CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 510
CADDEO – AGUS – ORRÙ – LOI – PIU – SATTA Gian Franco – ZEDDA Massimo sui problemi sociali e sanitari che si stanno verificando in Barbagia e nel Mandrolisai a seguito della grave situazione in cui versa l’ospedale San Camillo di Sorgono.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– il sistema sanitario regionale opera da tempo in una situazione di continua emergenza in cui le principali strutture ospedaliere, che dovrebbero assicurare a tutti i cittadini l’erogazione dei servizi essenziali, si trovano in una condizione di grave precarietà, dovuta soprattutto ad una carenza strutturale e irrisolta di personale sanitario;
– la Giunta regionale e i vertici sanitari si dimostrano incapaci di individuare soluzioni organizzative e gestionali in grado di alleviare le gravi condizioni in cui versano i presidi sanitari territoriali, a loro volta incapaci di soddisfare in maniera efficace i bisogni di tutti i cittadini assicurando l’erogazione dei servizi essenziali atti a garantire il diritto alla salute costituzionalmente protetto ai cittadini;
– la situazione perdura da tempo aggravandosi ulteriormente a causa dell’inerzia dei decisori politici, causando un continuo processo di ridimensionamento di molti comparti e presidi sanitari pubblici, soprattutto nei territori più isolati e già colpiti da un inesorabile abbandono dei presidi pubblici anche in altri rami della pubblica amministrazione;
– la grave situazione è oggetto di continue denunce, proteste e manifestazioni da parte dei rappresentanti di amministrazioni locali, dai comitati dei cittadini, dalle associazioni dei malati e dalle-organizzazioni sindacali rappresentanti gli operatori del settore;
CONSIDERATO che uno dei territori più colpiti dai processi evidenziati è sicuramente quello della Barbagia-Mandrolisai, con il suo principale presidio sanitario di riferimento per la sua popolazione, rappresentato dall’ospedale San Camillo di Sorgono, attivo dal 1960 e che, per decenni, ha garantito con l’erogazione dei suoi servizi il diritto all’assistenza sanitaria di decine di migliaia de cittadini;
RILEVATO che:
– la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, nel rispetto del decreto del Ministero della salute 2 aprile 2015, n. 70 (Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera) ha riconosciuto il presidio di Sorgono come ospedale afferente a sede disagiata, con conservazione del punto di Pronto soccorso e l’assistenza ai pazienti acuti di media e bassa gravità;
– la ridefinizione della rete ospedaliera prevede per gli ospedali a sede disagiata “un pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’emergenza-urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal decreto ministeriale 30 gennaio 1998 (Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo”;
– i requisiti gestionali per l’accreditamento dei Pronto soccorso previsti per la Regione prevedono che:
“Sono erogabili sulla base di procedure formalizzate, le seguenti attività di consulenza in regime di guardia attiva h 24 o pronta disponibilità e/o in una ottica di rete assistenziale:
a) anestesiologico-rianimatoria;
b) chirurgica;
c) radiologia convenzionale;
d) attività di Point of care (POC) cioè l’effettuazione di analisi al di fuori del laboratorio;
e) laboratorio.”;
CONSIDERATO che il depotenziamento dell’ospedale San Camillo di Sorgono, può essere evidenziato nei sottoelencati punti:
a) emergenza sanitaria – P.S.: al fine di affrontare l’emergenza sanitaria dovuta all’epidemia da Covid-19, il Dipartimento delle attività ospedaliere dell’ATS Sardegna, con nota n. 12451 dell’11 marzo 2020 inerente alla rimodulazione delle attività chirurgiche, è stata disposta la riqualificazione del pronto soccorso in Punto di primo intervento (PPI) e la centralizzazione delle attività di anestesia e rianimazione negli ospedali principali;
– a seguito della riorganizzazione, l’erogazione del presidio ospedaliero San Camillo si esplica secondo le modalità sottoelencate:
1) il punto di primo intervento: può gestire solamente i codici bianchi e verdi, non si avvale del supporto anestesiologico, ma di quello dell’équipe del 118; non è garantita la Radiologia h 24 ma h 12; non si effettuano ricoveri ed è garantita la presenza di 2 infermieri: uno per la sala visite e uno in caso di necessità per i pazienti febbrili, i quali vengono visitati nella tenda della protezione civile;
2) i trasferimenti di pazienti gravi o non gestibili in loco, che raggiungono l’ospedale con i propri mezzi, devono essere trasferiti in altri ospedali con sede di DEA o PS e, per questo è stata approntata un’équipe infermieristica cui contribuiscono gli infermieri della sala operatoria e della chirurgia;
3) si evidenzia infine la grave carenza di organico del PPI che consta solo di 2 medici, su un organico previsto di 6 (recente la rinuncia all’incarico di un altro medico);
b) Radiologia:
– l’assistenza radiologica del presidio ospedaliero di Sorgono, è garantita attualmente solamente come orario 8-14 dal lunedì al venerdì; nei pomeriggi, nei giorni festivi e prefestivi, nelle notti è presente solo un tecnico di radiologia che effettua gli esami di diagnostica tradizionale (quindi non le TAC). Ciò si aggiunge al problema irrisolto da anni della mancanza della reperibilità medico radiologica notturna e festiva, che dovrebbe essere garantita nel rispetto dei livelli minimi essenziali d’assistenza, inficiando così la sicurezza della popolazione assistita e quella degli operatori, costretti a lavorare in modalità che comportano stress e rischio;
– l’ospedale San Camillo di Sorgono è rimasto l’unico presidio in Sardegna con questa criticità e, inoltre, non è stata attivata la teleradiologia (trasmissione delle immagini in rete e refertazione a distanza) che, vista la carenza di organico medico, sarebbe stata in grado di sopperire a questa carenza;
– l’attività radiologica di base è una funzione assolutamente indispensabile per qualsiasi pronto soccorso o ospedale;
c) Chirurgia:
– i vertici sanitari regionali hanno proceduto al ridimensionamento dell’Unità operativa di chirurgia che non risulta contemplato dalla recente riorganizzazione della rete ospedaliera, la quale al riguardo, prevede per gli ospedali a sede disagiata, come requisito minimo, il week surgery e, in ogni caso un’assistenza chirurgica h 24 comprensiva dell’assistenza anestesiologica, che rappresenta inoltre una garanzia per le urgenze del pronto soccorso e dei pazienti ricoverati;
– ciò comporta, insieme alla soppressione della figura di consulente ortopedico, la riduzione degli interventi chirurgici di pertinenza e dell’utilizzo della sala operatoria, con conseguente lunghissima lista d’attesa per gli interventi chirurgici cui devono sottostare i cittadini del territorio;
d) Unità operativa di Medicina:
– la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, nel rispetto del decreto del Ministero della salute 2 aprile 2015, n. 70 prevede un reparto di 20 posti letto con un proprio organico di medici e infermieri, ma negli ultimi anni non sono stati sostituiti 3 Dirigenti Medici, neppure mediante contratti a tempo determinato. La dotazione organica prevede n. 6 medici turnanti, ma in realtà risultano in servizio n. 4 medici, di cui 3 turnanti, in quanto un’unità risulta con limitazioni;
– ciò implica per il personale in servizio una situazione che comporta stress, stanchezza, rischio clinico, impossibilità di fruire degli istituti contrattuali previsti quali ad esempio le ferie e la conseguente, prevedibile e progressiva mancanza di servizi essenziali quali la degenza ordinaria, day hospital oncologico e internistico, ambulatori di diagnostica vascolare, ambulatorio internistico e pneumologico, ambulatorio lesioni trofiche, consulenze al pronto Soccorso;
e) Laboratorio di analisi e diabetologia:
– si è proceduto al ridimensionamento del laboratorio analisi con conseguente trasferimento delle analisi non strettamente urgenti al laboratorio Hub di Nuoro e conseguente ritardo nella consegna dei risultati anche di 4 giorni;
– si rileva altresì una situazione di grave carenza e criticità nella diabetologia, da oltre 8 mesi, e si prospetta la futura carenza nell’ambito della nefrodialisi;
RITENUTO che:
– la situazione delineata sia divenuta intollerabile per i cittadini che vivono nei territori interessati e che non sia altresì più sostenibile l’inerzia dei vertici sanitari regionali, che sono tenuti a garantire il diritto all’assistenza sanitaria pubblica di tutti i sardi abitanti in tutto il territorio dell’Isola e che sia evidente una non più accettabile disparità di trattamento che vede intere comunità private dell’assistenza sanitaria più elementare;
– la condizione di debolezza dell’assistenza sanitaria nel territorio è ulteriormente caratterizzata dalla mancata assegnazione dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale;
– la mancanza di presidi sanitari operativi ed efficaci è aggravata dalla situazione altrettanto disastrata dei collegamenti viari, che costringe i cittadini bisognosi di assistenza sanitaria a lunghi e difficoltosi viaggi, in carenza di un efficiente sistema pubblico di trasporto,
impegna il Presidente della Regione
e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale
ad intervenire con la massima celerità per garantire ai cittadini del territorio della Barbagia-Mandrolisai la presenza del presidio sanitario irrinunciabile, quale quello rappresentato dall’ospedale San Camillo di Sorgono, in grado di garantire l’erogazione dei livelli minimi assistenziali che devono essere garantiti, in ossequio alla Costituzione, a tutti i cittadini e, soprattutto, a quelli che vivono nelle comunità interne.
Cagliari, 20 settembre 2021