CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 532
MANCA Desiré Alma – CIUSA – LI GIOI – SOLINAS Alessandro sulla necessità di sostegno da parte delle Giunta alle azioni legislative volte all’introduzione dell’eutanasia legale e sull’adeguamento della rete di cure palliative e terapia del dolore in Sardegna.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– l’8 ottobre 2021 sono state depositate in Cassazione oltre un milione e 200 mila firme per chiedere il referendum sull’eutanasia legale, su iniziativa del comitato Referendum eutanasia legale, nato nell’aprile 2021 e promosso dall’associazione Luca Coscioni, al quale hanno aderito oltre 30 associazioni e decine di movimenti e partiti politici;
– le firme sono state raccolte da più di 13 mila volontari in oltre mille comuni italiani; fondamentale è stato inoltre l’apporto della firma digitale attraverso la quale hanno aderito oltre 400 mila persone;
– oggi in Italia possono porre fine alle loro sofferenze solo i pazienti per cui risulti sufficiente l’interruzione delle terapie, come previsto dalla legge n. 219 del 2017 (fonte, Referendum eutanasia legale, Liberi fino alla fine);
– la Corte costituzionale ha chiarito che l’aiuto al suicidio (articolo 580 del Codice penale) non è punibile nel caso in cui la persona che lo richiede sia tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale;
– tutte le altre persone con patologie irreversibili che procurano dolori intollerabili e i pazienti impossibilitati ad assumere autonomamente un farmaco (a causa di SLA, di una tetraplegia) nel nostro Paese non hanno la possibilità di scegliere, e di chiedere aiuto medico attivo per la morte volontaria, perché il nostro codice penale vieta l’omicidio del consenziente (articolo 579 del Codice penale);
– questo è il quadro attuale a livello nazionale, nonostante sia stata presentata una proposta di legge di iniziativa popolare, depositata nel 2013, e ci siano due richiami della Corte costituzionale in merito;
– dal 2013 ad oggi il Parlamento non è mai riuscito a discutere di eutanasia legale;
– i firmatari del disegno di legge di iniziativa popolare sulla eutanasia presentato dall’Associazione Luca Coscioni nel settembre del 2013, 76mila cittadini elettori, sono raddoppiati da allora ad oggi;
– alla luce della situazione di stallo sopra descritta il Comitato eutanasia legale ha deciso di non aspettare i tempi della politica e avviare una raccolta firme per chiedere un referendum;
– il quesito referendario si pone l’obiettivo di introdurre l’eutanasia legale tramite l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale che punisce l’omicidio del consenziente;
– il quesito lascia intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, le persone che non sono in grado di intendere e volere, quelle il cui consenso è stato estorto, e potrà introdurre nel nostro Paese il diritto all’aiuto medico alla morte volontaria;
– il referendum vuole abrogare parzialmente la norma penale che impedisce l’introduzione dell’eutanasia legale in Italia; l’omicidio del consenziente, previsto dall’articolo 579 del Codice penale infatti, non è altro che un reato speciale (rispetto a quello di portata generale di cui all’articolo 575 del Codice penale sull’omicidio) inserito nell’ordinamento per punire l’eutanasia;
– con questo intervento referendario l’eutanasia attiva, previa valutazione del giudice in sede processuale, potrà essere consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla sentenza della Consulta sul “caso Cappato”, ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni;
– dunque, l’esito abrogativo del referendum farebbe venir meno il divieto assoluto dell’eutanasia e la consentirebbe limitatamente alle forme previste dalla legge n. 219 del 2017 in materia di consenso informato;
CONSIDERATO che:
– molte persone gravemente malate oggi non sono libere di scegliere fino a che punto vivere la loro condizione e non hanno diritto all’aiuto medico alla morte volontaria, al suicidio assistito o ad accedere all’eutanasia come è invece possibile in Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Canada, molti Stati degli Stati Uniti e sempre più Paesi nel mondo;
– con l’introduzione dell’eutanasia legale si possono abbattere le discriminazioni oggi esistenti, consentendo la possibilità di scegliere un fine vita consapevole, controllato e sereno, anche alle persone malate che necessitano di un aiuto esterno per porre fine alle proprie sofferenze;
– altra conseguenza drammatica della illiceità della eutanasia è il numero di malati terminali (o di anziani al culmine della depressione) che sceglie nel suicidio la propria “uscita di sicurezza”;
RILEVATO che:
– ogni giorno ci sono malati terminali che si suicidano nelle condizioni più terribili: sono persone alle quali la legge italiana nega la possibilità di essere accompagnati alla fine della vita senza soffrire, condannando al carcere chi li aiuta;
– con oltre 30mila firme raccolte (dato del 22 settembre 2021), la Sardegna ha dato un contributo notevole alla raccolta firme per il referendum sull’eutanasia legale;
ATTESO che:
– le norme sull’eutanasia legale andranno ad integrare quanto previsto in materia di cure palliative, norme introdotte dalla legge n. 38 del 2010 che stabiliscono in modo inequivocabile il diritto alla non sofferenza del paziente e che prevedono che la terapia del dolore e le cure palliative rientrino tra gli obiettivi prioritari del Piano sanitario regionale;
– la conferenza Stato-regioni del 25 marzo 2021 ha sancito l’accordo tra Governo, regioni e province autonome in merito all’attivazione delle reti di cure palliative e terapia del dolore;
– il paziente deve poter scegliere disponendo di adeguate informazioni ed opzioni e sulla prospettiva di vita che viene offerta,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a sostenere qualsiasi azione legislativa utile all’introduzione dell’eutanasia legale come forma di rispetto della volontà del malato;
2) ad adeguare tempestivamente la rete delle cure palliative e della terapia del dolore in Sardegna disponendo nel più breve tempo consentito tutti gli interventi necessari per l’attivazione della rete stessa, rendendo immediatamente disponibile il servizio ai pazienti che ne abbiano necessità.
Cagliari, 17 novembre 2021