CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 61
CANU – GIAGONI – SAIU – ENNAS – MANCA Ignazio – MELE – PIRAS affinché siano adottati dei provvedimenti finalizzati ad autorizzare l’accesso degli animali d’affezione nelle strutture sanitarie, ospedali e case di cura, pubbliche e private, al fine di consentire ai padroni ricoverati di poterli salutare ed interagire con loro.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che l’uomo e gli animali domestici, da migliaia di anni, vivono un rapporto simbiotico in cui ognuno ha sempre qualcosa da offrire all’altro, senza pretendere nulla in cambio. Possedere un animale in casa, un gatto, un cane, un criceto, un coniglio, suscita in ambito familiare l’insorgere di emozioni positive come buon umore e spensieratezza, creando un clima allegro, allentando spesso tensioni e conflitti, combattendo il senso d’abbandono, di perdita e di depressione che spesso affliggono gli individui;
ATTESO che chi ha l’esperienza di possedere un animale domestico sa quanto sia forte il legame affettivo che si instaura tra sé e l’animale, un legame d’amore disinteressato, un rapporto affettuoso talmente forte da stabilire uno scambio reciproco di emozioni e complicità, tanto che possiamo considerare per esempio il cane e il gatto “acceleratori di relazioni umane”, nonché gli amici più fedeli dell’uomo;
RILEVATO che recenti studi hanno evidenziato innumerevoli benefici del legame uomo-animale. Grazie agli amici dell’uomo siamo portati a fare più esercizio fisico rispetto a chi non possiede alcun animale domestico. Portarli a fare la passeggiata induce a muoverci nell’arco della giornata, a stare più all’aria aperta. È stato dimostrato che “accarezzare un animale, come un cane o un gatto, può abbassare la frequenza cardiaca, indurre una respirazione più lenta e profonda e abbassare la pressione sanguigna. Tutti questi effetti riducono la probabilità di avere un infarto o un ictus. Gli stessi studi hanno anche dimostrato che chi possiede un animale da compagnia ha molte più possibilità di sopravvivenza e di ripresa dopo un attacco cardiaco, rispetto a chi non ha nessun animale. Insomma si può affermare che possedere ad esempio un cane “fa bene al cuore e allunga la vita”;
CONSIDERATO che:
– da qualche anno, stante gli innumerevoli benefici riconosciuti, molti animali vengono utilizzati a scopo terapeutico, la cosiddetta “pet-therapy” (terapia dolce, basata sull’interazione uomo-animale) per una vasta gamma di pazienti con diverse patologie. L’animale domestico è stato riconosciuto quale valida risorsa che si affianca all’intervento di uno psicoterapeuta per lenire la sofferenza psichica dell’essere umano, per calmare l’ansia, per trasmettere calore affettivo e aiutare a superare lo stress e la depressione;
– la Regione, con deliberazione n. 15/12 del marzo 2017 recante “Recepimento Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sul documento recante “Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (IAA)”. Accordo ai sensi degli articoli 2, comma 1, lettera b) e 4, comma 1 del decreto legislativo 28 agosto 1977, n. 281″, così come integrata con deliberazione n 53/22 del 28 novembre 2017, ha consentito di attivare progetti e iniziative inerenti la pet therapy in tutte le strutture socio-sanitarie dell’Isola, con l’obiettivo di offrire un’opzione terapeutica in più alle persone con problemi fisici e psichici;
– gli animali domestici non curano le patologie in sé ma la persona, stimolandola tanto da indurla a ritrovare le sue energie e risorse psico-fisiche, oramai assopite a causa della vecchiaia o a causa di qualche malattia. In particolare la malattia, è una fase molto difficile da affrontare, ed avere al proprio fianco, in caso di ricovero, oltre ai parenti e le persone care, anche i nostri animali domestici è un fattore che può avere ricadute molto positive nel processo di cura e riabilitazione dei pazienti di qualsiasi età. Da qui l’esigenza di permettere l’accesso degli animali in visita ai pazienti negli ospedali, nelle strutture sanitarie in genere;
RILEVATO che la salute dei pazienti deve essere messa al primo posto e che pertanto ogni iniziativa tesa a migliorare la loro condizione è da considerarsi di fondamentale importanza, la sanità deve prestare particolare attenzione alla qualità dei servizi offerti, ma anche alla “umanizzazione delle cure”. Permettere la visita degli amici dell’uomo anche nelle strutture sanitarie è importante per il malato perché può rappresentare un momento di felicità;
ATTESO che le iniziative previste con la citata deliberazione n. 15/12 del marzo 2017 segnatamente riferiscono alle attività di pet therapy, si ritiene necessario estendere, per le motivazioni anzidette, la possibilità di accesso agli animali d’affezione nelle strutture ospedaliere al fine di consentire ai proprietari ricoverati di esaudire il desiderio di poter avvicinare i propri animali, accarezzarli ed interagire con loro. Tale possibilità deve essere considerata un grande senso di civiltà, perché loro fanno parte della famiglia. Chi è costretto ad una lunga degenza lascia a casa anche il proprio cane o gatto e spesso possono passare anche diversi mesi prima di poterli rivedere. Poterli avvicinare anche in tali situazioni potrebbe avere una valenza terapeutica, riabilitativa, educativa, ma anche ludico-ricreativa;
PRESO ATTO che in Italia sono diverse le regioni che hanno già provveduto ad autorizzare l’accesso degli animali in ospedale per far visita ai padroni ivi ricoverati (ad esempio Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna), prevedendo per esempio l’individuazione di aree appositamente dedicate in cui è autorizzato l’ingresso degli animali, aree esterne o giardini, sale apposite o d’aspetto, corridoi ecc.;
RITENUTO altresì che la possibilità di consentire l’accesso degli animali d’affezione anche negli ospedali per far visita ai propri padroni è peraltro in linea anche con quanto stabilito dall’Accordo Stato-Regioni del 6 febbraio 2003 “Norme a tutela degli animali da compagnia e pet-therapy”, che all’art. 9 favorisce “l’adozione di iniziative intese ad agevolare il mantenimento del contatto delle persone, anziani e bambini in particolare, siano essi residenti residenziali, quali case di riposo e strutture protette o ricoverate presso gli istituti di cura, con animale da compagnia di loro proprietà”;
CONSIDERATO che la presenza degli animali nelle strutture ospedaliere è una delle innovazioni che negli ultimi tempi stanno ridisegnando il quadro della relazione tra l’uomo e gli animali d’affezione, si ritiene doveroso che anche nella nostra Regione si adottino dei provvedimenti al fine di consentire l’accesso degli animali d’affezione nelle struttura sanitarie, ospedali, case di cura, pubbliche e private, al fine di consentire ai proprietari ricoverati di salutare i propri amici a quattro zampe e poter interagire con essi. Naturalmente tali provvedimenti dovranno prevedere tutti quegli adempimenti finalizzati a garantire sicurezza, igiene e rispetto per gli altri pazienti,
impegna il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene
e sanità e dell’assistenza sociale
1) affinché siano adottati dei provvedimenti finalizzati ad autorizzare l’accesso degli animali d’affezione nelle strutture sanitarie, ospedali case di cura, pubbliche e private, al fine di consentire ai padroni ricoverati di poterli salutare ed interagire con loro;
2) nell’ambito di tali provvedimenti dovranno essere considerati tutti quegli adempimenti finalizzati a garantire sicurezza, igiene e rispetto per gli altri pazienti.
Cagliari, 30 agosto 2019