CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 1442/A
CADDEO – ORRÙ – AGUS – SATTA Gian Franco – PIU – LOI – ZEDDA Massimo – LAI – COCCO – COMANDINI – GANAU – CORRIAS – MORICONI – PINNA – DERIU – MELONI – PISCEDDA, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative alla situazione sanitaria delle carceri e sicurezza dei detenuti e del personale penitenziario in Sardegna.
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I sottoscritti,
premesso che:
– con il decreto legislativo 22 giugno 1999. n. 230, concernente disposizioni in materia di riordino della medicina penitenziaria, a norma della legge n. 419 del 1998 e nella legge 24 dicembre 2007, n. 244, all’articolo 2, comma 283, si dava completa attuazione al riordino della medicina penitenziaria;
– con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° aprile 2008, le competenze sanitarie della medicina generale e specialistica penitenziaria, i rapporti di lavoro e le risorse economiche e strumentali, prima di allora in capo al Ministero della giustizia, sono state trasferite al Sistema sanitario nazionale e quindi a Regioni e ASL;
– l’attuale assetto normativa, definito in base all’allegato A del suddetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, prevede che l’assistenza sanitaria sia assicurata in tutti gli istituti penitenziari nelle 24 ore, e 7 giorni su 7, mentre in molti istituti sardi la presenza di un medico o un infermiere non è affatto garantita durante molte ore della giornata, così come accade a Iglesias, Oristano, Isili, Is Arenas, Macomer, Tempio, Lanusei, Quartucciu, ecc.;
– a distanza di tempo dall’inizio della pandemia da Covid-19, è ingiustificabile ancora fare riferimento alla circolare del DAP del 2020, considerata ormai vetusta e che non considera il mutamento della situazione sanitaria;
– alle medesime norme di diritto, sottostà anche il CPR di Macomer, in quanto istituto di detenzione amministrativa dei migranti in attesa di rimpatrio;
constatato che:
– il personale penitenziario, sia sanitario ed educativo che di polizia penitenziaria è costretto ad affrontare quotidianamente numerose difficoltà con risorse assolutamente insufficienti, costringendo i ristretti a sofferenze inammissibili;
– gli istituti detentivi sardi sono caratterizzati da strutture che, seppur di recente costruzione, sono spesso inabitabili e inagibili, nonché lontane dai centri abitati; la mancata nomina di nuovi dirigenti penitenziari in Sardegna comporta che un solo direttore si trovi a ricoprire la dirigenza di più carceri ad alta sicurezza, tra l’isola e la penisola;
– il personale di Polizia penitenziaria è insufficiente quanto a numero e a risorse economiche impiegate anche a causa della mancata sostituzione del personale andato in pensione;
– le aree educative registrano carenze di personale, e il personale in servizio non viene aggiornato e formato con specifici corsi;
– la Regione non ha provveduto a bandire progetti finanziati dalla Cassa delle ammende per la nomina di educatori esterni all’amministrazione penitenziaria, contrariamente a quanto avvenuto in altre regioni italiane (progetti di cui l’assessorato ha avuto più volte notizia senza mai dare risposta alle sollecitazioni);
– una persona in condizioni di salute particolarmente gravi richiede costanti contatti con presidi sanitari territoriali;
– l’assenza di presidi sanitari dedicati ai detenuti invalidi rende illegittimo lo stato detentivo e apre ad azioni di responsabilità civile contro la Regione e gli assessorati competenti;
preso atto che:
– i detenuti, a causa della crisi pandemica, hanno dovuto sopportare restrizioni di libertà ulteriori rispetto a quelle già previste dal sistema carcerario limitando i rapporti con le famiglie che sono stati sospesi per lungo tempo;
– la scarsità dei mezzi e delle risorse economiche non hanno permesso che fosse garantito a tutti l’accesso alle modalità di incontro surrogato; le videochiamate spesso sono state penalizzate;
– la didattica ha avuto grosse difficoltà con conseguenze sul conseguimento dei relativi titoli di studio;
– le giornate trascorrono nella più totale inattività causando sempre più frequenti stati d’ansia e disturbi psicologici che implicano il ricorso a prestazioni specialistiche e alla prescrizione di farmaci specifici, che provoca, in un economia di scala, l’aumento esponenziale della spesa pubblica per le prestazioni sanitarie; la Regione non promuove azioni finalizzate alla partecipazione a corsi di formazione professionale durante l’espiazione della pena, ai fini del reinserimento sociale, ignorando i vantaggi fiscali e contributivi che la normativa prevede per le imprese che assumono detenuti;
– a tutt’oggi non è stato nominato il Garante regionale delle persone private della libertà;
– tale situazione è stata più volte stigmatizzata in più sedi dagli organi amministrativi e giurisdizionali preposti alle carceri;
– ad oggi il piano annuale e triennale sanità penitenziaria è scaduto già da un anno e ancora nulla è stato predisposto e previsto per la prevenzione del rischio suicidari,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) quali siano le cause che hanno finora impedito il recepimento della legge 24 dicembre 2007, n. 244;
2) quali iniziative si intenda intraprendere per fronteggiare la grave situazione sanitaria e di sicurezza dei detenuti e del personale penitenziario nelle carceri della Sardegna e quali attività siano state intraprese a fronte dei ripetuti inviti del Provveditore dell’Amministrazione penitenziaria della Sardegna, del Prefetto di Cagliari e della magistratura del Tribunale di sorveglianza presso la Corte d’appello di Cagliari;
3) quali indagini siano state intraprese circa la salubrità degli istituti detentivi nonostante le numerose denunce giunte all’Assessorato;
4) quali iniziative si intenda intraprendere in funzione del coordinamento dei garanti locali delle persone private della libertà personale e relativamente alla nomina del Garante regionale;
5) quali siano i nominativi dei componenti dell’organismo di monitoraggio sul CPR di Macomer, istituita il 25 giugno 2020 con decreto del prefetto di Nuoro e quali attività siano state intraprese finora;
6) quali siano i risultati della procedura per l’apertura dei cosiddetti “repartini” per la degenza dei detenuti presso i nosocomi di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari.
Cagliari, 29 aprile 2022