CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 651
PISCEDDA – GANAU – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PINNA – LAI – CADDEO – COCCO – LOI – ORRÙ – PIU – AGUS – SATTA Gian Franco – ZEDDA Massimo – SOLINAS Alessandro – CIUSA – LI GIOI – MANCA Desiré Alma, sullo stato di grave sofferenza del sistema della formazione professionale e delle politiche attive per il lavoro in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– con il decreto legislativo 10 aprile 2001, n. 180 (Norma di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna recante delega di funzioni amministrative alla Regione in materia di lavoro e servizi all’impiego), lo Stato ha conferito alla Regione le competenze in materia di servizi e politiche attive del lavoro;
– successivamente la Regione ha legiferato in materia approvando la legge regionale 17 maggio 2016, n. 9 (Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro), con la quale ha ribadito il proprio ruolo di indirizzo politico e programmazione e di governo del sistema regionale dei servizi per le politiche del lavoro;
– la legge in argomento ha, tra le altre previsioni, istituito l’ASPAL, l’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro, con sede a Cagliari, quale organismo tecnico della Regione dotato di personalità giuridica, autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale e contabile; l’Agenzia, oltre i propri uffici di Cagliari, è articolata in uffici territoriali aperti al pubblico denominati Centri per l’impiego (CIL);
– in generale dalla norma si evince che la governance regionale su formazione, lavoro e sociale si attua attraverso l’azione congiunta dell’Assessorato al lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, dell’ASPAL e dei soggetti pubblici e privati accreditati nel sistema dei servizi per il lavoro e della formazione professionale;
ATTESO che:
– negli ultimi anni il settore della formazione professionale è stato caratterizzato in Sardegna da forte precarietà e instabilità legate alle differenti visioni delle amministrazioni che si sono succedute nel tempo;
– gli ultimi interventi degni di rilievo sono stati quelli condotti dalla Giunta Pigliaru e dall’allora Assessora Virginia Mura che, consapevoli dell’importante ruolo svolto dalla formazione professionale, si erano adoperati per consentirne il rilancio. Si possono citare ad esempio gli importanti risultati raggiunti riguardo all’obbligo formativo e ai bandi Green & Blue Economy che hanno messo a disposizione ingenti risorse finanziarie, peraltro interamente spese a inizio legislatura, con ricadute positive sia a livello economico che occupazionale;
– gli anni della Giunta Solinas si sono caratterizzati per una quasi totale disinteresse verso il sistema della formazione professionale;
– a tale disinteresse sono ovviamente da sommarsi le restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19 che hanno ulteriormente danneggiato il comparto portandolo sull’olio del collasso; le agenzie formative, in questo apocalittico scenario, hanno dovuto ricorrere, quale unico mezzo di sostentamento, ai percorsi in regime di autofinanziamento che, con grande difficoltà, si sono potuti erogare in modalità FAD, nonostante le numerose deliberazioni regionali che avrebbero dovuto fornire indicazioni in merito, ma che sono state nella realtà di difficile comprensione e, talvolta, tra loro contrastanti;
– a ciò si aggiungano le permanenti difficoltà, anche dopo la cessazione del periodo emergenziale, a interloquire direttamente con i funzionari regionali, considerato che per il personale in smart working o in lavoro agile non sono stati forniti dall’Assessorato i relativi numeri di telefono. L’impossibilità di contattare gli uffici regionali, sia funzionari che dirigenti, ha fatto venir meno un’occasione di confronto e di reciproco scambio;
EVIDENZIATO che:
– grande risalto è stato dato, anche da parte della Giunta, al programma “Garanzia di occupabilità dei lavoratori – GOL, con uno stanziamento per la Regione Sardegna pari a euro 30.650.588, a valere sul PNRR (Determinazione n. 3975/58720 dell’8 settembre 2022).
Il programma, che ha lo scopo di potenziare le politiche attive del mercato del lavoro e la formazione professionale, afferisce alla missione 5 del PNRR, componente C1, tipologia “riforma”, intervento “1.1. Politiche attive del lavoro e formazione”. Con la deliberazione n. 6/9 del 25 febbraio 2022, la Giunta regionale ha adottato gli indirizzi strategici per la predisposizione del Piano di attuazione regionale, inerente al programma di innovazione e riforme delle politiche attive del lavoro, denominato programma nazionale per la garanzia di occupabilità dei lavoratori, GOL appunto, approvato con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, del 5 novembre 2021, sotto la regia dell’Agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro (ANPAL) e del Ministero del lavoro e in collaborazione con le competenti commissioni della Conferenza Stato-regioni. L’avvio del programma è stato varato da parte della Regione con la deliberazione n. 17/33 del 19 maggio 2022 e, successivamente, l’avviso pubblico n. 1 è stato aperto con determinazione n. 3975/58720 dell’8 settembre 2022, con oltre tre mesi di ritardo rispetto a quanto previsto nei cronoprogramma definito nel Piano attuativo della Regione Sardegna che indicava come l’avvio delle attività formative fosse previsto addirittura nel giugno 2022. Alla data attuale i soggetti erogatori della formazione sono ancora in attesa dell’emanazione da parte dell’Amministrazione regionale delle linee guida per la gestione delle operazioni, che in alcune regioni, come la Regione Sicilia e la Regione Toscana, sono già state emesse da tempo. L’Amministrazione regionale ha in questo caso rimandato l’onere all’Amministrazione nazionale, non assumendosi la responsabilità di emanare proprie linee guida, e rallentando così in maniera drastica l’avvio delle operazioni.
Trattandosi di operazioni da finanziare nell’ambito del PNRR M5C1, legate quindi a tempistiche stringenti, si fa presente come ulteriori ritardi nell’avvio dei progetti possano mettere a serio rischio la possibilità di effettiva erogazione dei fondi in questione, in una situazione che appare già compromessa. Il mancato utilizzo delle risorse entro i termini prestabiliti a livello comunitario, e la conseguente restituzione, impatterebbe in maniera negativa sui livelli occupazionali ed il bilancio sociale connesso al mondo della formazione professionale. Si rammenta come attorno al settore della formazione gravitino infatti numerose figure professionali, quali docenti, tutor, coordinatori e formatori.
A causa della mancanza di coordinamento tra le strutture dell’amministrazione regionale, alcuni Centri per l’impiego avevano peraltro avviato le procedure di presa in carico dei beneficiari iniziando a mandare le relative mail ad alcune aziende con misure di attuazione a 30 giorni; in assenza delle relative linee guida ancora in fase di elaborazione da parte dei referenti nazionali, le stesse imprese sono, tuttavia, impossibilitate ad attuare le misure richieste.
Per sopperire alle problematiche evidenziate nell’attuazione del programma GOL, l’Amministrazione regionale ha preannunciato, durante la Commissione regionale per i servizi e le politiche del lavoro tenuta in data 28 marzo 2023, l’imminente finanziamento di un così detto “bando ponte” sulla falsa riga dell’Avviso articolo 11, comma 3, lettera b) della legge n. 22 del 2020. Trattandosi pertanto della replica di un modello preesistente, si aspettava che le tempistiche di attuazione potessero essere realmente rapide. Anche in questo caso non si conoscono i tempi di pubblicazione dell’Avviso di finanziamento, alimentando il clima di incertezza nel quale operano le agenzie formative, già costrette negli ultimi tempi a ricorrere a misure di licenziamento o di cassa integrazione per il personale.
Anche la soluzione del “bando ponte” appare quantomeno bizzarra perché si vorrebbe ovviare ai ritardi di un bando con un altro bando anch’esso in ritardo. La soluzione poteva essere plausibile in ragione del fatto che riproporre un bando già sperimentato avrebbe dovuto garantire tempi rapidi sia per gli uffici che per i potenziali beneficiari ma, se dopo tre mesi niente è accaduto, è evidente che si tratti dell’ennesima promessa non mantenuta.
Si sottolinea inoltre che a seguito dell’intervento dei sindacati e della successiva dichiarazione di stato di “agitazione” del comparto formazione, l’amministrazione regionale ha convocato una conferenza per il giorno 23/05/2023; le associazioni che rappresentano le agenzie formative avevano richiesto la condivisione anticipata della bozza delle linee guida, in modo da avanzare le proprie proposte durante lo svolgimento della riunione e contribuire alla stesura della versione definitiva, nella convinzione che il coinvolgimento dei soggetti realizzatori sia indispensabile per una buona riuscita del programma. Poiché la richiesta delle agenzie formative non è stata soddisfatta, gli enti invitati hanno disertato l’incontro in segno di protesta, lanciando un segnale forte e chiaro alla Giunta e in particolare all’Assessore;
– altro intervento è l’Avviso Garanzia Giovani 2022 – Scheda 2°. L’avviso pubblico per il programma Garanzia Giovani 2022 è stato approvato con determinazione n.2735/42226 del 14 giugno 2022, con l’apertura delle iscrizioni per i soggetti realizzatori nel mese di settembre 2022. Gli avvisi pubblici a valere sul programma Garanzia Giovani sono stati riproposti con frequenza nel corso degli ultimi anni, ma ogni edizione presentava procedure sempre più complesse, a fronte di risorse in diminuzione. Nonostante si siano registrate numerose iscrizioni per i diversi percorsi formativi offerti dalle agenzie, le lunghe tempistiche di approvazione e di emissione degli impegni di spesa da parte dell’Amministrazione, hanno compromesso il successo del programma. Infatti, numerosi allievi che avevano inizialmente dato disponibilità alla partecipazione ai percorsi formativi, prevedendo che l’avvio potesse essere imminente, hanno successivamente rinunciato, preferendo opportunità alternative immediate. La rinuncia da parte degli alunni, già di per sé in numero limitato rispetto alle previsioni, comporta inoltre una riduzione della quota spettante all’ente di formazione per la realizzazione dell’attività, mettendo a rischio la sostenibilità economica della stessa. A titolo di esempio si fornisce di seguito un’ipotesi su quanto potrebbe accadere. Si consideri un percorso formativo avviato da un ente di formazione a febbraio: 12 allievi si iscrivono a settembre, tutti e 12 portano a termine il corso e tutti vengono assunti dalle aziende coinvolte; per tale attività e con questi risultati, è previsto che l’ente possa percepire 31.170 euro. Qualora il percorso non si concluda favorevolmente e non ci siano le 12 assunzioni, l’ente potrà incassare 21.819 euro ma se, malauguratamente, come peraltro è accaduto, il numero di alunni convocati dopo 6 mesi si riducesse a 3, il corso verrebbe pagato all’ente euro 8.400, importo che non riesce a coprire neanche le spese relative alle docenze ammontanti a 16.000 euro e che determina per l’ente una perdita finanziaria di quasi 8.000 euro. Si sottolinea inoltre una scarsa trasparenza nelle procedure di affidamento degli alunni da parte dei CPI alle agenzie formative, poiché non ne sono stati condivisi i criteri di selezione.
Ad oggi vi sono ancora dei corsi per i quali non sono stati emessi gli impegni di spesa, pertanto le agenzie formative risultano notevolmente danneggiate dai ritardi imputabili all’Amministrazione regionale. A ciò si aggiunga anche la ricaduta negativa, in termini di credibilità, delle agenzie formative, ritenute le uniche colpevoli dagli allievi che non hanno mai visto la realizzazione dei percorsi formativi ai quali si erano iscritti.
Un’ulteriore criticità dell’avviso pubblico emerge nella struttura dei progetti formativi, che lega il collocamento degli allievi presso le aziende all’ottenimento di una parte delle risorse, associando la stessa alla fattispecie del finalizzato aziendale, ad oggi mai adoperato dalla giunta regionale sin dal suo insediamento. Tale attività di collocamento non rientra infatti tra le ordinarie funzioni degli enti di formazione, il cui scopo primario è l’erogazione di percorsi formativi. Al mancato raggiungimento di tale obiettivo, è inoltre previsto un decurtamento del finanziamento, già limitato rispetto all’impegno richiesto alle agenzie;
– merita di essere messo in evidenza l’avviso pubblico per la gestione di percorsi formativi sperimentali, anche per il tramite di Academy aziendali (determinazione n. 3854/56852 del 22 agosto 2022).
La prima criticità rilevata nel presente bando, emanato sotto la Giunta Solinas, riguarda i destinatari dell’intervento, le imprese. Non si comprendono infatti le motivazioni dell’esclusione in un primo momento delle agenzie formative, uniche entità in grado di gestire, monitorare e rendicontare i percorsi formativi e certificarne le competenze. Peraltro il bando non prevede neanche la possibilità di includerle nella costituzione di un eventuale raggruppamento temporaneo. Le aziende in prima persona non dispongono infatti di una struttura organizzativa idonea alla realizzazione delle attività menzionate, né possono permettersi di sottrarre personale alle regolari attività economiche e commerciali. Dal momento della pubblicazione dell’avviso pubblico sono poi emerse ulteriori criticità operative e di gestione per la presentazione delle proposte progettuali. In particolar modo il requisito dimensionale di media e grande impresa richiesto ai soggetti proponenti non tiene conto del tessuto imprenditoriale della Sardegna, composto prevalentemente da micro e piccole imprese. Per queste ultime era prevista come unica modalità di partecipazione la costituzione in rete tramite apposito contratto di rete, fattispecie complessa da realizzare e successivamente da valutare in sede di istruttoria; tale procedura ha comportato anche delle spese per le aziende proponenti, senza nessuna certezza di approvazione effettiva del finanziamento.
Le problematicità evidenziate hanno comportato ben tre proroghe per la presentazione dei Dossier di candidatura telematici (DCT), nonché uno scarso riscontro in termini di partecipazione da parte delle aziende. A riprova di quanto detto le domande pervenute, qualora interamente finanziate, rappresenterebbero solamente il 30 per cento delle risorse messe a disposizione, con la conseguente restituzione dell’ammontare eccedente. Si ritiene che quanto detto si sarebbe potuto evitare con un maggior coinvolgimento delle agenzie formative nella definizione dell’avviso pubblico.
Nonostante le sopracitate difficoltà, la presentazione dei progetti è stata effettuata nei mesi di ottobre-novembre 2022, ma alla data attuale le proposte progettuali risultano ancora in una fase preliminare di verifica. Le aziende continuano a chiedere aggiornamenti sulla pubblicazione di una graduatoria, specialmente quelle operanti nel settore turistico, che avrebbero avuto l’esigenza di avviare i percorsi formativi prima dell’avvio della stagione estiva. Si presenta dunque il rischio concreto che le aziende debbano rinunciare all’opportunità di finanziamento, subendo un grave danno sia economico, che in termini di sviluppo delle competenze dei lavoratori coinvolti. Data la forte vocazione turistica della Regione quanto detto si ripercuoterebbe sull’intero sistema economico del territorio;
– riguardo invece all’Apprendistato professionalizzante si rappresenta che:
Il contratto di apprendistato professionalizzante prevede l’acquisizione di competenze di base sia tramite esperienza diretta nel contesto lavorativo, sia tramite formazione. L’attività di formazione dunque risulta obbligatoria al fine del mantenimento dello status di apprendista, e la mancata erogazione può comportare la trasformazione del rapporto di apprendistato in rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Si vuole sottolineare come l’ultimo avviso pubblico sull’apprendistato professionalizzante sia stato attuato nel 2019 (determinazione n. 40142/3735 del 14 ottobre 2019), da allora non c’è stata alcuna proroga, né la presentazione di nuovi avvisi, ritenendo evidentemente di poca importanza la formazione nell’ambito dell’apprendistato professionalizzante. Nel settembre 2022 era stata preannunciata l’imminente pubblicazione del bando di apprendistato, ma ad oggi non risulta ancora presentato nessun avviso, non si è proceduto neanche al rinnovo dei lotti a favore delle agenzie aggiudicatarie dell’avviso precedente. Si è solo, dopo forte insistenza da parte delle imprese, proceduto ad estendere due percorsi per agenzia, che non hanno minimamente soddisfatto il fabbisogno formativo.
Ci si chiede dunque quali possano essere le reali motivazioni della mancata pubblicazione dell’avviso da settembre ad oggi, visto e considerato l’abbondanza di fondi e le pressanti richieste degli operatori economici.
Si ricorda che i finanziamenti dei bandi regionali sull’apprendistato professionalizzante, da pubblicare ed attuare necessariamente con cadenza annuale, mirano ad agevolare le aziende tramite sgravi fiscali sul contratto degli apprendisti, oltre alla formazione gratuita e la certificazione delle competenze. L’assenza di avvisi pubblici in merito, comporta quindi un grave danno sia alle imprese, che non possono usufruire degli sgravi fiscali, sia agli apprendisti, sia agli enti di formazione accreditati, incaricati della certificazione delle competenze e del rilascio delle qualifiche;
– con riferimento all’avviso pubblico a sportello per la concessione di aiuti a favore delle agenzie formative accreditate, per le annualità 2022 e 2023 (legge regionale n. 22 del 2022) si evidenzia invece la criticità riguardo ai requisiti di partecipazione delle agenzie formative per le quali è sufficiente avere l’accreditamento in Sardegna ed una sede operativa nel territorio regionale. Fermo restando il rispetto dei principi comunitari, si sottolinea come il requisito della sede operativa sia facilmente eludibile e si presti ad essere aggirata. Per evitare dunque che a beneficiare degli aiuti possano essere anche enti in difficoltà che operano unicamente in altre regioni, si chiede che l’istruttoria di ammissibilità da parte degli uffici preveda accertamenti sul requisito dell’operatività sul territorio regionale anche attraverso le opportune verifiche nel certificato camerale che dovrà contenere il riferimento alle sedi operative che dovranno figurare come sedi secondarie;
– anche l’Avviso percorsi di Istruzione e formazione tecnica superiore di quinto anno in sistema duale per il conseguimento della Certificazione IFTS di cui all’articolo 9, capo III, del DPCM 25 gennaio 2008 – Anno formativo 2023-2024 presenta numerose criticità.
Fin dall’inizio il bando è stato caratterizzato da una serie di problematiche tali da rendere difficoltosa la presentazione del DCT entro la scadenza fissata per il 3 marzo 2023. In primo luogo, in vista della costituzione del raggruppamento temporaneo, era stato imposto obbligatoriamente l’inserimento di un Ente pubblico di ricerca (così come definito dal decreto legislativo 7 agosto 2015, n. 124, articolo 13), in aggiunta a un istituto scolastico del secondo ciclo, a un’università degli studi attraverso i propri dipartimenti o istituti, e a un’impresa o associazione di imprese. La normativa nazionale individua solamente 21 enti pubblici di ricerca e, in base a quanto disposto dall’avviso pubblico in questione, ogni ente poteva aderire a un solo raggruppamento temporaneo; a ciò si aggiungano le difficoltà nel siglare un accordo con uno di questi enti di interesse nazionale, che necessitano di lunghe tempistiche per riunire gli organi deliberativi e sottoscrivere la propria adesione ai progetti. Ancora, la grande maggioranza degli enti pubblici di ricerca non dispone di sedi territoriali in Sardegna, fattore che complica ulteriormente le possibilità di collaborazione. A tal proposito si evidenzia come altre regioni, come Piemonte, Lombardia e Lazio, nell’attuazione dei singoli bandi regionali IFTS, non abbiano previsto l’obbligatorietà degli enti pubblici di ricerca nella composizione del partenariato. A seguito delle problematiche evidenziate, ci si interroga sul perché l’Amministrazione della Regione non abbia ritenuto sufficiente la presenza di un dipartimento universitario, tra le cui attività rientra la ricerca, e abbia voluto imporre il coinvolgimento di un ente pubblico nazionale di ricerca. Il progetto in questione presenta inoltre limitati vantaggi per gli enti pubblici di ricerca, che difficilmente possono quindi avere interesse nel partecipare a tali attività, in considerazione della complessità e dei vincoli imposti. Vista la limitatezza della quota da riservare all’ente di ricerca pubblico, e trattandosi di formazione rivolta a persone che devono conseguire il quinto anno, si domanda all’Amministrazione regionale quali motivazioni dovrebbero spingere un rappresentante dell’ente a mobilitarsi e sostenere spese in termini economici e di tempo, per aderire a tale progetto.
Una volta raggiunta la scadenza prestabilita, il bando non solo non ha ottenuto le variazioni richieste persino in via formale, ma bensì è stato sospeso fino al 3 aprile, creando ulteriori disguidi con aziende e università già coinvolti. Con nuova disposizione, lo stesso è stato poi riaperto in data 12 aprile, con una scadenza prevista per il 15 maggio 2022. L’avviso pubblico è stato rivisto, ma l’unica variazione concreta è stata la modifica della dicitura relativa agli enti pubblici di ricerca che possono essere coinvolti tramite i loro dipartimenti e istituti e possono aderire a più di un RT, mentre il vincolo rimane per tutti gli altri componenti. Di fatto non è stato apportato un sostanziale miglioramento delle condizioni di partecipazione, ed anche in questo caso si prevede uno scarso riscontro in termini di partecipazione;
ATTESO che:
– lo scorso 25 agosto 2022, con decisione C(2022)6166, la Commissione europea ha approvato il programma “PR Sardegna FSE+ 2021-2027”; il Fondo sociale europeo, uno dei fondi strutturali dell’Unione europea, ha tra gli obiettivi principali di promuovere l’occupazione, migliorare le competenze e la formazione dei lavoratori, facilitare l’inclusione sociale e combattere la povertà; per il settennio 2012-2027 la Sardegna potrà beneficiare di 744 milioni di euro;
– a distanza di nove mesi dall’approvazione del programma, non risulta che la Regione abbia attivato alcuna procedura a valere sulle risorse comunitarie del FSE+, che coinvolga le agenzie di formazione;
CONSTATATO che:
– nonostante l’attuale disponibilità di ingenti risorse finanziarie di origine comunitaria, nazionale e regionale, la Giunta Solinas non è stata in grado di definire, riguardo alla formazione professionale, un quadro strategico articolato rispondente alle esigenze della Regione;
– la carenza di visione e di strategia traspare nettamente dall’operato della Giunta Solinas che, finora, non è stata in grado di pubblicare Avvisi che permettessero alle agenzie formative sarde di svolgere il proprio lavoro in un contesto di stabilità economica e di certezze; anzi i pochi bandi pubblicati, per i quali si rimanda alle evidenze sopra descritte, hanno presentato numerose criticità sia a livello di architettura gestionale che di attuabilità, ottenendo per tale motivo uno scarsissimo riscontro in termini di partecipazione;
– tutte le attività avviate dalla Regione nell’ambito della formazione professionale continuano a subire dei forti rallentamenti;
– tutto il comparto della formazione professionale ha denunciato la situazione di stallo determinatasi e, come riportato dai mezzi di stampa, dopo interlocuzioni evidentemente non andate a buon fine coi vertici dell’Assessorato, è pronto ad attivare forme di protesta;
RITENUTO che:
– da quanto sopra riferito emerga una situazione fortemente problematica che evidenzia, in primo luogo l’assenza di un quadro programmatorio definito, dove ciascun intervento possa diventare il tassello di una strategia complessiva sulla formazione professionale;
– la Giunta Solinas non stia esercitando quel ruolo di “indirizzo politico e programmazione e di governo del sistema regionale dei servizi per le politiche del lavoro” attribuitole dalla legge regionale n. 9 del 2016 e che, mancando tale assunto, non vi siano i presupposti perché anche i soggetti privati “accreditati nel sistema dei servizi per il lavoro e della formazione professionale” possano svolgere il loro ruolo nell’ambito della governance regionale;
– la situazione attuale desta viva preoccupazione sia per le istanze disattese provenienti dai territori, dalle imprese, dai cittadini, sia per l’incertezza in cui ha fatto precipitare il sistema della formazione e le agenzie che vi afferiscono,
impegna il Presidente della Regione
1) ad attivare, in tempi brevi e certi, tutte le iniziative utili e necessarie con l’obiettivo di definire un quadro programmatorio delle attività da porre in essere riguardo alla formazione professionale, corredato del relativo cronoprogramma;
2) ad imprimere una forte accelerazione a tutti i procedimenti avviati nell’ambito della formazione professionale;
3) a individuare modalità di semplificazione per i bandi e, in generale, per tutti i procedimenti, con l’obiettivo di rendere le procedure più snelle e così più accessibili ai destinatari finali;
4) a coinvolgere nelle attività di programmazione e nella definizione degli interventi gli enti di formazione accreditati, quali soggetti che, per legge, insieme all’Assessorato e all’ASPAL, fanno parte del sistema di governance della formazione professionale;
5) a pubblicare in tempi celeri, con il confronto delle agenzie formative e dei sindacati coinvolti, vista la dichiarazione dello stato di emergenza del comparto, il cosiddetto “bando ponte”, al fine di dare respiro immediato alle agenzie formative e consentire di svolgere una regolare attività, evitando per i loro dipendenti il ricorso a riduzione di orario e la cassa integrazione.
Cagliari, 16 giugno 2023