CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 427
ORRÙ – AGUS – CADDEO – LOI – PIU – SATTA Gian Franco – ZEDDA Massimo – COCCO sulla richiesta di intervento per condannare il colpo di Stato nel Myanmar.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– il Consiglio di Stato per la pace e lo sviluppo (SPDC), composto da comandanti militari e dagli alti ufficiali dell’esercito birmano, ha governato la Birmania dal 1988 al 2011, durante la dittatura militare;
– l’SPDC ha posto in atto, per più di quarant’anni, un’implacabile soppressione del popolo birmano sottoponendolo ad abusi spaventosi in fatto di diritti dell’uomo, quali il lavoro forzato, la persecuzione di dissidenti, la coscrizione di bambini soldato e la brutale repressione di importanti gruppi etnici, fra cui i karen del Myanmar orientale, causando sofferenze, trasferimenti coatti e migrazioni interne su vasta scala.
OSSERVATO che:
– il 7 novembre 2010 si sono tenute le prime elezioni multipartitiche in venti anni, dando inizio alla “transizione democratica disciplinata”. Il partito di regime “Unione, solidarietà e sviluppo” (USDP) ottenne circa l’80 per cento delle preferenze, considerato che la Costituzione birmana assegnava il 25 per cento dei seggi a militari in servizio in ogni Camera creando una maggioranza blindata per la giunta militare. Le procedure elettorali furono quindi denunciate come del tutto irregolari dalla comunità internazionale e furono boicottate dalla Lega nazionale per la democrazia, il principale movimento di opposizione, perché ritenute fraudolente e manipolate dalle forze armate;
– il 13 novembre 2010, dopo 15 anni trascorsi agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Yangon, venne liberata Aung San Suu Kyi, leader del movimento democratico birmano e figlia dell’eroe dell’indipendenza nazionale, Aung San, nonché Premio Nobel per la Pace nel 1991;
– nel 2011, l’esercito ha messo fine a quasi cinquant’anni di regime militare, aprendo la strada a un Governo civile e avviando una serie di riforme politiche e sociali nel Paese, tra cui il rilascio di prigionieri politici e la fine della censura;
– l’8 novembre 2015 le prime elezioni democratiche in Birmania sono state vinte dalla Lega nazionale per la democrazia e Aung San Suu Kyi, esclusa dalla presidenza a causa di una clausola della Costituzione sulla cittadinanza, assunse la direzione del Ministero degli esteri e successivamente ottenne l’incarico di Consigliera di Stato, ottenendo così il potere esecutivo;
– l’8 novembre 2020 la Lega nazionale per la democrazia di Suu Kyi vinse nuovamente le elezioni, ottenendo l’83 per cento dei seggi;
– il 26 gennaio 2021 il generale Min Aung Hlaing, capo delle forze armate, ha contestato i risultati del ballottaggio e ha chiesto nuove elezioni organizzate dall’esercito, minacciando che l’esercito sarebbe altrimenti intervenuto per risolvere la crisi politica in corso. La commissione elettorale ha però negato queste accuse;
– la mattina del 1° febbraio 2021 l’esercito birmano ha attuato un colpo di Stato per rovesciare il Governo eletto, destituendo il Presidente Win Myint e la Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi, entrambi arrestati insieme ad altri leader del partito e detenuti dal Tatmadaw, l’esercito del Myanmar. L’esercito ha dichiarato lo stato di emergenza per un anno e ha consegnato il potere al capo delle Forze armate, Min Aung Hlaing.
EVIDENZIATO che:
– i soldati, schierati nelle strade della capitale Naypyidaw e della città principale Rangoon, hanno creato dei posti di blocco lungo le arterie principali;
– Aung San Suu Kyi ha chiesto alla popolazione di resistere e di non accettare il colpo di Stato;
– da settimane cresce quotidianamente il numero delle vittime tra i manifestanti, tra i quali ci sono moltissimi ragazzi e ragazze scesi in strada per protestare contro il colpo di Stato militare, subendo repressioni e arresti arrivati a più di 1500 dall’inizio di febbraio.
RILEVATO inoltre che:
– la popolazione birmana ha subito un grave isolamento: le linee telefoniche nella capitale sono state tagliate, la televisione pubblica ha interrotto le trasmissioni e l’accesso a Internet è stato bloccato;
– nei giorni successivi al golpe si sono susseguite manifestazioni pacifiche in Myanmar che sono state duramente represse dalla polizia e che hanno portato alla dichiarazione della legge marziale in buona parte del Paese.
CONSIDERATO che:
– il colpo di Stato in Myanmar non solo ha messo bruscamente fine a 10 anni di percorso democratico nel Paese, ma riflette anche quella che secondo gli esperti è una preoccupante regressione democratica nella regione nel suo insieme e che interessa tutte le democrazie;
– diversi paesi, come l’Australia, la Nuova Zelanda, la Turchia, Regno Unito e gli Stati Uniti, hanno condannato il colpo di Stato e hanno chiesto il rilascio dei detenuti e il ripristino del Governo legittimamente eletto; la Casa Bianca ha definito il colpo di Stato “un attacco diretto alla transizione del Paese verso la democrazia e lo stato di diritto” e ha minacciato di imporre sanzioni agli autori;
– l’ONU ha condannato fermamente la detenzione dei leader e definito il colpo di Stato come “un grave colpo alla democrazia in Birmania”,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a condannare il colpo di Stato avvenuto in Myanmar per mano dell’esercito birmano, che sta causando la morte di centinaia di persone e ha riportato il Paese sotto il regime militare;
2) ad esprimere il proprio dissenso e la propria preoccupazione per la cattura di Aung San Suu Kyi e degli altri prigionieri politici, chiedendone l’immediata scarcerazione;
3) a farsi portavoce di tale posizione presso le autorità diplomatiche italiane e le organizzazioni internazionali.
Cagliari, 12 marzo 2021