CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVI Legislatura
Interrogazione n. 1831/A
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LAI – COCCO – CADDEO – PIU – LOI – ORRÙ, con richiesta di risposta scritta, sulla decisione della Gestione regionale sanitaria liquidatoria dell’ATS e delle cessate USL e ASL di sfrattare l’Associazione sarda per l’attuazione della riforma psichiatrica (ASARP) dai locali in cui svolge la propria attività.
I sottoscritti,
premesso che:
– l’ASARP si è costituita a Cagliari nel 1986 con lo scopo di promuovere la piena attuazione della legge di riforma psichiatrica n. 180 del 1978 e di riforma sanitaria n. 833 del 1978, con la chiusura degli ospedali psichiatrici e la creazione dei servizi territoriali previsti dalle leggi di riforma;
– insieme ad altre 7 organizzazioni impegnate sugli stessi obiettivi in diverse regioni d’Italia, l’ASARP costituisce il Coordinamento nazionale salute mentale, che è stato il primo movimento di familiari a schierarsi apertamente e con coraggio in difesa della riforma al fianco di tanti operatori della salute mentale impegnati nelle prime sperimentazioni territoriali;
– nel 1993 la presidente di ASARP è cofondatrice dell’Unasam (che aderisce alla organizza-zione europea EUFAMI) di cui è anche presidente nazionale, oltre che componente del tavolo tecnico Salute mentale del Ministero della salute, che ha cessato la sua funzione nell’aprile scorso a seguito della decisione dei Ministro della salute di sostituire il tavolo tecnico, attivo dal 2019, con altro “più snello” in cui sono assenti le organizzazioni dei familiari e tante altre rappresentanze scientifiche e istituzionali importanti;
– l’ASARP svolge la propria attività istituzionale, per tutta la comunità regionale e in rete col movimento nazionale delle associazioni dei familiari e degli utenti, nei locali siti a Cagliari presso il Padiglione “E” del complesso “Cittadella della salute” in via Romagna, in cui hanno luogo i laboratori culturali, i gruppi di incontro, la formazione, la biblioteca, l’attività della radio web, gli incontri e le assemblee, la consulenza (giuridica, amministrativa e previdenziale), il sostegno individuale ai familiari e alle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale e più in generale a tutte le persone in difficoltà che chiedono consulenza sostegno ed aiuto;
– l’ASARP inoltre svolge quotidianamente attività di sussidiarietà orizzontale complessa e importante senza nessun costo per la collettività e fornisce servizi gratuiti alle persone che orbitano nella Cittadella della salute, oltre, ovviamente, a tutta l’attività amministrativa e progettuale ed alla gestione dei contatti e rapporti istituzionali e non;
dato atto che:
– in data 30 dicembre 2020 il Servizio logistica e valorizzazione del patrimonio dell’ATS Sardegna, ha trasmesso ad ASARP la nota prot. n. PG/2020/0325963 con la quale invita l’Associazione all’immediato rilascio dei locali in cui svolgono la propria attività, in ragione di sopravvenute “necessità di disponibilità dei locali per la indifferibile messa a norma delle strutture dal punto di vista impiantistico ed antincendio”;
– in precedenza era pervenuta analoga richiesta a riguardo, in ragione di “sopravvenuti e prevalenti interessi pubblici da parte di ATS Sardegna, determinati anche dalla necessità di di-sporne di luoghi di lavoro aggiuntivi al fine di ridurre forme aggregative per il contenimento del contagio da Sars-Cov-2 e gestione della emergenza epidemiologica”;
– con ricorso ex articolo 700 c.p.c. depositato il 14 novembre 2022, la Gestione regionale sanitaria liquidatoria della ATS e delle cessate USL e ASL ha chiesto al Tribunale ordinario di Cagliari -Sez. civile, di ordinare all’ASARP l’immediato rilascio dei locali ubicati al piano terra del Padiglione E della Cittadella della Salute in Cagliari, via Romagna n. 14, originariamente concessi in comodato gratuito con contratto del 2 ottobre 2007;
– in data 22 maggio 2023 in accoglimento del ricorso, il Giudice ordina all’ASARP di rilascia-re senza dilazione i locali ubicati al piano terra del Padiglione E della Cittadella della salute in Cagliari, via Romagna, 14 in favore della ricorrente;
evidenziato che:
– i servizi di salute mentale sul territorio regionale si trovano ad operare in situazioni di grave criticità, che determinano pesanti ed inaccettabili ricadute nella vita quotidiana delle persone che di tali servizi hanno necessità;
– le persone che vivono una condizione di sofferenza mentale e le rispettive famiglie, hanno necessità e urgenza che i centri di salute mentale possano svolgere la loro attività di prevenzione, cura e riabilitazione psico-sociale orientati alla ripresa, almeno 6 giorni alla settimana per minimo 12 ore (come previsto dal Progetto obiettivo nazionale salute mentale) con l’obiettivo delle 24 ore 7 giorni su 7;
– il progressivo impoverimento organizzativo, finanziario e culturale dei centri di salute men-tale in Sardegna, ha determinato, in tutta, la sua evidenza, un aumento esponenziale delle sofferenze e delle fragilità sociali e ha trasformato i centri di salute mentale (nati come luoghi di produzione di salute mentale e di emancipazione sociale) in ambulatori psichiatrici ridotti alla fissazione di visite programmate e prescrizione farmacologica;
– in tali condizioni operative, in cui mancano non solo medici psichiatri e infermieri ma soprattutto psicologi, assistenti sociali, educatori, terapisti della riabilitazione psichiatrica, la costruzione di una presa in carico multidisciplinare e multidimensionale in cui il farmaco è solo uno degli strumenti, non consente la piena partecipazione al percorso di cura, di ripresa e di inclusione sociale, delle persone che vivono, la condizione di un disturbo mentale (an-che grave) col pieno coinvolgi mento della rete familiare, sia dove vigono rapporti familiari meno problematici e conflittuali, sia dove i rapporti sono difficili e da ricostruire o riparare;
– inoltre, i servizi di salute mentale, di comunità (quali sono i centri di salute mentale) devono operare in contesti territoriali con un ben definito bacino di utenza, riconoscibili e raggiungibili in tempi accettabili;
rilevato che:
– la chiusura di centri di salute mentale e il loro accorpamento ha determinato ulteriori problemi nella utenza e nelle famiglie e una più difficile operatività negli stessi operatori;
– la decisione assunta dall’Azienda sanitaria n. 8 di Cagliari, sostenuta dal Commissario liqui-datore di ATS Sardegna, di allontanare dalla attuale sede (in utilizzo dal 2007) presso la Cittadella della salute di Cagliari l’Associazione ASARP, ha determinato e sta determinando non pochi problemi all’operatività dell’associazione dei familiari disconoscendone il fonda-mentale e necessario ruolo sociale;
– inoltre sta determinando ulteriori criticità la decisione della Direzione generale di ASL n. 8 di cessare senza preventiva informazione l’attività delle comunità terapeutica del territorio, in cui si stanno portando avanti percorsi individuali di ripresa;
ritenuto che:
– essendo impossibile trovare una alternativa adeguata alla sua funzione in tempi brevi, lo sfratto con il quale si impone l’immediato abbandono dei locali siti all’interno della cittadella sanitaria a Cagliari comporterà gravissime lesioni ai cittadini appartenenti a categorie deboli e in stato di grave disagio, di cui la suddetta associazione tutela interessi e dignità;
– è fondamentale il ripristino a carattere di urgenza di tutte le sedi dei Centri di salute mentale e degli ambulatori periferici, con la ridefinizione di tutte le piante organiche necessarie al buon funzionamento del servizio pubblico di salute mentale;
– pur comprendendo le ragioni dell’ATS Sardegnasi può ragionevolmente ipotizzare che le stesse esigenze possano essere soddisfate in altri spazi senza costringere l’Associazione ASARP a chiudere i battenti,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza di quanto suesposto;
2) se non reputino opportuno intervenire con la massima sollecitudine affinché:
– si trovi una soluzione allo sfratto, atta al miglioramento della qualità degli interventi per l’inclusione sociale e i percorsi di cura emancipativi che restituiscano speranza, diritti e possibilità alle persone che vivono la sofferenza mentale;
– si apra una urgente interlocuzione per supportare i bisogni di salute mentale richiesti a gran voce dalle famiglie e da tutto il territorio regionale;
– si sostenga il diritto delle persone di intraprendere un percorso reale di ripresa che restituisca la normalità della vita;
– si riattivi uno strumento di partecipazione democratica, quale la Commissione regionale salute mentale, in cui tutte le parti sociali (incluse le organizzazioni dei familiari e degli utenti e le organizzazioni del terzo settore) si possano confrontare con le istituzioni e le altre parti sociali per affrontare e risolvere le gravi criticità segnalate.
Cagliari, 31 maggio 2023