CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 132
MELONI – GANAU – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MORICONI – PIANO – COCCO – LAI – SATTA Gian Franco sulla necessità di porre in essere ogni utile iniziativa volta a impedire la possibilità che in Sardegna possano essere smaltiti rifiuti e fanghi di depurazione di provenienza extra regionale.
***************
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– la cronaca degli ultimi tempi ha evidenziato il perdurare dell’ingresso in Sardegna di rifiuti di altre regioni che vengono conferiti presso nostre discariche autorizzate, compresi fanghi di depurazione provenienti dal centro-sud Italia, che parrebbe vengano smaltiti in siti del nostro territorio regionale;
– l’articolo 41 del decreto legge 28 settembre 2018, n. 109, il cosiddetto “decreto Genova”, convertito con la legge 16 novembre 2018, n. 130, dispone tra l’altro, relativamente all’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura, una deroga ai limiti imposti dal decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 99, per tutta una serie di sostanze (policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani, policlorobifenili, Toluene, Selenio, Berillio, Arsenico) potenzialmente pericolose per la salute delle persone e degli animali e per l’ecosistema in generale;
TENUTO CONTO che oltre un anno fa, in sede di Commissione ambiente della Conferenza delle regioni e delle provincie autonome sull’esame del disegno di legge n. 109 del 2018, la Regione Sardegna e la Regione Basilicata, tramite i rispettivi e competenti assessori dell’epoca, hanno espresso forti perplessità sulle norme previste dall’articolo 41 ritenendo “essenziale acquisire, preventivamente, un parere aggiornato in merito da parte dell’Istituto superiore di sanità, essendo quello rilasciato sull’argomento in data 14 marzo 2018 limitato ai soli parametri microbiologici e perciò non satisfattivo ai fini della risoluzione di tutte le problematicità connesse agli spandimenti.”;
RITENUTO, pertanto:
– di dover assolutamente evitare che in una regione come la nostra, che in materia di rifiuti risulta tra le più efficienti e virtuose del Paese (come testimoniano le alte percentuali di raccolta differenziata raggiunte nell’Isola), che vanta importanti colture biologiche e dispone di un ambiente in larga parte ancora incontaminato, possano, ancorché in presenza di un qualche vantaggio economico, essere smaltiti rifiuti prodotti altrove;
– che l’ipotesi di smaltire tali rifiuti potrebbe, tra l’altro, rivelarsi pericolosa dal punto di vista igienico-sanitario con possibili, se non probabili, gravi ripercussioni sull’intera filiera agro-alimentare sarda;
CONSIDERATO che:
– la Regione, conformemente ai principi di prevenzione e sostenibilità messi in atto anche attraverso azioni di sensibilizzazione articolate a livello territoriale, ha finora adottato sul tema misure coerenti con la specificità socio-economica e ambientale del territorio, anche ai fini della tutela e salvaguardia di un patrimonio ambientale unico nel suo genere che impone obiettivi ben più ambiziosi;
– la situazione prospettata rischia di offrire della Sardegna un’immagine distorta rispetto alle sue preminenti vocazioni turistico-naturalistica e di terra che produce eccellenze alimentari;
– alcune regioni, in particolare del nord Italia, hanno già manifestato l’intenzione di impedire l’ingresso nel loro territorio di rifiuti provenienti da altre aree della Penisola,
impegna il Presidente della Regione e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente:
1) a valutare preliminarmente la possibilità di impedire l’ingresso in Sardegna di rifiuti e fanghi di depurazione provenienti da altre regioni italiane e/o dall’estero, o, in via meramente subordinata, ad assicurare, comunque, che tali conferimenti “extra regionali” non siano suscettibili di incidere sui livelli di autosufficienza delle discariche della nostra Regione rispetto allo smaltimento dei rifiuti indifferenziati, organici o speciali;
2) a garantire che vengano effettuati gli opportuni minuziosi controlli circa la natura, la provenienza e il rispetto dei parametri di legge di tutti i rifiuti extra regionali, nel solo caso in cui non possa essere impedito ex lege l’ingresso nella nostra Regione;
3) ad intraprendere, altresì, apposite azioni volte a disporre e verificare che i fanghi di depurazione, compresi quelli prodotti in Sardegna, non possano essere “sparsi” nei campi della nostra Isola se i livelli delle sostanze citate in premessa, e in essi contenute, non siano compatibili con le pratiche proprie della agricoltura cosiddetta biologica.
Cagliari, 18 dicembre 2019