Mozione n. 331

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 331

CADDEO – AGUS – LOI – ORRÙ – PIU – STARA – SATTA Gian Franco – ZEDDA Massimo – GANAU – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PINNA – PISCEDDA – COCCO – LAI – MANCA Desiré Alma – CIUSA – LI GIOI – SOLINAS Alessandro – CUCCU sulla riapertura delle scuole dei comuni della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– l’Organizzazione mondiale della sanità il 30 gennaio 2020 ha dichiarato l’epidemia da Covid-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale e che in data 11 marzo è stato definito il suo carattere di pandemia;
– con deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 è stato dichiarato lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;
– in questi ultimi mesi si sta verificando una recrudescenza dell’epidemia che rischia di compromettere la ripresa di alcune attività, tra cui quelle che riguardano il mondo della scuola;

CONSIDERATO che:
– fin da subito la scuola italiana ha sospeso le attività didattiche in presenza per contribuire al contenimento del contagio del Covid-19 nell’intera popolazione; contestualmente tutti gli insegnanti hanno avviato la cosiddetta “didattica a distanza”, ognuno con le risorse e le competenze in possesso, ma tutti col forte senso di responsabilità imposto da una situazione emergenziale di una potenza imprevista e forse imprevedibile;
– per far ripartire il mondo della scuola occorre un enorme lavoro di organizzazione, che deve tenere conto di una catena di problemi che va dall’uscita di casa e dall’entrata a scuola fino alla gestione dell’uscita da scuola e del rientro a casa, intrecciandosi con altre attività e servizi, a cominciare dal trasporto pubblico;

CONSTATATO che:
– è compito della politica garantire il diritto alla salute nel saggio bilanciamento di tutti gli altri diritti dei cittadini, fra i quali quello all’istruzione non può e non deve essere totalmente (ma neppure parzialmente) sacrificato;
– il riproporsi di una situazione che veda bambini e adolescenti chiusi tra le mura delle loro case, in molti casi sovraffollate e prive di spazi adeguati, rischierebbe di creare gravi e perfino irreversibili ripercussioni sulla loro crescita;
– l’insegnamento a distanza non può sostituire le attività in presenza; nonostante gli ammirevoli sforzi compiuti dalla grande maggioranza delle persone coinvolte, insegnanti, studenti e genitori;
– la didattica a distanza non può essere considerata che una soluzione di pura emergenza e comunque complementare alla tradizionale didattica in presenza, anche nella malaugurata ipotesi di un nuovo periodo di lockdown;

VISTO che:
– il 26 giugno 2020 è stato pubblicato il decreto ministeriale “Adozione del documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di istruzione per l’anno scolastico 2020/2021”;
– il “Piano scuola 2020/2021” prevede la ripresa delle attività scolastiche su tutto il territorio nazionale in presenza, nel rispetto delle indicazioni finalizzate alla prevenzione del contagio contenute nel documento tecnico elaborato dal Comitato tecnico scientifico (CTS) istituito presso il Dipartimento della protezione civile recante “ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico e le modalità di ripresa delle attività didattiche per il prossimo anno scolastico”, approvato in data 28 maggio 2020 e successivamente aggiornato;
– la ripresa delle attività deve essere effettuata in un complesso equilibrio tra sicurezza, in termini di contenimento del rischio di contagio, benessere socio emotivo di studenti e lavoratori della scuola, qualità dei contesti e dei processi di apprendimento e rispetto dei diritti costituzionali alla salute e all’istruzione;
– il ruolo delle singole scuole, accompagnate dall’amministrazione centrale e periferica e dagli enti locali, è considerato centrale nel tradurre le indicazioni nello specifico contesto di azione, al fine di definire soluzioni concrete e realizzabili tenendo in considerazione il complesso scenario di variabili (gradi di istruzione, tipologia di utenti, strutture e infrastrutture disponibili, dotazione organica, caratteristiche del territorio, etc.);
– in ciascuna Regione l’organizzazione dell’avvio dell’anno scolastico deve essere articolata con l’istituzione di appositi tavoli regionali operativi, insediati presso gli uffici scolastici regionali del Ministero dell’Istruzione;
– il Piano scuola indica che le autonomie scolastiche si avvalgano delle ulteriori forme di flessibilità, sulla base degli spazi a disposizione e delle esigenze delle famiglie e del territorio, che contemplino ad esempio:
– una riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi di apprendimento;
– l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso;
– una frequenza scolastica in turni differenziati, anche variando l’applicazione delle soluzioni in relazione alle fasce di età degli alunni e degli studenti nei diversi gradi scolastici;
– per le scuole secondarie di II grado, una fruizione per gli studenti, opportunamente pianificata, di attività didattica in presenza e, in via complementare, didattica digitale integrata, ove le condizioni di contesto la rendano opzione preferibile ovvero le opportunità tecnologiche, l’età e le competenze degli studenti lo consentano;
– l’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari, ove non già previsto dalle recenti innovazioni ordinamentali;
– una diversa modulazione settimanale del tempo scuola su delibera degli Organi collegiali competenti;
– le istituzioni scolastiche avranno cura di garantire a ciascun alunno la medesima offerta formativa, ferma restando l’opportunità di adottare soluzioni organizzative differenti, per realizzare attività educative o formative parallele o alternative alla didattica tradizionale;

RILEVATO che:
– il coinvolgimento dei vari soggetti pubblici e degli attori privati, in una logica di massima adesione al principio di sussidiarietà e di corresponsabilità educativa, deve essere orientato a:
– sostenere le autonomie scolastiche, tenuto conto delle diverse condizioni e criticità di ciascuna, nella costruzione delle collaborazioni con i diversi attori territoriali che possono concorrere all’arricchimento dell’offerta educativa individuando finalità, ruoli e compiti di ciascuno sulla base delle risorse disponibili;
– favorire la messa a disposizione di altre strutture o spazi, come parchi, teatri, biblioteche, archivi, cinema, musei, al fine di potervi svolgere attività didattiche complementari a quelle tradizionali, comunque volte a finalità educative;
– priorità irrinunciabile deve essere quella di garantire, adottando tutte le misure organizzative ordinarie e straordinarie possibili, sentite le famiglie e le associazioni per le persone con disabilità, la presenza quotidiana a scuola degli alunni con bisogni educativi speciali, in particolar modo di quelli con disabilità, in una dimensione inclusiva vera e partecipata;

POSTO che:
– il 31 luglio 2020, in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni, è stato approvato il “Documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia, risultato del lavoro coordinato dal Ministero dell’istruzione con gli altri ministeri competenti, le regioni e l’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) e articolato in 10 punti:
1. Corresponsabilità educativa
2. Stabilità dei gruppi
3. Organizzazione degli spazi
4. Aspetti organizzativi
5. Figure professionali
6. Refezione e riposo pomeridiano
7. Protocolli di sicurezza
8. Formazione del personale
9. Disabilità e inclusione
10. Indicazioni igienico-sanitarie/allegato tecnico
– il 6 agosto 2020 è stato firmato il “Protocollo d’intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di Covid-19”;
– il 21 agosto 2020, nel Rapporto ISS Covid-19 n. 58/2020, sono state pubblicate le “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia a cura del gruppo di lavoro ISS, del Ministero della salute, del Ministero dell’istruzione, dell’INAIL, della Fondazione Bruno Kessler, della Regione Emilia-Romagna e della Regione Veneto;

EVIDENZIATO che:
– per far si che la scuola riparta in sicurezza è fondamentale garantire a tutto il personale della scuola, agli studenti e alle famiglie il costante monitoraggio del proprio stato di salute attraverso test e screening costanti, la fornitura di dispositivi di protezione individuale, anche nel caso in cui la consegna da parte dello Stato non fosse puntuale e la misurazione della temperatura corporea attraverso la dotazione di rilevatori; verificare l’efficienza e l’adeguatezza dei trasporti, l’effettivo adeguamento dei locali da parte degli enti locali e la garanzia di servizi indispensabili quali lo scuolabus e la mensa;
– è indispensabile garantire fin dal primo giorno di scuola le figure educative e di assistenza alla persona per gli alunni disabili;
– la Regione, nell’esercizio del proprio ruolo sussidiario sia verso le scuole che verso gli enti locali, deve intervenire perché sia garantito a tutti e in sicurezza il diritto allo studio;

TENUTO CONTO che:
– dall’inizio del lockdown sono state presentate numerose interrogazioni e mozioni, tutte tendenti a focalizzare l’attenzione della Giunta sulle gravi ricadute che la chiusura delle scuole avrebbe comportato sulla formazione e sulla crescita di bambine e bambine, di ragazze e ragazzi e con l’intento di sollecitare interventi di supporto alle scuole e alle famiglie per rendere meno drammatico l’allontanamento fisico degli studenti dalla scuola e dalle relazioni sociali;
– in data 27 agosto 2020 è stata inviata al Presidente del Consiglio della Regione una richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale, ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento, sulla situazione della scuola sarda in vista dell’avvio dell’anno scolastico 2020-2021 con particolare riferimento alle misure di sicurezza sanitaria necessarie a contrastare il contagio da Covid-19,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a intervenire, nell’esercizio del ruolo sussidiario della Regione sia verso le scuole che verso gli enti locali, affinché sia garantito a tutti il diritto allo studio anche attraverso l’implementazione delle reti per la connessione Internet in tutto il territorio regionale;
2) a garantire a tutto il personale della scuola, agli studenti e alle famiglie il costante monitoraggio del proprio stato di salute attraverso la somministrazione di test e screening costanti, la fornitura di dispositivi di protezione individuale, nel caso in cui la consegna da parte dello Stato non fosse puntuale o sufficiente, e la dotazione di rilevatori della temperatura corporea;
3) a verificare l’efficienza e l’adeguatezza dei trasporti, l’effettivo adeguamento dei locali da parte degli enti locali e la garanzia di servizi indispensabili quali lo scuolabus e la mensa scolastica;
4) a garantire fin dal primo giorno di scuola le indispensabili e già previste figure educative e di assistenza alla persona per gli alunni disabili.

Cagliari, 14 settembre 2020

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