Mozione n. 262

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 262

ORRÙ – AGUS – CADDEO – LOI – PIU – SATTA Gian Franco – STARA – ZEDDA Massimo – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – GANAU -MORICONI – PISCEDDA – COCCO – LAI sugli indirizzi da adottare in collaborazione con gli enti locali per l’accesso e la fruizione delle spiagge libere della Sardegna nella stagione balneare 2020.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– le misure straordinarie adottate per contrastare la diffusione dell’epidemia da coronavirus hanno avuto un notevole impatto sul sistema dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione;
– con il corposo elenco di attività e comportamenti vietati in tutto il territorio nazionale sono state messe a dura prova le libertà individuali, la libertà di circolazione delle persone, la libertà di riunione, di associazione e la libertà di iniziativa economica, nonché la fruizione dei beni comuni;
– in pochi giorni tutta la popolazione ha affrontato un radicale cambiamento degli stili di vita, tendenzialmente finalizzati all’isolamento e al distanziamento obbligato anche dalle persone care, parenti e amici;
– è innegabile che la situazione emergenziale abbia creato forti tensioni nella società, non avendo questa, mai vissuto un momento simile nella storia recente e, pertanto, risultando priva di strumenti legislativi, culturali e sociali adatti a fronteggiare uno shock economico e sociale di portata storica;
– gli effetti negativi del lockdown avviato nel mese di marzo sono molteplici e non tutti attualmente quantificabili;
– sono diversi gli studi che già dalle prime settimane del lockdown prevedevano importanti e diffusi effetti psicologici negativi nella popolazione a causa dell’isolamento sociale, della paura del contagio e della perdita del lavoro;
– la tenuta psicologica della popolazione è stata progressivamente messa a dura prova dall’assenza di certezze sui tempi di ripristino delle condizioni di vita precedenti allo scoppio dell’epidemia;
– la comunità scientifica non esclude che per le popolazioni sottoposte al lockdown si presentino, nel medio e lungo periodo, problematiche di salute mentale tipicamente associate alle epidemie e ai disastri naturali: disturbo da stress post traumatico, disturbi d’ansia e depressione;
– la fase 2 avviata recentemente in tutto il Paese con lo sblocco graduale delle misure restrittive rappresenta un processo delicato e fondamentale per il ripristino dell’esercizio dei diritti della cittadinanza, temporaneamente sterilizzati per affermare altrettanti diritti costituzionali (tutela della salute pubblica);

CONSIDERATO che:
– al fine di consentire quanto prima la ripresa di quelle attività necessarie per recuperare il benessere psicofisico dei cittadini, è stata recentemente reintrodotta la possibilità di accesso e fruizione di parchi e giardini pubblici e la possibilità di svolgere liberamente all’aperto le attività motorie e sportive;
– le ordinanze della Regione non hanno ancora ripristinato l’accesso alle spiagge per la fruizione da parte dei cittadini, ad eccezione dei praticanti di sport velici e dei pescatori, professionisti e amatoriali;
– nel mese di maggio solitamente la Regione emette la circolare balneare che stabilisce l’inizio della stagione balneare estiva in Sardegna, le funzioni assegnate ai comuni e ai titolari di concessioni demaniali, le attività esercitabili nei tratti di spiaggia libera e nei perimetri delle concessioni demaniali assegnate per finalità turistico-balneari;
– la Giunta regionale non si è ancora pronunciata sul futuro della stagione balneare in Sardegna, ormai prossima ad iniziare nonostante la fruizione turistico-balneare rappresenti per gran parte della popolazione isolana l’attività prevalente e irrinunciabile nella stagione estiva;
– la definizione di protocolli e misure ad hoc per garantire in sicurezza la fruizione delle spiagge, sia libere che in concessione, non può essere rimandata a data da destinarsi a meno di non voler mantenere in quarantena la popolazione sarda anche per l’estate 2020;
– contemporaneamente all’attuale chiusura delle spiagge alla collettività sembrerebbe siano state avviate procedure di estensione delle concessioni demaniali dei privati a discapito dei tratti di spiaggia libera;
– in assenza di istruzioni da parte della Regione i comuni attualmente non hanno alcuna indicazione sulle modalità di gestione dei litorali;
– in tale quadro di incertezza generale gli amministratori locali paventano il rischio di chiusura delle spiagge libere per tutta la stagione estiva;
– nella stagione balneare scorsa il costo medio di una giornata al mare negli stabilimenti balneari con noleggio di sdraio e ombrellone è stato di 34 euro;

EVIDENZIATO che:
– la preoccupazione generale sulla fase 2 verte sul timore che la riespansione di tutte le libertà e la conduzione degli stili di vita consolidati fino a pochi mesi fa possano determinare un nuovo aumento del tasso di contagio;
– la necessità di contemperare tutti gli interessi costituzionali posti in crisi dall’epidemia ha imposto a tutte le istituzioni e parti sociali l’avvio di un urgente processo di adattamento e ridefinizione dei modelli sociali ed economici al fine di renderli compatibili con le misure di tutela della salute pubblica;
– diverse regioni hanno da tempo avviato lo studio delle problematiche connesse con la fruizione degli spazi balneari nelle spiagge e il mantenimento delle misure di distanziamento dei bagnanti necessarie per rispettare i criteri di sicurezza utili al contenimento del contagio da Covid-19;
– la necessità di produrre per tempo i protocolli di sicurezza per garantire la fruizione delle spiagge, sia nelle parti libere che quello oggetto di concessione demaniale, è strettamente connessa con la possibilità che i cittadini sardi possano trovare, dopo mesi di restrizioni, il necessario ristoro psicofisico in ampi spazi aperti;

RILEVATO che:
– i dettagli su tutti i meccanismi di contagio e di diffusione del Covid-19 sono ancora incerti, ma gli studi finora completati sono concordi nel considerare il distanziamento interpersonale come misura principale di mitigazione del rischio contagio, che lo stesso rischio diminuisce negli spazi aperti e si aggrava in occasione di assembramenti di persone;
– il rispetto del distanziamento interpersonale tende a essere maggiormente a rischio nelle fasi di mobilità delle persone (attività motoria e sportiva all’aperto, accesso negli esercizi pubblici, ecc) e meno in contesti caratterizzati da una maggiore propensione alla “staticità” delle persone;
– una corretta valutazione delle problematiche reali di sicurezza sanitaria non può ignorare che la fruizione delle spiagge libere si concretizza attraverso fasi distinte e differenziabili anche sotto il profilo del rischio sul distanziamento interpersonale (accesso alla spiaggia, stazionamento, elioterapia, balneazione, attività motorie e sportive, fruizione dei servizi, ecc);

CONSTATATO che:
– in Sardegna certamente non mancano spazi capienti per consentire la fruizione delle spiagge libere;
– infatti la nostra è la seconda regione italiana per estensione lineare di costa sabbiosa (595 chilometri);
– con il 79,4 per cento di tratti liberi sul totale di spiaggia disponile alla balneazione l’isola detiene anche il miglior rapporto tra spiaggia libera e concessioni demaniali per uso turistico balneare:
– la rilevanza del caso Sardegna diventa evidente di fronte al dato medio italiano che vede il 42 per cento di tratti costieri sabbiosi occupati dai soli stabilimenti balneari;
– alcune regioni del centro e sud Italia sfiorano il 70 per cento di occupazione delle spiagge da parte di stabilimenti, circoli e complessi turistici;
– la Sardegna è anche la regione che presenta la più ampia disponibilità di spiaggia libera per la popolazione locale, pari 288 metri lineari/1000 abitanti (contro i 227 della Calabria, 66 della Sicilia, 58 della Liguria, 46 della Puglia);

PRESO ATTO che:
– la Sardegna ha visto il dilagare dell’epidemia da Covid-19 nelle strutture sanitarie: senza i contagi avvenuti negli ospedali, nelle residenze sanitarie assistenziali e nelle case di riposo l’isola avrebbe dimezzato i numeri della pandemia;
– nei contesti esterni al sistema delle strutture sanitarie, sulla cui gestione i comuni cittadini evidentemente potevano incidere ben poco, sardi hanno complessivamente dimostrato di saper rispettare i divieti imposti durante il lockdown per garantire il distanziamento sociale;
– nella sola città di Cagliari sono stati effettuati oltre 10.000 controlli che hanno portato a sanzione il 3 per cento dei soggetti verificati, mentre in tutto il territorio regionale il corpo forestale ha effettuato dall’inizio del lockdown oltre 43.000 controlli, sanzionando meno del 2 per cento dei soggetti sottoposti a verifica;
– piuttosto, i cittadini sardi non hanno potuto beneficiare di un quadro chiaro e coerente del sistema di divieti e limitazioni costruito dai soggetti istituzionali (Governo, Regioni, Comuni) preposti a emanare provvedimenti di limitazione delle libertà;
– la totale assenza di chiarimenti ufficiali sulle disposizioni contenute nelle ordinanze regionali ha contributo ad alimentare un quadro impreciso e nebuloso sui comportamenti consentiti, costringendo i cittadini a ricercare informazioni “non ufficiali” attraverso notizie tratte dagli organi di stampa o interpretazioni liberamente estrapolate dai social network;

POSTO che:
– la stagione estiva si caratterizzerà senza ombra di dubbio con un netto calo delle presenze di turisti in ingresso in Sardegna;
– gli effetti delle restrizioni individuali e delle chiusure necessarie per il contenimento del virus nell’isola si sono manifestate con particolare gravità sul settore turistico sin dai primi giorni di marzo;
– la grave crisi economica conseguente al drastico calo dei flussi turistici nell’isola deve essere affrontata da Governo e Regione con ogni strumento, anche di carattere straordinario, a loro disposizione e senza dover far pagare il prezzo dell’inefficacia delle misure individuate ai cittadini e alle famiglie già provate dalla crisi economica in atto;
– nell’ultima analisi sulle dichiarazioni dei redditi la Sardegna registra redditi sotto i 29 mila euro per il 55 per cento della popolazione e per 387 mila contribuenti i guadagni annuali risultano inferiori a 10 mila euro;

RITENUTO di dover:
– stabilire un indirizzo chiaro ed univoco sui prossimi provvedimenti del Presidente della Regione, inteso anche nelle vesti di soggetto attuatore degli interventi straordinari di protezione civile in Sardegna, in materia di ripristino dei diritti costituzionali e di revoca delle limitazioni delle libertà;
– ribadire, anche nell’eccezionalità della fase che tutta la popolazione sarda sta vivendo, il carattere pubblico della fruibilità del demanio marittimo;
– scongiurare qualsiasi tentativo speculativo che possa ostacolare o scoraggiare la fruizione delle spiagge libere a causa dell’inerzia delle istituzioni pubbliche,

impegna il Presidente della Regione a

1) garantire l’accesso e la fruizione delle spiagge libere come atto di democrazia e di tutela dei diritti della cittadinanza garantiti dalla Costituzione;
2) attivare urgentemente un tavolo di confronto con gli enti locali per:
– contestualizzare e adattare alle peculiarità della Sardegna indirizzi generali e protocolli proposti dagli enti pubblici statali in materia di fruizione delle spiagge per la stagione balneare 2020;
– analizzare le problematiche specifiche di accesso e fruizione delle spiagge libere dell’isola, definirne le capienze disponibili per i bagnanti e individuare le modalità di controllo e vigilanza delle misure di distanziamento interpersonale;
– promuovere un rapporto equilibrato tra le aree in concessione demaniale e i tratti di spiaggia libera tenendo conto delle specificità e delle esigenze di fruizione di ciascun contesto territoriale;
3) definire con gli enti locali un piano su scala regionale per la fruizione sostenibile delle spiagge finalizzato a:
– sostenere l’autoregolazione dei flussi balneari e l’utilizzo di sistemi di ingresso contingentato per mezzo di strumenti tecnologici disponibili per gli enti locali e la cittadinanza che consentano di conoscere le capienze delle spiagge e il loro grado di affollamento in tempo reale, permettendo al cittadino di programmare in anticipo la destinazione balneare, o evitandogli inutili spostamenti e ai comuni costieri una migliore gestione del traffico automobilistico e pedonale;
– promuovere l’autodisciplina dei bagnanti e il loro ruolo centrale per la sicurezza sanitaria di tutta l’utenza balneare;
– lanciare una campagna informativa su tutti i mezzi di comunicazione con l’indicazione delle regole, chiare ma efficaci, da adottare per l’accesso e la fruizione delle spiagge;
– installare nei varchi di accesso e lungo l’arenile pannelli informativi sulle regole da rispettare in spiaggia;
– definire modalità di controllo e di sorveglianza delle spiagge che prevedano per il personale incaricato del rispetto delle regole anti-contagio anche la contestuale vigilanza sui fenomeni di abbandono dei rifiuti.

Cagliari, 14 maggio 2020

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