CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 444/A
(Pervenuta risposta scritta in data 28/05/2020)
GIAGONI – CANU – ENNAS – MANCA Ignazio MELE – PIRAS – SAIU, con richiesta di risposta scritta, inerente alla rivisitazione delle attuali delimitazioni delle aree “di svantaggio”.
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I sottoscritti,
premesso che:
– le zone montane e le zone soggette a vincoli naturali significativi diverse dalle zone montane (zone svantaggiate) presentano caratteristiche pedologiche, orografiche e climatiche tali da determinare, nel loro insieme, condizioni di forte svantaggio per le aziende agricole in esse operanti;
– le limitazioni di tipo ambientale hanno come effetto quello di condizionare negativamente i risultati economici aziendali in termini di redditività dei fattori produttivi impiegati e nel contempo riducono fortemente le diversificazioni produttive;
atteso che il regolamento Ue 1305 del 2013 del Parlamento europeo sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), prevede la definizione di aree che presentano effettivi svantaggi naturali da giustificare attraverso specifici parametri tecnici;
considerato che a seguito della Conferenza Stato-regioni riguardante la presa d’atto della nuova delimitazione delle aree soggette a vincoli naturali significativi diverse dalle aree montane, in applicazione dell’articolo 32 del regolamento (UE) del 17 dicembre 2013, è stato trasmesso alla Commissione europea l’elenco delle nuove aree soggette a limitazioni naturali, unitamente alla metodologia impiegata;
atteso che:
– il predetto elenco delle nuove aree soggette a limitazioni naturali trasmesso alla Commissione europea dal MiPAAF, Direzione generale dello sviluppo rurale DISRII, contiene alcuni comuni e fogli di mappa catastale che da non svantaggiati hanno acquisito lo svantaggio ai sensi dell’articolo 32 paragrafo 1 lettera b) del regolamento (UE) n. 1305/2013;
– l’operazione di ridelimitazione è stata condotta dal Ministero delle politiche agricole attraverso il Crea, ente di ricerca nazionale, in stretta collaborazione con gli uffici della Commissione europea; rispetto alle precedenti delimitazioni, che prendevano come riferimento prevalente parametri altimetrici e la presenza o meno di rete irrigua consortile nei territori, l’analisi ha tenuto conto di numerosi e differenti parametri tra cui la presenza di determinati criteri biofisici, la densità di bestiame, la produzione standard media del comune per le diverse colture, la presenza di irrigazione;
considerato che i neo esclusi sono i comuni di Assemini, Badesi, Girasole, Masainas, Olmedo e Ortacesus; quelli che si sono visti confermare l’esclusione sono Alghero, Arborea, Samassi, San Gavino Monreale, San Sperate, Senorbì, Simaxis, Uras e Valledoria;
atteso che l’esclusione dalle aree svantaggiate dei cosiddetti comuni “avvantaggiati”, così come intese dal regolamento (UE) n. 1305/2013, può generare condizioni di concorrenza sleale non sostenibili per le imprese;
considerato infatti, come anche fatto notare dalle associazioni di categoria, che esistono delimitazioni che creano disparità tra comuni; trattasi di aree territoriali omogenee e contigue che beneficiano di attenzioni diverse a seguito della dichiarazione di aree svantaggiate e/o avvantaggiate, determinando così disparità di trattamento fra le imprese delle comunità ; al pari potrebbero esistere realtà territoriali considerate aree “svantaggiate”, benché per le loro caratteristiche non sarebbero ritenute tali;
considerato che il Programma di sviluppo rurale 2014-2020, Misura 13, prevede dei benefici, per la compensazione degli svantaggi, esclusivamente per le aziende agricole sarde che ricadono nei territori inclusi nella delimitazione di aree svantaggiate;
ritenuto, pertanto, necessario rivedere le delimitazioni che qualificano le aree in “svantaggiate” e “avvantaggiate” al fine di:
– riconoscere anche ai territori dichiarati avvantaggiati la condizione di “svantaggio”, al pari di quelli limitrofi ed aventi caratteristiche omogenee e dichiarati tuttavia “svantaggiati”;
– riconsiderare la condizione di “svantaggio” a quei territori che non avrebbero i requisiti per vedere riconosciuta tale condizione;
considerato che la disparità di trattamento confligge con i principi di pari opportunità economiche, coesione sociale, parità di diritti,
chiedono di interrogare l’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere se al fine di superare eventuali disparità e sostenere e tutelare l’economia della Sardegna intende rivedere le delimitazioni che qualificano le aree in “svantaggiate” e “avvantaggiate”, e pertanto:
– riconoscere anche ai territori dichiarati “avvantaggiati” la condizione di “svantaggio”, al pari di quelli limitrofi ed aventi caratteristiche omogenee e ritenuti “svantaggiati”;
– verificare se esistono territori che tenuto conto di vari parametri non avrebbero i requisiti per vedere riconosciuta la condizione di “svantaggio”, e pertanto procedere con la rivisitazione di tale condizione.
Cagliari, 11 maggio 2020