XLIII SEDUTA
Martedì 11 febbraio 2020
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza del Vicepresidente Giovanni Antonio Satta
La seduta è aperta alle ore 10 e 32.
CUCCU CARLA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 24 gennaio 2020 (39), che è approvato.
Congedi
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Angelo Cocciu, Giampietro Comandini, Roberto Deriu, Pierluigi Saiu e Stefano Schirru hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana dell'11 febbraio 2020.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle interrogazioni numero 148, 197, 210, 212, 217, 218, 220, 259. (Risposte scritte pervenute il 4 febbraio 2020).
Numero 54, 165, 239, 241, 244, 255, 260. (Risposte scritte pervenute il 6 febbraio 2020).
Annunzio di presentazione di disegni di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i disegni di legge numero 107, 108.
Annunzio di interrogazioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
CUCCU CARLA, Segretaria. Sono state presentate le interrogazioni numero 295, 296, 297, 298, 299, 300.
Annunzio di mozioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
CUCCU CARLA, Segretaria. Sono state presentate le mozioni numero 154, 155, 156, 157.
Commemorazione della "Giornata del Ricordo"
PRESIDENTE. Ieri era il 10 febbraio 2020. Per questa giornata nel 2004 fu istituito dal Parlamento con larghissima maggioranza, "Il Giorno del Ricordo" che contribuisce a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata.
Come affermato ieri dal presidente Sergio Mattarella le terribili sofferenze che gli italiani d'Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire, furono una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono il dovuto rilievo.
Vi è stato il tentativo di consegnare all'oblio una pagina drammatica della nostra storia nazionale. Una Tragedia che non può essere dimenticata e non dovrà ripetersi.
E allora è giusto ricordare, spiegare, approfondire; è doveroso tramandare alle future generazioni tutte le pagine della storia nazionale, anche quelle più difficili, le più tristi, le più inspiegabili.
La verità storica non può essere nascosta, la verità è più forte di qualsiasi ideologia, di qualsiasi negazionismo.
Oggi il vero avversario da battere, più fortemente insidioso, è quello dell'indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi.
Questi eventi ci insegnano che l'odio, la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza.
Non dimenticare diventa quindi un imperativo che supera i confini materiali e ci supporta nella costruzione di un Paese sempre più liberale e democratico, di un'Europa sempre più solidale e pacificata, di un mondo sempre più dialogante.
È questa la strada che l'Italia ha intrapreso con la Repubblica, questi sono valori che la nostra Costituzione ha posto come fondamento del nostro Stato di diritto.
La libertà e la convivenza pacifica dei popoli sono valori che vanno sempre difesi, sostenuti, tramandati.
Alle vittime di questa persecuzione, ai profughi, ai loro discendenti, rivolgiamo un pensiero commosso e partecipe. La loro angoscia e le loro sofferenze non dovranno essere mai dimenticate.
Cari onorevoli consiglieri chiedo un minuto di silenzio in ricordo.
L'Aula osserva un minuto di silenzio.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mura. Ne ha facoltà.
MURA FRANCESCO (FdI). Grazie Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per ringraziarla di aver ricordato il Giorno del Ricordo e se i colleghi sono d'accordo anch'io avevo preparato un pezzo che vorrei leggere, me lo consente, Presidente? Grazie Presidente, come giustamente ha ricordato lei nel 2004 il Parlamento con decisione largamente condivisa ha contribuito a sanare una ferita profonda nella memoria e nella coscienza nazionale istituendo il giorno del ricordo, questo ci impone il dovere di ricordare una pagina angosciosa che ha vissuto il nostro Paese nel Novecento. Una tragedia provocata da una pianificata volontà di epurazione su base etnica e nazionalistica. Celebrare il Giorno del Ricordo significa rivivere una grande tragedia italiana, significa inciampare nel cammino tortuoso che si snoda tra la seconda guerra mondiale e l'inizio di una guerra fredda, un capitolo buio della storia nazionale e internazionale che causò lutti, sofferenze e spargimento di sangue innocente; la zona al confine orientale dell'Italia già martoriata da una feroce occupazione tedesca divenne un nuovo teatro di violenze, uccisioni e rappresaglie vendette contro gli italiani che lì vivevano da sempre. Non si trattò di una ritorsione contro i torti del fascismo perché tra le vittime di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, la maggior parte nulla avevano a che fare col passato regime fascista. Colpevoli solo di essere italiani per nascita e per storia questi nostri fratelli diventarono un ostacolo al disegno di conquista territoriale e di egemonia rivoluzionaria di un dittatore tra i più cattivi. Impiegati, militari, sacerdoti, donne, insegnanti, partigiani, antifascisti, persino militanti comunisti conclusero tragicamente la loro esistenza nei durissimi campi di detenzione, uccisi in esecuzioni sommarie o addirittura gettati vivi o morti nelle profondità delle Foibe. Il vocabolario del Novecento secondo secolo di idee assassine si arricchiva così del termine spaventoso di infoibato; migliaia di italiani caddero vittima di quei barbari eccidi concentratisi con eccezionale aggressività nell'autunno del 1943 e nella primavera del 1945. Oltre 300.000 italiani, tra i quali centinaia di sardi, lasciarono le loro case per guardare alla madrepatria con speranza e fiducia, non sempre trovarono in Italia la comprensione e il sostegno dovuti. Certa propaganda dipingeva gli esuli come traditori, come nemici del popolo che rifiutavano l'avvento del regime comunista come una massa indistinta di fascisti in fuga. Molti di loro presero la via dell'emigrazione verso continenti lontani, per una serie di coincidenze e circostanze interne ed esterne sugli orrori commessi contro gli italiani istriani, dalmati e fiumani, cadde un ingiustificabile muro di silenzio aumentando le sofferenze degli esuli, cui veniva così impedito perfino il conforto della memoria. Un muro di silenzio che oggi è doveroso abbattere, non solo il 10 febbraio, ma tutto l'anno, continuando ad essere l'Italia una terra di accoglienza come è stata 70 anni fa, e continuando a fare la differenza oggi come allora. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mura, anche se non era esattamente sull'ordine dei lavori. Se c'è qualcuno che vuole intervenire su questo…
Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.
MULA FRANCESCO (PSd'Az). Sull'ordine dei lavori. Soltanto per chiedere la disponibilità da parte naturalmente del Presidente e dei colleghi, dopo il primo punto all'ordine del giorno, di convocare una Conferenza dei Capigruppo, basterebbero anche cinque minuti, per cercare di capire, la Giunta ha dato la disponibilità, la volontà dell'Aula per poter discutere di un ordine del giorno, ma da portare in approvazione, su un tema che credo stia a cuore un po' a tutti sulla, non solo paventata, ma sembra quasi certa chiusura della stazione della Polstrada di Fonni. Atto molto vergognoso da parte non solo del Governo, che chiude l'unico presidio, o almeno uno dei pochi presidi dei comuni dell'interno, rischiando veramente di creare uno stato di agitazione, è quello che sta succedendo in questi comuni, e quindi ci è stata chiesta anche l'attenzione da parte di questo Consiglio. Considerando che domani, giorno 12, verrà presentato al Ministero il piano di razionalizzazione per quanto riguarda tutte le stazioni della Polstrada, e sembrerebbe che l'unica che sia destinata a chiudere sia proprio quella di Fonni. Quindi, vorremmo chiedere un impegno da parte della Giunta di provare, vediamo un attimino in che modo, a interferire e interloquire con il Ministero per cercare di capire se c'è la possibilità di trovare soluzioni affinché questo non succeda. Siamo in ritardo, però ci è stato chiesto da tutte quelle popolazioni. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (Progressisti). Ci chiedono i giornalisti se sia stata trasmessa al Consiglio regionale la finanziaria. Ho precisato la questione legata al fatto che la richiesta provenga dalla stampa perché evidentemente ci sono delle carte informali che sono già in possesso della sala stampa e che ancora non sembrano essere state trasmesse formalmente al Consiglio regionale. Preciso in Aula che, in qualità di Capogruppo e di consigliere regionale, ho presentato un regolare accesso agli atti per avere i testi che dovrebbero essere stati approvati dalla seduta di Giunta un mese e mezzo fa. Riguardano il Piano casa che, fortunatamente. tre ore dopo l'accesso agli atti è stato regolarmente pubblicato anche nel sito internet, e riguardano anche finanziaria e riforma della sanità. Visto che la finanziaria, lo dico anche a beneficio dei colleghi che per la prima volta si troveranno a discutere a breve una manovra di bilancio, è la legge di stabilità, la legge di stabilità ha dei tempi tecnici scanditi da leggi e molto lunghi di solito, perché la Commissione ha necessità di settimane per approfondire il testo, gli Uffici hanno necessità di molto tempo per coordinare il testo e per collazionare gli emendamenti, secondo me, a mio modesto avviso, se entro oggi la finanziaria non dovesse essere nemmeno trasferita al Consiglio regionale, noi rischiamo seriamente di arrivare al quarto mese di esercizio provvisorio, perché rischiamo anche di terminare il mese di marzo senza finanziaria. Siccome nessuno se lo augura e, anzi, quella credo sia una delle cose da scongiurare, che all'unanimità dovremmo cercare di scongiurare, penso sia necessario che la Presidenza del Consiglio fornisca oggi al Consiglio regionale certezze su questo tema.
PRESIDENTE. Rispondo subito, onorevole Agus. Fino ad oggi, stanno facendo adesso delle verifiche, ma ad oggi non è pervenuto niente di nuovo.
Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Intervengo sull'ordine dei lavori per tre questioni differenti, brevemente. Una per esprimere, immagino condividendo le mie parole anche gli altri colleghi, la solidarietà ad un dipendente della Regione che svolge le funzioni di Presidente del Consorzio dell'Ogliastra in relazione alle fucilate a pallettoni che nel corso della notte sono state esplose nei confronti della sede del Consorzio dell'Ogliastra. A lui, ai dipendenti, alle comunità e ai nostri colleghi che provengono dal territorio la nostra solidarietà per questo atto efferato e criminale che è stato compiuto ai danni del Consorzio dell'Ogliastra. Il secondo punto che volevo porre alla sua attenzione è se sia possibile avere un'informativa da parte della Giunta sulla vicenda Air Italy, che pare essere ancor più grave, o comunque una vicenda che all'interno della vicenda più generale della continuità territoriale rischia di determinare al problema maggiore un ulteriore problema che a questo si aggiunge. La terza questione che volevo sottoporre alla sua attenzione, ne ho parlato con lei informalmente, e quindi anche se lei in relazione alla riunione coi Capigruppo che dovrà svolgersi avrà cura e interesse di porre all'attenzione dei Capigruppo, è la richiesta proveniente dai Sindaci della Marmilla che sono presenti sotto il Consiglio regionale per avere un incontro con lei e con i Capigruppo circa una questione che riguarda un progetto per la Marmilla, che parrebbe non essere stato cofinanziato dalla Regione e quindi fermo al palo nella disponibilità di ingenti risorse europee e nell'impossibilità però di dare gambe a quel progetto da tempo relativo ad una inerzia o un problema interno alla Regione, quindi se voglia condividere l'idea di poterli incontrare e avere da loro un'informazione più dettagliata circa questa vicenda. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (LEU). Io intervengo sull'ordine dei lavori, approfittando della presenza in Aula sia della vicepresidente Alessandra Zedda sia dell'assessore dell'ambiente Gianni Lampis, per dire questo, che in sede di Commissione congiunta seconda e quarta è stata approvata più di un mese fa una risoluzione all'unanimità che impegnava l'Agenzia Forestas, tramite gli assessorati di riferimento, a porre fine ad uno spiacevole accadimento che riguarda quattro comuni della Sardegna dove sono presenti i cantieri trimestrali. Dal primo ottobre gli aventi diritto non vengono più avviati al lavoro, è stata fatta questa risoluzione, si attendeva la nomina del commissario di Forestas che è stato nominato, ad oggi ancora non si sa nulla. Io dico questo, nelle more che si trovi una soluzione definitiva al problema, e siccome il tutto è legato a una sentenza del Tribunale di Nuoro su un ricorso di un semestrale che poco aveva a che vedere con la situazione dei trimestrali, in ogni caso siccome il problema che osta all'avviamento delle persone in oggetto sembrerebbe il superamento dei ventiquattro mesi per i dipendenti a tempo determinato, noi chiediamo che almeno quelle persone che non hanno superato i ventiquattro mesi vengano immediatamente chiamate al lavoro. Stiamo parlando di persone nei quattro comuni che dal primo ottobre, persone che vivevano di tre mesi di lavoro all'anno, o nei due anni, non vengono chiamate al lavoro. Io credo che sia urgentissimo che i due Assessori si facciano carico di interpellare Forestas affinché si dia seguito e si traduca in atto concreto la risoluzione approvata ripeto all'unanimità, grazie anche all'impegno dei due Presidenti Giuseppe Talanas e Alfonso Marras, già ormai quaranta giorni fa. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cocco, viste le diverse richieste sospendo brevemente la seduta del Consiglio per una riunione dei Capigruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 58 viene ripresa alle ore 11 e 16.)
PRESIDENTE. Comunico all'Aula che la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di incontrare i sindaci della Marmilla, quindi i lavori dell'Aula riprenderanno alle ore 11 e 40.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 17, viene ripresa alle ore 11 e 54.)
PRESIDENTE. Prego i Consiglieri di prendere posto. Avevamo già il primo punto all'ordine del giorno quando abbiamo interrotto i lavori.
Discussione generale della proposta di legge Mula - Lancioni - Satta Giovanni - Usai - Maieli: Disposizioni sulla gestione della posidonia spiaggiata. (15/A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 15/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Mula, relatore.
MULA FRANCESCO (PSd'Az), relatore. Grazie Presidente, darò lettura della relazione di maggioranza e poi naturalmente ci riserveremo dopo per quanto riguarda i vari interventi.
Il testo definitivo della proposta di legge numero 15, recante "Disposizioni sulla gestione della posidonia spiaggiata", è stato licenziato definitivamente dalla Quarta Commissione consiliare permanente nella seduta del 29 gennaio 2020 con il voto favorevole dei Consiglieri di maggioranza e l'assenza dei Consiglieri di opposizione, che hanno abbandonato l'aula per motivi politici.
L'esame in Commissione è stato preceduto dall'audizione dell'Assessore regionale dell'ambiente che ha manifestato apprezzamenti sulla proposta di legge e ha suggerito diverse integrazioni, tra cui la previsione, quale prima opzione, del mantenimento in loco della posidonia spiaggiata e, quale seconda opzione, lo spostamento temporaneo in zone idonee dello stesso arenile e in aree idonee individuate all'interno del territorio del Comune, degli accumuli di posidonia che impediscono la regolare fruizione delle spiagge durante la stagione estiva. In tale caso si prevede che le operazioni di rimozione e di riposizionamento siano effettuate nel rispetto delle dune e della vegetazione dunale e dovranno avvenire entro il mese di aprile (rimozione) e entro il mese di novembre (riposizionamento). Quale terza opzione, nel caso si ritenesse necessario optare per la rimozione permanente dei depositi di posidonia non altrimenti gestibili, si prevede prioritariamente di conferire il materiale in eccesso presso impianti di recupero e/o riciclaggio e/o lavaggio e, solo nei casi in cui non siano percorribili tutte le opzioni sopracitate, di procedere allo smaltimento in discarica.
Hanno poi fatto seguito le audizioni degli esperti in materia, del CNR, del MEDCOASTLAB, dell'Ordine dei geologi e di Legambiente, i quali hanno sollecitato l'importanza di prevedere a livello regionale lo studio e il monitoraggio sistematico dei litorali e la relativa sperimentazione quale premessa per fornire ai Comuni gli indirizzi operativi differenziati in base alle caratteristiche specifiche di ogni singola spiaggia. La presente proposta di legge prevede, infatti, all'articolo 1, comma 10, che l'Assessorato competente in materia di ambiente effettua uno studio puntuale dei litorali sardi, corredato dalle relative eventuali sperimentazioni, per verificarne lo stato di conservazione o degrado e per monitorare eventuali fenomeni di erosione. Si prevede poi che le risultanze del monitoraggio, tenuto conto della diversità morfologica dei litorali, forniscano gli indirizzi utili per le operazioni di gestione previste dal medesimo articolo 1. La Commissione ha invitato anche l'ANCI, che tuttavia non ha partecipato alla seduta.
La Quarta Commissione ha discusso ampiamente il testo e ha portato adesso le modifiche suggerite dall'Assessore dell'ambiente, quelle proposte dai componenti di maggioranza e alcune richieste dell'opposizione sulla scorta delle osservazioni fatte dagli esperti auditi, relative alla previsione di studi e sperimentazioni dei litorali. La copertura finanziaria per le finalità della presente legge verrà reperita in fase di approvazione della finanziaria 2020-2022. La Commissione ha chiesto il parere finanziario alla terza Commissione consiliare e ha recepito le osservazioni da essa formulate. Questa è la relazione di maggioranza, Presidente, adesso ascolteremo naturalmente quella della minoranza e poi mi riservo di poter intervenire. Grazie.
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento. Il tempo a disposizione è di dieci minuti.
È iscritta a parlare la consigliera Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.
ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, stiamo perdendo un'occasione preziosa. Si sarebbe potuta scrivere una norma modello per tutti i territori costieri e invece ci troviamo di fronte ad un testo che mette in pericolo uno dei beni più preziosi che abbiamo, le nostre coste. Questo perché il testo che stiamo discutendo non tiene conto dei cambiamenti climatici, dell'innalzamento dei mari e della funzione della posidonia quale strumento naturale di prevenzione contro l'erosione costiera.
Il mondo scientifico che studia con attenzione il fenomeno dai primi anni Duemila, e che abbiamo audito in Commissione senza troppo spirito critico e in velocità, ha però messo l'accento sul fatto che la posidonia rappresenta un elemento fondamentale del tessuto che compone la spiaggia, un contesto ambientale ad assetto dinamico sottoposto ad importanti cambiamenti. Per questo tutti coloro che sono stati auditi hanno sconsigliato l'utilizzo di mezzi meccanici per la rimozione del materiale o per il livellamento dell'arenile, perché risulta essere molto dannoso per l'equilibrio complessivo dei siti e determina un'accelerazione dei fenomeni di erosione. Ogni spiaggia ha caratteristiche diverse ed ogni intervento deve essere progettato nel rispetto di queste specificità. Per questo motivo appare fondamentale un piano costiero mirato, che tenga conto delle caratteristiche e dell'unicità di ogni costa e classifichi le modalità di intervento e gestione per ogni zona specifica. Seguendo questa direzione stiamo portando il nostro contributo con una serie di emendamenti che vogliono mettere al centro del ragionamento le nostre coste quale bene da salvaguardare e valorizzare in modo naturale, e non solo quale bene turistico, preda spesso di comportamenti selvaggi da parte di turisti poco rispettosi. Per questo anche voi avete presentato strumenti normativi contro il furto di sabbia dalle spiagge e la giusta sensibilità di non considerarla alla stregua di un souvenir, ma paradossalmente oggi, autorizzando l'utilizzo di mezzi meccanici, consentite di portarne via tonnellate, arrecando danni irreparabili. Capisco certamente che alcune realtà, come quella di Alghero, per citare la più nota, necessitano di interventi d'urgenza, ma in questi casi con il supporto tecnico-scientifico adeguato si possono predisporre interventi straordinari. A me sconcerta, invece, il fatto che questo Consiglio regionale si permetta di approvare una norma di carattere generale, che quindi vale per tutto il territorio indistintamente, solo perché deve rispondere a interessi particolari.
Vorrei sottolineare anche una questione di fondo. È noto a tutti che il 24 ottobre la Camera dei deputati ha approvato il decreto legislativo numero 1571, più comunemente conosciuto come "legge Salva Mare". Abbiamo chiesto più volte, anche in Commissione, di aspettare l'approvazione in Senato del decreto legislativo prima di andare avanti con i lavori della PL 15 che stiamo esaminando oggi, in primis perché l'articolo 5 del decreto legislativo disciplina la gestione delle biomasse vegetali e poi perché è altrettanto noto a tutti che le prerogative in materia ambientale sono dello Stato e questo dispositivo, che oggi stiamo analizzando, è al limite della legittimità. È paradossale lasciare ai Comuni la responsabilità di operare in materia ambientale senza strumenti e senza fornire loro un adeguato supporto tecnico-scientifico. All'interno delle strutture regionali esistono già conoscenze e competenze su queste materie. Occorre metterle a sistema e promuovere prioritariamente meccanismi virtuosi. Questa è una grande sfida culturale perché solo facendo informazione e superando la carenza di conoscenza sui meccanismi elementari di funzionamento delle spiagge si può restituire un modo differente di approcciare alla sostenibilità che, declinata nei tre ambiti sociale, economico e ambientale, dovrebbe essere il cardine della vostra azione di governo. Sarebbe stato opportuno potenziare le risorse per il monitoraggio delle nostre coste, per gli enti di ricerca e i progetti ambientali, oltre che per sensibilizzare gli enti locali e i cittadini sull'importanza della posidonia per i nostri mari e per il contrasto ai fenomeni di erosione costiera. Esistono degli importanti esempi nell'isola come i Comuni di Palau o quelli di Cagliari e Quartu che hanno firmato un importante protocollo con l'Università di Cagliari per lo studio e il monitoraggio delle spiagge e che potrebbero essere assunti quali modelli virtuosi di gestione sostenibile del territorio. Invece state scegliendo la politica del: "tutto ora, poi si vedrà" che ha compromesso gran parte dei litorali del Mediterraneo. La Sardegna è l'unica Regione che conserva ancora la naturalità delle coste rilevata negli anni Cinquanta, per questo serve prima un ragionamento generale sull'intero sistema costiero dell'isola e poi una verifica delle criticità rilevate in ciascun tratto costiero. Non si possono affrontare in maniera identica tutte le situazioni dei litorali sardi, non distinguendo le spiagge urbane e metropolitane da quelle ad alta valenza naturale. La proposta che state presentando non prevede alcun tipo di valutazione in questo senso, ma solo un intervento da attivare sulla base dei limiti amministrativi di ciascun Comune. È probabile che, stando così le cose, ciascuna amministrazione locale punterà direttamente allo smaltimento in discarica della posidonia, trasformando inoltre il problema di fruizione delle spiagge in uno di impatto ambientale in altre zone del territorio regionale. Credo sia necessario trovare un punto d'incontro tra le diverse esigenze, altrimenti è sicuro che con i processi erosivi incentivati anche dalla rimozione selvaggia della posidonia, a breve non dovremmo neanche più discutere su come utilizzare le nostre spiagge per fini turistico-balneari.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Li Gioi. Ne ha facoltà.
LI GIOI ROBERTO (M5S). Arriva oggi in Aula l'ennesima proposta di legge di questa maggioranza, che se approvata ha già segnato il suo destino, essere impugnata, stavolta per incompetenza a legiferare della Regione. È infatti risaputo da tutti, voi compresi, che l'articolo 117 della Costituzione alla lettera s) recita: "Lo Stato ha legislazione esclusiva in materia di tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali." Ad un'Amministrazione seria e consapevole non sarebbe mai venuto in mente di perdere tempo prezioso per articolare una legge, quella sulla posidonia, che è un atto nullo ancor prima di essere emanato. Complimenti davvero, anche perché, come da sua competenza, lo Stato si sta già adoperando con coscienza per legiferare su una materia così importante per l'equilibrio dell'ecosistema marino. Il disegno di legge denominato "Salva mare", già approvato alla Camera dei deputati, è in dirittura d'arrivo al Senato e guarda caso ha come cardine essenziale la mancata previsione del conferimento in discarica della posidonia.
Questo perché, concettualmente, essa non è considerata un rifiuto, ma bensì una risorsa in quanto elemento fondamentale per evitare l'erosione delle spiagge, le nostre spiagge, tesoro dal valore inestimabile, 495 chilometri di costa bassa e sabbiosa, di cui 160 in stato di forte modificazione e 50 già irrimediabilmente erosi. Dati allarmanti, fornitici dai massimi esperti regionali che in audizione si sono offerti per fornire la loro consulenza gratuita per la realizzazione di un piano costiero regionale e per svolgere la funzione di direttore dei lavori nei singoli arenili della nostra Isola, dopo aver drammaticamente ricordato che non esiste spiaggia uguale ad un'altra, ciascuna ha le sue peculiarità e ciascuna necessita di conseguenza di un trattamento particolare. È da incoscienti trattare questa materia in maniera generica, affidando addirittura la competenza di decidere come operare, ai Comuni e ai titolari di concessioni demaniali che cito testualmente: "Nei casi in cui, a causa di particolari condizioni, ritenessero optare per la rimozione permanente dei depositi di posidonia non altrimenti gestibili, devono prioritariamente conferire il materiale in eccesso presso impianti di recupero e/o riciclaggio e/o lavaggio e in particolare di compostaggio. Solo nei casi in cui non sono percorribili le opzioni precedenti, possono procedere al conferimento in discarica." Ma le particolari condizioni e la non percorribilità delle opzioni, in base a che competenza sono stabilite? E il prelievo dall'arenile della posidonia, da chi e con che modalità è effettuato? O affidiamo tutto al buon senso dell'omino sulla ruspa, solerte operaio comunale incaricato di qualcosa molto più grande di lui, di cui legittimamente non si rende conto? Ricordo, onorevole Mula, la sua risposta agli esperti che la imploravano di elaborare una legge come si deve, che indicasse il Comune come ente attuatore, con la Regione artefice delle direttive progettuali. "La regola fa il piano", le dissero, e lei: "Grazie per essere venuti, ma noi abbiamo fretta." Fretta per che cosa? Per sbandierare una legge che tale non è e che sarà cassata, sinceramente non ne capisco il senso, perché un senso tutto questo non ce l'ha.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI GIUSEPPE (PD). Approfittando della presenza del Vicepresidente della Regione, nonché Assessore del lavoro, Alessandra Zedda, chiederei che magari al termine della trattazione di questo punto, si possa discutere in Aula di una questione urgentissima, quale la possibilità che possa essere liquidata la società Air Italy. Proprio in queste ore stanno giungendo voci da Milano rispetto alle quali parrebbe che l'assemblea abbia deliberato la messa in liquidazione della società. Se così fosse, speriamo non sia così, sarebbe una cosa gravissima per tutta la Sardegna, per l'occupazione in Sardegna e credo che sia urgente che la Giunta possa riferire in merito perché saremmo tutti d'accordo sul fatto che la situazione è molto grave. Grazie.
PRESIDENTE. Onorevole Meloni, chiederò alla Giunta se si può programmare, adesso io ritengo che sia indispensabile continuare con l'ordine del giorno, però nel frattempo che gli altri intervengono, chiederò al Vicepresidente che è presente, l'onorevole Alessandra Zedda, se si può programmare un dibattito inerente i problemi che lei ha espressamente segnalato.
Discussione generale della proposta di legge Mula - Lancioni - Satta Giovanni - Usai - Maieli: Disposizioni sulla gestione della posidonia spiaggiata. (15/A).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Talanas. Ne ha facoltà.
TALANAS GIUSEPPE (FI). In merito alla proposta di legge che è stata presentata, ritengo che contrariamente a quanto riferiscono i colleghi dell'opposizione, non si poteva tergiversare, prendere tempo, vista la situazione grave che si stava appunto determinando nei vari litorali costieri.
Una situazione, abbiamo letto anche da poco nelle pagine dei quotidiani, quindi ammassi di posidonia, che poi nella prossima stagione turistica noi ci ritroveremo ammassata nelle spiagge creando veramente nocumento ai turisti e pregiudizio a tutte le attività presenti nella zona del litorale, anche perché questi ammassi di posidonia a volte sono anche maleodoranti.
Allora, la norma che è approdata oggi in Consiglio prevede lo spostamento per la ricollocazione della posidonia nella spiaggia di provenienza. Solamente in casi particolari tale materia vegetale può essere portata in impianti di compostaggio o in impianti di lavaggio. Lo scopo della legge è anche quella di recuperare la sabbia e riportarla appunto nella spiaggia di provenienza. Diciamo che ciò è anche dovuto al fenomeno che si stava verificando anche d'estate, dove appunto abbiamo affrontato il problema dei furti di sabbia, quindi tali furti di sabbia riguardano solamente una piccola quantità, mentre il problema della posidonia qualora riversata in mare determina appunto una notevole perdita di sabbia. Ecco, quindi lo spirito di questa legge nasce sia per liberare le nostre spiagge dalla posidonia, sia qualora possibile per il recupero della sabbia.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Laura Caddeo. Ne ha facoltà.
CADDEO LAURA (Progressisti). Presidente, sì, per puntualizzare oltre le cose che sono già state dette dall'onorevole Orrù, ma puntualizzare il fatto che una legge così importante, che dovrebbe incidere sulla forma mentis che noi cittadini e cittadine dovremmo acquisire, se non modificare, rispetto alla difesa dell'ambiente, ecco, una legge di questa importanza non dedica spazio agli aspetti dell'informazione, della comunicazione, dello studio di questa problematica, che non si limita al momento in cui dobbiamo gestire la posidonia piaggiata, ma che deve occuparsi, e secondo me una legge regionale di regolamentazione come questa dovrebbe farlo, dovrebbe partire addirittura dall'importanza del rispetto della posidonia oceanica quando appunto è ancora in mare, perché tutta la posidonia spiaggiata che ci troviamo a gestire deriva, non tutta, diciamo una buona percentuale, deriva proprio dal mancato rispetto che si fa della posidonia oceanica quando è ancora vitale: pensiamo alla pesca a strascico, all'ancoraggio di tutte le imbarcazioni da diporto che noi vediamo sempre molto vicine alle nostre coste. Quello che mi preoccupa è proprio il fatto di ignorare, volutamente o meno non saprei, ma di ignorare quanto sia importante rendere partecipe la cittadinanza che poi deve riflettere su questi argomenti, e ripeto deve acquisire sempre maggiore consapevolezza e maturità ambientale. Sembra che alcune leggi vengano decise qua dentro, che siano ad uso e consumo degli addetti, e che se la gente poi le capisce bene, se non le capisce forse sembrerebbe meglio. E allora io mi chiedo se non valga la pena invece di precisare meglio alcune cose, perché se la gente che sta fuori legge questa legge pensa che comunque si può fare tutto e il contrario di tutto. Si dice che l'ideale è lasciare le banchette sulle spiagge, però in casi eccezionali, ma non si precisa, si può anche conferire nelle discariche in estrema ratio si dice nella legge, è vero questo viene precisato, però previa autorizzazione delle amministrazioni. E se noi non precisiamo, se non descriviamo bene tutti i processi, la mia paura è che, come si diceva già prima, la gestione della posidonia sia innanzitutto a macchia di leopardo e, nella peggiore delle ipotesi, sia più semplice andare direttamente all'estrema ratio e quindi impoverire le nostre coste di una risorsa importantissima. Qui si è detto che scientificamente si sono fatti degli studi che dimostrano che la posidonia poi decomponendosi disturberebbe la fruizione delle spiagge da parte dei turisti, perché addirittura emetterebbe cattivi odori, però non si puntualizza sul fatto che la decomposizione della poseidonia spiaggiata contribuisce semmai alla crescita e alla fertilizzazione delle vegetazione delle dune, e noi che in Sardegna abbiamo delle spiagge con delle dune meravigliose, che ci invidia tutto il mondo, sottovalutiamo questi aspetti.
Ecco, io penso che occorra, fin da leggi così specifiche, provare ad impegnarci un po' meglio sia sullo studio che sulla comunicazione, ma soprattutto sull'informazione che diamo ai nostri cittadini e alle nostre cittadine.
PRESIDENTE. È iscritto di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, preliminarmente non come intervento ma sull'ordine dei lavori, avrei necessità di avere il parere di regolarità contabile. Non vedo il parere di regolarità contabile che è obbligatorio per legge per porre in discussione un documento, come un testo di legge che produce e determina spesa.
PRESIDENTE. Allora, esiste il parere della III Commissione, che il parere finanziario. La III Commissione, sa benissimo, è la Commissione che ha competenze riguardo alle finanza e bilancio, ha espresso il suo parere.
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, io non sto chiedendo il parere dei commissari componenti la III Commissione, io sto chiedendo il parere formale, obbligatorio per legge, che non è quello determinato dalla Commissione, ma è la conformità tecnica delle risorse in funzione dell'erogazione di queste con legge.
PRESIDENTE. Allora non esiste nel procedimento legislativo. Lei si riferisce sicuramente a quello che viene acquisito negli enti locali, come regolarità tecnica, che nella procedura per l'approvazione di una legge non esiste, esiste il parere della Commissione specifica, di bilancio.
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, avrei necessità di avere il parere del Consiglio delle Autonomie locali obbligatorio per legge, grazie.
PRESIDENTE. Allora, mi riferiscono che il parere che mi sta richiedendo, a parere della Commissione stessa, della IV Commissione, è stato ritenuto non necessario, e quindi non è stato acquisito. La Commissione poi ha votato e la Commissione ha votato in quel modo: il testo era quello, i pareri erano quelli, quindi la procedura continua.
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, a scanso di equivoci, non è la Commissione nella sua interezza che ha determinato che il parere del CAL non fosse necessario, per quanto obbligatorio per legge (quindi d'ora in poi si può tranquillamente prescindere da ogni e qualsiasi parere del Consiglio delle autonomie locali), perché probabilmente il parere del Consiglio delle autonomie locali non avrebbe dato via libera a una proposta di legge di questo tipo, e poi spiegherò perché. Non è il parere della Commissione, è il parere dei membri di maggioranza della Commissione che hanno, loro, ritenuto, in violazione di una norma che prevede un parere obbligatorio nel momento in cui si tratta di materia che riguarda gli enti locali, di non avere il parere del Consiglio delle autonomie locali. Giusto perché rimanga agli atti.
Posso intervenire, Presidente?
PRESIDENTE. Continui il suo intervento, onorevole Zedda, dopodiché approfondiamo l'aspetto tecnico rispetto agli articoli del nostro Regolamento.
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie, Presidente. Intanto la proposta di legge odierna muove i primi passi in maniera sbagliata. Trattando della Posidonia spiaggiata, verrebbe facile fare un gioco di parole, una metafora o un paragone circa il fatto che ad essere spiaggiata per ora è la Giunta regionale e il suo Presidente, nell'ambito della difficoltà di sbloccare ogni e qualsiasi cosa, anzi, nell'ambito di alcuni passi che la Giunta e il Presidente muove anche nell'impantanare e spiaggiare soluzioni che invece sarebbero alla portata di tutti, e che invece la Giunta e il Presidente con la propria azione pare addirittura allontanare, vedasi la vicenda della continuità territoriale. L'altro aspetto è che, avendo partecipato alla discussione, questa proposta muove i primi passi da un postulato, almeno così veniva raccontato e definito, circa il "problema della Posidonia", questa è la prima indicazione dei proponenti, poi corretta perché si sono accorti che la legge di riferimento e tutte le circolari, e le direttive del Ministero dell'ambiente, e anche quelle nostre, ovviamente prevedono tutt'altro, cioè che ci sia… potreste spiaggiarvi anche voi da un'altra parte? Grazie.
Presidente, finché non interrompe il chiacchiericcio smetto di parlare.
PRESIDENTE. Riusciamo a fare un po' di silenzio per cortesia, permettete al consigliere di svolgere il proprio intervento, per cortesia.
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Questo è il primo punto. Il secondo punto è che la proposta è stata raccontata così, e nel testo della legge troverete una serie di problematiche, per non dire altro: cioè, siccome è stata visitata un'azienda che si occupa della possibile futura lavorazione della Posidonia, la legge (e lo trovate nel testo) muove i primi passi dall'idea che si dovesse dare… oggi leggo addirittura un aiuto economico, a coloro che hanno una intrapresa economica nell'ambito della lavorazione della Posidonia. Sarei curioso di sapere quante aziende in Sardegna si occupano della lavorazione della Posidonia per creare altro. Non è un problemino di poco conto se una proposta di legge muove i primi passi a seguito di un sopralluogo presso un'azienda, e successivamente, lo ricorderà bene il collega Walter Piscedda perché fu lui a sollevare in modo forte il problema, addirittura venne distribuito un opuscolo a tutti i componenti la Commissione il giorno circa questa azienda, che avrebbe beneficiato di una proposta di legge di questo tipo in relazione alla possibile rimozione della Posidonia. Non so se devo andare oltre. No, giusto? Perché, a seguito di questo, si pongono anche in capo alle imprese, immagino siano tantissime le richieste in questa direzione, finanziamenti de minimis, non in base a criteri e bandi ma proprio per coloro che si occuperanno della rimozione della Posidonia; quindi la Regione paga il Comune per la rimozione della Posidonia, successivamente la Regione stanzia risorse perché coloro che beneficeranno (mi auguro molti di più di una singola impresa, perché altrimenti si configura un'altra ipotesi), coloro che beneficeranno di quella Posidonia beneficeranno anche di contributi pubblici per la lavorazione della Posidonia: non spendono per la rimozione (non è previsto in legge un pagamento o un criterio per l'acquisizione della Posidonia) e beneficeranno per legge, loro e solo loro, di contributi de minimis per la lavorazione della Posidonia.
Io non so se rendo l'idea della follia legislativa che state proponendo! Guardate, al netto della follia dal punto di vista ambientale, suggerirei di stralciare quegli articoli, perché trasformare un testo di legge che parla di ambiente, di rimozione e riposizionamento della Posidonia, ma successivamente tratta la materia di imprese e di finanziamenti pubblici a imprese, e di leggi che trattano la materia che riguarda magari un unico caso…. io suggerirei di portare alla nostra attenzione molte più imprese che si occupano in Sardegna di questo settore, altrimenti suggerisco di stralciare quelle parti. Tralascio poi il problema della correzione di alcuni punti riguardanti le questioni sottolineate come "accumuli antropici", che sarebbero, secondo la definizione del legislatore, costituiti da biomasse vegetali. Badate che il termine antropico significa "opera dell'uomo", non dico sulla politica ma almeno sull'italiano possiamo metterci d'accordo. La legge o è scritta in un modo comprensibile, oppure è inattuabile… io lo so che fate così, perché più forte di voi è la Treccani, in questo caso…
(Interruzione)
Adesso vi devo leggere la definizione della Treccani sul termine "antropico"? Capisco perfettamente qual è la vostra volontà, cioè quegli accumuli anche derivanti da un rilascio di oggetti dati dall'uomo, o meglio dall'essere umano perché anche una donna lo può fare, ma collegarlo all'aspetto costituito da "biomasse vegetali di origine marina completamente mineralizzata", si tratta di Poseidone, non della Posidonia: l'unico soggetto che può agire sul mare in modo tale da trasferire la Posidonia è Poseidone, non esseri umani. Ma, va beh, tanto la legge si scioglierà come neve al sole e rimarrà spiaggiata, anche la legge, come la Posidonia.
L'altro elemento favoloso della proposta di legge è quello legato al fatto che, prima si fa la legge, poi si fa con legge la dichiarazione che si vuole analizzare il territorio costiero perché forse è differente. È un suggerimento che vi abbiamo dato noi perché vi abbiamo mostrato in Commissione che c'è una analisi tecnica di tutti i sistemi delle spiagge e del sistema costiero in tutta Italia, con analisi puntuali del Ministero dell'ambiente, che dice "qua c'è un problema di erosione, qua c'è un problema di non erosione, qua c'è un accumulo maggiore e qua c'è un accumulo minore", e stavate sottovalutando che con legge non si può intervenire sull'ambiente come se l'ambiente fosse uguale dal Gennargentu alle spiagge, ma, anche all'interno del sistema costiero, una spiaggia urbana non è identica sicuramente a Cala Luna, e non è possibile, in relazione al sistema del moto ondoso o in relazione alle questioni legate a inserimenti di infrastrutture come dighe, porti e sistemi d'altro genere intervenuti nel corso degli anni, sottovalutare che cosa le azioni dell'uomo nel posizionamento di quelle infrastrutture abbiano determinato nell'ambito del sistema costiero. Vi siete resi conto e per fortuna l'avete messo, quindi ci vorranno un paio d'anni per analizzare in modo sistematico il sistema costiero, per poter poi autorizzare qualcuno alla rimozione. Ma la cosa più bella, geniale, innovativa è questo che avete con legge cancellate le conferenze di servizio. Badate, se una persona legge questo testo si illude che dopodomani può per legge, il concessionario di una concessione demaniale, fare una comunicazione al Comune e dire: sai, caro Comune di Alghero, domani ho intenzione di iniziare la rimozione della Posidonia spiaggiata nella spiaggia del mio Comune. Arriva la forestale, successivamente i carabinieri, dopo arriva la Polizia di Stato, arriva un elicottero lo preleva e lo porta direttamente al carcere o di Alghero o di Uta in una delle carceri presenti sul territorio; è danno ambientale! Non è una comunicazione! Si devono riunire le conferenze di servizio per determinare le modalità… mi hanno fatto perdere i colleghi con il loro garbo. Per quanto riguarda quindi seguito della comunicazione, acquisito il parere; è un'autorizzazione ma quale parere si devono riunire le Conferenza di servizio dicevo ci sono tanti organi, compresa la Capitaneria di porto, che opera e dà gli indirizzi, dettagli appunto caso per caso, è una proposta di legge che non andrà da nessuna parte e come altre determinerà l'illusione della soluzione del problema e creerà invece un danno a tutti gli operatori che avranno questa percezione. Suggerisco di non operare in questo modo per non incorrere in gravi problemi e non creare illusioni che si possa operare nel sistema costiero mandando mezzi di questo genere di due tonnellate e mezzo di peso distribuiti sul territorio regionale mandando una semplice letterina al Comune del luogo interessato senza avere tutte le cautele, le accortezze che altrimenti rischiano di far precipitare non questa legge che verrà come la posidonia spiaggiata anch'essa rimarrà ferma e immobile, ma lo suggerisco per non arrecare un ulteriore danno rispetto ai tanti danni che avete prodotto anche con la mancata gestione del sistema della continuità territoriale al sistema turistico isolano, grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Valter Piscedda. Ne ha facoltà.
PISCEDDA VALTER (PD). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, partiamo da questioni burocratiche e formali. Il collega Mula leggendo la relazione dei proponenti, quindi della maggioranza, ha ricordato che noi il 29 abbiamo fatto un atto forte ovvero quello di non partecipare alle sedute di tutte le Commissioni, dice: l'assenza dei Consiglieri di opposizione che hanno abbandonato l'aula per motivi politici. Quindi mi sembra che sia stato sufficientemente riconosciuto dal collega la portata di quella nostra azione tanto da averla inserita nel cappello di una legge così importante essendo una delle prime che questa maggioranza riesce a portare in Aula. Tanto importante da averlo scritto ma da esservene fregati che noi il giorno non abbiamo partecipato alla Commissione, ve ne siete fregati perché non abbiamo avuto, non ci avete dato la possibilità di depositare neanche la relazione di minoranza, ci state costringendo a dirvi tutte queste cose qua perché non ce le avete fatte scrivere in una relazione di minoranza, ma che cosa vi costava una volta che avevate ottenuto con il blitz di approvarvi tutto quello che volevate, dirci: cari colleghi, abbiamo fatto quello che voi non volevate, avete dieci giorni per depositare la relazione. Anche lei Presidente non si è accorto che mancava la relazione di minoranza? A nessuno è venuto in mente di chiederci di esercitare quel diritto? La nostra posizione non vi interessa che venga codificata? Va bene, ma noi ve lo diciamo lo stesso vi tedieremo dicendovi sempre la stessa cosa, partendo dal fatto che si chiama posidonia e non poseidonia, perché è fastidioso in tutti questi mesi sentir parlare di questa poseidonia in quest'Aula, per poi arrivare alla questione del CAL. Forse opzionale non lo so io non dal punto di vista tecnico non me ne intendo, però sicuramente ve l'abbiamo chiesto in tutte le salse di convocarlo, anzi vi avevamo ricordato anche che forse bisognava richiedere anche all'ANCI di partecipare e non solo al CAL. Ma il CAL secondo noi era un passaggio obbligatorio. Fatta questa premessa di tipo procedurale, tecnico, è stato già ampiamente detto dai colleghi, per noi le alghe non sono un problema, sono una risorsa, sono ciò che ci consentirà di consegnare le spiagge ai nostri figli, ai figli dei nostri figli. Cioè se non si capisce questo non si riesce a inquadrare bene il ragionamento. Di fronte a questi gravissimi fenomeni di erosione costiera ci possiamo salvare noi, la nostra generazione, quella futura; è questo l'egoismo che vogliamo far passare e codificare mettere per iscritto? A noi non sembra corretto, ci sembra che il nostro dovere sia quello di perpetuare i beni che ci sono stati consegnati in custodia da chi è venuto prima di noi. Siamo una delle poche generazioni che non sta salvaguardando questo dovere morale di mettere a frutto ciò che ha avuto e consegnare alle successive generazioni più di quello che ha ottenuto. Però anche questo più che dirvelo purtroppo non abbiamo i numeri, il mondo lo vedete anche voi sta andando da un'altra parte, basta veramente poco, ormai abbiamo compromesso la vivibilità in questo pianeta, e se continuiamo anche nei piccoli paradisi come la Sardegna è finita, è finita per tutti. Vi abbiamo provato a spiegare anche negli altri interventi che mi hanno preceduto che non tutte le spiagge sono uguali, l'hanno spiegato a noi, non è che noi lo sappiamo così per infusione Divina, son venuti i tecnici, gli esperti non li abbiamo ascoltati, abbiamo preso appunti, siamo tornati, abbiamo capito che avevano ragione, ci siamo convinti anche noi che non tutte le spiagge sono uguali e quindi non si può fare un intervento tout-court, mettere una norma che valga per tutti. Vi abbiamo dato anche dei suggerimenti li abbiamo scritti anche in un emendamento, facciamo un piano di classificazione complessivo che abbia un cappello di carattere generale che riguardi sì tutte le nostre spiagge ma che poi abbia anche le schede spiaggia per spiaggia siamo nella possibilità di farlo, lo affidiamo all'Assessorato all'ambiente che faccia una revisione ogni anno e che faccia quello da guida, come succede per gli altri Piani. C'è il Piano regionale dei rifiuti, perché non si può fare un Piano regionale per la gestione della posidonia che dica ai Comuni che cosa fare. Perché qui siamo stiamo scaricando sui Comuni una responsabilità, io sono convinto che quelli manco vorranno, forse lo si sta facendo perché attualmente il periodo storico vede determinati Sindaci in carica, può darsi, ma attenzione che poi le elezioni è una ruota che gira, cambiano i Sindaci cosa si fa? Una legislatura lasciamo la posidonia in spiaggia una legislatura li togliamo perché c'è una maggiore sensibilità ambientale oppure no. Va bÈvolevo anche chiudere perché tanto più di queste cose non posso dirvi. Però, adesso non c'è il collega Deriu e non posso citare la Pantera di Bultei, ma vorrei leggervi dei passaggi di un testo che ritengo meriti la vostra attenzione: una questione fondamentale che la politica sarda oggi deve porre al centro delle proprie riflessioni è l'identità territoriale nella sua specificità di territorio fisico e antropico, di un particolare modo di abitare la terra, di un'antropologia dello spazio lavorativo e comunicativo. Territorio come risorsa tanto come giacimenti, storico, archeologico, artistici e antropologico culturali quanto come preziosa risorsa ambientale e turistica, ma soprattutto come potenzialità di sviluppo economico di un nuovo modello di produzione agropastorale, modello da elaborare e costruire. Il paesaggio sardo è davvero un unicum e per questo la costruzione di un'identità paesaggistica assume grande rilevanza. Potremmo definire il paesaggio come il volto della Sardegna come si è configurata la fisionomia territoriale lungo il percorso storico come testimonianza di un determinato rapporto con la natura dell'esercizio delle proprie attività economiche e come rapporto comunicativo, dunque relazione produttiva tra paesaggio ed economia. Le offese al paesaggio sardo sono state inferte sempre da interessi esterni, offese che si sono tradotte drammaticamente in danni economici incalcolabili, deforestazione" - poi posso saltare e arrivo qua - "il pericolo ora viene da un incontrollato incremento dell'eolico e del solare, favorevoli certamente allo sviluppo dell'energia pulita, ma nei luoghi deputati e secondo regole ben precise. La scommessa è questa, come tradurre la singolare identità territoriale e ambientale in risorsa economica, viva anche l'industria, assolutamente necessaria, ma non inquinante e a profitto dei sardi. Anche il discorso sul turismo deve considerarsi nel più vasto tema della territorialità e dell'ambiente, che non vuol dire essere contrari allo sviluppo turistico, risorsa fondamentale, bensì occorre che lo sviluppo turistico non si traduca in semplice speculazione edilizia, in uno stravolgimento dell'identità costiera della Sardegna senza senso né progetto". Sapete chi le ha dette queste cose? Il vostro Presidente il giorno dell'insediamento, Christian Solinas, il vostro, il nostro Presidente, perché è anche mio Presidente, le ha dette lui. Ma voi siete sicuri che quello che state portando oggi in aula sia in linea con questa dichiarazione? Ma siete sicuri, sicuri, sicuri? Volete che ve lo rilegga? Tutela del territorio, valorizzazione del territorio. Via, in discarica la Posidonia. Aspetta che continuo, l'ultima citazione: identità turistica. Perché poi è chiaro che leggendo queste cose si capisce, io l'ho capito. "Il posizionamento attuale del turismo in Sardegna è caratterizzato da un tratto di sviluppo spontaneo, non è dunque il frutto di un piano pensato e ritagliato sul territorio, ma piuttosto il risultato delle intuizioni e delle capacità di grandi e piccoli imprenditori che nel corso degli ultimi cinquant'anni hanno impegnato il proprio talento e le proprie risorse dando vita così al comparto turistico sardo. Con l'affermarsi della destinazione turistica Sardegna è cresciuto, secondo convulse dinamica endogene ed esogene e senza alcun piano strategico o programma di sviluppo regionale, il numero degli alberghi e delle aziende turistiche che compongono l'intera filiera. Oggi, però, che vengono meno le condizioni di partenza, lo sviluppo si arresta. D'altronde - sentite questo - "in un contesto che non consente neanche di pulire una spiaggia dalle alghe, o porre temporaneamente una semplice rete da beach volley senza infrangere una norma di legge, diventa difficile immaginare uno sviluppo di dimensioni…".
PRESIDENTE. Concluda.
PISCEDDA VALTER (PD). "…rispetto dell'ambiente". È chiaro che dopo che leggo una frase del genere, cioè quando il presidente Solinas, nelle sue dichiarazioni programmatiche, tratta in questo modo le alghe, "d'altronde in un contesto che non consente neanche di pulire una spiaggia dalle alghe o porre temporaneamente una semplice rete da beach volley senza infrangere una norma di legge, diventa difficile immaginare…", colleghi, ma che cosa volete, cosa vi aspettate? Ce l'avevano dichiarato, ce l'avevano anticipato, siamo noi che non l'avevamo capito che sarebbe arrivata questa legge, è perfettamente in linea con quello che diceva il presidente Solinas. Ci sono in una spiaggia alghe che disturbano per mettere la rete da beach volley? Facciamo una legge e le togliamo, che problema c'è, siamo legislatori e state facendo questo. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonio Piu. Ne ha facoltà.
PIU ANTONIO (Progressisti). Faccio parte della quarta Commissione e il tema che trattiamo oggi, quindi sulla proposta di legge numero 15, è un tema che ha visto la Commissione riunirsi tante volte. Vero è che alla prima riunione della Commissione la domanda che io mi sono posto è se un Consiglio regionale può legiferare su un tema ambientale così importante, e tra l'altro così sensibile dato che comporta innumerevoli spazi che secondo me sono dedicati a degli studi puramente tecnici. Perché la legge che noi andremo e che andrete ad approvare è una legge che non sistema niente per quanto riguarda l'ambiente, ma sistema solo ed esclusivamente l'accesso ad alcune spiagge dove, piuttosto che mettere l'asciugamano sulla Posidonia, lo metteremo su quella poca sabbia rimasta una volta che la Pisidonia viene spostata, perché abbiamo dei casi già in Sardegna dove il trattamento della Posidonia ha dimostrato che su 15 tonnellate, 8000 tonnellate è il recupero di sabbia che è stato fatto ad Alghero. Quindi significa che spostare le tonnellate di Posidonia significa portare via tanta di quella sabbia, altro che le bottiglie che vengono scoperte dai turisti quando ripartono e vanno fuori dalla Sardegna, qua il problema è molto più grave, perché stiamo dando la possibilità ai comuni, che non hanno le figure tecniche per poter gestire un fenomeno come quello della Posidonia, di prendere delle decisioni senza che ci sia uno studio o una sperimentazione su quel tipo di litorale. Allora, il litorale che abbiamo ad Alghero, che soffre purtroppo di… Grazie, Presidente, perché parlare così poi diventa difficile. Ecco perché dare l'opportunità e dare ai comuni lo strumento per poter dire se la Posidonia va spostata o meno, come deve essere gestita, come deve essere rimossa diventa pericoloso. Noi in Commissione abbiamo fatto una proposta semplice, facciamo e iniziamo a finanziare delle sperimentazioni, perché c'è l'Università, ci sono tantissimi istituti che seguono la direttiva e la norma europea per il trattamento della Posidonia, perché, parliamoci chiaro, spostare la Posidonia significa aumentare l'erosione dell'arenile. Quindi quest'anno abbiamo la spiaggia, quei chioschi, quegli operatori economici che oggi lavorano in quelle spiagge si ritroveranno forse fra cinque, sei, dieci anni senza un posto di lavoro, anzi, con l'acqua che distrugge e fa sparire totalmente le spiagge. Veramente noi abbiamo e ci sentiamo in diritto, quasi anche con presunzione, di poter legiferare su una materia così tecnica e così importante? Non è una visione diversa del mondo che si deve avere in quest'Aula su temi così importanti, ma bisogna avere anche l'accortezza di prendere tutte le misure, anche tecniche e quindi scientifiche, per poi poter legiferare, questo è quello che abbiamo chiesto in Commissione insieme al Gruppo dei Progressisti, insieme al Partito Democratico e insieme al Movimento 5 Stelle, come opposizione non ci siamo opposti politicamente a questa legge, ci stiamo opponendo sul merito e quindi su come vogliamo agire e su come vogliamo andare ad affrontare questo problema. Quindi, se il quarto punto è quello della sperimentazione, che cosa mi aspetto da una legge? Mi aspetto che innanzitutto ci sia lo studio di un territorio, perché la Posidonia esiste solo nel Mediterraneo, quindi non possiamo pretendere di avere le spiagge come nei Caraibi o come in Asia, nel Mediterraneo abbiamo delle specificità e queste vanno mantenute. Quindi abbiamo la Posidonia, non è un rifiuto, ripeto, è quell'elemento in natura che riesce a salvare le nostre spiagge, e all'interno di quell'elemento ci sono tantissimi equilibri che in questa legge non vengono rispettati, molto semplice, perché? Perché non la si sta guardando da un punto di vista ambientale, ma solo ed esclusivamente da un punto di vista amministrativo, ti tolgo la Posidonia e ti consento di lavorare nella spiaggia. Io continuo a dire per i prossimi cinque, dieci anni al massimo, perché abbiamo numerosi esempi nelle coste sarde di erosione di spiagge che sono avvenute purtroppo per mano dell'uomo, per l'incuranza che dell'ambiente abbiamo avuto in questi trent'anni, ma grazie al cielo abbiamo un Assessore dell'ambiente che è nato nel 1986, 1988, ancora meglio, e che ha una determinata sensibilità su questa materia, cioè non siamo amministratori di trent'anni fa quando alcune cose non le si conoscevano, oggi le conosciamo, e quando si prendono decisioni così importanti e si portano avanti leggi come questa ci dobbiamo assumere la responsabilità per chi viene dopo di noi, perché quando si legifera si deve pensare al dopo, non al momento, perché le elezioni sono finite, la campagna elettorale è finita, le elezioni regionali sono fra qualche anno, io non capisco perché bisogna dare risposte immediate a problemi complessi con 3 articoli di legge. Lo dice la direttiva europea? Le praterie di Posidonia oceanica sono classificate come habitat prioritari. I cascami di Posidonia depositati dall'azione delle onde sulle spiagge mediterranee non possono essere considerati alla stregua di un rifiuto, sono parte integrante del ciclo vitale della pianta, quindi è una pianta, non un rifiuto, e come le foglie presenti nel sottobosco costituiscono una importante biomassa utile agli ambienti costieri, perché entrano a far parte di habitat marini, emersi e sommersi, e garantiscono la proliferazione e la sopravvivenza di numerose specie viventi. Io vorrei capire che punto d'incontro c'è tra quello che ho appena detto e il fatto di far lavorare degli operatori economici in maniera assolutamente autonoma, cioè nel decidere nel proprio pezzo di spiaggia che cosa fare. Abbiamo chiesto in Commissione che venissero accolte tutta una serie di proposte, e tra l'altro anche di audizioni tecniche, che consentano e che consentissero ai commissari e alla politica di capire esattamente il fenomeno, perché non si può avere la presunzione di capirlo appieno in quest'Aula, non abbiamo la verità in tasca e non possiamo legiferare come meglio crediamo, ma dobbiamo affrontare e guardare i problemi da un punto di vista specifico, soprattutto quando riguarda l'ambiente, perché il mondo va in un'altra direzione rispetto a quella che stiamo prendendo noi oggi. E sugli operatori economici, per quanto riguarda lo spostamento della posidonia, dobbiamo garantire a quegli operatori dei professionisti, dei tecnici, che possano dire esattamente come va trattato questo tipo di elemento in natura, e non lasciare a un geometra o a un ingegnere di turno, perché già i comuni personale non ne hanno, quindi stiamo andando a gravare ulteriormente su dei settori che sono veramente ridotti all'osso, perché questa è la verità, e non facciamo neanche la differenza tra un litorale urbano, perché elettorale di Alghero è differente dalla spiaggia di Budelli, credo che di questo siamo tutti consapevoli, e allora anche qua, diversificare gli interventi in base a quella che è anche la richiesta e la necessità, perché quella di Alghero è una spiaggia cittadina, urbana, è un pezzo di città, non è lontana o diversa dal centro urbano, qua la stiamo trattando alla stessa maniera di spiagge naturali, piccole spiagge che sono presenti nel nostro territorio. Allora io, siccome sono sicuro che nei tavoli della maggioranza non si fanno le cose per distruggere, cerchiamo di prenderci un pochino di tempo e migliorare questa proposta, noi stiamo portando degli emendamenti per questo motivo, perché dobbiamo tenere principalmente a quelli che verranno dopo di noi, cosa che non è stata fatta purtroppo con la nostra generazione, quindi quella che state presentando è una proposta di legge che non può essere assolutamente votata, ma vi chiedo per lo meno, nel buon senso che quest'Aula deve dimostrare ogni volta, di modificare quello che si può modificare. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mura. Ne ha facoltà.
MURA FRANCESCO (FdI). Grazie, Presidente, in realtà avevo ritirato la volontà di intervenire, però visto che me l'ha ridata qualcosa da dire la ho, anche perché di quella Commissione non ne faccio parte. In questa discussione, rispetto a questa iniziativa legislativa, ho sentito alcune cose errate, ad esempio che la legge nella Commissione è stata discussa e analizzata in velocità; non credo, è stata presentata a giugno, siamo a febbraio, abbiamo avuto tutto il tempo di discuterla, di migliorarla, di integrarla, di portare un contributo che fosse il più positivo possibile per risolvere questo problema, invece questo compito è stato lasciato solo alla maggioranza da quello che si vede, si è potuto percepire un atteggiamento in alcuni frangenti anche ostruzionista nei confronti di questa legge, e non credo che sia questo il modo più giusto per affrontare i problemi. Il problema è un problema che affligge molti Comuni della Sardegna e soprattutto molti operatori economici che, di fatto, si vedono impossibilitati anche a lavorare, oggi con questo tipo di atteggiamento, con questo tipo di leggi che vorrebbero salvare l'ambiente ma di fatto lo condannano, lo condannano all'assenza dell'uomo, e la presenza dell'uomo è la migliore difesa che l'ambiente possa avere. Io ritengo che sia doveroso liberare la Sardegna da questa morsa di lacci e laccioli che non consente all'uomo di vivere l'ambiente in maniera serena e produttiva. Pertanto ritengo doverosa, anche grazie al contributo che il nostro Assessore giovanissimo ha portato anche al miglioramento di questa legge, l'approvazione di questa legge, ringrazio i proponenti e ringrazio anche la Commissione che, secondo il mio parere, ha lavorato in maniera eccelsa. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.
GIAGONI DARIO (LEGA). Grazie, signor Presidente, grazie colleghe e colleghi onorevoli, signori della Giunta. Innanzitutto ringrazio i colleghi di maggioranza, insieme all'Assessore, per l'impegno profuso nella stesura ed il perfezionamento della proposta di legge numero 15, inerente le disposizioni sulla gestione della poseidonia, anzi, mi correggo, onorevole Piscedda, posidonia piaggiata, ogni tanto ci sfugge questa… però siamo abbastanza attenti anche ad ascoltarla. Come ben esposto e relazionato dal collega Mula, l'intento della presente legge è quello di garantire un sano equilibrio tra la giusta necessità di preservare l'ambiente e la necessità di rendere fruibile l'arenile ai fini turistici ricreativi, essendo la spiaggia una innegabile risorsa per la corretta crescita e sviluppo del settore terziario. Di fronte a questa nostra ampia visione d'insieme della questione, la legge mira ad approcciarsi alla soluzione con la capacità di scindere il grande valore in quanto risorsa contro l'erosione del litorale, che la posidonia rappresenta, oltre ad indicatore della salubrità del mare, dal problema che caratterizza la gestione della stessa, una gestione che necessita una linea di indirizzo chiara e precisa, capace di dare risposte concrete a tutte le parti coinvolte, che non può essere demandata ai soli Comuni, i quali non solo alcune volte non possono usufruire al loro interno di figure professionali adeguate ad affrontare la delicata tematica, ma sono anche spesso privi delle risorse finanziarie per poter intervenire in modo corretto, prospetto previsto nell'attuale proposta di legge in discussione. Un altro aspetto di grande rilevanza che ci tengo a sottolineare, poiché denota l'attenzione preposta al tema ad opera della Regione, forse la prima in Italia ad aver affrontato la specifica problematica ambientale, è quello di prevedere ad opera dell'Assessorato competente in materia di ambiente un programma di studio puntuale dei litorali sardi, per verificare lo stato di conservazione o degrado, e per monitorare eventuale fenomeno di erosione, così come proposto e suggerito dagli esperti auditi in Commissione in data 21 novembre, precisazione, questa, doverosa visti taluni attacchi pervenutici anche per mezzo stampa da alcuni esponenti dei partiti della minoranza, che lamentavano la totale inadeguatezza dalla nostra proposta. Chissà se anche gli studiosi che da sempre si occupano della questione sono ritenuti inadeguati. Qualcuno ci ha dato dell'incosciente nel presentare questa legge, ma io non credo proprio che qui ci sia l'incoscienza, perché vorrei mettere all'attenzione anche della minoranza, soprattutto di chi ha il simbolo del PD, che in Emilia Romagna entrano dei mezzi gommati, addirittura anche in acqua, per ritirare la posidonia. E in Emilia Romagna chi governa? Governa il PD, purtroppo, non ce l'abbiamo fatta, ma ne vedremo delle belle per cinque anni. Oltre ad avere qualcuno, forse, le idee confuse, come le ha avute per cinque anni qua a Cagliari, è un incremento di lavoro perché si creano aziende dedicate, specializzate sul problema, quindi daremo dei posti di lavoro. La natura, a qualcuno devo ricordare, è legata all'uomo e l'uomo è responsabile del suo equilibrio, è casa nostra e siamo responsabili di riordinare quello che la natura non fa, altrimenti veniamo scambiati per degli animali e non ci resta che ragliare. Grazie signor Presidente.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.
MULA FRANCESCO (PSd'Az). Presidente, calmi la tribuna nord per cortesia.
PRESIDENTE. Fate svolgere l'intervento all'onorevole Mula. Grazie.
MULA FRANCESCO (PSd'Az). Grazie Presidente. Io devo dire veramente che mi son trovato un po' in difficoltà quando ho appreso, caro collega Piscedda, che le opposizioni hanno presentato circa 150 emendamenti su una proposta di legge che mi sembra talmente, non voglio usare il termine banale, però mi sembra che la si stia caricando di una importanza che va oltre, e ho sentito in quest'aula delle accuse, caro collega Zedda, che lei continua col suo dubbio, sospetto sempre su ogni cosa. Guardi, io personalmente non sapevo manco che esiste a Quartu quello che lei ha detto, non ci sono andato e non mi interessa. Non mi interessa. In legge abbiamo pensato che essendo un'opportunità potrebbero da questo… non considerare rifiuto, ma è già considerato rifiuto, qualcuno di voi confonde. Oggi la legge ti dice che la posidonia quando tu la porti via dalla duna è considerata rifiuto e la puoi soltanto smaltire in discarica. Qualcuno dice che ci stiamo inventando qualcosa. Oggi è così. Questa legge, invece, dice altre cose. Se l'alga può essere lasciata, perché non tutte le spiagge si prestano per poter asportare la posidonia, va lasciata; se la posidonia crea problemi per la fruizione, per la balneazione o quant'altro, può essere spostata, ma il fatto di non considerarla rifiuto, ma risorsa, che vorrebbe anche dire che la posidonia va lavorata, va separata, la sabbia va riportata, così come qualcuno ha la preoccupazione di poter pensare che si perdono tonnellate di sabbia. Non è così! Ed essere un'opportunità vuol dire, e vi invito, anche qualche collega della Commissione, a leggere che cosa prevede il Progetto Prime che è stato applicato in Puglia, che cosa ne stanno tirando fuori dalla posidonia. La posidonia è una risorsa quando è viva. Quelle cose che avete detto è quando è viva; una volta che arriva in spiaggia è materiale morto che, passato un determinato lasso di tempo, va in putrescenza. Ma voi andate ad Alghero. Io sono andato apposta l'altro giorno. Come fate voi a sostenere cose di questo tipo. Se voi andate ad Alghero a dire queste cose io non lo so la reazione della gente. Quando voi dite: "Bisogna lasciare la posidonia perché la tutela la sabbia". Ma tutela da che cosa? Fatemi capire. "La devono godere i nostri figli". Ma quando, Antonio Piu, ma quando la devono godere? Se tu quella spiaggia non me la fai mai vedere, mi tieni la posidonia puntualmente, se ne accumula dell'altra, quand'è che gliela fai vedere? Fra trent'anni la spostiamo e gliela facciamo vedere ai nostri figli. Da che cosa è nata la fretta? Quale fretta? È dal mese di giugno che è stata presentata la proposta di legge. Abbiamo fatto tanti di quegli incontri e ho cercato, perché è il mio modo di vedere e di interpretare la politica, di trovare anche con voi quelle che potevano essere le proposte accoglibili, chiamiamole così, ma quando voi mi citate quelli del CNR, che il collega del Movimento 5 Stelle dice "mi hanno supplicato", quei signori io li conoscevo già da Sindaco, perché bisognerebbe fare anche il sindaco, provare a vedere come si gestisce l'emergenza di un Comune costiero, e ho raccontato in Commissione, e ve la racconto adesso, la mia esperienza. Quando nel 2015 il mio paese venne invaso dalle alghe e chiesi audizione all'Assessorato all'ambiente, e non faccio i nomi ma voi sapete chi era l'Assessore, era vostra non nostra, che non sapeva dell'emergenza delle alghe, e mi disse: "Guardi Sindaco, io le alghe non le toglierei. Lascerei un tappetino di alghe, dove il turista arriva, posiziona il suo asciugamano…". Ma in che mondo vive? Il turista non torna più! Quando tu gli presenti il tappetino di alghe il turista non torna più! Dove c'è la fruizione delle spiagge, tu fai un'azione di questo tipo e i turisti non solo non tornano, ti cercano pure i danni. Allora, ho raccontato la mia esperienza per dire che in Regione non sapevano… "Guardi, c'è una direttiva che la Giunta ha fatto, dovete seguire quella". "Sì, ma noi abbiamo esigenza che le alghe non le possiamo spostare, così come dice la norma, nel retro dunale perché non abbiamo lo spazio". "E allora non sappiamo dove la potete mettere". E allora possiamo spostarla in un altro sito? Non siamo noi abilitati. Feci la prima Conferenza di Servizi, credo la prima in Sardegna, e vi ho portato anche la documentazione, per cercare di capire non quanto ero bravo io, ma quello che dicevano gli enti competenti, dove nessuno sapeva come si dovevano esprimere Ufficio tutela, ARPAS e quant'altro. Alla fine partorirono un documento e da lì è nata la mia idea, su quei pareri, di poter dire che la posidonia potrebbe anche essere spostata se non può essere accumulata nel retro dunale, lì, passato il periodo e abbiamo stabilito anche, su vostra richiesta, un lasso di tempo, aprile-novembre, entro il quale prevediamo di asportare e riportare se non ci sono altre soluzioni, una volta che la posidonia, se viene portata in altro sito, può, dico può, essere trattata, nel senso che comunque la separazione della sabbia deve essere fatta, e poi sarà usata, così come lo stanno usando in molte regioni italiane, per fare compost, per materiale dell'edilizia, oppure, se non ci sono altre soluzioni, l'amministrazione la deve riportare in spiaggia. La cosa che io mi stavo aspettando, visto che qualcuno ha sollevato l'argomento che il Governo sta facendo, vi vorrei ricordare, qui è presente l'assessore Lampis, che non tanto tempo fa non so nemmeno di che colore politico era quell'Assessore, venne in Sardegna e andò a visitare situazioni dove c'erano le alghe. Io mi ricordo le sue dichiarazioni e mi sembra che andavano in quella direzione di poter dire che si potrebbero portare via e che potrebbero diventare una risorsa, così come stiamo prevedendo, e su questa direzione noi abbiamo cercato di costruire. Dite: perché i Comuni? Perché i Comuni hanno già competenza. Perché, anche se il demanio è del demanio e dello Stato, se succede una cosa nel demanio chi ne risponde? È il Sindaco. Se in mezzo alle alghe c'è una bottiglia di vetro rotta e un bambino si fa male non cercano chicchessia, cercano il Sindaco! E poi vi vorrei ricordare le scene penose che sono successe in quest'ultimo periodo che riguardano il Poetto, e lì non è posidonia, sono arrivate le canne, e non faccio nomi di chi è che ha detto: "No, bisogna tenerle perché fanno parte dell'ecosistema". Non è diverso, poi intervieni e ripeti le cose, poi ti faccio vedere, documenti alla mano, dove dicevate di tenerle quelle canne, poi adesso state mettendo in croce il Sindaco per dire: "Ah perché non le hai portate via, che quello è materiale che magari è arrivato da una pulitura di qualche canale". In legge c'è scritto anche per quanto riguarda queste situazioni, perché non so se avete mai visto quando succedono quelle grosse mareggiate, dove ci sono fiumi come da noi che ti portano via tutta, scusate il termine, la immondezza: scaldabagni, frigoriferi, congelatori, plastica, di ogni. E si deposita dove? Nella duna. Qualcuno mi dovrebbe dire che cos'è che deve fare il Sindaco, che cos'è che deve fare; deve andare a chiedere autorizzazioni? "Posso portare via questa cosa?" Ma non sappiamo che rifiuto è. Mi sembra che ci sia una norma bella chiara qui dentro che ti dice che cosa può fare quell'amministrazione.
Io non ho sentito un Sindaco, eppure ne ho incontrati, dei comuni costieri che mi abbia detto: "Non vogliamo questa responsabilità, non vogliamo questa responsabilità." Io ho sentito Sindaci dire: "Era ora che ci mettiate nelle condizioni di avere chiarezza su quello che dovremmo fare quando succedono emergenze". Perché stiamo parlando, signori, di emergenze, perché se il deposito dell'alga è talmente, come spesso accade, ininfluente, si può spostare anche col rastrello, così come è stato detto, non è obbligatorio entrare con i mezzi, abbiamo parlato di soluzioni eccezionali in occasioni eccezionali, come quella di Alghero oggi, come quella del Poetto e credo che sia ancora esistente pur non essendo posidonia, quindi il nostro è stato un semplice atto di provare a normare un settore che oggi trovava i Sindaci nell'impossibilità di poter dire o di poter operare perché comunque, che sia la Forestale che arriva e ti sequestra i mezzi, che sia l'ARPAS che ti dice che non lo puoi fare…
PRESIDENTE. Concluda onorevole Mula.
MULA FRANCESCO (PSd'Az). …di come si devono comportare i nostri Sindaci.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (Progressisti). Sentir dire che il problema del turismo sardo oggi è costituito dalla posidonia piaggiata, a un appassionato di cinema comico italiano degli anni Novanta non può che far venire in mente quello sketch di Johnny Stecchino in cui enunciando i problemi di Palermo al protagonista, si considerava il traffico il principale problema di Palermo.
Il cinema degli anni Novanta ci fornisce anche degli altri spunti e credo che purtroppo questa Legislatura sia destinata a essere spesso paragonata a quegli sketch. Io non entro nel dettaglio tecnico, lo hanno fatto i colleghi che hanno seguito l'iter del testo in Commissione e non entro nel dettaglio perché non avendolo approfondito in Commissione e non avendo letto diffusamente con attenzione tutti gli atti preparatori, correrei il rischio di fare delle gaffes, magari di confondere alghe e posidonia, cose che forse quest'Aula volendo normare un testo come questo, non dovrebbe fare. Non pensavo però di andare via da qui portando a casa, oltre alla responsabilità che già sento sulla mia coscienza, anche quella di dover mettere a posto quello che in natura non funziona. Io consiglio ai colleghi, a quelli che credono e a quelli che non credono, la lettura della seconda enciclica dell'attuale Pontefice, si chiama Laudato sii, è una lettura che a prescindere dalla propria fede può fare bene, in particolare a chi in questo momento storico si trova a prendere decisioni che ricadranno sugli altri esseri umani e sulla natura, natura che non possiamo modificare se non in peggio, come purtroppo anche i recenti accadimenti ci dimostrano plasticamente. Per il resto questo testo ha avuto un iter schizofrenico in Commissione, si sono ascoltati gli esperti, è stata concessa la possibilità alla minoranza di proporre un ciclo di audizioni che sicuramente ha arricchito il dibattito, non è stata però rispettata la legge, e io non conto più le volte che in questo Consiglio ho sollevato il tema del rispetto delle leggi regionali. Il Presidente ha disprezzato questa visione, addirittura ha considerato la richiesta di rispetto della legge come un atto giustizialista o addirittura intimidatorio. Se chi è chiamato a scrivere le leggi non verifica che le leggi poi siano effettivamente applicate, beh, sta compiendo il suo lavoro a metà. In questo caso per esempio ce n'è una, del 17 gennaio 2005, che è quella che ha in origine il principio di cooperazione degli enti locali tra loro e con la Regione e istituisce il Consiglio delle Autonomie locali. Quella legge non dice che si può chiedere il parere del CAL, dice che il CAL, articolo 2 lettera b) partecipa al procedimento di formazione delle leggi. Partecipa, non, può partecipare, ed esprime un parere obbligatorio sui DL e sulle proposte di legge che attengono alle competenze degli enti locali. Qui c'è un'omissione di un atto che andava compiuto d'ufficio. Il fatto che la Commissione, in un momento in cui era presente solo la maggioranza, abbia voluto violare la legge, non muta di una virgola il fatto che sia stata violata, tra l'altro per un parere che ha solo natura consultiva. Perché il CAL entro 15 giorni, una volta che è stato interpellato, può anche non formulare un parere per iscritto, può anche esprimere un parere contrario senza costringere il Consiglio regionale per forza a seguire quel parere, però la legge dice che deve essere consultato, perché le autonomie locali devono partecipare alla formazione delle leggi di questo Consiglio, non è che le leggi possono essere sempre calpestate. Tra l'altro io mi chiedo che senso ha tutto ciò, si poteva tranquillamente chiedere il parere al CAL, chiedere anche agli enti locali se volessero accollarsi quella competenza in più, perché oggi ai sensi della delibera tuttora vigente, quella competenza i Comuni la esercitano previa autorizzazione, previa richiesta, c'è una trasmissione di competenze e di responsabilità dal Comune che può anche essere guidato da un sindaco magari eletto in una piccola comunità di trecento abitanti, che prende un rimborso spese che certo non può nemmeno pagarsi un legale per avere un minimo di consulenza su cose importanti come lo sono i reati ambientali, cose che non fanno dormire la notte ad un amministratore locale, che prima poteva, chiedendo un'autorizzazione in Regione, scaricare la responsabilità altrove, su spalle più forti e più strutturate, oggi invece verrà stretto tra i concessionari, tra i privati e tra quelle che sono le responsabilità che invece saranno tutte in capo al primo cittadino. Noi stiamo entrando in Aula e non abbiamo chiesto ai Sindaci del CAL cosa ne pensassero, un errore politico e una palese violazione di legge. Tra l'altro la legge scritta così, va incontro per l'ennesima volta a una sicura impugnazione, non peraltro, noi possiamo legiferare sulle materie previste dallo Statuto, articolo 3, articolo 4 e articolo 5. L'articolo 3, le uniche che si avvicinano da lontano a questo tema sono l'edilizia, l'urbanistica e il turismo.
Nell'articolo 4 ci può essere l'igiene e la sanità pubblica alla lettera i), l'ambiente, quello che è normato da questa norma non è previsto nel nostro Statuto, quindi deve essere normato da norme statali e noi possiamo intervenire solo quando le norme statali fanno un esplicito rimando alla legislazione regionale. Siccome il Ministro dell'ambiente, tra l'altro, è persona seria, è apprezzata da tutti visto che negli ultimi due anni ha fatto parte di Governi di diverso colore politico e più o meno è stato sostenuto a momenti alterni dall'intero Consiglio regionale, dalle forze che compongono l'intero Consiglio regionale, e già più volte ha sollevato l'impugnazione di norme di Regioni a Statuto speciale molto più blande della nostra, molto più rispettose al dettato statale rispetto a quello che c'è scritto in questa legge. Per cui il consiglio, colleghi, è quello di rifletterci, perché alla fine l'abbiamo visto quest'Aula è lenta, fatica a prendere le decisioni, a volte le prende dopo grande dibattito, discutiamo tra noi e alla fine parlano i numeri e i numeri dicono che c'è sempre chi ha ragione e chi ha torto, ma poi è sufficiente aspettare e le cose fatte male, anche se camuffate in Aula, anche se forzate dalla maggioranza, alla fine esplodono proprio nelle mani della maggioranza che le ha promosse.
E allora, se in alcuni casi si tratta di questioni conclamate, che hanno precedenti, per il cui superamento sarebbe sufficiente confrontarsi con gli uffici stessi di questo Consiglio, che a volte avendone viste tante sono anche in grado di fornire un dettaglio di quello che si può fare e di quello che sicuramente non si può fare. E se invece però a noi interessa semplicemente fare la foto in Aula mentre si approva la legge rivoluzionaria, o fare la chiamata al telefono all'amico concessionario, che per carità è un imprenditore, assumerà persone, risponderà a una sua esigenza imprenditoriale, che noi rispettiamo, ma quella è un'altra cosa, non ha niente a che vedere con la politica, per quanto mi riguarda almeno, ed è destinata nel lungo periodo a schiantarsi. Perché la cosa che fa più male all'esterno di quest'Aula sono le promesse mancate, sono le promesse a vuoto, e sono anche quel modo di legiferare in Regione che legifera in palese contrasto con le normative statali e comunitarie, e poi di fronte all'insuccesso scarica sulle normative statali, sullo Stato e sulla Comunità europea i propri insuccessi. E non è così, soprattutto quando dall'altra parte della barricata ci sono imprenditori che necessitano di fornire ai propri studi legali la certezza di quello che si può fare e di quello che non si può fare. Perché fuori ci sono i kamikaze che conoscono la norma e pretendono di andare dieci metri oltre la norma, ci sono, c'è un modo di fare impresa anche in questa Regione che ha quei connotati, ci sono però persone che vogliono fare impresa, dormendo tranquilli la notte, e non prendendosi niente di più di quello che gli spetta per legge, perché preferiscono stare dieci metri indietro e dormire tranquilli, per sé, per la propria impresa, e per la propria famiglia, che rischiare domani di avere l'ufficiale giudiziario, o la polizia municipale, o i carabinieri alle porte della propria attività.
Per cui, anche per rispetto a loro, studiamo meglio e facciamo un supplemento di istruttoria che non ha mai fatto male a nessuno.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente.
LAMPIS GIANNI, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Presidente, la Giunta ha ascoltato con molta attenzione gli interventi che in questa mattinata si sono susseguiti, e in principio del mio intervento permettetemi di rassicurare il Consiglio. I sardi non hanno chiamato al governo della Regione Sardegna i "nuovi barbari", non dateci questo infausto ruolo, perché proprio in riferimento all'intervento che ha fatto l'onorevole Piu, mi piace pensare riferendomi alla mio caso specifico, l'onorevole Piu ha citato la mia età, quindi la mia responsabilità di fatto rispetto ad un nuovo corso della politica, quindi una responsabilità istituzionale che deriva dalle deleghe che mi sono state assegnate dal Presidente della Regione, e un'altra responsabilità che mi permetto di reputare anche più pesante, che è quella generazionale. La responsabilità generazionale da una parte oggi la possiamo e la posso esplicare nel ritenere che il patrimonio ambientale e paesaggistico sia per i sardi la più grande eredità che noi abbiamo avuto da chi ci ha preceduto, e che giustamente abbiamo il dovere di tramandare a chi verrà dopo di noi. Ma un altro aspetto che mi piace inserire in questo ragionamento è evidentemente il ruolo che io posso esercitare, che la Giunta può esercitare nel momento in cui anche l'organo legislativo, quindi il Consiglio regionale, può mitigare quel dilagante fenomeno di emigrazione che vede anche tanti giovani, tanti miei coetanei, andare via non per scelta, ma per obbligo. Questo piccolo ragionamento vuole preannunciare quella che è la posizione che la Giunta ha avuto in questi mesi. L'Assessorato della Difesa dell'Ambiente, l'azione amministrativa e politica della Giunta regionale e della maggioranza di governo non si può limitare alla sola tutela dell'ambiente, oggi bisogna superare la concezione della tutela fine a se stessa per iniziare ad abbracciare, in maniera responsabile, quelle che sono le prospettive dello sviluppo per questa terra. Chi vi parla ha una sensibilità importante perché proviene da un comune costiero, che ha fatto del proprio litorale, delle proprie coste, delle proprie dune, il primo biglietto da visita, però oggi occorre capire qual è il punto di equilibrio. I più saggi tra voi potrebbero insegnarmi che in medio stat virtus, la virtù sta nel mezzo, l'equilibrio sta nel mezzo. Oggi non basta solo limitarci a ragionamenti di tutela fine a se stessa, perché che la poseidonia spiaggiata sia un utile e importante elemento di mitigazione del fenomeno di erosione costiera ne siamo tutti consapevoli, però occorre capire oggi qual è la linea di confine in cui da strumento di tutela diventa motivo di problema. Perché evidentemente anche le attività di iniziativa economica meritano in una terra come la nostra di essere salvaguardate, e nel corso di questi anni i sindaci prima di tutto hanno rappresentato alla politica regionale questo tipo di esigenza. Permettetemi di ricordare che in questi primi mesi di legislatura ho avuto modo di verificare di persona i litorali, i depositi temporanei, i depositi retro-dunali che alcuni Comuni hanno dovuto individuare proprio per gestire la contingenza delle situazioni di poseidonia piaggiata. E nel caso di Alghero non è più una contingenza, è un problema atavico, storico, mai risolto che a quella comunità è costato tanto anche in termini di risorse economiche e finanziarie per il Comune, benché due finanziamenti dedicati ricevuti dalla Regione Sardegna, ma soprattutto in termini economici per il danno provocato durante la stagione balneare. Quindi noi riteniamo che, come Giunta, ringraziamo la Commissione per averci concesso di portare il nostro contributo, nel nostro contributo abbiamo ribadito prima di tutto l'importanza dell'utilizzo ai fini della mitigazione del fenomeno di erosione costiera, però abbiamo anche delineato qual è la diversa prospettiva.
A chi serve questa legge? Io penso che serva prima di tutto ai sardi, le norme sono generali ed astratte, e in questo senso oggi il Consiglio regionale si trova ad approvare questa proposta. Poi la stessa impiantistica pubblica presente e dedicata alla gestione dei rifiuti può trovare motivi di riconversione rispetto a questa materia, oggi non è presente, ma nessuno vieta che all'interno dei consorzi industriali della Sardegna dove sono ospitati i maggiori siti di trattamento dei rifiuti possano essere realizzati anche impianti che si occupino di questa problematica. Ecco, la Giunta quindi accoglie favorevolmente la discussione e l'iniziativa legislativa, ritenendo che l'uomo debba essere comunque parte attiva all'interno della gestione responsabile e consapevole delle risorse ambientali e paesaggistiche. Le norme che sono scritte in questa proposta di legge di fatto individuano questa direttrice come responsabilità istituzionale, anche per il ruolo che dovrà svolgere poi l'Assessorato della difesa dell'ambiente, e ritengo, come ho iniziato, che la responsabilità generazionale a questo punto non è solo di chi vi parla ma dell'intera Aula, che in questo senso, anche con questa iniziativa legislativa potrà provare ad arginare quel fenomeno migratorio e magari consentire a tanti sardi di evitare di emigrare, come è successo negli ultimi anni.
PRESIDENTE. Grazie, assessore Lampis.
Dichiaro chiusa la discussione generale e metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano…
MANCA DESIRÈ (M5S). Votazione elettronica, Presidente!
PRESIDENTE. Allora, ha chiesto di intervenire…
(Interruzioni)
No, hanno chiesto prima, quindi… c'è un elenco degli iscritti a parlare per dichiarazione di voto.
(Proteste dai banchi della maggioranza)
L'onorevole Zedda ha chiesto di intervenire, prego.
(Proteste dai banchi della maggioranza)
Prima l'onorevole Ennas che chiede di intervenire sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
ENNAS MICHELE (LEGA). Mi scusi, Presidente, solo un chiarimento per capire se ho capito male. Allora, lei ha chiesto di votare il passaggio all'esame degli articoli, abbiamo votato poi qualcuno dai banchi dei 5 Stelle ha detto "votazione elettronica", allora di quale dichiarazione di voto stiamo parlando adesso?
PRESIDENTE. Ho chiesto il passaggio all'esame degli articoli per poter procedere…
(Interruzioni)
Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
(Proteste dai banchi della maggioranza)
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Presidente, suggerirei alla maggioranza, nel momento in cui sono stati presentati 140 emendamenti, di non sollecitare la volontà di intervenire su tutti e 140, perché mi sta venendo una voglia proprio di intervenire su tutti perché mi appassiona molto la materia.
(Interruzioni)
Volete recuperare un minuto adesso, ne perderete 140, per tre, tra qualche ora, non ci sono problemi.
Per quanto riguarda la dichiarazione di voto, Presidente, premettendo il voto…
(Interruzioni)
Per quanto riguarda le alghe, ho sentito cose non corrette. Attenzione, ed è per questo che mi preoccupa sempre di più il testo presentato, confondere una lavatrice portata dalla piena dei fiumi con le canne… suggerirei magari, una volta che viene ripulito il torrente dalle canne, la rimozione delle canne, in relazione al fatto che quelle canne che sono arrivate in alcune spiagge dei nostri litorali, sono arrivate perché non è stata fatta correttamente l'opera di pulizia: le canne sono rimaste lì, è arrivata la piena, le ha portate in mare e le mareggiate le hanno portate poi a riva. Nel caso delle canne è chiaro a tutti che non sono di provenienza dei litorali, eppure, se avete notato la polemica e il dibattito di questi giorni precedenti sulle canne nelle spiagge, quanti enti sono stati interessati dalla vicenda, che non sono superabili, quelle procedure, con una norma di questo tipo, e lo vedrete in relazione a quel che poi dirà il Ministro dell'ambiente attraverso i suoi uffici su questa norma. Diverso e sostenere la tesi, cosa che la norma consente, che in alcuni casi, per i grandi accumuli di Posidonia nelle spiagge si possa anche, in deroga, in base alle norme nazionali, intervenire con la rimozione, cosa che viene fatta con la dovuta cautela, con una complicanza data dai siti nei quali si opera ma con un oggettivo intervento, perché altrimenti avremo la presenza della Posidonia ovunque nelle nostre spiagge. Badate, è capitato a molti di noi, governando Comuni costieri, di governare anche la materia della Posidonia. Un conto è dire che fino al momento in cui una maestralata (maestralata ovviamente nel caso delle coste interessate dal maestrale, o altri venti che portano via dalla spiaggia la Posidonia) la valutazione puntuale di che cosa è accaduto…. Tutti noi che abbiamo operato in Comuni costieri abbiamo avuto problematiche a noi poste da coloro che operavano sulle spiagge; quando abbiamo lasciato la Posidonia in spiaggia per un tempo più ampio rispetto a quello che voi state prevedendo con questa norma, alla fin fine gli stessi concessionari dei chioschi mi avevano segnalato che quella permanenza della Posidonia, per un tempo ovviamente congruo e non per tutta la fase estiva e poi rimossa dalle mareggiate e dal vento che soffiava da terra verso il mare, aveva determinato un aumento della spiaggia di 5 metri, cosa che consentì di posizionare un'altra fila di ombrelloni. Questa è l'elemento: la valutazione puntuale da caso a caso, e, in relazione ai casi, adottare tutti gli strumenti che già oggi la legge prevede e che non sono superabili con questo testo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (Progressisti). Il voto per il passaggio agli articoli sarà contrario, questo non vuol dire che debba precludersi ogni intervento legislativo regionale al fine di agevolare la chiarezza riguardo a un fenomeno che purtroppo, già oggi, viene brutalmente effettuato in molte spiagge della nostra Regione. Io stesso ne ho avuto prova e ho anche segnalato alle autorità competenti palesi violazioni della circolare balneare in diverse spiagge della Sardegna, anche di grandissimo pregio, addirittura porzioni di litorale trasformate in magazzino natanti, natanti che a volte vengono trasportati da trattori con motori diesel, tutto questo in aree di grandissimo pregio ambientale. Bisogna aumentare i controlli, si può intervenire con leggi regionali con grande rispetto di quello che sono le normative statali e anche con grande attenzione secondo me, e questo avrebbe fatto bene a farlo la Commissione competente, a quello che si sta legiferando a livello statale. È ancora in discussione la legge cosiddetta salva mare, norma sulle stesse materie di attenzione di questa norma, con la differenza che lo fa con una potestà legislativa vera e non con una che non esiste come la nostra in quella materia, io avrei consigliato quantomeno un passaggio con i senatori e i deputati sardi, almeno quelli interessati all'argomento, che avrebbero potuto portare un'idea oltre che un'informazione in materia. L'alternativa poteva essere anche un'audizione con le Commissioni ambiente del Parlamento da parte dell'Assessore e del Presidente della Commissione o dell'Ufficio di Presidenza; è già stato fatto in passato lo si fa appunto per evitare errori. Purtroppo appunto la volontà vostra non è quella di fare una buona. Legge volontà vostra, l'ho già spiegata bene prima e non mi pento di quello che ho detto, suggerisco però l'attenzione agli emendamenti presentati, perché qualora questa legge avesse il passaggio positivo agli articoli credo che un po' di attenzione ad alcuni emendamenti potrebbe essere utile a limitare gli errori che altrimenti sicuramente sarete destinati a compiere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Maria Laura Orrù per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie Presidente, nel preannunciare il mio voto contrario, nell'essere anche visto l'intervento dell'onorevole Agus prima che ha citato il "Laudato sii" di Papa Francesco che anche in Commissione ho ripreso più volte, perché penso che sia un testo davvero che potrebbe essere un faro per molti governatori. Vorrei però sottolineare l'articolo 9 della Costituzione, soprattutto perché l'Assessore ha parlato di tutela fine a se stessa. Ma noi nella nostra Costituzione, che capisco bene che forse per chi è abituato a non rispettare le norme, non rispettare le leggi forse questo risulta un po' stonato. Parla proprio di tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nostra nazione. Io capisco che parlare di sviluppo oggi possa essere un po' complicato, però noi abbiamo l'obbligo soprattutto per l'età che abbiamo, e mi rivolgo all'Assessore in questo senso, di vedere uno sviluppo innovativo, uno sviluppo diverso. Se noi continuiamo a calpestare le strade del passato non arriveremo da nessuna parte. E questo lo possiamo dire con certezza anche guardando quella che è la programmazione europea e quelle che sono le programmazioni e le politiche che si stanno portando avanti nel resto dell'Europa e del mondo. Perché il passo da seguire è proprio quello: vedere la tutela dell'ambiente del proprio patrimonio come una risorsa di sviluppo innovativo capace di dare nuove forme di lavoro. È chiaro che se noi continuiamo a cercare le vecchie forme di lavoro questo non lo troveremo mai e chi governa deve avere la lungimiranza e la volontà di avere dei piani strategici dedicati proprio per poter andare verso questa direzione se no saremo davvero fuori dal tempo e probabilmente anche se cerchiamo invece di costruire quei sistemi caraibici che non ci appartengono saremo anche fuori da un mercato, perché non sarà il nostro mercato. Il nostro mercato non è quello delle spiagge caraibiche, ci sono location in Sardegna dove si provano a imitare anche le bevande tipiche di zone caraibiche, noi non siamo quello e lo dobbiamo dire con forza e dobbiamo invece avallare quelle che sono le nostre peculiarità, le nostre caratteristiche anche difendendo alcune, diciamo così, unicità come possono essere quelle legate a dei periodi in cui ci potrebbero essere delle zone, delle coste, delle parti di coste dove ci possono essere dei… giusto per completare il ragionamento con l'onorevole Mula, io capisco che ci siano dei momenti in cui bisogna intervenire come caso eccezionale, ma come caso eccezionale va trattato, non possiamo trattare tutto come se fosse un caso eccezionale. Perché si rischia davvero di lasciare i comuni di fronte a un rischio che noi non possiamo permetterci di dare, grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alessandro Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ALESSANDRO (M5S). Grazie Presidente, colleghi, scusate la voce sono un po' malato. Provo a tratti anche frustrante, superfluo votare il passaggio agli articoli di questa legge che tanto verrà impugnata, quindi ci porterà a perdere tempo e aggiungere ore e ore alle statistiche del tempo perso all'interno di quest'Aula che avremmo potuto impiegare meglio, e non è la prima volta, referendum, commissari insomma lì sì che ne abbiamo fatto ragliare come ha voluto definire qualcuno prima. Purtroppo io penso che sarà così.
Voler esercitare una potestà che non ci appartiene, di volerlo fare per fini meramente propagandistici, palliativi in un modo che sicuramente non andrà a soddisfare le esigenze né di una parte né dall'altra e in definitiva non andrà a risolvere nulla nel caso in cui questa legge non venga impugnata. Mi ha fatto piacere sotto un certo punto di vista che l'Assessore abbia introdotto la questione generazionale, Assessore con cui condivido lo stesso anno di nascita, io sono certo della sua ben disposizione, delle sue buone intenzioni. In questa proposta di legge per quanto non provenga, non sia stata scritta dalla sua mano non percepisco alcuni dei valori che lui prima ha enunciato, che sono certo andranno a uniformare la sua, e stanno andando, ad uniformare la sua attività. Troppe cose sono lasciate al caso, troppe cose sono lasciate alla potestà e al potere e all'azione di chi probabilmente purtroppo non avrà, come i comuni, i mezzi per potervi fare fronte. Ripeto tutto questo fatto solo ed esclusivamente a fini di mera propaganda, andando a toccare solo i temi che possono portare un minimo di consenso e visibilità senza andare effettivamente ad effettuare un'attività di studio, un'attività di approfondimento, un'attività che comunque possa portare delle leggi, che magari riescono a fare a meno scalpore, ma a portare un minimo di utilità, nel caso in cui riuscissero a entrare in vigore, non vengano impugnate, come purtroppo, ma avremmo modo di approfondirlo poi nel seguito nella discussione dei numerosi emendamenti che ci siamo pregiati di depositare… succederà.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Laura Caddeo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CADDEO LAURA (Progressisti). Grazie Presidente, anch'io annuncio subito il mio voto contrario e voglio ribadire la preoccupazione che ho già espresso rispetto a quella che mi sembra un po' la vacuità di questa legge e intendo proprio il fatto e l'aspetto etico che leggo o non leggo negli articoli e nell'impostazione generale di questa legge. Ci riempiamo la bocca dell'importanza di lasciare a chi ci succederà, ai nostri figli, nipoti e pronipoti una terra vivibile e invece ci stiamo lasciando prendere dalla premura e dalla fretta di capitalizzare qualcosa, d'altronde e si era detto già all'inizio di questa Legislatura che metteremo a reddito il Maestrale, metteremmo a reddito gli arenili e così via. Forse si sta facendo un po' questa operazione. Poi vorrei dire una cosa che mi dispiace perfino dire perché ricorda un po' il famoso: perché non parliamo di Bibbiano. Però qui stiamo parlando e abbiamo avuto, io ribadisco, un po' di fretta a produrre questa legge sulla Posidonia, che invece avremmo dovuto studiare meglio, avremmo dovuto valutare meglio, e stiamo sottovalutando altri problemi delle nostre spiagge, come ad esempio il catrame. Ma chi di noi ogni estate non deve confrontarsi con queste, ma non piccole chiazze, stiamo parlando di scie importanti di catrame. Ecco perché continuo a dire che è anche sul mare che dobbiamo ragionare sulla Posidonia, a ragionare prima sulla Posidonia oceanica, cioè sulla pianta, e non poi quando arrivano le foglie secche. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
GANAU GIANFRANCO (PD). Per dichiarare il voto di astensione mio e del Partito Democratico al passaggio agli articoli come segno di apertura. Devo dire che sulla legge intravediamo delle norme che sono francamente illegittime, e che quindi verosimilmente comporteranno un'impugnazione. Noi abbiamo presentato pochi emendamenti che, però, possono in qualche maniera, se accolti, migliorare la legge. Quindi, ci riserviamo di valutare nel corso del dibattito le eventuali correzioni per dare poi un giudizio finale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Franco Satta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Per dichiarare il mio voto contrario al passaggio agli articoli perché ancora oggi questa maggioranza dimostra la totale confusione nella capacità che dovrebbe dimostrare nell'attività legislativa di questo Consiglio. Al di là dei proclami non andiamo oltre, si propone una legge che è di competenza esclusiva, la potestà è dello Stato perché l'articolo 117 della Costituzione assegna potestà legislativa in ordine alla materia ambientale, appunto, allo Stato. Tra l'altro, come è già stato ribadito dai colleghi consiglieri dell'opposizione, non si coinvolge nel processo legislativo il Consiglio delle Autonomie locali, è un obbligo, è scritto in legge, così come il parere delle commissioni, della prima e, in questo caso, dell'ambiente, è un obbligo esprimere il parere per iscritto così anche per il CAL, doveva essere chiesto il parere del CAL in quanto coinvolge nel procedimento i comuni, che avranno una responsabilità nel valutare e autorizzare l'eventuale rimozione della Posidonia.
Quindi, dichiaro il mio voto contrario per questi motivi. Grazie.
PRESIDENTE. Mettiamo in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Votazione elettronica.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Adesso dovrei comunicare che stasera, essendo stati presentati diversi emendamenti, si riunirà la quarta Commissione alle ore 15, mentre il Consiglio riprenderà i lavori alle ore 16 e 30.
La Vicepresidente della Giunta vuole rispondere in merito alla segnalazione fatta dall'onorevole Giuseppe Meloni. Se siete d'accordo, do la parola all'Assessore.
Ha facoltà di parlare l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.
ZEDDA ALESSANDRA (FI), Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. È un'informazione per tutta l'Aula perché credo che l'argomento ovviamente sia di interesse di tutti e in particolare della Sardegna. Abbiamo già avuto la convocazione, domani mattina siamo convocati a Roma insieme all'assessore Pili e ovviamente al presidente Solinas per la vertenza Air Italy, e tempestivamente è stato convocato il tavolo. Quindi volevo informare l'Aula che ovviamente, anche su nostra sollecitazione, è avvenuto questo.
PRESIDENTE. Grazie. La seduta è tolta, ci vediamo alle ore 16 e 30.
La seduta è tolta alle ore 13 e 59.