CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 1660/A
CADDEO – COCCO – LAI – ORRÙ, con richiesta di risposta scritta, sulla eventualità della riduzione del servizio 118 h 24 presso la casa circondariale Ettore Scalas di Uta-Cagliari.
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I sottoscritti,
considerato che:
– nel 2008 è avvenuto il trasferimento delle funzioni sanitarie in ambito carcerario dal Ministero di giustizia al Sistema sanitario nazionale. Il passaggio è stato siglato con decreto del Presidente Consiglio dei ministri del 1° aprile 2008 che stabilisce modalità e criteri per il trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e dei beni strumentali in materia di sanità penitenziaria; la Regione attraverso il Servizio sanitario regionale e in accordo con il Piano sanitario nazionale garantisce alle persone detenute nelle carceri di tutta la regione, i livelli essenziali di assistenza sanitaria (i LEA, che includono la medicina di base, l’assistenza medica specialistica, l’assistenza farmaceutica, l’intervento sulle tossicodipendenze, la vigilanza sull’igiene pubblica e la prevenzione) e attua, tenendo conto della specificità della condizione di reclusione e di privazione della libertà, i principali obiettivi di salute, attraverso l’azione complementare e coordinata di tutti i soggetti e le istituzioni che, a vario titolo, concorrono alla tutela della salute della popolazione ristretta negli istituti di pena;
– il decreto legislativo n. 140 del 18 luglio 2011 disciplina, ai sensi dell’articolo 56 della legge costituzionale n. 3 del 26 febbraio 1948 (Statuto speciale per la Sardegna) e in attuazione dell’articolo 2, comma 283, della legge n. 244 del 24 dicembre 2007, le modalità, i criteri e le procedure per il trasferimento al Servizio sanitario della Regione delle funzioni sanitarie, delle risorse finanziarie, dei rapporti di lavoro, delle attrezzature, arredi e beni strumentali relativi alla sanità penitenziaria;
– in attuazione del “Principio di equivalenza delle cure” sancito dall’OMS e del diritto garantito dall’articolo 32 della Costituzione italiana, la Regione si impegna ad assicurare alle persone detenute le stesse opportunità di cura che sono assicurate a tutti gli altri membri della comunità;
– il Consiglio d’Europa, con la raccomandazione n. 87 del Comitato dei ministri agli Stati membri sulle regole penitenziarie prevede che “i servizi medici devono essere organizzati in stretto collegamento con l’amministrazione generale del servizio sanitario della comunità o della nazione; devono comprendere un servizio psichiatrico per la diagnosi e, ove occorra, per il trattamento de cui di anormalità psichiatrica”;
– la deliberazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica del 3 novembre 2021 pone a disposizione importi destinati al finanziamento della medicina penitenziaria;
rilevato che:
– presso la Casa circondariale di Cagliari-Uta, al momento sono impiegati n. 326 agenti di polizia penitenziaria, n. 25 amministrativi, n. 7 educatori, n. 12 medici di medicina di base e n. 15 operatori di medicina d’urgenza;
– i 12 medici di medicina di base svolgono l’attività con un orario proporzionale all’attività svolta all’esterno;
– i 15 medici di medicina d’urgenza operano fuori dall’orario di servizio per 10 ore, alternandosi nell’arco delle 24 ore e fanno capo all’Azienda regionale dell’emergenza urgenza (AREUS);
– all’ interno del carcere risultano circa 600 detenuti la maggior parte dei quali con problematiche di natura psichiatrica;
considerato che:
– giungono segnalazioni preoccupanti circa la riduzione o addirittura soppressione del servizio dei medici e operatori del 118, garantito finora H 24;
– tale circostanza, se confermata, metterebbe a rischio la salute e la sicurezza delle persone private della libertà e degli operatori penitenziari;
– l’organizzazione del servizio sanitario all’interno del carcere ha finora garantito interventi salvavita nell’arco della giornata pur risultando sottodimensionato rispetto al numero delle persone presenti all’interno dell’intera casa circondariale di Uta;
– a tutt’oggi l’intera struttura è priva della presenza di ambulanza con postazione fissa che permetterebbe di ridurre i tempi di intervento e di percorrenza dal carcere ai presidi ospedalieri di Cagliari;
– all’interno della struttura si segnala un numero sempre più crescente di interventi emergenziali dovuti a tentavi di suicidi e autolesionismo oltre che a patologie anche gravi di qualsiasi natura,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se corrisponde al vero la notizia sulla eventuale riduzione del servizio dei medici operatori 118 H 24;
2) se sono a conoscenza che all’interno del carcere non esiste il presidio fisso di un’ambulanza medicalizzata;
3) quali motivi hanno impedito ad oggi la sottoscrizione del protocollo regionale di prevenzione del rischio suicidario proposto dal Provveditorato regionale dell’assistenza penitenziaria (PRAP).
Cagliari, 28 ottobre 2022