CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interpellanza n. 9/A
LI GIOI – MANCA Desire’ Alma – CIUSA – FANCELLO – CUCCU – SOLINAS Alessandro sulle criticità ambientali e gestionali della discarica consortile Spiritu Santu a Olbia.
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I sottoscritti,
premesso che:
– nel 1991 è stata dismessa la vecchia discarica comunale di Olbia, operante dal 1981 nel sito “Spiritu Santu”, località della frazione di Murta Maria nel Comune di Olbia; sembrerebbe che nei 10 anni di esercizio della discarica vi siano stati accumulati in maniera incontrollata e senza alcun sistema di prevenzione antinquinamento un volume di rifiuti di circa 900.000 metri cubi;
– nello stesso anno 15 comuni consorziati, tra cui Olbia, affidano al Cipnes la realizzazione del primo modulo di una nuova discarica consortile da realizzarsi nel sito dov’era ubicata la discarica comunale dismessa;
– nel 2002 viene approvato un secondo modulo di ampliamento della discarica che prevede un aumento di volumetria per 360.000 metri cubi;
– nel 2005 la Regione concede al Comune di Olbia un finanziamento di euro 638.000 per la messa in sicurezza e ripristino ambientale del sito, il comune affida al Cipnes la realizzazione dell’intervento;
– nel 2006, nonostante avesse raggiunto la saturazione e conseguentemente secondo le norme vigenti la fine del ciclo vitale, viene autorizzato il prolungamento in deroga di esercizio della discarica;
– nel 2009, nonostante la direttiva n. 1999/31/CE del Consiglio europeo indicasse l’obbligo di chiusura delle discariche arrivate a fine ciclo e prescrivesse di bonificare, adeguandole alle norme di sicurezza entro il luglio dello stesso anno, quelle esistenti al 16 luglio 2001 (come indicato dall’articolo 18 della direttiva in parola) viene autorizzato un altro ampliamento in deroga per 35.000 metri cubi;
– nel 2011 viene autorizzato un ulteriore ampliamento per 14 ml in altezza e 360.000 metri cubi di potenzialità di abbancamento di rifiuti, escluse le coperture;
– la Giunta regionale, con la deliberazione n. 50/17 del 21 dicembre 2012, approva il Piano regionale di gestione dei rifiuti – Sezione rifiuti speciali (PRGRS) della Sardegna;
– il predetto Piano, al paragrafo 16.3 “Criteri per il rilascio delle autorizzazioni”, prevede che, al fine dell’autonomia e sufficienza del sistema di gestione dei rifiuti regionale, “le autorizzazioni alla costruzione e all’esercizio degli impianti di stoccaggio definitivo, sia di nuova realizzazione che in ampliamento di impianti esistenti, saranno destinate al conferimento di rifiuti prodotti nei territorio regionale”;
– a ottobre del 2012 il Cipnes richiede l’autorizzazione per la realizzazione di un altro modulo per una volumetria di 164.000 metri cubi in grado di garantire altri 2 anni di esercizio della discarica;
– risulta che il Cipnes, già dai primi mesi del 2013, abbia sottoscritto un contratto del valore di un milione di euro per lo smaltimento a Spiritu Santu di 40.000 tonnellate di percolato provenienti dalla Sicilia;
– nel 2013, l’ARPAS segnala rilevanti notevoli criticità dell’impianto, riferite in particolare all’inquinamento da percolato del suolo e delle acque, con una possibile contaminazione del sito di Spiritu Santu nel suo complesso;
– la Giunta regionale, con deliberazione n. 33/49 dell’8 agosto 2013, esprime giudizio positivo sulla compatibilità ambientale dell’ampliamento della discarica a condizione che venissero recepite nel progetto da sottoporre ad Autorizzazione integrata ambientale, le prescrizioni elencate nella deliberazione della Giunta regionale stessa, sull’osservanza delle quali avrebbero dovuto vigilare, per quanto di competenza, il Comune di Olbia, la Provincia di Olbia-Tempio, il Servizio ispettorato ripartimentale del CFVA di Tempio e l’ARPAS;
– tra le altre, la deliberazione della Giunta regionale n. 39/49 prescrive che entro un anno dalla data di adozione della deliberazione il Cipnes debba presentare alla Provincia di Olbia-Tempio e all’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente una proposta preliminare relativamente all’individuazione di un nuovo sito per il conferimento dei rifiuti dopo l’esaurimento dei volumi autorizzati;
– in data 14 febbraio 2014, con determinazione n. 84, la Provincia di Olbia-Tempio rilascia l’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) e autorizza un incremento in altezza di 16,00 m, per una volumetria complessiva di 164.000 metri cubi, della discarica;
– l’AIA ha una durata di 6 anni decorrenti dal rilascio della stessa, da ridursi a cinque qualora non siano osservati i criteri contenuti nella certificazione ambientale;
– nel marzo 2016, il Comune di Olbia attribuisce al Cipnes l’attuazione di un nuovo intervento di “disinquinamento, ripristino ambientale e messa in sicurezza del sito”, finanziato dalla Regione per complessivi 1,3 milioni di euro;
– dopo pochi mesi il Cipnes annuncia che l’opera di bonifica e “messa in sicurezza permanente” è definitivamente completata e non sussiste più pericolo di danno ambientale. In particolare viene comunicato il compimento di opere quali il “sistema di barriera idraulica” di protezione del suolo dal percolato e di idoneo “sistema di canalette” per la sua raccolta e smaltimento. Il tutto viene attestato da apposito certificato di collaudo approvato in consiglio comunale ad Olbia il 28 agosto 2016;
– all’inizio del 2017 il gip del Tribunale di Tempio commina ai dirigenti del Cipnes, agli ultimi due sindaci di Olbia e ad alcuni tecnici del comune una condanna penale con sanzione pecuniaria per “inquinamento ambientale grave”;
– la Giunta regionale, con deliberazione n. 31/17 del 27 giugno 2017 concede al Cipnes euro 2.300.000, derivanti dal Patto per la Sardegna firmato il 29 luglio 2016, Linea di intervento 2.4, per l’intervento di “Completamento messa in sicurezza permanente – Capping ex discarica Comunale Spiritu Santu”;
– a dicembre 2017 l’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente dispone che gli undici comuni dell’Alta Gallura conferenti all’impianto di Tempio a partire da gennaio 2018 portino i loro rifiuti (frazione secca, ingombranti, spazzamento stradale) a Spiritu Santu;
– il 7 maggio 2018 si svolge nell’aula consiliare del Comune di Olbia un’assemblea aperta indetta dagli amministratori per la presentazione ufficiale del progetto di mega ampliamento della discarica di Spiritu Santu, che il Sindaco e il Cipnes definiscono come assolutamente idonea se non ottimale e con spazi utili ad accogliere il più volte annunciato impianto per la produzione di biogas e il trattamento di 150.000 tonn/anno di rifiuti;
– l’8 giugno il quotidiano “La Nuova Sardegna” riporta la notizia che nella discarica è scattato lo stato d’emergenza in quanto, secondo gli amministratori dei comuni consorziati “l’impianto è saturo” ed è “a un passo dal collasso” e la discarica “sta scoppiando”; il Cipnes non può più accettare alcun conferimento e i rifiuti urbani non vengono raccolti;
– nonostante la discarica sia satura, gli amministratori dei Comuni consorziati chiedono di continuare a conferire i rifiuti nell’impianto di Spiritu Santu perché conferirli nell’impianto di Tempio Pausania sarebbe troppo oneroso;
– l’amministratore straordinario della Provincia di Sassari, con l’Ordinanza contingibile ed urgente n. 2 del 19 giugno 2018, ordina di implementare immediate misure per la mitigazione dell’impatto odorigeno presso l’impianto di compostaggio mediante barriere osmogeniche a servizio delle aree interessate da movimentazione dei rifiuti, attraverso l’installazione di nuovi sistemi di nebulizzazione temporizzata di specifici prodotti chimici neutralizzanti, capaci di ridurre e contrastare la diffusione di cattivi odori;
– la Provincia di Sassari, accoglie la richiesta degli amministratori e del Cipnes e concede, con determinazione n. 2209 del 31 luglio 2018, l’AIA per il raddoppio dei volumi di smaltimento dei rifiuti a Spiritu Santu fino a 420 tonn/settimanali;
– il 1° agosto 2018 nella discarica scoppia un vasto incendio, il secondo “ufficiale” nel corso di un anno, con fiamme altissime e un fumo nero e denso, che viene domato a fatica solo dopo oltre 12 ore grazie all’intervento di numerosi mezzi aerei di soccorso;
– i sindaci di Olbia e Loiri Porto San Paolo preoccupati per il fumo tossico che si sprigiona dal rogo scoppiato nella discarica dismessa di Spiritu Santu, che mette a repentaglio la salute di chi abita nelle vicinanze, avvertono la popolazione di stare in casa ed evitare di tenere nelle abitazioni porte e finestre aperte;
– a tutt’oggi non è dato sapere cosa sia realmente bruciato né la composizione fisico-chimica, il volume e la eventuale tossicità delle particelle emesse nell’aria e nel terreno;
– a fine 2018 i carabinieri di Porto San Paolo e i militari del Nucleo operativo ecologico di Sassari, su disposizione della PM Maria Corbelli, notificano l’apertura delle indagini al Cipnes e sequestrano un’area di circa 150 metri quadrati all’interno della discarica, estesa per 120mila metri quadrati;
– secondo la Procura in quell’area sarebbe stata rilevata la raccolta di rifiuti speciali pericolosi, compresi fanghi di depurazione, provenienti dalla Campania;
– in data 11 marzo 2019 il Cipnes trasmette all’Assessorato della difesa dell’ambiente la revisione del progetto di Ampliamento funzionale dell’installazione IPPC consortile sita in località Spiritu Santu Olbia, che comprende:
– la realizzazione e l’esercizio transitorio di un nuovo lotto di discarica residuale per gli scarti di lavorazione e valorizzazione dei rifiuti non pericolosi;
– la rifunzionalizzazione dell’impianto di trattamento meccanico biologico della frazione umida organica dei rifiuti (Forsu) e il potenziamento della piattaforma di valorizzazione e riciclo dei rifiuti differenziati;
– la ristrutturazione dell’impianto di compostaggio per il radicale abbattimento delle emissioni odorigene;
– l’impianto di digestione anaerobica della Forsu (frazione organica rifiuti) con produzione di biometano;
– l’impianto di trattamento dei rifiuti inerti;
– in particolare il progetto proposto dal Cipnes prevede l’ampliamento della discarica, dagli attuali 40.000 tonn/anno a 150.000 tonn/anno di rifiuti e la creazione di un impianto a biogas;
considerato che:
– la conca valliva che ospita la discarica è compresa tra la collina dello Spiritu Santu, l’altopiano di Tiriddò e l’entroterra collinare di Murta Maria e Porto San Paolo, zone di elevato pregio naturalistico, ricche di boschi rigogliosi, con splendidi paesaggi e ampio panorama su tutta la costa dal golfo di Olbia all’arcipelago di Tavolara;
– l’attuale discarica ricade in un territorio sottoposto a rigidi vincoli di tutela ambientale, in prossimità all’Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Capo Coda Cavallo, è adiacente ad un’area turistica ad alta densità abitativa e distante poco più di un km dal Mater Olbia;
– il rilievo artificiale costituito dall’accumulo nel sito della parte solida dei rifiuti, in crescita ad altezze sempre più elevate, concesse reiteratamente dalla Provincia insieme all’aumento delle cubature, è diventato ormai la seconda collina più alta della zona, visibile a diversi km di distanza sia dalla terra che dal mare, ha di fatto alterato irrimediabilmente il profilo naturale del terreno;
– già da tempo, nei centri abitati limitrofi, si sono creati dei comitati di cittadini che chiedono a gran voce la chiusura della discarica e l’individuazione di un sito alternativo, o comunque la risoluzione dei problemi di igiene e ambientali in genere creati dalla presenza della stessa;
– in particolare viene evidenziata una situazione di grave disagio dovuta ai miasmi insopportabili che si diffondono, soprattutto nei giorni in cui soffia il vento di maestrale, nelle località di Murta Maria (Olbia) e Porto San Paolo e che provengono proprio dal sito di Spiritu Santu;
– nella prima metà del 2016 il Comitato di zona di Murta Maria riesce ad ottenere dalla provincia l’effettuazione di un controllo dell’aria ambiente, ammorbata in maniera massiva e ormai quotidiana dalle emissioni della discarica. L’analisi, peraltro occasionale e limitata alla ricerca del solo Idrogeno Solforato, dimostra che nell’arco di appena un mese le concentrazioni della sostanza hanno superato per ben 33 volte la soglia foriera di gravi molestie olfattive;
– alla fine del 2016, i Carabinieri del NOE (il cui intervento era stato sollecitato dai cittadini di Murta Maria esasperati e preoccupati per ciò che vedevano e “sentivano” provenire dalla discarica), nel rapporto presentato alla Magistratura evidenziavano che:
a) le canalette di raccolta del percolato sono fatiscenti, un vero colabrodo che disperde i liquidi nel terreno circostante;
b) non esiste alcun sistema di barriera idraulica tra i rifiuti abbancati in strati e il sottosuolo,tanto che le analisi hanno evidenziato nei liquidi infiltranti il terreno varie sostanze di sicura tossicità (ammoniaca, fenoli, metalli pesanti);
c) nei rifiuti solidi stratificati nel sito sono stati rinvenuti elementi che mai avrebbero dovuto esserci (plastiche varie, residui di pneumatici,etc.);
– l’istanza per l’autorizzazione della discarica attualmente vigente, a suo tempo presentata dal Cipnes e approvata secondo le procedure di Valutazione di impatto ambientale e conseguente Autorizzazione integrata ambientale, non sembra prevedesse un bacino d’utenza extraregionale;
– il Piano Regionale dei Rifiuti definisce l’impianto di Tempio Pausania come “sovradimensionato rispetto alla domanda attuale di quel territorio” nonché suscettibile di trasferimento dal bacino di Olbia a Tempio della frazione organica dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata sino a 8.000 tonn/anno;
– si è appreso dagli organi di stampa che, a seguito del dissequestro della discarica, il Cipnes, ha richiesto perentoriamente alla Regione una procedura semplificata per l’approvazione del progetto di ampliamento e un ulteriore finanziamento di 1.700.000 euro per lavori urgenti nell’impianto tali da evitare l’emergenza inquinamento;
ritenuto che:
– l’emergenza rifiuti” venga utilizzata come giustificazione per richiedere l’ampliamento della discarica;
– il conferimento della frazione organica all’impianto di Spiritu Santu invece che a quello di Tempio Pausania comporti di fatto un vantaggio economico al Cipnes, in quanto la componente organica è destinata alla produzione di Biogas per la quale oltretutto sono previsti ingenti incentivi pubblici;
– l’iniziativa di produzione di energia rinnovabile da centrali biogas, proposta dal Cipnes, possa disincentivare la corretta raccolta differenziata da parte dei cittadini;
considerato che le problematiche di inquinamento ambientale derivanti dalla presenza della discarica hanno di fatto causato un grave danno economico ai residenti e ai proprietari di attività turistiche, gli stessi hanno subito una drammatica e progressiva perdita di valore delle proprietà e di redditività degli investimenti,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale sociale per sapere:
1) se l’ARPAS effettua il monitoraggio costante dell’aria, obbligatorio ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 nei centri abitati contigui ad attività industriali, per una tempestiva e completa identificazione di tutte le sostanze potenzialmente nocive;
2) se non ritengano necessaria l’installazione in prossimità dei nuclei abitati di ulteriori centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria e dell’inquinamento;
3) la motivazione per cui il Cipnes non ha ottemperato alla prescrizione, imposta dalla deliberazione della Giunta regionale n. 33/49 dell’8 agosto 2013, di ricercare un altro sito idoneo dove dislocare la discarica;
4) se ritengano il Cipnes affidabile per la gestione di un impianto che dovrebbe trattare un volume di rifiuti pari a 150.000 tonn/anno e in aggiunta produrre/stoccare e/o trasportare gas;
5) se siano a conoscenza di eventuali contratti sottoscritti dal Cipnes per smaltire nell’impianto di Spiritu Santu rifiuti provenienti da altre regioni e se gli stessi siano rispettosi dell’autorizzazione rilasciata;
6) se non ritengano, in considerazione che l’attuale discarica ricade in un territorio sottoposto a rigidi vincoli di tutela ambientale come l’Area marina protetta di Tavolara-Punta Capo Coda Cavallo, adiacente ad un’area turistica ad alta densità abitativa e distante poco più di un km dal Mater Olbia, necessario localizzare la discarica in una porzione di territorio meno rilevante dal punto di vista paesaggistico- ambientale;
7) quali iniziative intendano adottare per ridurre il volume dei rifiuti che devono essere conferiti nelle discariche della Sardegna e applicare i canoni dell’economia circolare, come definiti nelle quattro direttive comunitarie in materia, ovvero promuovendo soluzioni di risparmio energetico e l’utilizzo di energia effettivamente rinnovabile; la progettazione e la commercializzazione di prodotti di più lunga durata, riparabili, riutilizzabili e facilmente riciclabili; la riduzione del consumo di risorse naturali e della produzione di rifiuti mediante la diffusione della pratica del riciclo per la produzione di materia prima secondaria;
8) quali iniziative intendano adottare per ridurre i rischi connessi allo sviluppo di incendi presso impianti che gestiscono rifiuti.
8 maggio 2019