XXI Seduta
Martedì 24 settembre 2019
Presidenza del Presidente Michele PAIS
indi
del Vicepresidente Giampietro COMANDINI
indi
del Presidente Michele PAIS
indi
del Vicepresidente Giovanni Antonio SATTA
indi
del Presidente Michele PAIS
La seduta è aperta alle ore 11 e 02.
MELE ANNALISA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 12 settembre 2019 (20), che è approvato.
Congedi
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Daniele Cocco, Antonio Piu e Alessandro Solinas hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 24 settembre 2019.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di interrogazioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
MELE ANNALISA, Segretaria. Sono state presentate le interrogazioni numero 134, 135, 136, 137, 138, 139, 140, 141, 142, 143, 144, 145, 146, 147.
Annunzio di interpellanze
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
MELE ANNALISA, Segretaria. Sono state presentate le interpellanze numero 55, 56, 57, 58.
Annunzio di mozioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
MELE ANNALISA, Segretaria. Sono state presentate le mozioni numero 65, 66, 67, 68, 69, 70, 71.
PRESIDENTE. È rientrato dal congedo l'onorevole Piu.
L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 67. Tuttavia, sospenderei per qualche minuto il Consiglio per una Conferenza…
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Manca. Ne ha facoltà.
MANCA IGNAZIO (LEGA). Prima che abbia inizio la discussione sull'ordine del giorno, ho ritenuto doveroso portare all'attenzione dell'Aula un episodio accaduto il 2 settembre scorso alla Sardegna Arena in occasione della partita Cagliari-Inter, passata agli annali per i "buu" rivolti al giocatore nerazzurro Lukaku in occasione del rigore assegnato contro il Cagliari, e di cui si continua a parlare. Se è vero, infatti, che l'ondata di condanna contro gli ululati dei tifosi rossoblù, invero molto pochi, ha mobilitato schiere di moralisti non solo in Italia, ma addirittura in Inghilterra, ha passato in sottordine quanto accaduto nella stessa partita che ha visto come protagonisti i tifosi interisti. Non è sull'ordine del giorno. Appena il giorno dopo la partita, ha circolato in rete un video girato nel settore ospiti, tanto per intenderci tra la curva sud e il settore distinti, diffuso su YouTube, in cui risultano indistintamente cori di scherno contro i sardi additati con lo stucchevole, ormai ben noto epiteto "avete solo le pecore". Ma quel che è peggio, con i cori accompagnati da ripetuti belati di pecora. Per completezza, senza con ciò volere giustificare il contegno dei supporters rossoblù, occorre evidenziare come appena una settimana prima, in occasione di Cagliari-Brescia, subito dopo la concessione del rigore a favore della squadra ospite…
PRESIDENTE. Onorevole Manca…
MANCA IGNAZIO (LEGA). Io non chiederò le scuse a nessuno, però pretendo che mi si ascolti come io ascolto gli altri. A favore della squadra ospite della curva nord, si levarono cori e fischi nei confronti di Donnarumma mentre si apprestava a tirare dal dischetto.
PRESIDENTE. Onorevole Manca, mi perdoni, questa fase è destinata agli interventi in sede di ordine dei lavori…
MANCA IGNAZIO (LEGA). Va bene. Comunque avevo chiesto di parlare prima dell'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Avete perfettamente… scusate un attimo, interveniamo uno alla volta, mi pare che l'onorevole Manca stia evidenziando un caso anche abbastanza importante che ritengo possa essere oggetto…
MANCA DESIRÈ (M5S). Può specificare il nome?
PRESIDENTE. Non si sovrapponga quando sto parlando, l'onorevole Manca può, nel caso specifico, presentare un'interrogazione o un'interpellanza nel merito. Se l'intervento non riguarda l'ordine dei lavori, onorevole Manca, purtroppo non posso consentire che il suo intervento prosegua. Abbiamo capito qual è il problema, lei può sviluppare lo stesso con uno strumento previsto dal nostro Regolamento, questo spazio è dedicato solo agli interventi sull'ordine dei lavori.
MANCA IGNAZIO (LEGA). Ne prendo atto.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (Progressisti). Non ho capito se ha convocato una Capigruppo…
PRESIDENTE. Una Capigruppo. Sospendo il Consiglio.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 18, viene ripresa alle ore 12 e 37.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori d'Aula.
Questione sospensiva
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.
GIAGONI DARIO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Chiedo che, ai sensi dell'articolo 86, venga rinviato alla seduta di domani l'esame della mozione numero 67; questione sospensiva.
PRESIDENTE. È stata proposta dall'onorevole Giagoni la votazione sulla questione sospensiva, quindi la proposta, se ho capito bene, è il rinvio della discussione del punto in questione ad altra data, quindi a domani. Può intervenire un consigliere per Gruppo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.
GANAU GIANFRANCO (PD). Grazie, Presidente, intervengo per sottolineare l'anomalia di questa richiesta, vorrei capire a cosa serve la Conferenza dei Capigruppo. In Conferenza dei Capigruppo è stata bocciata una proposta di inversione dell'ordine del giorno, che non ha raggiunto i voti necessari per essere approvata in quella sede, e oggi, adesso, qui in Aula viene chiesta una sospensiva. Io credo che questo sia assolutamente al di fuori della prassi, che sia una scorrettezza politica grave che noi vogliamo sottolineare in quest'Aula; non si è mai visto che un'inversione dell'ordine del giorno si trasformi poi in una sospensiva in Aula. Il Presidente ci ha convocato ed ha iniziato l'intervento dicendo che si chiedeva un'inversione dell'ordine del giorno, non una sospensiva, la verità è che questa maggioranza non ha evidentemente le idee chiare su una proposta che ha chiesto fortemente di essere posta al primo punto all'ordine del giorno del Consiglio odierno, e io credo che questa sia una scorrettezza gravissima e che segni un precedente che non qualifica questo Consiglio, e soprattutto questa maggioranza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC). Siccome ormai siamo abituati a fare le ore lunghe… è quasi l'una e non ho capito perché viene convocata la riunione alle 10 e 30 e all'una non abbiamo prodotto niente. Ma che non si produca me ne sono accorto ormai, io chiedo soltanto di sapere quali sono le motivazioni, perché prima c'è stata un'accelerata, fatta senza un'informazione puntuale precisa, adesso c'è una frenata, vorrei sapere qual è la motivazione per la quale dovremmo invertire l'ordine del giorno, se cortesemente me lo dice.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (Progressisti). Credo che sarebbe utile ai colleghi capire le ragioni della questione sospensiva, perché è stata richiesta da parte di un collega, però in quella richiesta non sono stati esplicitati i motivi. Il Regolamento prevede che si intervenga a favore e contro, io credo che anche a beneficio dei colleghi che interverranno a favore e contro sarebbe utile conoscere i motivi. Per il resto non posso fare altro che ribadire quanto già detto da chi mi ha preceduto; i lavori del Consiglio vengono portati avanti in maniera caotica, non è possibile organizzarsi i lavori in sedute che dovrebbero iniziare alle dieci e mezza, e che invece sino a due ore inoltrate dopo l'orario di inizio stentano a cominciare, per di più con una richiesta che appare contraddittoria rispetto a quella che è stata la linea delle forze di maggioranza sino l'ultima riunione dei Capigruppo. La mozione oggi presente al primo punto dell'ordine del giorno ha forzato rispetto a una situazione che vedeva mozioni su temi cari ai sardi, che sono stati lasciati nel dimenticatoio e rimandati a data da destinarsi. Per cui io chiedo innanzitutto che ci sia un'organizzazione più efficace delle sedute di Consiglio, e poi ribadisco anche una contrarietà al fatto che l'ordine del giorno di quest'Aula venga fatto sulla base di decisioni estemporanee, concepite la mattina per il pomeriggio. Questo è un Consiglio regionale, un'Assemblea legislativa, ciascuno di noi deve avere il tempo per studiare. Per quanto ci riguarda, e parlo per il Gruppo dei Progressisti, è stato complicato, per esempio, nella giornata di ieri completare lo studio sul testo della legge elettorale che scaturirebbe in caso di approvazione del referendum connesso alla mozione che ci si chiede di approvare. È stato un lavoro lungo e complicato, portato avanti in tempi molto stretti, perché chi ha presentato la mozione non si è curato di allegare un testo coordinato, che sarebbe stato utile, e perché è stata calendarizzata, con estrema urgenza, per martedì mattina alle 10 e 30. Per cui non posso far altro che ribadire quanto già detto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.
LAI EUGENIO (LEU). Grazie, Presidente. Per ribadire quanto detto dai colleghi e anche dall'onorevole Oppi, che denuncia uno stato confusionale dell'organizzazione dei lavoro, ed è così; Il Consiglio convocato alle 10 e 30 parte alle 11, 11 e 15, subito bloccato per una Conferenza dei Capigruppo, dove il Presidente propone l'inversione del punto all'ordine del giorno che risulta bocciata, si rientra in Aula e l'onorevole Giagoni propone una sospensiva, non specificando neanche il motivo per cui la si richiede, e addirittura viene avallata da lei la sospensiva chiedendo il rinvio a domani. Ora, o è la sospensiva o è il rinvio. Il Consiglio regionale è già convocato con i punti all'ordine del giorno, ed è convocato per oggi, domani e dopo, quindi se si dovesse votare oggi una sospensiva non è possibile calendarizzarla naturalmente per domani e dopo, dove son già fissati ben chiari i punti all'ordine del giorno. Si tratta naturalmente di un'inversione del punto all'ordine del giorno camuffata dalla sospensiva, ma anche in questo caso, così come è già stato fatto in Capigruppo, si chiederà naturalmente ai dirigenti di dirimere una questione che anche in questo caso il Presidente, dal mio punto di vista, interpreta in maniera errata.
Io credo però, Presidente, che anche in quest'Aula sia doveroso da parte sua chiedere scusa all'onorevole Desiré Manca, Capogruppo dei Cinque Stelle, per le parole che ha usato all'interno della Capigruppo, perché è giusto e doveroso ribadirlo qui in Aula, lei ha usato determinate parole, riferendosi alla collega Manca, dicendo: "Non ci vuole molto per capire poco". Io credo che da un Presidente del Consiglio queste parole non siano gradite né all'interno di una Capigruppo, né all'interno di un Consiglio regionale, e credo che l'onorevole Manca Desirè meriti le sue scuse.
PRESIDENTE. Per evitare qualsiasi tipo di polemica chiarisco che nessun intento offensivo è da riscontrare nelle mie parole, che non erano assolutamente rivolte all'onorevole Manca ma a un discorso molto più generale, perché mai mi permetterei non solo di offendere l'onorevole Desiré Manca, ma nessuno dei Consiglieri presenti. Il rispetto, non solo del nostro ruolo ma personale, penso che sia un valore patrimonio di ciascuno di noi, che deve essere garantito da tutti verso tutti, me per primo, se all'interno di un discorso, a volte concitato come la politica ci porta ad essere. Vengono estrapolate delle frasi che non sono evidentemente rivolte a nessuno, si possono in maniera errata attribuire alle stesse dei significati che non hanno. Quindi da parte mia ribadisco nessun intento offensivo verso nessuno, tanto meno verso l'onorevole Desirè Manca, che non era assolutamente oggetto di alcuna sottolineatura. Penso che all'interno di quest'Aula ci si debba riconoscere rispetto. La mia posizione è quella di garantire nei confronti di tutti l'evoluzione di un dibattito che rispetti, prima ancora che la posizione e il ruolo politico di ciascuno di noi, la persona. Se poi all'interno di una discussione, ribadisco, animata, concitata, può succedere che delle parole vengano interpretate male o espresse male è evidente che questo comunque non possa prescindere dall'intenzione che le stesse avessero. Ciò detto, siccome siamo tutti quanti uomini ed esseri umani che sbagliano, qualora avessi mai riferito parole che potessero anche solo minimamente turbare la sensibilità di ciascuno di noi, nel passato, nel presente e nel futuro, non ho nessun tipo di problema a scusarmene. Penso che la dignità e il valore di un uomo si vedano anche in questo, e che attribuire e sottolineare, in maniera secondo me non corretta, determinati eventi non facciano altro che creare quel clima di poca serenità che magari, ribadisco, qualche volta si può creare.
Detto questo, lo ripeto, il Presidente non è un extraterrestre, il Presidente è un uomo, è una persona che, come tutti quanti voi, è soggetta ad errori e gli errori che fa il Presidente, proprio perché è Presidente, valgono doppi e qualsiasi tipo di errore del sottoscritto o anche sbavatura nell'esposizione e nel rivolgersi a ciascuno di voi è giusto che il Presidente stesso se ne faccia carico, chieda scusa e questa cosa la ribadisco, la affermo per quello che è stato, per quello che è e per quello che potrà essere, però mai da parte mia ci potrà essere nei confronti di voi alcun intento offensivo o mancanza di rispetto. Questa è una cosa che tengo a ribadire. Dopodiché le differenze politiche ci sono, gli scontri e i confronti possono essere anche animati, però io penso che l'intenzione, l'aspetto psicologico, per utilizzare una figura che si utilizza in altre sfere e in altri ruoli, l'aspetto psicologico delle nostre affermazioni debba essere un aspetto assolutamente fondamentale di cui tener conto.
Ha domandato di parlare la consigliera Desirè Manca. Ne ha facoltà.
MANCA DESIRÈ (M5S). Presidente, ho ascoltato con molta curiosità quello che lei ha dichiarato e la risposta al collega, che assolutamente ringrazio, non era previsto, non abbiamo concordato niente, Presidente.
Faccio mie quelle che sono le ultime sue parole, quindi prendo atto che lei è un uomo e come tale può sbagliare, e accetto le sue scuse. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Manca.
Ha domandato di parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.
GIAGONI DARIO (LEGA). Signor Presidente, voglio dare risposta ai colleghi onorevoli che mi hanno chiesto qual è la motivazione della richiesta di sospensiva e l'importanza della proposta di legge che andremo a discutere, quindi la proposta di legge 46/A, visto come versano alcune famiglie in difficoltà economica, quindi è importante che questa legge venga discussa il prima possibile. Grazie signor Presidente.
PRESIDENTE. Quindi metto in votazione la questione sospensiva. Sono presenti i due Segretari, uno di opposizione. Perfetto. La votazione si svolge per alzata di mano, quindi votazione palese.
Metto in votazione la questione sospensiva.
Chi è favorevole? Chi si astiene? Chi è contrario?
(Interruzione)
Purtroppo sulla sospensiva non si può effettuare la votazione nominale, quindi chiediamo una controprova. Allora teniamo le mani alzate.
Chi è favorevole? Chi si astiene? Chi è contrario?
(È approvata)
Allora proclamo l'esito della votazione: 29 favorevoli, 1 astenuto, 24 contrari, quindi la questione sospensiva è approvata, quindi proseguiamo con i lavori.
Discussione della proposta di legge Lai - Cocco - Deriu - Marras - Caddeo - Cocciu - Comandini - Lancioni - Manca Desirè Alma - Piras - Sechi - Stara: Norme per favorire il servizio di trasporto scolastico per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo livello, in forma gratuita o attraverso una contribuzione utenza (46/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 46/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Alfonso Marras, relatore.
MARRAS ALFONSO (Riformatori Sardi), relatore. Presidente, portiamo oggi all'attenzione del Consiglio una legge importante che finalmente fa chiarezza rispetto ai tanti amministratori locali che l'avevano sollecitata e comunque avevano evidenziato delle criticità, e quindi è stato necessario intervenire da un punto di vista normativo.
La proposta di legge in discussione è stata licenziata all'unanimità nella seduta della Seconda Commissione permanente il 18 settembre 2019. La Commissione ha audito l'ANCI, che ha denunciato la situazione di forte incertezza normativa nella quale si trovano gli enti locali per quanto concerne le modalità di determinazione della quota di partecipazione dovuta dalle famiglie per l'accesso ai servizi di trasporto degli alunni della scuola dell'obbligo e la possibilità di prevedere la totale gratuità del servizio. La Commissione ha iniziato l'esame del PL 46 nella seduta del 18 settembre 2019, nel corso della quale, dopo l'illustrazione del provvedimento da parte del proponente, ha sentito l'Assessore alla Pubblica Istruzione. La Commissione ha condiviso le preoccupazioni dell'ANCI e ritenuto urgente intervenire con una norma regionale al fine di chiarire la possibilità per gli enti locali di determinare con delibera motivata la quota di partecipazione delle famiglie al servizio di trasporto scolastico prevedendo, onde ne ricorressero le condizioni, anche la gratuità. La Commissione ha proposto un emendamento all'articolo 1 con il quale estende la misura alla scuola dell'infanzia e subordina l'intervento alla necessità del rispetto dell'equilibrio di bilancio. La Commissione all'unanimità ha approvato gli articoli del PL 46 così emendati, e l'articolato non è stato inviato alla Commissione Finanze per il parere di competenza in quanto la norma non comporta degli oneri per il bilancio regionale. Come dicevo all'inizio con questa norma facciamo chiarezza rispetto alle grandi preoccupazioni che arrivavano dagli amministratori locali nell'applicare una norma, e con questa legge facciamo definitivamente chiarezza. E a questo proposito volevo ringraziare sia i proponenti della legge, nonché la Commissione nella sua interezza, quindi all'unanimità, ha approvato questo provvedimento che credo fortemente che il Consiglio regionale approverà all'unanimità. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.
GIAGONI DARIO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, la proposta di legge numero 46 vede il nostro partito totalmente concorde e quindi saremmo d'accordo ad apporre la nostra firma sulla proposta di legge, e ringraziamo la Commissione II, il Presidente della Commissione II, e anche la minoranza ci mancherebbe, tutti coloro che hanno lavorato per questa proposta di legge che è importantissima, questa detterà delle linee guida che finalmente mettano in ordine, a seguito di diverse sentenze della Corte dei conti di varie regioni, che stabilivano che i ai Comuni non è consentita l'erogazione gratuita del servizio di trasporto pubblico scolastico. Sentenze che hanno messo in agitazione le famiglie che ne usufruiscono, preoccupate di dover aggiungere un'ulteriore spesa ai già esosi costi derivanti dal consentire ai propri figli di poter studiare, cosa peraltro che è un diritto sancito dalla nostra Costituzione. In una regione che indossa ancora la maglia nera per dispersione scolastica: i dati Istat dallo scorso anno parlano del 21,2 per cento, ben 7 punti percentuali sopra la media nazionale, comunque molto elevata rispetto agli altri Paesi della Comunità europea. Non possiamo permettere che nessun fattore influisca negativamente sulla frequentazione della scuola, né tanto meno per far vivere questa straordinaria esperienza di vita come un peso gravoso per le finanze familiari. Non solo, non possiamo parlare di un tema di così grande importanza senza citare la nostra continua lotta allo spopolamento dei territori interni e dei piccoli centri, una battaglia persa in partenza se non garantiamo agli abitanti di questi Comuni paritari servizi, riducendo così il divario che li separa dagli abitanti di centri dalle dimensioni ben più espanse. Riteniamo dunque necessaria l'approvazione della proposta di legge, affidando ai Comuni il compito di erogare in maniera totalmente gratuita il servizio, o al massimo stabilire una compartecipazione delle parti, così come è sempre avvenuto, perché l'accesso all'istruzione non è solo un diritto, ma anche uno strumento di libertà intellettuale e va preservato e incentivato in tutte le sue articolazioni. Grazie.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIAMPIETRO COMANDINI
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.
LAI EUGENIO (LEU). Grazie presidente, ed è anche di buon auspicio la sua presenza in quello scranno. Io prima di addentrarmi nella discussione della norma vorrei ringraziare il Presidente della Commissione, l'onorevole Alfonso Marras, per la sensibilità che ha avuto nei confronti del tema e per aver dimostrato la maturità politica di calendarizzare una norma che non veniva strettamente dalla maggioranza. E volevo anche ringraziare tutta la Commissione perché il lavoro svolto di modifica e di miglioria della stessa norma è avvenuto con uno spirito collaborativo con uno spirito che ha posto al centro gli interessi dei più piccoli delle famiglie e del diritto allo studio. E non è di poco conto neanche l'interessamento da parte dell'ANCI che ha sottolineato più volte, e non nelle ultime settimane, il problema del trasporto scolastico. Così come è doveroso sottolineare l'intervento, in carenza di una normativa specifica, da parte dell'Assessore regionale alla Pubblica Istruzione che, assumendosi delle responsabilità, ha emanato anche una circolare che ha contribuito almeno a giustificare alcune scelte da parte delle amministrazioni locali. Io credo che questa legge ponga una crepa a una norma, ad un articolo che era stato inserito all'interno della Buona scuola, e che il penultimo Governo aveva tentato di modificare ma troppo tardi, considerata la crisi estiva dello stesso, e quindi la proposta di modifica non era stata pubblicata e non era entrata pienamente in vigore. Con questa con questa normativa si superano alcuni pareri, non sentenze, alcuni pareri della Corte dei conti, le diverse Corti dei conti, in particolare della Sezione Piemonte, che attribuivano il costo del trasporto scolastico per le scuole dell'obbligo interamente a carico delle famiglie. Quindi va ad incidere positivamente sia su un tema, così come è già stato detto in precedenza, del diritto allo studio, considerato che la Regione Sardegna emana i piani di dimensionamento della rete scolastica, e all'interno di quel piano di dimensionamento si sono assunti anche degli impegni nei confronti delle amministrazioni locali, e si dà certezza giuridica alle Amministrazioni comunali che non si trovano più soggette al ricorso da parte dell'uno o dell'altro soggetto nei confronti della Corte dei conti ma hanno una certezza giuridica su cui basare le proprie le proprie decisioni. E' vero che la norma regionale precedente, tant'è che è stata richiamata in questa norma attuale, pur citando alcuni aspetti del trasporto scolastico, non andava ad incidere in maniera estremamente chiara, essendo la legge sulla Buona scuola approvata successivamente alla nostra. Quindi con questa con questa norma si ridà certezza giuridica, ho detto in precedenza, alle Amministrazioni comunali, si consente alle famiglie di non accollarsi le spese del trasporto scolastico. Citava il Presidente dell'ANCI, in audizione, per le famiglie di Bortigiadas poteva essere intorno ai 3000 euro a famiglia, invece così si permette a tutti i ragazzi di affrontare le scuole dell'obbligo con più certezze e anche con minori spese. Credo che sia un provvedimento importante anche da un punto di vista dell'abbandono scolastico, l'abbiamo detto in precedenza, l'ha detto l'onorevole Deriu in più occasioni, che è anche firmatario della proposta di legge, che il trasporto scolastico incide ed incide in maniera anche importante sulla questione dell'abbandono scolastico. Siamo intervenuti nella passata legislatura e riconfermata in questa per quanto riguarda il trasporto scolastico degli alunni delle scuole superiori di secondo grado, lo stiamo facendo oggi per gli alunni delle scuole primarie, riguardanti appunto la scuola dell'infanzia, così come da correzione all'interno della Commissione, la scuola primaria di primo grado e la scuola primaria di secondo grado. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salvatore Corrias. Ne ha facoltà.
CORRIAS SALVATORE (PD). Signor Vicepresidente, è un piacere interloquire con lei in questo suo ruolo, signore e signori assessori, colleghe e colleghi onorevoli, anch'io intervengo per dare forza a questa proposta di legge, la "46", per come è stata esitata dalla seconda Commissione su stimolo dell'ANCI, in un momento, sotto il profilo giuridico e normativo, di vuoto, nel senso che la "norma salva Scuolabus" contenuta nel Decreto scuola, discendente dal Decreto legislativo 63 del '17, uno dei decreti attuativi della Buona scuola al momento è una norma che non ha alcuna efficacia, poi nello specifico del tema dell'attribuzione degli oneri e dei costi per coprire il trasporto scolastico si è espressa appunto la Sezione Piemonte della Corte dei conti. Credo che sia necessario esprimersi su questo tema in quanto, come legislatori in quest'aula di Consiglio, abbiamo il dovere di esercitare la potestà legislativa che ci attribuisce l'articolo 5 del nostro Statuto, in ossequio agli articoli 3 e 34 della Costituzione a difesa e tutela dei diritti fondamentali dei cittadini. Credo che il servizio di trasporto sia un servizio di cittadinanza fondamentale, specie in quelle realtà, che non sono solo quelle rurali delle comunità più lontane, ma anche in quelle più prossime ai centri urbani, nelle aree metropolitane, poche in vero in Sardegna ma esistenti. Una Sardegna che ha degli assetti insediativi, per caratteristiche orografiche, fisiografiche, storico geografiche anche culturali, tali per cui è necessario spostarsi con i mezzi di trasporto, il fatto che si faccia chiarezza oggi su chi debba fare cosa e su chi debba assumersi gli oneri, credo che sia appunto un fatto importante, ma vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che il servizio di scuola bus possa in qualche misura ovviare alla chiusura di più punti di erogazione dei servizi, un sintomo preoccupante di una Sardegna che si spopola, che drammaticamente, gradualmente si spopola, è senz'altro da ricondursi al tema della dispersione scolastica e quindi a quanto è stato detto prima, ad un tasso altrettanto preoccupante di abbandono della scuola, quanto lo è quello dell'abbandono dei Paesi, e quindi dei giovani che studiano e che quando studiano vanno via o dei giovani che studiano poco, molto poco.
Quindi questa è l'occasione per ricordare a quest'Aula anche un altro fatto, e parliamo sempre di diritto di cittadinanza fondamentali e di diritto all'istruzione e allo studio, la legge vecchia, la legge numero 31 dell'84 che ha avuto solo due innovazioni finanziarie, una nel '93 e una nel 2007, credo che parlare oggi di diritto al trasporto significhi parlare di diritto allo studio, alla cittadinanza e alla residenza nelle parti più deboli della geografia della nostra Isola, quindi credo che sia necessario e credo che, lo dico in particolare al signor Assessore e alla Giunta, possa questo Governo di legislatura tracciare una road map utile a scrivere una legge sarda sul diritto e sull'istruzione, perché i piani dell'offerta formativa territoriali di cui si parla nell'alveo della legislazione nazionale devono di fatto funzionare nel momento in cui tutte le realtà della Sardegna hanno gli stessi diritti e funzionano pari modo. Il diritto al trasporto è un diritto fondamentale e questa legge credo che lo sancisca in maniera chiara.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gianfilippo Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI GIANFILIPPO (UDC). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, se oggi ci troviamo a discutere questa proposta di legge lo si deve al fatto che la mancata approvazione della norma salva Scuola Bus che era prevista nell'ordine del giorno del Consiglio dei ministri dello scorso 6 agosto ha generato preoccupazione e allarmismo anche nella nostra Regione, la crisi di Governo ha fatto saltare quella riunione del Consiglio dei Ministri che prevedeva l'approvazione del decreto salva scuola dove all'articolo 5 era inserita la norma sul servizio gratuito di scuola bus, molti sindaci, e in particolare i presidenti dell'ANCI delle varie regioni d'Italia hanno giustamente segnalato che la mancata approvazione di questo decreto scuola imponeva l'obbligo ad attenersi a quanto stabilito dalla delibera numero 46 del maggio 2019 della Corte dei Conti del Piemonte, anche se l'Assessore alla pubblica istruzione della nostra Regione, viste le preoccupazioni di diversi Sindaci, e in particolare quella del Presidente dell'ANCI Sardegna, ha cercato di precisare nella sua circolare esplicativa del settembre 2019, che l'Amministrazione regionale aveva già predisposto e finanziato, in base a quanto previsto dalle leggi di settore, i contributi necessari per erogare questo servizio, nella stessa misura e senza alcuna variazione rispetto ai precedenti anni scolastici. Il passaggio di portare in Aula la proposta di legge "46" è fondamentale per fugare tutti i dubbi e perplessità che i nostri amministratori hanno saputo rappresentarci nei recenti lavori in Commissione, considerato che il passaggio in Commissione è servito a fare chiarezza e a rassicurare le parti che hanno sollecitato l'intervento, oggi è urgente votare unanimemente questo provvedimento al fine di scongiurare i servizi che la mancata approvazione del decreto scuola ha generato, per questo il gruppo esprimere il parere favorevole.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Fausto Piga. Ne ha facoltà.
PIGA FAUSTO (Fratelli d'Italia). Il tema che stiamo affrontando è sicuramente un problema molto importante che ha creato non poche preoccupazioni tra i sindaci e gli amministratori locali tutti, o tutti noi abbiamo avuto modo di essere stati contattati appunto da amministratori e renderci partecipi della loro preoccupazione in merito alla situazione che stiamo discutendo. Anch'io ho avuto modo poi di interloquire con l'Assessore all'Istruzione il quale è stato anche pronto subito nel presentare la circolare dell'11 settembre.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE PAIS
(Segue PIGA.) dove già in quella fase abbiamo avuto modo di avere sicuramente maggior tranquillità, tuttavia la proposta di legge che stiamo discutendo oggi è sicuramente un atto dovuto per fugare qualsiasi dubbio, peraltro su delega anche del mio Capogruppo chiedo che ci possano essere le firme di tutti i componenti di Fratelli d'Italia a questa proposta di legge che abbracciamo in toto e che ci auguriamo che sia sicuramente l'avvio di un percorso ancora più attento verso le politiche di sostegno al diritto allo studio.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Emanuele Cera. Ne ha facoltà.
CERA EMANUELE (FI). Grazie Presidente, colleghi, no giusto per rappresentare quella che è la posizione che ho già espresso nel contesto della seconda Commissione alla quale ho partecipato in sostituzione del collega Cocciu, voglio innanzitutto rappresentare e ringraziare chi in qualche modo ha affrontato con impegno e determinazione la stessa Commissione, e soprattutto con celerità ha portato in Aula un provvedimento di legge tanto aspettato dalle comunità locali e soprattutto dai sindaci e degli amministratori, perché le diverse sentenze della Corte dei conti hanno creato una condizione di generale difficoltà che, con grande senso di responsabilità l'Assessore Biancareddu ha cercato di riportare alla diciamo alla ad una ad un rapporto di vi responsabilità ecco anche se bisogna sottolineare il fatto che i Sindaci e gli amministratori locali in relazione al provvedimento o meglio alla circolare esplicativa che lo stesso Assessore ha diramato non si sono assolutamente trovati davanti ad una certezza giuridica, che invece la proposta di legge oggi in discussione e in approvazione in Aula crea. Quindi io ammiro la grande disponibilità e il senso di responsabilità dell'Assessore e del Presidente della Commissione, e della stessa Commissione che all'unanimità ha licenziato il provvedimento, e del Presidente del Consiglio che ha inserito tempestivamente all'ordine del giorno una proposta che, come detto dai colleghi… perché poi in questa circostanza si rischia di pronunciare cose già dette, ma è evidente che un provvedimento di legge come questo restituisce certezza giuridica e amministrativa e sollievo ai Sindaci ma anche e soprattutto alle comunità, ai fruitori del servizio di trasporto scolastico, che, come sapete, ha una valenza principale importantissima nella vita delle nostre comunità. Tutte le altre considerazioni le condivido, quelle che in qualche modo i colleghi hanno espresso, la necessità di garantire un diritto allo studio che sia tale e soprattutto aggredire quella che è la percentuale di dispersione scolastica che, come ben sappiamo, vede ahimè la Sardegna con dati da primato negativo. Quindi, credo che il lavoro unanime che è stato fatto, soprattutto in relazione alle sollecitazioni, perché lo hanno detto e va ribadito, l'ANCI si è presa carico di sollecitare il Consiglio regionale nella sua organizzazione e lo ha fatto in modo puntuale, preciso e pungente, e quindi le stesse audizioni che l'ANCI ha avuto in Commissione hanno determinato un incontro-confronto proficuo che ha portato, come dicevamo, oggi alla presentazione, e mi auguro all'approvazione, ma non ho ragione di dubitarne, all'approvazione unanime di questa proposta di legge. Quindi credo che ci siano i presupposti perché i ringraziamenti vadano anche ai firmatari della proposta di legge, quindi è uno strumento che tutti assieme dobbiamo assolutamente fare proprio e approvarlo, in modo tale da mettere in condizione i sindaci e le amministrazioni locali di adempiere con la certezza che necessita.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIOVANNI ANTONIO SATTA
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.
MULA FRANCESCO (PSd'Az). Presidente, non per ripetere le cose che sono state dette ma semplicemente per chiedere che vengano aggiunti i nomi del Gruppo del PSd'Az, e poi per ricordare che questa è una legge che è uscita dalla Commissione all'unanimità, dove ognuno ha portato il suo pezzettino di contributo, quindi una legge di tutti, quindi chiederei, senza fare nomi naturalmente, che questa non è la legge né di Tizio né di Caio, è una legge che è stata voluta fortemente dalla Commissione, quindi ringrazio i componenti e ringrazio il Presidente, ed è una leggina di tutti. E poi naturalmente, quando parliamo di diritto allo studio e di gratuità del servizio, non può che trovarci d'accordo: è per noi naturale e prioritario che i nostri giovani, i figli dei nostri figli abbiano diritto di poter andare a scuola alle condizioni che poi sono stabilite dalla legge, e assolutamente eravamo contrari affinché un balzello di legge, che poi sembrerebbe arrivi da oltremare, possa portare a dei disguidi per quanto riguarda le nostre famiglie.
Quindi, Presidente, ripeto la richiesta di aggiungere assolutamente i nomi del Gruppo del PSd'Az alla proposta di legge.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Laura Caddeo. Ne ha facoltà.
CADDEO LAURA (Progressisti). Grazie Presidente, anche io solo per dichiarare l'adesione completa a questa legge (faccio parte anche della Commissione seconda) e per chiedere ovviamente di sottoscriverla come Gruppo Progressisti, vorrei però anche rinforzare l'auspicio che qualche collega ha già espresso, e cioè quello che del diritto allo studio dei bambini e delle bambine della scuola dell'infanzia e della scuola dell'obbligo ci si ricordi in modo particolare quando dovremo approntare il Piano di dimensionamento scolastico per l'anno scolastico 2020-2021, lo dico perché mi rendo conto che i numeri spesso ci portano a parlare delle scuole dimenticandoci che sono frequentate appunto da questi bambini e queste bambine, ragazzi e ragazze delle scuole medie. Lo dico perché certamente è giusto che il servizio di trasporto sia gratuito e che esista, però dobbiamo riflettere anche sulle caratteristiche evolutive dei bambini e delle bambine in questa fascia di età; dobbiamo renderci conto che esistono delle caratteristiche psicofisiche che impongono dei tempi, dei ritmi di studio e di apprendimento che devono essere necessariamente rispettosi dei loro tempi di riposo e dei tempi da dedicare allo svago, al gioco, al divertimento puro. Molti dei nostri bambini e bambine trascorrono molto tempo, soprattutto in alcune zone molto disagiate della Sardegna, in viaggio, e allora mi chiedo se il diritto allo studio e il contrasto alla dispersione scolastica abbia una valenza diversa per questi bambini e queste bambine rispetto a quelli che si trovano in un paese e in una città che non ha paura di vedere soppresso il punto di erogazione. Se parliamo di diritti cerchiamo di ricordarci che devono valere sempre e in qualsiasi contesto; mi rendo conto che lo spopolamento è oggettivo però chiedo veramente a tutti noi di non dimenticarci delle belle parole che stiamo dicendo oggi quando poi dovremo utilizzare la calcolatrice. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Aldo Salaris. Ne ha facoltà.
SALARIS ALDO (Riformatori Sardi). Per dichiarare quanto siamo soddisfatti di questa proposta di legge. Ringraziamo per i tempi e nel merito la Commissione, il nostro Presidente, e chiediamo la sottoscrizione dell'intero Gruppo dei Riformatori della proposta di legge.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Cocciu. Ne ha facoltà.
COCCIU ANGELO (FI). Anche il Gruppo di Forza Italia è enormemente soddisfatto per il risultato raggiunto e chiede che le firme dei consiglieri possano essere aggiunte alla legge. Grazie.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l' Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
BIANCAREDDU ANDREA (UDC), Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Prendo la parola esclusivamente per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla stesura di questa legge, quindi sia coloro che l'hanno provocata, l'ANCI e la mozione Cinque Stelle, sia i commissari che con solerzia hanno fatto prima l'articolo e poi l'hanno cambiato, anche sulla base delle quattro nozioni che mi son permesso di esprimere in Commissione. Volevo ricordare però alcune cose, naturalmente esprimendo il mio voto favorevole. Noi abbiamo in Italia una Costituzione, che è ancora in vigore e che noi tutti ogni tanto ci ricordiamo di menzionale, questa Costituzione all'articolo 34 in maniera sufficientemente chiara, e aggiungerei precettiva, recita: "la scuola è aperta a tutti, l'istruzione inferiore impartita per almeno otto anni è obbligatoria e gratuita." Quindi se la Costituzione dice che per otto anni la scuola deve essere gratuita non ho capito con quale criterio qualcuno di rango inferiore al legislatore costituzionale possa pretendere di far pagare una quota o l'intero servizio ai ragazzi. Tra l'altro noi sappiamo e ci ripetiamo sempre che i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti dello studio. Quindi queste devono essere le pietre miliari a cui una società civile deve tendere e a cui anche noi come Regione siamo obbligati tant'è che il nostro legislatore regionale dell'84 aveva emanato una legge che già prevedeva in maniera precettiva che i Comuni dovevano prevedere al trasporto degli alunni o direttamente con gli scuolabus o mediante facilitazioni. Norma che non è stata mai impugnata e che tuttora è in vigore. Per quanto riguarda i pronunciamenti delle Sezioni di controllo della Corte dei conti, intanto son dei pareri e i pareri, voi mi insegnate, che non sono vincolanti neanche per chi li richiede. E poi i pareri, siccome di pareri trattasi, bisogna guardarli tutti, per esempio c'è un parere della Sezione del controllo della Regione Puglia che dice che i finanziamenti dati dalla Regione ai Comuni non creano quel disquilibrio finanziario quindi non vanno ad influire sui principi di invarianza finanziaria che sembrerebbero essere stati introdotti due anni fa e invece vigono dal momento della spending review, quindi non è stato introdotto nulla di nuovo. In ogni caso non che il Consiglio regionale debba essere utilizzato come un juke-box nel senso che tanto se si fa la legge sicuramente non sbagliamo, perché con la legge la può impugnare solo lo Stato, i funzionari magari un po' restii la devono applicare e così pure i sindaci. Però stiamo attenti che le leggi vanno sempre al controllo dello Stato, quindi noi avevamo una legge già approvata e già in vigore che a mio modesto avviso poteva essere sufficiente per andare avanti, perché il parere della Sezione del controllo intanto riguardavano casi diversi, nessuno mette in dubbio che la Regione Sardegna opererà e abbia operato negli anni precedenti seguendo il principio di invarianza finanziaria, l'abbiamo sempre fatto, il parere della Sezione di controllo della Campania e della Puglia dicevano esattamente il contrario di quello che ha detto il Piemonte, però, come ho detto in Commissione, se vogliamo fare una legge facciamo la legge, però ci tenevo a specificare questi ulteriori principi, perché altrimenti se ogni volta che qualche funzionario ha bisogno, non di un'interpretazione, ma di una legge per poter fare una delibera, dovremmo riunirci più spesso, la cosa mi fa piacere perché io mi trovo bene in mezzo a voi. Tanto avevo da dirvi e preannuncio naturalmente il voto favorevole, fatte queste premesse, grazie.
PRESIDENTE. Grazie, assessore Biancareddu. Nel dichiarare chiusa la discussione generale, metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
GIAGONI DARIO (Lega). Voto elettronico palese.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1, non sono stati presentati emendamenti.
Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 1.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2, non sono stati presentati emendamenti.
Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 2.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 3, non sono stati presentati emendamenti.
Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 3.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione
(Il Consiglio approva).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE PAIS
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale del testo.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Filippo Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI GIAN FILIPPO (UDC). Presidente, per apporre i nostri nomi sulla legge.
PRESIDENTE. Perfetto!
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 46.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
L'ordine del giorno prosegue…
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.
GANAU GIANFRANCO (PD). Le motivazioni addotte dall'onorevole Giagoni per chiedere la sospensiva erano quelle dell'urgenza di approvare questa legge. Questa legge è stata approvata, quindi chiedo che sia programmata all'ordine del giorno la mozione così come richiesto dalla sospensiva. Grazie.
PRESIDENTE. La sospensiva approvata dal Consiglio regionale prevede la discussione del punto a domani, ad altra data, questo è stato deliberato dal Consiglio, purtroppo non ho facoltà di modificare le decisioni del Consiglio.
Quindi, l'ordine del giorno prosegue con la richiesta di istituzione di una Commissione speciale.
Io sospenderei i lavori e li aggiornerei alle ore 16. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 41, viene ripresa alle ore 16 e 40.)
PRESIDENTE. Onorevoli consiglieri, prendiamo posto. Riprendiamo i lavori del Consiglio.
Discussione della richiesta di istituzione di una Commissione speciale inerente al riconoscimento del principio di insularità, da parte dei rispettivi Stati e dell'Unione Europea, per le regioni appartenenti a Stati sovrani, aderenti all'UE, il cui territorio sia esclusivamente insulare e situato nel mar Mediterraneo (Regione Siciliana, Regione autonoma della Sardegna, Collettività della Corsica, Comunità Autonoma delle Isole Baleari, Regione Periferia di Creta, Regione Periferia dell'Egeo settentrionale, Regione Periferia dell'Egeo meridionale, Regione Periferia delle isole Ionie), per la durata di un anno. (Comm. speciale n. 2)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno prosegue con la richiesta di costituzione di Commissione speciale inerente al riconoscimento del principio di insularità da parte dei rispettivi Stati e dell'Unione europea.
È iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (LEU). Si richiede, appunto, la costituzione di una Commissione speciale. È frutto, l'iniziativa, di un lavoro molto lungo, trasversale le forze politiche, quindi su questo ci sentiamo, i firmatari, spinti a chiedere una votazione unanime dell'Aula e soprattutto un lavoro molto intenso di questa Commissione, che potrà raccogliere tutte le regioni mediterranee insulari appartenenti a Stati dell'Unione europea in grado di fronteggiare l'Unione europea nella vicenda dell'inserimento, negli atti fondamentali dell'Unione e degli Stati sovrani di riferimento delle regioni mediterranee, del concetto di insularità, recuperare lo svantaggio strutturale dell'insularità attraverso uno speciale status che competa alle regioni insulari. Per questo motivo chiediamo l'istituzione di una Commissione speciale che potrà essere, a partire dalla Sardegna, questo è anche un motivo per noi di particolare interesse, la costituzione di un fronte unico di tutte le regioni insulari mediterranee di Stati appartenenti all'Unione Europea. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Intanto per ringraziare l'onorevole Deriu che è il primo firmatario di questa proposta istituzionale della Commissione, che, come ha detto lui stesso, ha una caratterizzazione estremamente trasversale, e si inserisce nel contesto di una grande iniziativa per l'inserimento del principio di insularità nella Costituzione, che ha visto la partecipazione non soltanto di esponenti praticamente di tutte le forze politiche presenti in Sardegna, ma anche di moltissimi sindaci, moltissimi amministratori locali, moltissimi cittadini, naturalmente, e il deposito di una proposta di legge di iniziativa popolare, sarà un anno al 5 di ottobre, su cui i sardi hanno apposto circa 100.000 firme, quindi con una mobilitazione che ha avuto proporzioni assolutamente inaspettate anche da parte degli stessi proponenti. L'obiettivo è un obiettivo ambizioso, molto ambizioso, e chiunque abbia dimestichezza con i meccanismi istituzionali e con i meccanismi parlamentari sa quali sono le difficoltà, sa quali sono le resistenze, e conosce anche la debolezza relativa della nostra Regione. Se tuttavia vi è una debolezza muscolare, io credo che la leva da utilizzare sia quella del ragionamento, la leva degli argomenti, soprattutto nel momento in cui si è levata forte la voce di alcune regioni del nord Italia, che sono tra le regioni più ricche d'Europa, che rivendicano più competenze e più risorse mettendo in contrapposizione, io credo che ce lo dobbiamo dire, non sempre a torto, l'efficienza con cui vengono utilizzate le risorse nelle regioni più evolute nel nostro Paese rispetto a come invece le risorse pubbliche vengono utilizzate per esempio nella sanità in altre regioni, soprattutto del Meridione d'Italia. La forza del nostro argomento, dei nostri argomenti risiede soprattutto in un elemento incontrovertibile, che cioè la Sardegna, essendo un'Isola davvero Isola, se posso usare questa brutta espressione, ha difficoltà che le altre regioni d'Italia non hanno, che non ha nemmeno la Sicilia, che è collegata via treno al resto del continente quasi come se fosse una Regione non insulare; è chiaro che anche la Sicilia ha grossi problemi, ma i problemi che ha la Sardegna son problemi che sono enormemente più grandi. Allora, se noi facciamo parte della comunità nazionale, e io credo che ne facciamo parte, salvo qualche frangia indipendentista nessuno crede che la Sardegna possa essere una cosa a parte rispetto all'Italia e rispetto all'Europa, però se noi facciamo parte della comunità nazionale, la comunità nazionale deve dare a questa Regione, che non è né nord né sud, quindi noi siamo fuori dalle classificazioni solite, noi siamo un'Isola, e lo Stato, vale a dire la comunità nazionale, deve dare a quest'Isola le medesime opportunità delle altre regioni italiane, non di più, perché il tempo delle elemosine, il tempo dell'assistenzialismo, il tempo dei governanti sardi che vanno a Roma con il cappello in mano a pietire soldi che non ci sono più è finito, tutti siamo consapevoli che ogni Regione deve raggiungere un livello di efficienza tale da doversela sbrogliare con le proprie mani, quindi non di più, ma neanche di meno, perché gli indici infrastrutturali della Regione sarda sono praticamente in tutte le voci enormemente più bassi rispetto alla media nazionale, le difficoltà che noi abbiamo nei collegamenti per le merci e per le persone sono sotto gli occhi di tutti, ma a quanto pare ce ne rendiamo conto soltanto noi, perché soltanto dalla Sardegna si leva questa voce e raramente trova una interlocuzione efficace nel Governo nazionale, a prescindere dal colore del Governo, che è sempre, sempre controparte, allora noi di tutto questo dobbiamo essere consapevoli. Io ringrazio veramente tutte le forze politiche del Consiglio regionale per aver voluto sottoscrivere, o comunque anche non sottoscrivendola sostenere questa iniziativa che, ripeto, non è un punto d'arrivo, è una tappa, importante, però una tappa, di una battaglia che deve vederci convergere tutti, che deve vederci coinvolti tutti, perché l'obiettivo è talmente grande che possiamo pensare di conseguirlo soltanto se realizzeremo quella grande convergenza che è necessaria.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Manca. Ne ha facoltà.
MANCA IGNAZIO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo brevemente per offrire un contributo all'odierno dibattito, su un tema come quello che ci occupa da sempre, croce e rivendicazione della Sardegna, ma irrisolto dallo Stato italiano e tanto meno dall'Unione Europea. In simile contesto non meraviglia la grave depressione economica e sociale in cui versa l'Isola e che colpisce indistintamente il mondo del lavoro, a cominciare dai giovani, le vittime più deboli. Sarebbe ipocrita voler ignorare questa premessa, che si collega, aimè, con un'atavica realtà; noi sardi siamo visti da sempre come coloni cui non deve essere consentito affrancarsi. La ricetta rimane sempre la stessa: mai sovranità politica ed economica, ma solamente assistenzialismo clientelare, unica forma in grado di preservare la perenne soggiogazione; poco importa che annualmente 7-8000 giovani lasciano la Sardegna con il solo biglietto di andata. La soluzione è dietro l'angolo: ripopolamento con i migranti, cioè con gli schiavi del terzo millennio. La scelta parrebbe ineluttabile, l'unica politicamente corretta, tanto cara al pensiero unico del finto buonismo militante da tempo asservito al potere finanziario. Trattati come un oasi di ripopolamento, e che per il giovane sardo, costretta a cercare fortuna all'estero, per il paziente, sardo costretto al viaggio della speranza, il costo del biglietto aereo per raggiungere la penisola arrivi talvolta fino a 500 euro poco importa, così come vergognoso appare il costo per un biglietto via mare. In simile contesto ad essere danneggiati non sono soltanto i sardi come entità etnica, ma tutta l'economia isolana, a cominciare dal turismo, che costituisce oggi il volano primario per costruire una svolta al nostro futuro. È evidente come la Sardegna abbia bisogno di un vero piano di crescita economica, che includa i temi della continuità territoriale, dell'insularità e della carenza alle infrastrutture; questa trilogia deve rappresentare una rivendicazione unitaria da portare avanti sia nel Parlamento nazionale, che in sede europea. Ritornando alla politica regionale apprezzamento bipartisan vi è stato, come è giusto che sia, per la proposta di legge presentate in Parlamento dai riformatori, che rappresenta un'occasione di speranza per la Sardegna. A questo punto l'auspicio è che la stessa, attualmente ferma presso la Commissione affari costituzionali del Senato, venga quanto prima discussa e porti, dopo il dovuto iter, al tanto atteso riconoscimento costituzionale del diritto di pari opportunità dei cittadini sardi, attraverso la modifica dell'articolo 119 della Costituzione. Ovviamente a nome del Gruppo della Lega esprimo il favore per la richiesta di istituzione della Commissione speciale. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gianfranco Ganau. Ne ha facoltà.
GANAU GIANFRANCO (PD). Grazie, Presidente. Oggi affrontiamo il tema dell'insularità e del suo riconoscimento come diritto paritario. I trattati europei riconoscono la condizione di insularità come condizione di svantaggio permanente per la maggiore esposizione a fenomeni migratori, spopolamento, difficoltà dei trasporti, approvvigionamento energetico, fragilità della produzione agricola e della pesca, mancata differenziazione dell'economia, che necessitano di discipline speciali e politiche mirate che non configurano un trattamento privilegiato, ma l'applicazione di un criterio di uguaglianza, e questo è quello che manca oggi nei fatti alle isole. La Sardegna è un'Isola europea più isolata rispetto al continente, con un mercato interno che è ridotto, 1 milioni 600 mila abitanti è disperso, 68 abitanti per chilometro quadrato, e pertanto sicuramente è caratterizzato da una condizione di insularità e di perifericità, non gode di una vera continuità territoriale, sia aerea che marittima, e gli interventi per garantirla si scontrano contro il concetto di aiuti di Stato, che di fatto impediscono una ottimale realizzazione. È calcolato che il costo aggiuntivo complessivo per il solo trasporto marittimo corrisponde a più di 660 milioni di euro all'anno. È esclusa dalle grandi reti infrastrutturali nazionali ed europee, è l'unica Regione italiana priva di autostrade ed è esclusa dalle risorse per i piani autostradali nazionali, non ha collegamenti ferroviari ad alta velocità. L'indice infrastrutturale, di cui parlava prima l'onorevole Cossa, fatto pari a 100 quello della media nazionale, in Sardegna è pari a 50, indice che scende a 43,9 per la sola rete stradale e all'imbarazzante 17,4 per cento se si considera la sola rete ferroviaria, con la conseguenza che il 75 per cento dei trasporti merci e passeggeri si svolge su gomma e su una struttura viaria fortemente inadeguata. Siamo l'unica Regione italiana priva di energia a basso costo con grave penalizzazione dei cittadini, delle famiglie e soprattutto delle imprese. Si è calcolato che sostituendo una quota pari al 20 per cento delle vendite finali di derivati del petrolio con metano si otterrebbe un risparmio complessivo di 432 milioni di euro all'anno, oltre ad un miglioramento delle emissioni di gas climalteranti. È evidente che queste situazioni giustificano la condizione di arretratezza della nostra Regione in termini di economia, sviluppo, opportunità di lavoro e studio rispetto al resto del Paese, che viene espresso solo parzialmente dal PIL, che ci ha riportato pure tra le regioni ad Obiettivo 1, ma che meglio viene rappresentato dall'indice di competitività, che esprime la capacità di una Regione di offrire un ambiente attraente e sostenibile per imprese e residenti, per vivere e lavorare. Secondo questo indice la Sardegna è meno competitiva di altre regioni in Obiettivo 1, piazzandosi al duecentoventottesimo posto su 263 regioni europee. L'essere isola comporta una condizione di arretratezza economica e sociale crescente, testimoniata anche dalla riattivazione dei percorsi di immigrazione non più solo intellettuale, ma anche non qualificata, che si spostano in cerca di opportunità di lavoro negate nell'isola. Soltanto attraverso la compensazione degli svantaggi che condizionano le regioni insulari queste possono operare secondo il regime della concorrenza che per l'Unione Europea rappresenta il cardine del buon funzionamento del mercato interno. In assenza di specifici strumenti solidaristici i divari sono destinati ad aumentare, come testimoniano i tassi di disoccupazione e la crescente percentuale di istruzione universitaria che si allontana sempre di più da quella europea.
Per tutti questi motivi la battaglia per il riconoscimento dell'insularità come condizione di svantaggio permanente è diventata una battaglia fondamentale per lo sviluppo dell'isola, e ancora una volta ribadisco che sbaglia chi sottovaluta il significato di questa battaglia, una battaglia che ha ottenuto un primo risultato con l'inserimento nella Finanziaria 2017 di un impegno per la costituzione di una Commissione paritetica per lo studio delle procedure atte a raggiungere il riconoscimento della condizione di insularità della Sardegna da parte dell'UE, cosa che non ha avuto però seguito con il Governo precedente e speriamo che questo dia gambe a questo importante strumento. Ma l'impegno è proseguito dopo la bocciatura da parte della Commissione sull'ammissibilità del referendum consultivo, che aveva raccolto 90.000 firme in Sardegna, con la proposta di legge di iniziativa popolare che è stata sottoscritta da oltre 200.000 isolani, e non solo isolani, che inserisce in Costituzione la condizione di insularità, il riconoscimento da parte dello Stato del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità, e contestualmente introduce l'obbligo di disporre le misure necessarie a garantire un'effettiva parità ed un reale godimento dei diritti da parte degli abitanti delle isole.
Oggi finalmente l'argomento entra a pieno diritto in questa Aula grazie all'istituzione di una Commissione speciale, che riprende il filo delle battaglie in atto per il riconoscimento dell'insularità in Costituzione portata avanti dal Comitato per l'insularità, di cui mi pregio di far parte, riproponendo il tema in una chiave più ampia che coinvolge tutte le regioni insulari in Europa per stimolare una comune affermazione di diritti e di parità di condizioni con il resto del continente. I risultati dipenderanno dalla capacità di questo Consiglio di dirigere ed orientare i lavori. Per intanto lasciatemi ringraziare l'onorevole Deriu che è stato il propositore di questa iniziativa che, come ho detto, non può che trovarci favorevoli.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.
MULA FRANCESCO (PSd'Az). Presidente, il dibattito odierno riguarda il riconoscimento del principio di insularità da parte dei rispettivi Stati e dell'Unione Europea per le regioni appartenenti a Stati sovrani aderenti all'UE il cui territorio sia esclusivamente insulare e situato nel Mar Mediterraneo. A tal proposito risulta di fondamentale importanza l'istituzione, per un periodo di un anno, di una Commissione speciale, così come previsto dall'articolo 53 del Regolamento interno del Consiglio.
Ricordo che il Comitato promotore per il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione ha iniziato ad operare per conseguire un obiettivo che nelle intenzioni dei promotori non doveva essere calato dall'alto, ma deve essere frutto del coinvolgimento della comunità regionale, di tutti gli schieramenti politici, delle istituzioni e delle rappresentanze del mondo del lavoro e sindacale. Possiamo a buon diritto affermare che la richiesta di approvare in Parlamento la proposta di legge d'iniziativa popolare per modificare l'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità, oggi è percepita da tutti i Sardi come azione di popolo. Purtroppo ad oggi nel Parlamento non si colgono progressi concreti relativamente al riconoscimento del principio di insularità in Costituzione appunto. Rammento che per una cospicua quantità di sardi che ha aderito mediante sottoscrizione, ne ha parlato adesso il collega, oltre 200.000 firme, c'è la volontà di aderire prima al referendum e poi alla proposta di legge popolare depositata in Parlamento per l'inserimento del principio di insularità in Costituzione. Nel mentre altre regioni più ricche richiedono maggiore autonomia e vantaggi economici che aumenteranno le disparità con la nostra isola e con le altre che si sono unite alla Sardegna nell'azione per il superamento della condizione geografica. Vorrei ricordare che la Costituzione non prevede diseguaglianze tra i cittadini nei diritti fondamentali (istruzione, salute e accesso al lavoro, mobilità) che in Sardegna non sono goduti di fatto con la stessa pienezza di altre regioni. Il Comitato per l'insularità nelle ripetute iniziative in diverse località della Sardegna lo ha evidenziato, a partire dagli articoli 2 e 3 della Costituzione che impongono l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale e di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, appunto, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Ecco perché l'azione intrapresa non mira alla difesa di una maggiore assistenza pubblica, di interventi a pioggia, di assistenzialismo variamente giustificato, bensì si indirizza verso una prospettiva costituzionale dei compiuti diritti per tutti i cittadini. Il Comitato per il riconoscimento del principio dell'insularità nella Costituzione ha costantemente dialogato con l'opinione pubblica affinché crescesse l'autocoscienza di come si declina l'insularità nel bene e nel male, di fatto specie con i giovani, future classi dirigenti, a cui noi ci affidiamo. A mio giudizio i tanti divari che fin qui sono stati segnalati sono derivanti soprattutto dal non riconoscimento dell'insularità in Costituzione e sono riassumibili in un vero e proprio divario democratico perché altera le condizioni di consapevolezza e di partecipazione alla vita politica e sociale. Considerato che da oltre un anno la proposta di legge d'iniziativa popolare per l'inserimento del principio di insularità in Costituzione è ferma in Commissione affari costituzionali del Senato, è necessario mandare un segnale chiaro al Parlamento e successivamente aprire un tavolo con il Governo e l'Europa. Pertanto con l'istituzione per un periodo di un anno di una Commissione speciale vogliamo mandare un segnale chiaro al Parlamento e successivamente aprire un tavolo con il Governo e con l'Europa. Ribadisco che tutte le nostre energie devono essere finalizzate al fatto che lo Stato riconosca il grave e permanente lo svantaggio naturale derivante dall'insularità, e quindi disporre le misure necessarie a garantire un'effettiva parità e un reale godimento dei diritti individuali e inalienabili. Adesso, una considerazione che vorrei fare, abbiamo parlato di oltre 200.000 firme, di 240 Comuni che hanno esposto in questi giorni simbolicamente un'adesione appunto al riconoscimento di questo principio. Io leggendo un po' il documento che mi è stato sottoposto alla firma chiederei ai promotori di aggiungere anche una cosa che secondo me è essenziale, il giusto coinvolgimento anche della Giunta, perché sembrerebbe che sta nascendo questa Commissione che rimane un corpo a sé e che lavorerà in maniera indipendente da quello che è il lavoro della Giunta e del suo Presidente. Io ritengo che ci debba essere il giusto coinvolgimento, anche perché l'azione di Governo sarà proprio mirata a portare queste istanze lì dove dovranno essere portate. Quindi per me il documento è condivisibile, come lo condivide l'intero Gruppo del PSd'Az, però chiederei di fare una valutazione seria su quanto ho appena chiesto e ho appena affermato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (LEU). Presidente, sollecitato dall'intervento del Presidente Mula, se questo è un emendamento orale, o comunque lo si vuole considerare una raccomandazione dell'Aula, senz'altro viene accolto, perché è intenzione ovviamente di chi ha promosso lavorare in stretto contatto con la Giunta e avere anzi magari dalla Giunta, o dal Presidente addirittura, un incarico apposito per un Assessore che segua la vicenda. Grazie.
MULA FRANCESCO (PSd'Az). Presidente, cinque minuti di sospensione!
PRESIDENTE. Benissimo, in maniera tale da definire se è emendamento, oppure raccomandazione. Emendamento che può essere anche orale. Il Consiglio è sospeso per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 08 , viene ripresa alle ore 17 e 22.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori dell'Aula. La seduta era stata sospesa a seguito di una proposta fatta dall'onorevole Mula, in termini di raccomandazione/emendamento, penso che la decisione si stata per la proposizione di un emendamento verbale che chiedo di esporre.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Mula. Ne ha facoltà.
MULA FRANCESCO (PSd'Az). Presidente, l'emendamento orale che si vorrebbe appunto aggiungere, dopo "dispone altresì…" eccetera. Quindi: "Dispone inoltre che la Commissione speciale operi in piena sinergia e collaborazione con l'Esecutivo regionale", questo è l'emendamento, molto semplice, ma mi sembra di aver trovato anche condivisione insomma generale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dario Giagoni. Ne ha facoltà.
GIAGONI DARIO (LEGA). Presidente, in base all'ordine del giorno chiedo cinque minuti di sospensione.
(Interruzioni)
PRESIDENTE. Scusate c'è una richiesta legittima di sospensione di 5 minuti da parte del consigliere Giagoni. La seduta è sospesa per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 25, viene ripresa alle ore 17 e 34.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, avevamo sospeso la seduta e vi era la richiesta di intervento da parte dell'onorevole Piu, non so se rimane ferma la richiesta di intervento? Rinuncia.
Quindi mettiamo in votazione l'Ordine del giorno numero 1, così come integrato dall'emendamento presentato da parte dell'onorevole Mula, chiederei a questo punto il parere della Giunta.
Per il esprimere il parere della Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
BIANCAREDDU ANDREA (UDC), Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Parere favorevole.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno di costituzione della Commissione speciale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Quindi avendo esaurito l'ordine dei lavori della seduta odierna il Consiglio regionale proseguirà nella giornata di domani.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Chiedo scusa Presidente, vorrei chiedere se l'Aula può essere convocata alle 11 perché il nostro Gruppo deve fare una conferenza stampa convocata da tempo, quindi chiedo questo differimento di orario.
PRESIDENTE. Il Consiglio regionale quindi è aggiornato domani ore 11.
Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie Presidente, suggerirei, nel caso in cui ci sia la necessità per alcuni di vedersi e discutere, grazie ai potenti mezzi in dotazione, anche quelli personali, cioè i telefonini, se c'è una necessità è molto meglio, anche agli occhi di chi ci ascolta e ci guarda, iniziare una seduta mezz'ora dopo, con una riunione di Capigruppo prima, con un incontro di chi vuole incontrarsi, piuttosto che avere queste ripetute sospensioni che non fanno bene a nessuno di noi, in particolar modo alle istituzioni, grazie.
PRESIDENTE. La seduta è tolta.
La seduta è tolta alle ore 17 e 40.