CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 195
ORRÙ – AGUS – CADDEO – LOI – PIU – SATTA Gian Franco – STARA – ZEDDA Massimo di richiesta di intervento a supporto dei servizi educativi per l’infanzia gestiti da soggetti privati.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
CONSIDERATO:
– il decreto legge del 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19;
– il DPCM del 1° marzo 2020, recante ulteriori disposizioni attuative del decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, all’articolo 1, lettera d), che ha decretato la chiusura dei servizi educativi per l’infanzia, di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, dal 2 marzo fino all’8 marzo 2020;
– il DPCM dell’8 marzo 2020, recante ulteriori disposizioni attuative del decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, che ha esteso la chiusura dei servizi educativi per l’infanzia, di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, fino al 3 aprile 2020;
– il DPCM del 9 marzo 2020, recante ulteriori disposizioni attuative del decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale;
– il decreto legge del 17 marzo 2020, n.18, recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19;
PREMESSO che:
– i servizi educativi per l’infanzia sono articolati in nidi e micronidi, sezioni primavera, servizi integrativi (spazi gioco, centri per bambini e famiglie, servizi educativi in contesto domiciliare) e scuole d’infanzia. Tali servizi sono gestiti dagli enti locali in forma diretta o indiretta, da altri enti pubblici o da soggetti privati;
– i servizi educativi per l’infanzia accolgono le bambine e i bambini fino ai 6 anni di età e concorrono con le famiglie alla loro cura, educazione e socializzazione, promuovendone il benessere e lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia e delle competenze, con modalità adeguate ai tempi e agli stili di sviluppo e di apprendimento a seconda della fascia di età considerata. Tali servizi soddisfano i bisogni delle famiglie in modo flessibile e diversificato sotto il profilo strutturale ed organizzativo.
TENUTO CONTO che:
– la maggior parte dei servizi educativi per l’infanzia gestiti da soggetti privati hanno come unico sostegno economico quello derivato dalle rette che i genitori corrispondono mensilmente, senza nessun contributo da parte di enti comunali o regionali, e ove presente non è sufficiente a coprire tutti i costi vivi;
– i servizi educativi per l’infanzia gestiti da soggetti privati saranno pesantemente penalizzati dalla chiusura imposta fino al 6 aprile 2020 (data che potrebbe essere ulteriormente prorogata) e subiranno forti disagi a livello finanziario, a seguito di tutti gli obblighi già assunti nei confronti dei dipendenti e dei costi fissi da sostenere relativi agli edifici (affitti e utenze);
– gli aiuti economici previsti dal decreto legge del 17 marzo 2020, n.18, prevedono unicamente: la sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria; lo spostamento delle scadenze fiscali (articolo 61, comma 2, lettera g); la possibilità di accedere alla cassa integrazione in deroga per i dipendenti (articolo 22). Tali aiuti non sono sufficienti poiché non coprono i costi di locazione, di parte del personale, delle utenze e di altri costi onorari (commercialista e consulente),
impegna il Presidente della Regione e l’Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali informazione e sport
a individuare apposite misure straordinarie a sostegno dei servizi educativi per l’infanzia gestiti da soggetti privati, ampliando i fondi a disposizione e indirizzandoli direttamente alle strutture, per consentire loro di coprire il mancato incasso delle rette delle famiglie e far fronte agli oneri economici, scongiurando i licenziamenti e la loro definitiva chiusura.
Cagliari, 31 marzo 2020