CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 1096/A
ORRÙ – AGUS – CADDEO – LOI – PIU – SATTA Gianfranco – ZEDDA Massimo, con richiesta di risposta scritta, sulla criticità attuale della Medicina subacquea e iperbarica in Sardegna.
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I sottoscritti,
premesso che:
– l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce l’Ossigenoterapia iperbarica “una terapia sistemica che sfrutta la solubilità fisica dell’ossigeno in pressione”. La terapia, della durata che varia tra i 30 e i 90 minuti, avviene in particolari costruzioni apposite per tale somministrazione chiamate camere iperbariche e consiste nel far sì che il paziente respiri ossigeno puro a pressioni maggiori di quella atmosferica in modo da permettere che una maggior quantità di 02 sia trasportato nel sangue e venga spinto dai capillari alle cellule con più facilità, grazie alla maggior pressione alla quale viene a trovarsi nei capillari stessi;
– l’Ossigenazione iperbarica, per la particolare importanza che riveste nel curare determinati traumi e malattie capaci di provocare disagio, sofferenza e possibili conseguenze invalidanti, è riconosciuta nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) e deve essere garantita ai cittadini su tutto il territorio nazionale, con costo a carico del SSN per le indicazioni ritenute appropriate da ciascuna Regione;
– il trattamento di ossigenoterapia è stato messo a punto per curare le malattie da decompressione, incorse durante un’immersione con l’autorespiratore, ma anche per salvare la vita a chi ha subito un’intossicazione da monossido di carbonio, causata per esempio da impianti di riscaldamento mal funzionanti o in altri casi da bracieri di fortuna o stufette molto vecchie. Oltre ai casi di emergenza richiamati, l’ossigenoterapia è una cura efficace anche per alcuni tipi di infezione causate da germi anaerobi o come supporto per ferite o piaghe dovute a insufficienze vascolari arteriose, venose o causate dal diabete. I benefici dell’ossigeno sono indicati anche per le sindromi da schiacciamento e per lesioni degli arti ad alto rischio di amputazione, ritardi nel consolidamento delle fratture, trapianti di porzioni di pelle o reimpianti in cui si hanno complicazioni alla circolazione o infezioni; infine la camera può essere utile anche in alcuni casi di sordità improvvisa;
viste:
– le Linee guida elaborate nel 2006 dai gruppi di studio della Società italiana di medicina subacquea e iperbarica (SIMSI), Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (SIAARTI) ed Associazione nazionale centri iperbarici privati (ANCIP), normanti l’accesso e i trattamenti alla Ossigeno terapia iperbarica (OTI), e dove vengono altresì elencate le patologie curabili attraverso l’iperossigenazione;
– la seconda edizione (2015) delle Linee guida della SIMSI, che aggiornano le Linee guida sopracitate alla luce delle nuove acquisizioni scientifiche e seguendo le regole della Medicina basata sull’evidenza (EBM), al fine di consentire i percorsi terapeutici con una corretta collocazione dell’OTI nel trattamento delle singole patologie;
– la deliberazione della Giunta regionale n. 41/29, del 29 luglio 2008, recante “Disposizioni attuative del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 marzo 2007, recante aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza. Modifiche al nomenclatore tariffario regionale delle prestazioni di specialistica ambulatoriale”, che riferisce “dell’opportunità di prevedere specifici criteri omogenei di erogabilità delle prestazioni di ossigenoterapia iperbarica identificando le condizioni cliniche che definiscono l’appropriatezza degli interventi e le modalità di accesso ai servizi nel caso, rispettivamente, di prestazioni programmate e di prestazioni erogate in regime di emergenza/urgenza, e le modalità di remunerazione nei Offerenti regimi (programmato; emergenza/urgenza)” attraverso l’approvazione dell’allegato D dedicato all’ossigenazione iperbarica;
considerato che:
– in Sardegna esistono due centri iperbarici regionali e uno privato, tutti soggetti a grandi limitazioni e criticità:
– il Centro di medicina iperbarica dell’Ospedale Marino di Cagliari, attualmente ridotto a operare su base ambulatoriale;
– il Centro di medicina iperbarica dell’Ospedale “P. Merlo” di La Maddalena, che ormai da anni non è in grado di fornire un’adeguata assistenza alle maggiori emergenze/urgenze che si riversano a Cagliari tramite elisoccorso, quando possibile, o tramite trasporto su gomma che comporta un trasferimento lungo diverse ore con conseguente potenziale aggravamento della patologia in atto;
– il Centro iperbarico sassarese, ubicato in La Platamona, l’unico centro privato regionale autorizzato a praticare le terapie in convenzione, che per le sue caratteristiche opera esclusivamente su base ambulatoriale e non può fornire prestazioni in regime di emergenza/urgenza;
preso atto che:
– attualmente la Regione si trova sprovvista di un centro di medicina subacquea e iperbarica di 2° livello pienamente operante, capace di gestire le emergenze/urgenze e attivo 24/24;
– affinché un centro di medicina subacquea e iperbarica sia di 2° livello è necessario che collabori direttamente con il laboratorio analisi, la diagnostica per immagini, il servizio trasfusionale, la sala operatoria e l’equipe chirurgica;
– il centro deve altresì essere collocato nelle prossimità del Reparto di rianimazione e terapia intensiva, o in alternativa essere attrezzato per una assistenza intensiva al paziente critico;
– la presenza di una seconda camera iperbarica da dedicare esclusivamente alle emergenze è fondamentale, mentre l’equipe deve essere formata da un responsabile specialista in anestesia e rianimazione (ad indirizzo iperbarico) e da collaboratori anestesisti rianimatori specialisti o in formazione;
rilevato che:
– il Centro di medicina iperbarica dell’Ospedale marino di Cagliari è stato, fino a marzo 2021, l’unico centro di 2° livello, capace di farsi carico per anni delle principali urgenze iperbariche di tutta la Sardegna;
– allo stato attuale il Centro ha subito un ridimensionamento del personale (6 medici anestesisti rianimatori, compreso il responsabile, di cui solo 5 dotati dell’abilitazione a operare in ambiente iperbarico) ed è sprovvisto del servizio di Pronto soccorso e accettazione, e relativa osservazione breve intensiva, del Reparto di chirurgia, del Reparto di terapia intensiva (attualmente il personale opera solo per la copertura ambulatoriale del Servizio di Medicina iperbarica e delle urgenze intraospedaliere) e del Servizio di laboratorio operante 24/24 e 7/7;
posto che la Sardegna vanta ogni estate un ingente numero di presente turistiche ed è sede di intensa attività subacquea civile che militare, quindi delle Forze dell’ordine, della Protezione civile e delle Forze armate, e non vi è più la possibilità di assistere adeguatamente chi dovesse avere necessità di trattamento iperbarico che è per sua stessa natura urgente,
chiedono di interrogare l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se sia a conoscenza dei fatti sopra descritti;
2) come intenda procedere affinché vengano riequilibrate, nell’intero territorio regionale, le opportunità di utilizzo delle strutture deputate alla pratica dell’ossigenoterapia iperbarica che spesso devono operare con estrema urgenza;
3) cosa intenda fare per ripristinare le condizioni di piena operatività presso il Centro di medicina iperbarica del presidio ospedaliero Marino di Cagliari, in sintonia con le reali esigenze del territorio, e per creare le condizioni affinché l’ossigenoterapia possa essere effettuata nel pieno rispetto dei protocolli terapeutici.
Cagliari, 26 giugno 2021