato con senso di responsabilità la finanziaria e sempre abbiamo offerto alla Giunta le nostre proposte che sono agli atti, ed è possibile verificare sul sito del Consiglio, sono tutti atti trasparenti. Per questo io e tutto il mio Gruppo voteremo favorevolmente a questa mozione di sfiducia. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ciusa.
Adesso indico le votazioni, ci vuole qualche consigliere. Bisogna iscriversi. È bloccato di nuovo il sistema, non so cosa dire.
Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LAI EUGENIO (LEU). Grazie, Presidente. Non mi iscrivo alla politica che vuole sconfiggere il proprio avversario attraverso l'azione di organi terzi, non l'ho mai fatto, non lo abbiamo mai fatto, abbiamo sempre portato all'interno di quest'Aula, nei nostri ragionamenti e nelle nostre discussioni, problemi reali che vivono i sardi e vive la nostra isola. La violazione di spazi personali non la condivido, Presidente, da questo punto di vista mi dispiace, non la condivido nei suoi confronti, non l'ho condivisa nei confronti del Ministro Speranza, e credo che sia uno sbaglio non scindere l'azione politica dalla privacy alla quale ognuno di noi, come singolo, ha diritto. Però, Presidente, nel suo intervento, oltre a richiamare al senso di responsabilità che queste opposizioni hanno già dimostrato in diverse occasioni, non è entrato nel merito delle sue scelte. Neanche oggi ha discusso e ha spiegato non alle opposizioni, ma ai sardi, il perché delle sue ordinanze, il perché delle sue scelte, il perché di determinate decisioni, anche l'azione, il dialogo di molti colleghi della maggioranza si è solo soffermato alla puntata di Report, si è solo soffermato sul fatto di dire "vergogna, le opposizioni stanno sollevando…", badate, non sono le opposizioni, sono i sardi, sono i sardi che stanno chiedendo trasparenza, sono i sardi che le stanno chiedendo di non sentirsi abbandonati a se stessi, e il danno di immagine, Presidente, non lo stanno creando i consiglieri di opposizione con la mozione di sfiducia e con la richiesta di trasparenza, il danno di immagine è riconducibili a tutte quelle parole che sono state dette nelle puntate a cui si è riferito anche lei, nelle puntate di Report, dicendo "non volevamo ammazzare la Sardegna, avevamo già l'idea…" ma di che cosa stiamo parlando! Il danno di immagine è questo per i sardi, il danno di immagine è richiamare una classe politica che è distante dai reali bisogni della propria gente, il danno politico e il danno di immagine i sardi lo chiedono quando non si ha trasparenza, perché se si spiegano le cose, si è chiari, si è leali e corretti, badate non c'è bisogno di mozione di sfiducia, c'è solo bisogno di una politica che metta nero su bianco, con chiarezza, il perché delle proprie decisioni. Ed è per questo che come Gruppo di LEU confermiamo la votazione favorevole alla mozione di sfiducia, perché le chiediamo Presidente di cambiare modo, le chiediamo di cambiare metodo, abbiamo bisogno di una classe che ci guidi trasparente, non mi interessa che continui ad attaccare il Governo nazionale, quello di cui accusa il Governo nazionale lo sta facendo lei qui in Sardegna, non si sta minimamente discostando da quella linea. Quindi, Presidente, nel votare la mozione di sfiducia le chiediamo decisamente più coraggio, più trasparenza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie, Presidente. In premessa dico subito che se il Presidente della Regione è sotto minaccia e ha non so quale il livello di sicurezza determinata dalla Prefettura dispiace, non fa certamente piacere, ovviamente, per nessuno, però Presidente il passaggio successivo invece è grave. Guardi, molti di noi sono stati sotto scorta, personalmente sono stato sotto scorta, scortato da quattro agenti, per tre mesi, il collega Corrias lo stesso, ed ero sotto scorta sotto elezioni, nel 2016, nessuno di noi però ha usato l'argomento della sicurezza personale per cercare di zittire l'opposizione e scaricare addirittura episodi più gravi a seconda e per responsabilità dei termini le parole e le azioni dell'opposizione; questo non si fa, ed è stata l'ennesima caduta di stile. Così come non è lei, né altre colleghe e colleghi della maggioranza, che devono attribuire la patente all'opposizione: una parte buona, dialogante e l'altra parte cattiva; la patente alle maggioranze e alle opposizioni, se buone o cattive, le attribuiscono gli elettori, si vedrà, vedremo. L'altro aspetto è che lei continua… ovviamente non ha potuto dire che il vero danno d'immagine è stato arrecato alla Sardegna da, vogliamo dire alcune dichiarazioni fuori luogo, per usare un eufemismo, da parte di esponenti della maggioranza, tant'è vero che a rivedere le nostre di interviste noi non avevamo alcun sospetto circa le dichiarazioni rilasciate in quella intervista da esponenti della maggioranza, tanto è vero che noi avevamo semplicemente un dubbio, dopo 90 giorni dall'accesso agli atti e senza avere ottenuto un documento, circa l'esistenza o meno di quel documento. Siete voi che avete creato un danno di immagine alla nostra Isola, e anche sui test di ingresso, Presidente, altre regioni l'hanno fatto, sa benissimo che il tema è l'obbligatorietà di quel test, ma voi avevate la certezza dell'incapacità di poter attivare quei controlli negli aeroporti, è per quello avete fatto cose che non si potevano fare e vi siete fatti bocciare quei provvedimenti. In altre regioni quei test si potevano fare all'ingresso, in modo volontario, smettiamola anche con queste cose qua, perché qualche volta la verità fa bene a tutti e si può anche, dopo raccontata la verità…
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
GANAU GIANFRANCO (PD). Grazie. Intanto inizio esprimendo solidarietà per la grave violazione della privacy che non trova nessun tipo di giustificazione, così come ci siamo espressi come Gruppo del Partito Democratico con la solidarietà quando ci son state le minacce, e quindi su questo credo che non ci siano equivoci, però vede, Presidente, nel suo intervento lei ha fatto riferimento allo spettacolo indegno e al danno di immagine che la Sardegna ha avuto a seguito di questa ondata mediatica, ecco, io credo che questa ondata mediatica sia motivata e nasca esclusivamente da esternazioni che vengono da parte della sua maggioranza, questo è il termine vero della questione, così come pure parlare di una mancata relazione, di non certificata relazione tra aumento dell'estensione dell'epidemia di Covid a seguito o meno dei provvedimenti assunti, anche questo non si può dire con certezza, di certo c'è che a quindici giorni da quel provvedimento c'è stato un incremento che ha portato da 2 a 50 casi in Sardegna, con una diffusione nei territori dell'entroterra dove invece prima non era presente. E poi sull'efficienza degli interventi modulari, e soprattutto sulla tempestività degli stessi, ci sarebbe tanto da discutere, cosa che abbiamo provato a fare più volte senza trovare gli spazi idonei, così come pure sul milione e 400 mila prestazioni diagnostiche che sono in arretrato, certamente a seguito dell'epidemia da Covid che sta mettendo in crisi le strutture sanitarie, ma anche a seguito di mancati provvedimenti che compensino queste limitazioni che sono previste negli ospedali, ma di questo credo che avremo modo e tempo per discuterne in altra sede. Ribadisco il voto favorevole alla mozione a nome del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Desirè Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA DESIRÈ (M5S). Grazie, Presidente. Vede, Presidente, io non sapevo che lei avesse avuto delle minacce di morte, o una palese violazione della sua privacy, e quindi, come ho fatto in precedenza pubblicamente quando ho visto le scritte sul muro contro di lei, le esprimo assolutamente la nostra, la mia piena solidarietà, perché vede, Presidente, quando esprimo una mia opinione, una mia posizione, piuttosto che una mia idea lo faccio sempre e solo ed esclusivamente sul piano politico, non è né mio costume né mio uso andare ad attaccare mai la persona, per cui riporterei quella che è l'attenzione su quella che è la differenza di visione politica che c'è tra me e lei, una differenza abissale, che ribadisco anche in questa dichiarazione di voto. Per cui niente a che vedere con la sua persona, con la sua vita, ci mancherebbe altro, che rispetto in assoluto, ma una visione politica, una visione della realtà, dello spaccato di vita completamente diametralmente opposta. E questo, caro Presidente, mi sia consentito andare sia a parlarne che anche a discuterne. Le sfugge un particolare, Presidente, nel suo discorso evidentemente non l'ha sottolineato; è vero, ha ragione, ci sono momenti di grandissima difficoltà che sta vivendo la Sardegna dal punto di vista sanitario, e non solo la Sardegna ma, ha detto bene lei, a livello mondiale, quindi il mondo, non solo la Sardegna, dove non si deve solo ed esclusivamente fare opposizione ed è per questo motivo che evidentemente le suggerirei, caro Presidente, prima di parlare di un'esclusiva attività di opposizione di andare a verificare quante e quali proposte sono state presentate dal nostro Gruppo da febbraio ad adesso. Io non credo che lei le abbia neanche lette, molto probabilmente se lo avesse fatto, Presidente, forse in qualcuna di queste proposte avrebbe anche trovato non dico la soluzione, ma terreno di confronto che magari sarebbe anche servito a darle una mano. Rinnovo la nostra posizione nel voto favorevole per questa mozione di sfiducia da noi presentata.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (Progressisti). Grazie Presidente, in primo luogo per esprimere la solidarietà al Presidente della Regione per gli attacchi e le minacce subite. Dopodiché non ho intenzione, in questa breve replica, di sottolineare i suoi silenzi. Si pecca coi pensieri, con le parole, con le opere e anche con le omissioni. Le sue omissioni anche oggi sono agli atti e giustificano ancora di più il nostro voto favorevole alla mozione di sfiducia. Preferisco usare questo poco tempo per ricordare a tutti qual è la posta in gioco. La Sardegna ha le condizioni migliori possibili per uscire prima del resto d'Europa dalla crisi sanitaria. Siamo isolati dal resto del continente, abbiamo un numero di abitanti di poco superiore a quelli contenuti nella sola città di Milano, degli abitanti residenti nella sola città di Milano e una densità di popolazione un centesimo rispetto a quella metropolitana milanese, però quelle caratteristiche eccezionali per uscire prima degli altri dalla crisi rischiano di diventare la nostra tomba, perché quando la crisi sanitaria colpì i bergamaschi e i bresciani durante la prima ondata ci fu la possibilità di trasportarli in ambulanza nella Regione Veneto, nelle strutture dell'Emilia Romagna, negli ospedali della Regione Lazio. Fu così che molte persone furono salvate, furono curate, furono ricoverate nei reparti ordinari e in terapia intensiva. Noi quella possibilità, colleghi, non l'avremo per noi e per i nostri cari. Quel numero che vediamo oggi, quel 67, che ci dice di essere arrivati ormai a ridosso del 40 per cento di riempimento delle terapie intensive, è un segnale d'allarme che da un giorno all'altro, e il giorno è oggi perché sono fatti che purtroppo stanno accadendo anche in queste ore, rischiano di privare delle cure salvavita i sardi, i nostri cari e i cari dei nostri cari. Per cui di fronte a una responsabilità così grande l'auspicio che tutti noi vogliamo sottolineare e vogliamo trasferirvi è che tutti gli altri discorsi, tutte le discussioni, anche quelli che purtroppo occupano le Commissioni, possono aspettare perché ora forse è urgente, ed è l'unica parte del vostro discorso che sento mia, occuparci della salute dei sardi. Ci sono tanti atti all'attenzione dell'Assessorato alla Sanità e delle Commissioni che meritano di essere discussi, bisogna però chiederci cosa ha impedito in questi due mesi non certo di iperattività…
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare la consigliera Maria Laura Orrù per dichiarazione di voto. Ne ha Facoltà.
ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie Presidente, giusto per intanto chiarire che le questioni personali, che siano rivolte al Presidente, a qualunque Assessore, a ognuno di noi dispiacciono, dispiacciono ma in questo momento voi avete anche la responsabilità di tutelare ognuno di noi, perché tutta la politica oggi può essere attaccata da prese di posizioni che non siano chiare e trasparenti come è stato detto più volte. Ciò non toglie che in passato sono stati utilizzati i social media per mandare messaggi contraddittori, lanciare iniziative politiche delle quali non si è saputo più nulla e diffondere spesso anche delle fake news di cui nessuno di noi ha bisogno. Poi potete pure fare una caccia alle streghe tra noi dell'opposizione, ma a parer mio è una perdita di tempo, soprattutto adesso che le energie andrebbero davvero usate per governare bene e con coscienza. E mi rivolgo anche ai colleghi di maggioranza: concentratevi sulle tante emergenze di questo periodo e se proprio volete controllare l'operato dei singoli fatelo nei riguardi di alcuni dei vostri Assessori perché ne rimarrete davvero stupiti. Io ripeto le parole dell'onorevole Oppi e dico che è vero che questo Governo ha bisogno di una scossa dell'azione di governo. Queste sono le parole che secondo me sono più importanti. Date una scossa al vostro Governo perché nessuno di noi può più aspettare e non abbiamo bisogno di interventi in difesa di un qualche cosa che poi spesso non è poi quello che la Sardegna si aspetta da voi. Non aggiungo nient'altro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MULA FRANCESCO (PSd'Az). Grazie Presidente. Intanto per annunciare il voto contrario di tutto il Gruppo del PSd'Az e del Misto, per preannunciare, Presidente, che valuteremo in questi giorni, e la presenteremo noi, non una mozione di sfiducia, ma la censura politica per questo atteggiamento di questi signori. Seconda cosa vorrei sollecitare il Presidente perché quello che è successo a febbraio e a marzo puntualmente si sta verificando anche adesso. Per quelli che abitano nei comuni costieri abbiamo milanesi, laziali e quant'altro che stanno arrivando numerosi. Non vorrei che si ripeta quello che è successo circa un anno fa, Presidente, quindi io direi che dobbiamo vederci e valutare anche che azioni dobbiamo mettere in pista perché la cosa sta diventando molto pericolosa e problematica, visto che siamo stati tacciati di essere noi gli untori, mi sa che è doveroso un attimino valutare. E chiudo leggendo un pezzo di quello che è stata l'intervista dell'altra sera su quella specie di programma pagato da noi, oltretutto, perché vorrei ricordare che Rai Tre viene pagata dai cittadini, e mi ha colpito veramente quando alla fine quel soggetto, non lo definisco giornalista, dice: "L'uomo viene distrutto dal politico incosciente senza principi e dallo scienziato senza umanità". Ecco, questi siamo noi, siamo stati definiti in questo modo. Complimenti veramente.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Mura.
Votazione per appello nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale della mozione numero 361. Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no.
Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello. (È estratto il numero 18, corrispondente al nome della consigliera Fancello.)
Prego il consigliere Segretario di procedere all'appello cominciando dalla consigliera Elena Fancello.
CERA EMANUELE, Segretario, procede all'appello.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva.)
Il Consiglio sarà convocato a domicilio.
La seduta è tolta alle ore 19 e 17.