CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 383
MULA – FANCELLO – LANCIONI – MAIELI – SATTA Giovanni – SCHIRRU – USAI sull’inserimento di 14 località della Sardegna nella Carta nazionale delle aree più idonee (Cnapi) al deposito delle scorie e dei rifiuti radioattivi, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– la Sardegna rappresenta un unicum territoriale nel bacino del Mediterraneo, in quanto, rispetto alle altre isole, è quella più lontana dal continente e patisce la propria condizione di insularità come condizione di oggettiva, permanente ed insuperabile debolezza economica nell’ambito dei processi produttivi e di scambio contemporanei;
– la Costituzione del 1948, con il disposto di cui all’articolo 119, comma 3, che riporta: “per provvedere a scopi determinati, e particolarmente per valorizzare il Mezzogiorno e le isole, lo Stato assegna per legge a singole regioni contributi speciali”, contemplava un chiaro e puntuale riferimento all’insularità ed al Mezzogiorno, considerate realtà svantaggiate dal punto di vista geografico, economico e sociale da valorizzare ed alle quali destinare misure ed incentivi straordinari, e che fu oggetto di un dibattito in Assemblea costituente;
– il legislatore costituzionale del 2001 ha eliminato, sprovvedutamente, dall’articolo 119 ogni riferimento all’insularità, senza ridisciplinare la distintiva condizione delle zone insulari, dimenticando la loro evidente condizione di disequilibrio, dovuta alla loro infausta collocazione nello spazio che incide sul trasporto, sul commercio, sul diritto alla salute e sull’istruzione e, non ultimo, sul turismo;
– nonostante i trattati comunitari e internazionali i sardi continuano ad avere uno svantaggio infrastrutturale e strutturale che impedisce loro di avere pari opportunità rispetto al resto dei connazionali e dei cittadini europei; pertanto, l’unico modo per colmare tali svantaggi è il riconoscimento del principio di insularità nella Carta costituzionale, facendolo diventare parte di quell’identità costituzionale/nazionale sovraordinata ai trattati;
– la Sardegna vive sotto l’impatto della presenza militare che sottrae alla collettività l’uso sostenibile delle risorse naturali, nega il diritto al controllo democratico del territorio e, soprattutto, il diritto fondamentale alla sicurezza, alla salute e alla vita;
– nell’Isola il demanio militare permanentemente impegnato ammonta a 24.000 ettari, mentre in tutta la penisola italiana raggiunge i 16.000 ettari; a questa cifra vanno sommati i 12.000 ettari gravati da servitù militare; gli spazi aerei e marittimi sottoposti a schiavitù militare sono di fatto incommensurabili, solo uno degli immensi tratti di mare annessi al poligono Salto di Quirra con i suoi 2.840.000 ettari supera la superficie dell’intera Isola (kmq 23.821);
– l’utilizzo di uranio impoverito negli immensi poligoni che l’Isola è costretta a mettere a disposizione di USA, NATO e Italia espone ad alto rischio le popolazioni residenti nei pressi degli sterminati poligoni terrestri, aerei e navali che mortificano la nostra terra.
VISTO:
– il Referendum consultivo svoltosi in Sardegna nelle giornate del 15 e 16 maggio 2011, con cui il Popolo sardo, a fronte di un’affluenza pari al 60 per cento degli aventi diritto, ha espresso in modo inequivocabile, con oltre il 97 per cento dei voti, il proprio fermo diniego alla ubicazione nel proprio territorio di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive;
– l’Ordine del giorno di ANCI Sardegna del 19 gennaio 2015, con il quale i sindaci sardi riuniti in assemblea, all’unanimità, respingono qualunque possibilità di stoccaggio in Sardegna di scorie radioattive;
ATTESO che:
– la SOGIN, società pubblica di gestione del nucleare, il 30 dicembre scorso ha ricevuto il nulla osta del Governo per pubblicare la mappa dei siti individuati per lo stoccaggio dei rifiuti, e nella notte tra il 4 e 5 gennaio 2021 ha pubblicato sul suo sito la Carta nazionale delle aree più idonee (Cnapi) ad essere deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani;
– tale deposito sarà costituito da una superficie di 150 ettari, suddivisa in 40 ettari per il Parco tecnologico e 110 ettari come area di stoccaggio dei rifiuti radioattivi;
PRESO ATTO che in tale carta risultano interessate 4 aree in Provincia di Oristano e 10 nel Sulcis, tutte sulle ondulazioni che circondano il Campidano: Siapiccia, Albagiara, Assolo, Mogorella, Usellus, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villamar, Mandas, Siurgus Donigaia, Segariu, Guasila, Ortacesus;
CONSIDERATO che:
– una eventuale decisione del Governo di individuare in Sardegna la sede nazionale del deposito per le scorie radioattive, per le ragioni esposte in premessa, comporterà un effetto moltiplicativo negativo devastante per l’Isola, già alle prese con le problematiche derivanti dall’insularità, la lontananza dai mercati, il non efficiente sistema dei trasporti marittimi ed aerei e i suoi alti costi, la mancanza della rete di gas metano, il maggior costo dell’energia elettrica che si traducono per il sistema economico sardo in maggiori costi di produzione e commercializzazione che rendono poco competitive le produzioni;
– buona parte del territorio sardo è già sottratto all’uso pubblico per il citato gravame costituito dalle servitù militari, si aggiungono gli oltre 56 mila ettari, il secondo indice più alto nella Repubblica, di territorio compromesso dall’attività delle industrie decotte e miseramente fallite;
APPURATO che il deposito nazionale per le scorie radioattive mal si concilia e mette a repentaglio il percorso che da tempo la Sardegna ha avviato con un progressivo impegno per mezzo di politiche di sostegno adeguate ad esaltare l’Isola come perla del turismo internazionale, volte a rafforzare la crescita del settore con l’attrazione di nuovi contesti di popolazione turistica interessata alle nostre bellezze costiere e paesaggistiche di incomparabile bellezza, quale volano del futuro sviluppo economico;
EVIDENZIATO che il diritto costituzionale alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, in Sardegna è già compromesso dalle vastissime aree industriali degradate e dall’utilizzo di uranio impoverito negli immensi poligoni che l’isola è costretta a mettere a disposizione e che espone ad alto rischio anche le popolazioni residenti nei pressi di detti poligoni terrestri, aerei e navali,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) ad intraprendere ogni possibile iniziativa in tutte le sedi istituzionali deputate ad esprimere e ribadire con la necessaria forza e determinazione la ferma volontà del popolo sardo contraria a qualsiasi ipotesi che la Sardegna possa essere considerata quale sede del deposito nazionale delle scorie e dei rifiuti radioattivi;
2) a convocare con urgenza una seduta straordinaria del Consiglio regionale che veda partecipi gli stati generali del popolo sardo per una massiccia mobilitazione al fine di valutare ogni utile iniziativa mirata a scongiurare la scellerata ipotesi che la Sardegna possa essere considerata sede di stoccaggio dei rifiuti radioattivi e per ribadire la dichiarazione della Sardegna zona denuclearizzata,
chiede al Parlamento
di prendere nella dovuta considerazione le istanze sopra rappresentate che determinano e giustificano l’assoluto diniego della Sardegna allo stoccaggio delle scorie nucleari italiane sul proprio territorio.
Cagliari, 7 gennaio 2021