CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 124/A
(Pervenuta risposta scritta in data 30/09/2019 e in data 11/12/2019 e in data 18/03/2022)
CADDEO – STARA – LOI – AGUS – ORRÙ – PIU – SATTA Gian Franco – ZEDDA Massimo, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione della deliberazione regionale n. 18/12 del 21 aprile 2015 per il riconoscimento del titolo di studio rilasciato dagli istituti professionali ad indirizzo socio-sanitario al fine del conseguimento della qualifica di Operatore socio-sanitario (OSS).
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I sottoscritti,
premesso che:
– l’operatore socio sanitario, ai sensi dell’accordo in Conferenza Stato-Regioni del febbraio 2001, è “l’operatore che, a seguito dell’attestato di qualifica conseguito al termine di specifica formazione professionale, svolge attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari della persona, nell’ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario e favorisce il benessere e l’autonomia dell’utente”.
– il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87, ha dettato le norme per il riordino degli istituti professionali e ha previsto l’indirizzo socio-sanitario che permette di conseguire il diploma di tecnico socio-sanitario, delineando un curriculum di studi in gran parte coerente con il precedente di tecnico dei servizi sociali;
– l’articolo 27 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 conferisce alle regioni la competenza ad individuare le figure professionali di differente livello, gli standard minimi forgiativi e il rilascio dei titoli e delle qualifiche a carattere professionalizzante acquisiti tramite i percorsi di istruzione formazione professionale;
– il decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 61 (Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale nel rispetto dell’articolo 117 della Costituzione, nonché raccordo con i percorsi dell’istruzione e della formazione professionale, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera d), della legge 13 luglio 2015, n. 107) ha ulteriormente riformato gli istituti professionali di Stato;
– la mancanza di un riconoscimento diretto della qualifica in questione ai fini dell’inserimento lavorativo comporta che i giovani diplomati siano costretti a proseguire gli studi in ambito universitario o ad accedere a corsi professionali come quelli per OSS, per i quali, tra l’altro, il requisito d’accesso, allo stato attuale, è la licenza di scuola media di primo grado;
– tale situazione determina conseguenze negative sia per i singoli che per la collettività, in quanto rappresenta una condizione ingannevole per i giovani che seguono il percorso negli istituti professionali di Stato, con la convinzione che tale titolo sia requisito e garanzia per l’inserimento nel mondo del lavoro;
– da un lato lo Stato finanzia percorsi d’istruzione finalizzati a formare dei giovani con professionalità rivolte al sociale e al socio-assistenziale e dall’altro lato la Regione chiede agli stessi giovani di frequentare ulteriori percorsi formativi, replicando in buona parte competenze già acquisite durante il corso di studi. L’attuale sistema comporta, pertanto un notevole dispendio di risorse economiche e costi aggiuntivi per le famiglie, per la Regione e per la collettività nel suo insieme;
considerato che:
– il Consiglio regionale con la risoluzione n. 10 ha approvato all’unanimità nella seduta del 22 gennaio 2015, il riconoscimento dell’intero percorso teorico di studi per Tecnico dei servizi sociali o Tecnico dei servizi socio sanitari rilasciato dagli istituti professionali di Stato, prevedendo l’introduzione di un modulo integrativo di 400 ore di tecnica professionale che consenta il conseguimento della qualifica di Operatore socio-sanitario.
– la Giunta regionale, udita e condivisa la proposta dell’Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, di concerto con l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale e con l’Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, visto il parere favorevole di legittimità del direttore generale dell’Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, con atto proprio n. 18/12 del 21 aprile 2015 ha deliberato di:
– provvedere al riconoscimento dell’intero percorso teorico espletato nel corso di studi per Tecnico dei servizi sociali e per Tecnico dei servizi socio sanitari e di prevedere l’introduzione di un modulo integrativo di 400 ore di tecnica professionale con tirocinio che consenta il conseguimento della qualifica di Operatore socio-sanitario da parte dei tecnici dei servizi sociali e dei tecnici dei servizi socio sanitari;
– provvedere ad un accordo tra l’Assessorato del lavoro, formazione professionale cooperazione e sicurezza sociale, di concerto con l’Assessore dell’igiene, sanità e dell’assistenza sociale, e la Direzione scolastica regionale affinché il tirocinio formativo di 400 ore possa realizzarsi con la disponibilità delle ASL;
– incaricare la direzione generale dell’Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per l’adozione degli ulteriori atti necessari per la conclusione di un accordo con la Direzione scolastica regionale, affinché quest’ultima provveda a modificare il programma del corso di studi per Tecnico socio-sanitario o a ricorrere all’uso delle quote di flessibilità e autonomia previste dal decreto del Presidente della Repubblica n. 87 del 2010 e dal decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 61, per realizzare nell’istruzione professionale di Stato una preparazione coerente ai fabbisogni del settore sociale e socio-sanitario della Regione;
verificato che allo stato attuale non risulta stipulato l’accordo previsto nella deliberazione regionale n. 18/12 del 21 aprile 2015, tra l’Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale cooperazione e sicurezza sociale, di concerto con l’Assessore regionale dell’igiene, sanità e dell’assistenza sociale, e la Direzione scolastica regionale affinché il tirocinio formativo di 400 ore possa realizzarsi con la disponibilità delle ASL,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l’Assessore regionale del lavoro, formazione professionale cooperazione e sicurezza sociale, l’Assessore regionale dell’igiene, sanità e dell’assistenza sociale e l’Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) se siano a conoscenza di quanto fin qui esposto;
2) se non ritengano di dover intervenire con urgenza per dare attuazione alla deliberazione regionale n. 18/12 del 21 aprile 2015.
Cagliari, 5 settembre 2019