MOZIONE N. 25

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 25

RUBIU – TRUZZU – MULA – PIGA – MELONI Corrado – CERA – FLORIS – MASALA – USAI – SCHIRRU, sulla necessità di istituire un Dipartimento della pesca e di una riorganizzazione generale della gestione del settore pesca in Sardegna.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– oggigiorno il mondo della pesca rimane uno dei depositari delle antichissime tradizioni del nostro paese, delle quali costituisce la naturale continuazione. La grande importanza della pesca, come di gran parte di tutto il settore primario, si trova per l’appunto nel profondo legame che lega questo tipo di attività con il nostro patrimonio culturale in tutte le sue espressioni, nonché lo stretto legame che le unisce al territorio;
– con i suoi 1709 chilometri la Sardegna è la regione d’Italia con la maggiore estensione di coste, il 21,6 per cento del totale nazionale. Secondo i dati Istat lavorano nel comparto pesca sardo 2003 persone, mentre sono 123 gli operatori dell’acquacoltura e 342 gli addetti alla trasformazione. I pescatori sardi lavorano anche su circa nove mila ettari di lagune costiere produttive, specifiche della nostra isola, che includono le eccellenze della pesca dei mitili (cozze, vongole, ostriche), crostacei, cefali, spigole, orate e anguille.

CONSIDERATO che:
– al fine di consentire uno sfruttamento ottimale e sostenibile della risorsa mare, prima ancora di parlare di pesca, bisognerebbe ragionare sull’esigenza di una cabina di regia, nella quale siano rappresentati i diversi interessi e le diverse esigenze, per attuare un’unica politica di sviluppo e una gestione unitaria;
– l’idea di una cabina di regia è quanto mai importante pensando in particolare alle attività di pesca. È ormai fuori dubbio, infatti, che la risoluzione dei problemi della pesca non possa più prescindere in futuro da un rapporto più trasparente tra pescatori, ricercatori e amministratori e, soprattutto, da un confronto più aperto e costruttivo anche tra i diversi rami delle scienze del mare. Biologi marini, economisti, accademici e giuristi analizzano i problemi della pesca dal proprio punto di vista, troppo spesso non considerando le tesi degli altri, con il risultato che ciascuno analizza i problemi della pesca dal proprio punto di vista fornendo agli amministratori pubblici, che devono assumere le decisioni operative, indicazioni che risultano parziali e spesso in contrasto tra loro;

RILEVATO che il settore ittico in Sardegna si scontra con molteplici problematiche che incidono inesorabilmente sulla produttività, quali: i periodi di fermo biologico per la tutela di alcune specie; l’interdizione alla pesca nei tratti di mare interessati da esercitazioni militari; il caro gasolio che influisce ed impatta in maniera pesante sulla produzione ittica.

ATTESO che:
– altre regioni a noi simili per la presenza di lunghi tratti di costa, hanno scelto di dedicare una attenzione maggiore al settore della pesca istituendo per il comparto ittico regionale un apposito Dipartimento della pesca;
– il Dipartimento della pesca della Regione ha le seguenti competenze:
– lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica applicata alla pesca marittima ed all’acquacoltura nelle acque marine e salmastre;
– la conservazione e lo sfruttamento ottimale delle risorse biologiche del mare;
– lo studio ed il controllo dell’inquinamento del mare ai fini della pesca marittima e dell’acquacoltura;
– lo studio e l’azione di protezione e preservazione delle acque marine dalle varie forme di inquinamento, al fine di non pregiudicare la pesca marittima e l’acquacoltura nelle zone costiere;
– lo studio degli effetti delle varie forme di inquinamento sulla flora e fauna marina;
– lo sviluppo dell’acquacoltura e della maricoltura;
– la regolazione dello sforzo di pesca in funzione delle reali e accertate capacità produttive del mare;
– la ristrutturazione e l’armamento della flotta peschereccia e dei mezzi di produzione;
– l’incentivazione della cooperazione, dei consorzi di cooperative e delle associazioni dei produttori;
– l’istituzione di zone di riposo biologico e di ripopolamento attivo;
– l’ammodernamento, l’incremento e la realizzazione di strutture a terra;
– la riorganizzazione e lo sviluppo della rete di distribuzione e di conservazione dei prodotti del mare;
– il miglioramento dell’immagine del prodotto ittico locale, nonché la sua tutela e marchiatura;
– gli interventi per la valorizzazione e la diffusione del pescato locale;
– il recupero e l’utilizzo delle risorse sottoutilizzate e/o scartate;
– il recupero e la salvaguardia della pesca artigianale;
– la concessione di contributi comunitari, nazionali e regionali;
– l’attuazione del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP);

RITENUTO doveroso dare ascolto alle istanze del mondo ittico e porre in atto una completa riorganizzazione generale della gestione del settore pesca in Sardegna,
impegna il Presidente della Regione
1) all’istituzione di un tavolo per il settore ittico sardo, al fine di raccogliere le istanze e le richieste dei pescatori sui temi che maggiormente impattano sul settore;
2) a rimodulare, con apposita legge regionale, la suddivisione dei dipartimenti regionali, istituendo un Dipartimento della pesca che possa dedicare attenzione e risorse ad un settore troppe volte ritenuto marginale e secondario nelle decisioni politiche e amministrative;
3) a valutare la necessità di uno strumento normativo innovativo, come ad esempio una legge quadro in materia di pesca al fine di raccogliere in un unico testo tutte le norme che interessano il settore.

Cagliari, 23 ottobre 2024

 

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