Mozione n. 329

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 329

ORRÙ – SATTA Gian Franco – AGUS – CADDEO – LOI – PIU – STARA – ZEDDA Massimo sulla necessità di un piano strategico per l’installazione di impianti eolici in Sardegna.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– da anni le associazioni ecologiste premono perché la produzione di energia elettrica si rivolga a fonti rinnovabili e a minore impatto ambientale: il solare, l’eolico, il geotermico, ecc;
– grazie alla Convenzione internazionale sui cambiamenti climatici di Kyoto e al relativo protocollo del 1997, alla decisione dei Ministri dell’ambiente degli Stati membri dell’Unione Europea del 17 giugno 1998 (che prevede per l’Italia riduzione del 6,5 per cento delle emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990, 100 milioni di tonnellate equivalenti di anidride carbonica), alla legge n. 120/2002 (ratifica del Protocollo di Kyoto) e al decreto legislativo n. 387/2003, la promozione delle energie alternative è diventata realtà anche in Italia;
– l’introduzione di incentivi e “certificati verdi” per l’utilizzo di fonti rinnovabili riguarda la promozione di fonti energetiche di importanza strategica, capaci di rappresentare nel tempo un’alternativa reale al consumo di combustibili fossili;
– tuttavia, in Italia si è verificata una corsa alla costruzione di impianti eolici anche in siti che in Germania, in Danimarca o in Gran Bretagna non verrebbero nemmeno presi in considerazione per la loro scarsa produttività; gli operatori, infatti, hanno molto da guadagnare anche con installazioni in siti non idonei, e possono promettere sempre e comunque compensi ai comuni per agevolare il rilascio delle autorizzazioni all’installazione degli impianti;
– per quanto riguarda l’eolico occorre tenere in considerazione che al di sopra dei 6 metri al secondo di velocità media annua del vento è competitivo anche senza bisogno di incentivi; con il “certificato verde”, che concede agevolazioni indifferenziate a qualsiasi fonte senza tener conto dei diversi costi di investimento, il ricavo è più che raddoppiato e costituisce un business molto attraente.

RILEVATO che:
– negli ultimi anni 20 anni in Sardegna sono proliferati i parchi eolici: grazie all’accesso a cospicui fondi pubblici (soprattutto europei) e alla liberalizzazione della produzione dell’energia elettrica, ma soprattutto all’obbligo per i produttori di ottenere almeno il 2 per cento, annualmente incrementato dello 0,35 per cento (cosiddetti “certificati verdi”) da energie rinnovabili (decreto legislativo n. 79 del 1999, cosiddetto “decreto Bersani”, e D.M. Industria 11 novembre 1999), è cresciuta in termini esponenziali la richiesta di soggetti privati per installare le cosiddette wind farm (centrali eoliche);
– pur producendo energia “pulita”, le centrali eoliche hanno sempre un impatto ambientale non trascurabile, innanzitutto sotto il profilo visivo e paesaggistico; possono, poi, comportare il taglio di vegetazione anche ad alto fusto per la realizzazione di piste di accesso, elettrodotti e piazzole, gravi danni all’avifauna selvatica (soprattutto alle popolazioni di rapaci e alle specie migratrici) e ai fondali marini, soprattutto alle praterie di posidonia (centrali off-shore); al termine del periodo di attività (25 anni), inoltre, dovrebbe essere effettuata una costosa rimozione o decommissioning, aspetto di notevole importanza che molto spesso è stato tralasciato dalle valutazioni di Regione e comuni;
– con il decreto legislativo n. 387 del 2003 (Attuazione della direttiva n. 2001/77/CE sulla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili) sono state introdotte diverse disposizioni in materia, fra le quali riveste notevole importanza la previsione di linee guida per la realizzazione di impianti di produzione energetica da fonte eolica, con particolare riferimento al loro corretto inserimento ambientale-paesaggistico e con la facoltà, da parte delle regioni, di individuare i siti non idonei per l’ubicazione di tali impianti, in particolare le centrali eoliche (articolo 12, comma 10).

CONSIDERATO che:
– il Piano energetico regionale (PERS02), approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 15/42 del 28 maggio 2003, prevedeva una potenza massima installabile riservata all’energia eolica pari a 2.000 MW, valutazione di aspetti di natura ambientale, individuazione di aree idonee per la cantierabilità e tempi degli interventi, garanzie sul decommissioning, accordi preliminari con le amministrazioni direttamente e indirettamente interessate, aspetti di interconnessione con la rete elettrica, previsioni di due bandi pubblici per l’assegnazione della potenza prevista (900 MW entro il 2004, 1.100 MW entro il 2005); i progetti già autorizzati avrebbero dovuto avviare i lavori entro un anno, pena la perdita della potenza assegnata;
– con la legge regionale 25 novembre 2004, n. 8, “Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale”, si pose un deciso freno alla realizzazione di “parchi eolici” nell’isola, vietandone la realizzazione fino all’approvazione del Piano Paesaggistico regionale (articolo 8, comma 3);
– con l’approvazione del PPR venne introdotto un divieto temporaneo alla realizzazione di impianti eolici negli “ambiti di paesaggio costieri” e vennero definiti i tempi per l’elaborazione di uno studio specifico per l’individuazione di aree a basso valore paesaggistico in cui ubicare gli eventuali impianti eolici, qualora previsti dal Piano energetico regionale (articolo 112, comma 2);
– con la deliberazione n. 28/56 del 26 luglio 2007, in attuazione delle disposizioni della legge regionale finanziaria n. 2 del 2007 (articolo 18, comma 1) e del PPR, la Giunta regionale individuava le aree dove ubicare le centrali eoliche, principalmente aree industriali già infrastrutturate e compromesse e dettava altre specifiche indicazioni;
– con deliberazione n. 12/21 del 20 marzo 2012, la Giunta regionale approvava il “Piano d’azione regionale per le energie rinnovabili della Sardegna. Documento di indirizzo sulle fonti energetiche rinnovabili” che contiene gli scenari energetici necessari al raggiungimento dell’obiettivo specifico del 17,8 per cento di copertura dei consumi finali lordi di energia con fonti rinnovabili nei settori elettrico e termico, assegnato alla Sardegna con decreto del Ministero dello sviluppo economico del 15 marzo 2012;
– il documento di indirizzo ipotizzava nel comparto eolico uno sviluppo della potenza installata complessiva fino a ca. 1.500 MW, prevedendo, quindi, l’esito positivo e la conseguente realizzazione di ca. il 30 per cento delle istanze di autorizzazione unica ai sensi del decreto legislativo n. 387 del 2003 ricevute sino a quel momento dall’Amministrazione regionale;
– per quanto riguarda il bilancio energetico delle fonti rinnovabili, il documento di indirizzo sulle fonti energetiche rinnovabili riporta la configurazione che dovrebbe assumere il comparto elettrico ai fini del raggiungimento dell’obbiettivo del 15 per cento nel 2020, prevedendo per l’eolico on-shore una potenza installata di 1.500 MW, 1.700 ore annue di funzionamento, per un’energia prodotta di 2.550 GWh e 219,26 Ktep, corrispondente al 42,59 per cento del totale dell’energia prodotta da fonti rinnovabili;
– il documento evidenzia, quindi, una distribuzione dell’utilizzo delle fonti energetiche caratterizzato da una prevalenza dalla fonte eolica e, coerentemente con gli indirizzi dettati dalla Giunta regionale, esclude qualsiasi ipotesi di utilizzo alla fonte eolica off-shore;
– tuttavia la Regione non ha mai potuto definire gli interventi previsti sul mare territoriale, perché di competenza dello Stato;

EVIDENZIATO che:
– con deliberazione n. 40/11 del 7 agosto 2015, la Giunta regionale ha approvato il documento che individua le aree e i siti non idonei all’installazione degli impianti alimentati da fonti di energia eolica, conformemente alle previsioni di cui al decreto legislativo n. 387 del 2003, ai principi espressi dalla Corte costituzionale, nonché alle disposizioni di carattere generale contenute nel decreto ministeriale 10 settembre 2010;
– con deliberazione n. 45/40 del 2 agosto 2016 la Giunta regionale ha approvato definitivamente il Piano energetico ambientale regionale della Sardegna 2015-2030 “Verso un’economia condivisa dell’Energia” che, relativamente alla Strategia 5 – Eolico, evidenzia che “le analisi svolte per la predisposizione del Piano d’Azione, nell’ambito del tavolo tecnico di elaborazione del decreto ministeriale Burden Sharing, hanno mostrato che il valore di 1.500 MW di potenza eolica installata costituisce un limite oltre il quale la producibilità di energia, da fonti rinnovabili non programmabili, può essere soggetta a significative riduzioni, allo scopo di preservare la continuità e la stabilità di esercizio della rete. Lo scenario limite dimostra altresì come una potenza superiore non sia necessaria ai fini del raggiungimento dell’obiettivo con un mix equilibrato tra le diverse fonti rinnovabili. A riguardo potrebbe essere necessario compiere un’ulteriore ricognizione delle aree idonee all’installazione degli impianti eolici on-shore all’interno di quanto previsto dalla legge regionale n. 3 del 2009 al fine di indirizzare gli operatori del mercato verso scelte funzionali agli obiettivi regionali di produzione di energia da fonte rinnovabile. Una volta compiuta la suddetta ricognizione sarebbe auspicabile codificare, anche per via legislativa, un termine di riferimento quantitativo oltre il quale l’affollamento degli impianti è da ritenersi insostenibile dal punto di vista paesaggistico, del consumo del territorio e del grado di saturazione dell’infrastruttura di rete oltre che non funzionale al raggiungimento degli obiettivi regionali”;

VISTO che:
– i dati del Piano energetico ambientale regionale della Sardegna 2015-2030 relativi alle fonti di produzione energetica rivelano che il 71 per cento proviene da fonte termoelettrica, il 13 per cento da fonte eolica, il 7 per cento da fotovoltaico, il 5 per cento da bioenergie, il 4 per cento idroelettrico;
– la produzione lorda di energia è stimata in 13.936,4 Gwh, quella netta per il consumo in 12.888,4 Gwh, di cui vengono utilizzati solo 8.804,9 Gwh, questo significa che vi sono 4.083,5 GWh di energia prodotta in più rispetto alla richiesta, corrispondenti al 46,4 per cento;
– il surplus di energia prodotta viene esportato, per quanto possibile, attraverso i cavidotti verso la Penisola (SaPeI, capacità 1.000 MW) e verso la Corsica (SaCoI, SarCo, Corsica, capacità 300 MW + 100 MW), con una perdita complessiva della rete di 600 Mwh, vista la limitata capacità dei due sistemi di trasporto dell’energia, complessivamente di 1.400 MW;
– il terzo collegamento fra la Sicilia e la Sardegna, recentemente annunciato dal Governo nazionale e oggetto di un accordo del settembre 2019 fra Regione Siciliana, Terna s.p.a. e Cassa depositi e prestiti, non ha finora incontrato il favore della Regione che sembra voler continuare a puntare sul metano;
– il più recente SAIPE, che approda nel Lazio, pur essendo costato 750 milioni di euro non è completamente operativo per problemi tecnici;

POSTO che;
– dalle analisi effettuate in relazione alla redazione del Piano energetico ambientale regionale della Sardegna 2015-2030 “Verso un’economia condivisa dell’Energia”, tra le criticità della rete di trasmissione della Regione si segnalano:
– gruppi di produzione termoelettrica obsoleti e limitati, in termini di flessibilità e affidabilità, e quindi non ottimali per il fabbisogno dell’Isola;
– considerevole presenza di fonti rinnovabili non programmabili;
– considerevole riduzione strutturale del carico elettrico;
– ridotta disponibilità in servizio di gruppi di produzione con conseguente minore disponibilità di risorse utili alla regolazione;
– forti problematiche di esercizio nelle porzioni di rete AT nell’area nord orientale (Gallura), specialmente durante la stagione estiva;
– scarsa magliatura della rete AT che determina problemi di trasporto e di contenimento dei valori di tensione;
– limiti nella capacità di trasporto della rete che condizionano l’utilizzo in piena potenza del collegamento con la Corsica (SAR.CO);
– limitazioni della capacità di trasporto nella rete nord occidentale che vincolano l’esercizio della rete attuale rendendola meno flessibile e affidabile;
– limitato numero di unità produttive asservite alla regolazione di tensione che fanno prevedere, nel breve-medio periodo, rischi di stabilità dei profili di tensione con possibile impatto sulla sicurezza del sistema isolano e dell’interconnessione con il continente;
– problematiche nell’area sud ovest dove la configurazione di rete è tale da determinare in alcune condizioni di esercizio il degrado dei profili di tensione sulla rete 220 kV;
– problematiche nell’area sud est, fra l’Ogliastra e l’area di Cagliari che rende necessario aumentare la magliatura della rete per incrementare la flessibilità di esercizio e la sicurezza;
– criticità, nell’area di produzione di Sarlux e nell’area urbana di Cagliari dove si rende necessario incrementare l’affidabilità di esercizio e dei margini di continuità del servizio;
– l’elevata penetrazione di nuova produzione da fonte rinnovabile in forte sviluppo sul sistema elettrico della Sardegna rende necessario il potenziamento della rete di trasmissione in direzione Sud – Nord in sinergia con il rinforzo dell’interconnessione con il continente;
– lo sviluppo di un piano sulle fonti energetiche rinnovabili non può prescindere dallo sviluppo contemporaneo del sistema infrastrutturale, non solo di trasmissione, ma soprattutto di distribuzione; a questo proposito sarebbe opportuno puntare sullo sviluppo della ricerca e la realizzazione di sistemi di accumulo energetico;
– potenziare l’eolico avrebbe senso solo se si andassero a sostituire le fonti fossili più inquinanti (petrolio e derivati, carbone), diversamente potrebbe addirittura comportare danni al contesto socio-economico dei nostri territori;

TENUTO CONTO infine che:
– la Ichnusa Wind Power srl ha presentato un progetto per la realizzazione di una centrale eolica off-shore (Floating Offshore Wind Farm – FOWF), attualmente ancora in fase di verifica preliminare da parte del Ministero dell’Ambiente; si tratta di un investimento da 1,4 miliardi di euro che prevede l’installazione di 42 pale flottanti da 265 metri su una superficie di 49 mila metri quadri a 35 km dalle coste del Sulcis; la potenza prevista è di 12 MW ciascuna per complessivi 504 MW; l’impianto eolico sarà formato da due sottoparchi costituiti da 21 turbine ciascuno; la distanza geometrica minima tra le singole turbine è 1800 metri; la durata prevista della centrale eolica sarebbe di 30 anni e il cavidotto di collegamento dovrebbe approdare sulla terraferma a Portoscuso;
– l’impianto al largo dell’Isola di San Pietro avrebbe un forte e irreversibile impatto sull’economia già precaria del Sulcis poiché, a fronte di nessun guadagno, rischia di compromettere l’ambiente, il paesaggio, la pesca e la navigabilità delle acque di quel mare;
– i sindaci dei Comuni di Arbus, Buggerru, Fluminimaggiore, Gonnesa, Iglesias e Portoscuso hanno da subito manifestato la propria contrarietà al progetto; il 6 agosto 2020 hanno incontrato l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente che ha rassicurato i primi cittadini comunicando loro che il parere regionale, che il Ministero dell’ambiente ha chiesto di ricevere entro il 20 agosto, a un mese dall’invio del progetto agli uffici regionali, sarà certamente negativo e sarà ampiamente motivato sotto il profilo tecnico-giuridico;

VISTO infine che:
– ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia sono materie di legislazione concorrente tra la Regione e lo Stato;
– ai sensi dell’articolo 4 dello Statuto speciale per la Sardegna la Regione emana norme in materia di produzione e distribuzione dell’energia elettrica;
– la Regione deve puntare sul potenziamento dell’eolico con l’obiettivo della decarbonizzazione dell’Isola e della sostituzione dell’attuale modello energetico,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a compiere una ulteriore ricognizione delle aree idonee all’installazione degli impianti eolici on-shore all’interno di quanto previsto dalla legge regionale n. 3 del 2009, al fine di indirizzare gli operatori del mercato verso scelte funzionali agli obiettivi regionali di produzione di energia da fonte rinnovabile; una volta compiuta la suddetta ricognizione, a codificare, anche per via legislativa, un termine di riferimento quantitativo oltre il quale l’affollamento degli impianti sia da ritenersi insostenibile dal punto di vista paesaggistico, del consumo del territorio e del grado di saturazione dell’infrastruttura di rete, oltre che non funzionale al raggiungimento degli obiettivi regionali;
2) a predisporre quanto prima – attraverso la collaborazione tra gli Assessorati dell’industria, della difesa dell’ambiente e degli enti locali, finanze e urbanistica, sentiti i rappresentanti degli enti locali e i portatori di interesse – un disegno di legge che disciplini in modo organico l’installazione di impianti eolici a terra e a mare, un vero e proprio atto di pianificazione su scala regionale che vada a effettuare una seria programmazione del settore, tenendo conto dei reali fabbisogni energetici della Sardegna, preveda eventuali misure di compensazione ambientale per i territori interessati;
3) a sviluppare, parallelamente al piano sulle fonti energetiche rinnovabili, il sistema infrastrutturale, di trasmissione e di distribuzione, puntando sullo sviluppo della ricerca e la realizzazione di sistemi di accumulo energetico;
4) a far si che le società proponenti dichiarino la propria capacità potenziale di produzione di energia e quella di erogazione in continuità, corredando il progetto con precise indicazioni sulla riduzione delle emissioni inquinanti rispetto all’utilizzo di fonti fossili e prevedendo la realizzazione di appositi sistemi di accumulo e distribuzione;
5) a impedire, nelle more della predisposizione del disegno di legge con cui verranno puntualmente individuati i siti per l’installazione di impianti eolici a terra e a mare, la realizzazione di cavidotti ad alta e media tensione nei 500 metri dalla linea di costa.

Cagliari, 11 settembre 2020

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