Interrogazione n. 1913/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Interrogazione n. 1913/A

GANAU – PINNA – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PISCEDDA, con risposta scritta “sulla grave situazione della continuità assistenziale nella ASL di Oristano con riferimento particolare a Oristano città e al Comune di Cabras”.

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I sottoscritti,

premesso che:
– il servizio di continuità assistenziale garantisce consulti medici urgenti o visite a domicilio nei giorni festivi e prefestivi e nelle ore notturne dei giorni feriali, è equivalente al servizio di assistenza primaria e ai pediatri di famiglia;
– i cittadini si rivolgono al medico di continuità assistenziale per le prestazioni non differibili, cioè per le situazioni di malattia che non possono essere rinviate al proprio medico curante;
– che il servizio di continuità assistenziale funziona da filtro rispetto agli accessi in pronto soccorso dei codici bianchi e verdi, evitando così l’affollamento e conseguente collasso del pronto soccorso;

considerato che la Regione, avvalendosi delle disponibilità finanziarie aggiuntive disposte nella legge regionale 5 maggio 2023, n. 5 (Disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria) e nella legge regionale 21 febbraio 2023, n. 1 (Legge di stabilità 2023), ha proceduto alla riparametrazione dei finanziamenti previsti dagli Accordi Regionali (AIR) nel 2010 per garantire omogeneità ai livelli essenziali di assistenza nel territorio;

rilevato che lo scorso 11 agosto 2023, la direzione generale della ASL di Oristano avrebbe attivato, con propria nota prot. n. 33121, un servizio “medico esterno” presso la Casa di reclusione Massama-Oristano con ordine di servizio indirizzato ai medici che svolgono il servizio di continuità assistenziale e disponendo per questi l’obbligo di assistenza primaria a rapporto orario nei confronti della popolazione detenuta presso la Casa di Reclusione Oristano-Massama;

considerato che:
– tale disposizione non trova giustificazione alcuna negli Accordi Collettivi Nazionali (ACN) 2016-2018;
– il servizio di assistenza nelle strutture penitenziarie è regolato dagli articoli dal 70 al 75 del Capo IV dell’Accordo Collettivo Nazionale della medicina generale che rende tale settore assolutamente specifico e non confondibile con altre funzioni. Inoltre, secondo la norma finale 1 e le norme transitorie 1 e 2 la medicina penitenziaria è esterna al ruolo unico, con la deroga ad assumere assistiti fino a 400;
– il servizio di continuità assistenziale prevede la presenza di tre medici in servizio in contemporanea per turno;
– i medici di continuità assistenziale non sono dipendenti della Asl, ma dei liberi professionisti che lavorano con un rapporto di convenzione;
– Il medico convenzionato non è soggetto ad ordini di servizio, ma deve ottemperare a definiti obblighi contrattuali;
evidenziato che:
– questo nuovo gravoso obbligo di assistenza, imposto con la nota dirigenziale, aumenta, in modo insostenibile, il già pesante carico di entrambe le sedi di continuità assistenziale che negli ultimi anni sono state effettivo argine alla drammatica crisi della medicina generale del territorio, gestendo le migliaia di pazienti che improvvisamente si son ritrovati senza l’assistenza del Medico di medicina generale a causa dei pensionamenti e dimissioni di massa degli ultimi anni;
– si sono, inoltre, fatti carico dell’assistenza medica alle numerose RSA del capoluogo oristanese, come anche della gestione sanitaria dei numerosi turisti nella stagione estiva, a causa della mancata attivazione da alcuni anni del servizio di guardia turistica;
– per tale situazione durante il mese di agosto 2023 nove medici sui dodici in organico ad Oristano e tre su sette in organico a Cabras hanno rassegnato le dimissioni oppure non hanno rinnovato il contratto di lavoro;
– il punto di continuità assistenziale di Oristano si è quindi ritrovato al 31 agosto 2023 con i soli tre medici titolari dell’incarico in quanto nessuno dei professionisti è stato disposto ad accettare tali condizioni di lavoro;
– i tre medici con incarico a tempo indeterminato hanno potuto dunque assicurare il servizio solo per un quarto dei turni previsti in un mese;
– come conseguenza, la Asl n°5 di Oristano ha emanato un nuovo ordine di servizio disponendo l’obbligo che i tre titolari coprissero i turni di tutto il mese di settembre, lavorando da soli per turno in un punto di continuità assistenziale;

rilevato che:
– tutto questo ha provocato una situazione di emergenza, disorientamento e scompiglio per l’assistenza medica del capoluogo Oristanese;
– i medici si ritrovano nella condizione di dover lavorare in strutture fatiscenti non a norma e, peraltro, in alcune sedi sono perfino assenti gli impianti di aerazione, le porte di sicurezza e la mobilia a norma violando l’articolo 36 dell’ACN, con il relativo incremento di rischio microclimatico, biologico ed incendio sia per i lavoratori che per i pazienti;
– ad aggravare la situazione si aggiunge una retribuzione inadeguata, non aggiornata da numerosi anni malgrado l’aumento del costo della vita;
– in molte ASL, compresa quella di Oristano, sono state fatte scelte di affidamento di servizi essenziali a cooperative con medici gettonisti, favorendo l’interesse e la migrazione di molti medici del settore pubblico verso il settore privato, decisamente più remunerativo;

rilevato ancora che:
– a causa di questa situazione inaccettabile, anche i tre medici titolari rimasti hanno rassegnato le dimissioni, che saranno effettive dal 1° novembre 2023;
– conseguentemente il punto di continuità assistenziale. di Oristano resterà privo dei medici, provocando la chiusura di quello che è un servizio nevralgico e fondamentale per la salute del cittadino;
– stessa drammatica situazione riguarda il punto di continuità assistenziale. di Cabras, dal 1° ottobre 2023 con soli due medici in servizio in quanto gli altri due medici rimasti, detentori di un contratto a tempo determinato con cadenza trimestrale, non hanno attuato il rinnovo di contratto;

atteso che:
– la situazione descritta avrà come evidenza il blocco del servizio anche nella cittadina lagunare, data l’impossibilità per due soli medici di poter garantire l’attività;
– tale criticità comporterà che il territorio resterà privo del servizio di continuità assistenziale, un bacino sanitario di cinquantamila cittadini, che nel periodo estivo arriva a toccare i centomila abitanti.

considerato inoltre che:
– la chiusura del punto di C.A. di Oristano sta provocando inoltre un sovraccarico di lavoro nelle sedi limitrofe di continuità assistenziale del capoluogo oristanese.
– la probabile chiusura, nei prossimi mesi, di Cabras e Oristano provocherà, verosimilmente, dimissioni su larga scala creando una paralisi totale del servizio, con una crisi sanitaria senza precedenti ed un peggioramento della qualità di vita e salute del cittadino.
– questo quadro accrescerà la crisi dell’assistenza sanitaria pubblica, costringendo i cittadini a ricorrere al settore sanitario privato, privandoli del fondamentale diritto a poter accedere gratuitamente alle cure come garantito dalla nostra costituzione e creando gravissime disuguaglianze e problemi sociali.

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene, della sanità e dell’assistenza sociale per sapere
1) se non ritengano necessario e urgente di intervenire sulla ASL di Oristano per il ritiro immediato di tutti gli ordini di servizio illegittimi;
2) cosa si intenda fare per garantire ai cittadini il diritto ad avere il medico di medicina generale e/o il pediatra di base e la continuità assistenziale come intendano garantire il diritto a lavorare in ambienti di lavoro a norma di legge;

Cagliari, 2 ottobre 2023

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