CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 187/A
CIUSA – MANCA Desiré Alma – LI GIOI – SOLINAS Alessandro, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di provvedere a programmare il tempestivo ripristino delle misure minime per la lotta contro la Peste suina africana (PSA) in Sardegna.
***************
I sottoscritti,
premesso che:
– la Peste suina africana (PSA) è una malattia virale, presente in Sardegna fin dal 1978, caratterizza per l’elevata trasmissibilità verso i suini al punto da risultare spesso letale, e che colpisce suini domestici e cinghiali pur non essendo contagiosa per gli esseri umani;
– la normativa comunitaria stabilisce le misure minime da applicare all’interno dell’Unione per la lotta contro la PSA, compresi gli interventi da attuare in caso di comparsa di un relativo focolaio in un’azienda suinicola e in caso di sospetto o conferma della presenza della malattia tra i suini selvatici;
– le misure includono programmi di eradicazione della PSA in popolazioni di suini selvatici, da elaborare e attuare a cura degli Stati membri e da approvare da parte della Commissione;
– sono dettate altresì norme di polizia sanitaria per la produzione, la trasformazione, la distribuzione e l’introduzione di prodotti di origine animale destinati al consumo umano;
– la decisione di esecuzione 2014/709/UE della Commissione stabilisce misure di protezione contro la PSA in taluni stati membri in cui sono stati confermati casi di tale malattia in suini domestici o selvatici;
– l’articolo 2 dell’atto, fatte salve alcune deroghe contenute negli articoli successivi, stabilisce il “divieto di spedizione di suini vivi, sperma, ovuli ed embrioni di suini, carni suine, preparati e prodotti a base di carni suine e di tutti gli altri prodotti contenenti carni suine nonché di partite di sottoprodotti di origine suina” dalle zone indicate nella medesima decisione, tra le quali è compresa la Regione;
– la situazione sanitaria esistente e i conseguenti risvolti legislativi di divieto alla commercializzazione di carni suine sarde e relativi prodotti di salumeria hanno portato nel corso dei decenni ad un danno economico enorme per la zootecnia della Sardegna;
evidenziato che:
– i piani di sorveglianza e le misure di controllo adottate negli ultimi anni in ambito regionale hanno consentito di ridurre l’incidenza della malattia, la quale è tornata sotto controllo in modo da impedirne l’ingresso nell’Italia continentale;
– gli studi condotti dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna (IZS) hanno dimostrato inequivocabilmente che i maiali tenuti illegalmente al pascolo brado giocano un ruolo molto più importante rispetto ai cinghiali quali portatori e diffusori del virus;
– sono state conseguentemente adottate misure di depopolamento di tali maiali che hanno portato ad una loro diminuzione da 4000-5000 capi ai 600-800 attuali, di cui oltre 3800 abbattuti nel periodo compreso tra dicembre 2017 e febbraio 2019;
– grazie alle misure di depopolamento sopra citate il numero di focolai di infezione è nettamente diminuito e la situazione epidemiologica complessiva è migliorata oltre le aspettative,
– nella situazione attuale, l’ultimo virus positività (focolaio) in aziende registrate risale al mese di settembre 2018, al mese di gennaio 2019 relativamente ai bradi abbattuti, al mese di aprile 2019 nei cinghiali;
– nonostante questa situazione favorevole, sussiste, ed è noto, il rischio di trasmissione del virus nei prossimi mesi, correlato alla possibile ingestione dei visceri dei cinghiali cacciati e dei bradi ancora presenti, macellati clandestinamente;
rilevato che:
– a partire da marzo 2019, con l’avvicendamento dei vertici politici della Regione avvenuto dopo le elezioni regionali, gli interventi di depopolamento dei bradi sono stati interrotti;
– attualmente non risulta l’esistenza di un documento programmatico della Giunta regionale volto a dare il necessario impulso all’attivazione di un nuovo programma di pianificazione delle attività di abbattimento;
– tale situazione rischia di compromettere la naturale evoluzione del percorso virtuoso intrapreso e tradire la ragionevole aspettativa di conseguire la totale eradicazione della PSA (anche dai cinghiali) nel giro di uno o due anni e, in tempi ancor più brevi, la rimozione da parte della Commissione UE del sopraccitato divieto all’export dei prodotti suinicoli sardi;
– di fatto il blocco delle attività di abbattimento impedisce alla Commissione UE di adottare una decisione favorevole per la Sardegna e l’Italia, determinando serie ripercussioni di carattere economico nelle filiere suinicole e di trasformazione isolane, nonché, conseguentemente, nazionali;
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza della situazione esposta ed in particolare del blocco degli abbattimenti dei suini tenuti illegalmente al pascolo brado e del relativo incremento della popolazione;
2) quali iniziative, per quanto di rispettiva competenza, intendano intraprendere per evitare che l’inerzia della Regione autonoma della Sardegna possa pregiudicare la totale eradicazione della PSA e la rimozione degli attuali divieti all’esportazione dei prodotti suinicoli sardi;
3) se non intendano attivarsi per favorire la ripresa delle citate operazioni di abbattimento e, contestualmente, potenziare il supporto logistico ed operativo offerto dalle forze di polizia agli operatori impegnati nelle relative attività, finalizzato altresì a velocizzare e semplificare i procedimenti burocratici ed operativi necessari per l’attivazione delle procedure medesime.
Cagliari, 29 ottobre 2019