Garante regionale per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale

L’incarico è stato conferito con Decreto del Presidente del Consiglio Regionale N. 2 del 30 gennaio 2023, pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regione Autonoma della Sardegna N.5 parte II del 30 gennaio 2023.


 

dott.ssa Cinzia Irene Libera TESTA


nota biografica


Gli Uffici del Garante possono essere contattati ai seguenti indirizzi:

IN EVIDENZA
  • 18/03/2025 – Casa circondariale “Giovanni Bachiddu”, Bancali, Sassari: ragazzo di 20 anni da oltre un mese in sciopero della fame, ha perso 15 kg. “SITUAZIONE DELL’ISTITUTO DISASTROSA”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“Solo una telecamera che potesse riprendere le voci, le celle, la particolarità di chi è rinchiuso in certe sezioni potrebbe realmente descrivere e rendere l’idea di cosa mi sono trovata davanti stamani in visita al carcere di Bancali, accompagnata dalla Garante comunale Anna Cherchi. Nessun racconto può rendere l’idea, ma è certamente mio dovere provarci.
È mio dovere denunciare che in una sezione con 16 celle sono presenti 55 detenuti, la maggior parte stipati in quattro per cella. I soffitti sono umidi, le pareti scrostate, le celle in condizioni igieniche precarie. Inoltre, nella maggior parte delle celle sono presenti pochissimi stipetti per riporre gli oggetti personali. Si riducono li arredamenti per fare spazio e rientrare nella metratura prevista per legge, così da infilarci quattro letti? I detenuti, per non buttare i vestiti per terra, costruiscono piccoli arredi con il cartone. In alcune celle non ci sono i termosifoni, mancano alcune porte nei bagni, per cui chi vive in quegli spazi è costretto a subire odori e umiliazioni.
Quattro ore di visita in una sola sezione.
Urla continue. Detenuti psichiatrici che parlano da soli, che gridano o che gettano acqua, cibo e detersivo nei corridoi. Tanti i detenuti stranieri che hanno chiesto di poter avere vestiti e scarpe.
Per finire, in questa visita surreale, abbiamo incontrato un ragazzo di 20 anni che non mangia dal 14 febbraio e che ha perso oltre 15 kg. La sua condizione fisica e mentale non è trascurabile. È costantemente monitorato – va riconosciuto – ma non intende alimentarsi”.


  • 04/03/2025 – Casa circondariale “E. Scalas”, Uta-Cagliari: “LA PROCURA SI ATTIVI SULLA SITUAZIONE SANITARIA AL COLLASSO DOPO LE DIMISSIONI DEL DIRIGENTE”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“La situazione all’interno del carcere di Uta, purtroppo, si conferma di estremo disagio determinato dagli innumerevoli problemi legati al sovraffollamento.
Sussiste una condizione di estrema povertà per diversi detenuti; c’è chi, straniero, non ha vestiti e scarpe.
I numerosi detenuti con patologie psichiatriche molto spesso sono confinati in celle lisce, senza materasso e senza cuscino. Questo è il percorso loro riservato, piuttosto che da un’assistenza sanitaria, dal sistema penale: costretti a dormire in una branda in ferro anziché poter essere curati nelle strutture idonee a trattare il disagio.
Non si può in questo tralasciare di ricordare la condizione in cui sono costretti a lavorare gli agenti in queste sezioni. Lunedì un agente aveva il viso pieno di lividi perché un detenuto in escandescenza gli ha scagliato contro un tavolo; un detenuto malato con disturbi psichiatrici gravi che non dovrebbe trovarsi in carcere.
In un tale clima di abbandono generale da parte delle Istituzioni, si acuiscono ancor più i gravi problemi legati alle dimissioni della Dirigente sanitaria, ormai di alcune settimane addietro. È una situazione che paralizza l’intero istituto con oltre 750 detenuti. Non possono essere chiuse le relazioni sanitarie, vi sono detenuti che attendono visite urgenti e non ricevono risposte, non possono essere verificate le istanze di incompatibilità con il carcere, sono bloccate le richieste di osservazione psichiatrica. Una tale condizione rappresenta un’emergenza inaccettabile, che deve essere risolta nell’immediato.

Se la ASL 8 di Cagliari, a cui ho già scritto, non è in grado di dare risposte, chiedo alla Procura Generale di intervenire su quella che si configura come una grave violazione dei diritti umani e di privazione del diritto alle cure che deve essere garantito a tutti, anche a chi è privato della libertà personale”.


  • 16/12/2024 – Casa circondariale “E. Scalas”, Uta-Cagliari: detenuto malato e incompatibile col carcere costretto a stare a Uta perché mancano le comunità: “SE MANCANO LE STRUTTURE ADATTE, SI CREINO”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“Siamo all’assurdo se neanche le disposizioni dei Giudici vengono prese in considerazione a causa delle emergenze e delle carenze in cui versano i penitenziari dell’Isola.
Da diversi mesi un ragazzo molto giovane con disagio psichiatrico e con un ordine di scarcerazione da parte del Tribunale è costretto a rimanere in carcere perché mancano le strutture e perché i servizi territoriali non riescono a trovare una collocazione. Un ragazzo che potrebbe essere ad alto rischio suicidario e totalmente incompatibile. Si trovi una struttura perché il ragazzo deve essere curato con urgenza e fuori dal carcere.
Per quanto riguarda le comunità, se non ci sono posti le Istituzioni competenti si adoperino per crearli”.


  • 27/11/2024 – Casa circondariale “E. Scalas”, Uta-Cagliari: detenuto di 27 anni morto suicida: “LE MORTI NELLE CARCERI SONO UN FALLIMENTO DELLO STATO”.

Lettera della Garante, dott.ssa Irene Testa, al Ministro Nordio:

“Da giorni penso e ripenso a quella visita, a cosa avrei potuto fare. Lo avevo incontrato due giorni prima che compisse il gesto disperato. Aveva catturato la mia attenzione perché a differenza di altri non chiedeva niente.
Quando si entra nelle sezioni le richieste d’aiuto sono interminabili e si levano disperate da tutte le celle come fossero gironi infernali.
Ma lui no, non aveva chiesto niente.
Era seduto pensieroso davanti alla finestra della sua cella. Gli ho domandato se stava bene. Sembrava spaesato, come se quella dimensione non fosse per lui. Occhi azzurri e volto pulito, lo facevano apparire come un corpo estraneo all’interno di un contenitore di dolore. Mi ha detto che stava leggendo un libro che teneva sulla branda e che aspettava il nulla osta per poter andare in comunità. Il compagno di cella si preoccupava per lui, ripeteva in continuazione che non stava bene e che aveva già tentato il suicidio.
G.O. era in custodia cautelare e si trovava in carcere per il fallimento a vari livelli anche delle agenzie territoriali. Doveva essere curato non custodito.
In tanti in questi giorni ci siamo sentiti in colpa, ci siamo domandati se ognuno di noi avesse potuto fare di più. Penso alla mamma che è venuta a saperlo da una chat di famigliari di altri detenuti che hanno postato un articolo di giornale e ha subito sospettato si trattasse di suo figlio. Non si sbagliava. Era il suo ragazzo.
Quando la chiamo ho poche parole di conforto per la madre. La sensazione è di imbarazzo, di disagio, la tentazione è quella di chiedere scusa.
Abbiamo fallito tutti ed è inaccettabile che noi operatori a vario titolo dobbiamo sentirci in colpa a causa di un sistema che non funziona. Di un sistema che fa strage di diritto e di vite umane. Di un sistema che induce alla morte più che a riprendersi la vita.
Non si può continuare ad assistere a questa carneficina quotidiana. E non dobbiamo essere noi operatori a chiedere scusa ma uno Stato assente e cinico che ha deciso di nascondere il disagio all’interno di contenitori oramai illegali che producono morte e disperazione.
Mi rifiuto di accettare che il carcere produca morte anziché riabilitazione.
Mi appello ancora al Ministro della Giustizia affinché comprenda che ogni giovane che evade dal carcere togliendosi la vita è anche e soprattutto un suo fallimento.
Continueremo, Ministro, a esigere che anche chi ha sbagliato goda di una detenzione improntata allo Stato di Diritto e che la pena rispetti il senso di umanità. Anche se siamo stanchi e scoraggiati continueremo imperterriti a batterci affinché si interrompa questa flagranza criminale e criminogena, di uno Stato che si volta dall’altra parte”.


  • 23/11/2024 – Sanità Carceraria. Reparto destinato ai detenuti presso l’Ospedale S.S. Trinità di Cagliari pronto da oltre 15 anni e mai entrato in funzione: “UNO SPRECO DI SOLDI PUBBLICI. INTERVENGA L’OSSERVATORIO SULLA SANITÀ PENITENZIARIA”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“Nei mesi scorsi mi sono recata a visitare il reparto destinato ai detenuti presso l’Ospedale Santissima Trinità di Cagliari, costruito da oltre 15 anni, un reparto dotato di tutte le misure di sicurezza e al momento occupato abusivamente e mai entrato in funzione. Bene ha fatto il Garante metropolitano Gianni Loy a depositare in Procura un esposto.
Chiedo al Coordinatore dell’Osservatorio sulla Sanità Penitenziaria di prendere in mano la questione con la massima urgenza, perché tale questione rappresenta non solo uno spreco di soldi pubblici ma anche la negazione del diritto alla salute per le persone private della libertà personale.”


  • 20/11/2024 – Casa circondariale “E. Scalas”, Uta-Cagliari: “TANTO È L’AFFOLLAMENTO CHE I DETENUTI NON HANNO CUSCINI E NEANCHE COPERTE”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“762 detenuti a fronte di una capienza di 560. Intere sezioni con 4 letti in celle da 2.
Non ci sono neanche i cuscini sufficienti tanto è l’affollamento della struttura. Gli agenti fanno i salti mortali per recuperare cuscini e coperte.
Nella sezione dove si trovano gli isolati, la maggior parte dei quali malati psichiatrici non solo vengono custoditi nelle celle lisce senza arredi con la sola branda ma persino senza coperte sufficienti. Ne hanno una a disposizione ma fa molto freddo. Ora è chiaro che se ancora non possono essere accesi i termosifoni non si può però far morire di freddo chi sconta una pena, non è umano e non è in alcun modo accettabile. Va anche ricordato che i detenuti pagano il vitto e l’alloggio in carcere ma in questo modo non si fanno vivere neanche le bestie figuriamoci gli esseri umani.
Alcune sezioni sono umide e fredde e in questo contesto sono costretti a vivere detenuti e agenti che sono costretti a turni massacranti. Due agenti in ogni sezione per più di 150 detenuti a piano.
Il dipartimento di amministrazione penitenziaria e il Ministro Nordio, che hanno scambiato la Sardegna per una cayenna dove oltre la metà dei detenuti non proviene dall’isola, anziché continuare ad affollare gli istituti utilizzassero le colonie penali semivuote”.


  • 08/10/2024 – Casa circondariale “Giovanni Bachiddu”, Bancali, Sassari: “AL CARCERE DI BANCALI PIOVE DENTRO TUTTE LE SEZIONI. PRESENTERÒ UN ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“Esco ora dal carcere di Bancali. Ho effettuato insieme a Gianfranco Favini, Garante del Comune di Sassari, una visita ispettiva nelle sezioni maschili e femminili dell’istituto.
Sono presenti 510 detenuti, la maggior parte con gravi patologie psichiatriche e di dipendenza. Alcuni detenuti in attesa di cure da oltre un anno.
Oltre alle gravi numerose carenze di organico – un solo agente per due sezioni, costretto ad accollarsi un gravoso lavoro che spesso gli compete – ciò che mi pare più grave e urgente, per il quale presenterò un esposto alla Procura della Repubblica, riguarda le infiltrazioni d’acqua in tutte le sezioni. Nel carcere di Bancali piove dentro. Intere pareti sono bagnate e ricoperte di muffa, ovunque. I detenuti sono costretti a spostare gli arredamenti nelle celle, il tavolo dove mangiano, a causa dell’acqua che viene giù. C’è un grave problema di inagibilità.
Sono venuta a conoscenza di svariate richieste di intervento a cui finora non è stato dato seguito e per il quale si potrebbe configurare il reato di omissione d’ufficio. In qualità di pubblico ufficiale, nella veste che ricopro e dopo aver constatato personalmente la situazione chiedo che con la massima urgenza vengano finanziati e attuati i lavori di manutenzione straordinaria per l’istituto. Non possiamo pretendere di rieducare o riabilitare nessuno se chi dovrebbe garantire la legalità è esso stesso fuorilegge”.


  • 28/08/2024 – “ISTITUTI CARCERARI SARDI PRIVI DI ASSISTENZA SANITARIA: OCCORRE UN INTERVENTO URGENTE”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“Anche le persone private della libertà personale hanno diritto ad essere curate. Nel tour che sto effettuando in questi giorni emerge una grave carenza sanitaria in tutte le dieci carceri dell’Isola. Mancano dirigenti sanitari e medici in tutti gli istituti. Sono pochi gli psichiatri a fronte di una popolazione prevalentemente malata. In diversi istituti mancano dentisti e medici del 118.
L’AREUS e le ASL non posso ignorare il problema.
L’assistenza sanitaria deve essere garantita anche all’utenza detenuta e internata, ai quali va garantita una pena dignitosa e conforme ai principi dettati dalla Costituzione oltre che dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Mi appello all’Assessore alla Sanità affinché possa intervenire con la massima urgenza”.


  • 17/07/2024 – Casa circondariale “E. Scalas”, Uta-Cagliari: “43 GRADI DENTRO LE CELLE: UN INFERNO”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“Oggi il termometro che ho portato in carcere a Uta segnava 43 gradi. I detenuti erano stipati in celle da 6 mq per 2, per un totale di 4 detenuti per cella. A causa del sovraffollamento si è aggiunta in quasi tutte le sezioni la quarta branda.
Il personale è allo stremo delle forze e, a fatica, l’ispettore è riuscito ad accompagnarmi nelle sezioni.
Malati psichiatrici, tossici e disabili gravi sono allocati in celle non a norma senza personale per l’assistenza.
Far vivere la comunità penitenziaria in queste condizioni, senza sistemi di aria condizionata, senza ventilatori, con disabili gravi in celle non a norma è scandaloso. Si punisce la malattia e si rinchiude il disagio. Siamo davanti ad una emergenza umanitaria che è a un punto di non ritorno. È in corso un processo di disumanizzazione e degrado, di privazione dei diritti fondamentali dell’uomo.
Il Ministro Nordio venga a visitare le nostre carceri, per deliberare occorre conoscere e conoscere bene i problemi di chi ogni giorno vive in questo inferno”.


  • 05/07/2024 – Casa circondariale “Giovanni Bachiddu”, Bancali, Sassari: “TUBERCOLOSI, A BANCALI TUTTO SOTTO CONTROLLO, MA I DATI NAZIONALI RICHIEDONO UN PROVVEDIMENTO NAZIONALE URGENTE”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“Apprendo con sollievo quanto comunicatomi dal Provveditore e dal Direttore Sanitario di Bancali, riguardo la diffusione della TBC all’interno dell’istituto, e di come la situazione sia sotto controllo. Naturalmente non essendo tutti a conoscenza di come funzioni la malattia, la sola positività riscontrata in alcuni ha creato il caos. Quindi bene la chiarezza.
Ora però, dopo questa vicenda, è necessario che tutte le strutture che accolgono nuovi giunti vengano messe in condizione di effettuare il test TBC per tutti: i dati dicono che oltre il 50 per cento dei detenuti stranieri risulta positivo al test.


  • 04/07/2024 – Casa circondariale “Giovanni Bachiddu”, Bancali, Sassari: “TUBERCOLOSI A BANCALI. QUANTI CASI POSITIVI CI SONO? LA GARANTE SCRIVE AL PROVVEDITORE”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“Dal carcere di Bancali ricevo segnalazioni allarmanti. Non è chiaro il numero dei detenuti positivi. Il sindacato di polizia giustamente segnala la non sanificazione dei mezzi.
Bancali è uno dei peggiori istituti della Sardegna e versa in una condizione di abbandono.
I casi di TBC stanno creando allarme all’interno e nessuno è più sereno nello svolgere le attività. Questo si traduce in un ulteriore abbandono.
Stamattina ho scritto al Provveditore per conoscere il numero dei detenuti positivi. Si attivi un tavolo tecnico con tutti gli operatori, le ASL, i sindacati, l’Assessore alla Sanità per capire la reale situazione in cui versa la struttura e scongiurare che Bancali diventi un lazzaretto”.


  • 02/04/2024 – Casa circondariale “Giovanni Bachiddu”, Bancali, Sassari: “GRAVISSIMO SE I MEDICI DEL CARCERE FOSSERO OBBLIGATI A DIMETTERSI. SI INTERVENGA CON URGENZA”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“Apprendo da una nota che i medici in servizio nella struttura detentiva di Bancali si dimetteranno il prossimo 15 aprile, in seguito alle più volte esplicitate esasperanti ore e turni ai quali sono sottoposti. Se così fosse sarebbe un fatto gravissimo.
Da tempo ho segnalato la carenza di personale medico che dovrebbe garantire il servizio ai detenuti ad ogni ora e, qualora ci fossero urgenze, anche durante i giorni festivi.
Invece i medici impiegati in carcere sono esattamente la metà, fatto che non solo provoca grande disagio al personale ma soprattutto mette i detenuti in pericolo.
I medici in carcere devono essere attivi 24 ore su 24, essendo il detenuto una persona che ha gli stessi diritti alla salute di tutti gli esseri umani.
Auspico una soluzione immediata prima di arrivare a una ulteriore degenerazione della situazione”.


28/03/2024 – Casa circondariale “Giovanni Bachiddu”, Bancali, Sassari: detenuto di 52 anni si impicca al cancello della cella con il laccio dei pantaloni: trovato morto la mattina successiva dagli agenti penitenziari: “IN CARCERE LA VITA VALE MENO CHE ALL’ESTERNO”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“Nelle carceri si continua a morire col cappio al collo. È una strage che sembra non avere fine. Il suicidio avvenuto ieri nel carcere di Sassari segna il 27esimo dall’inizio dell’anno. Questo dato è un campanello dell’allarme che indica che il sistema penitenziario è in una condizione di emergenza.
A togliersi la vita sono anche gli agenti di polizia penitenziaria, tre dall’inizio dell’anno. Possibile che tutto il sistema carcere debba ricadere su chi lavora in quei luoghi e si fa finta di non vedere cosa accade? Fino a quando si pensa di poter contenere il malessere all’interno degli istituti nascondendo il problema?
Il Presidente della Repubblica sproni Governo e Parlamento a intervenire”.


  • 25/03/2024 – Centro di Permanenza per i Rimpatri (C.P.R.) Macomer, Nuoro: “INCENDIO CPR MACOMER: SITUAZIONE INGESTIBILE SE NON SI CAMBIA NORMATIVA”.

Dichiarazioni della Garante, dott.ssa Irene Testa:

“Da oltre due mesi ho scritto al Comitato per la Prevenzione della Tortura ONU, per chiedere una visita al C.P.R. di Macomer. Al momento non ci sono state risposte. Stamattina ho avuto modo di parlare con il Prefetto di Nuoro che sta gestendo la situazione per poter consentire l’agibilità abitativa ai trattenuti nel centro. La situazione esplosiva non è da imputarsi certamente alla gestione ma al Decreto Cutro e al Regolamento Lamorgese. Chi deve rimanere di fatto in condizioni detentive per 18 mesi senza poter svolgere nessun tipo di attività all’interno del centro e senza aver commesso alcun reato viene preso dalla disperazione e scoramento, situazioni che poi sfociano in gesti disperati.
Purtroppo ogni eventuale ulteriore pressione e richiesta di repressione dei comportamenti più a rischio, in questo contesto, poco potranno fare verso le criticità se non si affronterà il problema alla radice”.


  • 11/03/24 – “Uta, Bancali, Isili, concentrazione di malati psichiatrici. Situazione al collasso”

Irene Testa Garante regionale delle persone private della libertà personale parla di una sanità disastrosa che nelle carceri riflette la situazione che sta vivendo la nostra isola. “Con una differenza. All’interno di questi contenitori è racchiuso un numero sproporzionato di persone con disagio psichico. Al carcere di Uta per 630 detenuti, la maggior parte dei quali è affetta da gravi patologie psichiatriche, è presente un solo psichiatra. Sono 460 i detenuti che assumono terapie. Molti anche a Bancali, basta girare le sezioni per rendersi conto del disagio. A Isili la percentuale delle patologie psichiatriche sfiora l’80% e la colonia risulta abbandonata dal servizio Asl”.
In generale si avverte “un totale distacco e poca collaborazione tra il servizio sanitario gestito in totale autonomia e le direzioni. In tutti i 10 istituti è carente la presenza di personale sanitario.
Spesso non si riescono ad avere le diagnosi, ma basta fare un giro nelle sezioni per rendersi conto della grave condizione della maggior parte dei reclusi”, continua Testa.
“Una popolazione composta da tossicodipendenti, soggetti borderline, bipolari, affetti da malattie virali quali HIV. Sono diversi i detenuti che dovrebbero stare in altre strutture idonee alla cura, ma le strutture territoriali non se ne fanno carico. Se, come è giusto, la sanità rappresenta il primo punto per la Presidente della Regione, non si trascuri quella penitenziaria. Il diritto alla salute è contemplato per tutti i cittadini, compresi quelli che sono privati della libertà. Su questo interesserò nel breve tempo tutti i soggetti istituzionali che hanno responsabilità al riguardo”.


  • 02/03/2024 – Consegna del premio Ninetta Bartoli a Irene Testa

Il riconoscimento viene dato alle donne impegnate nelle istituzioni che si sono particolarmente distinte per la loro azione politica.
La sezione di Cagliari della Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari) promotrice del riconoscimento, affiliata alla BPW (Business Professional Women) International, alla presenza del Presidente del Consiglio Comunale di Cagliari, dei sindaci del Comune di Cagliari, di Borutta, di Arborea, di Villamassargia, di Cabras e tanti altri, ha consegnato il prezioso riconoscimento a Testa per il suo lavoro costante e la sua attenzione per i detenuti e le persone senza tutela.
La consegna del premio è avvenuta il 2 marzo presso la sede del Municipio di Cagliari.
“Onorata di aver ricevuto il premio per l’impegno sociale a favore dei fragili nell’ambito carcerario. Serve l’impegno di tutti per aiutare coloro che vedono calpestati i diritti e la dignità umana. Lo dedico a tutte le mamme i cui figli si sono tolti la vita in carcere, alla mamma di Aldo Scardella morto suicida in carcere da innocente. Ad Augusta Zuncheddu per aver lottato 33 anni nella ricerca della verità per il fratello Beniamino Zuncheddu. Viva le donne”, ha commentato il Garante.


Concorso di idee per la realizzazione del Logo del Garante per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale

Si è concluso il concorso di idee bandito dalla Garante per la scelta del logo istituzionale. Hanno partecipato detenuti provenienti da quasi tutte le strutture di reclusione dell’Isola, ed una commissione appositamente nominata ha provveduto a scegliere i tre migliori elaborati.
Il disegno vincitore è stato quello di A. I. un giovane detenuto dell’Istituto minorile di Quartucciu. Al secondo e al terzo posto si sono classificati, rispettivamente, gli elaborati di un ristretto (G.V.) ed una ristretta (C.C.) della Casa circondariale di Uta.
La Garante e la Commissione hanno espresso particolare apprezzamento per tutti gli elaborati pervenuti, sottolineando il pregevole lavoro svolto dai partecipanti e dagli educatori.

ALLEGATI:

Decreto n. 3/2024 – Approvazione degli esiti della valutazione effettuata dalla Commissione del concorso di idee per la realizzazione del Logo del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale [file.pdf]

La Garante bandisce un concorso di idee per la realizzazione del disegno grafico del proprio logo istituzionale. Possono partecipare tutti i detenuti delle strutture carcerarie della Regione autonoma della Sardegna, incluse le colonie penali, la REMS e l’Istituto minorile, secondo le modalità indicate nel bando.

ALLEGATI:


  • 11/11/23 – CPR MACOMER. SECONDA VISITA DELLA GARANTE REGIONALE. SI RIVEDA REGOLAMENTO LAMORGESE
    Dichiarazione di Irene Testa Garante regionale delle persone private della libertà personale della Sardegna

Ritengo che nonostante gli importanti sforzi di gestione da parte del direttore e del coordinatore del CPR di Macomer per accogliere e accudire i trattenuti, siano numerose le criticità dovute in particolare al regolamento della Ministra Lamorgese estremamente limitato sia nel capitolato di spesa sia nelle disposizioni relative alla vita all’interno del centro. A partire dalle lenzuola monouso in TNT che vengono fornite, praticamente inutilizzabili. I trattenuti del centro dormono senza lenzuola poiché le lenzuola monouso in TNT danno elettricità statica.
Un altro grave problema è rappresentato dal fatto che gli ospiti del CPR non possono usare il cellulare all’interno, ma è a loro disposizione un telefono con la scheda telefonica. La maggior parte delle persone ospitate sono povere e nullatenenti, diventa molto difficile poter chiamare all’estero quotidianamente.
Sempre a causa del regolamento non possono essere fornite penne, matite, sedie, spugne e scope.
All’interno ho trovato situazioni schizofreniche, di persone che non dovrebbero neanche stare lì. L’aumento di permanenza fino a 18 mesi per persone che non hanno compiuto alcun reato e nelle condizioni addirittura peggiori di quelle di un carcere è inaccettabile. Gli ospiti presenti oggi erano 38, a breve questo numero raddoppierà e il personale non risulta in numero adeguato. Pur essendo un ex carcere le persone ospitate che dovrebbero essere custodite vivono una detenzione a tuti gli effetti. Sono scarse le attività e tutto è lasciato alla buona volontà di chi ci lavora. Nei prossimi giorni mi rivolgerò al Ministero degli interni per capire in che modo intendano gestire i prossimi arrivi nell’isola e se non ritengano di prevedere delle circolari omogenee sul tutto il territorio nazionale e nelle isole rispetto alla possibilità di poter usare il cellulare. A queste persone è stato tolto tutto, lasciamogli coltivare almeno gli affetti.


  • 7/7/23 – Malati psichiatrici nelle carceri. La Garante delle persone private della libertà della Sardegna scrive al Presidente della Repubblica: “Non sarò il Garante di questo scempio della dignità umana, delle leggi e del diritto”

La Garante regionale delle persone private della libertà, Irene Testa, ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per segnalare alla più alta carica dello Stato la gravissima situazione dei malati psichiatrici detenuti nelle carceri della Sardegna.

Nella lettera la Garante Testa racconta alcuni dei casi più gravi di detenuti che avrebbero bisogno di misure alternative e di cure adeguate in strutture idonee. La Garante ha chiesto l’intervento del Capo dello Stato “a tutela della dignità umana, delle leggi e del diritto, visto l’elevatissimo numero di malati psichiatrici rinchiusi nelle carceri sarde e della Penisola”.

la lettera


 

  • 22/6/23 – Convegno “La situazione carceraria in Sardegna – Nuove prospettive e punti di riflessione”

Giovedì 22 giugno si terrà presso l’Aula Magna della Conte d’Appello di Cagliari il Convegno “La situazione carceraria in Sardegna – Nuove prospettive e punti di riflessione”.

la locandina

 

 


 

  • 21/3/23 – La Garante regionale per i detenuti domani a Uta

La Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Irene Testa, domani 22 Marzo alle 11, visiterà il carcere di Uta. La Garante incontrerà il direttore della struttura e i detenuti. E’ il quinto sopralluogo in un edificio penitenziario sardo dalla sua nomina avvenuta il 30 gennaio 2023. Irene Testa, nei giorni scorsi, ha visitato il carcere minorile di Quartucciu , la casa circondariale di Sassari, il centro di permanenza per il rimpatrio di Macomer e la Residenza Esecutiva per le Misure di Sicurezza di Capoterra.

ATTIVITA’ DELLA GARANTE

Attività ed interventi della Garante. Resoconto sintetico dell’attività svolta dalla Garante dalla data di insediamento

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