Interrogazione n. 1864/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Interrogazione n. 1864/A

SATTA Gian Franco – AGUS – ZEDDA Massimo, con richiesta di risposta scritta, sui gravi danni causati alle coltivazioni di grano a causa del soprannumero di cinghiali.

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I sottoscritti,

premesso che:
– la Sardegna, con circa 30.000 ettari di campi coltivati a grano, si colloca a metà della classifica nazionale dei maggiori produttori nonostante, in meno di venti anni, abbia perso quasi il 70 per cento della superficie coltivata passando dai circa 97.000 ettari del 2004 alla superficie attuale;
– il rapporto tra la nostra Isola e la produzione di grano ha origini antiche, infatti, già durante l’occupazione dell’impero romano, per la qualità e la quantità delle produzioni, la Sardegna venne definita granaio di Roma; tra la fine dell’ottocento e gli inizi del secolo scorso l’isola era la seconda regione d’Italia per coltivazione di frumento duro, preceduta dalla sola Sicilia, con oltre 158.000 ettari coltivati;
– secondo l’ISTAT, nel 2022 le superfici coltivate a grano duro hanno toccato quota 29.200 ettari, con una produzione di 693 mila quintali di grano e la Sardegna, insieme alle altre regioni del sud, ha contribuito per il 65 per cento alla produzione nazionale totale;

considerato che:
– le coltivazioni si estendono su tutto il territorio regionale, dalle colline che sovrastano il mare fino alle distese pianeggianti dell’entroterra;
– nonostante il forte calo delle superfici coltivate, ancora oggi centinaia di aziende agricole si dedicano alla produzione di grano e questo fa sì che per molte comunità dell’interno, ma non solo, parte dell’economia a vocazione agricola dipenda proprio dalla produzione di questo frumento;

rilevato che:
– quest’anno, più degli altri anni, oltre ai problemi legati agli eventi atmosferici, le produzioni sono state compromesse in maniera significativa a causa del soprannumero dei cinghiali che smuovendo i terreni delle aree seminate hanno danneggiato, in alcuni casi totalmente, intere produzioni;
– anche dove i danni causati dai cinghiali sono stati minori rispetto ad altri territori, le perdite prodotte incidono notevolmente sul valore reddituale per ettaro e questo aspetto, sommato agli elevati costi di produzione, che sono stimati intorno alle 1100 euro per ettaro, comporteranno notevoli perdite per le aziende ed un inesorabile abbandono di queste produzioni;
– nonostante molte aziende abbiano previsto questo epilogo e abbiano provato ad assicurare le proprie coltivazioni, difficilmente le compagnie assicurative acconsentono a garantire le produzioni contro questi danni e questo significa che la perdita economica ricade interamente sugli imprenditori agricoli e sui propri bilanci aziendali;

ritenuto che:
– il problema relativo al soprannumero dei cinghiali necessiti di interventi mirati ed efficaci, ad esempio attivando squadre per gli abbattimenti controllati che operino oltre la stagione venatoria, così come indicato nella nostra proposta di legge già presentata lo scorso mese di maggio e non ancora discussa in Commissione;
– a causa degli elevati costi di produzione, le aziende non siano in grado di sostenere neppure le eventuali perdite parziali provocate dai cinghiali e non essendovi coperture assicurative a riguardo, sia oltremodo doveroso sostenere il comparto e l’economia di intere comunità sarde,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente e l’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) se siano a conoscenza della situazione descritta;
2) quali iniziative intendano compiere per contenere il soprannumero di cinghiali che oramai stanno invadendo le campagne e anche i centri abitati della nostra isola, causando ingenti danni alle aziende e pericolo per le persone;
3) se non ritengano necessario ed urgente prevedere forme di indennizzo a compensazione delle perdite di produzione subite dalle imprese agricole e garantire rapidità nella raccolta delle istanze e soprattutto nell’erogazione delle risorse, anche attraverso l’ausilio dei comuni nei quali insistono le aziende danneggiate.

Cagliari, 17 luglio 2023

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