Interrogazione n. 427/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 427/A

MANCA Desiré Alma, con richiesta di risposta scritta, sulle disposizioni organizzative adottate dall’AOU di Sassari per la riammissione in servizio degli operatori sanitari risultati positivi al Covid-19.

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La sottoscritta,

premesso che:
– il 30 gennaio l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale l’epidemia di Coronavirus (Covid-19) in Cina;
– per dare attuazione alle misure precauzionali conseguenti alla dichiarazione dell’OMS, il 31 gennaio il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato d’emergenza, per la durata di sei mesi, per consentire l’emanazione delle necessarie ordinanze di Protezione civile e lo stanziamento dei fondi necessari;
– con successivi provvedimenti il Governo nazionale (decreto legge n. 6 del 23 febbraio 2020, DPCM 1° marzo 2020, DPCM 4 marzo 2020, DPCM 8 marzo 2020, DPCM 11 marzo 2020, DPCM 17 marzo 2020, DPCM 22 marzo 2020, DPCM 1° aprile 2020, DPCM 10 aprile 2020 e DPCM 26 aprile 2020) ha adottato misure sempre più stringenti per evitare la diffusione del Covid-19;

considerato che:
– l’isolamento fiduciario di casi di Covid-19 e di contatti è una misura di salute pubblica molto importante che viene effettuata per evitare l’insorgenza di ulteriori casi secondari dovuti a trasmissione del virus SARS-CoV-2 e per evitare di sovraccaricare il sistema ospedaliero;
– l’Istituto superiore di sanità, con il rapporto ISS Covid-19 n. 1/2020, ha impartito specifiche indicazioni sul comportamento che debbono tenere coloro che forniscono assistenza sanitaria in ambiente domiciliare ai soggetti affetti da Covid-19 con una forma clinica non grave;
– il contrasto al coronavirus passa anche e soprattutto dalla corretta individuazione a domicilio dei possibili infetti;
– dall’inizio dell’emergenza Covid la Sardegna si è distinta per il numero di operatori sanitari risultati positivi al virus; i dati forniti dalla Regione indicano che circa il 24 per cento delle persone positive al Covid-19 sono operatori sanitari, medici e infermieri e che l’85 per cento di questi ha contratto l’infezione in una struttura sanitaria o socio-sanitaria;

risulta che il protocollo per la riammissione in servizio del personale sanitario risultato positivo al test Covid19-PCR, predisposto dal Servizio sorveglianza sanitario dell’Azienda ospedaliera-universitaria di Sassari, prevede che il personale:
– debba essere sottoposto a nuovi test da effettuarsi, in due giornate successive, presso l’ambulatorio della Clinica medica;
– debba compilare un’autocertificazione da cui risulti che:
1) siano passati almeno 14 giorni dall’esecuzione del test Covid19-PCR risultato positivo;
2) negli ultimi sette giorni non abbia avvertito sintomi riferibili a patologia respiratoria (febbre, rinite, tosse, mal di gola, anosmia, ageusia, eventualmente dispnea e, nei casi più gravi, polmonite con insufficienza respiratoria);
– debba uscire dal proprio domicilio per recarsi autonomamente presso l’ambulatorio della Clinica medica e attendere al di fuori della palazzina di essere convocato per l’effettuazione del test;

posto che:
– già a metà dello scorso mese di marzo, a causa della gravissima situazione infettiva del personale sanitario, il Direttore generale della AOU di Sassari ha disposto che tutto il personale dipendente venisse immediatamente sottoposto allo screening per Covid-19;
– il decreto legge n. 19 del 25 marzo 2020 impone il divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena ovvero risultate positive al virus;
– il mancato rispetto delle misure di contenimento previste dal decreto legge n. 19 del 2020 è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000, e se ciò avviene mediante l’utilizzo di un veicolo le sanzioni sono aumentate fino ad un terzo;
– il divieto di mobilità dei pazienti positivi Covid-19 è stato ribadito anche dal DPCM 26 marzo 2020 che inoltre prescrive: “il personale sanitario si attiene alle appropriate misure per la prevenzione della diffusione delle infezioni per via respiratoria previste dalla normativa vigente e dal Ministero della salute sulla base delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”;
– sono stati rilevati casi di positività al Covid-19 anche a distanza di un mese dalla prima diagnosi;

considerato che:
– le disposizioni impartite dall’AOU di Sassari per il rientro in servizio del personale sanitario sono in contrasto con le misure adottate dal Governo per contenere e contrastare la diffusione del virus Covid-19;
– alcune regioni italiane, come Piemonte, Lazio e Toscana, hanno attuato soluzioni organizzative per consentire l’effettuazione dei tamponi a domicilio soprattutto a coloro che hanno la necessità di effettuare il doppio tampone per la riammissione al lavoro;

ritenuto che le Unità speciali di continuità assistenziale (USCA), la cui istituzione abbiamo richiesto con la mozione n. 200 del 1° aprile 2020, rappresentino un valido strumento organizzativo che consente di effettuare i tamponi presso il proprio domicilio sia agli individui sintomatici che ai pazienti già accertati positivi Covid-19,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza di quanto su esposto;
2) se non ritengano di intervenire urgentemente affinché l’Azienda ospedaliera-universitaria di Sassari adotti protocolli organizzativi per la riammissione in servizio del personale sanitario risultato positivo al test Covid19-PCR senza che gli stessi debbano uscire dal proprio domicilio e conseguentemente contravvenire alle misure adottate per contenere e contrastare la diffusione del virus Covid-19;

3) se non ritengano necessario impartire specifiche disposizioni organizzative affinché i tamponi per la riammissione in servizio dei lavoratori positivi Covid-19 vengano effettuati dalle Unità speciali di continuità assistenziale presso il domicilio degli stessi lavoratori.

Cagliari, 29 aprile 2020

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