CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 425
LI GIOI – CIUSA – MANCA Desiré Alma – SOLINAS Alessandro sulla realizzazione del Museo dell’aviazione nell’ambito del progetto di valorizzazione dell’area aeroportuale di Vena Fiorita.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– la città di Olbia possiede un passato aeronautico molto prestigioso e ricco di storia, una storia unica e affascinante culminata con il varo del progetto Costa Smeralda, che portò alla nascita di una compagnia aerea, l’Alisarda, basata dai suoi esordi sullo scalo di Vena Fiorita;
– nel capoluogo gallurese erano già presenti dagli anni ’20 due strutture aeroportuali, l’idroscalo Anfossi e il campo d’aviazione Fausto Noce. Il primo, sorto tra l’insenatura di Porto Romano e la strada che conduce all’Isola Bianca, inaugurato il 15 maggio 1927, iniziò a servire i voli civili nel 1928, divenendo tappa intermedia sulla tratta Cagliari – Ostia inizialmente con cadenza bisettimanale e poi giornaliera dopo il successo riscontrato;
– il secondo aeroporto era il Fausto Noce, campo d’aviazione situato dove oggi sorge l’omonimo parco e dove sono ancora presenti i ruderi della palazzina di comando e gli edifici del controllo aereo;
– sia l’idroscalo Anfossi che il Fausto Noce erano adibiti ad esclusivo uso militare e per la loro vicinanza durante il secondo conflitto mondiale furono bersaglio di pesanti bombardamenti;
– Olbia venne infatti dotata durante la guerra di un terzo aeroporto denominato Vena Fiorita, dove trovava dimora una squadriglia di aerei appartenenti all’aviazione tedesca;
– durante la seconda guerra mondiale, infatti, l’allora distesa di terra battuta divenne sede di una squadriglia aerea tedesca, subendo i bombardamenti alleati;
– distante appena due chilometri dal suo successore Costa Smeralda, venne costruito su un terreno paludoso, a dispetto del pittoresco nome della località da cui prende il nome, e fu utilizzato soprattutto come scalo di rifornimento piuttosto che come vera e propria base;
– i primi voli civili iniziarono dall’immediato dopoguerra fino al 1954, quando l’Alitalia dovette chiudere le tratte per un’imbarazzante assenza di passeggeri;
– nel 1964 il giovane e lungimirante Principe Karim Aga Khan fece di questo aeroporto, sito fra gli stazzi della Gallura, la base della compagnia aerea Alisarda; gli aerei, dapprima iniziarono utilizzando una corta striscia d’asfalto, allungata in un secondo momento con qualche centinaio di metri di terra battuta;
– erano gli anni ’60, caratterizzati dalla nascita del boom del turismo in Costa Smeralda, a cui fa seguito un progressivo potenziamento della flotta di Alisarda, nata come piccola impresa di aereotaxi nel 29 marzo 1963 ad Olbia;
– il primo volo avviene nel 1964 con la partenza del primo aereo bimotore da otto posti Beechcraft C-45 e durante il primo anno di attività, a causa della bassa capienza dei due veicoli posseduti, i passeggeri trasportati furono solamente 186;
– nel 1966 diventa vettore di linea per la sua unica tratta autorizzata Olbia – Roma Fiumicino – Olbia e il 30 maggio dello stesso anno viene aggiunta la tratta Olbia – Milano Linate – Olbia;
– grazie all’acquisto di nuovi veicoli con doppia elica, in grado di accorciare i tempi di volo e di accogliere 26 passeggeri, la compagnia porta a termine 662 voli commerciali e trasporta 5.640 passeggeri;
– con il progressivo aumento del traffico turistico verso la Sardegna, l’Aga Khan effettuò nuovi investimenti: i Nord 262 furono sostituiti con i Fokker 27 e la pista di Vena Fiorita fu adeguata alle nuove esigenze e ricoperta di cemento e bitume;
– la strada provinciale, che passava proprio accanto alla pista, era dotata di semafori per fermare le auto nel momento del decollo e dell’atterraggio degli aeromobili; tra la pista e la strada vi era solo un muretto, più volte colpito dai loro carrelli;
– il check-in non era come noi lo vediamo ora, con metal detector e nastri trasportatori per le valigie, ma era ospitato in una piccola casupola e delle volte la gente, in estate, per ripararsi dal sole caldo, si metteva seduta su qualche sedia all’ombra degli alberi;
– nel ’74 la spinta propulsiva per incentivare il traffico aereo la diedero i due DC9-14 che entrarono in linea contestualmente all’apertura del nuovo aeroporto Olbia – Costa Smeralda;
– la flotta venne ampliata con l’aggiunta di due nuovi Fokker F27 da 44 passeggeri in occasione della prima tratta verso l’estero, a Nizza, e nel 1971 veniva inaugurata la tratta Olbia – Torino con scalo a Nizza e nell’anno successivo venivano aperte le tratte verso Genova, Bologna e Pisa: la flotta era ormai composta da tre Fokker F27 ed effettuava anche voli charter;
– nel 1974 i Fokker 27 vengono sostituiti con due McDonnel Douglas DC9 e per l’occasione viene inaugurato anche il primo hangar adibito alla manutenzione e quattro anni dopo, nel 1978, Alisarda riceve in concessione governativa la tratta Cagliari – Milano Linate – Cagliari;
– la flotta viene ampliata nuovamente con l’aggiunta di due DC9-32 che nel 1981 vengono sostituiti da veicoli più capienti, i DC9-51, i quali potevano ospitare fino a 139 passeggeri;
CONSIDERATO che:
– quanto sopra riportato evidenzia che, tra i pezzi di storia che hanno fatto grande la città di Olbia, l’aeroporto di Vena Fiorita rappresentava l’unica porta d’ingresso per tutti coloro i quali volevano raggiungere la Gallura per via aerea;
– l’attività aeroportuale era rivolta soprattutto ai ricchissimi personaggi del mondo della politica, grossi industriali, gente dello spettacolo, ai principi e ai nobili, il prezzo dell’aereo era un’enormità, cinque volte in più del biglietto della nave, tranne che per la tratta Olbia-Cagliari che costava mille lire in più del treno, questo nell’ottica rivoluzionaria di voler garantire la continuità isolana;
– con l’aumento del flusso dei passeggeri e con l’arrivo degli aerei più grandi, l’aeroporto diventò obsoleto e così nel 1969 venne trasferita la stazione meteorologica e nel 1974 tutti i voli vennero dirottati al più grande e moderno “Costa Smeralda”;
– fu la fine dell’antiquato aeroporto Vena Fiorita, lasciato al suo destino, esposto agli eventi atmosferici e al vandalismo: di fianco alla lunga striscia d’asfalto, dove un tempo sfrecciavano gli aerei e costeggiata ora da erbacce e rovi, oggi vi sono gli scheletri degli edifici di servizio tristemente abbandonati ed il grande hangar metallico, usato ormai come stalla, ovile e fienile;
– vederlo così, in queste condizioni, provoca una certa amarezza, una vera e propria cattedrale nel deserto che potrebbe essere ristrutturata e riutilizzata come sede di un vero e proprio museo dove esporre la storia del glorioso storico aeroporto Vena Fiorita;
RILEVATO che:
– proprio il crescente successo fu la rovina dell’aeroporto di Vena Fiorita, con la sua piccola pista da nemmeno un chilometro e mezzo non più sufficiente ad accogliere il traffico aereo dell’area;
– le strutture civili e qualche hangar vennero recuperati nel 1976, nel pieno degli anni di piombo, come eliporto per il 10° Nucleo elicotteri Carabinieri, tutt’ora presente, ma alle sue spalle restano gli scheletri degli edifici di servizio, i terreni e la lunga striscia d’asfalto ora paradiso dei motori amatoriali e degli aeromodellisti, e il grande hangar metallico, come sempre conteso fra stalla, ovile e piccionaia;
– il 14 marzo 2019 è stato siglato l’atto di cessione delle aree e dei fabbricati di proprietà dell’amministrazione regionale e da quel momento, dunque, il Comune di Olbia è a tutti gli effetti proprietario dei terreni denominati “Isolotti della Lepre” e dell’ex aeroporto Vena Fiorita, acquisiti a prezzo simbolico;
– in quella occasione è stata dichiarata la volontà del Comune di Olbia di intervenire attraverso un’opera di riqualificazione, recupero e valorizzazione delle strutture esistenti;
– d’altronde, in quel momento l’entusiasmo nei confronti di una rivitalizzazione dell’area di Vena Fiorita era alle stelle, grazie alla scelta della stessa come location per girare “Catch 22” nel 2018, la serie diretta e interpretata dal celebre attore hollywoodiano George Clooney e ambientata nella seconda guerra mondiale;
EVIDENZIATO che
– oggi il vecchio aeroporto olbiese è transennato, chiuso il set di George Clooney lo scalo dismesso di Vena Fiorita è diventato off limits e l’attesa svolta per la riqualificazione annunciata a seguito della cessione da parte della Regione al prezzo simbolico di un euro dell’intera area al Comune, rischia di rimanere lettera morta;
– l’area è sufficientemente grande da poter accogliere più progetti di valorizzazione e dare lustro alla storia aeronautica olbiese con mostre, testimonianze ed esposizioni di aeromobili d’epoca;
– la realizzazione di un Museo dell’aviazione sarebbe il riconoscimento della naturale vocazione storica, culturale e turistica dell’aeroporto e, al tempo stesso, rappresenterebbe la soluzione più coerente in ottica di riqualificazione, recupero e rilancio del campo di volo;
– già negli anni passati si propose di realizzare un museo dell’aeronautica, magari riqualificando la vecchia casa dell’aviazione del Fausto Noce, oggi un rudere dalle sorti incerte;
– la Regione non deve disperdere questo patrimonio quale splendida scenografia che testimonia gli anni d’oro della Costa Smeralda e deve semmai cogliere l’occasione di collaborare alla realizzazione di un Museo dell’aviazione quale opera di riqualificazione degli edifici dismessi e di tutta l’area, capace di dare lustro al territorio e di rendere fruibile questo patrimonio storico per i cittadini e gli appassionati,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
a voler collaborare al progetto di valorizzazione dell’area di Vena Fiorita, d’intesa con il Comune di Olbia, volto a realizzare il Museo dell’aviazione quale unico esempio nella nostra Isola capace di recuperare e raccontare una parte della storia che ha fatto conoscere e desiderare la nostra terra in tutto il mondo.
Cagliari, 9 marzo 2021