CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 480
GANAU – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PINNA – PISCEDDA – AGUS – CADDEO – LOI – ORRÙ – PIU – SATTA GIAN Franco – ZEDDA Massimo – COCCO – LAI – CIUSA – LI GIOI – MANCA Desirè Alma – SOLINAS Alessandro sullo stato di attuazione della politica di eradicazione della Peste Suina Africana dalla Sardegna ed il rilancio della suinicoltura isolana, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– la Peste suina africana, gravissima malattia virale dei suini, è presente, ininterrottamente, in Sardegna dal 1978;
– la Regione, nel corso degli anni, ha messo in campo diversi interventi volti a contenere ed eradica re questo virus;
– detti interventi, inizialmente, erano indirizzati a finanziare la realizzazione di strutture idonee a ospitare allevamenti stanziali e razionali, per limitare il fenomeno della presenza di bradi, già allora, riconosciuti come veicolo dell’infezione;
– in accompagnamento a queste misure strutturali, vennero avviati interventi volti ad indennizzare, a prezzi anche superiori al valore di mercato, gli allevamenti colpiti dal virus della PSA;
– tra i percettori di detti indennizzi furono ammessi anche coloro che detenevano i suini allo stato brado su terre pubbliche, con la conseguenza che il numero degli animali allevati, invece di diminuire è aumentato in modo esponenziale;
– di fatto, nonostante gli ingenti finanziamenti erogati dagli inizi degli anni ’80 che hanno portato alla realizzazione di migliaia di porcilaie razionali in tutta la Sardegna e alla corresponsione di ingenti risorse sottoforma di indennizzi, la presenza del virus, con le conseguenti morie di suini allevati, non si è arrestata, ma piuttosto è pressoché diventata endemica, con andamenti ciclici nel manifestarsi della epidemia;
– questo stato di cose ha portato all’adozione, da parte delle autorità sanitarie nazionali, europee e internazionali, di misure drastiche di contenimento della potenziale diffusione del virus, con la conseguente chiusura dei mercati extra isolani alle produzioni suinicole sarde, comprese le carni lavorate e i salumi;
– la contemporanea presenza del virus della PSA, con ricorrenti esplosione di focolai diffusi negli allevamenti, sommata alle drastiche restrizioni alle esportazioni sui mercati nazionali e internazionali, ha spinto il comparto suinicolo della Sardegna verso la marginalità produttiva, rendendo impossibile effettuare investimenti e l’avvio di un percorso di crescita, analogo a quello di altri comparti produttivi zootecnici;
– a dimostrazione della inadeguatezza delle misure fin lì intraprese per contrastare ed eradicare il virus della PSA, in ultimo, negli anni tra il 2010 e il 2014 si è assistito ad una recrudescenza della diffusione del virus della PSA negli allevamenti della Sardegna, con una escalation dei focolai che, nel triennio 2011/2013, hanno superato i 200 casi;
– nel 2012, con decreto del Presidente della Regione 3 maggio 2012, n. 56, preso atto dell’impossibilità di arginare l’epidemia con gli ordinari mezzi a disposizione dei Servizi veterinari, su proposta dell’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale De Francisci, venne costituito un tavolo interassessoriale, con lo scopo di coordinare tutte le forze regionali utili a contrastare il diffondersi del virus; già in quel provvedimento veniva individuata, quale causa primaria della recrudescenza dell’epidemia, la massiccia presenza di suini allo stato brado nelle terre pubbliche del centro Sardegna;
– detto tavolo interassessoriale, seppur costituito con le migliori intenzioni, ha dovuto scontare la mancanza di una norma chiara di riferimento che gli attribuisse i poteri necessari per porre in essere una efficace strategia di contrasto alla PSA; infatti, nonostante le aspettative, il diffondersi della malattia non venne limitato, tanto che il numero dei focolai ha continuato ad aumentare sino ad arrivare al numero di ben 109 nel solo anno 2013;
– all’inizio dell’anno 2014, l’allora Ministro per la salute On. Lorenzin, visti i numeri dell’epidemia in corso e preso atto dell’incapacità della Regione di arginare il fenomeno, con una propria nota, preannunciava il commissariamento della sanità veterinaria pubblica relativamente alla lotta alla PSA;
– l’allora Presidente Pigliaru, eletto da poche settimane, con il supporto dell’allora Assessore Arru e dell’intero Consiglio regionale, respinse l’ipotesi di commissariamento, adottando, contestualmente, provvedimenti straordinari adeguati allo stato dell’epidemia;
– constatato, dopo trentasei anni di tentativi infruttuosi, che la problematica della presenza della PSA in Sardegna non poteva essere affrontata come un normale problema di sanità animale, lasciando l’incombenza della lotta ai soli Servizi veterinari delle ASL, spesso sottodimensionati e sottoposti a minacce e ritorsioni da parte dei detentori di suini irregolari e allevati abusivamente;
– preso atto che l’esperienza pregressa rendeva evidente come il perdurare della presenza del virus era legata ad una molteplicità di fattori, non solo sanitari, ma anche economici, sociali e istituzionali e che, pertanto, era necessario costituire un soggetto operativo in grado di affrontare la problematica sotto tutti questi aspetti;
– in considerazione di queste valutazioni, già dal 2 luglio del 2014 con la deliberazione n. 25/18, venne istituito un comitato di indirizzo, composto dal Presidente della Regione, dall’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, dall’Assessore regionale dell’agricoltura e della riforma agro-pastorale e dall’Assessore regionale della difesa dell’ambiente, con il compito di indirizzare l’azione dell’Amministrazione regionale attraverso l’approvazione di un Piano d’azione regionale straordinario per l’eradicazione della PSA; contestualmente venne prevista anche l’istituzione di una struttura di missione, dotata dei necessari poteri attribuiti attraverso una specifica norma regionale, per attuare il Piano straordinario suddetto;
– in data 25 novembre 2014 con la deliberazione n. 47/3, venne costituita la struttura, con la denominazione di Unità di progetto per l’eradicazione della PSA in Sardegna (UDP PSA), alla quale partecipano tutte le componenti dell’Amministrazione regionale (Presidenza, Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, Servizi veterinari, Assessorato regionale dell’agricoltura e della riforma agro-pastorale, Assessorato regionale della difesa dell’ambiente, Corpo forestale, Ente foreste, Istituto zooprofilattico della Sardegna), il Ministero della salute, il Centro di referenza nazionale per la PSA, a cui si aggiungono l’Università di Sassari con il Dipartimento di Veterinaria e l’Università di Madrid con il Prof. José Manuel Sanchez-Vizcaino, considerato il maggior esperto internazionale in materia di PSA;
– in pari data, attraverso l’intermediazione della Rappresentanza permanente del Ministero degli esteri presso l’Unione europea, venne ottenuta la collaborazione del dott. Alberto Laddomada, capo unità della DG Salute della Commissione europea, esperto di PSA, e in seguito direttore generale dell’Istituto zooprofilattico della Sardegna;
– in data 22 dicembre 2014 il Consiglio regionale approva, senza voti contrari e con la astensione costruttiva dell’opposizione, la legge regionale n. 34 “Disposizioni urgenti per l’eradicazione della peste suina africana”, con la quale vengono finalmente attribuiti poteri reali alla struttura denominata Unità di progetto PSA;
– nello specifico, al responsabile dell’UDP PSA, viene attribuito il compito di coordinare tutte le attività, in materia di lotta alla peste suina africana, “delle strutture dell’Amministrazione regionale compresi i Servizi veterinari delle ASL”; gli viene anche attribuito, fatto assolutamente innovativo, in deroga all’articolo 9 della legge regionale n. 9 del 2006, il potere di emanare ordinanze contingibili e urgenti, in caso di inerzia dell’autorità sanitaria locale, per l’abbattimento dei capi suini allevati illegalmente allo stato brado;
– l’articolo 3 della legge regionale n. 34 del 2014, stabilisce che, il responsabile dell’Unità di progetto per la lotta alla PSA, rappresenta l’Amministrazione regionale, in materia di contrasto alla PSA, nei confronti dei competenti Servizi dell’Unione europea, del Ministero della Salute, del Centro nazionale di referenza per la PSA, del Ministero degli interni, delle prefetture, del Comando Carabinieri per la tutela della salute e delle altre forze di polizia e degli enti locali;
– nel dicembre dello stesso 2014, grazie alla preziosa collaborazione degli esperti presenti nella sua compagine, l’UDP PSA predispose la bozza del Piano straordinario regionale per l’eradicazione della PSA in Sardegna;
– nel gennaio del 2015 la Giunta Regionale, previo parere positivo del Ministero della salute e dei Servizi della Commissione europea, approvò il Piano straordinario regionale per l’eradicazione della PSA in Sardegna, dotandosi così di uno strumento operativo pluriennale, nel quale vennero previste tutte le attività ritenute necessarie per giungere allo scopo di controllare la diffusione della malattia prima e poi all’eradicazione vera e propria del virus della PSA;
– grazie alla costituzione del nuovo soggetto operativo, l’UDP PSA, detto Piano poteva essere applicato in tutta la Sardegna con modalità operative unitarie e con forti sinergie tra le componenti regionali chiamate ad operare sul campo:
– così come gli altri piani precedenti, anche quest’ultimo, prevedeva la possibilità, attraverso una forma di sanatoria, la possibilità del ravvedimento operoso di tutti coloro che detenessero ed allevassero suini in modo abusivo e illegale nella pratica del pascolo brado;
– nel corso del primo anno di applicazione questa forma di sanatoria, ha portato al ravvedimento di quasi 500 titolari di suini, che si sono potuti iscrivere ed essere riconosciuti come aziende regolari, sottoposte ai controlli sanitari di routine;
– decorso l’intero 2015, attraverso le attività di monitoraggio effettuate dalle diverse componenti regionali sul territorio, è stata constatata la presenza di numerosi branchi di maiali bradi illegali, concentrati nei terreni di proprietà pubblica delle aree centrali della nostra regione;
– dopo l’ulteriore concessione di una fase di apertura per il ravvedimento operoso, che ha visto coinvolte specialmente alcune comunità, si è proceduto secondo quanto stabilito nel richiamato Piano straordinario con la ricerca, l’individuazione e il depopolamento dei branchi di suini bradi, privi di qualunque segno di riconoscimento e non rivendicati da nessun proprietario;
– queste azioni, difficili e complesse, si sono potute realizzare grazie all’attività posta in essere dall’UDP, che ha assunto tutti i provvedimenti amministrativi necessari in applicazione delle previsioni della legge regionale n. 34 del 2014, e rese possibili grazie alla abnegazione e all’impegno del personale delle diverse articolazioni dell’Amministrazione regionale (Servizi veterinari, CFVA, Ente foreste, Istituto zooprofilatico) con la piena collaborazione delle prefetture e delle questure delle province interessate;
– i dati raccolti sugli animali bradi illegali sottoposti a depopolamento hanno confermato inequivocabilmente il ruolo fondamentale di questi animali quale principale serbatoio virale e fonte di contagio per le atre due popolazioni suinicole della Sardegna (cinghiali e suini domestici regolarmente allevati); proprio le misure di depopolamento, per quanto spiacevoli, sono quelle che hanno avuto un impatto superiore alle previsioni, determinando la favorevole evoluzione della malattia osservata negli ultimi tre-quattro anni, periodo in cui si è verificato prima un declino, poi un crollo ed infine la scomparsa della circolazione virale in Sardegna in tutte e tre le popolazioni suinicole;
– un capitolo specifico merita la gestione dell’attività venatoria sui cinghiali, realizzata dall’UDP PSA in stretta sinergia con le associazioni venatorie, che ha consentito di evitare, così come previsto dalle linee guida europee in materia di presenza di PSA nei suini selvatici, la chiusura della caccia al cinghiale in buona parte della superficie agro-silvo-pastorale della Sardegna, ma soprattutto ha consentito, grazie ad una capillare attività di formazione dei cacciatori (nel periodo 2015/2020 sono stati attivati corsi per oltre 5000 referenti delle compagnie di caccia grossa) svolta dall’UDP PSA in collaborazione con l’Agenzia Laore Sardegna, di raccogliere dati sulla circolazione del virus attraverso le analisi di laboratorio di oltre 12000 campioni/anno, processati dall’Istituto zooprofilattico della Sardegna;
– i risultati del lavoro dell’Unità di Progetto, riferiti al periodo 2015-primi mesi del 2020, sono incontestabili: è da quasi tre anni (settembre 2018) che in Sardegna non si verifica alcun focolaio di PSA negli allevamenti di suini domestici;
– le attività di contrasto al pascolo brado illegale hanno portato ad una fortissima riduzione di questo fenomeno, tale da non rappresentare, allo stato attuale, un rischio significativo dal punto di vista epidemiologico;
– il virus della PSA è, probabilmente, già scomparso anche dai cinghiali, con l’ultimo riscontro di virus avvenuto oltre due anni or sono, nell’aprile 2019;
– la stessa Commissione europea, con le visite ispettive del 2016 e del 2019, per voce del Commissario Andriukaitis che visitò la Sardegna nel novembre 2019 e, da ultimo, con la recente lettera della Commissaria Kyriakides al Ministro Speranza del febbraio 2021, ha ampiamente riconosciuto il ruolo fondamentale della Unità di progetto nel contrasto alla PSA e nel raggiungimento dei risultati sopra menzionati;
– il Consiglio regionale, al fine di creare le premesse per il rilancio del settore suinicolo sardo, in data 25 luglio 2018, approvava la legge regionale n. 28 del 2018 di cui entro il 2019 si sarebbero dovute approvare le relative linee guida per poterne dare attuazione;
DATO ATTO che:
– è indispensabile non disperdere tutto il lavoro fatto nel corso degli ultimi sei anni e, soprattutto, è fondamentale consolidare i risultati ad oggi raggiunti;
– deve essere assicurata la funzionalità operativa dell’UDP PSA che, in base alla legge regionale n. 34 del 2014, è l’unico soggetto titolato a coordinare, con pienezza di poteri, tutte le attività necessarie e tutti i soggetti istituzionali impegnati nella lotta alla PSA;
– è altrettanto urgente che l’UDP, come previsto dalla legge, predisponga e porti all’approvazione della Giunta regionale l’aggiornamento del Piano straordinario regionale per la PSA;
– devono essere attuate le azioni specifiche di sorveglianza attiva, per verificare l’avvenuta eradicazione del virus anche dai cinghiali;
– devono quanto prima approvarsi le direttive di attuazione della legge regionale n. 28 del 2018;
– deve essere assicurata, nel contempo, l’attività di sorveglianza lungo tutta la filiera suinicola, coordinando tutte le componenti regionali così come avvenuto negli ultimi sei anni;
– deve essere ripresa con fermezza l’attività di contrasto ai pochi gruppi di maiali bradi che, allo stato, risultano ancora presenti, onde evitare il proliferare del fenomeno;
CONSIDERATO che:
– la situazione epidemiologica è, comunque, già talmente favorevole da poter garantire, nell’immediato, il riconoscimento della Sardegna come zona in cui la malattia è stata già eradicata almeno dai suini domestici e che questo riconoscimento, consentirebbe di avviare un programma di rilancio del settore suinicolo dalle grandi potenzialità, mortificato nelle sue prospettive di sviluppo da quarant’anni di restrizioni commerciali;
– per contro, nel regolamento di esecuzione (UE) 2021/605 della Commissione del 7 aprile 2021, che stabilisce misure speciali di controllo della peste suina africana, la Sardegna è stata classificata nella III categoria di rischio, che è quella riservata alle aree con più marcata presenza del virus e quindi sottoposta a maggiori vincoli commerciali,
impegna la Giunta regionale a:
1) assicurare la continuità operativa dell’UDP PSA;
2) approvare le direttive di attuazione della legge regionale n. 28 del 2018 e a dare inizio alla attuazione della stessa legge;
3) porre in essere una forte e convinta azione politica verso il Governo nazionale e verso la Commissione europea, per richiamare l’attenzione sui risultati fin qui ottenuti;
4) rivendicare il diritto della Sardegna ad essere riconsiderata e riclassificata nel regolamento di esecuzione (UE) 2021/605 della Commissione del 7 aprile 2021 e, con ciò, reinserita nel contesto dei mercati europei dei prodotti a base di carne suina.
Cagliari, 8 giugno 2021