Interrogazione n. 1927/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Interrogazione n. 1927/A

GANAU – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PINNA – PISCEDDA, con richiesta di risposta scritta sulle politiche per lo sviluppo industriale, economico ed occupazionale del nord Sardegna e verifica del processo dettato dal Piano nazionale integrato per l’energia ed il clima (PNIEC) 2023 per il nord Sardegna, verifica del processo di phase-out dal carbone della centrale di Fiume Santo e sullo stato di attuazione del progetto “Fiume Santo Energy Park” presentato da EP Produzione.

***************

I sottoscritti,

premesso che:
– nel 2017, a conclusione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop23), i Paesi membri hanno assunto l’impegno di avviare il phase out dal carbone nelle centrali termoelettriche ed una progressiva sostituzione, nella produzione di energia elettrica, delle fonti fossili con le cosiddette fonti energetiche rinnovabili;
– il Piano nazionale integrato per l’energia ed il clima (PNIEC) fissa al 2025 il phase out dal carbone e che, nell’ultimo aggiornamento del PNIEC scritto nel giugno 2023, a riguardo del-la Sardegna si trova scritto: “[..] lo sviluppo di FER, accumuli e nuove interconnessioni con il continente (Tyrrhenian link, SACOI 3) è indispensabile per l’abbandono del carbone nella produzione elettrica (totale circa 1.000 MW) e ad oggi vi sono difficoltà a conseguire tale obiettivo al 2025, anche a causa dei ritardi dovuti alla difficoltosa condivisione degli scenari energetici (DPCM Sardegna) con la Regione Autonoma della Sardegna; appare quindi reali-stica, come già detto, l’ipotesi di “avviare” il phase out nell’Isola al 2025 e completare il processo nel 2028.” spostando così al 2030 gli obiettivi identificati dal PNIEC;

considerato che solo a fine settembre 2023 il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha autorizzato il progetto del “Sa.Co.I. 3”, il cavo elettrico sottomarino di Terna che collegherà la Sardegna, la Corsica e la Toscana con una capacità di trasporto complessiva fino a 400 MW, confermando così le difficoltà richiamate per la Sardegna nel PNIEC revisione giugno 2023;

atteso che in Sardegna sono attualmente in funzione due centrali termoelettriche (Fiume Santo e Portoscuso) alimentate a carbone e che la centrale di Fiume Santo, con una potenza di circa 600 MW a massimo regime, è attualmente uno degli impianti ritenuti essenziali per la tenuta della rete nazionale;

preso atto che
– la centrale di Fiume Santo, come confermato anche dalla recente classifica 2023 delle TOP1000 Sardegna (la classifica delle più grandi aziende dell’Isola), è saldamente fra le prime cinque aziende dell’Isola e la prima del nord Sardegna;
– la centrale di Fiume Santo con i suoi 208 occupati e gli occupati nell’indotto (dipendenti di aziende locali) riversa ogni anno nel territorio:
– circa 20 milioni di euro di redditi nel primo caso (dipendenti centrale FS);
– circa 12 milioni di euro nel secondo (dipendenti dell’indotto);
– circa 1 milione di euro per tributi verso enti locali (IMU, TASI e TARI);
atteso che le politiche europee e nazionali hanno posto, nel medio e lungo periodo, la transizione energetica fra le loro priorità, così riversando ingenti risorse economiche affinché azioni sinergiche fra istituzioni ed aziende siano orientate alla ricerca di un nuovo equilibrio tra ambiente, sviluppo dei sistemi produttivi locali e occupazione, tenendo conto della necessità di avviare un rapido sviluppo tecnologico ed infrastrutturale che si bilanci con le tensioni geopolitiche attuali, le dinamiche di mercato e un nuovo quadro legislativo e di sistema;

considerato che EP Produzione, gestore della centrale termoelettrica di Fiume Santo, nel marzo 2023 ha presentato pubblicamente il progetto denominato “Fiume Santo Energy Park” con il quale, in unico spazio, condenserà un mix energetico “integrato” ed “equilibrato” ritenuto capace di contribuire alla transizione energetica regionale e nazionale basata su impianti e tecnologie adeguate ai tempi e con un dichiarato orizzonte temporale di utilità di almeno 20-30 anni. Tale progetto, per sommi capi, prevede:
– fino a 1000 MW di energia rinnovabile e circolare (fotovoltaico off-shore ed on-shore, batterie di accumulo, idrogeno, biomasse) e a basso impatto ambientale (gas naturale), attualmente la centrale di Fiume Santo ha una produzione massima di 600 MW;
– fino a 1 miliardo di euro di investimenti con circa 600 posti di lavoro qualificati per accompagnare la realizzazione dell’Energy Park e fino a 300 addetti a tempo indeterminato per assicurare il funzionamento degli impianti;
– nessun nuovo utilizzo di suolo, essendo prevista la realizzazione del Parco energetico all’interno dell’attuale centrale di Fiume Santo, prevalentemente nelle aree degli ex gruppi 1 e 2 e marginalmente nelle aree dei gruppi 3 e 4;

preso atto che, a causa delle recenti tensioni geopolitiche, che hanno inciso negativamente sulla produzione di energia elettrica da fonti fossili ed in particolare dal carbone, senza immediate alternative di prospettiva la centrale di Fiume Santo potrebbe vedere diventare irreversibile un processo di graduale spegnimento che, nel giro di pochi anni, provocherebbe danni irreparabili dal punto di vista economico e sociale nel territorio del nord Sardegna ed in tutta la regione. Tali danni, stimiamo, possano facilmente essere identificati in questa sequenza a dir poco drammatica:
– pesante crisi occupazionale, con circa 400 posti di lavoro a rischio, fra diretti ed indotto;
– perdita di circa 30 milioni di euro di buste paga circolanti nel territorio del sassarese e area vasta, con ripercussioni in tutto il sistema produttivo locale, costituito prevalentemente da piccole e medie imprese (commercio e servizi) già piegate dalla crisi degli ultimi anni;
– aumento del carico sul sistema di assistenza sociale, prevalentemente garantito dalle casse dei comuni e della Regione, quale conseguenza delle prime due dirette cause,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l’Assessore regionale dell’industria e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente per sapere se:
1) siano a conoscenza di quanto esposto;
2) non ritengano opportuno aprire un confronto con EP Produzione, attuale proprietario della centrale di Fiume Santo, per:
– valutare quali siano gli scenari reali dell’attuale produzione in un’ottica che veda salvaguardato l’attuale livello occupazionale e quello economico del territorio nel prossimo futuro;
– valutare fattibilità tecnico-amministrativa, cronoprogramma e reali ricadute occupazionali ed economiche, con riguardo ai prossimi 20-30 anni, del progetto “Fiume Santo Energy Park” presentato da EP nel marzo 2023;
3) quali azioni siano in atto per superare le questioni contenute nel ricorso della Regione contro il decreto energia del Governo e per concludere un positivo accordo Governo-Regione, in assenza del quale ogni possibilità di investimento indirizzato verso il phase-out dal carbone resta drammaticamente fermo.

Cagliari, 10 ottobre 2023

Condividi: