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“No all’ingresso di capitali privati in Abbanoa”. Dodici consiglieri regionali presentano un’interpellanza alla Giunta

Data: 29/01/2016

 

“La società Abbanoa deve rimanere pubblica, no a qualsiasi ipotesi di privatizzazione”.

Le notizie di stampa su una possibile apertura ai capitali privati della compagine societaria che gestisce il servizio idrico in Sardegna hanno messo in fibrillazione il centrosinistra.

Dodici consiglieri regionali hanno presentato un’interpellanza, con richiesta di chiarimenti, al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda. Il documento, depositato questa mattina in Consiglio, è firmato dai consiglieri Emilio Usula e Paolo Zedda (Rossomori), Alessandro Collu e Salvatore Demontis (Pd), Daniele Cocco, Eugenio Lai e Francesco Agus (Sel), Pierfranco Zanchetta e Antonio Gaia (Upc), Raimondo Perra (Psi), Fabrizio Anedda (Sinistra sarda) e dal consigliere di minoranza Christian Solinas (Psd’Az).  

“Questo genere di operazioni – si legge nell’interpellanza – non sta nel programma sul quale la coalizione di centrosinistra, sovranista e indipendentista ha ottenuto il mandato di governo dai sardi, ma è piuttosto in netta contraddizione con il principio programmatico di tutela dell’acqua in quanto bene pubblico e inalienabile”. Non solo. Secondo i firmatari, su un argomento di questo genere non si può operare senza il coinvolgimento di tutte le forze politiche e dei rappresentati degli enti locali “datori e fruitori del bene acqua”.

I promotori dell’iniziativa consiliare si spingono oltre e, dopo aver ricordato l’esito del referendum del 2001 con il quale il popolo sardo si era espresso “inequivocabilmente” per la gestione pubblica del servizio idrico, paventano il rischio di un effetto destabilizzante per la tenuta della coalizione di centrosinistra.

«No a cessioni di quote societarie di un bene come l’acqua – concludono i firmatari – al Presidente Pigliaru chiediamo garanzie in merito. Nessuno pensi di poter operare ponendosi al di fuori da qualsiasi vincolo di rispetto e solidarietà e di coerenza programmatica con le forze politiche, specie su una materia che potrebbe concretamente mettere in discussione la base e la sussistenza stessa della coalizione di centrosinistra».

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