CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 753/A
(Pervenuta risposta scritta in data 26/01/2021)
CORRIAS – GANAU – COMANDINI – DERIU – MELONI – MORICONI – PINNA – PISCEDDA, con richiesta di risposta scritta, sul disposto dell’articolo 8 della legge regionale 11 settembre 2020, n. 24, sullo stato di avanzamento delle attività di cui all’articolo 8 della legge regionale n. 24 del 2020 sulla sanità digitale e sulla necessità di attivare adeguate campagne di comunicazione.
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Il sottoscritto,
premesso che:
– con l’intesa sancita dalla Conferenze Stato-regioni il 20 febbraio 2014, Rep. Atti n. 16/CSR, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, sul documento recante “Telemedicina – Linee di indirizzo nazionali”, è stato approvato un modello di governance condivisa delle iniziative di telemedicina, al fine di armonizzare a livello nazionale i servizi e fornire un supporto di metodo riguardo agli ambiti prioritari di applicazione, alla classificazione, alle regole e ai criteri per la valutazione economica dei servizi e la loro integrazione nel servizio sanitario;
– con la deliberazione della Giunta regionale n. 64/17 del 28 dicembre 2018 sono stati approvati per il Servizio sanitario regionale i programmi operativi per il triennio 2018-2020 che prevedono il massiccio ricorso, per i servizi e prestazioni sanitarie, a modalità informatiche e innovative, tra cui il potenziamento e l’interoperabilità del Fascicolo sanitario elettronico e la sperimentazione di soluzioni di telemedicina in alcune specifiche aree cliniche;
– l’insorgere della pandemia da Covid-19 e le conseguenti misure restrittive hanno determinato ritardi nella programmazione delle attività ambulatoriali e dei ricoveri ospedalieri e, in generale, una notevole difficoltà nell’accesso ai presidi sanitari e assistenziali e alle informazioni;
– con la legge regionale 11 settembre 2020, n. 24 (Riforma del sistema sanitario regionale e riorganizzazione sistematica delle norme in materia. Abrogazione della legge regionale n. 10 del 2006, della legge regionale n. 23 del 2014 e della legge regionale n. 17 del 2016 e di ulteriori norme di settore), si è dedicato l’intero articolo 8 alla “Sanità digitale”, quale modalità da promuovere al fine di garantire, tra le altre, una maggiore appropriatezza delle prestazioni sanitarie, di riqualificare la spesa, di incoraggiare la diagnosi e la cura senza lo spostamento fisico del paziente;
– la norma, al comma 5 dello stesso articolo 8, istituisce presso l’ARES una “specifica struttura per la sanità digitale” che deve contare sulla collaborazione del personale del Servizio sanitario regionale e di quello del sistema Regione ed eventualmente, se necessari, di consulenti con specifiche competenze;
– la struttura per la sanità digitale sopra richiamata, ai sensi dello stesso comma, deve funzionare secondo le disposizioni che la Giunta regionale deve impartire entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge;
– il comma 6 dell’articolo 8, inoltre, prevede che l’ARES elabori il piano regionale di sanità digitale che deve essere aggiornato annualmente e contenere una bozza di livelli essenziali della sanità digitale (LEAD) e di nomenclatore tariffario digitale regionale da proporsi all’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale;
evidenziato che:
– laddove l’articolo 8 parla di “incoraggiare la diagnosi e la cura senza lo spostamento fisico del paziente” configura il ricorso alla cosiddetta “Telemedicina” (lett. medicina a distanza), ovvero a quella modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località;
– la trasformazione in atto della dinamica demografica e la variazione conseguente dei bisogni di salute della popolazione sempre più composta da anziani con patologie croniche rendono necessario un ridisegno strutturale ed organizzativo della rete dei servizi, soprattutto nell’ottica di potenziare l’ambito territoriale di assistenza;
– la moderna tecnologia digitale può fornire un indispensabile contributo alla riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, attraverso lo studio di modelli assistenziali innovativi focalizzati sul paziente, in grado di delegare l’assistenza, abitualmente accentrata nelle strutture sanitarie, sul territorio;
– l’utilizzo delle tecnologie digitali consentirebbe di realizzare, così come ampiamente dimostrato, attraverso uno snellimento di tutte le procedure, risparmi significativi per il Servizio sanitario regionale;
– l’emergenza epidemiologica e il rinnovato appello al distanziamento oltreché la congestione delle strutture sanitarie inducono a un ricorso massiccio di modalità alternative per garantire, per esempio, la continuità assistenziale e il monitoraggio periodico di pazienti cronici;
evidenziato altresì che:
– non si può non tener conto che a fruire dei servizi sanitari sono spesso anziani che non dispongono di strumenti e conoscenze in ambito tecnologico;
– il ricorso alla sanità digitale, se per molti aspetti costituisce per la popolazione anziana un innegabile vantaggio perché eviterebbe gli spostamenti e le lunghe trafile presso gli ambulatori e i presidi sanitari non solo per sottoporsi a visite specialistiche, ma anche solo per ritirare un referto, rischia però di escludere e isolare le persone prive di competenze tecnologiche adeguate;
considerato che:
– nonostante gli indubbi vantaggi derivanti dalla consultazione del proprio fascicolo elettronico e dunque dalla possibilità di disporre rapidamente di prescrizioni e referti, il servizio è ancora sottoutilizzato da parte dei sardi, come confermano i continui appelli all’attivazione della tessera sanitaria e del fascicolo sanitario elettronico;
– non parrebbe che le potenzialità di una sanità digitale e i benefici collettivi che ne deriverebbero, siano stati recepiti dai cittadini;
ritenuto che:
– il Servizio sanitario regionale, considerata la bassa densità della popolazione, le difficoltà del sistema viario e un servizio di trasporto pubblico inadeguato a coprire le grandi distanze utili per raggiungere i presidi ospedalieri più vicini, dovrebbe considerare prioritario l’investimento utile a potenziare la sanità digitale nelle sue svariate implicazioni;
– l’accesso ai vantaggi di una sanità digitale debba essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro età, dal grado di istruzione e dal possesso di specifiche conoscenze e idonei strumenti;
– sia opportuno comunicare e promuovere capillarmente nei territori le potenzialità derivanti dall’utilizzo degli strumenti digitali finora messi a disposizione dei cittadini da parte del Servizio sanitario regionale,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere se:
1) abbiano provveduto ad impartire apposite disposizioni all’ARES per la costituzione della “specifica struttura per la sanità digitale”, così come previsto ai sensi dell’articolo 8, comma 5, della legge regionale n. 24 del 2020;
2) siano a conoscenza delle criticità sopra evidenziate e della necessità di incoraggiare l’attivazione della carta nazionale dei servizi e del fascicolo sanitario elettronico presso i cittadini;
3) intendano attivare un’adeguata campagna di comunicazione non solo sul fascicolo sanitario elettronico e il suo utilizzo, ma anche su tutti gli strumenti e i servizi di telemedicina già operativi;
4) abbiano ipotizzato modalità alternative assistite di consultazione del fascicolo sanitario elettronico e degli altri servizi di telemedicina già operativi al fine di consentire il superamento del digital divide e garantire l’accesso indiscriminato ai servizi della sanità digitale a tutti i cittadini.
Cagliari, 17 novembre 2020