CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 852/A
SOLINAS Alessandro, con richiesta di risposta scritta, sulla carenza di medici nel Centro di salute mentale e nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC) di Oristano.
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Il sottoscritto,
premesso che:
– il Progetto obiettivo “Tutela della salute mentale 1994-1996” ha definito il centro di salute mentale (CSM) come la struttura, afferente al Dipartimento di salute mentale, di primo riferimento per i cittadini con disturbi mentali e di coordinamento, nell’ambito territoriale, di tutti i relativi interventi di prevenzione, cura, e riabilitazione, sede organizzativa dell’équipe multiprofessionale, composta da psichiatri, psicologi, assistenti sociali ed infermieri professionali, che garantisce la presa in carico globale del paziente;
– il Progetto obiettivo precisava il ruolo fondamentale che il CSM era chiamato a svolgere, tramite l’assistenza ambulatoriale, l’intervento al domicilio, i rapporti a fini terapeutici con nuclei familiari o con gruppi, la sensibilizzazione della popolazione sui temi della salute mentale, la collaborazione con i servizi distrettuali di base, sociali e sanitari, il filtro ai ricoveri e il controllo della degenza nelle case di cura neuropsichiatriche private, al fine di assicurare la continuità terapeutica;
– a tal fine, era previsto che i CSM restassero aperti almeno 12 ore al giorno, per 6 giorni la settimana;
premesso, inoltre, che:
– recependo le indicazioni nazionali, il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 per la Sardegna ha previsto che, nelle more della predisposizione del Progetto strategico salute mentale, le Aziende sanitarie locali (ASL) si attivassero già dal primo anno di validità del Piano per la realizzazione dell’obiettivo minimo di apertura dei CSM per almeno 12 ore al giorno 7 giorni su 7;
– analogamente, le Linee di indirizzo per l’organizzazione dei dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze allegate alla deliberazione della Giunta regionale n. 35/6 del 12 settembre 2017 stabilivano che, in fase di prima applicazione, le ASL dovessero perseguire l’obiettivo dell’apertura per la suddetta durata minima, compatibilmente con la disponibilità di risorse;
– stabilivano, inoltre, che l’organizzazione del lavoro del CSM dovesse essere centrata sull’equipe multiprofessionale, che garantisse la piena ed effettiva partecipazione di tutti gli operatori e le professionalità nonché la condivisione della conoscenza delle persone prese in carico, onde favorire l’accoglienza, la relazione diretta con le persone e la presa in carico nei luoghi di vita, la gestione delle situazioni di crisi con immediatezza e nell’arco delle 24 ore, la continuità assistenziale nella gestione dei ricoveri, facilitando la dimissione e la presa in carico territoriale;
– il Piano sanitario triennale dell’Azienda per la tutela della salute (ATS) 2018-2020, con riferimento all’assistenza territoriale della salute mentale, prevede che il CSM sia attivo, per interventi ambulatoriali e/o domiciliari, 12 ore al giorno, per 5 giorni la settimana, e nella maggior parte dei centri anche 6 ore nella giornata del sabato;
considerato che:
– sulla base dei dati riportati nel Rapporto salute mentale – Analisi dei dati del Sistema informativo per la salute mentale (SISM) Anno 2018 del Ministero della salute, il numero medio di prestazioni per utente erogate dai servizi territoriali nel 2018 ammonta a 14,2, ma la Sardegna si ferma a 10,3;
– sul sito istituzionale dell’ATS, il CSM di Oristano risulta aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 08:00 alle ore 14:00, e il martedì e giovedì dalle ore 15:00 alle ore 18:00;
– del resto, la carenza di personale medico in servizio nel Centro non consentirebbe di garantirne l’apertura per almeno 12 ore al giorno, come previsto dal Progetto obiettivo nazionale, nonché dalle Linee di indirizzo regionali per l’organizzazione dei dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze del 2017 e dal Piano sanitario triennale ATS 2018-2020;
evidenziato che:
– la carenza di personale del CSM di Oristano è stata recentemente aggravata dal collocamento in quiescenza, avvenuto nel mese di ottobre 2020, di uno degli psichiatri in servizio presso il Centro, ad oggi ancora non sostituito;
– i pazienti in carico al medico in quiescenza si trovano, quindi, da tre mesi senza uno psichiatra di riferimento, con il rischio di veder vanificare i progressi fatti fino a quel momento grazie al rapporto di fiducia che avevano instaurato con il precedente;
– gli psichiatri rimasti, già sovraccarichi di lavoro perché in numero non sufficiente in rapporto al bacino di utenza del Centro, sono impossibilitati a prendere in carico ulteriori pazienti salvo casi di urgenza;
considerato, inoltre, che:
– per quanto attiene al Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC) di Oristano, il cui personale opera presso il Presidio Ospedaliero San Martino alle dipendenze funzionali del DSM con compiti di osservazione e primo intervento, trattamenti sanitari in condizioni di degenza ospedaliera, volontari e obbligatori, e consulenza psichiatrica su richieste provenienti dai pronto soccorso o dai reparti degli ospedali, è ormai tristemente nota la grave carenza di risorse umane che affligge da tempo il nosocomio e che non risparmia nemmeno il Servizio suddetto;
– il Reparto di psichiatria del San Martino, unico reparto di degenza psichiatrica per tutta la ASL, conta quindici posti letto, ma, da quando, a marzo 2020, due psichiatri sono andati in pensione, vi lavorano soltanto cinque medici turnanti più il facente funzioni primariali, dato che il primario è stato collocato in quiescenza nel lontano 2016;
– per poter gestire i turni lavorativi nel reparto in condizioni di sicurezza ed efficienza sarebbero necessari almeno undici o dodici medici;
– infatti, la “Dotazione minima di personale medico per le attività di degenza” indicata dalla Direzione generale della sanità della Regione con riferimento all’unità operativa di psichiatria, inquadrata nel livello assistenziale “elevato” (categoria 4), prevede un numero minimo di dieci medici per dieci posti letto, con un incremento di 0,3 medici per ogni posto letto supplementare;
– i cinque medici turnanti coprono di media 6 o 7 notti al mese, sicché, per sopperire, sono state autorizzate le prestazioni aggiuntive e 4 notti al mese sono, per il momento, coperte da due medici provenienti da Lanusei;
– tra l’altro, nel mese corrente l’autorizzazione per le prestazioni aggiuntive verrà a cessare, sicché l’organizzazione del lavoro nel Reparto rischia di essere irrimediabilmente compromessa;
– i medici del Reparto in questione gestiscono un carico di lavoro estremamente oneroso, dato che nel 2019 i ricoveri sono stati circa 300, di cui 38 TSO, ma la pandemia da Covid-19 ha aggravato ulteriormente la situazione;
– infatti, considerato che da marzo a maggio 2020 il nosocomio è rimasto chiuso ai ricoveri ordinari, nel 2020 i ricoveri nel Reparto di Psichiatria sono stati comunque numerosi, pari a 234, di cui, però, addirittura 52 TSO;
– in aggiunta, dato che il SPDC di Carbonia rimarrà chiuso fino alla fine di questo mese e che i SPDC di Cagliari sono pieni, alcuni ricoveri vengono, in questo momento, dirottati verso il Reparto di Oristano;
sottolineato che:
– come si legge nel Piano d’azione per la salute mentale 2013-2020 dell’OMS, ad oggi i sistemi sanitari non hanno ancora trovato risposta al carico rappresentato dai disturbi mentali, sicché vi è ancora un grande divario tra il bisogno e l’offerta di cure, e la disponibilità di un numero sufficiente di professionisti e di operatori sanitari competenti, ricettivi, sufficientemente formati ed equamente distribuiti nell’ambito della salute mentale è indispensabile per l’espansione dei servizi e per il raggiungimento di migliori esiti;
– nel documento si evidenzia, tra l’altro, come l’esposizione a eventi sfavorevoli o a fattori di stress estremo, quali l’emergenza epidemiologica in atto, può avere conseguenze gravi sulla salute mentale, tali da richiedere un esame particolarmente attento e il corretto approccio in termini di sostegno, cura e riabilitazione;
– soprattutto nella fase pandemica che stiamo vivendo si prospetta il rischio che i pazienti con patologie psichiatriche si sentano abbandonati e scompensino se il servizio sanitario regionale non offre loro la necessaria assistenza senza soluzione di continuità ;
– è, pertanto, assolutamente inaccettabile il perdurare della grave carenza di personale sanitario nel sistema che si occupa della salute mentale nel territorio oristanese,
chiede di interrogare l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se sia a conoscenza delle problematiche sopra esposte;
2) quali atti e misure intenda adottare per garantire con urgenza che il CSM di Oristano sia dotato di un numero adeguato di psichiatri nell’ambito dell’équipe multiprofessionale, valorizzando appieno la funzione del Centro quale punto di riferimento dell’assistenza territoriale per i pazienti con patologie psichiatriche e per le loro famiglie e creando le condizioni affinché ne sia garantita l’apertura per almeno 12 ore al giorno;
3) quali atti e misure intenda adottare per garantire che il SPDC di Oristano venga dotato al più presto di un numero di medici adeguato in rapporto al numero dei posti letto del Reparto e all’oneroso carico di lavoro che grava sul medesimo.
Cagliari, 21 gennaio 2021
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