CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 252/A
LAI – COCCO, con richiesta di risposta scritta, sul perdurare del grave stato di sofferenza in cui versano la pastorizia e il comparto ovi-caprino in Sardegna e sulla mancata convocazione dei tavoli programmati per la definizione di un giusto prezzo del latte.
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I sottoscritti,
premesso che:
– il perdurare del grave stato di sofferenza in cui versano la pastorizia e il comparto ovi-caprino in Sardegna sta compromettendo l’intero sistema economico, occupazionale e imprenditoriale dell’isola;
– con una produzione complessiva stimata in 300 mila tonnellate di latte ogni anno e oltre 380 mila quintali di prodotti caseari, la Sardegna rappresenta infatti l’area di riferimento nazionale per quanto riguarda il mercato del latte ovi-caprino e dei suoi derivati, con particolare riferimento al pecorino romano;
– il prezzo del latte remunerato all’allevatore ad inizio 2019 è stato di circa 60 centesimi al litro, cifra che non copre i costi di produzione e di gestione;
– questa situazione rischia di mettere in ginocchio un sistema costituito da oltre 12 mila aziende agropastorali presenti in Sardegna, in cui si trova il 40 per cento delle pecore allevate in Italia che producono 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60 per cento alla produzione di pecorino romano;
dato atto che:
– nel mese di febbraio 2019 il precedente Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, aveva promesso una soluzione rapida e il remunerato all’allevatore di almeno 1 euro al litro, annunciando successivamente che era stato trovato l’accordo sul prezzo del latte tra pastori e trasformatori a 74 centesimi, con l’impegno di un conguaglio a novembre 2019 in base al prezzo di mercato del pecorino romano;
– tale accordo era stato sottoscritto per senso di responsabilità dai rappresentanti dei pastori, che oltre al prezzo del latte avevano avanzato altre richieste ed in particolare una riforma generale della filiera produttiva, una maggiore attenzione al rispetto degli equilibri di mercato e di conseguenza al quantitativo di prodotto trasformato;
– il citato accordo sui 74 centesimi al litro ha fatto venir meno i presupposti minimi per rilevare un’eventuale pratica commerciale scorretta, in seguito all’inchiesta sul prezzo del latte sardo avviata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato nei confronti del Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino romano e conclusa con un nulla di fatto;
dato atto, altresì, che:
– le promesse fatte agli agricoltori sardi sul prezzo minimo del latte sono rimaste tali, dal momento che il costo del pecorino, a cui erano agganciati gli aumenti promessi a febbraio 2019, a tutt’oggi non ha subito variazioni;
– la situazione descritta alimenta un comprensibile clima di malcontento rispetto agli impegni assunti e non rispettati, che potrebbe portare a nuove azioni di protesta per via del mancato rispetto degli accordi raggiunti, fondamentali per la sostenibilità economica di un intero comparto;
visto l’ordine del giorno n. 19 approvato il 5 novembre 2019 dal Consiglio regionale della Sardegna;
constatato che:
– nessuna delle cose promesse è stata mantenuta in relazione a quanto determinato ai vari tavoli di confronto, sistematicamente ignorati o addirittura non convocati; in particolare l’incontro programmato per novembre 2019 per definire la metodologia relativa ai prezzi finali dei prodotti e per fissare una forbice del prezzo del latte, per i prossimi 3 o 5 anni, sulla media di quanto è stato pagato ai pastori nell’ultimo quinquennio, non è stato convocato;
– con l’attuazione delle griglie di conversione dei prezzi medi ponderati del Pecorino romano le cooperative avrebbero chiuso i bilanci a 1 euro a litro, mentre gli industriali a 74 centesimi, creando ulteriori discriminazioni a danno dei pastori;
– a tutt’oggi non risultano ancora liquidate le risorse stanziate (circa 49 milioni di euro) per mitigare le sofferenze del comparto,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) quali interventi ritengano di promuovere al fine di garantire in tempi rapidi un efficace sistema di controllo sui fattori di produzione e sulla remunerazione del latte per contrastare il deprezzamento della materia prima, nonché arginare l’abuso della forza contrattuale dell’industria della trasformazione in grado di tutelare i piccoli allevatori (parte debole della filiera);
2) quali urgenti iniziative intendano conseguentemente intraprendere, dando piena attuazione a quanto indicato dalla risoluzione di cui all’ordine del giorno n. 19/2019 citato in premessa, in riferimento alle criticità del settore del latte ovi-caprino della Sardegna;
3) se non ritengano opportuno convocare i tavoli programmati per il rilancio della filiera, indispensabili per dare risposte immediate e certe alla crisi del comparto, affinché venga riconosciuta ai pastori la giusta remunerazione per il loro lavoro.
Cagliari, 18 dicembre 2019