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Resoconto della seduta n. 116 del 30/03/2021

CXVI Seduta

Martedì 30 marzo 2021

Presidenza del Presidente MICHELE PAIS

indi

del Vicepresidente GIOVANNI ANTONIO SATTA

indi

del Presidente MICHELE PAIS

La seduta è aperta alle ore 17 e 12.

CUCCU CARLA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 3 marzo 2021 (109), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Sara Canu, Angelo Cocciu, Daniele Cocco, Michele Cossa, Piero Maieli, Rossella Pinna e Aldo Salaris hanno chiesto congedo per la seduta del 30 marzo 2021.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le proposte di legge numero 254, 255, 256.

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle interrogazioni numero 918.

(Risposta scritta pervenuta il 25 marzo 2021).

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CUCCU CARLA, Segretaria. Sono state presentate le interrogazioni numero

928, 929, 930, 931, 932, 933, 934, 935, 936, 937, 938, 939, 940, 941, 942, 943, 944, 945, 946, 947, 948, 949, 950, 951.

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

CUCCU CARLA, Segretaria. È stata presentata l'interpellanza numero 143, 144, 145-C6, 146-C6, 147, 148.

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

CUCCU CARLA, Segretaria. Sono state presentate le mozioni numero

428, 429, 430, 431, 432, 433, 434, 435, 436, 437, 438, 439, 440.

PRESIDENTE. Il Consiglio è sospeso in Aula per due minuti.

Due di sospensione in Aula per due minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 24, viene ripresa alle ore 17 e 48.)

Discussione dell'articolato del Testo Unificato delle proposte di legge numero 6-20-155-176/A. Riforma dell'assetto territoriale della Regione. Modifiche alla legge regionale 4 febbraio 2016, numero 2

Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Grazie, Presidente. Colgo l'occasione, vista la presenza in Aula dell'Assessore alla sanità, per segnalare alcune disfunzioni nel sistema vaccinale regionale, a iniziare da quello che riguarda gli psicologi che sono stati inseriti nel Piano vaccinale regionale e risulta che in alcune aree della Sardegna siano stati già chiamati, mentre a Cagliari, Carbonia e Olbia non sono stati ancora chiamati per fare le vaccinazioni, così pure sulla vaccinazione degli over 80 non viene rispettato l'ordine di prenotazione e in alcuni territori non sono ancora partite le chiamate, come per esempio nella Trexenta. Chiedo all'Assessore di verificare, in maniera che il Piano vaccinale sia garantito in maniera omogenea in tutta l'Isola. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole, il tema è di grandissima attualità, però invito tutti i consiglieri a fare interventi sull'ordine dei lavori pertinenti e attinenti all'ordine dei lavori, altrimenti poi si apre all'universo mondo.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Non mi dilungherò, anche perché il collega Ganau ha anticipato il tema, chiedo solamente che venga celermente convocata la Commissione sanità, e questo credo che sia tema da ordine dei lavori, anche per l'audizione del Commissario dell'ATS che non era presente l'ultima volta che abbiamo riunito la Commissione e che avrebbe dovuto comunicare una data compatibile con i suoi impegni in modo da chiarire alcuni punti della campagna vaccinale, che sappiamo non essere di stretta competenza dell'Assessorato, perché così ci è stato detto anche dall'Assessore e dal Direttore generale, perché appunto di competenza dell'ATS. Siamo ancora in attesa che la Commissione venga convocata e credo, Presidente, anche in considerazione di un accesso agli atti presentato 28 giorni fa all'ATS, che sarebbe utile presentarsi in quell'occasione avendo trasmesso i dati ai Consiglieri. Visto che in questi giorni le date e i timbri sono entrati al centro del dibattito, credo che le date e i timbri debbano essere importanti anche quando sono richieste di chiarimenti da parte dei consiglieri regionali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Grazie, Presidente. Intervento sull'ordine dei lavori sempre per invitare il Consiglio a convocare quanto prima una Commissione, la quarta Commissione, la Commissione urbanistica, per iniziare a ragionare e comprendere di coinvolgere gli ordini professionali, i comuni e i soggetti interessati per la pesante impugnazione che si è potuta ricevere il 19 di marzo sulla legge numero 1 del 2021, il cosiddetto Piano casa. È una grave impugnazione, sapete tutti che solo due articoli si salvano, ci sono grossi problemi e penso che sia necessario in maniera urgente sospendere questo provvedimento perché diventa pericoloso.

PRESIDENTE. Grazie. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato PL 6-20-155-176/A. Siamo arrivati all'articolo 23 a cui sono stati presentati alcuni emendamenti.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Antonello Peru, relatore di maggioranza.

PERU ANTONELLO (UDC Cambiamo), relatore di maggioranza. sull'emendamento numero 40 c'è un invito al ritiro perché viene ritirato l'11, onorevole Deriu?...

PRESIDENTE. L'onorevole Deriu ha parlato con me e ha ritirato l'emendamento, quindi decade anche il 40.

PERU ANTONELLO (UDC Cambiamo), relatore di maggioranza. L'emendamento numero 3 è uguale al 24, parere favorevole, il numero 4 è uguale al 26, parere favorevole, il numero 5 uguale al 25, parere favorevole, sul numero 12 c'è un invito, sul 13 c'è un invito al ritiro, sul 14 c'è un invito al ritiro, sul 15 invito al ritiro, sul 16 invito al ritiro, sul 22 invito al ritiro, il 24 era uguale al 3, il 25 uguale al 5, il 26 uguale al 4, il 30 e il 31 li rimettiamo all'Aula, il 42 favorevole…

PRESIDENTE. Un Attimino perché siamo passati al 24, onorevole Peru, è finito così.

Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

SANNA QUIRICO, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giovanni Satta. Ne ha facoltà.

SATTA GIOVANNI (PSd'Az). Ritiro gli emendamenti numero 12,13,14,15 e 16.

PRESIDENTE. C'è un invito al ritiro anche sul numero 22, onorevole Giagoni, c'è un invito al ritiro, il 22. Sono stati già ritirati quelli relativi al servizio idrico.

GIAGONI DARIO (LEGA). L'emendamento numero 22 è ritirato.

PRESIDENTE. Per gli emendamenti numero 30 e 31 la Giunta invita al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Pierluigi Saiu. Ne ha facoltà.

SAIU PIERLUIGI (LEGA). Conformemente alla richiesta della Giunta che invita al ritiro degli emendamenti, ritiro gli emendamenti.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Piero Maieli è rientrato dal congedo.

Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Non essendo ritirati gli emendamenti numero 30 e 31 perché c'è anche l'altro firmatario, l'onorevole Satta, appongo la mia firma e li faccio miei.

PRESIDENTE. Va bene, quindi non sono ritirati, sono fatti propri dall'onorevole Lai.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Guardi, io non vorrei fare uno sgarbo al collega Lai che ha fatto propri questi emendamenti che sono stati ritirati dalla maggioranza, ma vorrei ricordare e chiederei anche agli Uffici che secondo me, secondo il sottoscritto, questi emendamenti sono norme intruse secondo il mio modo di vedere su questa proposta di legge, quindi chiederei agli Uffici di avere conferma, secondo me non erano ammissibili.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC Cambiamo). Io l'altro giorno sono intervenuto pregando gli Uffici, e la sua persona, di valutare attentamente e notificarci quelli che erano ammissibili e quelli che non erano ammissibili, quindi lo devono dire loro. Perché è stato chiesto in forma ufficiale e lo sappiamo perfettamente che è una norma intrusa.

PRESIDENTE. Certamente sentiti gli Uffici poi alla fine compete a me l'ammissibilità o meno, quando arriveremo decideremo se ammetterli o no, certamente non sono ammissibili gli emendamenti numero 41 perché non è pertinente… io ovviamente devo sentire gli Uffici anche perché è una legge che peraltro si applica e affronteremo quando tratteremo l'articolo 24.

È aperta la discussione sull'articolo 23 e sugli emendamenti.

È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). L'articolo 23 non ha grande rilevanza, ma il fatto di aver inserito una serie di emendamenti che invece hanno una qualche rilevanza, determina che l'articolo 23 sia stato di fatto stravolto inserendo con l'emendamento numero 11, che riguarda una proposta dell'onorevole Deriu circa la soluzione di alcune problematiche inerenti alcune istituzioni presenti nel Nuorese, insieme ad altri emendamenti che nel corso della discussione poi vedremo ulteriormente, riguardano il demanio e su questo mi concentro. Vorrei sapere da coloro che hanno elaborato questi emendamenti, che immagino siano gli stessi, perché le persone non sono cambiate, che hanno elaborato quella straordinaria legge che si chiama Piano Casa ed è franata prima che anche le fondamenta venissero realizzate, in relazione al fatto che il passaggio di queste competenze dai Comuni alle Regioni, non so se gli stessi che vi hanno suggerito quegli articoli cassati poi per intervento del Governo, vi abbiano anche detto che questo passaggio delle competenze demaniali dai Comuni alla Regione determina un automatismo sulla decadenza, in relazione al fatto che si debba andare a gara. Glielo avete spiegato a tutti i concessionari che volete salvare? Tutti coloro che hanno concessioni demaniali e marittime che creare questo elemento crea un automatismo, proroga la decadenza e quindi una nuova gara? Se glielo avete spiegato e son tutti contenti di perdere concessioni demaniali di questo tipo andate avanti in questa direzione. Non ve lo siete manco posti il problema, così come non vi ponete mai i problemi delle conseguenze di commi, articoli, codicilli che pensate siano delle grandi genialate, e che invece causano grandissimi danni all'economia dell'isola. Nel corso di un paio di settimane avete approvato una legge che avete rappresentato, detto, pubblicizzato come lo sblocco per l'edilizia, non c'è più nessuno che possa far nulla in Sardegna, grazie al fatto che voi siete stati in grado di creare un disastro normativo per cui è completamente paralizzata l'edilizia. Se ora avete intenzione di distruggere anche il turismo e gli operatori che operano nell'ambito delle concessioni demaniali mi pare che sia una grandissima idea. Fidatevi degli stessi eh! Chiedete sempre a quelli che vi hanno dato i suggerimenti per il piano casa! Mi raccomando continuate con quelle consulenze, vi porteranno sicuramente a determinare occasioni di lavoro e sviluppo! Chiedete a qualcuno che ne sa, non a noi che potremmo essere di parte, d'altronde da questa parte stiamo, chiedete a qualcuno che ne sa per non arrecare ulteriori danni a quest'isola in un momento già drammatico. Mi limito a queste considerazioni, perché ritengo che questo aspetto sia un vero problema per la non consapevolezza del percorso che state iniziando. Avete promesso che così riuscirete ad arginare alcuni problemi con alcuni Sindaci che non vogliono rinnovare le concessioni, avete sottovalutato il fatto che quattro secondi dopo dovrete andare a gara con quelle concessioni. Quindi se c'era un dubbio prima avete creato la certezza per la perdita di quelle occasioni, possibilità, concessioni demaniali per coloro che oggi operano nell'ambito del territorio, attribuito dalle competenze demaniali alla Sardegna e poi ai Comuni che lo gestiscono. L'altra sottovalutazione straordinaria è da un punto di vista urbanistico, anche lì sempre gli stessi consulenti, affidatevi sempre a quelli. Se una concessione determina sviluppo di cubatura quella cubatura deve essere fotografata nel Piano di utilizzo dei litorali e nel PUC, altrimenti non può avere una autorizzazione che superi la stagionalità. Ve l'abbiamo posto due milioni di volte, è la settima volta che vi viene impugnata una norma di questo tipo e continuate ad andare avanti in questa direzione. Affidatevi a qualche altro consulente in materia urbanistica, così forse riuscirete a non fare danni nel nostro territorio.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Presidente, ma per chiarire alcune questioni e per porre anche degli interrogativi, perché forse la materia è molto delicata ed è anche molto complicata. Intanto penso che sia difficile legiferare in questo modo e partendo anche dal fatto che sembra quasi che si voglia tornare al passato, e perché a suo tempo era proprio competenza della Regione il demanio marittimo, poi fu passato in mano ai Comuni. Però cosa ha fatto la Regione per mettere i Comuni, che spesso sappiamo bene sono in difficoltà di personale, di risorse, eccetera, per poter adempiere a delle norme che devono essere chiare come diceva l'onorevole Zedda. Adeguare per esempio gli strumenti, il Piano urbanistico dei litorali è uno strumento capace poi di mettere nero su bianco e chiarire alcune questioni che sono sempre in balia del nulla sennò. Cosa si è fatto appunto per potenziare gli uffici dei comuni che si sono trovati spesso in difficoltà? A me sembra poco, anche perch�� è noto a tutti, e sicuramente l'Assessore ne è consapevole che ci sono diversi Comuni che hanno gli strumenti urbanistici, i piani urbanistici, fermi in Regione da più di un anno e non si capisce perché la Regione non dia risposte. Questa �� una cosa molto grave ed è una cosa che non può continuare in questa maniera. Se ci sono poi tra l'altro alcuni funzionari che nei vari Comuni hanno messo in discussione una normativa poco chiara e non hanno prorogato le concessioni fino al 2033, e siamo sicuri che passando la palla in mano alla Regione ci siano i funzionari della Regione a firmare alcune proroghe e alcuni atti? Perché questo è il tema, cioè spostare le competenze ma non avere poi la certezza di risolvere il problema che volete risolvere, diventa pericoloso. Tra l'altro cosa accade se invece dovesse arrivare un pronunciamento sull'illegittimità della norma italiana con quella europea? Perché anche questo è il tema.

Io penso, Assessore, che continuare a legiferare in maniera sbrigativa, mettendo in difficoltà e creando ulteriori confusioni a delle norme che sono poco chiare, si rischia di prendere in giro le persone che vorrebbero lavorare, che devono lavorare e poter lavorare in maniera normale, e si prendono in giro perché si fa finta di dargli delle risposte ma poi queste risposte non sono effettivamente delle risposte anzi sono delle cose che potrebbero complicare il quadro. E chi poi paga le conseguenze sono gli stessi titolari attualmente delle concessioni, e il rischio è molto alto soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, dove già si fanno degli sforzi incredibili per rimanere in piedi, e non penso che la strategia migliore sia quella di prendere in giro queste persone.

Quindi rifletteteci bene, provate a trovare una soluzione giusta congrua e capace di dare davvero una risposta, e non prendete in giro le persone, perché questo è il rischio più grande cui andate incontro.

Assessore, tutte le leggi che ha presentato fino a oggi sono state impugnante, l'ultima è il piano casa, che è stata pesantemente impugnata; continua a raccontare cose che non sono nel suo ruolo. È pericoloso quello che lei scrive, continuare a incentivare qualcuno a costruire qualcosa, quando quella cosa verrà sicuramente bocciata e cassata, è pericoloso, perché qualcuno poi dovrà pagare anche i danni delle cose che andranno a firmare, e io penso che continuare a mettere in difficoltà i funzionari degli uffici sia la cosa più grave che la politica possa fare. Quindi direi che serve un surplus di ragionamento, un po' di umiltà, e provare davvero a risolvere dei problemi, perché le persone sono stanche di essere prese in giro. Quindi ragioniamoci, e non fate delle mosse affrettate perché non penso proprio che i sardi e la Sardegna si meritino questo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Corrias. Ne ha facoltà.

CORRIAS SALVATORE (PD). Anch'io intervengo sugli emendamenti, visto che ce ne ha dato facoltà ora, relativi all'articolo 23, nell'ordine gli emendamenti ritenuti ammissibili - il 3, il 24, il 4, il 26, il 5 e il 25 - che portano firme diverse, emendamenti sui quali già in prima Commissione abbiamo segnalato non dico l'inammissibilità ma l'inopportunità di presentarli in questa sede, in una dialettica utile e necessaria anche direttamente con l'assessore Sanna. Perché dico che sono, ancorché tecnicamente ammissibili ad avviso degli Uffici, politicamente inopportuni? Si sta portando un testo che restituisce ai territori, e quindi agli enti locali, e quindi ai Comuni, quella facoltà di autodeterminazione sulla quale mi sembra finora ci siamo ritrovati… scusi, Presidente, però!

PRESIDENTE. Ha ragione, un attimino di attenzione.

CORRIAS SALVATORE (PD). Ci sono anditi molto ampi in questo palazzo, se uno non ha interesse può andar fuori.

PRESIDENTE. Condivido.

CORRIAS SALVATORE (PD). Anche perché lo facciamo nell'interesse di tutti, mica nel nostro interesse, e soprattutto lo facciamo nell'interesse dei territori ai quali vogliamo restituire quella facoltà, che è politica, che è istituzionale, che è amministrativa. Bene, con questi emendamenti voi di fatto state esautorando i Comuni, estromettendoli da quella facoltà che oggi ha consentito a loro e alle imprese che operano e orbitano nelle concessioni demaniali marittime di operare al meglio, generando economie. Io non voglio nemmeno pensare che l'esigenza di portare avanti questi emendamenti discenda da beghe contradaiole che non riguardano questa Assemblea men che meno i cittadini e men che meno le imprese, voglio pensare invece che ci sia un convincimento profondo, tanto profondo quanto lo è stato quello che vi ha indotto a sostenere con forza quel piano casa che poi abbiamo visto la fine che ha fatto. Voi state agendo sull'articolo 34 della legge 11 del 2017, che modificava la legge 9 del 2006, andando a conferire funzioni e compiti certi agli enti locali in materia di concessioni demaniali sulle aree necessarie per la realizzazione delle strutture di interesse turistico e ricreativo, anche i punti d'alaggio e anche i corridoi di lancio. Consentitemi di fare un esempio a beneficio dell'Aula, se questi emendamenti verranno approvati, sulla costa orientale che per giurisdizione ricade nel mio Comune, se la Regione si fa l'unico capo di riferimento in merito al rilascio delle concessioni relative per esempio ai corridoio di lancio e d'approdo, che nella legge vengono definiti punti d'alaggio, e ai pontili, e i Comuni vengono estromessi, mi chiedo: cosa succederà laddove ci sono potenziali sovrapposizioni di interessi economici, e anche giuridici perché no? Mi chiedo: gli uffici regionali, e su questo ho forti perplessità, hanno le risorse strumentali, umane e finanziarie per poter gestire evidenti ed eventuali criticità, perché sono eventuali ma per me sono evidenti perché le vivo sul fronte marittimo già da anni? Io credo di no, e soprattutto una scelta di questo tipo, che poi ribadite negli altri emendamenti dove di fatto ai Comuni si lascia l'elaborazione, la redazione e l'adozione dei piani di utilizzo dei litorali, mica il rilascio di concessioni demaniali marittime, quelle che i Comuni fino ad oggi rilasciano. Io anche stamattina ho avuto una richiesta da parte del servizio demaniale competente, se questi emendamenti passano, queste richieste non ce le avrò più, e io come Comune sulla mia giurisdizione per quello che mi compete non avrò più potere di espressione, né decisionale, né redazionale propositiva, viene meno una parte istituzionale, che soccombe, che viene esautorata, che è fondamentale e che agisce nell'interesse del sistema Regione, del sistema enti locali, quello che con il testo di legge che abbiamo unificato vogliamo rafforzare. Voi così lo state destrutturando, lo state impoverendo, e lo state facendo a nocumento delle imprese che operano sul mare, sia dove ci sono dei piani di utilizzo dei litorali vigenti sia laddove non ci sono. State, con questi emendamenti, ai quali noi ci opponiamo con tutte le forze, generando un caos che genererà a sua volta ulteriori problemi. Io questo ve l'ho detto in Commissione e ve lo ribadisco ora, ma ve ne assumete la responsabilità ora, domani, e dovrete rendere conto su questo alle imprese che operano sul mare, ai Comuni che finora hanno avuto quella responsabilità che oggi voi ai Comuni stessi volete togliere. Noi non ci stiamo e ci opponiamo fermamente a questi emendamenti.

PRESIDENTE. Poiché nessuno altro è iscritto a parlare sull'articolo 23, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 23 bis, al quale sono stati presentati degli emendamenti.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Chiedo il voto segreto sull'emendamento numero 3.

PRESIDENTE. Grazie… prego per le operazioni di scrutinio. È estratto il numero 42.

Allora nelle schede ci sono due riquadri con scritto sì e no facilissimo. Chi non vuole l'emendamento deve votare no, chi lo vuole deve votare sì. Stanno distribuendo intanto… scusate c'è troppo chiasso…

Il Consiglio è sospeso per cinque minuti.

GANAU (PD). Non si può la votazione è aperta!

PRESIDENTE. Si può, perché in questa condizione si può.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 25, viene ripresa alle ore 17 e 47.)

Votazione segreta

PRESIDENTE. Indico la votazione Segreta degli emendamenti numero 3 e 24, uguali. Coloro i quali sono favorevoli segneranno sì; coloro i quali sono contrari segneranno no.

Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello. (È estratto il numero 42, corrispondente al nome del consigliere Pinna Rossella.)

Prego il consigliere Segretario di procedere all'appello cominciando dal consigliere Pinna Rossella.

CUCCU CARLA, Segretaria, procede all'appello.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'emendamento numero 4.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Sull'emendamento numero 4 c'è la richiesta di voto palese questa volta, anche perché crediamo sia importante che su un tema così importante appunto, la volontà del Consiglio non sia inficiata dal voto segreto che nel precedente articolo vi avrebbe consentito di liberarvi anche dei giochi di scuderia e di votare contro un emendamento sbagliato, tra l'altro avulso anche dal contenuto della legge. Lo scopo di questa legge è intervenire sugli enti intermedi, ci sono poi delle norme di colore, a corredo appunto della volontà principale di questo Consiglio regionale, si è pensato di utilizzarla come treno per fare tutt'altro, tra l'altro anche utilizzando gli emendamenti in questione, come al solito, per fare promesse e per garantire a intere categorie che grazie a queste modifiche normative ci sarà per loro la possibilità di risolvere ogni loro problema. È bene quindi che si sappiano i nomi di chi vuole continuare con questa politica della presa in giro che a volte purtroppo crea danni ancora più gravi alle categorie che invece si fa finta di voler aiutare. Il voto a questo emendamento sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Quindi è chiaro che questa riforma ci porterà a quello che abbiamo sempre detto: "potenziare gli enti intermedi per sgravare la Regione da alcuni poteri, di fatto strappando la Regione", sto leggendo testualmente, non sto commettendo errori, "torni a essere quello che doveva essere un organo di programmazione, di controllo e il potere legislativo di poter fare le leggi".

Assessore Quirico Sanna, seduta del 4 marzo del 2021, mi chiedo Assessore cosa sia cambiato rispetto al suo pensiero in poco più di tre settimane per aver dato il parere favorevole rispetto a questo emendamento. Lo avete letto? E rispetto agli emendamenti che seguiranno, quindi quello che è stato votato e questi che stiamo votando, li avete letti? Il vostro principio di sardisti che riconoscono l'autonomia degli enti intermedi e dei Comuni immagino, oppure al Comune debba essere sottratto tutto quello che è stato riconosciuto in questi anni col potere di delega?

Ecco, rispetto a questo avete cambiato idea? Avete cambiato idea perché non riuscite a mantenere le promesse fatte? Avete cambiato idea perché volete continuare a prendere in giro alcune categorie come state tentando di fare anche con l'approvazione di questa norma? È una presa in giro, debbono sapere quei concessionari che attendono i commissariamenti che non ci saranno, che con questa norma non risolveranno alcunché, non risolveranno alcunché! È molto probabile che i funzionari della Regione e del demanio saranno ancora meno disposti a firmare a piacimento proroghe e quant'altro proprio perché voi lo sapete bene, non ci sono oggi le condizioni probabilmente, allora dovete parlare chiaro e dovete mantenere le promesse fatte e bisogna essere uomini politici e di parola, e allora state aggirando l'ostacolo e state procrastinando il problema per andare domani a crearne tanti di più a dispetto anche di quei Comuni che invece hanno riconosciuto le proroghe. Vi state mettendo contro l'autonomia e i diritti di quei comuni…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Ho richiesto di intervenire perché durante il mio intervento iniziale in questa riforma, in discussione generale, ho ribadito alcuni concetti, autonomia, autodeterminazione dei Comuni e dei cittadini, delle scelte, voi con questo emendamento invece provate a fare quello che non riuscite a fare nel controllo delle Amministrazioni comunali, perché una di quelle Amministrazioni comunali che non ha previsto le deroghe rispetto al demanio è l'Amministrazione comunale di Olbia. E allora badate, due son le cose, o sfiduciate direttamente il vostro Sindaco perché espressione di quella parte politica, ed è un vostro rappresentante politico e istituzionale che sta andando a dire che quello che state affermando non è corretto e procederà con i bandi, oppure provate con scappatoie, dal mio punto di vista inutili, perché condivido totalmente l'intervento dell'onorevole Meloni, ad aggirare quello che non riuscite a fare nelle amministrazioni dove siete al comando. Quindi, Assessore, avete riconfermato la fiducia al Sindaco Nizzi, quel Sindaco Nizzi che dice: "Le parole dell'Assessore non sono corrette, le parole della Regione non sono corrette, proviamo a trovare soluzioni alternative". Voi l'unica soluzione che state trovando per risolvere il problema di alcuni Comuni è portare tutte le autorizzazioni demaniali in Regione, perché magari avete dirigenti che firmano con più facilità e io mi auguro di no perché le norme non vigono nei comuni in un modo e nella Regione nell'altro, almeno mi auguro. E allora Assessore, qual è lo scopo di questo emendamento? Di sicuro non è semplificare la vita ai comuni e alla programmazione delle Amministrazioni comunali, perché voi state togliendo una potestà che la legge disciplina bene, probabilmente state andando nella direzione di farvi impugnare anche questa legge, però d'altronde da questo punto di vista lei Assessore è un genio perché finora nessuno era riuscito a farsi impugnare 29 articoli su 31, quindi bisogna dargliene atto della sua bravura, e provate a incidere negativamente nella vita amministrativa dei Comuni. Io mi auguro che la maggioranza ci ripensi, condivido la proposta che è stata fatta poc'anzi dall'onorevole Agus, è giusto che ogni consigliere si assuma la responsabilità alla luce del sole, perché è alla luce del sole che dovete dire cosa effettivamente pensate dei Comuni e delle Amministrazioni comunali ove anche voi siete rappresentanti e ove anche voi state andando a votare con quegli stessi candidati. Ed è giusto che la gente, al di fuori di quest'Aula, sappia quanto state sfiduciando politicamente i vostri candidati sindaci.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Questi emendamenti, il 4 insieme agli altri, sono l'espressione di un neocentralismo regionale, cioè della volontà da un lato di predicare quotidianamente il decentramento amministrativo e dall'altro invece di appropriarsi sistematicamente di funzioni che sono di altre istituzioni, come i comuni.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SATTA GIOVANNI ANTONIO

(Segue MASSIMO ZEDDA.) L'altro elemento è che nell'ambito dell'emendamento numero 4, è previsto che la Regione dia gli atti di indirizzo per quanto riguarda la redazione dei PUL, è già così, già oggi la pianificazione urbanistica dei litorali è ovviamente sottoposta a normative nazionali, poi al PPR e a linee di indirizzo date dalla Regione. Quello che invece state cercando di fare e farà naufragare il tutto sulle spiagge, è che confondete l'aspetto del rilascio della concessione demaniale, se si tratta ovviamente di concessioni ex novo dovranno andare a gara, ma addirittura rischiate di creare un problema anche per coloro che sono concessionari in attesa di proroga perché in questo caso non è detto che si riesca a salvaguardare la concessione e superare la gara. L'altro elemento è la confusione tra la concessione demaniale è l'aspetto urbanistico di pianificazione nell'ambito del piano di utilizzo dei litorali che è uno strumento urbanistico incardinato all'interno del piano urbanistico comunale. Perché quella concessione possa determinare sviluppo di cubatura, al di là del fatto che sia amovibile facilmente, temporanea o permanente, è indispensabile e necessario che il Piano di utilizzo dei litorali fotografi quella cubatura, e venga rilasciata un'autorizzazione paesaggistica permanente, perché un manufatto possa insistere sul terreno demaniale in particolar modo nell'ambito costiero. È la stessa cosa della confusione creata con la norma questa estate dove non avete avuto l'accortezza di comprendere la differenza tra gli aspetti di concessione demaniale e gli aspetti urbanistici, è lo stesso elemento che avete introdotto nell'ambito del Piano Casa, e saranno queste norme, insieme a qualche altra che dirò, a far cadere anche questa legge perché verrà impugnata da parte del Governo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Piu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PIU ANTONIO (Progressisti). Presidente, buonasera ai colleghi e alle colleghe, ma io mi rivolgo direttamente all'Assessore per cercare di capire realmente perché in un testo che avete portato in Aula, dove si parla di decentramento, e dove le Città metropolitane finalmente possono programmare su tanti aspetti della vita quotidiana dei cittadini, il perché invece a centrare uno degli elementi strategici per i tanti Comuni turistici in Sardegna, e quindi il mio intervento piuttosto che voler insegnare qualcosa all'Assessore che me ne guarderei bene, ma vorrei capire io esattamente qual è invece la ratio che è utilizzata per questo emendamento e perché questo emendamento dovrebbe essere approvato. Quindi chiedo, Presidente Satta, l'intervento da parte della Giunta per spiegare un emendamento che agli occhi di tanti consiglieri in questo momento è incomprensibile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica. Ne ha facoltà.

SANNA QUIRICO, Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica. Intanto vi ringrazio e per rispondere anche al Consigliere Meloni e agli altri. Confermo le parole che ho detto il 4 marzo, e anche questa riforma è una riforma che va a sgravare la Regione, perché sono poteri che andranno alle Province che sono elementi di area vasta e hanno un concetto di territorio, cosa che non ha il Comune. Quindi con questa norma noi andiamo a dare omogeneità nel territorio, quindi stiamo dando una visione territoriale, quindi con più raziocinio usciamo dai feudi dove simpatie o antipatie politiche possono generare la concessione, o la non concessione. Stiamo ristabilendo regole omogenee per i rossi, per i verdi, per i gialli, per tutti, per i sardi. Quindi questo è un atto di giustizia, di equità, e noi riteniamo di aver fatto una cosa giusta di cui andiamo orgogliosi. Non c'è nessuna presa in giro, ma c'è la ricerca di dare certezze e di portare il concetto di uguaglianza su tutto il territorio regionale.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE PAIS

(Segue QUIRICO SANNA.) Quindi quando parliamo di province, di nuovo concetto di provincia parliamo anche dei nuovi poteri delle province. Intendiamo adottare le Province di poteri, non vogliamo che le Province rimangono scatole vuote o insignificanti. L'ente provinciale è il trait d'union tra i Comuni e la Regione e deve essere dotato di questi poteri. Quindi nella grande riforma quando andremo a parlare di nuovi poteri delle province, questo sarà uno di quei poteri. Quindi il percorso che abbiamo dichiarato �� coerente con questa norma, è coerente con quella visione che noi abbiamo dato, e siamo consapevoli di percorrere un cammino che è quello della distribuzione dei poteri e di essere più vicini ai cittadini, dando risposte concrete con la certezza che i cittadini meritano.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Presidente, vabbè che in quest'Aula siamo abituati a delle cose anche stravaganti, quando vengono presentati gli emendamenti e il relatore dà il parere sugli emendamenti e poi si chiede il parere della Giunta, e dice conforme, contrario, insomma quello che è, poi non è che dopo gli interventi viene chiesto l'intervento della Giunta sull'emendamento e la Giunta deve spiegare l'emendamento o andare a spiegare chissà che cosa. Presidente, io la inviterei a far rispettare quello che è il normale funzionamento di un'Aula. Quindi il parere dell'Assessore, per carità per quanto autorevole eccetera, non era stato richiesto perché aveva detto già che era conforme a quello del relatore dell'Aula. Quindi, Presidente, la inviterei un attimino a far rispettare quella che è la normale organizzazione di quest'Aula.

PRESIDENTE. Assolutamente sì, però se l'Assessore ritiene di intervenire non posso mettergli il bavaglio, o meglio la mascherina, in bocca.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Piu. Ne ha facoltà.

PIU ANTONIO (Progressisti). Presidente, per dire per dire semplicemente che quando si è in un dibattito di Aula consiliare il Presidente è quello che ha il Regolamento in mano ed è quello che lo deve far rispettare, quindi le sollecitazioni in merito ad interventi o meno dell'Aula e dell'Assessore, io credo che sia assolutamente fuori luogo cercare di portare o di indirizzare i lavori su un qualcosa che non è stato assolutamente né di attacco alla maggioranza nemmeno, ma era una semplice discussione d'Aula. Perché se non siamo abituati a discutere tra di noi, oppure a voler ascoltare l'Assessore che è stato così gentile nel suo ruolo, a dover rispondere, continueremo sempre a chiedere gli interventi dell'Assessore…

PRESIDENTE. Grazie. L'intervento è chiarissimo. In quest'Aula si esprime al massimo la democrazia. L'Assessore quando ritiene di intervenire può farlo.

Ha domandato di parlare il consigliere Maria Laura Orrù. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Presidente, perché è chiaro che l'Assessore ha chiarito un punto che effettivamente nel dibattito non era emerso, ovvero il fatto che poi queste competenze passano alle province. Il tema è ancora più grande, nel senso che queste Province, l'avete detto voi, l'avete scritto voi, non vengono dotate immediatamente di risorse finanziarie, risorse economiche e soprattutto risorse anche umane, rischiano davvero di creare una complicazione ancora maggiore. Cioè se domani le persone che aspettano delle risposte non riceveranno queste risposte, perché prima che le Province siano funzionanti passerà probabilmente un anno, due anni, ma vista la vostra velocità probabilmente finirà la legislatura, io temo davvero che continuate a prendere in giro qualcuno per continuare a portare avanti la vostra propaganda. Io penso che di propaganda in questo momento non abbiamo più bisogno, ne è stata fatta fin troppa, il rischio è che le persone esauste, stanche, in crisi possano davvero arrivare a degli atti anche pericolosi ed estremi, e non è corretto né per la politica né per voi che avete l'onere di governare questa Regione mettere in crisi e in difficoltà le persone in questo modo.

Voi mi conoscete, io, a parte quando ci sono dei temi molto delicati, non intervengo in maniera pesante, però questo è davvero molto pericoloso. L'onorevole Meloni l'ha detto chiaramente, il rischio è molto alla portata, domani potrebbe esserci questo rischio, e non mi sembra corretto affrontarlo in questo modo, anche perché apriamo i giornali… e, onorevole Mula, io penso che invece in quest'Aula l'Assessore debba chiarire alcune cose, perché non è pensabile che noi dobbiamo trovare le risposte soltanto quando si aprono i giornali, quindi ben venga la risposta dell'Assessore, anche se a me non mi soddisfa e voterò con convinzione un no, e invito ancora una volta lei, Assessore, ma tutta l'Aula a riflettere seriamente su questo tema.

Votazione per appello nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale dell'emendamento numero 4. Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no.

Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello. (È estratto il numero 40, corrispondente al nome del consigliere Antonello Peru.)

Prego la consigliera Segretaria di procedere all'appello cominciando dal consigliere Peru.

CUCCU CARLA, Segretaria, procede all'appello.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'emendamento numero 5.

Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Sempre sullo stesso tema anche l'emendamento numero 5 pone l'attenzione sulle questioni del demanio marittimo, e quindi lascia ai Comuni le sole funzioni in materia di approvazione dei piani di utilizzo dei litorali. Nell'ambito dell'approvazione dei piani di utilizzo dei litorali va stabilita la percentuale di spiaggia libera e di spiaggia occupata, nel momento in cui venne stabilito dal piano di utilizzo dei litorali una percentuale di spiaggia libera, o di spiaggia occupata, è chiaro che contenere le concessioni che cosa determinerà? Contenere nuove concessioni determinerà la rimodulazione delle concessioni esistenti, perché l'equilibrio tra spiaggia libera e spiaggia privata non può essere stravolto.

L'altro aspetto è quello legato all'intervento dell'Assessore che ha detto che queste competenze poi passeranno alle province, giusto per confondere ulteriormente le questioni legate alle competenze che sono state attribuite dallo Stato alle Regioni e dalle Regioni ai Comuni oggi riportate in capo alla Regione, e successivamente l'Assessore dichiara: questo per garantire un'omogeneità su tutto il contesto regionale. Quindi la motivazione per la quale si porta la competenza sulla individuazione di nuove concessioni è creare l'omogeneità su tutto il territorio regionale, sottraendole ai comuni e riportandola alla Regione; poi quattro secondi dopo per creare disomogeneità, almeno stando a quel che è stato detto prima, si trasferisce nuovamente quella competenza dalla Regione alle province, e i comuni spettatori.

La cosa che state sottovalutando ulteriormente è l'elemento che la Sardegna non è un luogo identico da parte a parte, un conto è la costa di Baunei, un conto è Stintino, Platamona, le spiagge del sud Sardegna, l'oristanese e proprio per questo motivo che le concessioni a suo tempo vennero date ai Comuni in modo tale da valutare, a seconda dei casi, con il piano di utilizzo dei litorali, la dimensione delle spiagge, la possibilità di fare o non fare, la differenziazione tra SIC, cioè luoghi che hanno addirittura una tutela più ampia rispetto al demanio marittimo o Demanio che insiste sulle spiagge…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

GANAU GIANFRANCO (PD). Grazie Presidente, ma qua è un altro emendamento che ingenera equivoci perché, come stava dicendo anche il collega Zedda, è evidente che i PUL sono quelli che determinano anche gli ambiti di concessione demaniale e quindi si lascia ai comuni un potere che poi è in capo alla Regione. La verità, Assessore, lei la conosce benissimo, voi state facendo questa schifezza di centralizzare delle funzioni, che sono giustamente nelle mani dei Comuni, perché non siete in grado di imporre a quei Comuni che non sono d'accordo con le vostre direttive sulle concessioni demaniali che sia rispettato quello che la Regione vuole, non siete in grado, non volete o non potete commissariare quei Comuni, come lei aveva anticipato largamente, per questo state facendo questa schifezza, che è nient'altro che un'opera di centralizzazione assurda che va contro tutte le logiche di decentramento e di autonomia funzionale dei Comuni questa è la verità, è inutile che ci prendiamo in giro. La Regione non è in grado, non vuole, non può commissariare i Comuni che non sono d'accordo con le proprie direttive per cui sta facendo questa operazione. Operazione che io mi chiedo se il funzionario della Regione, se il funzionario della Regione che prenderà in carico queste pratiche non firmerà voglio vedere cosa succede in termini di concessioni demaniali, io non oso pensare se un funzionario, che poi dice io non sono d'accordo con questa direttiva, perché ci sono delle norme sovraordinate che mi impongono di fare altro, voglio sapere cosa succede delle concessioni demaniali in atto se state paralizzando tutto il settore e per quanto tempo. Questa è la verità, voi non siete in grado di imporre quella che vuole essere una direttiva regionale, per cui avevate già anticipato i commissariamenti dei comuni che non rispettavano le direttive, non siete in grado di farlo, non lo potete fare, e questa è la verità. Assessore, non ci nascondiamo dietro un dito questo è l'unico motivo per cui oggi arriva in Aula una proposta di transizione delle funzioni di concessioni demaniali dai Comuni alla Regione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Grazie Presidente, io concordo in pieno con quanto detto adesso dal collega Ganau. Lei, Assessore, ha parlato di iniquità, se lei pensa che ci siano stati, ci siano delle iniquità è sufficiente politicamente non allearsi con quei Sindaci che stanno avallando, creando questa iniquità. Invece lei credo che stia decidendo altro, allora per essere coerenti occorre anche fare chiarezza e dire come stanno le cose, l'ha detto benissimo adesso il collega il collega Ganau. Tra l'altro oggi c'è una novità, la novità è che udite, udite queste deleghe vengono tolte ai Comuni e date alle province, non so come, immagino che ci sarà un'altra legge non si sa quando, se in questa, se nella prossima legislatura, io spero davvero di no, perché finiate prima di fare danni, dovete terminare, subito presto di fare danni, perché così si continuano a fare dei danni. Adesso qualche collega ha detto una cosa veramente seria che può essere realizzata, mentre col commissariamento che avete promesso si nominano o dovreste nominare, perché avete fatto una delibera in questo senso, una delibera con un titolo specifico e preciso, dovreste nominare dei commissari ad acta che si occupino di quello, trattenendo tutte le deleghe in capo alla Regione nell'ipotesi in cui quel Sindaco dovesse diventare Presidente della provincia, Assessore alla provincia o dovesse diventare Presidente della Regione cosa succede? Blocchiamo tutti i cento Comuni rispetto alle proroghe? Se un funzionario, non parliamo di Sindaci che non dovrebbe spettare alla politica, se un funzionario non volesse firmare la proroga al 2033, se i funzionari non volessero farlo, cosa facciamo non solo i sei o sette Comuni blocchiamo anche tutti gli altri? Abbiamo coscienza di quello che sta accadendo? Ce l'hanno quei concessionari disperati che si stanno aggrappando alle vostre bugie? Ce l'hanno? Ecco io spero che siate ancora in tempo per ritirare questi emendamenti, io davvero spero che voi lo facciate.

Le norme, le leggi il buon legislatore non le fa in base a chi pro tempore ricopre gli incarichi, questo andazzo deve terminare perché è il modo peggiore per legiferare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Diego Loi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOI DIEGO (Progressisti). Grazie per esprimere il mio voto contrario a questo emendamento e per cogliere alcuni dei passaggi dei vari interventi che sono stati fatti precedentemente dall'Assessore sulla base della sollecitazione ricevuta. E sostanzialmente a questa espressione di voto contrario si unisce un gran senso di sgomento, devo dire, l'ho già detto in altre volte e lo continuo a dire, sgomento perché da una parte si dicono delle cose, si raccontano delle visioni di strenua difesa delle individualità, dell'autonomia, dell'orgoglio della Sardegna e poi sistematicamente si tolgono pezzetti dopo pezzetti più o meno rilevanti il senso dell'identità e senso dell'autonomia che è insito nell'organizzazione della nostra Regione che è quella dei Comuni. È una costante, è una costante che da una parte dice che le Autonomie locali sono quelle che costituiscono l'ossatura della nostra Regione e dall'altra parte si utilizzano parole come piccoli feudi, lottizzazioni, uso improprio del potere, raccontando e informando queste realtà con questi appellativi. Assolutamente l'ingiustizia io credo che sia questa. Ed è questa nella misura in cui, peraltro in una maniera così ugualmente estemporanea, apprendiamo oggi che vi sarebbe una visione recondita, evidentemente poco manifesta almeno a noi, speriamo che non sia così per gli altri, dove alcune funzioni di rango regionale verrebbero devoluti alle province, sapremo più avanti che cosa, ma il tema, e concludo, è questo io veramente mi sarebbe piaciuto, come chiamato più volte in Commissione che il ragionamento sulla revisione, ciascuno con le proprie visioni, fosse un provvedimento che avesse alla sua base una visione organicistica dell'ordinamento degli enti locali in Sardegna e che questa in particolar modo si accompagnasse da provvedimenti, e che non si dicesse, come si è detto anche prima sul Piano casa adesso impugnato, che ad esempio i sardi vogliono andare a vivere in campagna, evocando una canzone; non è vero, non è vero! L'edificato e lo sviluppo delle nostre comunità non passa attraverso le residenze in campagna, ve l'hanno impugnata, adesso vedremo come andrà avanti, lo stesso mi parrebbe qua, e lo dico veramente con molto rammarico, Assessore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MULA FRANCESCO (PSd'Az). Grazie, Presidente. Io inviterei i miei colleghi, per chi ha avuto la fortuna di fare il sindaco e di approvare il proprio Piano di utilizzo dei litorali e aver approvato il PUC ai sensi del PPR, di capire un attimino come funziona, non perché voglio insegnare nulla a nessuno, però mi sembra abbastanza paradossale che noi oggi, i nostri comuni approvano un Piano di utilizzo dei litorali per farne programmazione, però chi decide è la Regione, perché voi mi dovete dire, i canoni oggi li incassa ancora la Regione! Mi sarei aspettato un intervento nel senso di poter dire: perché non facciamo una battaglia così come la fece la Sicilia che ha competenza primaria sul demanio e incassa direttamente le concessioni demaniali? Cioè, noi ci perdiamo 30 milioni di euro circa perché le nostre concessioni demaniali, i nostri concessionari pagano e incassa lo Stato; ci siamo? Quindi quando noi diciamo su questo emendamento che è discutibile o meno che i comuni elaborano il Piano di utilizzo dei litorali e lo portano in approvazione, non è che stiamo dicendo nulla o di più nulla di meno di quello che succede oggi. Io mi sarei aspettato, ed è una battaglia che secondo me conviene fare è dire allo Stato: perché anche noi non possiamo godere della stessa autonomia di cui oggi gode la Sicilia? Perché? Perché io quando approvo il mio Piano di utilizzo dei litorali, oltre ad avere le autorizzazioni devo avere l'assenso della Regione che mi dà non solo le dimensioni delle concessioni demaniali, ma mi deve dire anche le varie tipologie che noi dobbiamo utilizzare nei nostri litorali? Quindi qualcuno mi dovrebbe dire dov'è che noi abbiamo le nostre autonomie. Poi, attenzione, io sto parlando di demanio regionale, cioè quello che succede nella spiaggia, poi abbiamo le pinete che sono di proprietà del comune e li è un'altra storia, però il PUL regola sia l'uno sia l'altro, attenzione al passaggio, regola quello che si fa sulle nostre spiagge ma quello che si fa anche sulle nostre pinete, e oggi le concessioni demaniali che insistono nel demanio, quindi in spiaggia, incassa lo Stato; ragioniamo su questo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). L'emendamento interviene sull'articolo 41 di fatto depotenziando il dettato dell'articolo 41 della legge del 2006, in soldoni lascia ai comuni solo l'onere di redigere i PUL, tutto il resto, e ormai il danno è fatto perché l'Aula si è già pronunciata, verrà invece dettato dalla Regione. Abbiamo appreso dall'estemporaneo intervento, non apprezzato nemmeno dal suo partito, dell'Assessore all'urbanistica, che in realtà il passaggio in Regione è transitorio, quindi funzionari che dovranno a breve siglare degli atti, atti complicati, atti difficili, atti che verranno analizzati dagli avvocati di eventuali contro interessati, perché sappiamo bene che l'argomento è spinoso, sappiano che questa competenza la devono esercitare pro-tempore, per un tempo limitatissimo perché in realtà saranno le nuove province a gestire quella competenza. Non solo; stiamo legiferando in questa materia, che non ha avuto istruttoria in Commissione, quindi non è stato possibile fare in Commissione dei passaggi con il controinteressati, non è stato possibile fare dei passaggi con gli ordini professionali, non è stato possibile anche semplicemente fare un'analisi attenta della norma, perché la norma è stata scodellata in Aula senza che ci fosse la possibilità di entrare nel merito, e lo facciamo nel mese di aprile, tra due mesi, quindi diamo il tempo al Governo di analizzare le leggi, probabilmente, a giudicare dalla firma in calce alle leggi, l'analisi che farà il Governo sarà attenta, perch�� capiamo bene le loro ragioni, la risposta ci arriverà nel mese di giugno, cioè all'inizio della stagione balneare, anzi, a stagione balneare ormai iniziata, speriamo tutti tra l'altro che il 2021 sia l'anno della riscossa, di esserci lasciati alle spalle la parte più dura delle emergenze e di poter programmare una stagione turistica in sicurezza, ebbene, lo faremo invece nell'incertezza più totale, perché a giugno con il cambiamento di competenze, col cambiamento anche di uffici responsabili di quella determinata politica, diciamo che l'esperienza recente ci insegna che di solito le cose fatte in fretta tendono ad andare contro un muro. Per cui mi chiedo; non sarebbe meglio, anche nell'ottica di voler aiutare quelli che volete aiutare voi, non sarebbe meglio rimandare la decisione a settembre-ottobre e gestire il periodo transitorio? Sappiamo tutti che in virtù del periodo complicato e inedito che stiamo vivendo è possibile ragionare su proroghe limitata nel tempo….

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Corrias per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CORRIAS SALVATORE (PD). Grazie, Presidente. Io volevo dire al collega di Orosei che col suo Comune, e con la stima immutata che lui ben conosce, col suo Comune con i Comune di Siniscola, di Dorgali, il mio Comune, che mi onoro oggi di governare, e il Comune di Tortolì stiamo giusto in questi giorni sottoscrivendo un patto, il patto del Golfo, mica la guerra del Golfo, il patto del Golfo dove, all'insegna della massima armonia istituzionale, al di fuori dei vessilli di appartenenza stiamo ragionando avvalendoci di un principio universale di uguaglianza, testé richiamato dall'Assessore, per far lavorare bene sulle concessioni demaniali di cui sono titolari le imprese del nostro territorio, onde evitarle davvero le guerre. Nel momento in cui voi con questo emendamento, il numero 5, che agisce sull'articolo 41 della legge 9 del 2006, andate a lasciare, e qua bisogna essere precisi però, ai comuni le sole funzioni di elaborazione e approvazione dei PUL e andate a togliere il compito, la funzione delle concessioni sui beni del demanio marittimo e della navigazione interna per finalità turistico-ricreative su aree scoperte o che comportino impianti di facile rimozione, state facendo un danno alle imprese del Golfo di Orosei e alle imprese tutte che operano in altri contesti, non ultimo quello gallurese, dove evidentemente si consumano altre questioni che riguardano voi, che non riguardano noi, e che men che meno riguardano gli operatori del settore turistico marittimo. Quindi voi state facendo oggi una scelta che sarà deleteria e dannosa, a meno che non riusciate… sì, fino al 2033… e allora chi non rinnova le concessioni, ha detto bene il mio collega prima, dotale di commissari ad acta, è un fatto amministrativo, gestionale, non è un fatto politico e istituzionale che deve ricadere sui sardi, e se dovrà ricadere una responsabilità politica ricadrà su di voi non su di noi, bisogna essere chiari su questo, perché state generando un danno che fin d'ora purtroppo non è esattamente ponderabile, assumetevi la responsabilità di questa scelta, noi stiamo provando a convincervi del fatto che state appunto assumendo una scelta deleteria, se non ci riusciremo la responsabilità sarà comunque la vostra, mettetevi nei panni di chi lavora nel mare nostrum, perché il mare nostrum è di tutti, non è solo vostro, è anche nostro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Maria Laura Orrù per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARIA LAURA (Progressisti). Per sottoscrivere quanto ha appena espresso l'onorevole Corrias, nel senso che è chiaro, per alcuni comuni che non sono riusciti a risolvere questo problema, questa difficoltà, non si possono mettere in croce tutti gli altri Comuni, soprattutto perché ogni Comune, ogni costa, ogni Comune costiero ha delle differenze notevoli. Cioè partire dal presupposto che la Regione o la provincia o chi per essa debba determinare le sorti di ogni territorio, non è un modo di fare politica a mio avviso corretto, allora a questo punto sottoscrivo la richiesta di un Commissario ad acta per risolvere quei problemi e non scrivere delle leggi che debbono risolvere alcuni casi particolari e magari complicano tutto lo scenario e confondono e mettono in crisi tutto il territorio regionale. Mi sembra un modo di fare che vi appartiene, perché lo avete fatto per ogni legge che state presentando, per questioni particolari andate a scrivere norme di carattere generale che complicano poi gli scenari, io invito per l'ennesima volta l'Assessore e la maggioranza tutta a rivedere un attimino questo modo di fare, magari iniziando da questi emendamenti, perché il rischio è davvero grosso. Io non so se è chiaro, però voi avete le vostre posizioni, il problema qua è che chi pagherà davvero le conseguenze sono quei Comuni e quei cittadini e quelle cittadine che effettivamente non ne hanno colpa.

Quindi Assessore ci ripensi, provi a trovare una soluzione alternativa, e un po' come ha detto il mio Capogruppo, magari cerchi una soluzione capace di dare risposte e la metta in campo magari a stagione finita e adesso proviamo a utilizzare un sistema di proroghe capace di dare delle risposte immediate per la stagione che arriva.

Votazione per appello nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione per appello nominale dell'emendamento numero 5. Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no.

Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello. (È estratto il numero 55, corrispondente al nome del consigliere Francesco Stara.)

Prego la consigliera Segretaria di procedere all'appello cominciando dal consigliere Francesco Stara.

MELE ANNALISA, Segretaria, procede all'appello.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'articolo 24.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Antonello Peru, relatore di maggioranza.

PERU ANTONELLO (UDC Cambiamo), relatore di maggioranza. Emendamento numero 42 parere favorevole, 41 invito al ritiro…

PRESIDENTE. L'emendamento numero 41 è inammissibile.

PERU ANTONELLO (UDC-Cambiamo), relatore di maggioranza. Emendamento numero 39 favorevole, 37 favorevole, 34 favorevole, 21 è ritirato, 9 favorevole, 10 c'è un invito al ritiro. Il 43 parere favorevole, 20 decade, 29 è inammissibile.

PRESIDENTE. L'emendamento 41 è inammissibile perché parla di personale e non è attinente alla materia. In ogni caso le norme sul personale si applicano a tutto il comparto regionale, a tutto il sistema Regione.

In realtà, scusi Relatore, l'emendamento numero 20 permane sino "alla presente legge", quindi il parere è favorevole quindi da dall'inizio sino "alla presente legge" rimane.

Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica.

SANNA QUIRICO, Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica. Parere conforme al Relatore.

PRESIDENTE. È aperta la discussione sull'articolo e sugli emendamenti.

È iscritto a parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Presidente, continuo a non capire il perché sia stato dichiarato inammissibile l'emendamento numero 41. Gli uffici prima parlavano di emendamento pleonastico, in quest'Aula si è approvato di tutto, anche norme contrarie alla legge, si vede l'impugnazione che l'ultima legge sul Piano Casa ha avuto, con risultati record. Però se la giustificazione è questa, Presidente, il problema è estremamente politico. Perché il Sindaco metropolitano allora dovrebbe spiegare il perché continua ad affermare di non poter stabilizzare i precari della Città metropolitana è prossima Città Metropolitana allargata. Presidente, se voi ci dite che il sindaco di Cagliari è sindaco della città metropolitana può già applicare le norme dell'articolo 20 del decreto legislativo 24 maggio 2017, numero 75, il problema è politico, ed è all'interno della vostra maggioranza anche in questo caso. Perché ci sono precari storici all'interno di quell'ente che hanno diritto di essere stabilizzati all'interno della Città metropolitana, che sono essenziali per il funzionamento dell'ente stesso e per il funzionamento dei servizi. Oggi voi state dicendo una cosa che noi andavamo a dire già da parecchio e che avete tentato anche di fare durante l'ultima manovra finanziaria, ossia venire dalle opposizioni a chiedere togliamo il milione di euro che annualmente viene destinato per la copertura dei costi del personale precario. In quel caso grazie alle opposizioni, a diverse voci, quella posta di bilancio passò e quel milione di euro è garantita la Città metropolitana. Oggi voi ci dite che la stabilizzazione è già permessa dalla legge. Allora qual è il problema? Lo chiediamo ai colleghi dei del Gruppo di Fratelli d'Italia, lo chiediamo a tutta la maggioranza, perché non si vogliono stabilizzare precari storici di quell'ente? Qual è il problema che vieta alla Città Metropolitana di stabilizzare, di dare diritto a delle persone, a delle famiglie di avere un futuro certo, un futuro che al di là dei colori politici dobbiamo per delle professionalità che hanno prestato l'attività con diverse amministrazioni. E l'altro tema che volevo sottolineare è quello della Polizia provinciale. Anche in questo caso, Presidente, è stato probabilmente frutto anche dell'abbandono dell'Aula dell'onorevole Tunis, non capisco perché anche in questo caso in tutte le altre regioni d'Italia i compiti della Polizia provinciale sono svolti dal Corpo forestale, solo nella Regione Sardegna i compiti dalla Polizia provinciale invece vengono continuati ad essere lasciati in capo alle Province o alle Città metropolitane, quasi a costituire anche un doppione di quello stesso ente. Però, Presidente, non voglio neanche non soffermarmi sull'accordo che avete trovato, che è costato ai lavori del Consiglio, è costato ai sardi tre settimane, perché badate state andando ad approvare un accordicchio che ci dice che fino a non so quale periodo ci saranno praticamente 2 commissari della Città metropolitana: il Sindaco metropolitano che continua a rimanere insieme al Consiglio, e un commissario esterno nominato naturalmente dalla Giunta regionale. Ora io vorrei capire come andranno queste due figure ad approvare i bilanci, queste due figure a prendere le decisioni. Voi avete trovato un accordo politico per provare a soddisfare tutti gli appetiti della maggioranza e per provare a dire andiamo ad approvare una legge nel più breve tempo possibile, che poi più breve tempo possibile non è stato, ma non avete per niente disciplinato le norme transitorie, ossia nominando due commissari chi è che decide? Decide il Commissario, decide il sindaco metropolitano? In tema di variazioni di bilancio, chi è che decide? Decide il Commissario, decide il Sindaco metropolitano? E così come su tutte le altre decisioni. Cioè state mettendo nelle condizioni quell'ente di non lavorare, state mettendo nelle condizioni tutti quei cittadini che usufruivano di quei servizi di essere nel caos più totale, perché dovevate naturalmente accontentare qualche appetito, non dovevate scontentare il Sindaco della Città metropolitana, e allo stesso tempo non dovevate neanche scontentare il Presidente che da tempo ha detto che voleva commissariare un ente che è naturale che sia commissariato, perché non è più la città metropolitana ristretta, non è più frutto di quella elezione che si è avuta in quel determinato periodo storico. Un po' come è successo quando voi stessi avete commissariato le Province, ossia è passato il referendum, avete deciso di buttare al macero la democrazia e di commissariare quei determinati enti. Almeno in quel caso però c'era chiarezza, oggi invece voi con il vostro accordicchio non state neanche garantendo chiarezza su chi dovrà decidere che cosa e come. Ci sarà una netta contrapposizione dei ruoli, che continuerà non a semplificare la vita dei cittadini, ma continuerà a creare ulteriore confusione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Nell'ambito dell'articolo 24 vengono stabilite le regole per quanto riguarda la fase transitoria, poi con l'ultimo articolo vi dirò perché non avete tenuto conto di nessuna fase transitoria e quindi dovremmo ritornare in Aula su questo testo, ma con gli emendamenti che sono stati proposti, in particolar modo quello sulla Città metropolitana, anche i colleghi del centrosinistra che hanno espresso un'opinione favorevole rispetto all'allargamento, oggi sono messi di fronte a quelle che sono le reali intenzioni della Giunta, cioè commissariare tutto, e tanto è vero questo che nel tentativo di commissariare le Città metropolitana di Cagliari e di Sassari, nel caso di Cagliari si pone la questione legata alla nomina di un altro Commissario per la gestione della fase transitoria. E perché non a Sassari, visto che anche Sassari allarga il suo perimetro? Perché su Cagliari si concentrano probabilmente alcuni interessi. In teoria la norma sarebbe stata molto più semplice, e cioè in teoria e nella pratica sarebbe bastato affermare "coloro che oggi sono Commissari delle Province insieme ai Sindaci delle Città metropolitane concorderanno il passaggio di beni, di patrimonio e via dicendo". Con questo articolo di legge e con l'emendamento proposto introducete, insieme a quelli introdotti nell'articolo 23, un altro aspetto che renderà la legge soggetta a una possibile impugnazione, perché? Perché la legge si aggancia a una legge nazionale, la Del Rio, che viene definita legge di grande riforma economico sociale, e quindi quella legge nei suoi principi non è superabile da parte vostra con legge regionale, e nella legge Del Rio è scritto esplicitamente che il Sindaco della città capoluogo svolge automaticamente di diritto le funzioni di Sindaco della Città metropolitana. Da un lato commissariate la Città metropolitana di Sassari, quindi venite meno a un principio della Del Rio, dall'altro, non riuscendo a commissariare la Città metropolitana di Cagliari, introducete un altro Commissario per la gestione della fase transitoria, di fatto senza realizzare la Città metropolitana: questo renderà impugnabile la legge. L'altro aspetto è che, facendo questo, state anche creando un grave danno ai dipendenti di quegli enti, in particolar modo della Città metropolitana di Sassari e della Città metropolitana di Cagliari, perché mentre i sindaci hanno pieni poteri per poter operare in base alle leggi anche in relazione a procedure di continuità lavorativa o stabilizzazione, nel caso vi siano i requisiti da parte dei dipendenti, con la nomina del Commissario ci sarà un problema nell'ambito dell'esercizio di funzioni straordinarie quali quelle di poter dare continuità lavorativa e certezza di lavoro a coloro che da anni lavorano per quegli enti. Quindi state creando un problema da un punto di vista della possibilità di dare gambe a questi enti, e dall'altro addirittura un problema a coloro che da anni attendono una possibilità di continuità lavorativa e sicurezza nell'ambito lavorativo. Questo determinerà un serio problema a voi in particolar modo nell'ambito del giudizio che i Ministeri faranno nel leggere questa legge.

Poi, stabiliamo un tetto, cioè raggiunte le trenta leggi impugnate cosa accade? Si dimette qualcuno? Stabiliamolo oggi, cioè riusciti nell'arduo compito di farvi impugnare trenta leggi nell'ambito di tre anni, cosa accade? Si dimette qualcuno? Pagate pegno con un paio di indennità da devolvere a quegli enti, Province e Comuni, che avete distrutto? Stabiliamo almeno che qualche cosa deve accadere, perché non c'è sordo peggiore di chi non voglia ascoltare, soprattutto per quanto concerne istituzioni che hanno la copertura di legge costituzionale e sono previste in Costituzione. Regioni, Province e Città metropolitane sono nell'ambito della nostra Costituzione egualmente riconosciute, non è che c'è un ente, un'istituzione, la Regione, che può fagocitare tutto col commissariamento delle Città metropolitane, con il commissariamento delle Province… avete commissariato praticamente tutti gli enti regionali, è una situazione che in Sardegna non si era mai verificata, dove c'è una persona sola che con nomine governa tutte le istituzioni in Sardegna.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giampietro Comandini. Ne ha facoltà.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). La discussione su questa riforma del sistema degli enti locali è una specie di matrioska, all'interno della quale si scopre sempre qualcosa di nuovo e anche fantasioso relativamente alle soluzioni che la vostra maggioranza cerca di mettere in campo, non per risolvere il problema dei nuovi enti ma per cercare di silenziare qualcuno della vostra maggioranza che probabilmente non si sente soddisfatto nella ripartizione di incarichi e di pezzi di questa Sardegna, che purtroppo nelle vostre mani si sta dimostrando sempre più debole e sola.

Ora, noi sappiamo benissimo quali sono le criticità di questa legge, lo hanno detto i colleghi durante la discussione generale, sono state riportate nelle Commissioni competenti, non nel prevedere quello che molti territori giustamente richiedono e hanno richiesto anche attraverso la presentazione di proposte di legge da parte di colleghi anche della minoranza, come la costituzione della Provincia dell'Ogliastra, del Sulcis, della Gallura, ma relativamente al tanto lavoro che ci sarà da fare con nuovi enti e con la necessità di rimettere le cose a posto, soprattutto per le criticità rappresentate, ad esempio, dal problema delle risorse. Sappiamo tutti molto bene che molti di questi enti avranno difficoltà ad avere risorse attualmente, se non cambia qualcosa, per portare avanti quelle che sono le funzioni. Così come il problema del personale: in questi anni dalle Province esistenti e dalle Città metropolitane molto personale è andato verso altri lidi, per cui vi è anche la necessità di riportare personale per poter svolgere quelle funzioni necessarie per dare le risposte che i cittadini in qualche modo si aspettano da un ente territoriale molto più vicino a loro. E allora io credo che la prima cosa che bisognerebbe fare di fronte a queste criticità, all'esigenza di essere subito operativi, è quella della semplificazione e della chiarezza. A proposito di chiarezza anch'io Presidente credo che ci sia necessità di avere chiarezza relativamente all'emendamento 41, che il Presidente ha dichiarato inammissibile, e comprendo, però chiarezza relativamente a che fine dovranno fare i lavoratori precari della Città metropolitana di Cagliari, ma tutto considerando le ultime vicende che hanno visto e costretto questa parte dell'Aula a difendere il milione e 4 previsto nella legge di stabilità che è stata votata a febbraio 2021 e che ricordo milione e 4 che rischiava di finire all'interno di un bando perché fatto dalla Città metropolitana stessa di Cagliari, bando che in qualche modo non permetteva di soddisfare tutte le richieste. Io credo che quelle richieste probabilmente dovranno essere soddisfatte, perché erano un bando relativamente alle imprese Covid, però non portando via le risorse ai lavoratori precari che dal 2016 stanno aspettando procedure di stabilizzazione. E ora noi già allora abbiamo difeso quel milione e 4, abbiamo chiesto con forza che si procedesse all'applicazione della legge Madia, che permette la stabilizzazione, abbiamo ricordato al Presidente, agli Assessori competenti per materia che esiste già dal 2016, all'interno della legge del 5 dicembre la numero 32, le risorse messe a disposizione in tutte le annualità dal 2016 al 2020, non si capisce perché ancora oggi la stabilizzazione di questi lavoratori, che svolgono funzione fondamentale per la città metropolitana di Cagliari, e un domani probabilmente per un territorio più vasto, non capiamo ancora perché questi lavoratori, che ricordo a me per primo, molti di loro hanno svolto anche funzioni concorsuali per ricoprire quel lavoro, non ci rendiamo conto perché ancora non si è proceduto all'applicazione della legge Madia e alla loro stabilizzazione. Allora la nostra non è solo un aspetto di carattere giuridico relativamente all'ammissibilità o meno di un emendamento, ma è la preoccupazione che in questa riorganizzazione funzionale qualche commissario, come spesso è accaduto, dimentichi le parti più deboli della citt�� metropolitana e quindi questi lavoratori. E allora credo che l'emendamento, inammissibile, però abbia una sostanza politica importante che riguarda i lavoratori, che riguarda quei lavoratori che ancora oggi voi non siete riusciti a stabilizzare attraverso le procedure che sono presenti dalle leggi nazionali.

Ultima cosa, la soluzione bizzarra una poltrona per due potremo…

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mura. Ne ha facoltà.

MURA FRANCESCO (FdI). Perché a me sembra di capire che l'unico vostro dispiacere che di questa poltrona nessuno di voi ci andrà a sedersi, io non so se vi avesse ascoltato qualcuno che non vi conosce, qualcuno che non ha il mio livello di ottimismo avrebbe pensato che foste dei gran bugiardi, invece non lo siete, non lo penso che lo siate. Penso invece che siate cresciuti in un ambiente politico malato e quindi per via della vostra forma mentis non vediate altro che poltrone e commissariamenti, così come avete dimostrato di fare fin da sempre, da quando fate politica ma soprattutto nella scorsa legislatura.

Perché, onorevole Lai, chi ha commissariato le province siete stati voi, non siamo stati noi. Questo lo tenga bene a mente. Tant'è che alcune di quelle province sono ancora alcune di quelle province sono ancora commissariate con i vostri commissari. Noi siamo arrivati, perché come è nostro solito fare quando abbiamo delle discussioni, delle diverse visioni, a un confronto, ci siamo confrontati e abbiamo trovato una soluzione, che è una soluzione che può garantire al territorio del sud Sardegna, quindi del cagliaritano, quella che sarà la nuova Città Metropolitana, di avere un Consiglio metropolitano con un Sindaco metropolitano eletto, che possa garantire il Governo, così come i cittadini lo hanno chiamato a fare, e anche a garantire al resto del territorio, che non avrebbe avuto rappresentanza politica in questa fase di governo, ad avere un ruolo neutrale quello di un commissario che possa guidarlo fino alla nuova elezione del Consiglio metropolitano, dove il resto del territorio sarà rappresentato e quindi avrà diritto ad avere una un voce all'interno del nuovo ente che sarà la nuova Città metropolitana di Cagliari. E lo stesso vale anche per i suoi tentativi di speculazione, anzi per i vostri a questo punto, tentativi di speculazione nei confronti della drammatica situazione di chi è lavoratore precario. Perché quel milione e 4 che avete tentato di difendere, che avete in qualche modo buttato in una voce di bilancio, che sarà difficilmente spendibile, era 1 milione destinato a ulteriormente prorogare il precariato di queste persone, un precariato che arriva tra l'altro da una gestione precedente a questa Amministrazione, che ha vissuto tre anni sotto un'altra Amministrazione, noi così come annunciato già dal Sindaco metropolitano, e come già comunicato dagli organi preposti ai lavoratori, stiamo lavorando e stanno lavorando per la stabilizzazione di queste persone. Così come sapete benissimo, pertanto vi rispediamo al mittente il vostro fallito tentativo di speculazione rispetto a questo argomento, grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Presidente, intanto per ripristinare la realtà dei fatti perché le province sono state commissariate il 2 luglio 2013 dalla Giunta Cappellacci a seguito del referendum promosso dalla Giunta Cappellacci con l'ex Presidente della Regione principale promotore. Dopodiché un partito della maggioranza minacciò addirittura l'occupazione dell'Aula in quel periodo e furono nominati i commissari. Cambio della Giunta, chi arriva dopo trova i commissari insediati dalla Giunta precedente. Con la legge 2 vengano rinominati dei commissari, che sostituiscono però non organismi eletti democraticamente dal popolo, com'erano quelli in sella sino al 2013, non erano eletti democraticamente dal popolo, erano commissari che hanno sostituito persone, Consigli provinciali e presidente della provincia eletti democraticamente dal popolo. Quella roba se è sgradevole, se è sbagliata, e sono d'accordo che sia sgradevole e sbagliata, l'ha fatto il presidente Ugo Cappellacci, punto. Dopodiché lascia, perdere lascia perdere non dire cose di cui non sai niente, perché fai bene a non dire cose di cui non sai niente. Veniamo all'oggi, Presidente, normate con l'articolo 24 la successione e la fase transitoria, sappiamo bene che in un momento come questo la successione e la fase transitoria sarà molto più lunga di quanto scritto in questa legge, la prova è che l'ultima volta che vi siete approssimati e una riforma, e parlo della riforma sanitaria, la breve successione e fase transitoria ci ha portato sino ad oggi. Oggi noi stiamo affrontando una pandemia, che conoscevamo quando abbiamo legiferato in quel momento, e abbiamo una sanità che è retta da una fase transitoria, per questo motivo il Consiglio, l'auspicio da cittadino, è quello di scriverle bene le fasi transitorie, perché a volte potrebbero non transitare da nessuna parte e quindi potrebbero rimanere applicate per più tempo di quanto previsto dalla norma. In questo caso per esempio quello che salta agli occhi, a mio giudizio, è questo: abbiamo degli enti che esistono, che sono frutto già di una transizione di beni, di personale da parte di enti abrogati, però esistono oggi, domani per quegli enti chi le mette le firme? Cioè la provincia del sud Sardegna non scompare all'atto dell'approvazione di questa legge, serve una fase transitoria, la prima cosa che intravedo è che questa porzione di territorio domani non ha un capo, ne ha tre, perché ci sarà il Commissario del Sulcis, quello del Medio Campidano e quello ex emendamento 43 che dovrà governare la parte del Sud Sardegna che sarà in procinto di entrare nella Città metropolitana di Cagliari. Quando ci sono tre persone che devono fare lo stesso ruolo, il rischio è che su quell'ente non governi nessuno, anche perché non si capisce nemmeno se gli enti nascano per sottrazione, per incorporamento, per creazione ex novo e quindi scioglimento dell'ente precedente, in tutti questi casi comunque l'ente precedente domani c'è ancora, e quindi qualcuno dovrà gestirlo, considerando che si stanno nominando tre commissari probabilmente c'era lo spazio per chiarire questo aspetto, e non è un aspetto di poco conto, perché l'indomani, quando inizierà l'iter all'esterno di quest'Aula, questi punti non chiari rischiano di diventare poi complicati nella gestione quotidiana dell'ente. Chiudo; la discussione quindi su quello che sarà il futuro è lasciata alla sintesi che faticosamente avete raggiunto nelle tre settimane precedenti, la sintesi di fatto non c'è, abbiamo una condotta diversa che si terrà per la Città metropolitana di Cagliari e per la Città metropolitana di Sassari, si applicheranno normative diverse, io lo dico subito, quanto verrà applicato per quanto riguarda la Città metropolitana di Sassari è in palese contrasto con il dettato della legge Delrio, in palese contrasto e tra l'altro ci sono già altre regioni a statuto speciale, la Sicilia per esempio, che hanno provato a intervenire con norma per modificare quanto previsto dalla normativa statale, la norma è stata impugnata anche in quel punto per cui è difficile che il Governo dopo aver detto no alla Sicilia dica di sì alla Sardegna. Questa non è una cosa per forza positiva, anzi, la legge Delrio di fatto ha bloccato anche le proposte positive che venivano da altre regioni, ma è chiaro che senza un disegno organico a livello nazionale ogni tentativo di riforma regionale è destinata in questa fase ad andare contro un muro, lo sappiamo, la cosa peggiore che stiamo facendo, e chiudo davvero, Presidente, è che in una fase in cui le emergenze e le urgenze dei sardi sono altre, l'attenzione dei sardi è rivolta altrove, chiunque capirebbe che quest'Aula sarebbe più utile occupandosi di altri temi, siamo qui a perdere il nostro tempo e a fare leggi che probabilmente, non so nel lungo periodo, ma sicuramente nel breve periodo, non produrranno niente di…

Passiamo all'emendamento numero 42.

Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie, Presidente. L'emendamento numero 42 di fatto sopprime le Città metropolitane di Cagliari e Sassari, le parole, mi serve l'emendamento 42 per ricordare, innanzitutto a me stesso e poi all'Aula, che cosa accade all'interno della Città metropolitana per quanto riguarda il personale, perché ho sentito cose che né più né meno sono campate per aria. Nella precedente legislatura l'onorevole Piscedda propose un finanziamento alla Città metropolitana di Cagliari per quanto riguarda il dare una possibilità di continuità lavorativa ad alcuni dipendenti che nel corso degli anni precedenti avevano lavorato per la provincia di Cagliari, ci fu una discussione nella sede della quinta Commissione, se non ricordo male, presente anche l'attuale Commissario dell'ATS che all'epoca governava l'ASPAL. Da un lato si pose la questione di far transitare quelle persone All'ASPAL per poi comprendere che cosa fare, invece fui io a insistere, insieme all'onorevole Piscedda per bandire concorsi a tempo determinato e a tempo indeterminato, per dare la possibilità con quelle risorse a quelle persone nel corso di un triennio, il finanziamento era triennale, di poter avere una garanzia di lavoro, per fortuna utilizzammo quella strada, perché in base alla Madia il periodo precedente di lavoro in assenza di un concorso che consentì a quelle persone di entrare nell'ambito della provincia non varrebbe, vale invece il periodo di questo triennio che è trascorso, che si sta concludendo a breve, e lì il timore del personale, il fatto che proprio nel momento in cui si stia maturando la possibilità di avere i 36 mesi continuativi, la Madia dice non continuativi, ma in questo caso stiamo parlando quasi di mesi o anni continuativi, proprio in quel momento arrivare con commissariamenti che potrebbero far decadere la possibilità di attivare procedure in questo caso s�� di stabilizzazione, perché la Madia recita "persone che sono entrate nell'ambito ovviamente del pubblico impiego con concorso e abbiano maturato negli otto anni precedenti anche in modo non continuativo tre"…

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento 42.

Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Emendamento 39.

Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie, Presidente. L'emendamento numero 39 pone la questione dello svolgimento e indizione delle consultazioni elettorali comunali per l'anno 2021, finalmente, su un'unica questione concordo con quanto detto da alcuni esponenti della maggioranza, è stato sbagliato commissariare le province nella precedente consiliatura, o meglio, è stato un errore quello di reiterare i commissariamenti senza consentire, nell'ambito della legge attuale, le elezioni di secondo livello, oggi voi però state replicando l'errore, questo è il vero problema cioè l'argomento che voi utilizzate sistematicamente l'avete fatto anche voi, e avete fatto male, automaticamente la (…) dovrebbe essere, faremo meglio e in modo differente, e invece, a fronte dell'accusa "avete fatto male, avete sbagliato", "noi faremo ugualmente", identico, nello stesso modo, lo stesso errore, cioè valutate un aspetto come errore, come sbagli,o e in modo scientifico lo proponete, come errore e sbaglio; questa è il ragionamento che non regge, se fosse un ragionamento, la verità è che l'unico interesse è quello dei commissariamenti. Anche qua avete posto la questione dell'epidemia da Covid 19 e quindi dobbiamo spostare le elezioni giustamente, per quanto riguarda le elezioni comunali e provinciali, all'autunno, augurandoci di poter votare in autunno, questo sì, nel senso non tanto di poter votare e svolgere le elezioni, quanto di poterle svolgere in assenza di virus, certo è che coi dati di vaccinazione che noi abbiamo sicuramente questa ipotesi dell'autunno ad oggi viene intaccata dal basso numero di vaccinazioni per la popolazione residente sarda, perché è chiaro che uno degli elementi che consentirà di poter votare in totale serenità, pur con la presenza del virus, sarà l'alto numero di persone vaccinate e il minor rischio di contagio tra coloro che si recheranno alle urne. Grazie.

Mettiamo in votazione l'emendamento 39.

Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'emendamento numero 37.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonello Peru. Ne ha facoltà.

PERU ANTONELLO (UDC Cambiamo), relatore di maggioranza. L'emendamento numero 37 è un emendamento tecnico, è studiato dalla programmazione perché tutte le risorse che oggi sono in rete metropolitana inerenti ai sette territori, con l'emendamento numero 34 transitano all'interno della Città metropolitana, quindi è solo un transito di risorse già esistenti, consolidate, in fase in questo momento anche di attuazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Franco Satta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SATTA GIAN FRANCO (Progressisti). Nella discussione di questa legge, io più volte ho sollecitato un intervento del legislatore sardo affinché ponesse in qualche modo in sicurezza le risorse alla programmazione territoriale, quindi riguarda, è vero, anche la rete metropolitana, ma riguarda anche tutti gli altri enti attuatori che sono stati delegati a suo tempo per l'attuazione delle risorse sulla programmazione territoriale, quindi riguarda la rete metropolitana, riguarda le Unioni di Comuni, riguarda tutti quegli enti che sono stati delegati a suo tempo per le risorse a valere sulla programmazione territoriale. Quindi io dichiaro il mio voto favorevole rispetto a questo emendamento pur richiamando l'attenzione dell'Assessore e dell'Assemblea affinché potesse in qualche modo anche intervenire successivamente sulle risorse che oggi sono destinate alle Unioni dei Comuni per l'attuazione di questo programma.

Perché con l'istituzione della città metropolitana le Unioni di Comuni che oggi sono delegate ad esempio per quanto riguarda il Nord Sardegna e quindi alla citt�� metropolitana di Sassari, le Unioni di Comuni vengono meno nel disegno futuro di sistema di governo delle autonomie locali in Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). L'intervento dell'onorevole Satta chiarisce meglio lo spirito dell'emendamento, nel senso che nel caso di Unioni dei comuni, un comune dell'Unione delegato per quanto riguarda un accordo di programma e lo svolgimento, l'attuazione di questo e la spesa delle risorse, pur sparendo l'Unione dei Comuni, pur attribuendo quelle funzioni alla nuova provincia, rimane in capo all'ente Comune che era stato delegato dall'Unione dei Comuni e via dicendo. Per quanto riguarda la città metropolitana è diverso, la città metropolitana da rete diventa città a Sassari, estende i suoi confini, ma non è che scompaia. Se nell'ambito della rete metropolitana di Sassari, Sassari è stato indicato come comune che doveva operare sull'accordo di programma, Sassari continuerà a operare, non è che scompare Sassari. L'esempio fatto prima non c'entra nulla, l'esempio fatto dall'onorevole Satta è calzante.

L'ambito della città metropolitana non è che la legge decide di far scomparire il comune di Sassari, sono le Unioni dei Comuni che spariscono, quindi letto in questo modo l'emendamento è di maggior comprensione, perché altrimenti come potrebbe rimanere in capo a enti che non esistono più e che non hanno figure la possibilità di operare? La verità è che la rete metropolitana di Sassari non ha mai operato con figure sue, operava per il tramite dei Comuni, perché non esistendo un'organizzazione della rete metropolitana, ma essendo solo incardinati quei Comuni all'interno della provincia, o operavano delegando un dirigente della provincia per fare le gare o operavano delegando un comune e quindi un dirigente del Comune per fare le gare e dar seguito all'accordo di programma, ma non c'era un elemento su questo aspetto. Invece i soggetti attuatori nell'ambito ad esempio del Comune di Tergu, come è stato detto prima, o di Santu Lussurgiu, che ha una Unione dei Comuni invece che funziona, in questo caso l'emendamento può essere utile, perché prima che le province operino, ad esempio, a differenza del caso di Sassari con la Città Metropolitana, ma con la provincia sarà ancor peggio, prima che quelle province possano essere messe nelle condizioni di operare, essendo ulteriormente commissariate se le carichiamo di tutto quello che facevano tutte le Unioni dei Comuni, ad esempio dell'oristanese che sono tanti comuni e tante Unioni, rischiamo di creare un collo di bottiglia e di non vedere realizzato nessun accordo di programma.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 37. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'emendamento numero 34. Votiamo l'emendamento numero 34 e poi convoco una Conferenza dei Capigruppo.

Metto in votazione l'emendamento numero 34. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione l'articolo 24. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Il Consiglio è sospeso per una Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 33, viene ripresa alle ore 21 e 07)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi consiglieri di prendere posto. Le conclusioni della Conferenza dei capigruppo sono quelle di concludere ora i lavori dell'Aula e aggiornarli domani alle ore 16.

La seduta è tolta. Il Consiglio è convocato per domani alle ore 16.

La seduta è tolta alle ore 21 e 08.