Interrogazione n. 1897/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Interrogazione n. 1897/A

CORRIAS – GANAU – COMANDINI – DERIU – MELONI – MORICONI – PINNA – PISCEDDA, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di un tempestivo intervento utile a ottimizzare l’attività dei medici di medicina generale e di continuità assistenziale.

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I sottoscritti,

premesso che:
– la carenza di medici di medicina generale e di continuità assistenziale è ormai risaputa; numerosi comuni, soprattutto delle zone interne, ma anche di quelle più vicine alle città, sono privi di medico e i residenti sono costretti, spesso con gravi disagi, a spostarsi presso i comuni limitrofi o ai più vicini punti di pronto soccorso per beneficiare del diritto all’assistenza;
– tale criticità non sembrerebbe destinata a rientrare nell’immediato, come evidenzia a livello nazionale il recente dossier Gimbe, considerato che non si riesce a garantire il ricambio generazionale attraverso una efficace programmazione;
– ogni giorno, anche in Sardegna, la situazione va via via aggravandosi, con circa 20.000 sardi privi dell’assistenza di un medico di medicina generale, con il servizio di guardia medica discontinuo, con i tanti turisti costretti a intasare i pronto soccorso dei presidi ospedalieri perché le guardie mediche turistiche non sono assicurate con regolarità;

dato atto che:
– la carenza numerica di medici di medicina generale e di continuità assistenziale è senz’altro la causa principale a cui devono essere fatti risalire tali disservizi;
– a tale carenza non è sufficiente porre rimedio con l’innalzamento del limite massimo dei pazienti per i medici che operano nelle zone disagiate da 1.500 a 1.800, come ha recentemente disposto la norma voluta dall’assessore della sanità approvata dal Consiglio regionale, ma successivamente impugnata dal Governo davanti alla Corte costituzionale;
– i medici di medicina generale e di continuità assistenziale lamentano, attraverso le proprie organizzazioni, un aggravio di lavoro dovuto all’obbligo di svolgere incombenze di tipo burocratico che li impegnano a scapito del tempo da dedicare ai pazienti e che comportan,o per i pazienti stessi, una inutile perdita di tempo;
– si rende perciò necessario avviare percorsi di rivisitazione di molte delle procedure che investono l’attività dei medici di medicina generale e di continuità assistenziale affinché l’assistenza ai pazienti ritorni a essere il fulcro delle loro prestazioni professionali;

considerato che i medici di medicina generale e di continuità assistenziale hanno individuato una serie di procedure che adeguatamente riformate, peraltro senza comportare ulteriori costi per la finanza pubblica, riuscirebbero a garantire un alleggerimento del carico di lavoro:
– dotare di ricettari i medici delle strutture ospedaliere e ambulatoriali private convenzionate e i medici che lavorano intramoenia affinché possano direttamente prescrivere visite e farmaci ai pazienti ed evitare così che a farlo siano i medici di medicina generale e di continuità assistenziale;
– giungere alla dematerializzazione di tutte le prescrizioni farmacologiche, traguardo che rappresenterà un indubbio vantaggio anche per i pazienti;
– intervenire sul Nomenclatore tariffario regionale con l’obiettivo di dematerializzare tutte le prescrizioni, anche laboratoristiche;
– assegnare agli uffici amministrativi delle ASL la prescrizione di presidi e ausili vari, attività che costringe altrimenti i medici al disbrigo di lunghe pratiche amministrative;
– lasciare che i Piani terapeutici continuino a essere prerogativa dei medici specialisti in quanto figure più adeguate a seguire i pazienti durante la cura farmacologica;
– mantenere le Guardie mediche dato che costituiscono dei veri e propri presidi di continuità assistenziale durante la notte e i festivi;
– aumentare il massimale oltre i 1.500 pazienti solo per i medici che lo scelgono volontariamente;

ritenuto che:
– la sanità stia attraversando un momento drammatico con conseguenze nefaste per i cittadini che si vedono negati i livelli minimi di assistenza sanitaria;
– l’aumento del massimale di pazienti sia una soluzione tampone, ma non strutturale e in grado di incidere positivamente sulla vertenza;
– la carenza di medici di medicina generale rimanga la questione principale e debba essere affrontata mettendo in atto una strategia multifattoriale che finora la Regione ha solo dichiarato a parole senza dare seguito con azioni concrete;
– nelle more della definizione di una strategia risolutiva ma di lungo periodo, come le stesse organizzazioni di medici di medicina generale suggeriscono, potrebbero essere avviati dei percorsi di semplificazione e razionalizzazione delle procedure vigenti, al fine snellire gli adempimenti burocratici che impegnano i medici quotidianamente, sottraendo loro tempo prezioso che potrebbero invece dedicare all’assistenza dei pazienti;
– tali percorsi di semplificazione e razionalizzazione, in ogni caso, contribuiscono al conseguimento degli obiettivi generali del PNRR per la sanità in tema di dematerializzazione e telemedicina,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, per sapere:
1) se siano a conoscenza di quanto sopra riferito riguardo alle istanze provenienti dai medici di medicina generale e di continuità assistenziale;
2) se non reputino opportuno intervenire con la dovuta urgenza per attivare i processi di semplificazione di molte procedure attualmente vigenti che, per come sono ora strutturate, distolgono i medici dalle prestazioni assistenziali a beneficio dei pazienti;
3) quale strategia abbiano individuato per risolvere la sempre più crescente carenza di medici di medicina generale.

Cagliari, 4 settembre 2023

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