CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVII Legislatura
Mozione n. 15
(Discussa in Aula il 23/09/2024 – Approvato Ordine del giorno n. 9 il 23/09/2024)
SOLINAS Antonio – PILURZU – DERIU – CORRIAS – FUNDONI – PIANO – PISCEDDA – SORU – SPANO sulla annunciata chiusura da parte della Portovesme Srl – Glencore della linea piombo e delle gravi conseguenze per i lavoratori e il territorio.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che la Portovesme Srl è stata costituita il 2 luglio 1999 con l’acquisizione da ENI sia del sito produttivo di Portoscuso, avviato nel 1970, che del sito di San Gavino, avviato nel 1929. La Portovesme Srl è totalmente di proprietà di una società controllata del gruppo Glencore International plc, leader mondiale nel commercio di materie prime ed in particolare di metalli non ferrosi. Oggi la Portovesme Srl è l’unico produttore di zinco in Italia e sino a qualche mese fa del piombo, definito dallo stesso Ministero di importanza strategica nazionale. Occupa circa 1.000 lavoratori che operano stabilmente all’interno degli impianti;
RICORDATO che la Portovesme Srl:
a decorrere dal primo semestre del 2021, ha iniziato a registrare un significativo e costante rialzo del costo della componente energia;
per sopperire a tale situazione la società ha posto in essere una serie di iniziative tra le quali il blocco e il rallentamento degli impianti più energivori dello stabilimento di Portovesme e, nell’ottobre 2021, ha attivato la Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) per crisi aziendale per evento improvviso ed imprevisto che ha interessato 175 uomini giorno a rotazione per un anno;
a partire dal febbraio 2022, in conseguenza della crisi tra Russia e Ucraina e della incrementale riduzione degli approvvigionamenti di gas a livello nazionale ed europeo, il prezzo dell’energia elettrica ha subito un ulteriore e repentino rialzo;
vista la situazione di insostenibilità economica di alcuni processi produttivi, la Portovesme Srl ha deciso di sospendere totalmente la marcia delle linee produttive del piombo e una parte dello zinco, al fine di mettere in sicurezza lo stabilimento e i livelli occupazionali. A supporto di questo processo, in data 30 settembre 2022 è stata attivata la procedura di consultazione sindacale per l’accesso alla CIGS, avviata a partire da ottobre 2022 per un ulteriore anno, che prevedeva, nelle intenzioni della società, un aumento drastico del numero di lavoratori in cassa integrazione;
su pressione delle Organizzazioni sindacali (OO.SS), la decisione di fermare la marcia di alcuni impianti è stata sospesa in attesa di una soluzione al problema energetico. Durante tale periodo, la CIGS è proseguita sui numeri dell’anno precedente (175 uomini giorno). Nel mese di febbraio 2023, constatata la mancanza di una soluzione al tema degli alti costi energetici, cono stati fermati i reparti arrostimento e lisciviazione e la linea piombo che ha coinvolto, a cascata, anche l’unità di San Gavino;
con la fermata di tali impianti, dal mese di aprile 2023, la CIGS ha coinvolto tutti i lavoratori secondo un piano di rotazione che prevedeva, per Portovesme, quanto segue: per gli operai 7 giornate di CIGS/mese; per gli impiegati 6 giornate di CIGS/mese e per i quadri 5 giornate di CIGS/mese, fino al mese di ottobre 2023;
per lo stabilimento di San Gavino la CIGS ha coinvolto tutti i 54 lavoratori impiegati;
nel mese di ottobre 2023 è stata richiesta una ulteriore proroga della CIGS per un altro anno con un piano di rotazione più invasivo che ha visto la perdita di una quota parte dei ratei di tredicesima e quattordicesima per la gran parte dei lavoratori;
per San Gavino il piano di CIGS è proseguito sugli stessi numeri;
La CIGS, per entrambi gli stabilimenti, scadrà a ottobre 2024;
EVIDENZIATO che:
– durante questo periodo la Portovesme Srl ha dichiarato di volere trovare delle soluzioni alternative al proprio assetto di marcia, per garantire i livelli occupazionali e convertire lo stabilimento verso produzioni meno esposte agli alti costi energetici;
– in coerenza con tali dichiarazioni la società, nell’anno 2023, ha riavviato temporaneamente gli impianti di San Gavino per effettuare un test per la produzione di una lega piombo-bismuto. Il test ha avuto risultati positivi sotto il profilo tecnico, ma la Società non ha fatto sapere nulla sulla fattibilità economica dello stesso progetto e sulle sue intenzioni future, se non la possibilità di un eventuale ulteriore test nel prossimo futuro;
– per il sito di Portovesme, la società ha dichiarato di avere in corso uno studio di fattibilità per il recupero del litio dalla Black Mass, ma i termini per la presentazione dei risultati dello studio sono slittati per diverse volte e, a tutt’oggi, non si conoscono ancora i tempi;
– la Società, inoltre, ha presentato un progetto di assoggettabilità a VIA per la realizzazione di un impianto dimostrativo per il recupero del litio, ma il progetto è stato mandato a VIA dai funzionari regionali, cosa che ha determinato l’annullamento dell’investimento;
RIMARCATO che:
– la Glencore dichiarò che con l’energia a 70 euro per MWh, avrebbe fatto ripartire temporaneamente l’intera linea zinco, fino alla realizzazione dell’investimento per il recupero del litio.;
– a oggi la tempistica del progetto di fattibilità sul litio non è chiara e ha subito ben tre rinvii, da giugno 2023 sino all’ultimo previsto per dicembre 2024;
TENUTO CONTO che:
– lo scorso 5 settembre la Portovesme Srl, unitamente ad alcuni dirigenti Glencore, ha comunicato alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni:
– la transizione dell’impianto verso un’attività produttiva basata esclusivamente sul processo Waelz (“Waelz-only”) nel sito di Portovesme;
– la chiusura della linea SX e dell’impianto elettrolisi;
– la società ha legato la chiusura della linea SX e dell’impianto elettrolisi alle difficili condizioni di mercato in cui l’impianto si è trovato ad operare, che includono termini commerciali poco vantaggiosi e prezzi energetici elevati in Europa (in particolare, in Italia);
– dal punto di vista occupazionale la decisione impatta per circa il 75 per cento della forza lavoro sia sui lavoratori diretti che indiretti;
– attualmente operano all’interno dello stabilimento, seppur nel circuito della cassa Integrazione a rotazione, circa 1.200 lavoratori suddivisi tra 600 diretti e altrettanti indiretti;
CONSTATATO che:
– l’alto costo dell’energia in Italia rappresenta una problematica seria che impatta in modo importante per un’azienda energivora, in particolare rispetto a stabilimenti simili presenti in Spagna e Germania dove il costo è decisamente basso;
– La Glencore non ha rispettato gli impegni assunti con le OO.SS, che prevedevano che non si sarebbe fermata la linea zinco sino alla conclusione del progetto di fattibilità del litio e, dunque, con la decisione comunicata appare del tutto inaffidabile e rompe il patto di fiducia ventennale tra le lavoratrici, lavoratori, organizzazioni sindacali e istituzioni territoriali e regionali,
impegna il Presidente della Regione
ad assumere, stante la grave evoluzione in corso in merito alla situazione di crisi e alla prospettata perdita di circa 1.200 posti di lavoro, tutte le iniziative necessarie, raccordandosi con gli attori coinvolti nella vertenza, affinché la Glencore Srl tenga fede agli impegni assunti e così tutelare i lavoratori e garantire, per loro e le loro famiglie, il mantenimento del posto di lavoro.
Cagliari, 17 settembre 2024