Interrogazione n. 306/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 306/A

COMANDINI – GANAU – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PIANO – PISCEDDA, con richiesta di risposta scritta, relativa ai problemi di sanità penitenziaria.

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I sottoscritti,

premesso che i reparti di medicina protetta, anche detti “repartini detentivi ospedalieri”, trovano fondamento normativo nella legge 12 agosto 1993, n. 296 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 14 giugno 1993, n. 187 recante nuove misure in materia di trattamento penitenziario, nonché sull’espulsione dei cittadini stranieri), articolo 7, comma 1: “In ciascun capoluogo di provincia negli ospedali generali sono riservati reparti destinati, in via prioritaria, al ricovero in luogo esterno di cura, dei detenuti e degli internati per i quali la competente autorità abbia disposto il piantonamento. Nei capoluoghi in cui esistono più ospedali generali, detti reparti sono istituiti in quello dove vi è una divisione di malattie infettive”;

considerato che:
– i reparti di Medicina protetta sono unità operative ospedaliere, strutturalmente e funzionalmente autonome nell’ambito dell’ospedale di appartenenza, con proprio personale medico, infermieristico, ausiliario tecnico-sanitario, destinati esclusivamente ad accogliere i detenuti che necessitano di ricovero in luogo esterno di cura; la sicurezza e l’ordine è assicurata 24/h da un nucleo stabile e specializzato di polizia penitenziaria specificatamente proposto, assegnato di norma, all’Istituto penitenziario di pertinenza territoriale;
– tali strutture sono in grado di offrire ai detenuti ricoverati tutti i servizi specialistici presenti nel nosocomio, attraverso la collaborazione delle altre unità operative dell’ospedale di appartenenza, in condizione di elevata sicurezza;

appreso che:
– l’unico “repartino protetto” già realizzato, ma mai consegnato, è presente presso l’Ospedale Santissima Trinità di Cagliari;
– a tutt’oggi non risultano predisposti o in programma di predisposizione reparti di Medicina protetta presso i nosocomi dove sono presenti le grosse strutture penitenziarie;

sottolineato che:
– a causa della mancanza dei servizi succitati, i piantonamenti di soggetti privati della libertà personale vengono effettuati nelle corsie d’ospedale o addirittura presso i Pronto soccorso, senza la garanzia degli standard minimi di sicurezza nei confronti sia del personale medico che paramedico sia degli altri degenti che dei propri parenti; questo ha determinato, in diverse occasioni, gravi rischi per la sicurezza pubblica;
– l’attivazione del reparto detentivo ospedaliero, quindi, oltre a garantire una maggiore riservatezza ai detenuti che necessitano di cure mediche, garantirebbe agli altri degenti una maggior tutela e consentirebbe al personale di Polizia penitenziaria di espletare in sicurezza il proprio mandato istituzionale;
– ferme restando le esigenze di sicurezza e di tutela della legalità, è fuor di dubbio che lo stato detentivo non può costituire elemento limitante del diritto alla salute; i reparti di Medicina protetta, come le altre unità operative ospedaliere, debbono garantire assistenza per patologie in fase acuta che necessitano di diagnosi approfondite e di interventi terapeutici non altrimenti possibili in carcere;
– oltre quanto esposto si evidenzia che negli aeroporti di Alghero e Olbia è totalmente assente un punto d’appoggio per le varie scorte in transito, mentre presso l’aeroporto di Elmas il personale è costretto ad utilizzare, per le incombenze relative alla traduzione dei detenuti, un container adattato, sporco, inefficiente ed inidoneo; è facile quindi prevedere che con l’arrivo imminente dei detenuti in regime di 41 bis a Cagliari non sarà possibile garantire i dovuti livelli di sicurezza,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) se sia a conoscenza delle grave situazione su esposta e non ritenga opportuno intervenire urgentemente affinché si creino le condizioni, nei presidi ospedalieri prossimi alle grandi strutture penitenziarie, per l’apertura di un reparto di Medicina protetta, così da garantire il diritto alla salute dei detenuti, riservatezza e sicurezza agli altri degenti, nonché garantire al personale di Polizia penitenziaria di espletare in sicurezza il proprio mandato istituzionale;
2) se intenda prevedere negli aeroporti della Sardegna punti d’appoggio a norma di sicurezza, per i detenuti in transito, sia per il personale penitenziario che per i cittadini, e il rispetto delle norme igienico-sanitarie.

Cagliari, 11 febbraio 2020

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