Interrogazione n. 1626/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 1626/A

PINNA – GANAU – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PISCEDDA – CIUSA – LI GIOI – MANCA Desirè Alma – SOLINAS Alessandro – AGUS – LOI – PIU – SATTA Gian Franco – ZEDDA Massimo – LAI – CADDEO – COCCO – ORRÙ, con richiesta di risposta scritta, sull’emergenza costi energia e crisi del comparto industriale con particolare riferimento alla Portovesme Srl e alla Fonderia di San Gavino.

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I sottoscritti,

premesso che:
– come noto, la Portovesme Srl, società del gruppo Glencore international plc, risulta tra i leader mondiali nel commercio di materie prime ed in particolare di metalli non ferrosi;
– oggi la Portovesme Srl in Sardegna, unico produttore di Zinco e Piombo in Italia, definito dal Governo italiano di importanza strategica nazionale, occupa nei suoi impianti circa 550 lavoratori diretti tra la sede di Portovesme e la Fonderia di San Gavino cui si aggiungono altri 600 delle società esterne e dell’indotto;

considerato che:
– fin da ottobre 2021, l’amministratore delegato della Portovesme srl, Davide Garofalo, in una intervista al Sole 24 ore, rappresentava come il rallentamento della filiera dello zinco non fosse un problema di mercato finale né un fatto interno, ma del tutto derivante dall’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, aumenti non compensabili dall’aumento del prezzo del metallo e ciò ha condotto alla decisione di avviare il percorso per l’attivazione degli ammortizzatori sociali della durata di un anno per circa 600 dipendenti diretti (complessivamente attorno allo stabilimento metallurgico non ferroso operano, tra appalti e contrattisti, circa 1.300 lavoratori);
– la Portovesme Srl, opera, inoltre, attraverso lo stabilimento di San Gavino Monreale, con i suoi dipendenti, nel mercato della raffinazione del piombo, leghe di piombo, nonché nella produzione di metalli preziosi;

atteso che:
– la situazione già critica, ha avuto durante i mesi del 2022, una evoluzione del tutto negativa che ha portato, nei giorni scorsi alla comunicazione dell’attivazione della CIGS; infatti, la Confindustria-Sardegna meridionale, con propria nota del 29 settembre 2022 ha rappresentato alle RSU, all’Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e al Ministero del lavoro l’avvio della procedura di consultazione sindacale per l’accesso alla Cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale, nell’ipotesi dell’evento improvviso ed imprevisto esterno alla gestione aziendale, ai sensi del decreto legislativo n. 148 del 2015, e successive modifiche e integrazioni, anche per gli operai dello stabilimento di San Gavino Monreale;
– secondo la società, stanti tali condizioni e nonostante le azioni della stessa anche a salvaguardia dell’occupazione e delle professionalità, atte a contenere gli impatti della crisi mediante un efficientamento e rimodulazione del ciclo produttivo maggiormente energivoro e la riorganizzazione dei turni di lavoro e rafforzamento delle attività commerciali, permane l’insostenibilità economica dei processi produttivi e pertanto, al fine di non compromettere in maniera irreversibile la continuità dell’impianto di San Gavino Monreale, la Società ha deciso di programmare la temporanea e graduale fermata della linea della raffinazione del piombo, fortemente energivora e conseguentemente con un costo industriale del tutto disallineato ai prezzi dei mercati di sbocco;
– il ricorso alla Cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale nell’ipotesi integrabile dell’evento improvviso ed imprevisto esterno alla gestione aziendale ai sensi del decreto legislativo n. 148 del 2015 e del decreto ministeriale n. 94033 del 2016, interesserebbe 58 lavoratori/giorno, ossia l’intero organico aziendale in forza presso lo stabilimento di San Gavino Monreale e per un periodo presumibile massimo di mesi 12 decorrenti dal prossimo 1° gennaio 2023;

considerato inoltre che:
– l’azienda ha anche annunciato di voler fermare tutta la lavorazione del piombo nell’impianto di San Gavino e nel KSS di Portovesme;
– tale scelta sembrerebbe anticipare l’intenzione di cessare definitivamente la produzione di piombo modificando il core business anche se, per contro, parrebbe esserci la volontà di avviare degli studi per riconvertire queste linee produttive sostituendo la produzione del piombo con altri materiali più richiesti nel panorama mondiale, in particolare nichel e litio, utili per la realizzazione dei moderni accumulatori elettrici (batterie);
– la richiesta di accedere alla CIGS rappresenta comunque un ulteriore grave segnale di crisi che investe un territorio fortemente impoverito da decenni di costante deindustrializzazione che con azioni tempestive anche delle istituzioni regionali poteva forse essere arginato;
– la Sardegna non può permettersi infatti una ulteriore desertificazione industriale ed economica che andrebbe a colpire oltre 1200 famiglie che si troverebbero senza alcuna prospettiva,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l’Assessore regionale dell’industria, l’Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente per conoscere:
1) se siano a conoscenza dei continui e reiterati segnali da parte dell’azienda;
2) quali siano state le interlocuzioni con l’Azienda Glencore international plc riguardo la problematica in argomento;
3) se non ritengano di dover attivare tutte le procedure a garanzia sia della eventuale e prospettata riconversione delle linee produttive sia a tutela delle maestranze e del livello occupazionale del territorio;
4) quali le interlocuzioni col MISE e più in generale quali azioni intenda mettere in atto per affiancare i lavoratori, i sindacati e i territori interessati per scongiurare il ricorso dell’azienda alla cassa
integrazione guadagni per i due impianti sardi allo scopo di mantenere se non aumentare gli attuali livelli occupativi.

Cagliari, 5 ottobre 2022

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