Interrogazione n. 1830/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Interrogazione n. 1830/A

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CORRIAS – GANAU – COMANDINI – DERIU – MELONI – MORICONI – PINNA – PISCEDDA – LAI – CADDEO COCCO – ORRÙ – PIU – AGUS – SATTA Gian Franco – ZEDDA Massimo, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di adeguare gli stanziamenti annuali per la gestione dei servizi relativi a musei di ente locale, parchi archeologici ed ecomusei e per la gestione dei servizi relativi a biblioteche e archivi storici di ente locale e d’interesse locale.

I sottoscritti,

premesso che:
– i beni culturali, rappresentano un fattore di crescita civile e sociale, capace inoltre di genera-re occupazione, investimenti e benessere economico e, pertanto, la loro valorizzazione deve costituire un obiettivo primario di azione legislativa e programmatica della Regione;
– la Regione, come ribadisce il disposto della legge regionale 20 settembre 2016, n. 14 (Nor-me in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura), articolo 21, comma 2, lettera b) ed f), trasferisce risorse agli enti locali per la gestione dei servizi relativi a musei di ente lo-cale, parchi archeologici ed ecomusei (lettera b)) e per la gestione dei servizi relativi a bi-blioteche e archivi storici di ente locale e d’interesse locali (lettera f));
– tali trasferimenti, fanno riferimento essenzialmente a due norme che trovano la loro origine nella legge regionale n. 28 del 1984; la legge regionale 4 giugno 1988, n. 11, articoli 92 e 93 (azioni 7/a1 e 7/a4 – Progetti speciali finalizzati all’occupazione) e l’articolo 38 della legge regionale n. 4 del 2000. Le due normative, dopo un percorso frammentato, sono confluite nell’articolo 23, comma 7 della legge regionale n. 4 del 2006 che, tra l’altro, conferisce agli enti locali le funzioni e le risorse relative ai servizi culturali privi di rilevanza economica, in linea con il decreto legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio);
– l’adeguamento normativo ha consentito così e ancora consente, di finanziare i progetti di ge-stione e valorizzazione già in essere al 31 dicembre 2006 attraverso il trasferimento di risor-se agli enti locali, i quali attraverso procedure a evidenza pubblica, individuano le imprese di gestione;
– si tratta di 70 progetti che riguardano 136 siti, tra musei, aree archeologiche e monumentali, che occupano oltre 450 operatori e di 74 progetti relativi a biblioteche e archivi storici che coinvolgono circa 300 operatori e per i quali, nel bilancio 2023, la Regione ha stanziato ri-spettivamente 16.350.000 e 7.400.000 euro che, ripartiti tra i singoli enti locali beneficiari, sono da destinare alla copertura fino al 100 per cento del costo del lavoro;

evidenziato che:
– antecedentemente al 31 dicembre 2006, la Regione aveva incoraggiato le imprese operanti nel settore dei beni culturali e finanziate ai sensi delle leggi sopra citate, ad applicare il con-tratto collettivo nazionale di lavoro di Federculture, il primo CCNL, nato nel 1999, specifico per i lavoratori del settore culturale, orientato alle esigenze della vasta gamma di micro, pic-cole e medie imprese che operano nella filiera produttiva di servizi che l’indotto culturale genera. L’adesione al contratto di Federculture, rappresentava anche per la Regione e per il legislatore, l’implicito riconoscimento delle professioni specifiche dei beni culturali, matura-te dopo un percorso di studi articolato che obbligava a un continuo aggiornamento e a segui-to di anni di esperienza;
– numerose imprese che operano nel settore dei beni culturali e sono attualmente affidatarie di progetti di gestione, continuano a riconoscere al proprio personale il trattamento previsto dal CCNL di Federculture;

dato atto che:
– lo scorso 28 dicembre 2022 è stato firmato da Federculture e dalle organizzazioni sindacali FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, UIL PA e UGL il rinnovo del contratto collettivo nazionale Federculture per il triennio 2019-2021;
– il rinnovo contrattuale ha determinato, a partire dal 2022, un aumento del costo del persona-le impiegato nei progetti e gli enti locali beneficiari non dispongono di risorse proprie per ri-vedere le convenzioni già stipulate con le imprese affidatarie al fine di riconoscere gli in-crementi stipendiali;

atteso che:
– la Regione attraverso il finanziamento dei progetti di gestione di musei e aree archeologiche, ha già da tempo avviato un percorso di valorizzazione dei beni culturali per preservare il pa-trimonio culturale, favorire l’educazione e la crescita culturale dei sardi e promuovere l’iden-tità regionale e, al contempo, dare impulso al turismo e stimolare lo sviluppo economico lo-cale;
– la Regione, inoltre, ha sempre ritenuto fondamentale il ruolo svolto dalle biblioteche dagli archivi di ente locale, strutture capillarmente diffuse sul territorio, in grado di garantire il li-bero accesso all’informazione e alla cultura, custodire la memoria locale e, attraverso la promozione della lettura, essere luoghi di incontro e partecipazione comunitaria e, per que-sto, da anni, ha stanziato risorse per i progetti di gestione di biblioteche e archivi;
– i progetti in argomento sono stati e continuano ad essere un’importante occasione di crescita professionale per i tanti operatori culturali impiegati alle dipendenze delle imprese affidata-ne dei servizi, che attualmente vantano esperienza ed elevati titoli di studio,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale della pubblica istru-zione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere se:

1) siano a conoscenza di quanto sopra riferito;
2) non convengano che le competenze maturate in seno alle imprese affidatarie dei servizi di gestione di musei e aree archeologiche e di gestione di biblioteche e archivi di cui all’articolo 21, comma 2, lettere b) e f), debbano essere adeguatamente valorizzate, anche attraverso il riconoscimento di retribuzioni commisurate all’esperienza maturata e alle elevate competen-ze;
3) non ritengano, a tal fine, necessario e urgente incrementare le risorse destinate alle due atti-vità al fine di consentire agli enti locali di riconoscere alle imprese affidatarie dei progetti di gestione, i dovuti aumenti contrattuali.

Cagliari, 30 maggio 2023

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