CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 981/A
SATTA Gian Franco – AGUS – CADDEO – LOI – ORRÙ – PIU – ZEDDA Massimo, con richiesta di risposta scritta, sulle criticità riscontrate durante la campagna di screening “Sardi e Sicuri” che ha interessato la città di Sassari e altri quattordici comuni della provincia nelle giornate del 10 e 11 aprile 2021, con particolare riferimento al reclutamento di medici specializzandi.
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I sottoscritti,
premesso che:
– con deliberazione n. 36 del 19 novembre 2020 il Commissario straordinario dell’ATS Sardegna ha adottato il “Piano di intervento di emergenza Covid-19” nel quale è stata elaborata una strategia strettamente collegata alle possibili evoluzioni stimate di andamento della curva epidemica e nel quale sono previste l’insieme delle azioni da attuare per il governo della diffusione del virus e l’efficace controllo dei focolai e dei cluster epidemici;
– una delle azioni strategiche di intervento evidenziata nel piano riguarda la realizzazione di iniziative di screening della popolazione, finalizzate all’identificazione dei positivi che rappresentano vettori di trasmissione virale al fine di interrompere le catene di contagio, come risulterebbe emerso e condiviso nell’incontro tenutosi presso l’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale con l’Assessore, il Direttore generale dell’Assessorato, il Commissario ATS Sardegna ed il prof. Crisanti dell’Università di Padova, in cui è stata concordata l’esecuzione di un modello organizzativo preliminare rappresentativo dell’intero intervento, identificando il territorio dell’Ogliastra quale territorio sul quale testare l’avvio della campagna;
– dai dati emersi dall’avvio dello screening svolto in Ogliastra nelle giornate del 4 e 5 gennaio 2021 e 11 e 12 gennaio 2021, l’ATS ha ritenuto necessario, al fine di garantire il massimo successo della campagna di screening “Sardi e Sicuri” promossa dalla Regione con il coordinamento scientifico e metodologico del prof. Crisanti dell’Università di Padova, prevedere dei team multiprofessionali composti da personale amministrativo, tecnico-informatico, personale sanitario medico e infermieristico da impiegare nell’esecuzione dei test in sedi differenziate in ciascun comune;
– con la deliberazione del Commissario straordinario di ATS Sardegna n. 45 del 2 febbraio 2021, su proposta della Direzione sanitaria, è stato approvato il “Piano preliminare di screening sardi e sicuri della popolazione” con lo scopo di accertare la reale diffusione delle infezioni da SARS-CoV-2 tra i cittadini della Sardegna e individuare eventuali focolai in modo da evitare ulteriori occasioni di contagio tra soggetti positivi;
considerato che:
– nella deliberazione del Commissario straordinario dell’ATS Sardegna n. 45 del 2 febbraio 2021 si afferma che “l’attuazione della campagna di screening sulla popolazione comporta un processo organizzativo straordinario, estremamente complesso, che richiede interventi in ambiti territoriali con tre fasi sequenziali, che determinano il coinvolgimento di personale del ruolo sanitario, del ruolo amministrativo e del ruolo tecnico e un’azione sinergica con i sindacati per la gestione di tale iniziativa” e conseguentemente prevede:
– l’istituzione di una cabina di regia multidisciplinare;
– la definizione e perfezionamento del modello organizzativo e delle procedure operative; la stesura del programma preliminare di intervento in aree omogenee per densità demografica con relativo timing di attuazione; una campagna di comunicazione e sensibilizzazione collettiva;
– la programmazione e l’acquisizione delle necessarie risorse umane e strumentali e l’individuazione dei percorsi e strumenti di incentivazione del personale coinvolto nelle attività straordinarie;
– la deliberazione stabilisce, altresì, che per far fronte agli oneri a carico dell’ATS derivanti dalla realizzazione delle azioni contenute nel Piano, con successivi provvedimenti verranno assunti i relativi impegni di spesa;
rilevato che
– con nota del 31 marzo 2021 protocollo PG/2021/0115190, il Commissario straordinario dell’ATS ha comunicato al Servizio trattamento giuridico ed economico e ai coordinatori di progetto dello screening “Sardi e Sicuri” la definizione dei compensi per le attività svolte al di fuori dell’orario di Servizio previsti per le diverse figure professionali coinvolte, tra cui:
– infermieri professionali/assistenti sanitari;
– tecnici di laboratorio/OSS;
– amministrativi e tecnici non sanitari;
– referenti di progetto;
– tutte le figure della dirigenza (sanitaria e non);
– medici USCA, guardie mediche e specialisti ambulatoriali;
– per le altre figure non ricomprese nelle categorie elencate, sussistendone le condizioni e i presupposti di legge, si stabilisce che esse potranno essere remunerate solo in caso di sottoscrizione di rapporto contrattuale con ATS;
– con successiva nota del Commissario straordinario dell’ATS Sardegna, nelle more di ulteriori chiarimenti in merito all’attività svolta dalle diverse figure professionali nell’ambito della campagna di screening, viene sospesa provvisoriamente l’applicazione dei compensi definiti con la precitata nota del 31 marzo 2021 prot. PG/2021/0115190;
tenuto conto che:
– come programmato, nelle giornate del 10 e 11 aprile 2021, nella città di Sassari e in altri 14 comuni della provincia Sorso, Sennori, Ossi, Usini, Tissi, Ittiri, Castelsardo, Viddalba, Tergu, Osilo, Uri, Nulvi, Valledoria e Santa Maria Coghinas, si è svolta l’attività di screening in attuazione della campagna “Sardi e Sicuri” che ha visto il coinvolgimento di quasi 190.000 cittadini;
– un comunicato ufficiale della Regione, ha precedentemente descritto le modalità di svolgimento del monitoraggio informando che lo stesso si sarebbe concentrato in un unico fine settimana con l’impiego dei tamponi antigenici a immunofluorescenza, grazie all’ausilio di oltre 600 operatori fra medici, infermieri, amministrativi, tecnici informatici e volontari;
– l’attività è stata organizzata nelle due giornate con inizio sabato 10 aprile dalle ore 8.30, suddividendo gli appuntamenti per fasce orarie in base all’ordine alfabetico dei cognomi dei cittadini coinvolti e prevedendo l’istituzione di postazioni in ogni comune interessato dalla campagna in relazione al numero dei cittadini residenti in ciascuno di essi;
appurato che:
– all’avvio delle operazioni di screening, in molti comuni le postazioni predisposte risultavano sprovviste di gran parte del personale previsto per l’attività di monitoraggio, creando conseguentemente un grave disservizio ai cittadini recatisi nei centri designati per sottoporsi allo screening, che hanno dovuto subire diverse ore di ritardo nell’avvio dell’attività con conseguente la sovrapposizione dei turni programmati e assembramenti e, nei casi peggiori, anche rinvii al pomeriggio del monitoraggio per la mancanza di medici necessari a refertare l’esito dei tamponi;
– le amministrazioni locali, in molti casi, sono state lasciate sole e senza risposte da parte dell’ATS, senza avere alcuna indicazione su come procedere o cosa comunicare ai propri concittadini, dovendo attivarsi per risolvere autonomamente il disservizio, contattando i medici di base o i laureati in medicina presenti nel proprio comune, al fine di scongiurare il fallimento della campagna di monitoraggio;
– in molte postazioni gli amministrativi e i tecnici di laboratorio presenti, dopo lo spaesamento iniziale, hanno proceduto ad eseguire i tamponi senza la presenza di un medico che potesse refertare i test, grazie all’attività svolta dai sindaci che sono riusciti all’ultimo a coinvolgere le figure presenti nel proprio territorio;
accertato che:
– l’ATS Sardegna ha chiesto la disponibilità a prestare servizio durante la campagna di screening anche ai medici specializzandi senza contratto USCA e altro personale che inizialmente avevano dato una disponibilità di massima nei giorni precedenti il monitoraggio del 10 e 11 aprile, i quali erano stati informati dagli uffici competenti dell’ATS in merito ad una successiva chiamata, con la quale sarebbe stata indicata la sede di competenza, l’inquadramento contrattuale e la relativa retribuzione prevista per la prestazione;
– in molti casi, al pomeriggio di venerdì 9 aprile, l’ATS non aveva provveduto a comunicare né la sede di competenza né le informazioni relative alla tipologia di inquadramento contrattuale e retribuzione stabilita per l’attività prestata nelle operazioni di screening, costringendo molti dei medici specializzandi e altro personale a contattare gli uffici preposti per conoscere la sede designata, senza però avere alcun tipo di garanzia sulle altre questioni rimaste in sospeso e soprattutto senza chiarire se l’appartenenza ad una scuola di specializzazione fosse compatibile con l’inquadramento contrattuale necessario a ricevere una remunerazione per l’attività prestata; alla luce di tali problematiche e dopo aver tentato, invano, di contattare gli uffici ATS preposti per avere chiarimenti a riguardo, onde evitare di recarsi presso le postazioni adibite all’attività di screening in assenza di un regolare contratto di lavoro e copertura assicurativa, nella serata di venerdì molti medici specializzandi hanno dovuto comunicare via mail la rinuncia a prestare la propria attività nella campagna di screening, determinando le problematiche sopra descritte;
ritenuto che:
– le figure impiegate nell’attività di screening abbiano il diritto di conoscere per tempo tutte le informazioni necessarie per poter valutare la propria disponibilità a prestare o meno un’attività professionale e a questo riguardo è sconcertante che dopo una disponibilità di massima data a ridosso della data di inizio dell’attività di monitoraggio, peraltro con la rassicurazione di un successivo chiarimento in merito alla sede, all’inquadramento contrattuale e alla retribuzione prevista, a poche ore dalla data programmata non siano stati ricontattati dall’ATS per chiarire questi aspetti. È gravissimo, inoltre, che molti dei medici specializzandi, non avendo ritirato la disponibilità data, siano stati costretti a lavorare senza un regolare contratto, senza un’adeguata copertura assicurativa e senza avere la certezza di una remunerazione per l’attività prestata;
– a distanza di tre mesi dall’inizio della campagna di screening non è concepibile che il sistema organizzativo adottato da ATS presenti le criticità sopradescritte, non avendo definito aspetti fondamentali quale il reclutamento del personale necessario a svolgere l’attività programmata, che invece costituisce l’elemento cardine per la buona riuscita del monitoraggio stesso;
– a fronte dei dati allarmanti di queste settimane, che hanno visto il peggior incremento settimanale della percentuale di positivi con conseguente collocazione della Sardegna in zona rossa, l’attività di screening posta in essere negli ultimi giorni ha visto una scarsa partecipazione dei cittadini, con 29.000 adesioni allo screening su una popolazione potenzialmente interessata di 190.000 cittadini, pari al 15 per cento del totale, probabilmente anche a causa della pessima organizzazione che ha di fatto scoraggiato molti cittadini a sottoporsi al tampone;
– in questo contesto, fatto ancora più grave, la Sardegna continua ad occupare gli ultimi posti tra le regioni italiane nella somministrazione dei vaccini, allontanando il ritorno alla normalità e le condizioni necessarie per garantire la salute dei cittadini e una graduale ripresa dell’economia della nostra Isola, con effetti negativi inevitabili anche sulla imminente stagione turistica,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza della situazione sopra riportata;
2) se ritengano compatibile con le norme vigenti di tutela dei diritti dei lavoratori che un’azienda regionale possa impiegare medici specializzandi senza alcun inquadramento contrattuale, senza copertura assicurativa e nell’incertezza totale sulla relativa retribuzione;
3) quali iniziative intendano porre in essere per approfondire la questione ed evitare che in futuro possano nuovamente ripetersi le situazioni descritte in premessa, i cui effetti negativi, ancora una volta, ricadono sui cittadini sardi;
4) se non ritengano opportuno, anche in considerazione dei numeri registrati nell’ultima campagna di monitoraggio, sospendere l’attività di screening o modificarne le modalità di attuazione, potenziando invece i centri di vaccinazione con maggiore attenzione verso i territori e incrementando l’attività di vaccinazione domiciliare destinata alle persone più fragili impossibilitate a recarsi presso gli hub vaccinali.
Cagliari, 13 aprile 2021