Interrogazione n. 802/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 802/A

PINNA – GANAU – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PISCEDDA, con richiesta di risposta scritta, sull’interruzione dei trattamenti di Procreazione medicalmente assistita (PMA) nel centro di fisiopatologia della riproduzione del Microcitemico di Cagliari.

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I sottoscritti,

premesso che l’Istituto superiore di sanità (Iss) in data 13 marzo 2020 con nota prot. 605/CNT2020 raccomandava, in una nota congiunta del Centro nazionale trapianti (Cnt) con il Registro nazionale di Pma dell’Iss, che anche l’attività di fecondazione assistita venisse ristretta e monitorata per contenere la trasmissione del contagio da Covid-19 consigliando fortemente la sospensione dei trattamenti non urgenti; più nello specifico la nota raccomandava la sospensione delle attività riguardanti sia la donazione di gameti che i trattamenti di Pma in generale (con o senza donazione di cellule riproduttive): l’interruzione, in via precauzionale, da applicarsi alle coppie che non avessero già iniziato il protocollo di stimolazione farmacologica o che non fossero considerate casi urgenti, per via dell’età o di particolari condizioni cliniche; rimanevano attive le procedure di crioconservazione dei gameti volte a preservare la fertilità dei pazienti oncologici e di tutti quelli che sono sottoposti ad altre terapie considerate tossiche per l’apparato riproduttivo;

atteso che:
– con propria circolare numero di protocollo generale ISS A00- ISS 06/05/2020 -0016223 il Registro Pma dell’Iss, in accordo con il Cnt e con il Ministero della salute comunicavano la ripresa dei trattamenti per la fecondazione assistita, sospesi lo scorso marzo per l’emergenza legata al Covid-19 “si ritiene sussistano, ad oggi, le condizioni per la ripresa dei trattamenti momentaneamente sospesi e l’inizio di nuovi trattamenti, con priorità riservata alle coppie con indicazioni di urgenza per età o condizioni cliniche particolari e ai trattamenti sospesi in corso di pandemia”;
– le procedure, è spiegato nella circolare, sarebbero dovute riprendere gradualmente: “includendo un’attività di triage, finalizzata a individuare precocemente le situazioni di eventuale rischio e rivolta sia alle coppie che debbano iniziare o completare un trattamento, sia a tutto il personale operante nei centri PMA, il tutto garantendo la sicurezza di pazienti e operatori tali attività di triage saranno finalizzate ad individuare precocemente situazioni di eventuale rischio, permettendo così di attuare le appropriate azioni di contenimento dell’infezione ove queste si rendano necessarie; il via libera riguarda sia le procedure che prevedono la donazione di gameti che quelle che non la prevedono, e la circolare invita i centri a riorganizzare le procedure e i locali per garantire la sicurezza;
 
considerato che:
– il centro di fisiopatologia della riproduzione del Microcitemico di Cagliari, afferente all’Azienda Brotzu è centro regionale di riferimento ed eroga circa 1800 cicli di Pma l’anno;
– lo stato di emergenza Covid-19 ha determinato anche in Sardegna, da marzo a giugno, la sospensione delle attività sanitarie non urgenti o differibili e questo ha riguardato anche le attività legate ai trattamenti per l’infertilità;
– dopo la prima brusca sospensione imposta dalla gravità della situazione di marzo, i trattamenti di PMA sono stati lentamente riavviati a partire dal mese di maggio seguendo scrupolosamente i protocolli di sicurezza suggeriti e dalla regione Sardegna e dall’azienda medesima;
– nel mese di novembre, a seguito della recrudescenza del contagio, è stata imposta una nuova sospensione, che ancora perdura;
– la sospensione ha determinato per il centro del Microcitemico la riduzione di erogazione del servizio di Pma e di Pgd (diagnosi genetica preimpianto) di oltre il 50 per cento e che questo ha comportato per le pazienti e le coppie sarde un aggravamento delle sofferenze psicologiche oltre che una diminuzione elevata della possibilità di avere un figlio;
– comunque dal mese di giugno, con l’attivazione e il rispetto di tutti i protocolli anti Covid le attività di Pma sono riprese in tutto il territorio nazionale e regionale;

atteso che:
– un trattamento di Pma – fivet erogato in regione ha un costo di circa 2000 euro, mentre se erogato extraregione la spesa tra i 5000 e 8000 euro escluse le spese di viaggio e soggiorno sanitario per circa 15 giorni, sempre a carico della spesa sanitaria regionale cui si sommano le assenze dal lavoro;
– la sospensione per pandemia quest’anno ha portato ad una riduzione pari a -480 trattamenti fivet e circa -300 IUI;
– il perdurare della sospensione dei trattamenti in Sardegna può comportare la decisione delle coppie di rivolgersi a strutture extraregione che continuano a garantire le prestazioni;
– ipotizzando un minimo di 800/1000 trattamenti annui extra regione si avrebbe un incremento alla spesa sanitaria per mobilità passiva di circa 5.000.000 di euro;

considerato che:
– la sospensione del trattamento sembra doversi attribuire essenzialmente alla carenza del personale medico anestesista, fondamentale per l’esecuzione dei cicli in cui è previsto il prelievo ovocitario;
– tale situazione potrebbe trovare soluzione o con l’assunzione di nuovo personale, l’attivazione di contratti a progetto o tramite le prestazioni aggiuntive da erogare al personale già in pianta organica dell’azienda, come già attuato in altre situazioni di criticità, con indubbie economie rispetto alla spesa della assistenza sanitaria extraregione;

atteso che nell’ultimo mese sono giunte decine di richieste di informazione e di intervento riguardo la ripresa delle attività del reparto e quindi dei trattamenti di PMA quali IUI, FIVET, ICSI, e i servizi ad essi connessi, congelamento gameti, embrioni, transfert di embrioni congelati etc,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene, sanità e dell’assistenza sociale per conoscere:
1) se siano a conoscenza della situazione sopra descritta;
2) se non ritengano opportuno e necessario intervenire garantendo il riavvio delle attività del Centro di fisiopatologia della riproduzione del Microcitemico di Cagliari già dal mese di gennaio per ridurre il fenomeno del turismo procreativo, garantire i LEA, assicurare la tutela della salute riproduttiva delle coppie ed evitare ulteriori diseconomie alla sanità regionale.

Cagliari, 23 dicembre 2020

 

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