CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 1623/A
(Pervenuta risposta scritta in data 11/11/2022)
CERA – COCCIU – TALANAS – TEDDE, con richiesta di risposta scritta, sulla criticità determinatasi nei consorzi di bonifica per il mancato ed inadeguato rimborso dei costi energetici per gli impianti irrigui, e dei rischi che ciò sta comportando e può comportare sul settore agricolo isolano e sui settori ad esso collegati.
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I sottoscritti,
premesso che:
– l’articolo 10, comma 3, della legge regionale n. 6 del 2008 prevedeva che il contributo irriguo (ovvero il contributo che le aziende agricole pagano ai consorzi di bonifica per il servizio irriguo) debba essere omogeneo in tutto il territorio regionale e debba tener conto delle conseguenze sociali, economiche ed ambientali per il settore agricolo;
– a tal fine lo stesso articolo prevede che la Regione assicuri la fornitura idrica ai consorzi di bonifica tramite il soggetto gestore del sistema idrico multisettoriale regionale (ENAS) a valore energetico uniforme sul territorio regionale e tale da garantire l’alimentazione in pressione delle reti irrigue;
– non potendo l’ENAS fornire l’acqua direttamente in pressione e per di più in modo uniforme su tutto il territorio regionale (servito da reti irrigue), la normativa è stata modificata con la legge regionale 23 dicembre 2015, n. 35 la quale ha apportato modifiche all’articolo 5 della legge regionale n. 5 del 2015 ed alla legge regionale n. 6 del 2008, prevedendo che ENAS provveda al rimborso ai consorzi di bonifica dell’energia elettrica consumata per il sollevamento dell’acqua ad uso irriguo, coi fondi messi a disposizione dalla Regione;
– con la deliberazione n. 30/7 del 24 maggio 2016 la Giunta regionale, al fine di incentivare e sensibilizzare l’uso razionale dell’energia, ha deciso di adottare dei criteri per la refusione dei costi energetici sostenuti dai consorzi di bonifica per il sollevamento delle acque destinate ad uso irriguo e agricolo. In particolare tali criteri prevedevano che per i consumi le cui richieste di rimborso saranno presentate dai consorzi di bonifica dal mese di giugno 2016 compreso e fino a nuova deliberazione della Giunta regionale il ristoro dei costi energetici sostenuti dai consorzi di bonifica sarà valutato, per la parte “Quota energia – Energia e perdite di rete”, prendendo a riferimento, quali valori unitari da utilizzare, i corrispettivi di fornitura di energia elettrica pubblicati periodicamente nella relativa pagina Consip del portale “acquistinretepa.it”, il Portale degli acquisti in rete della pubblica amministrazione, per le diverse tipologie di utenze (media/bassa tensione) in capo ai consorzi di bonifica;
considerato che i consorzi da diversi anni acquistano l’energia necessaria ai propri impianti o aderendo a gruppi d’acquisto di livello nazionale (che stipulano le convenzioni coi fornitori previa gara “europea”) o aderendo alle convenzioni “Consip”, così da ottenere le condizioni economiche più favorevoli, e rispettando la normativa sugli appalti pubblici;
evidenziato che la normativa citata e gli atti conseguenti dei consorzi sono assolutamente funzionali a garantire alle aziende agricole un servizio irriguo adeguato ed un costo sostenibile e tale da garantire la sopravvivenza delle aziende stesse;
preso atto ed evidenziato che, nonostante la normativa regionale garantisca al settore agricolo irriguo i contributi per fornire l’alimentazione in pressione delle reti irrigue, oggi i consorzi si trovano in una situazione di grave difficoltà tale da porre in allarme e seria preoccupazione il mondo agricolo;
considerato che tali difficoltà derivano da tre ordini problemi, ovvero:
– la Regione non sta garantendo le somme necessarie per i rimborsi previsti. Risultano mancanti circa 10 milioni di euro per saldare i costi sostenuti dai consorzi nel 2020/2021, e si stimano mancanti circa 17 milioni di euro per 2022. La Regione ha infatti stanziato per il 2022 solo 7 milioni di euro a fronte dei 24 milioni necessari a seguito dell’incremento dei costi energetici;
– i rimborsi previsti dalle norme vengono erogati con forti ritardi, costringendo i consorzi a richiedere ed utilizzare gli affidamenti bancari, con oneri finanziari che finora sono rimasti sempre in carico ai consorzi e quindi, in ultima istanza, alle imprese agricole consorziate;
– il soggetto gestore del sistema idrico multisettoriale regionale (ENAS) non sta riconoscendo ai consorzi l’integrale rimborso delle somme spese. Le spese non riconosciute per l’ultimo anno – come da recenti comunicazioni di ENAS – ammonterebbero ad oltre 4 milioni di euro tra tutti i consorzi;
evidenziato che:
– in caso di mancato integrale rimborso ai consorzi delle somme spese per l’energia, tali oneri resterebbero in carico ai consorzi che dovrebbe riversarli sulle aziende agricole incrementando i ruoli irrigui in misura variabile tra i diversi consorzi con punte superiori al 100 per cento solo considerando i minori rimborsi conseguenti ai ricalcoli effettuati da ENAS. In caso di mancato stanziamento delle somme necessarie i tributi irrigui dovrebbero aumentare anche del 500 per cento;
– si tratterebbe di aumenti certamente non compatibili con la condizione economica delle imprese agricole, già drammatica;
considerato che:
– tali ricalcoli dei rimborsi da parte di ENAS sembrerebbero effettuati utilizzando quale base di ricalcolo le tariffe a prezzo fisso relative ad alcune convenzioni Consip che erano sottoscrivibili nei mesi scorsi ma che risultano ora tutte sospese per via del vertiginoso aumento dei prezzi a causa del conflitto in Ucraina e delle speculazioni conseguenti sui prezzi dell’energia;
– tale fenomeno non era certamente prevedibile due anni fa, quando i consorzi hanno sottoscritto i propri contratti di fornitura a prezzo variabile;
– la direttiva regionale citata prevedeva che i rimborsi avvenissero sulla base delle tariffe di fornitura di energia elettrica pubblicati periodicamente nella relativa pagina Consip del portale “acquistinretepa.it”, senza precisare se si dovessero utilizzare le tariffe dei contratti a prezzo fisso piuttosto che quelle a prezzo variabile, entrambe presenti nella pagina Consip del portale “acquistinretepa.it”;
– per garantirsi dai possibili andamenti del mercato, i consorzi, come la maggior parte delle aziende energivore, acquistano l’energia a prezzi variabili legati al PUN, il prezzo unico nazionale. I contratti stipulati dai consorzi hanno permesso ai consorzi stessi ed alla Regione di risparmiare oltre 4 milioni di euro tra il 2021 e 2022 rispetto ai contratti a prezzo variabile che i consorzi avrebbero potuto legittimamente stipulare sul portale Consip;
ritenuto che non riconoscere ai consorzi i rimborsi dei costi sostenuti sulla base di contratti correttamente stipulati nel rispetto sia delle norme di legge e con l’intento di ottenere le migliori condizioni economiche per se stessi e indirettamente pe la stessa Regione, appare incomprensibile. Così come lo è pretendere che i consorzi avessero dovuto immaginare quello che poteva succedere e sottoscrivere contratti a prezzo fisso, pur sapendo che in caso di aumenti elevati dei costi generalmente il fornitore chiede la rescissione dei contratti per giusta causa, rendendo inutile tale presunta accortezza. Sapendo inoltre che invece in caso di riduzione dei prezzi rischiavano di non vedersi rimborsare la differenza con le tariffe a prezzi variabili;
ritenuto che non si possa pretendere che i consorzi scommettano sull’andamento dei prezzi dell’energia, per di più con la condizione leonina che “se azzeccano la previsione guadagna la Regione, se la sbagliano pagano i consorzi”.
preso atto, con sconforto, che invece di riconoscere l’impegno dei consorzi a cercare di amministrare nel modo più opportuno e nel rispetto delle direttive regionali indicate in precedenza oggi questi rischiano di dover scaricare sulle aziende agricole associate i costi dei ritardi nell’erogazione di rimborsi energetici e di una cattiva interpretazione delle normative regionali su tale materia;
evidenziati i gravissimi rischi che corre il settore agricolo in caso di mancata soluzione dei problemi descritti, con la previsione di un aumento dei tributi irrigui in termini di assoluta insostenibilità per il sistema;
evidenziato l’ulteriore rischio che l’esposizione, anche solo temporanea, a forti anticipazioni di denaro in attesa dei rimborsi, potrebbe portare alla paralisi finanziaria e funzionale dei consorzi stessi con le evidenti preoccupanti ricadute in termini di garanzia dei servizi sia irriguo che di bonifica e difesa idraulica del territorio,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l’Assessore dell’Agricoltura e l’Assessore dei lavori pubblici per sapere:
1) se siano a conoscenza dello stato di criticità determinatosi nei consorzi di bonifica per il mancato ed inadeguato rimborso dei costi energetici, e dei rischi che ciò sta comportando e può comportare sul settore agricolo isolano e sui settori ad esso collegati;
2) se siano consapevoli del fatto che il mancato ed inadeguato rimborso di tali costi può portare ad un blocco finanziario e funzionale dei consorzi stessi, con i gravi possibili rischi sulla difesa idraulica del territorio, che possono portare anche a devastazioni dei centri abitati che poi assurgono agli onori delle cronache, con i loro danni e le loro vittime;
3) come la Regione intenda intervenire, ed in quali tempi, per risolvere le criticità segnalate.
Cagliari, 4 ottobre 2022