CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 140
CUCCU – FANCELLO – CANU – ZEDDA Alessandra – CADDEO – ORRÙ – MELE per il rimborso del test genomico, valido ausilio nel processo decisionale per il trattamento dei tumori al seno.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– il tumore al seno (carcinoma mammario o tumore alla mammella) è il tumore più frequente nella popolazione femminile;
– la sua evoluzione è articolata in cinque stadi:
– lo stadio 0 indica carcinomi in situ, confinati all’area da cui hanno avuto origine (carcinoma duttale e carcinoma lobulare);
– lo stadio 1 indica tumori in fase iniziale, che misurano meno di 2 centimetri, hanno superato le pareti dei dotti galattofori o dei lobuli da cui hanno avuto origine, ma non si sono diffusi ai linfonodi né ad altre parti del corpo;
– lo stadio 2 indica tumori in stadio più avanzato, di medie dimensioni (da 2 a oltre 5 centimetri) e che non si sono diffusi ai linfonodi o di dimensioni più piccole (fino a 5 centimetri) che hanno già raggiunto i linfonodi;
– lo stadio 3 indica tumori localmente avanzati che, indipendentemente dalla loro dimensione, si sono estesi ai linfonodi o alle aree nelle immediate vicinanze del seno;
– lo stadio 4 indica tumori metastatici, che si sono diffusi ad altri organi (ossa, fegato e polmoni sono le sedi più frequenti);
DATO ATTO che le opzioni terapeutiche per la cura del tumore al seno attualmente disponibili includono la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia, l’ormonoterapia e le terapie biologiche, usate da sole o in combinazione, in base allo stadio di avanzamento della malattia;
RILEVATO che una delle strategie più diffuse per evitare il rischio di sviluppare recidive nel tumore al seno prevede la somministrazione, subito dopo l’intervento, di una terapia adiuvante a base di chemioterapia e terapia ormonale, al fine di eliminare le potenziali cellule tumorali presenti in circolo;
DATO ATTO che:
– la chemioterapia, in alcuni casi di tumore al seno (quelli positivi ai recettori ormonali in stadio precoce e a rischio intermedio), non è sempre necessaria;
– l’uso dei test genomici nelle pazienti con tumore alla mammella in stadio precoce e senza interessamento linfonodale, validati già da tempo, consente di individuare le donne che potrebbero evitare la chemioterapia e i suoi numerosi effetti collaterali (circa il 50 per cento delle pazienti, come dimostrato da recenti studi);
RILEVATO che:
– la mancata inclusione dei test nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) e quindi la non rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale mette a rischio l’equità di accesso a cure appropriate;
– in alcune nazioni europee (Germania, Regno Unito, Irlanda, Svizzera, Spagna e altre ancora) il test è attualmente rimborsato;
– alcune regioni italiane (Alto Adige e Lombardia), nelle more, si spera, dell’inclusione del test nei LEA, hanno previsto il rimborso del test genomico, fornendo un esempio virtuoso di tutela della salute delle donne e di efficienza del sistema di gestione sanitaria;
RILEVATO, altresì, che l’individuazione delle pazienti che potrebbero evitare la chemioterapia non solo migliora la qualità della vita delle stesse, ma comporta anche una sensibile riduzione dei costi sociali (il costo della chemioterapia risulta notevolmente più alto rispetto al costo del test);
VISTE le linee guida neoplasie della mammella Associazione italiane di oncologia medica (AIOM) 2019;
RITENUTO necessario e urgente garantire a tutte le donne parità di accesso alle prestazioni sanitarie,
impegna il Presidente della Regione
e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale
a porre in essere gli atti necessari a garantire la rimborsabilità del test genomico, valido ausilio nel processo decisionale per il trattamento dei tumori al seno.
Cagliari, 8 gennaio 2020