MOZIONE N. 2

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 2

PIZZUTO – CASULA – CANU – COCCO – DI NOLFO – FRAU per la richiesta di un immediato cessate il fuoco in Palestina e per richiedere al Governo italiano di farsi portavoce di un processo di pace.

***************

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– nell’area del Medio Oriente arabi ed ebrei per secoli hanno vissuto insieme in pace prima della forzata emigrazione sionista che ha creato conflitti tra le diverse popolazioni ivi insediate;
– a partire dalla creazione artificiosa dello “Stato di Israele” attraverso il piano di spartizione dell’ONU del 29 novembre 1947 prendono avvio anche le ostilità arabo-israeliane, principalmente distinguibili in quattro grandi sanguinosi conflitti tra il 1948 e il 1973 (la prima guerra che crea più di 700 mila sfollati palestinesi ricordata dai Palestinesi con la parola Nakba (catastrofe); la guerra del Sinai o crisi di Suez; la guerra “dei sei giorni” con la quale Israele prende possesso di Gerusalemme Est, della Cisgiordania e della Striscia di Gaza; la guerra dello Yom Kippur);
– il 15 novembre del 1988 Yasser Arafat, leader dell’OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) dichiara l’indipendenza della Palestina e le sollevazioni di massa del popolo palestinese relegato nelle zone di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme continuano ininterrotte a causa delle sue inique condizioni di vita;
– nel 1993 il capo dell’OLP Yasser Arafat e il primo ministro israeliano Rabin firmano davanti alla comunità internazionale gli Accordi di Oslo che prevedevano il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza e alcune aree della Cisgiordania e la creazione dello Stato palestinese entro 5 anni dalla firma dell’accordo;
– l’accordo di Oslo non trova mai applicazione e il conflitto israelo-palestinese continua fino ai giorni nostri con l’escalation degli ultimi mesi;
– la popolazione della striscia di Gaza è sottoposta a un embargo da parte di Israele dal 2007 e di fatto Gaza è considerata una prigione a cielo aperto;
– già nel 2018 un rapporto ONU prevedeva che le condizioni della popolazione della Striscia di Gaza sarebbero diventate invivibili, a causa della mancanza di acqua potabile, cibo, medicine e economia sostenibile;
– ad oggi risultano circa 8000 i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, con oltre 2000 in regime di privazione di acqua e diritto di difesa;
– all’alba di sabato 7 ottobre 2023, il movimento islamico di Hamas ha messo in atto un attacco in territorio israeliano attraverso lancio di razzi, esplosioni ai confini e guerriglia terrestre attraverso miliziani armati, uccidendo oltre 1200 civili, portando via con la forza più di 200 cittadini israeliani e stranieri, anche europei, che sono stati condotti a Gaza come ostaggi;
– due giorni dopo il Governo israeliano ha autorizzato l’assedio della Striscia di Gaza con una ingente mobilitazione militare e col risultato di provocare la morte, ad oggi, di 30.700 palestinesi, di cui 70% appartenenti alla popolazione femminile e minorile, con una stima di circa 10 mila bambini uccisi e oltre 72 mila feriti palestinesi;
– dopo quasi sei mesi di guerra, si assiste una continua escalation militare, che ha allargato pericolosamente il conflitto, a seguito dell’uccisione del Generale Iraniano Mousavi da parte di Israele. La conseguente risposta Iraniana ha alzato il livello dello scontro mettendo a rischio la sicurezza mondiale;
– la Striscia di Gaza ha una popolazione di oltre 2,2 milioni di abitanti di cui quasi 2 milioni sono sfollati, senza accesso all’acqua e al cibo, in condizioni sanitarie critiche con una situazione in progressivo peggioramento, con il rischio di epidemie e malattie infettive;
– la situazione di Gaza è critica anche dal punto di vista dell’informazione e del monitoraggio umanitario e risultano già deceduti durante questi mesi oltre 150 operatori Onu e quasi 80 giornalisti;
– i valichi e i corridoi umanitari attualmente presenti per la consegna di cibo, acqua e medicinali sono totalmente insufficienti e la popolazione della Striscia versa in situazioni disumane;
– la Commissione Europea si è impegnata a sostenere con aiuti umanitari il popolo palestinese e le organizzazioni umanitarie a Gaza e in Cisgiordania con 125 milioni di euro nel 2024;

CONSIDERATO che:
– la condanna all’attacco terroristico da parte di Hamas ad Israele è stata unanime da parte della comunità internazionale, in quanto risulta assolutamente inaccettabile l’assalto alla popolazione civile israeliana, gli atti di violenza e la presa di ostaggi inermi, in spregio e in violazione ai diritti umani e alle Convenzioni internazionali;
– per contro, la controffensiva israeliana nei confronti della popolazione insistente sulla Striscia di Gaza rappresenta un comportamento assolutamente inammissibile stante il numero di vittime civili, tanto più inaccettabili in quanto Hamas non rappresenta l’intero popolo palestinese;
– stante la liberazione di oltre 80 ostaggi durante la tregua umanitaria, persistono oltre 130 persone prigioniere di Hamas in condizioni definite molto critiche dagli osservatori delle Nazioni unite e dalle testimonianze sulla prigionia rilasciate dagli ostaggi tornati liberi;
– il Governo italiano si è astenuto dal votare la risoluzione approvata a larga maggioranza dall’Assemblea Generale dell’ONU nel mese di dicembre 2023 per la richiesta ad Israele di un immediato “cessate il fuoco” nella striscia di Gaza e la liberazione senza condizioni di tutti gli ostaggi;
– il conflitto attualmente in atto sta portando a risultati drammatici dati dall’altissimo numero di palestinesi uccisi e che, dai dati Onu si stimano 31.184 morti di cui 12.300 bambini palestinesi negli ultimi quattro mesi, superiori anche ai 12.193 bambini uccisi a livello globale tra il 2019 e il 2022;

RITENUTO che:
– sia precipuo compito di tutte le istituzioni esercitare una corretta pressione sugli organismi internazionali per arrivare a una risoluzione del conflitto nel più breve tempo possibile e assicurare il ripristino di condizioni umane nella Striscia di Gaza e in tutti in territori colpiti dal conflitto;
– sia ormai improcrastinabile un’azione diplomatica forte da più parti per ottenere l’immediato avvio del cessate il fuoco a Gaza e una mediazione che possa ricomporre le relazioni politiche tra Israele e Iran, dell’ingresso in sicurezza delle organizzazioni umanitarie per dare sollievo alla popolazione palestinese e per l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi senza condizione alcuna;
– sia opportuno scongiurare l’ulteriore allargamento del conflitto ad altre aree del Medio Oriente, che metterebbero in pericolo la sicurezza dell’intera area mediterranea e la sicurezza mondiale;
– sia imprescindibile un’azione forte di protezione della vita umana nelle aree del conflitto, soprattutto perché, come dichiarato qualche giorno fa dal Philippe Lazzarini, commissario generale dell’UNRWA, “questa è una guerra contro i bambini”;

impegna la Presidente della Regione

1) a sostenere ogni iniziativa volta a chiedere un immediato cessate il fuoco a Gaza, al fine di perseguire la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani e di tutelare l’incolumità della popolazione civile di Gaza, garantendo altresì la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia;
2) a intercedere con forza in tutte le sedi nazionali e internazionali per ribadire il diritto alla vita e alla pace e, in particolare, anche in applicazione della Convenzione internazionale sui diritti dell’Infanzia, a chiedere la tutela e la protezione di tutti i bambini coinvolti nel conflitto, perché non ci può essere merito a essere nati in un luogo del mondo piuttosto che in un altro, se non quello derivante dalla fortuna di far parte di uno Stato in pace;
3) ad assumere tutte le azioni necessarie nei confronti dello Stato italiano e del Governo, affinché l’Italia:
a) sottoponga e spinga la Comunità internazionale ad agire attraverso le azioni diplomatiche per la risoluzione definitiva del conflitto;
b) chieda una immediata convocazione delle istituzioni internazionali per una mediazione concreta tra il popolo palestinese e il popolo israeliano al fine di addivenire a una giusta collocazione geografica, riconosciuta e unanimemente delimitata per entrambi, per una convivenza finalmente pacifica nel Medio Oriente;
c) si proponga la Sardegna come sede per una conferenza di pace in medio oriente.

Cagliari, 22 aprile 2024

Condividi: