Interrogazione n. 278/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 278/A

ORRÙ – AGUS – CADDEO – LOI – PIU – SATTA Gian Franco – STARA – ZEDDA Massimo – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – GANAU – MELONI – MORICONI – PIANO – PISCEDDA – LAI, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di inquinamento delle aree SIN e delle aree a forte impatto ambientale di tutto il territorio regionale, sull’istituzione di un Registro tumori regionale, di sistemi di sorveglianza e di referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione regionale.

***************

I sottoscritti,

visto che:
– la qualità dell’aria e le politiche ambientali nella loro interezza sono questioni che toccano e investono i diritti fondamentali del cittadino, sanciti nell’articolo 2 della Costituzione della Repubblica italiana;
– la Corte costituzionale ha ricondotto la tutela della qualità dell’aria alla materia della “tutela dell’ambiente e dell’ecosistema”, per la quale lo Stato ha competenza esclusiva ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera s) della Costituzione. La Corte ha peraltro sottolineato, in varie occasioni, come il tema ambientale spesso rilevi la competenza in materia di salute e di fissazione dei livelli essenziali;
– la direttiva n. 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa, costituisce il fulcro della politica dell’Unione europea in materia di aria pulita, definendo le norme relative alla qualità dell’aria per le concentrazioni (compresi i valori limite) di sostanze inquinanti e nocive per la salute nell’aria che respiriamo;
– il decreto legislativo n. 155 del 13 agosto 2010, recante “Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa”, è la norma quadro nazionale che recepisce le vigenti direttive comunitarie in materia di valutazione e gestione di qualità dell’aria;
– la direttiva n. 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, si riferisce alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento) (GU L 334 del 17 dicembre 2010);
– la direttiva n. 2016/2284 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 dicembre 2016, concerne la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, modificando la direttiva n. 2003/35/CE e abrogando la direttiva n. 2001/81/CE (GU L 334 del 17 dicembre 2016, pag. 1);
– la delibera n. 1/3 del 10 gennaio 2017, ha approvato il Piano regionale di qualità dell’aria ambiente della Regione autonoma della Sardegna;

preso atto che:
– l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che l’inquinamento atmosferico costituisce il principale rischio ambientale per la salute nell’Unione europea, con una media annua di 400.000 decessi prematuri e una centinaia di miliardi di euro di diseconomie legate alla salute. Le persone nelle zone urbane sono particolarmente esposte a tale rischio. Gli inquinanti atmosferici responsabili della maggior parte di tali decessi prematuri sono il particolato, il biossido di azoto e l’ozono troposferico, mentre l’80 per cento di tali decessi sono causati da malattie cardiache e ictus, seguono le malattie polmonari, incluso il cancro e altre patologie;
– lo studio su The Lancet, intitolato “Countdown on Health and Climate Change”, che ha coinvolto circa 35 enti, tra università e istituzioni come l’Organizzazione mondiale della sanità, e 120 ricercatori in tutto il mondo, ha rilevato che l’Italia è il primo paese in Europa per morti premature da esposizione alle polveri sottili PM2.5. Nel 2016 sono stati registrati in Italia 45.600 decessi in età precoce, con una perdita economica di oltre 20 milioni di euro;
– il quinto aggiornamento del rapporto “Sentieri” (marzo-giugno 2019), il programma di sorveglianza epidemiologica nei siti contaminati di interesse per le bonifiche, promosso dal Ministero italiano della salute, ha riguardato 45 siti, che includono 319 comuni, su un totale di circa 8.000 comuni italiani, con una popolazione complessiva di 5.900.000 abitanti e ha interessato, nell’Isola, i due SIN delle aree industriali di Porto Torres e del Sulcis-Iglesiente-Guspinese. I dati globali sono allarmanti: è stato rilevato un eccesso globale di 5.267 e 6.725 morti, rispettivamente, nella popolazione maschile e femminile. L’eccesso dovuto a cause oncologiche (mesotelioma maligno, tumori maligni del polmone, del colon dello stomaco) è risultato pari a 3.375 uomini e 1.910 donne, prevalentemente nelle aree con presenza di impianti chimici, petrolchimici e raffinerie e in quelle dove vengono abbandonati rifiuti pericolosi. L’eccesso stimato di patologie oncologiche in un arco temporale di cinque anni è risultato pari a 1.220 casi negli uomini e 1.425 nelle donne. I sardi che vivono nei SIN, come gli altri cittadini italiani, rappresentano un problema di giustizia ambientale in quanto devono sopportare esposizioni ambientali involontarie a miscele di inquinanti tra cui spesso sono presenti sostanze tossiche, cancerogene, epigenotossiche e con effetto di interferente endocrino, che creano condizioni di rischio per la salute e per l’ambiente e la cui eliminazione o riduzione risulta problematica perché fino ad ora mal programmata. I cittadini non hanno piena consapevolezza di tutto questo;

considerato che:
– la Regione, attraverso l’ARPAS, si occupa degli adempimenti relativi alla valutazione e alla gestione della qualità dell’aria, in ossequio alle normative nazionali e comunitarie. L’Agenzia è dal 2008 il soggetto competente a gestire la rete di monitoraggio della qualità dell’aria, costituita da 43 centraline automatiche di misura dislocate in tutto il territorio regionale, a cui si aggiungono 7 centraline gestite dal Comune di Cagliari. I dati, acquisiti giornalmente ed elaborati dal centro operativo C.O.T., ubicato presso la Direzione tecnico-scientifica dell’ARPAS, vengono trasferiti in tempo reale al sistema informativo regionale ambientale (SIRA) per l’elaborazione di report mensili;
– con la legge regionale n. 21 del 7 novembre 2012 è stato istituito il Registro tumori della Regione Sardegna (RTRS) per la raccolta centralizzata, a livello regionale, dei casi di neoplasia diagnosticati nella popolazione residente in Sardegna. Il RTRS consente di quantificare l’incidenza delle patologie oncologiche in una determinato momento e in una determinata area, risultando un fondamentale strumento per il monitoraggio dei dati epidemiologici e la programmazione degli interventi di prevenzione, diagnosi e cura delle patologie neoplastiche da parte della sanità pubblica;
– nel Sulcis-Iglesiente si riscontra una delle più alte prevalenze al mondo di casi di sclerosi multipla, una malattia multifattoriale che può essere causata anche da fattori ambientali;
– la Sardegna è una tra le 3 regioni più inquinate d’Italia, con oltre 445mila ettari di territorio che presentano un carico di veleni che hanno contaminato l’aria, l’acqua e la terra. La conseguenza è che un terzo della popolazione è esposto all’impatto di materiali inquinanti: sostanze tossiche, cancerogene, epigenotossiche, come le diossine e i metalli pesanti,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale al fine di sapere:
1) quali siano gli strumenti messi in campo per elaborare un piano a breve, medio e lungo termine al fine di limitare o eliminare il livello di rischio sanitario dei sardi, causato dall’alto tasso di inquinamento dell’aria, dell’acqua e della terra di tutta la nostra Regione;
2) quando e se si intenda mettere a regime il Registro tumori regionale, al fine di avere dati completi, fondamentali per l’analisi dello stato di salute, relativamente alla componente oncologica, di tutta la popolazione sarda;
3) se sia vostra intenzione predisporre un’indagine epidemiologica regionale e una studio di dettaglio sul nostro territorio regionale;
4) se si vogliano attuare politiche volte ad una maggiore sensibilizzazione pubblica sul territorio, al fine di informare la popolazione sul reale inquinamento e sui danni che esso causa alla salute;
5) se si intenda rafforzare gli interventi di prevenzione primaria, capaci di evitare o ridurre a monte l’insorgenza e lo sviluppo delle malattie e quindi meno dispendiosi rispetto agli interventi prevenzione secondaria.

Cagliari, 17 gennaio 2020

Condividi: