XIV Legislatura – Seduta N° 364 del: 17/10/2012

Presidenza dei Presidenti: Claudia Lombardo (Presidente del Consiglio) – Michele Cossa (Vice Presidente del Consiglio) – Mario Bruno (Vice Presidente del Consiglio)
Intervenuti: Tarcisio Agus [P.D.] – Francesca Barracciu [P.D.] – Mario Bruno [P.D.] – Roberto Capelli [Sardegna è già Domani] – Elia Corda [P.D.] – Giorgio Cugusi [Gruppo Misto] – Simona De Francisci (Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale) – Giampaolo Diana [P.D.] – Marco Espa [P.D.] – Domenico Gallus [P.d.L.] – Renato Lai [P.d.L.] – Giorgio Locci [P.d.L.] – Michelina Lunesu [P.d.L.] – Francesco Meloni [Riformatori Sardi] – Giorgio Oppi (Assessore della difesa dell’ambiente) – Pietro Pittalis [P.d.L.] – Adriano Salis [I.d.V.] – Gian Valerio Sanna [P.D.] – Antonio Solinas [P.D.] – Giulio Steri [U.D.C.-FLI] – Luciano Uras [Gruppo Misto] – Claudia Zuncheddu [Gruppo Misto]
Argomenti:

CCCLXIV SEDUTA

Mercoledì 17 ottobre 2012

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente BRUNO

indi

della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 9 e 31.

COCCO DANIELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 3 ottobre 2012 (356), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Giuseppe Cucca, Michele Cossa e Attilio Dedoni hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 17 ottobre 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, avendo necessità di riunire il Gruppo le chiedo un’ora di sospensione dei lavori.

PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 9 e 32, viene ripresa alle ore 10 e 30.)

Continuazione della discussione dell’articolato del disegno di legge: “Disposizioni urgenti in materia sanitaria connesse alla manovra finanziaria” (385/A)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell’articolato del disegno di legge numero 385/A.

Passiamo all’esame dell’articolo 11. All’articolo 11 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell’articolo e dei relativi emendamenti:

Art. 11

Adempimenti delle aziende sanitarie

1. Entro trenta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, sentito il parere della competente Commissione consiliare da esprimere entro trenta giorni, sono approvate le direttive per le aziende sanitarie locali, l’Azienda ospedaliera Brotzu e le aziende ospedaliero-universitarie per l’attuazione degli interventi previsti nell’articolo 10.

2. I direttori generali delle aziende sanitarie deliberano, sentita la Conferenza provinciale sanitaria e socio-sanitaria prevista nell’articolo 15 della legge regionale n. 10 del 2006, previo parere della Commissione consiliare competente, la proposta di riduzione dei posti letto delle unità operative che, nel biennio precedente, hanno registrato un tasso di occupazione inferiore al 75 per cento.

3. I direttori generali delle aziende sanitarie in cui sono presenti posti letto in unità operative con un tasso di occupazione inferiore al 75 per cento che trovi giustificazione nelle condizioni previste dai criteri previsti nell’articolo 10, comma 2, e dalle direttive previste nel comma 1 di questo articolo, propongono il mantenimento dei posti letto.

4. I direttori generali delle aziende sanitarie possono proporre, nel rispetto dei criteri previsti nell’articolo 10, l’accredito di ulteriori strutture in relazione alle quali sussistano adeguate esigenze da motivare in modo circostanziato, purché dotate dei requisiti richiesti dalla normativa vigente per l’autorizzazione e l’accreditamento definitivo.

5. La proposta di razionalizzazione dei posti letto complessivi, sia pubblici che privati, che insistano nel territorio della ASL, è adottata o modificata dal direttore generale, sentita la Conferenza provinciale sanitaria e socio-sanitaria prevista nell’articolo 15 della legge regionale n. 10 del 2006, previo parere della Commissione consiliare competente. La proposta è elaborata tenendo conto dei fabbisogni di salute, della loro possibilità di soddisfazione mediante risorse aziendali e dell’offerta integrativa tramite il ricorso alle strutture private.

6. I direttori generali delle aziende sanitarie trasmettono la proposta di razionalizzazione dei posti letto complessivi all’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale entro centoventi giorni dall’approvazione delle direttive previste nel comma 1.

7. L’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, acquisite le proposte di razionalizzazione previste nel comma 6, ne verifica la coerenza con le disposizioni normative e analizza la nuova distribuzione dei servizi che ne deriverebbe nell’interesse del complessivo Sistema sanitario regionale.

8. L’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, previo parere della competente Commissione consiliare da esprimere entro trenta giorni, elabora una proposta di organizzazione e la trasmette alla Giunta regionale per l’approvazione.

Emendamento soppressivo totale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

L’articolo 11 è soppresso.

(62)

Emendamento all’emendamento soppressivo totale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

L’emendamento n. 71 è soppresso.

(118)

Emendamento all’emendamento numero 121 soppressivo totale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

L’emendamento 121 all’emendamento 71 è soppresso.

(123)

Emendamento all’emendamento numero 71 aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 11

L’emendamento 71 è così integrato:

Al comma 1 dopo le parole “previsti nell’articolo 10” sono aggiunte le seguenti:

“Agli ospedali a cui non si applicano le disposizioni di cui all’articolo 10, comma 1, fatto salvo quanto disposto dal comma 3 dello stesso articolo, si applicano i seguenti criteri:

a) tasso di ospedalizzazione massimo di 170 per mille abitanti fermo restando il vincolo complessivo a livello di azienda sanitaria non superiore a 160 per mille abitanti;

b) i ricoveri diurni pari ad almeno il 20 per cento del tasso di cui alla lettera a), fermo restando il vincolo complessivo a livello di azienda sanitaria non inferiore al 25 per cento;

c) tasso di utilizzazione dei posti letto pari ad almeno il 65 per cento in ragione annua fermorestando il vincolo complessivo a livello di azienda sanitaria di almeno il 75 per cento. (121)

Emendamento all’emendamento numero 71 aggiuntivo Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Diana Giampaolo

Articolo 11

Al comma 1, dell’emendamento n. 71, dopo le parole “sono approvate”, è aggiunto il seguente periodo: “sentita la competente Commissione consiliare”. (124)

Emendamento sostitutivo totale Giunta regionale

Articolo 11

L’articolo 11″ Adempimenti delle aziende sanitarie” è sostituito dal seguente:

“Art. 11

1. Entro trenta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, sono approvate le direttive per le aziende sanitarie locali l’Azienda ospedaliera Brotzu e le aziende ospedaliero-universitarie per l’attuazione degli interventi previsti nell’articolo 10.

2. I direttori generali delle aziende sanitarie, a seguito delle direttive di cui al comma 1, ed al fine di procedere alla proposta di ristrutturazione della rete ospedaliera aziendale, devono assicurare la consultazione:

a) dei rappresentati degli enti locali del territorio della ASL;

b) delle Università di Cagliari e di Sassari per quanto attiene le aziende ospedaliero universitarie;

c) dei rappresentanti degli ordini e collegi delle professioni sanitarie;

d) delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative degli operatori sanitari pubblici;

e) dei rappresentanti dei soggetti privati accreditati con il Servizio sanitario nazionale e con i quali le ASL abbiano stipulato accordi contrattuali.

La consultazione di cui sopra si da per acquisita decorso il termine di venti giorni consecutivi dalla convocazione dei sopraelencati soggetti.

La proposta è elaborata tenendo conto dei fabbisogni di salute, della loro possibilità di soddisfazione mediante risorse aziendali e dell’offerta integrativa tramite 11 ricorso alle strutture private.

I direttori generali delle aziende sanitarie trasmettono la proposta di razionalizzazione dei posti letto complessivi all’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale entro centoventi giorni dall’approvazione delle direttive previste nel comma 1.

3. I direttori generali delle aziende sanitarie in cui sono presenti posti letto in unità operative con un tasso di occupazione inferiore al 75 per cento, computato per biennio, che trovi giustificazione nelle condizioni previste dai criteri previsti nell’articolo 10, comma 3, e dalle direttive previste nel comma 1, possono proporre il mantenimento degli stessi.

4. I direttori generali delle aziende sanitarie possono proporre, nel rispetto dei criteri previsti nell’articolo 10, l’accredito di ulteriori strutture in relazione alle quali sussistano adeguate esigenze da motivare in modo circostanziato, purché dotate dei requisiti richiesti dalla normativa vigente per l’autorizzazione e l’accreditamento definitivo.

5. L’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, entro sessanta giorni dall’acquisizione delle proposte di razionalizzazione previste nel comma 2, verificata la coerenza con le disposizioni normative e con le direttive, analizzata la nuova distribuzione dei servizi previo parere della competente Commissione consiliare, trasmette la proposta di riorganizzazione alla Giunta regionale che la adotta.”. (71)

Emendamento sostitutivo totale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

L’articolo 11 è così sostituito:

“Art. 11

1. Gli interventi di cui all’articolo 10 sono attuati ai sensi della legge regionale n. 10 del 2006 entro il 31 dicembre 2012.”. (72)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

Il comma 1 è soppresso. (63)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

Il comma 2 è soppresso. (64)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

Il comma 3 è soppresso. (65)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

Il comma 4 è soppresso. (66)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

Il comma 5 è soppresso. (67)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

Il comma 6 è soppresso. (68)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

Il comma 7 è soppresso. (69)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

Il comma 8 è soppresso. (70)

Emendamento aggiuntivo Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 11

All’articolo 11 dopo il comma 8 è aggiunto il seguente comma 8 bis:

8 bis. L’iter di proposta di regionalizzazione e do programmazione della rete ospedaliera di cui al presente articolo deve essere conclusa ed approvata entro e non oltre il 31 dicembre 2012. (73)

Emendamento all’emendamento numero 82 soppressivo totale Barracciu – Espa – Corda – Mariani

Articolo 11

L’emendamento n. 82 è soppresso. (119)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.

Articolo 11

Dopo l’articolo 11 è aggiunto il seguente:

Art. 11 bis

1. Al fine di favorire una valutazione trasparente di flussi di risorse finanziarie all’interno del Servizio sanitario regionale e delle singole ASL, ai presidi ospedalieri inseriti nelle ASL è attribuita autonomia economica-finanziaria nei limiti e secondo le modalità che seguono:

a) i presidi ospedalieri inseriti nelle ASL sono diretti da un direttore delegato, nominato dal Direttore generale della ASL esclusivamente sulla base di un rapporto fiduciario e senza necessita ci previo avviso e di procedura comparativa, tra i soggetti in possesso d requisiti previsti per essere nominati Direttore Sanitario o Direttore Amministrativo di ASL;

b) gestiscono direttamente ai fini funzionali ed assistenziali il personale loro assegnato;

c) contrattano con il Direttore generale della ASL la quota di spese generale da addebitare al presidio;

d) hanno la diretta gestione della quota di finanziamento assegnata al presidio secondo quanto previsto dal successivo punto 2; in tal senso il Direttore generale della ASL, prima di adottare atti di spesa che comportino riflessi sul bilancio del o dei presidi ospedalieri, acquisisce il parere del direttore delegato interessato.

e) presentano un bilancio separato redatto in conformità alle linee guida regionali dettate in materia di bilanci delle aziende sanitarie che viene allegato a quello della ASL secondo le disposizioni richiamate dall’articolo 2.447 septies del codice civile in materia di patrimoni destinati.

2. Alle ASL che hanno al loro interno uno o più presidi ospedalieri viene assegnato un finanziamento stabilito dalla Regione secondo le stesse modalità previste dalla presente legge per le aziende ospedaliere. Tale finanziamento è destinato esclusivamente al funzionamento degli stessi presidi ospedalieri e non può essere incrementato. I presidi ospedalieri devono chiudere il bilancio in pareggio.

3. La posizione e il trattamento economico del direttore delegato sono quelli di direttore di struttura complessa con incarico di capo dipartimento, hanno durata massima quinquennale e scadenza automatica.

L’incarico può essere rinnovato, con apposito atto, per una sola volta e termina entro i sessanta giorni successivi alla decadenza del direttore generale che l’ha disposta.

Il direttore delegato sostituisce, a seconda delle sue competenze, il direttore sanitario o amministrativo del presidio, e responsabile della gestione delle attività e dei servizi e risponde dell’andamento generale del presidio e dei risultati da esso conseguiti in rapporto agli obiettivi assegnati dal Direttore generale della ASL.

4. In casi di particolare vicinanza fisica e di complementarietà funzionale può essere nominato un solo direttore delegato anche per due presidi ospedalieri. (82).)

PRESIDENTE. L’emendamento numero 112 è inammissibile. E’ iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, riprendo le mie argomentazioni che sono in perfetta linea con l’articolo 11 riguardante gli adempimenti delle Aziende sanitarie. L’Azienda sanitaria numero 6 ritengo abbia anticipato i dettami di questa norma, a suo tempo. Ricordo che questa esperienza viene, come dire, avviata grazie alla volontà, e alla conseguente intesa, di guardare ai bisogni comuni; perché, lo sottolineo, se qualcuno avesse qualche dubbio, questa iniziativa nasce dalla visione prospettica di un amministratore pubblico di centrosinistra e di un amministratore pubblico di centrodestra grazie al fatto, appunto, che come responsabile dell’istituzione non si guarda alle tessere che uno ha in tasca bensì ai problemi comuni presenti sul territorio ai quali, con il cosiddetto impegno istituzionale, si cerca di trovare risposte condivise.

Problemi, ripeto, che si pensava si volessero veramente condividere perché, a più riprese, l’istituzione aveva espresso la volontà di acquisire quella struttura al patrimonio pubblico, nonostante le difficoltà strumentali poste in essere. Questo lo dice anche la determina della Corte dei conti, perché il centro di Guspini è oggetto di storie metropolitane, come ho detto ieri nel rispondere all’onorevole Oppi; è stato oggetto di controlli da parte dei NAS, e ho qui le relative relazioni, ma anche la Corte dei conti se n’è occupata nel 2010 e nel 2012.

Proprio la Corte dei conti nella deliberazione numero 41, del 18 aprile 2012, per esempio parla della disattenzione delle istituzioni in riferimento alla determina numero 516 del 29 aprile 2011 (scioglimento della Fondazione), a seguire nelle osservazioni conclusive la Corte dei conti afferma che la normativa prevede che la cancellazione della Fondazione dal registro avvenga dopo la chiusura della procedura di liquidazione, in base all’articolo 6 del Decreto del Presidente della Repubblica numero 361 del 2000.

Quindi anche in questo frangente la Corte dei conti, nelle sue conclusioni, segnala come non consona e non corretta l’ulteriore attività dell’istituzione, in quanto sostiene che sembrava certo comunque il passaggio definitivo della Fondazione alla ASL numero 6, soprattutto dopo le diverse dichiarazioni rese dal Presidente della Regione e dall’Assessore della sanità, come si rileva dal sito Web della Regione.

Sto ribadendo queste conclusioni per cercare di risvegliare in questo Consiglio una coscienza politica. In altri momenti in questo Consiglio, attraverso il voto, si sono date risorse finanziarie non per un investimento strutturale, come in questo caso, ma per chiudere buchi di gestione; in questo frangente, e lo ricorda anche la Corte dei Conti, l’acquisizione non deve avvenire per sanare i debiti dell’ente gestore; e l’emendamento di riferimento ha come finalità appunto l’acquisizione della Fondazione con la quale il Comune di Guspini si è impegnato, nel rispetto del Titolo V della Costituzione, che non vede il Comune subalterno alla Regione.

Anche oggi rivendichiamo che tra Stato e Regione non c’è subalternità ma collaborazione (anche in questo caso io richiamo il titolo V della Costituzione), sull’impegno più volte ribadito dalle comunicazioni istituzionali, rilevate dalla stessa Corte dei conti. Potrei citarvi, per esempio, la numero 8 del 16 giugno 2011 dove si riconferma l’interesse della Regione all’acquisizione del Centro al patrimonio regionale; quella del 29 luglio, nella quale non solo l’Assessore ma anche il presidente Cappellacci (non leggo tutto ma vi rimando alla lettura) parlano di questo impegno, di decidere chissà come di dare in affidamento alla ASL la struttura. ma se la ASL ha preso la struttura il 9 agosto a costo zero (perché non ha mai pagato nulla), a un anno di distanza si inventa la concessione da parte del commissario alla ASL?

E’ questo un grande risultato, enfatizzato, tanto che Cappellacci e Liori hanno proseguito dicendo che con questo impegno la Regione ha confermato il già manifestato interesse per il Centro, e che – resta ferma anche l’intenzione di acquistarlo definitivamente. Queste comunicazioni sono comunicazioni ufficiali, non sono le comunicazioni del consigliere regionale che in campagna elettorale fa promesse; questi sono impegni istituzionali, parliamo di ben altre cose; e, ripeto, non lo rilevo solo io ma l’ha rilevato anche la Corte dei conti (vi invito a leggere la sentenza numero 41 del 18 aprile 2012).

Ribadisco questi impegni e mi batto perché questa è un’attività consona al dettato dell’articolo, perché la ASL si è impegnata in questa tornata, purtroppo però non c’è stata l’attenzione dovuta da parte della Regione. Perché se è vero come è vero che la ASL attendeva dal 9 agosto le risorse per rimetterlo a posto, ha dovuto usare risorse proprie, oltre tutto non so per quale ragione, ma evidentemente c’è una ragione al fondo.

Oggi parliamo di hospice, parliamo di centri di Alzheimer, che dovrebbero subentrare ai 1300 posti letto da sopprimere negli ospedali; ma dove portiamo i malati, se non si utilizza una struttura che da due anni e mezzo è in capo alla Regione, non la si vuole utilizzare, usando strumentalmente una gestione impropria? Ma di che cosa stiamo parlando, quando gli stessi funzionari della ASL dicono che ci sono 13 mila prestazioni fatte e 3 mila riconosciute? Queste 13 mila prestazioni quantificate equivalgono a circa 6 milioni di euro di fatturato: ne sono stati riconosciuti appena 630.

Ma di che cosa parliamo? Forse parliamo di arricchimento indebito? E da parte di chi? Di un organo che doveva controllare e credo che abbia controllato, perché se quei dati li pubblica la ASL, e nella comunicazione istituzionale vengono rilevati, vuol dire che la ASL ha provveduto al controllo, che la Regione controllava l’attività della Fondazione. Inoltre la Corte dei conti, nella sua attività di controllo del 2010 (deliberazione numero 50 del 13 luglio), analizzando i bilanci della Fondazione (e non mi si dica che non si sapeva, e non si sparino cifre strumentali solo ed esclusivamente per denigrare l’operato di chi, invece, ha guardato in prospettiva e ha condiviso un progetto con esponenti di forze diverse, anche opposte), ha sottolineato che l’attività di verifica, controllo e vigilanza sull’amministrazione delle fondazioni regionali sono esercitate dalla Regione secondo le funzioni amministrative già attribuite dalle autorità governative e dalle norme del Codice civile, in applicazione del decentramento amministrativo. La vigilanza si esercita anche attraverso l’attività di verifica dell’Assessorato. E io credo che questa verifica l’abbia fatta, eccome se l’ha fatta, tant’è che…

PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.

E’ iscritto a parlare il consigliere Lai. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Io non sono intervenuto sull’articolo 10 per le modalità di voto adottate; se fosse stato possibile intervenire avrei detto, con convinzione, che i criteri del comma 1 dell’articolo 10 non si applicano alla rete regionale nel suo complesso, perché ritengo che non esista un’enunciazione precisa che dica che si applicano in maniera mirata e indiscriminata sui piccoli ospedali.

A questo proposito avrei invitato, come invito, a una rilettura del comma 3 dell’articolo 10 e dei commi 3, 4 e 5 dell’articolo 11 che consideravo e considero elementi di garanzia nel percorso che si intende intraprendere con questo disegno di legge. Però, decidere che non devono applicarsi questi criteri sui cosiddetti piccoli ospedali, significa di fatto sottrarre questi presidi alla rete ospedaliera; non si può pensare di riorganizzare la rete ospedaliera prevedendo che ci siano zone franche, che tutto debba rimanere come è e che non sia possibile agire per razionalizzare e migliorare il sistema nel suo complesso.

I piccoli ospedali hanno un ruolo nella rete, indiscusso e indiscutibile, però togliendoli dalla rete e dando loro il privilegio dell’intangibilità si rischia di condannarli a essere “scatoloni” che fanno cattiva sanità, o rischiano di farla, comportando costi difficilmente sostenibili; e parlo di razionalizzazione, un’operazione che deve riguardare tutti, grandi e piccoli ospedali, cioè riorganizzare nella rete, non certo operare chiusure e tagli tout court che nessuno di noi voleva e vuole. Questo è il senso degli emendamenti che sono stati presentati per salvare gli ospedali, non certo per affossarli.

Noi abbiamo il dovere di rispettare il voto, soprattutto quando riguarda emendamenti che sono stati opportunamente affidati alla votazione dell’Aula; è legittimo però riconoscere che certe operazioni sono più facili e riescono bene, benissimo, nessuno però è autorizzato a dire che il centrodestra voleva chiudere i piccoli ospedali e che il centrosinistra si è battuto per mantenerli. Non è così perché il discorso è molto più complesso: siamo davanti a processi di vastissima portata ai quali nessuno di noi si può sottrarre.

Non posso perciò cadere nel tranello di chi ha voluto creare questa contrapposizione, prima di tutto perché la mia esperienza professionale è nata e si è sviluppata per tanti anni (tredici a Ozieri, tre a Lanusei, ventuno anni a Olbia dove si è conclusa) in questi ospedali dove ho operato con impegno, dando un contributo di crescita a queste strutture e lasciando traccia di corretto operare dopo averne vissuto sulla pelle le criticità, la difficoltà ad affrontare le situazioni proprio di grave squilibrio in cui molti ospedali sono costretti tuttora a operare.

Per quanto mi riguarda, sono per attribuire a ogni ospedale nella nostra Regione la migliore configurazione possibile, ma vorrei che questo avvenisse nella serietà, nella consapevolezza, nella realtà delle cose, nella fattibilità, e non nella demagogia o nella contrapposizione a ogni costo che non accetta approcci diversi dalle proprie iniziative, dalle proprie autoreferenzialità, che si chiude al confronto, all’approfondimento, all’analisi degli stessi riferimenti normativi.

Ad esempio, quelli riguardanti i connotati di struttura e di funzione degli ospedali sede di pronto soccorso; le complessità, sempre di struttura e di funzione, che caratterizzano un ospedale sede di dipartimento emergenza, urgenza, accoglienza, di primo livello; i requisiti che deve avere un ospedale anche ai fini dell’accreditamento, le prestazioni che deve assicurare ai sensi dell’atto di intesa tra Stato e Regioni dell’11 aprile ’96 di approvazione delle linee guida del sistema di emergenza sanitaria in applicazione del DPR del 27 marzo ’92 che è tuttora in vigore. Basta consultare il sito del Ministero della salute, alle voci opportune, che riporta le stesse definizioni, che sono quindi tutte attuali.

Fare questo vuol dire forse volere la chiusura dei piccoli ospedali o non piuttosto volere opportuni approfondimenti? Non si voleva altro e non si sono fatte manovre scorrette. Gli emendamenti si fanno per conoscere, si propongono nel confronto per elaborare formulazioni diverse; ed è quanto si dovrebbe fare non in questa circostanza ma sempre. Oltretutto, io vorrei che si riflettesse sul fatto che è davvero arduo, impegnativo, definire per via legislativa aspetti propri degli atti di indirizzo, a causa degli aspetti tecnici, delle scelte che devono fare riferimento a numerosi parametri tecnici e normativi. Tutto questo, se si vuole coniugare razionalizzazione, ristrutturazione, efficacia ed efficienza, qualità ed appropriatezza, revisione della spesa, tutela della sicurezza delle popolazioni che ricadono in queste aree, attraverso la creazione di presidi di pronto soccorso H24.

Insisto, se si affrontano le questioni in questa maniera, qualcuno può sentirsi autorizzato ad additarci come fossimo quasi dei mascalzoni insensibili ai bisogni dei territori periferici, quelli appunto che insistono sui cosiddetti piccoli ospedali. Manifesto piuttosto una preoccupazione, e parlo abbandonando il ruolo asettico di relatore per vestire quello di medico, di medico peraltro di una realtà che è stata ben delineata dal collega Elio Corda, rappresentando un territorio che continua a vivere un’anacronistica situazione di squilibrio e inadeguatezza nell’attribuzione di risorse, di posti letto e specialità, nonostante i dati di popolazione improntati a un costante trend di crescita demografica.

Però, richiamiamoci agli aspetti generali, e nel sistema sanitario della Sardegna le cose non possono rimanere come sono. Sono in tanti in Sardegna che attendono che il sistema cambi, che si superino squilibri e inadeguatezze che generano inefficienza e costi ingiustificati. Noi siamo fra quelli che consideravano questo disegno di legge, con tutti i suoi limiti, uno strumento importante e necessario in grado di porre rimedio agli errori che possiamo aver commesso noi, ma anche a quelli che possono aver commesso coloro che ci hanno preceduto. Vorremmo che il percorso di questo disegno si concludesse, perché non possiamo permetterci di attendere ancora che qualcosa cambi davvero nell’interesse della gente e degli operatori sanitari, di quegli operatori sanitari che operano con grande difficoltà e che sperano in una sanità migliore.

In tutti i documenti del Piano sanitario nazionale, dal patto della salute fino alla spending review e al decreto Balduzzi, si ribadisce il concetto che senza una riduzione dei tassi di ospedalizzazione, e quindi del ricorso al ricovero ospedaliero inappropriato per patologie, in particolare quelle croniche caratterizzate da instabilità, non potranno essere liberate le risorse per sostenere un’efficace assistenza nel territorio, cure domiciliari integrate, sostegno alla non autosufficienza in situazione di fragilità, reti territoriali che permettano la presa in carico della cronicità. Dire che si vogliono entrambe le cose è falso e demagogico, non solo non si permetterebbe il finanziamento di servizi territoriali di qualità, ma si favorirebbe il cattivo uso delle risorse, riducendo la sicurezza e la quantità delle prestazioni.

In Sardegna, notoriamente, la componente di costo riferibile alla spesa ospedaliera è inaccettabilmente elevata rispetto agli standard previsti a livello nazionale; e, a maggior ragione nei momenti di difficoltà economica, ritengo non sia etico sperperare risorse per mantenere attivi i reparti la cui sussistenza non trova giustificazione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO

(Segue LAI.) E, insisto, non sto parlando di chiusura dei piccoli ospedali, ma sto parlando di un intervento di razionalizzazione a tutto campo. Non si deve accettare la contrapposizione tra sostenitori dei piccoli ospedali e dei grandi ospedali, la vera contrapposizione deve essere tra chi vuole riorganizzare e rendere efficiente la rete ospedaliera della Sardegna e chi, demagogicamente, vuole far credere che qualche realtà ospedaliera possa essere estranea a questo processo. Quindi, riorganizzare oggi e rendere efficiente la rete ospedaliera vuole dire ricondurre un sistema, quello degli ospedali sardi, a dei criteri armonici di organizzazione, dopo decenni di evoluzione spontanea non organica, e a una visione di rete. A oggi, di fatto, la rete non esiste, è un sistema autocefalo. Ogni tanto ci sono delle propaggini, ma non c’è razionalizzazione, noi dobbiamo creare assistenza.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Io intervengo per chiarire alcuni aspetti e giustificare perché non do un grande peso a questo disegno di legge sul quale esprimo in gran parte delle contrarietà. Io credo che manchi, prima di tutto, l’esame di una situazione sanitaria che deve essere separata in due livelli: un livello organizzativo, un livello relativo alla creazione di un sistema sanitario al servizio della gente.

Negli interventi svolti nella giornata odierna, nelle giornate passate, abbiamo ragionato e stiamo ragionando in termini di riequilibrio della spesa, fondamentalmente, senza prestare orecchio e tempo all’analisi della spesa. Alcuni esempi; la spesa sanitaria, nel nostro Paese, è passata dai 52 miliardi del 1996, ai 107 miliardi circa di euro nel 2008, e ai 114 miliardi di euro nel 2012. Nel contempo, in questi anni che cosa è avvenuto? Nell’ultimo periodo sono stati tagliati complessivamente 45 mila posti letto, e adesso noi stiamo cercando di fare la nostra parte nell’ennesimo taglio di posti letto per una razionalizzazione del sistema che deve portare a un risparmio e contenimento della spesa.

Come abbiamo visto, le precedenti azioni mirate solo ed esclusivamente al taglio dei posti letto hanno prodotto una maggiore spesa esponenziale, l’abbiamo più che raddoppiata dal ’96 a oggi. Contestualmente, la diminuzione dei posti letto dal 1998 a oggi, ha prodotto un aumento della spesa del personale, che, negli ultimi dieci anni, è arrivata a 11,8 miliardi di euro nel nostro Paese. Perché vi rappresento questi dati? Per capire se questa è la via da percorrere per razionalizzare.

Che effetto hanno prodotto tutte le varie azioni di razionalizzazione e taglio dei posti letto, dei piccoli ospedali o quant’altro, in termini di contenimento della spesa? Su che base abbiamo tagliato i posti letto? Torniamo alla nostra Regione, dall’esame nazionale esiste uno studio del territorio? Esiste capire il perché un ospedale deve sorgere, esistere o essere confermato in quel territorio? Esiste uno studio che ci dica quale è il tempo di percorrenza? Qual è lo stato delle infrastrutture? Qual è il tempo di un intervento reale che dev’essere prestato al paziente in tempi civili e non da terzo mondo?

Le Regioni, negli ultimi 10 anni, hanno avuto spese per 89 miliardi di euro, di cui 49,1 miliardi destinati alla sanità; perciò stiamo parlando di una cosa seria, di una cosa molto seria, e la stiamo affrontando con proposte di legge e articoli che sono pannicelli caldi su alcune situazioni, ma non affrontano nella globalità la problematica del Servizio sanitario regionale e nazionale. Negli ultimi anni la spesa pro capite destinata alla sanità è del 43,9 per cento del bilancio dello Stato, mentre nello sviluppo economico si è investito soltanto un più 9 per cento; sono temi direttamente collegabili che devono essere argomento di un’unica problematica.

Noi tagliamo posti letto, abdichiamo politicamente ai direttori generali in un sistema che non può delegare agli attuali (intendo attuali nella loro conformazione giuridica e nel mandato che gli viene trasferito) direttori generali, eliminiamo nell’articolo 11 le competenze della Commissione, abdica l’Assessorato al controllo e alla programmazione, non si fa cenno al ruolo dell’Agenzia regionale per la sanità; è inutile parlare di storia della sanità, noi dobbiamo guardare avanti per l’organizzazione della sanità in Sardegna.

Abbiamo dimenticato le azioni che abbiamo svolto negli ultimi anni quali, per esempio, la deroga e l’aumento dei posti letto per quel che fu il San Raffaele di Olbia? Abbiamo dimenticato tutto questo e oggi interveniamo con degli articoletti, che mirano a che cosa? A dimensionare il numero degli infermieri, degli OSS, degli ausiliari, a mettere i tetti, giustamente, per il lavoro a tempo e interinale, ma partendo da quale dato, avendo quale obiettivo? E l’obiettivo della politica deve essere quello di rendere possibile l’organizzazione sanitaria e costituire un momento di incontro tra organizzazione, che deve essere in capo alla politica, e prestazione sanitaria, che deve essere in capo agli attori della sanità, a tutto il settore sanitario.

Ecco perché io credo, e lo dimostra anche il dibattito, che non è un dibattito acceso, passionale e, permettetemi, senza offesa, anzi, io sono il primo, senza la dovuta conoscenza e competenza, che questo è un problema che avrebbe dovuto impegnare l’Aula, il Consiglio regionale per mesi, in un esame approfondito, completo, che rendesse giustizia ai cittadini sardi di un sistema sanitario equo, trasparente ed efficace. Se noi non tagliamo i rami secchi e, badate bene, i rami secchi non sono i posti letto, non sono i piccoli ospedali, questi si possono anche chiudere se si prospetta un piano di intervento che renda giustizia ai cittadini offrendo loro un sistema sanitario efficace, efficiente, pronto, diretto, come obiettivo, alla qualità del servizio sanitario.

Noi, invece, non stiamo facendo nulla di tutto questo, ci stiamo confrontando su tesi di opposizione, di maggioranza, di minoranza, su piani sanitari della passata legislatura che non sono stati efficaci; però, la discussione, giusto tornando con un volo veloce al passato, su quei piani fu una vera discussione. Ricordo gli interventi, svolti dai colleghi della allora opposizione, approfonditi, competenti, che, punto per punto, discutevano, bocciavano o proponevano per la bocciatura emendamenti o articoli, o sostenevano articoli ed emendamenti di quella maggioranza.

Fu un Piano sanitario discusso, e da me non condiviso in quel momento, e fortunatamente intervenne un semplice passaggio burocratico che bocciò quella razionalizzazione ospedaliera. Ha ragione chi è intervenuto in quest’Aula ricordando, dall’alto della sua esperienza, i vari passaggi di compromissione tra politica di chi governa e controllo del sistema sanitario; se noi non usciamo da questo abbraccio mortale che pone un’equazione diretta tra sanità e potere, e non un’equazione tra sanità e servizio ai cittadini, noi non risolveremo queste situazioni.

Non basta tagliare per risparmiare e razionalizzare un servizio, e questi dati lo confermano senza possibilità di discussione, perché tagliando è aumentata la spesa sanitaria, perché troppo è invadente l’opinione, l’intervento della manifestazione di potere politico nel controllo della sanità. Perciò noi non stiamo rendendo un buon servizio alla gente.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Rinuncio.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). L’articolo 10 e l’articolo 11, come è stato più volte detto, sono il cuore di questo provvedimento; in quest’Aula, però, esattamente un attimo fa l’ha detto l’onorevole Capelli, discutiamo senza conoscenza e senza competenza. Spiace rilevare che da parte dell’opposizione vi sia stato un atteggiamento, legittimo peraltro, di opposizione ostruzionistica, con la presentazione di pochissimi emendamenti che toccano la sostanza del problema. Si differenzia la posizione dell’onorevole Agus che, a più riprese, ci ha raccontato le vicende della Fondazione di Guspini; vicende che io (ma anche tanti altri colleghi) ho già avuto occasione di studiare.

Come ha detto l’onorevole Oppi, quello è un problema che dovrà essere affrontato in un disegno di legge a parte, che la Giunta ha annunciato, sulle fondazioni, ferma rimanendo la nostra posizione di contrarietà all’acquisizione delle fondazioni da parte delle ASL. Questo lo dico perché è doveroso precisarlo. Abbiamo assistito a un dibattito in cui si è parlato di tutto e non si è entrati nel merito della discussione; un dibattito in cui, come è successo ieri, hanno prevalso gli atteggiamenti politici senza valutare le conseguenze tecniche di quello che si decideva di fare. Spiegherò meglio dopo il perché. Ma anche da una serie di interventi mi pare che non sia stato bene inteso il significato della norma e, soprattutto, i vincoli che discendono dalle norme nazionali.

L’articolo 10, prevedendo quell’indice al comma 1, non fa che riportare degli indici contenuti in norme fondamentali dettate dallo Stato; e avendo noi competenza concorrente sono vincolanti e non possiamo disattenderli. Ciò nonostante abbiamo introdotto il comma 3 in cui abbiamo previsto che questi criteri non vanno applicati acriticamente, con tagli lineari, ma vanno valutati; laddove vi è l’esigenza, che noi condividiamo, di salvaguardare i cosiddetti piccoli ospedali, perché noi li abbiamo sempre salvaguardati mentre nella scorsa legislatura avete iniziato a chiuderli, diciamo le cose come stanno…

(Interruzioni)

… E’ così! Thiesi e Ittiri chi li ha chiusi, noi? Iglesias chi l’ha chiuso? Diciamo le cose come stanno. L’ho detto la volta scorsa: ci sono comportamenti assolutamente incoerenti. Vi siete totalmente dimenticati quello che avete fatto nella scorsa legislatura e anche in quelle precedenti.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). E voi dove eravate? Ma se siete sempre stati al governo!

PRESIDENTE. Onorevole Solinas!

STERI (U.D.C.-FLI). Vi lamentate che espropriamo l’Aula delle sue competenze? Noi facciamo una legge, voi avete approvato le linee guida dei protocolli d’intesa senza legge, illegittimamente! Avete creato le Aziende miste senza fare un protocollo d’intesa, quindi finiamola! E la storia è importante perché la storia ci insegna a non ricadere negli errori fatti in precedenza. Detto questo…

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Io non ho fatto l’Assessore della sanità!

PRESIDENTE. Onorevole Solinas, lasci continuare.

STERI (U.D.C.-FLI). Io l’ho fatto, l’ho fatto nel “Governissimo” e sono fiero di quello che ho fatto, e se nella legislatura successiva il mio lavoro, al posto di chiuderlo nei cassetti, fosse stato attuato saremmo in una situazione completamente differente. Vi ricordo che ho consegnato il Piano sanitario pronto, proposto dal “Governissimo”, e lo avete buttato nel cestino! Siamo seri, per cortesia! Dobbiamo dire le cose come stanno.

L’articolo 11 prevede, per chi non l’ha letto, che l’Assessore dà delle direttive; se leggete la razionalizzazione del 2001 capite che cosa sono le direttive. Dopo le direttive i direttori generali si limitano a fare un’attività di istruttoria; questa istruttoria poi va alla Giunta che farà una proposta, proposta che perverrà in Commissione, e l’onorevole Oppi ieri con un emendamento orale ha proposto di aggiungere al comma quinto dell’emendamento sostitutivo totale della Giunta la parola “vincolante”, in maniera tale che il parere della Commissione sia vincolante.

Le cose però vanno fatte bene. Quando voi approvate un emendamento, come quello di ieri sui piccoli ospedali, votando la soppressione del comma 3 che li salvava, state condannando a morte i piccoli ospedali perché quell’emendamento è in palese violazione della normativa statale. E’ così tecnicamente! Nel momento in cui il Governo lo impugna, ci obbliga a chiudere i piccoli ospedali. I piccoli ospedali si salvano tecnicamente, senza esporre nessuno a rischi, è questo il problema. Noi vogliamo salvare i piccoli ospedali, lo abbiamo sempre dimostrato, e salveremo i piccoli ospedali, senza fare emendamenti che servono a fare politica, a fare propaganda o quant’altro. Siamo assolutamente contrari a questi sistemi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell’ambiente. Ahimè, secondo atto. Io con molta pacatezza oggi voglio chiarire alcune cose e inizierei dicendo: “come somiglia il tuo costume al mio”. Nessuno può ergersi a essere il santone per eccellenza. Errori sono stati compiuti dalle precedenti amministrazioni così come da questa in carica. A me è sempre interessato fare valutazioni attente per portare risultati positivi in termini di freno allo spreco delle risorse finanziarie. Una volta mi accorsi che nella struttura di Olbia si spendeva per gli emofilici una cifra iperbolica. E me ne accorsi perché, controllando le cifre, i dati, rilevai che determinati medicinali venivano comprati in farmacia, naturalmente pagandoli il doppio. Questo accadeva in quel di Tempio.

Assessore, i distretti, lo diciamo ormai da tanti anni, vanno controllati! Se su cinque distretti uno ha una perdita del 10 per cento, l’altro del 20, l’altro del 50, bisogna che qualcuno si metta a lavorare e verifichi le disfunzioni. Cominciamo a parlare del settore dove il problema è più eclatante, quello della farmaceutica, che potrebbe farci recuperare risorse. La farmaceutica è una vergogna, ma in passato si è riusciti anche a contenere i costi. Cosa vuol dire questo? Che anche se siamo arrivati a 377 milioni di euro di spesa, la cosa più macroscopica non è quella, infatti noi siamo un reato ambulante in Italia per quanto riguardala spesa farmaceutica ospedaliera, perché mentre la media nazionale è del 2,4 per cento noi arriviamo al 6.

Nell’anno precedente – l’ho detto in questo Consiglio regionale e l’ho detto in Giunta – siamo passati da 76 milioni annuali a 100 milioni nel primo semestre e abbiamo poi concluso nel 2011 con una differenza rispetto a un budget di 69 milioni di 143 milioni, chiaramente di euro. Inoltre qualcuno si è addormentato, non lei Assessore, e quindi che cosa si è verificato? Si è verificato che esiste anche un’altra voce nell’ambito della spesa farmaceutica, che definiamo “distribuzione per conto”, in quanto la Regione compra i farmaci e le farmacie li distribuiscono.

Come lei sa benissimo, quest’anno a gennaio avevamo operato una riduzione del 6 per cento, finalmente si è fatta la gara, che non si era fatta, e si è ripreso a recuperare, però in Italia, l’ho detto anche ieri, nel settore farmaceutico quest’anno si risparmia il 12 per cento, in Sardegna il 6. Su questa problematica occorre fare una valutazione con molta attenzione.

Ho citato questo aspetto perché ha la sua rilevanza, ma voglio dire che anche relativamente ai ticket non è che le regioni siano particolarmente ligie al sistema. L’Emilia-Romagna e la Toscana, onorevole Bruno, hanno un ticket sui farmaci del 12 per cento, in Sardegna è del 5,6 per cento. Il primo ticket in Sardegna oltretutto lo misi io per evitare lo scempio che avveniva a Olbia, dove tutti si concentravano nel Pronto soccorso, in un Pronto soccorso pressoché inesistente, su questo sono d’accordo con Corda.

Visto che sto fornendo dati ho l’esigenza di darne anche altri. Ho detto ieri che i dati sono inquinati, sono inquinati quelli precedenti (io ho i dati fino al 2005), e sono inquinati anche questi nostri; ho già detto che nel momento stesso in cui si aumenta il tetto (aumenta di 200 o di 150 milioni di euro), automaticamente non è più il dato reale. Così come ho sentito imprecisioni anche per quanto riguarda per esempio la spesa pro capite. Allora voglio dire, a chi non lo sapesse, che dal 2006 al 2011 questo dato si è progressivamente adeguato al dato nazionale: nel 2007 il differenziale era del 9,03, sceso a 6,51 nel 2008 e, via via, al 5,6, all’1,86, quest’anno è allo 0,50. Verificate se questi dati che vi sto fornendo sono puntuali.

Parliamo poi di altri due problemi. Agenzia della sanità, non gli hanno dato ancora i locali, ma è stato fatto un contratto un mese fa; credo che per quattro o cinque anni ci siamo addormentati; tutti dicevamo che era l’elemento fondamentale per poter sanare la sanità, qualche Assessore di turno – non mi riferisco a lei, ma al suo predecessore – si è un po’ addormentato, forse era contrario, ma a titolo personale. Solo recentemente è stato nominato un direttore dell’Agenzia della sanità; Agenzia alla quale, ripeto, stanno dando ora i locali. Spero pertanto che darete al direttore almeno il tempo di sedersi.

Ho voluto fare questa precisazione, ma sto dicendo che si sono addormentati per quattro anni! Non voglio ripetere le cose che ha detto, però le so con dovizia di particolari. Io non passo mai nel territorio del Sulcis, non passo mai negli ospedali per mia forma mentis, ma hanno chiuso il Crobu, e le prime tre visite sono state fatte nella mia città. Casualmente io sono nato e cresciuto a Iglesias, sono sempre stato il più votato in termini di preferenze nella storia di tutti i partiti politici, i, però non ci vado, né ieri e né oggi, anzi, non abbiamo nessun rappresentante all’interno della Asl, però ha chiuso il Crobu. L’ha chiuso! E poi ha dato un hospice (l’avevamo finanziato assieme a quelli del San Francesco, del Binaghi e del Santa Barbara di Iglesias) a un privato; e questo non si poteva fare e su questo ci sono nostre interpellanze in Consiglio regionale.

Voglio dire anche che io ho una mia personale posizione. Per esempio sui tagli, andiamoci cauti, Assessore, io non sono d’accordo! I parametri per i posti letto, ci sono sempre stati. Questi 1500 posti ci sono sempre stati, un eccesso di posti! Ho notizie precise sul fatto che le case di cura private, ma bisogna fare un incontro specifico con loro, hanno già dato la disponibilità a rinunciare a 450 posti, ma rinunceranno anche ad altri posti, è un caso questo, ma va detto anche – come ho detto ieri – che le case di cura private vanno inserite in un certo contesto in modo tale da valutare attentamente.

Io sono contrario ai tagli, se ci fosse la possibilità (visto che abbiamo voluto acquisire la sanità) sarei favorevole a un lavoro organico. Così come sono stato sempre contrario alla chiusura dei piccoli ospedali. Troviamo gli strumenti perché possano esistere. Per essere chiari vorrei che si risparmiasse denaro pubblico. Allora, cominciamo a dire, l’ho detto in Giunta, che sono contrario a fare un’altra “porcata” per quanto riguarda le RSA. Le RSA sono un fallimento e lo sono in questo momento in Italia, non si trovano più persone che ci vogliano andare perchè 4 milioni al mese di pensione non li ha nessuno. Prima davamo contributi ai comuni, oggi non li diamo e quindi c’è la parte regionale e la parte sociale.

La parte sociale non può andare avanti, nessuno ha i 4 milioni necessari e siccome dovrebbero essere, se non fanno illegittimità, portatori di handicap e quindi non autosufficienti, le due pensioni non sono sufficienti, grosso modo arriveranno a mille euro al mese e se arrivano a mille non ci sono gli altri mille perché il vecchietto possa andare in queste strutture a completare la sua esistenza.

Sono contrario anche all’invenzione di strutture fantasmagoriche come quelle costruite recentemente. Questo discorso vale anche per gli hospice, gli hospice sono carissimi. Aver incrementato un solo hospice che c’era in Sardegna ha comportato un danno di 350 mila euro. Gli hospice oggi costano, la diaria è pari a 300 euro. Queste spese vanno riviste e corrette. Ci sono altre alternative, per esempio, pensiamo alle comunità integrate, fino a cento posti, che vanno studiate perché portano un risparmio.

Eliminiamo le varie RSA fasulle che stiamo facendo, da Desulo che non si può fare all’altra, evitiamo le case della salute, significa buttare soldi al vento. Quindi, da questo punto di vista, dato che qualcuno ieri mi ha criticato, sto facendo anche una critica nei confronti della Giunta regionale.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Lo ha detto bene chi mi ha preceduto: non è nei programmi di questa maggioranza e della Giunta regionale chiudere i piccoli ospedali. Non lo è stato nel contesto del provvedimento che è arrivato in Aula, non lo è stato in forza di alcun emendamento della Giunta o della maggioranza; lo è stato probabilmente nella fantasia e anche, se si vuole, nella legittima azione di chi svolge l’opposizione, di assumere la veste di chi vuole evitare un taglio dei piccoli ospedali che, ripeto appartiene soltanto alla lotta politica della contrapposizione fine a se stessa perché di tutto questo non vi è traccia nel provvedimento che stiamo discutendo.

Traccia chiara – e ha fatto bene Giulio Steri a ricordarlo – vi era invece nel provvedimento della accoppiata Soru-Dirindin che, senza incertezza alcuna, senza alcun dubbio interpretativo, aveva con quel provvedimento, sì, condannato tutte le piccole strutture ospedaliere a scomparire dal panorama sanitario regionale. E oggi ci fa piacere che vi siano un ripensamento e una “rimeditazione” sul punto da parte del P.D. e del centrosinistra; noi non eravamo d’accordo neanche nella scorsa legislatura, oggi però non assumete la veste di chi ha difeso qualcosa che questa maggioranza non ha mai messo in dubbio.

L’assessore De Francisci ha detto chiaramente nella sua relazione che i piccoli ospedali, certo, così come sono non funzionano, non hanno senso, non rispondono alla domanda di sanità, forse oggi rispondono a un’altra domanda: quella di mantenere qualche struttura complessa, o qualche primariato, in molti casi sappiamo come sono state alimentate le sedi periferiche. Oggi il nostro problema è semmai riconvertire e rilanciare queste piccole strutture periferiche, ma perché siano davvero al servizio dell’utenza, siano davvero al servizio dei cittadini e soprattutto siano in grado di garantire efficienza e qualità dell’offerta sanitaria.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue PITTALIS.) Allora, quell’emendamento che è stato approvato ieri con il voto segreto in realtà, secondo molti osservatori, segna la condanna a morte di quelle piccole strutture ospedaliere. Non avete reso un buon servizio ai piccoli ospedali con quell’emendamento, perché sapete bene, e se non lo sapete andate a leggervi bene il decreto Monti, che sostanzialmente avete creato le condizioni, se il testo dovesse rimanere così come è, perché il Governo intervenga direttamente, senza se e senza ma, applicando i criteri nazionali e, ahimè, le questioni sicuramente si complicherebbero per le piccole strutture ospedaliere. Voi con quell’emendamento non avete garantito un bel niente, avete semplicemente creato le condizioni per affossare i piccoli ospedali. Questo dobbiamo dircelo a chiare lettere perché ognuno poi si assuma la propria responsabilità.

Allora, proprio per salvaguardare i piccoli ospedali, ripeto, rispetto ai quali il nostro Gruppo (ma tutta la maggioranza e la stessa Giunta) insiste perché possano operare e offrire sanità di qualità ed efficiente, noi abbiamo previsto un emendamento, il numero 121, che introducendo alcuni criteri correttivi in pratica ci consente (sempre che non intervenga la scure del Governo nazionale anche con una impugnativa della norma approvata ieri), in limine mortis, come si suol dire, di salvare le piccole strutture ospedaliere.

Riflettiamo bene perciò, cari colleghi, lo dico innanzitutto ai colleghi della maggioranza, ma mi permetto di dirlo anche ai colleghi dell’opposizione, chi si candiderà domani a governare la Sardegna, chi si candiderà domani ad assumere la responsabilità del governo della sanità, dovrà pur essere messo in grado di poterlo fare sapendo che alcune avventure demagogiche di circostanza non pagano, quando l’effetto è contrario a quello che gli stessi proponenti si prefiggevano.

Io non escludo che la proposizione di questo emendamento sia stata fatta anche in assoluta buonafede avendo proprio di mira quello scopo, io non lo escludo ma, siccome l’intento di tutti noi è la salvaguardia dei piccoli ospedali, vediamo di fare una riflessione più attenta sul problema. Se, infatti, il sistema delle norme, anche quelle nazionali, alla prova dei fatti non consente il mantenimento di quell’emendamento che si è votato, allora sì che avremo fatto un grave, gravissimo danno alle piccole strutture ospedaliere.

Io su questo insisto perché certa stampa anche stamattina ha rappresentato male la situazione: non è l’approvazione dell’emendamento in sé che può salvare i piccoli ospedali; noi abbiamo cercato di riprendere, con l’emendamento numero 121, il senso di una iniziativa che la Giunta regionale e la maggioranza avevano proposto all’Aula, iniziativa che mi pare possa essere approvata perché questo ci consentirebbe, quanto meno, di salvare il salvabile.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Lai, relatore di maggioranza.

LAI (P.d.L.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sull’emendamento numero 62; ci si rimette all’Aula sugli emendamenti numero 118, 123, 121, 124; si esprime parere favorevole sull’emendamento numero 71;parere contrario sugli emendamenti numero 72, 63, 64, 65, 66, 67, 68, 69, 70 e 73. Ci si rimette all’Aula sull’emendamento numero 119; si esprime parere favorevole sull’emendamento numero 82.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore ma ritira l’emendamento numero 82.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare sull’emendamento numero 62, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l’emendamento numero 118. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, poiché l’emendamento numero 118 è un soppressivo totale dell’emendamento numero 71, si dovrebbe votare direttamente il numero 71.

PRESIDENTE. Si vota direttamente il mantenimento del testo quando viene presentato soltanto un emendamento soppressivo, siccome in questo caso ci sono anche degli emendamenti aggiuntivi non si vota direttamente il mantenimento del testo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 118.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Bruno – Cocco Daniele – Corda – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Uras – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Capelli – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – De Francisci – Dessi’ – Diana Mario – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Mulas – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Giacomo – Solinas Christian – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 20

contrari 43

(Il Consiglio non approva).

E’ in votazione l’emendamento numero 123.

Poiché nessuno domanda di parlare su questo emendamento, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E’ in votazione l’emendamento numero 121.

Poiché nessuno domanda di parlare su questo emendamento, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E’ approvato)

E’ in votazione l’emendamento numero 124, emendamento all’emendamento numero 71.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 124.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cappai ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri:Agus – Barracciu – Bruno – Capelli – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Diana Mario – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Mulas – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Uras – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – De Francisci – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Giacomo – Solinas Christian – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 65

astenuti 1

maggioranza 33

favorevoli 25

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

E’ in votazione l’emendamento numero 71 della Giunta regionale.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Come già anticipato dall’onorevole Oppi, con un emendamento orale, chiedo di inserire alla penultima riga dopo le parole “previo parere” la parola “vincolante”. Per cui la frase completa diventa “previo parere vincolante della competente Commissione”.

PRESIDENTE. Chiedo se l’Aula è d’accordo sulla proposta di emendamento orale.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Prima che l’Aula si esprima chiedo agli Uffici se è possibile un parere vincolante della Commissione.

PRESIDENTE. Agli Uffici ho chiesto proprio questo chiarimento e mi è stato confermato che è possibile, in quanto esistono dei precedenti.

Sospendo brevemente la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 32, viene ripresa alle ore 11 e 37.)

PRESIDENTE. Chiedo all’Aula di pronunciarsi sulla proposta di emendamento orale, che viene mantenuta, dell’onorevole Steri.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Non sono d’accordo!

PRESIDENTE. La proposta di emendamento orale non trova l’accordo dell’Aula.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, il mio intervento era nel merito della discussione dell’emendamento numero 71, ma se il collega non accede all’emendamento orale, non accede al parere vincolante della Commissione, che se è accettato tecnicamente può essere utile. Allora se noi inseriamo “vincolante” a mio avviso, libero dalle posizioni di maggioranza e opposizione, è opportuno mettere un termine, se non è “vincolante” non poniamo termine.

PRESIDENTE. Non c’è alcun termine da inserire visto e considerato che è stato espresso un parere contrario su questo emendamento orale.

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Il mio intervento era volto a cercare di convincere il collega Meloni; chiarisco presentando un altro emendamento orale (non quello proposto dal collega Steri), per cui il parere diventa “vincolante” e da esprimersi entro i successivi sessanta giorni. Sul vincolo pesa anche di tempo di espressione, non è libero; perciò chiedo se è possibile inserire questa dizione “previo parere vincolante della competente Commissione consiliare, da esprimersi entro quarantacinque giorni dal ricevimento della proposta”.

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, è il principio che vale, che è quello del parere vincolante su cui l’onorevole Meloni ha già espresso parere contrario.

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Ma quel parere vincolante non era limitato dai tempi; e ha ragione il collega Meloni, nel senso che un parere vincolante non può essere espresso in tempi infiniti

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Non sono d’accordo neanche su questa proposta.

PRESIDENTE. L’onorevole Meloni non è d’accordo!

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Va bene, sono contrario all’emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, per riportare la discussione sul tema, faccio notare che dal comma 1 dell’emendamento numero 71 è sparito il riferimento al parere della Commissione consiliare da esprimere entro trenta giorni; se non fosse sparito questo riferimento non saremmo sicuramente qui a discutere, perché noi siamo convinti che il parere vincolante della Commissione fosse un elemento importante all’interno della discussione sull’emendamento numero 71 che, lo voglio ricordare all’Aula, a chi non se ne fosse accorto, è un sostitutivo totale dell’articolo 11, non è un emendamento aggiuntivo che modifica solo in parte, cambia completamente l’articolo 11, e cambia il riferimento che sto facendo.

Collega Meloni, mi rivolgo a lei, il comma 1 dell’articolo 11, che stiamo cambiando con l’emendamento numero 71, recita: “…su proposta dell’Assessore regionale, sentito il parere della competente Commissione consiliare, da esprimere entro trenta giorni…” questo elemento dava un peso importante alla riflessione e alla verifica da parte della Commissione della proposta che la Giunta fa sul parere conseguente dei direttori generali.

Mi sembrerebbe, collega Meloni, un principio da salvaguardare, in linea con quanto proposto anche dall’assessore Oppi e dal collega Steri. Io la pregherei, pertanto, di eliminare questo diniego all’inserimento della proposta del parere vincolante della Commissione entro trenta giorni; manteniamo anche il termine di trenta giorni, in modo che la Giunta non sia vincolata sine die al parere della Commissione, diamo un termine preciso, vincolante, però diamo anche la possibilità alla Commissione di potersi esprimere su una proposta che è significativamente importante.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Ogni stagione politica ha un inizio e una fine. Io mi auguro che questa stagione finisca presto perché sta, come dire, introducendo alcuni principi di uno smantellamento sistematico, che non è accettabile, del sistema democratico. Voi proponete un provvedimento di legge che di fatto trasferisce alle burocrazie la programmazione generale degli interventi in materia sanitaria; la Giunta mantiene un qualche potere in termini di direttive, lo mantiene in situazioni di particolare delicatezza come quella relativa alle procedure di riduzione delle disponibilità dei posti letto presso i presidi ospedalieri, dopodiché la Commissione non deve neanche esprimere un parere che vincola a un ragionamento.

Attenzione, il popolo sardo è rappresentato in quest’Aula, non è rappresentato nella Giunta; l’unico che teoricamente potrebbe rappresentare l’insieme del popolo sardo nella Giunta è il Presidente, non lo è l’organo collegiale che è composto di nominati, e non lo è il singolo Assessore, tanto meno quello del dicastero della sanità. Io mi auguro che questa stagione finisca e che venga qualcun altro in grado di seppellire questi principi di degenerazione che hanno portato a una elevazione del livello della corruzione nelle strutture pubbliche, in modo inaccettabile ed economicamente, oltre che moralmente, insopportabile.

Ma, siccome in questa sede abbiamo paura anche di dire che una Commissione consiliare che si occupa di queste cose possa intervenire per esprimere un parere vincolante su una direttiva alla Giunta e che debba farlo entro un termine stabilito, per esempio trenta giorni, perché se no si lede la maestà, io dico: tenetevi la maestà che prima o poi riusciremo a governare e a correggere questi errori!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente (non se ne abbia a male collega Uras) io non mi sento di condividere questo allarme sui pericoli che corre la democrazia, mi rendo conto che la legislazione attuale e anche la situazione di tutto il Paese fanno sì che il Piano sanitario regionale lo fa il Consiglio e non la Giunta, però la riorganizzazione della rete ospedaliera potrebbe anche essere ritenuta un atto esecutivo nel senso cioè che il Consiglio, in rappresentanza del popolo sardo, dà le direttive generali e i criteri, come stiamo facendo, e l’Esecutivo che sarà pure non eletto – a parte che il Presidente è eletto dal popolo – esegue, cioè stabilisce quanti posti letto avere e dove averli.

Per carità, non voglio dire che questa sia la soluzione migliore del mondo, è la soluzione che abbiamo trovato per cercare di accorciare un po’ i tempi, forse forzando un po’ le cose, collega, su questo sono d’accordo. Per quanto riguarda invece il parere vincolante, soprattutto il fatto che dal comma 1 dell’emendamento numero 71 sia stato tolto il parere della Commissione, anche questo lo si è fatto per cercare di accorciare i tempi; manca infatti un anno e poco più alla fine della legislatura, abbiamo calcolato che l’iter di questo disegno di legge richiederebbe, per quanto in tempi rapidissimi, circa un anno.

Questo parere iniziale sulle direttive è stato eliminato sempre con l’intento di accelerare i tempi (si può anche rimettere, non siamo così contrari a questo), nel tentativo di dare alla Sardegna una rete ospedaliera degna di questo nome, nel tentativo di recuperare i famosi 250 milioni. Gli americani dicono che ogni moneta ha due facce, anche questa è una moneta che ha due facce: ha una faccia positiva e ha una faccia negativa, si tratta di scegliere, abbiamo fatto questa scelta, non mi sembra una scelta drammatica.

Io per lo stesso motivo ritengo che il parere non possa essere vincolante perché darebbe la stura a localismi; chiunque sia in Commissione, se tolgono due letti dall’ospedale vicino a casa, si mette di traverso e ci fa perdere un sacco di tempo, non farà perdere un sacco di tempo a noi che fino a marzo del 2014 siamo qua, ma fa perdere un sacco di tempo ai sardi a cui non riusciamo a dare uno strumento di programmazione che è, a questo punto, indispensabile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo su tutti gli emendamenti all’articolo 11, tranne che per il 121…

PRESIDENTE. L’emendamento numero 121 è stato già votato. Inoltre, se passa l’emendamento numero 71 decadono tutti i successivi emendamenti.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Mi scusi, le chiedo il voto segreto su tutti gli emendamenti all’articolo 11.

PRESIDENTE. Le ho già spiegato, onorevole Diana, che se viene approvato l’emendamento numero 71 gli altri emendamenti decadono.

Sull’emendamento numero 71, poi, non si può fare una votazione a scrutinio segreto perché sono state già rese le dichiarazioni di voto.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 71.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Uras ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Corda – Cuccureddu – De Francisci – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lotto – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Giacomo – Solinas Christian – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus – Barracciu – Bruno – Capelli – Cocco Daniele – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Diana Mario – Espa – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Mulas – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Uras – Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

presenti 66

votanti 65

astenuti 1

maggioranza 33

favorevoli 43

contrari 22

(Il Consiglio approva).

Decadono tutti gli emendamenti all’articolo 11.

Passiamo all’esame dell’articolo 12.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Il nostro Gruppo, sull’articolo 12, ha necessità di effettuare alcuni approfondimenti e di consultarsi anche con la maggioranza. Pertanto chiedo che i lavori vengano sospesi e rinviati a questo pomeriggio.

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, abbiamo sospeso ieri sera perché ci doveva essere un approfondimento da parte dei Gruppi, abbiamo sospeso un’ora stamattina perché ci doveva essere un approfondimento da parte dei Gruppi, Onorevole Pittalis, stiamo dilatando i tempi un po’ troppo oltre misura!

PITTALIS (P.d.L.). Purtroppo, Presidente, c’è una necessità e io la rappresento, la formulo come proposta poi si valuti.

URAS (Gruppo Misto). Noi non siamo d’accordo!

PRESIDENTE. In questo caso devo porre in votazione la proposta dando la parola a un oratore a favore e a uno contro.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, io esprimo una contrarietà intanto sul metodo: perché questo è un modo confuso di gestire i lavori dell’Aula.

Se la maggioranza vuole intrattenere dei rapporti civili, anche in previsione degli appuntamenti futuri, onorevole Pittalis, lei mi richiama sempre allo spirito unitario, si faccia una Conferenza dei Presidenti di Gruppo, si esprimano le esigenze della maggioranza e si decida insieme anche il proseguo dei lavori.

PRESIDENTE. Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 52, viene ripresa alle ore 11 e 59.)

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di sospendere la seduta e di riprenderla alle ore 16.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 59, viene ripresa alle ore 16 e 07.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Onorevole Espa, la richiesta deve essere avanzata da due Capigruppo, e vedo solo quello del suo Gruppo.

ESPA (P.D.). E’ presente l’onorevole Cocco.

PRESIDENTE. Ma adesso il Vicepresidente del Gruppo sta svolgendo le funzioni di Segretario. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 08, viene ripresa alle ore 16 e 28.)

Continuazione della discussione dell’articolato del disegno di legge: “Disposizioni urgenti in materia sanitaria connesse alla manovra finanziaria” (385/A)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

Passiamo all’esame dell’articolo 12. All’articolo 12 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell’articolo e dei relativi emendamenti:

Art. 12

Implementazione della rete di assistenza

1. I direttori generali predispongono contemporaneamente alla proposta di razionalizzazione della rete ospedaliera un piano di riconversione e/o realizzazione di presidi sanitari che garantisca, anche congiuntamente, l’erogazione di attività ambulatoriali specialistiche, di guardia medica, emergenza, centri RSA e ADI.

2. Con deliberazione della Giunta regionale sono definite le linee guida per la realizzazione e la gestione delle strutture previste nel comma 1.

3. Per le finalità previste nei commi 1 e 2 sono utilizzate anche le risorse previste nell’articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato), in materia di ristrutturazione edilizia e ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico; la gestione dei programmi straordinari d’investimento per la sanità previsti nell’articolo 20 della legge n. 67 del 1988, e linee correlate è posta in capo all’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale.

4. Il piano previsto nel comma 1 è allegato, per costituirne parte integrante e sostanziale, alla proposta di razionalizzazione prevista nell’articolo 11, comma 5.

Emendamento soppressivo totale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 12

L’articolo 12 è soppresso. (74)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 12

Il comma 1 è soppresso. (75)

Emendamento all’emendamento numero 79 soppressivo totale Barracciu – Espa – Corda – Mariani

Articolo 12

L’emendamento n. 79 è soppresso. (120)

Emendamento soppressivo parziale Giunta regionale

Articolo 12

Al comma 1 le parole “centri RSA e ADI” sono soppresse. (79)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 12

Il comma 2 è soppresso. (76)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 12

Il comma 3 è soppresso. (77)

Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale

Articolo 12

Al comma 3 dopo le parole “per le finalità previste” le parole “commi 1 e 2” sono sostituite con “comma 1”. (81)

EMENDAMENTO soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 12

Il comma 4 è soppresso. (78)

Emendamento soppressivo parziale Giunta regionale

Articolo 12

Il comma 4 è soppresso. (80)

Emendamento aggiuntivo Diana Giampaolo – Salis – Sanna Giacomo – Uras – Capelli – Corda

Articolo 12

Dopo il comma 3 è inserito il seguente:

3 bis. Al fine della riorganizzazione dei servizi socio-sanitari erogati, è autorizzata la spesa complessiva di euro 16000.000 di cui 2.500.000 nel 2012 e euro 13.500.000 nel 2013 a favore della ASL 6 di Sanluri, per l’acquisizione e adeguamento della struttura di riabilitazione ad alta intensità “Santa Maria Assunta” di Guspini (UPB S05.01.001). Al personale che ha operato presso la struttura di cui al comma precedente e attualmente utilizzato presso le ASL n. 1, n. 6 e n. 8 della Sardegna, ai sensi dell’articolo 31 del Testo unico degli enti locali, si applicano le disposizioni previste dall’articolo 37 della legge regionale n. 31 del 1998. (83)

Emendamento aggiuntivo Cuccu – Barracciu – Diana Giampaolo – Sabatini – Moriconi – Cucca

Articolo 12

Dopo il comma 3 dell’articolo 12 è aggiunto il seguente:

3 bis. Al fine della riorganizzazione dei servizi socio-sanitari erogati, è autorizzata la spesa complessiva di euro 2.500.000 nel 2012 a favore della ASL n. 6 di Sanluri, per l’adeguamento della struttura di riabilitazione ad alta intensità “Santa Maria Assunta” di Guspini (UPB S05.01.001). Al personale che ha operato presso la struttura e attualmente utilizzato presso le ASL n. 1, n. 6 e n. 8 della Sardegna, ai sensi dell’articolo 31 del Testo unico degli enti locali, si applicano le disposizioni previste dall’articolo 37 della legge regionale n. 31 del 1998. (84)

Emendamento all’emendamento numero 85 sostitutivo totale Barracciu – Gallus – Diana Giampaolo – Salis – Espa – Corda – Mariani – Obinu – Solinas Antonio – Cucca – Bruno – Sanna Gian Valerio – Capelli – Murgioni – Cuccureddu – Mulas – Manca – Lotto – Sabatini – Moriconi – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Agus – Zuncheddu – Cugusi

Articolo 12

L’emendamento n. 85 è così sostituito:

“Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. La proposta di razionalizzazione delle rete ospedaliera di cui al punto 1 per gli ospedali minori dovrà prevedere:

a) Presidi di Ittiri e Thiesi, ospedali di comunità;

b) Presidi di Alghero, Ozieri, Tempio San Gavino, Lanusei e Carbonia;

e) Presidi di La Maddalena, Sorgono, Bosa, Ghilarza, CTO di Iglesias, Muravera, Isili: ospedali di rete con PS h24.”. (122)

Emendamento all’emendamento numero 85 sostitutivo totale Pittalis – Steri – Sanna Giacomo – Meloni Francesco – Cuccureddu

Articolo 12

L’emendamento 85 è così sostituito:

“1 bis. La proposta di razionalizzazione della rete ospedaliera di cui al comma 1), per gli ospedali minori è tesa, tra l’altro, a salvaguardare i presidi sottoelencati:

– Ittiri

– Thiesi

– San Gavino

– Lanusei

– Carbonia

– Alghero Civile

– Ozieri

– Tempio

– La Maddalena

– Sorgono

– Bosa

– Ghilarza

– CTO di Iglesias

– Muravera

– Isili

Nell’elaborazione delle linee guida formulate dai Direttori Generali, dell’emergenza urgenza nel rispetto ad opera dell’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale e nelle proposte i presidi di cui sopra, potranno essere inseriti nella rete dei requisiti minimi nazionali e regionali. (125)

Emendamento aggiuntivo Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 12

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente comma:

4 bis. Dalla riconversione di cui al punto 1 sono esclusi i piccoli ospedali ubicati nelle zone interne e nelle isole minori della Regione. Per tali ospedali è garantito lo status di presidio ospedaliero h24. (85)

Emendamento aggiuntivo Locci – Lunesu – Petrini – Gallus – Greco – Randazzo – Murgioni – Bardanzellu – Rodin – Meloni Francesco – Floris Rosanna – Sanna Paolo – Peru – Amadu – Tocco – Diana Mario – Artizzu – Campus.

Articolo 12

Dopo l’articolo 12 è aggiunto il seguente:

Art. 12 bis

1. Le confezioni di medicinali in corso di validità non utilizzate, ancora integre e correttamente conservate, ad esclusione di quelle per le quali è prevista la conservazione in frigorifero a temperature controllate, nonché i presidi sanitari, assegnati e non utilizzati, legittimamente in possesso di pazienti a domicilio o ricoverati, possano essere riutilizzati nell’ambito della stessa azienda sanitaria locale, dell’azienda ospedaliero-universitaria, dell’Azienda ospedaliera Brotzu o del presidio ospedaliero se consegnate dal detentore che intenda disfarsene al proprio medico di medicina generale o ai responsabili dirigenti medici responsabili della struttura dl degenza ospedaliera.

2. Il medico di medicina generale, nel rispetto della normativa vigente, prende in carico le confezioni di medicinali e i presidi sanitari e provvede, alla loro verifica, registrazione e custodia.

3. La Giunta regionale, con propria deliberazione adottata su proposta dell’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, sentito il parere della competente Commissione consiliare, adotta linee guida, con le quali tra le altre cose:

a) definisce i requisiti e le caratteristiche dei medicinali e dei presidi sanitari assegnati e non utilizzati idonei al recupero e alla restituzione;

b) individua, d’intesa con i sindacati médici più rappresentativi, meccanismi di incentivazione dei medici di medicina generale.

4. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche ai medicinali contenenti sostanze stupefacenti e psicotrope. (86).)

PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 83 e 84 sono privi di copertura finanziaria; gli emendamenti numero 122 e 125 sono inammissibili. Ricordo che si voterà anche l’emendamento numero 39 proveniente dall’articolo 10.

E’ iscritta a parlare la consigliera Barracciu.Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, affrontiamo l’articolo 12, riguardante l’implementazione della rete di assistenza, al quale noi siamo ovviamente contrari. Stamattina, Presidente, ho sentito una serie di interventi, li ho ascoltati tutti, ho sentito anche le dichiarazioni dell’Assessore della sanità in TV oggi, come ho letto anche i comunicati stampa che ha diramato ieri e che oggi sono pubblicati sulla stampa; debbo dire che gli interventi svolti dagli esponenti della maggioranza, soprattutto in relazione alla questione dei piccoli ospedali, lasciano veramente esterrefatti per i livelli di mistificazione, di falsità che in essi sono contenuti.

L’emendamento che abbiamo approvato ieri, e che voi oggi avete svuotato di significato ed efficacia perché intendete realmente chiudere i piccoli ospedali, invece metteva i piccoli ospedali assolutamente in sicurezza. Dire che quell’emendamento avrebbe portato alla loro chiusura vuol dire pensare di poter parlare prendendo in giro i cittadini; bene sappiate che i cittadini non li prendete in giro, che su questo tema sono molto attenti ma soprattutto sono molto attenti i sindaci che hanno capito la falsità delle vostre parole, delle sue parole, Assessore, e che si prepareranno a dare battaglia su tutte le cose che voi farete successivamente all’approvazione di questo disegno di legge.

Nella passata legislatura, a parte il Crobu nel Sulcis, non è stato chiuso alcun piccolo ospedale né, tanto meno, sono stati riconvertiti al ribasso; e questo è agli atti di ciò che è successo nella passata legislatura. Per cui dire il contrario significa anche in questo caso mistificare la realtà e contare sul fatto che siamo nell’era dell’eterno presente e che i cittadini probabilmente hanno la memoria corta. Bene, i cittadini non hanno la memoria corta ma. se anche questo dovesse succedere, perché non tutti ogni giorno sono sul pezzo delle cose che si fanno in quest’Aula, sarà nostra cura andare in giro a spiegare quanto di vergognoso sta succedendo in questa Aula intorno ai piccoli ospedali.

D’altronde l’azione che avete compiuto oggi svela esattamente quello che avete in testa: reintrodurre i criteri attraverso i quali si possono tagliare i posti letto nei piccoli ospedali rivela che i tagli dei posti letto li volevate fare dall’inizio ed esattamente li volete fare nei piccoli ospedali, altrimenti tutta questa agitazione, tutti questi problemi che sono sorti all’interno del Gruppo P.d.L. e tra il Gruppo P.d.L. e la Giunta e all’interno della maggioranza non sarebbero sorti. Bene, questa cosa ormai è assolutamente svelata.

Così come è assolutamente falso che la Regione, anche rispetto ai criteri che il Governo ha stabilito con l’unico obiettivo della riduzione della spesa pubblica, non possa intervenire in maniera autonoma, perché quando si tratta di intervenire sulle attività della Regione da parte dello Stato per contenere la spesa è necessario distinguere gli ambiti entro i quali lo Stato può intervenire. Bene, se c’è un ambito entro il quale lo Stato non può intervenire e dare ordini alla Regione Sardegna è esattamente quello della spesa sanitaria. E lei, Assessore, dovrebbe saperlo ma pare dimenticarselo.

Allora glielo voglio ricordare. Anche perché questo concetto è stato scritto nero su bianco in una vostra delibera, una delibera della Giunta regionale. Nella delibera, che non essendo più cliccabile non si capisce se l’abbiate adottata o meno, a proposito della spending rewiew, la Giunta regionale scrive che questa disposizione viola la competenza legislativa della Regione in materia di coordinamento della finanza pubblica; come affermato dalla Corte costituzionale, infatti, dal momento che lo Stato non concorre al finanziamento del servizio sanitario nel territorio dell’ente autonomo esso neppure ha titolo, ripeto: esso neppure ha titolo, per dettare norme di coordinamento finanziario che definiscano le modalità di contenimento di una spesa sanitaria che è interamente sostenuta da una Regione o Provincia autonoma.

Questo dice la delibera di Giunta, quindi è evidente che la motivazione con la quale state procedendo a stabilire il taglio dei posti letto in questa Regione per concorrere al miglioramento della finanza pubblica, è assolutamente falsa perché tra l’altro vi state anche, vivaddio, apprestando a impugnare quella norma, e specificatamente è citato il sistema sanitario regionale. Però per fare questo significa avere un’idea politica di quello che si deve fare del sistema sanitario regionale, ma abbiamo capito in queste ore che ce l’avete ben chiaro, non è vero che non ce l’avete, ce l’avete eccome, e l’idea è quella di salvaguardare i grandi ospedali che certamente vanno salvaguardati, ma a detrimento e a costo di chiudere i piccoli ospedali e di farne degli ambulatori di periferia. Questa è l’idea politica che avete.

E’ un’idea politica Cagliaricentrica che passa attraverso la sua persona, Assessore, e questo noi lo diremo in giro. Quindi è svelato, con quello che avete fatto oggi, l’obiettivo principale, che è quello di cercare di tagliare i posti letto prima di tutto nei piccoli ospedali, così come è falso quello che andate dicendo, cioè che i 1300 posti letto vengono tagliati nei grandi ospedali pubblici perché, come è noto comunque, ciò che dice lo Stato, se proprio lo dobbiamo applicare, è che il 50 per cento si taglia nel privato e il 50 per cento si taglia nel pubblico, quindi i posti letto che devono essere tagliati nel pubblico non sono 1300 o 1200, ma sono 600. E’ evidente che la misura è decisamente diversa e l’allarme che lei ha lanciato ieri, per fare appunto l’allarmismo sui grandi ospedali, risulta totalmente ridimensionato e privo di qualsiasi motivazione valida.

Tra l’altro vedo che c’è stato un grande attivismo nei confronti degli emendamenti che sono stati presentati per depotenziarli come avete fatto stamattina, per rimangiarvi quello che è stato approvato ieri. A questo proposito voglio ricordare che l’emendamento è stato presentato dal centrosinistra certamente, ma è stato votato dal Consiglio regionale perché i numeri il centrosinistra per farlo passare non li aveva, quindi state anche molto attenti a come definite o a come accusate rispetto ai danni che quell’emendamento avrebbe provocato, perché quella era la volontà del Consiglio regionale, che piaccia o non piaccia.

Evidentemente in quest’Aula ci sono, meno male, consiglieri regionali che, seppure del centrodestra, hanno a cuore le sorti del territorio, dei diritti dei cittadini, non soltanto di quelli di Cagliari e della sua provincia, ma di tutti cittadini della Sardegna e hanno votato a voto segreto proprio pensando a quei diritti e non agli interessi di partito, per non dire anche di bottega. Meno male. Io spero che questa coscienza e questo corrispondere ai bisogni dei territori e anche delle persone che hanno dato il consenso ai colleghi del centrodestra come a quelli del centrosinistra, questa corrispondenza ritorni anche nei prossimi emendamenti.

Mi dispiace constatare che un emendamento, l’emendamento numero 122 all’emendamento numero 85, sia stato dichiarato inammissibile per due motivi; il primo, perché interviene su una materia nella quale il Consiglio si è già espresso, e il secondo perché ci sarebbe un errore in una dicitura. Ora, quell’errore intanto è un errore materiale e si capisce benissimo che è così, e va bene; ma so bene che, anche superata la questione dell’errore materiale, rimane il motivo secondo il quale quell’emendamento non è ammissibile, e cioè perché tornerebbe sulle decisioni prese dal Consiglio.

Ebbene, noi riteniamo che questo Consiglio anche stamattina, approvando l’emendamento che reintroducendo i criteri depotenzia quello che ieri ha salvato i piccoli ospedali è tornato su una decisione già assunta dal Consiglio, che era quella di non applicare i criteri di riduzione dei posti letto ai piccoli ospedali. Quindi mi sembra di capire che ci siano due pesi e due misure. Sono contenta che, peraltro, un altro emendamento non sia stato ammesso, quello presentato dall’onorevole Pittalis, benché stamattina sembrasse esattamente il contrario, perché l’onorevole Pittalis lo ha presentato in ritardo.

Rimane il fatto, colleghi che avete a cuore i piccoli ospedali, che c’è l’emendamento numero 85. Quell’emendamento può essere approvato, potrà dare i suoi effetti benefici per quei piccoli ospedali, quindi mi aspetto che venga votato coerentemente anche con quello che abbiamo scritto assieme, il “122”, in maniera positiva. Onorevole Gallus, anche in quel caso noi potremo raggiungere il nostro obiettivo al di là delle parti e non sarebbe male che anche la Giunta dicesse una parola in favore perché tutto quello che ha fatto fino adesso, a differenza di quello che va dicendo in giro, è mettere le basi per chiudere gli ospedali e comunque, se non per chiuderli, per farli diventare degli ambulatori di periferia.

PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, vorrei tranquillizzarla sul fatto che non ci sono assolutamente due pesi e due misure. Piaccia o non piaccia c’è l’applicazione imparziale del Regolamento.

E’ iscritta a parlare la consigliera Lunesu. Ne ha facoltà.

LUNESU (P.d.L.). Presidente, Assessori, consiglieri, poiché faccio parte della Commissione ho avuto modo di partecipare all’esame del provvedimento legislativo in materia di sanità e quindi capire l’importanza che ha un disegno di legge che tratta questa materia. E’ vero che il disegno di legge numero 385 è uno strumento alternativo e non sostitutivo, vista l’emergenza, come ha annunciato anche lo stesso relatore Lai, ma è altresì vero che in Commissione il testo è stato un po’ ripulito con la soppressione di qualche articolo, risultato di un corretto confronto tra le diverse posizioni.

Ulteriori correzioni in Aula produrranno sicuramente un testo che intende sviluppare le azioni di razionalizzazione, di ammodernamento e di contenimento dei costi del servizio sanitario regionale. Nei livelli essenziali di assistenza, in ambito di assistenza ospedaliera, sono comprese tutte le prestazioni e i servizi di diagnosi, di cura, di riabilitazione effettuate nelle strutture ospedaliere, pubbliche e private, accreditate in regime di ricovero ordinario, day-hospital, lungodegenza e ambulatoriale.

Io raccomando, Assessore, e mi auguro, che la quantità di risorse che questo riordino produrrà vengano utilizzate soprattutto per il potenziamento dei servizi territoriali e, in particolare, per acquistare apparecchiature mediche. Mi riferisco in particolare ai distretti del territorio e ai poliambulatori che dovrebbero garantire i livelli essenziali di assistenza. I pazienti a volte sono costretti a rivolgersi al Pronto soccorso per l’assenza di risposte tempestive nelle strutture che dovrebbero essere in grado di accoglierli. Attenzione, se l’ospedale è la cura il distretto, a parer mio, deve essere la prevenzione. Se si potenziassero questi servizi ne deriverebbe una razionalizzazione e un risparmio con elevazione dei tassi di occupazione, appropriatezza dei ricoveri e soprattutto una reale risposta ai veri bisogni della popolazione.

La situazione ancora oggi è critica, soprattutto per le lunghissime liste d’attesa che si formano per tutte le specialità. Farò l’esempio naturalmente del distretto sanitario che più conosco, quello del mio territorio, il distretto e il poliambulatorio di Nuoro. Ad esempio per l’odontoiatria sono oltre duecento i giorni di attesa per poter essere visitati, fra l’altro, le dico, in un sottoscala. E’ diventato un problema sociale. Mentre un tempo chi frequentava questi ambulatori era una certa classe sociale, la meno abbiente, oggi è emersa la nuova povertà, nella quale rientrano fasce sconosciute di persone stritolate da un tenore di vita che si è ridotto a causa della mancanza di lavoro e di altri vari problemi. Sono persone che non hanno più i mezzi per andare avanti, devono per forza attendere il loro turno e si sa cosa significa attendere per una cura dentistica.

Proviamo a pensare alle conseguenze che genera sulla salute dei pazienti il continuo rinvio degli appuntamenti. Trascurare le cure dentarie è dannoso per tutti gli altri organi del nostro corpo, lo sappiamo, e di conseguenza comporta ulteriori costi per i pazienti e per la stessa struttura. Pensate che da studi recentissimi la prima visita dentaria nei bambini è consigliata a un anno di età e ciò sarebbe un buon biglietto da visita per la vita di un individuo, ma in questo caso siamo ben lontani.

A questo aggiungiamo la presenza di strumentazioni obsolete – parlo sempre di Nuoro – vecchie, rovinate, non funzionanti o estremamente utilizzate dai diversi specialisti. Ne è un esempio l’unico ecografo del poliambulatorio di Nuoro che ormai non ce la fa più da quanto è stato sfruttato. Deduco che le liste di attesa sono causate principalmente, uno, dalla mancanza di strumentazione e, due, dall’aumento notevole del numero dei pazienti che arrivano comunque anche dall’hinterland. A mio avviso il risparmio di spesa va fatto esternalizzando i servizi ed effettuando una più razionale distribuzione sul territorio.

Concordo perciò sull’articolo 12 che prevede l’implementazione della rete di assistenza, soprattutto sul fronte territoriale, per garantire sia attività ambulatoriali, guardia medica, emergenza, con la visione sempre più chiara che l’ospedale è la cura, e i distretti devono essere comunque e sempre la prevenzione.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, onorevoli Assessori, onorevoli colleghi e colleghe, vi disturbo per l’ultima volta poi tacerò per sempre su questo argomento, onorevole Oppi, per non creare situazioni di conflitto. In primo luogo vorrei ringraziare l’onorevole Steri perché è stato cortese e corretto, e apprezzo anche l’apertura che ha fatto; ma, onorevole Steri, io vorrei che in quella proposta di legge ci fosse non il patrimonio della fondazione che, come lei sa, è estinta, non esiste più, mentre esiste un patrimonio pubblico del comune di Guspini che lo ha messo a disposizione nel rispetto degli accordi intercorsi tra il Comune e la Regione, siccome la Regione ha sempre comunicato di non voler giustamente farsi carico delle pendenze della fondazione.

Queste pendenze, però, come rilevato anche dalla Corte dei conti, sono state determinate dal non procedimento, e mi dispiace ripeto che questo sia avvenuto. Solitamente chi ha responsabilità istituzionali non può rivolgersi agli operatori, quindi ai lavoratori, alla popolazione e non mantenere l’impegno. Io sul fatto che la responsabilità istituzionale rappresenti una questione etica ci credo e ci credo fortemente, perché ho fatto il sindaco per quattordici anni; e quando mi sono assunto una responsabilità di fronte alla popolazione e non sono riuscito a mantenerla, per ovvi motivi, ho chiesto scusa pubblicamente attraverso l’affissione di manifesti, è riportato dalla stampa, perché credo che così sia doveroso comportarsi per chi ricopre un ruolo istituzionale. Chi ricopre un ruolo istituzionale non è più il politico iscritto a un partito, ma è l’istituzione.

Quindi, ripeto, chiedo scusa all’Assemblea per aver forse eccessivamente abusato di questo ruolo per difendere credo una causa difendibile, che è ancora tale, nel rispetto dell’intesa in base alla quale il comune di Guspini ha detto che avrebbe venduto il patrimonio (quindi non si sta facendo altro), e con quelle risorse si sarebbe assunto la responsabilità di saldare quelle pendenze. Ripeto, pendenze che, e se c’è onestà intellettuale si riconosce, sono determinate; e questo non lo dico io, lo dice la Corte dei conti, lo dicono i funzionari della ASL che hanno esaminato i bilanci e hanno relazionato sulla stampa e nel sito istituzionale, quindi non sto dicendo nulla di nuovo.

Comunque, la mia disponibilità è che sia quella, poi oggi scopriamo che non c’è la copertura finanziaria, ma sappiamo benissimo se si vuole approvare quell’emendamento, perché io credo che anche l’UDC potrebbe votarlo. E voglio ringraziare anche esponenti della maggioranza che si sono resi disponibili. Capisco che ci sono difficoltà; qualcuno suggeriva, e lo ringrazio per questo, che l’impegno di spesa può essere diluito in più anni, e che magari si possa inserire una clausola all’interno dell’emendamento che impegni la ASL, una volta recuperata la struttura, a dare il servizio in appalto a società accreditate.

Io credo che questo si può fare se c’è la volontà per farlo. Io non ho problemi, e credo che non li abbiano nemmeno i firmatari dell’emendamento; si tratta di voler chiudere una vicenda che a mio avviso si è trascinata malamente. L’assessore De Francisci, e credo davvero nella sua onestà intellettuale, aveva visto il Centro, era venuta con umiltà al Centro, e aveva detto: “Faremo di tutto per mantenerlo”; so che non è stato nelle sue possibilità, perché, come lei sa, un mese dopo la sua visita il Centro è stato chiuso, mettendo purtroppo sul lastrico sessantacinque lavoratori che nel Centro prestavano la loro opera.

Altri quattordici oggi stanno dando il loro contributo, anche con un costo economico imputabile alla sanità regionale (sono i quattordici dipendenti rimasti della fondazione, che non esiste più), giustamente il commissario finito l’incarico nelle ASL a dicembre dovrà licenziarli. E stanno dando un apporto importante perché sono medici, terapisti, anche amministratori, che oggi hanno un ruolo importante all’interno delle ASL 1, 6 e 8; stanno dando il loro contributo e anche i funzionari vorrebbero non farne a meno, perché poi sarebbero sostituiti da interinali, che costerebbero appunto 43.000 euro al mese. Invece alle ASL oggi continuando magari con quel processo possono continuare a lavorare con quelle economie giustamente messe a disposizione.

Quindi, io davvero vorrei che anche questa apertura di una parte della maggioranza si concretizzasse, io so, e sono sicuro che anche lei in cuor suo, Assessore, avrebbe la volontà di farlo, e allora perché non fare uno sforzo ulteriore e votare quell’emendamento? Perché è possibile, e poi inserirlo. Io applaudo alla volontà, ripeto, che l’onorevole Steri ha manifestato e che mi sembra sia anche nell’interesse e nell’intenzione dell’Assessore, che vuole inglobare quella struttura all’interno di un sistema razionale delle fondazioni. Ma la fondazione non esiste più!

Allora io dico: è un patrimonio pubblico, il Comune lo sta mettendo a disposizione sulla base delle intese sottoscritte, lo si acquisisce, poi si vuole dilazionare i soldi? Io credo che questo non sarà un problema per il Comune di Guspini perché l’importante è che ci sia l’impegno e l’assunzione a poter liquidare quanto quella struttura, peraltro stimata già da un commissario, e il commissario così può procedere. Per cui, mi rivolgo a lei, e tolgo anche il disturbo, assessore De Francisci, le leggo l’ultima frase che avevo scritto nella mia relazione, proprio perché non voglio aggiungere nulla a questo.

Mi rivolgo a lei, e se fosse presente anche al Presidente Cappellacci, per chiedervi di consentire al Consiglio, maggioranza e minoranza insieme, una valutazione sull’emendamento numero 83, che ripeto è migliorabile, se questa è la volontà di una parte della maggioranza. Capisco che non c’è bisogno che la ASL si faccia carico di altre assunzioni, può esternalizzare tutto il servizio e avere il controllo sulla struttura, può essere fatto, mi sembra che questa sia anche la volontà nell’ottica dell’intervento dell’onorevole Oppi, mi sembra che sia stato abbastanza esplicitato il desiderio, da parte della maggioranza, di coinvolgere anche il privato in questa operazione. Se fatta bene credo che non ci sia nulla di scandaloso, almeno per queste strutture.

Occorre una valutazione libera da ogni pregiudizio che tenga conto, in questo momento così difficile sul piano etico, oltre che economico, unicamente dell’interesse della Regione sarda, della sua credibilità e coerenza agli occhi dei cittadini, come ho detto prima, dei dipendenti, dei pazienti, e delle popolazioni che hanno creduto nelle affermazioni di volontà di acquistare il centro, che si sono susseguite fino all’ultima visita. Valutazione che tenga conto dell’interesse della Regione, in relazione al momento di grave difficoltà socio-economica, per carità, nel quale da una parte è necessario operare dei risparmi in sanità, e dall’altra è fondamentale creare occupazione, entrambe le cose potrebbero essere ottenute, dando immediatezza e corso agli impegni assunti.

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri Cucca e Cossa sono rientrati dal congedo.

E’ iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Presidente, l’articolo 12 ritengo sia abbastanza complementare sia all’articolo 10 che all’articolo 11, e insieme dovrebbero rispondere al dettato del capo II, che specifica gli interventi volti alla razionalizzazione della spesa sanitaria. La lettura dei quattro commi dell’articolo 12 mi richiamano alla mente un argomento già trattato in quest’Aula nel marzo scorso, mi richiamano in qualche modo un caso importante di malasanità. Noi a marzo del 2012 abbiamo votato una mozione che impegnava l’Esecutivo a mettere in essere le azioni necessarie all’applicazione del metodo Zamboni: un intervento di chirurgia carotidea di tipo vascolare in anestesia locale, mi dicono alcuni amici che si sono sottoposti all’intervento, quasi ambulatoriale. Parliamo di sclerosi multipla.

Io penso che questo articolo, con l’implementazione della rete di assistenza, abbia a che fare con questo argomento; io credo che sia urgente interrompere questi viaggi che ormai non sono più viaggi di speranza, sono viaggi di certezza dal momento che il miglioramento della condizione di salute di questi malati è una cosa certificata. Io ho un amico che è rientrato la settimana scorsa, è mancato tre giorni, è andato a Catania, è partito con la sedia a rotelle, è rientrato che quasi camminava ed è un beneficio che dura. L’ha fatto anche l’anno precedente e ha avuto lo stesso ottimi risultati.

Assessore, le statistiche sarde sono micidiali, questa malattia in Sardegna colpisce circa una persona su 400, per cui a questa comunità istituzionale è presumibile che la statistica assegni questo dato. In Italia le percentuali sono assolutamente molto più ampie. Sicuramente è di uno su diverse migliaia, non ho i dati esatti.

Perché faccio questo riferimento? Perché andare a Catania e fare questa esperienza di circa tre-quattro giorni ha un costo che va dai tre ai cinque mila euro; se noi pensiamo ai nostri tre-quattro mila pazienti, un calcolo facile ci dice che il costo va dai 10 ai 15 milioni di euro. Una spesa importante che non riusciamo a razionalizzare perché in gran parte è sopportata dalla Regione sarda in quanto sembrerebbe, anche qui mi manca qualche dato, che in tantissimi abbiano diritto ad avere il rimborso spese per questo tipo di intervento. E io credo che sia arrivato il momento di interrompere questi viaggi.

Assessore, a questo punto le chiedo, in modo specifico, di verificare che cosa è successo in questi sette mesi da quando l’Assemblea ha chiesto a lei e alla Giunta di attivarsi in tal senso. Vorrei capire se si tratta di malasanità: la malasanità è un problema semplice da risolvere; se è un problema burocratico ce lo dica e lo risolva; non vorremmo che fosse, invece un problema di “crimine sanitario”, non vorremmo cioè che fossero posti ostacoli pesanti all’attivazione di questo protocollo. la Regione sarda che ha un numero di pazienti alto con questa grave patologia, dovrebbe essere il polo per questa cura; forse sarebbe più logico che da Catania venissero in Sardegna quindi non è possibile un supporto di 15 milioni, 20 milioni di euro a fronte di una spesa che, se avvenisse in Sardegna, sarebbe ridotta ed è facile calcolare che sarebbe intorno al milione, milione e mezzo perché ribadisco che è un intervento a bassissimo costo.

Allora mi si potrà dire, io non sono medico, e non mi permette di andare al di là, che non abbiamo chirurghi vascolari, ma ci vuole così tanto a prepararne qualcuno? Quindi, Assessore, la mia domanda che poi diventerà un’interrogazione è questa: “E’ un caso di malasanità? C’è qualcuno che pone ostacoli? Ci sono interessi forti che impediscono il riconoscimento di un trattamento fatto in Sardegna?”. Perché se così fosse a questo punto non sarebbe semplicissimo risolverlo e le chiederemmo di conseguenza di relazionarci dicendoci che cosa c’è dietro questo blocco.

Dicevo che l’articolo 12 mi ha fatto pensare a questa problematica nel leggere che, razionalizzando, potremmo istituire presidi sanitari che garantiscano, anche congiuntamente, l’erogazione di attività ambulatoriali specialistiche, eccetera. In questo caso, certamente, non parlo di un semplice trattamento ambulatoriale perché so che si entra in sala operatoria e si fa l’anestesia, per quanto locale e non una totale, però ribadisco che il mio amico è stato fuori tre giorni tra partenza, intervento in ospedale durato una giornata, e rientro da Catania. Se questo intervento fosse stato fatto in Sardegna sarebbe bastata una giornata e, quindi, saremmo al limite del trattamento ambulatoriale.

In Sardegna abbiamo il primato per tante malattie e, forse, questa è una delle più devastanti però, benché sia certificato che l’intervento alla carotide non è risolutivo e non risolve certo la malattia, dà una serie di alleggerimenti perché disostruire la carotide, così mi è stato detto da alcuni pazienti, da alcuni amici dell’associazione, crea benefici immediati. E, quindi, le chiedo se è servita a qualcosa la lunghissima discussione che si svolse in quest’Aula sette mesi fa e che si concluse con una votazione unanime benché alcuni consiglieri (non mi ricordo se della maggioranza) inizialmente avessero mostrato perplessità e criticità verso questo tipo di intervento.

Non vorrei che i malati sardi fossero costretti a venire qui in via Roma per “prenderci a calci nel sedere” e chiederci: “Ma che cosa avete combinato? Che cosa ci avete promesso? Che cosa avete votato? Che forza ha la politica di decidere le cose?”. Quindi questa è una domanda rivolta interamente a lei, Assessore, mi auguro che in fase di chiusura di questo disegno di legge uno spazietto anche se piccolo piccolo mi venga riservato; e se ho sbagliato qualcosa sono felice che lei possa correggermi.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, mi sembra che l’andamento dei lavori in Consiglio risenta del pasticcio, lo definisco così, relativo a un emendamento che quest’Aula ha votato in maniera chiara, certo a voto segreto, proposto da noi ma accolto dall’Aula. Quell’accoglimento sta ancora creando disagi perchè ha generato ulteriori tentativi di soppressione degli effetti dell’emendamento, ulteriori tentativi per cercare di ostruire quel percorso che era stato avviato per far capire ancora una volta come questi argomenti, come stiamo sostenendo dal primo minuto, non possano essere trattati in legge, ma debbano essere trattati all’interno del Piano sanitario.

lo voglio ricordare ancora una volta che mi sembra un esercizio inutile dare poco senso al lavoro che stiamo facendo e col rischio di continuare a dire, cosa che noi ovviamente faremo (il rischio quindi è per voi), che questa è una legge fasulla, una legge che impedisce ancora una volta di rispettare le stesse leggi che non vengono abrogate; quindi, quando è necessario fare un ragionamento sul Piano sanitario va fatto insieme agli attori previsti dalle leggi.

Al momento noi siamo costretti a combattere, invece, per cercare per esempio di non far morire per legge i piccoli ospedali. Anche da poco abbiamo visitato alcuni piccoli ospedali e verificato che sono realtà molto forti sul territorio, non so se l’Assessore o la maggioranza abbiano presente questo fatto, ma immagino di sì Abbiamo visitato, per esempio, l’ospedale di Sorgono, una realtà molto seria; per quanto mi riguarda, quando parlo di serietà non intendo riferirmi solo all’efficienza, è un posto veramente distante da qualunque altro presidio sanitario in termini non di metri lineari ma di ore di viaggio. Quindi costituisce anche un presidio del territorio tra l’altro dove lo Stato è presente, dove la Regione è presente, e ne consegue la sicurezza che i territori non vengono abbandonati a loro stessi. Questo al di là di qualunque altro discorso strumentale.

Stesso discorso vale anche per Isili; Isili che, o noi cagliaritani definiremmo un posto “sperdio” lontanissimo da Cagliari, è un ospedale con delle eccellenze. L’ho già detto nella relazione, ma voglio nuovamente sottolineare come a Isili sia in corso, ad esempio, un lavoro sperimentale che in nessuna altra parte della Sardegna si fa, quindi nei grandi ospedali cagliaritani o sassaresi, gli ospedali delle grandi città che sicuramente svolgono il loro ruolo a disposizione di tutta la Sardegna; però, questo lo voglio ribadire, nei piccoli ospedali si può fare una sperimentazione che nei grandi ospedali non si fa.

Per esempio Isili riesce a trattare in maniera efficace, facendo risparmiare una montagna di euro alla collettività, il progetto sperimentale per i malati oncologici che sono seguiti a domicilio anche per i cicli di chemioterapia. Il risparmio per le casse pubbliche è incredibile, e tra l’altro è un modello di esperienza sperimentata in un piccolo ospedale. Pertanto dobbiamo riuscire a capire che il senso dei piccoli ospedali può anche essere dato dal fatto che in alcune situazioni possono puntare sull’innovazione.

Chiaramente noi facciamo le barricate per salvaguardare la sanità pubblica, i percorsi pubblici, perché ricordiamo che il 50 per cento dei posti, come è stato già detto, devono essere tagliati nel settore privato (quindi non sono 1300 posti in meno del pubblico, ma sono la metà), tutti noi, a partire dalla relatrice di minoranza, e su questo le responsabilità sono chiarissime, abbiamo sempre detto che non conviene andare avanti a “colpi di legge” in una materia nella quale invece le scelte sono così delicate, così sensibili, così importanti per le persone e per i territori.

Non è materia in cui si possa dire “io voto questo emendamento, oppure se passa quello io presento un contro emendamento perché così annullo l’effetto”. E’ materia da Piano sanitario, e su questo avete sentito il centrosinistra invitarvi responsabilmente a ritirare questo disegno di legge per discutere il Piano sanitario entro il 31 dicembre, affrontando anche tutti i problemi legati alla razionalizzazione della rete ospedaliera.

Sono tra l’altro meccanismi che ridanno dignità al Consiglio, non sono meccanismi che tagliano fuori, come succederà adesso; perché, cari colleghi, sia chiaro che a seguito del passaggio di questo provvedimento di legge siamo tutti fuori, e soprattutto voi siete fuori, perché qualcuno vi chiederà conto del perché di certe scelte. Anche stamattina era in discussione un semplice emendamento orale per l’introduzione del parere della Commissione consiliare competente, e non è stato accettato. Allora, se il disegno è di prevedere che un piccolo gruppo al vertice, composto dai direttori generali di vostra fiducia, insieme ovviamente a voi, decida le scelte e i tagli, noi su questo (siccome stiamo parlando di tagli) sicuramente sappiamo come fare le barricate, non barricate strumentali bensì fatte dicendo: questo è sbagliato, quest’altro è sbagliato; e le popolazioni devono sapere che quell’atto è stato compiuto non genericamente dalla politica, ma da persone con nomi e cognomi; ovviamente, chi ha la responsabilità e chi sta agendo in questa maniera ci pensi finché si è in tempo.

Quando noi metteremo in campo, è stato già accennato, alcuni emendamenti che comunque in qualche maniera migliorano questa situazione, pensateci, noi sappiamo come voteremo ma voi pensate ad analizzare, con estrema attenzione e cautela, emendamenti che possono veramente essere di salvaguardia per i territori; perché, ripeto, sull’eccellenza io sono assolutamente convinto che tutti possono avere il loro ruolo.

Tra l’altro nell’articolo 12 dovremmo anche parlare dell’implementazione della rete di assistenza, ho visto che sono stati presentati emendamenti correttivi, ma il sistema sanitario deve essere fortemente territorializzato, mentre questo disegno di legge purtroppo, nonostante eventuali buone intenzioni che non ho visto concretizzate, rimane ospedalocentrico, questo al di là di tutto.

Ora, immaginatevi se in una situazione ospedalocentrica mi privo dei presidi ospedalieri dei territori, è ovvio che non me ne privo, li lascio, non li voglio togliere; ma ovviamente sarebbe necessaria una rivoluzione copernicana, lo dico soprattutto alla vostra parte perché per noi questo è un dato acquisito visto che ci abbiamo provato in tante maniere: Case della salute, rafforzamento dei servizi territoriali, pensiamo alla psichiatria e ai servizi 24 ore su 24.

Al momento, siccome dobbiamo ancora votare, certe situazioni possono essere ancora decise in maniera favorevole per i sardi, non per il centrosinistra ma per i sardi, perché poi appunto nelle cose votate, come è stato ricordato bene dalla collega che mi ha preceduto, il voto non è il voto di questa parte ma è il voto del Consiglio.

Io chiudo su questo perché non voglio essere troppo tedioso, però attenzione che con questo disegno di legge i consiglieri saranno, non perché hanno un potere magico ma per il ruolo che svolgono, usurpati dei loro compiti, che sono anche di controllo dell’attività della Giunta e dei direttori generali delle ASL. Con questo passaggio di legge abbiamo già visto che neanche la Commissione deve essere consultata, il Piano sanitario non esiste più, ci sono tecniche e impostazione che bypassano totalmente i territori e, addirittura, anche il Consiglio regionale.

E non credo che ve la caverete, se qualcuno pensa di poterlo fare, parlando con l’Assessore per ottenere qualcosa a favore di qualcuno: non è tempo di favori e succederanno cose turche; cose sulle quali non ci sarà neanche il vostro coinvolgimento perché quando si taglia la gente verrà a chiedervi il perché; quando taglierete i posti letto o addirittura chiuderete un piccolo ospedale la gente vi chiederà il perché, e voi non potrete dire che l’ha deciso il direttore generale della ASL, perché la legge che state approvando dice che lo decideranno gli altri e che non sarà una decisione presa da voi. Quindi, guardiamo con attenzione i nostri emendamenti e cerchiamo di capire come procedere.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI (P.d.L.). Caro onorevole Espa, lei ha ragione quando dice che in questo testo effettivamente manca il riordino della rete ospedaliera, però io avrei gradito che lei, e anche molti rappresentanti del suo Gruppo, vi foste impegnati a tallonare – mi passi il termine – i vostri amici, politici si intende, del Consiglio delle autonomie. Probabilmente quando il relatore ha presentato questo disegno di legge ha anche dette inizialmente queste cose che, però, in un contesto più lungo e più ampio, qualcuno non ha inteso per bene.

Allora, in questi pochi minuti, vorrei ricordare a chi lo sa, e magari lo ha dimenticato, e a chi non lo sa, che il riordino della rete ospedaliera è stato già realizzato dalla Giunta regionale nel luglio del 2011, e da luglio del 2011 è in attesa del parere da parte del Consiglio delle autonomie. Immagini, onorevole Espa, se noi avessimo avuto in tempi certi questo parere, il tempo che avremmo potuto avere per approfondire, discutere, migliorare e correggere il testo, che è un atto politico della Giunta e quindi di questa maggioranza.

Alcune critiche, pertanto, me lo consenta con spirito molto costruttivo e non per fare polemica spicciola, le rinvio al mittente, in questo caso alla relatrice di minoranza e agli altri colleghi intervenuti, perché mi risulta che nel Consiglio delle autonomie ci sia una maggioranza alquanto “sinistrorsa”, mi corregga se sbaglio.

Come mai il Consiglio delle autonomie non ha ancora espresso il parere obbligatorio? Questa è la domanda che io pongo a tutto il centrosinistra, proprio perché la responsabilità politica del Consiglio delle autonomie c’è l’ha il centrosinistra. Noi oggi ci troviamo nella situazione paradossale di avere la sanità sarda bloccata, la politica sanitaria sarda bloccata perché il Consiglio delle autonomie, gestito dal centrosinistra, non esprime il parere di merito, che può essere positivo o negativo, bianco, nero, neutro, quello che è, comunque un parere che ci consenta di prendere il Piano di riordino, di portarlo in Commissione, di approfondirlo, di modificarlo, di migliorarlo, di fare tutto quello che si è detto qui.

Quindi, da questo ostacolo, se qualcuno non l’ha ancora capito, è nata questa chiamiamola “leggina di riforma sanitaria”, chiamiamola così perché questa non è una legge di riforma sanitaria, è una leggina che serve semplicemente per evitare che ci caschi dall’alto qualcosa oltre ciò che ci è già cascato, ossia il decreto numero 95/2012 sulla spending review; addirittura alcune disposizioni per certi versi sono anche quasi superate. Per esempio, mi ha stupito come nessuno dell’opposizione abbia segnalato, per esempio, che nella fase di approvazione del decreto sullaspending review una parte sia stata modificata, esattamente quella sui controlli qualitativi che devono essere fatti attraverso linee guida da approvarsi entro la fine di ottobre dal comitato Governo-Regioni per diventare poi operative praticamente l’anno prossimo. Mi ha stupito come questo aspetto sia passato assolutamente inosservato. Consentitemi una critica che va sempre nel senso della critica costruttiva, altrimenti di che cosa parliamo, del nulla?

Però, detto questo, questo articolo, proprio l’articolo che stiamo discutendo, va nel senso opposto della “ospedalocentricità” perché è l’articolo che permette il riordino proprio della parte territoriale, al punto che prevede per la prima volta l’utilizzo dei fondi ex articolo 20 per costruire, modificare e migliorare le strutture dei territori. Questo giusto per fare una precisazione. Voglio poi spendere due parole sulla spesa farmaceutica. Stamattina ho sentito l’intervento, sicuramente più autorevole del mio, dell’onorevole Oppi, che giustamente ha parlato di una criticità del settore farmaceutico, criticità che perdura minimo da un decennio.

A questo proposito porto però all’attenzione dell’Aula un emendamento, che ho presentato con altri colleghi a titolo personale, da tecnico della sanità (quindi non voglio che sia un emendamento politico perché non vuole esserlo), nel quale si propone per esempio il recupero dei farmaci non utilizzati sia da parte dei medici di base, sia da parte degli ospedali e dei presidi ospedalieri, compresi i presidi sanitari.

Faccio presente che esiste una normativa nazionale su questa materia, in quanto esattamente il Governo Prodi, con la finanziaria del 2008, aveva applicato questo concetto per il recupero dei farmaci usati nelle RSU e nelle ADI, farmaci che devono essere avanzati ma conservati con determinate, ovviamente, caratteristiche: le confezioni devono essere verificate dal medico e quindi rimesse nel circuito della ASL, questo dice la finanziaria del 2008!

Noi abbiamo predisposto un emendamento che riprende questa disposizione, rifacendosi alla normativa nazionale, sul fronte della medicina di base e sul fronte ospedaliero, cioè a costo zero ci può permettere di riutilizzare le confezioni di farmaci non utilizzate dal paziente ma ancora integre e ben conservate. Questa norma va nella direzione del risparmio farmaceutico; poi vedremo nello svolgersi del dibattito che cosa si deciderà in merito.

Riguardo ai piccoli ospedali, sembrerebbe che ci sia in quest’Aula una posizione di questo tipo: il centrosinistra difende i piccoli ospedali e il centrodestra li vuole chiudere! Questa è una idea che non sta né in cielo né in terra! Perché per quanto mi riguarda, e penso di rappresentare dicendo questo tutto il Gruppo e credo anche tutta la maggioranza, nessuno di noi vuole chiudere i piccoli ospedali! I cosiddetti “piccoli ospedali”, possono diventare “ospedali di rete”, seguendo il concetto del piano di riordino della rete ospedaliera. Se diventano ospedali di rete noi dobbiamo cercare di garantirgli il pronto soccorso “h24” con quei due, tre reparti che devono avere per poter essere classificati come ospedali di rete.

Credo sia questo l’aspetto importante per l’utenza, cioè che uno abbia la possibilità di arrivare a un pronto soccorso dove ci sia la stabilizzazione, l’analisi e la diagnosi di massima per verificare se poi il paziente può essere trattato in quell’ospedale, oppure se ha bisogno di un trattamento di livello superiore.

Credo sia questo l’obiettivo che noi vogliamo raggiungere, se poi l’opposizione vuole per forza di cose, giustamente, fare anche la sua parte, è giusto che la faccia, però queste sono posizioni di tipo “tennistico-demagogico” perché nella scorsa legislatura queste considerazioni le faceva l’opposizione di allora che è la maggioranza di oggi, oggi le fa l’attuale minoranza che magari sarà maggioranza domani.

Quindi stiamo attenti a non fare demagogia con questa materia!

PRESIDENTE. E’ iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Io sono dell’avviso che l’articolo 12, come tutto questo disegno di legge, che il collega Locci ha appena chiamato “leggina”, sia pericoloso per cui, in quanto tale, va assolutamente ritirato e cestinato perché contrasta totalmente con le esigenze sanitarie e le emergenze dei nostri cittadini e dei nostri territori. Territori che, come ben sappiamo tra l’altro, non sono collegati da alcun tipo di servizio sanitario rapido e veloce, pertanto quando si prospetta la minaccia di chiusura dei piccoli ospedali, perché purtroppo dobbiamo prendere atto che si sta andando in quella direzione, bisogna come minimo affrontare il problema del trasporto.

Se è vero che la sanità sarda necessità di un Piano sanitario globale che metta al centro la salute del cittadino, è anche vero che questo disegno di legge non è certo teso a tutelare il benessere delle persone e l’interesse delle nostre collettività. Quando si parla di bilancio attivo e passivo nella sanità, questo concetto dovrebbe essere riferito al grado di benessere o malessere sanitario e sociale delle nostre popolazioni. Io non riesco a monetizzare la sanità, ho questo problema, per cui ritengo che un bilancio finanziario in sanità possa essere anche in passivo quando si garantisce l’assistenza dovuta al cittadino, quando si tutelano gli interessi collettivi e quando i costi dei servizi vengono sostenuti consapevolmente da tutta la collettività in modo equo. Purtroppo non mi sembra proprio questo il caso.

In questi tre anni e mezzo agli sperperi finanziari della sanità sarda ha corrisposto una qualità di assistenza al cittadino sempre più bassa; in nome di una pseudo razionalizzazione dei costi, ispirata e fortemente voluta dai Governi, prima di Berlusconi e poi di Monti; da una parte si limita il diritto dei sardi alla salute e dall’altra si incrementa lo strapotere di direttori generali, notoriamente legati alle nomine proprie del sottobosco della politica (anche questa è una realtà), creando così un sistema dove le competenze e le professionalità sono un optional, perché l’unico titolo riconosciuto è l’appartenenza alla cordata vincente.

Io dico che è anche tempo di smetterla! La sanità pubblica ha bisogno del ripristino delle regole e della loro certezza; la tendenza alla privatizzazione dei servizi sanitari pubblici, quindi altamente specializzati, è il preludio della privatizzazione della gestione degli stessi grandi ospedali di eccellenza.

Si parla di razionalizzazione della rete ospedaliera senza tenere conto del significato delle distanze e dei tempi legati all’orografia della Sardegna (è un’abitudine spesso anche di questo centrodestra pensare che nella realtà sarda le distanze possano essere calcolate sulla base degli stessi parametri con cui si calcolano in Lombardia), e quindi della necessità di potenziamento di eventuali centri per le emergenze, del potenziamento dei piccoli ospedali già esistenti nei punti strategici del territorio, quindi parlando da Ittiri sino a Isili.

Si tace sulla necessità di riavviare i centri di eccellenza mortificati o chiusi, come ad esempio la struttura di Guspini per la quale il collega Agus, al quale va tutto il mio appoggio, si sta battendo giustamente e non da oggi; per cui lo inviterei a continuare questa battaglia, perché non è solo sua, ma è delle nostre collettività. Così come in nome di una razionalizzazione dei servizi territoriali (ADI, assistenza domiciliare integrata, centri RSA, residenze sanitarie assistite, centri per la salute mentale, per gli handicap, per le tossicodipendenze) si vuol far ricadere i costi finanziari e umani sulle famiglie: costi e funzioni che in un paese civile sono prerogativa esclusivamente della sanità pubblica.

In questo processo, lucido e feroce, di smantellamento della sanità pubblica, inevitabilmente gli stessi medici ospedalieri e i medici della medicina di base sono anch’essi condannati a forme di precariato che ne mortificano le competenze e mettono in forse anche la qualità e la quantità dell’assistenza all’ammalato. Si creano così maggiori costi e disservizi.

Vorrei ricordare che questa Giunta ha permesso che farmaci di nuova generazione, di uso assolutamente comune nelle cure di patologie molto diffuse in Sardegna come asma, allergie, ipertrofie prostatiche, le stesse infiammazioni per le quali si richiederebbero gli antibiotici di nuova generazione, fossero considerati non essenziali; il cittadino si trova pertanto nella condizione di dover pagare sino al 50 per cento del costo del farmaco di cui ha necessità, ovviamente, per curarsi.

Quindi la politica sarda deve assolvere al suo ruolo di promotore, di controllore e di garante della salute dei sardi, non può più abdicare in favore dei voleri dei direttori generali o dei diktat dei Governi dello Stato italiano. La politica non può più estraniarsi dalle problematiche sanitarie correlate ai problemi ambientali se vuole garantire la qualità del servizio sanitario e della vita dei cittadini.

Anche il tema delle patologie legate all’inquinamento ambientale è tragico qui in Sardegna, purtroppo non si fa un minimo cenno. I problemi della sanità in Sardegna sono anche quelli di far quadrare, sempre dalla parte dei cittadini, i bilanci che non devono essere gravati dai pesi della politica, degli imbrogli e della corruzione così come sta avvenendo. Significa anche parlare di occupazione nel settore, di posti letto salvaguardando la qualità del servizio pubblico. Incomprensibilmente si cerca di non affrontare i temi di grande attualità, quindi riguardanti la salute dei sardi sempre più compromessa per il ruolo dell’inquinamento dell’ambiente e dei territori, quindi determinato in gran parte dalle attività industriali e militari.

La classe politica sarda deve occuparsi di questi temi non solo per limitare i danni già prodotti dai modelli di sviluppo che sono stati importati e imposti nella realtà sarda, mi riferisco alla SARAS, a Portovesme, a Porto Torres(ma in nome del Pil per carità del cielo qui non si tocca nulla, come se il Pil fosse davvero un indice di benessere dei popoli!), ma anche per vagliare i nuovi modelli del cosiddetto sviluppo che si vogliono prospettare per la nostra Isola.

Per non andare lontano i temi della cosiddetta chimica verde, quella degli inceneritori da impiantare ex novo o da potenziare se sono già esistenti; la politica vuole così ignorare, purtroppo, l’altissima incidenza di patologie, come ad esempio quelle prodotte da diossina che è facilmente riscontrabile nel latte materno delle donne che abitano in prossimità di centri, anche urbani, dove arriva l’inquinamento legato proprio agli inceneritori.

Con ciò la politica vuole ignorare anche i casi, come sono stati denunciati dal collega Cugusi, dell’incidenza della sclerosi multipla soprattutto tra le donne e della sindrome laterale amiotrofica che colpirebbe invece maggiormente i soggetti di sesso maschile in zone riconosciute ad alto tasso di inquinamento come il medio Campidano. Quindi il frutto del disastro ecologico creato dal polo industriale di San Gavino.

Si vuole ignorare la necessità che la ricerca si occupi in Sardegna dello studio dei fattori ambientali nella genesi dei tumori, delle patologie respiratorie, delle allergie eccetera, ad esempio nelle zone adiacenti alla SARAS. Io credo che un occhio di riguardo invece dovremmo averlo all’interno di questa Aula. Si vuole ignorare la necessità di prevenire e curare in loco i casi in crescita di malattie mentali tra i bambini che sicuramente hanno un nesso con l’inquinamento da piombo, questo rilevato invece nelle aree adiacenti a Portovesme. Lo stesso dicasi per le interruzioni spontanee di gravidanza che si registrano tra le donne del Sarrabus Gerrei e delle patologie del sistema emolinfatico che hanno delle connessioni con l’inquinamento generato dai poligoni militari.

In questo disegno di legge non si parla di prevenzione primaria e cioè della riduzione dell’esposizione ai fattori responsabili di inquinamento. Quindi il provvedimento in discussione non entra in merito e ancor meno si vogliono affrontare in Aula le preoccupazioni, sempre più reali, per la salute pubblica legate all’incenerimento dei rifiuti solidi urbani e per la volontà politica, espressa da questa maggioranza, di ampliare inceneritori esistenti oppure di costruirli anche ex novo, mi riferisco a Macchiareddu e a Macomer.

In Sardegna sono in aumento i ricoveri per le malattie respiratorie, cardiocircolatorie, immunitarie, endocrine e neoplastiche, ci sarà pure qualche connessione tra la salute dei cittadini e quella dell’ambiente, ma noi continuiamo a far finta di nulla, forse siamo nati davvero con queste strane predisposizioni. In questo disegno di legge manca una politica di tutela…

PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E’ iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, non utilizzerò tutti i dieci minuti disponibili, perché voglio solo precisare e ribadire che la maggioranza ha sempre tutelato e intende tutelare i cosiddetti piccoli ospedali. Per quanto mi riguarda, come ho già detto, su questo ci sono dei comportamenti oggettivi. Ricordo il sistema di allarme sanitario approvato nel 1993, che ne prevedeva espressamente il mantenimento; ricordo la proposta di legge approvata dalla Commissione nel 1994 che prevedeva non solo il mantenimento in vita ma la creazione di autonomi presidi consiliari.

Questo è previsto nella proposta di razionalizzazione della rete ospedaliera presentata dall’assessore Oppi; è previsto nella bozza del Piano sanitario che alla fine del 1994 è stata consegnata al nuovo Assessore; è previsto nella bozza di Piano sanitario presentata in Giunta dall’onorevole Capelli. Quindi c’è una volontà concreta di tutelare i piccoli ospedali comprovata da comportamenti. Mai noi abbiamo chiuso alcun ospedale come per esempio è successo, ribadisco, per il Crobu. Il Crobu è stato chiuso, non certo da noi. Prendo quindi atto con piacere che oggi le diverse forze politiche sono concordi su questa necessità.

Per quanto riguarda l’emendamento relativo ripeto che la non condivisione non è sul contenuto, è una questione meramente tecnica perché quell’emendamento, per come è formulato, si presta a un ricorso del Governo che sosterrebbe che anche i piccoli ospedali non possono non attenersi a quei parametri; a seguito di questo se la Corte dei conti, come è verosimile ritenere visto che quei parametri sono vincolanti, dovesse procedere a un annullamento avremmo difficoltà a mantenere in vita i piccoli ospedali. Questo ho detto stamattina, questo ripeto stasera. E’ talmente vero che vogliamo mantenere i piccoli ospedali che all’articolo 10, comma 3, è espressamente prevista una disciplina che punta a consentire la loro salvaguardia.

Non vogliamo salvaguardare i piccoli ospedali per motivi clientelari o politici o elettorali, li vogliamo salvaguardare perché sono dei presidi che erogano un’assistenza in territori che di fronte a una loro chiusura non avrebbero alternative. Ecco perché siamo a favore dei piccoli ospedali quale che ne sia il costo, che poi è limitato. Va da sé che vanno riorganizzati e razionalizzati. Ribadisco quindi che non vi è alcuna contrarietà ai piccoli ospedali ma vi è la volontà di salvaguardarli; siamo lieti se anche l’opposizione è oggi di questo avviso.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale. Presidente, io sono sempre abbastanza dispiaciuta quando in un’Aula consiliare si usano termini come “falsità”, “mistificazione” perché penso che la Giunta, insieme alla maggioranza e anche all’opposizione, abbia un obiettivo comune: lavorare per la gente, per il cittadino quindi, ancor prima, per il paziente.

Onorevole Barracciu, essendo una persona che studia molto, lei sa benissimo che per quanto la Sardegna in materia sanitaria si autofinanzi ciò non la autorizza a vivere come se fosse una Repubblica indipendente; lo diventeremo probabilmente, ma non lo siamo ancora. Nonostante l’autofinanziamento, siamo costretti ad avere la delibera CIPE come riferimento, così come siamo costretti a osservare i parametri della spending rewiew, come siamo costretti comunque a subire il decreto sanità.

Ho già detto più volte che dietro quel decreto sanità c’è il tentativo di smantellare (appunto per decreto e non attraverso il “patto della salute”) il sistema sanitario nazionale, però è un decreto a cui dobbiamo fare riferimento, così come speriamo di andare a contrattare il “patto della salute”, che è lo strumento attraverso il quale Governo e Regioni dialogano. Quindi non c’è nessun tentativo di falsità, di mistificazione, stiamo semplicemente applicando i parametri nazionali.

Ora, relativamente ai piccoli ospedali, l’ha detto benissimo l’onorevole Locci, lo ha appena detto l’onorevole Steri, non c’è alcuna volontà di cancellarli. Noi con questo provvedimento stiamo semplicemente riorganizzando la rete ospedaliera. L’emendamento numero 115, onorevole Barracciu, che è passato ieri, lei lo ha ricordato, a votazione segreta con i voti dell’opposizione ma anche di parte della maggioranza, per come era stato formulato sarebbe andato incontro a una bocciatura e, se noi non avessimo apportato delle correzioni, al 90 per cento avrebbe portato a una impugnazione della legge.

L’emendamento numero 121, passato stamattina e presentato dalla Giunta, va esattamente nella direzione contraria a quella da lei sostenuta nell’intervento, onorevole Barracciu, perché blinda i piccoli ospedali stabilendo dei criteri che prima non c’erano. Quindi perché parliamo di mistificazioni, parliamo di mobilitazione dei sindaci contro un provvedimento e una decisione che invece è stata presa esattamente nella direzione in cui andava l’emendamento numero 115? Non riesco davvero a capire questo accanimento.

Credo che qui dentro tutti stiano lavorando nell’interesse, in questo caso, della salvaguardia dei piccoli ospedali, perché la salvaguardia dei piccoli ospedali non sta a cuore solo ai consiglieri regionali del territorio, ma è interesse di tutti salvaguardarli, riorganizzandoli e razionalizzandoli, come è assolutamente necessario salvaguardare i grandi ospedali perché è nei grandi ospedali che la stragrande maggioranza di noi va a curarsi.

Per quanto riguarda Guspini, onorevole Agus, io la ringrazio molto per avere richiamato il mio impegno e la mia volontà, prima di me quelli manifestati dall’assessore Liori e soprattutto dal presidente Cappellacci, nel riuscire a trovare una soluzione che fosse una soluzione definitiva per Guspini. Lei sa benissimo che noi ci siamo ritrovati a dover fare lo slalom tra le mille difficoltà che nel frattempo sono emerse. Dal primissimo incontro tenutosi a Villa Devoto, davanti ai sindacati, nel corso del quale il Presidente manifestò la volontà di acquisire la struttura, si è presentata una serie di altri accadimenti che ha reso più difficile e arduo questo percorso.

Non ci siamo arresi, stiamo lavorando, lei lo sa benissimo, come lo sanno benissimo i consiglieri regionali del territorio, esattamente nella direzione di salvare la struttura. Come? Io spero di saperlo molto presto, avrò modo di comunicarglielo, perchè spero veramente che il tavolo che è impegnato da mesi su questo problema riesca a trovare una soluzione. Una soluzione che, ribadisco, sia una soluzione definitiva per il bene dei pazienti, di quei pochi pazienti che nel frattempo sono stati ospitati in strutture importanti, quindi hanno tutte le cure del caso, affinché possano tornare in quella che considerano la loro casa e si possa dare anche nuovamente dignità agli operatori che per anni hanno lavorato nella struttura.

Anche l’onorevole Cugusi, svolgendo le sue considerazioni, ha usato paroloni quali crudeltà, malasanità. A proposito del metodo Zamboni, onorevole Cugusi, per ottemperare all’ordine del giorno del 22 marzo scorso, abbiamo istituito una commissione, nonostante la contrarietà della professoressa Marrosu, che come lei ben sa è la responsabile del Centro regionale per la sclerosi multipla, nonostante la contrarietà dell’Istituto superiore della sanità e nonostante la contrarietà delle più grandi associazioni nazionali che si occupano di sclerosi multipla.

Quindi se la professoressa Marrosu, che è un’autorità nel campo, dice che il metodo Zamboni è assolutamente pericoloso, se l’Istituto superiore di sanità non ci dà il via libera nonostante le sollecitazioni e le richieste, e nonostante le associazioni nazionali abbiano espresso un parere contrario, lei può capire bene la perplessità e la preoccupazione di un Assessore regionale che deve sottoscrivere l’avvio di un percorso come questo, quindi le cautele in questo caso sono d’obbligo.

Per quanto riguarda la farmaceutica, lo ha detto l’onorevole Locci, non è un problema di oggi. Noi siamo intervenuti anche dietro sollecitazioni della Corte dei conti, nei mesi scorsi abbiamo approvato in Giunta – l’ho ripetuto all’Aula anche nella mia relazione in chiusura della discussione generale di questo provvedimento – una delibera che fissa dieci punti sul contenimento della spesa farmaceutica; uno di questi, da cui ci aspettiamo i risultati maggiori, è la centralizzazione delle gare, l’altro è la distribuzione diretta dei farmaci ad alto costo.

Stiamo lavorando con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta per quanto riguarda la farmaceutica territoriale sull’appropriatezza, stiamo lavorando all’interno dei presidi ospedalieri, speriamo che il Sisar, il sistema informatico in sanità, ci dia una mano, nel senso che quando il Sisar sarà completamente funzionante allora avremo veramente i risultati reali della farmaceutica. Come vedete non stiamo con le mani in mano e stiamo lavorando per il bene comune.

Io ribadisco che mi dispiaccio molto quando in quest’Aula si usano termini come falsità e mistificazione perché credo che quest’Aula meriti rispetto; tutti noi siamo impegnati nel cercare di fare il meglio possibile per chi è fuori da questo palazzo, per i cittadini prima ancora che pazienti; quindi vi chiedo, veramente con il cuore in mano, di stare attenti ai termini e a come gli stessi vengono utilizzati.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Lai, relatore di maggioranza.

LAI (P.d.L.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 74 e 75. Ci si rimette all’Aula sugli emendamenti numero 120 e 79. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 76 e 77, mentre il parere è favorevole sugli emendamenti numero 81, 78 e 80, uguali. Sugli emendamenti numero 83 e 84, privi di copertura finanziaria, il parere era comunque contrario, così come è contrario sull’emendamento numero 85. Sull’emendamento numero 86 si esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale. Presidente, la Giunta esprime parere conforme a quello del relatore, mentre si invita al ritiro dell’emendamento numero 86, onorevole Locci. Questa Giunta rileva che esiste una legge nazionale, la finanziaria del 2008; noi potremmo applicare in via sperimentale con atto amministrativo quanto contenuto nell’emendamento. Questa è l’unica apertura che la Giunta in questo momento si sente di fare. Ribadisco l’invito al ritiro.

PRESIDENTE. Metto in votazione l’emendamento numero 74. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Poiché ritengo che ci sia bisogno di un giudizio libero e assolutamente trasparente, chiedo il voto segreto sull’emendamento numero 74.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Chiede di parlare per dichiarazione di astensione?

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). No, sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Siamo in fase di votazione, non posso più darle la parola.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io non ho capito il parere della Giunta…

PRESIDENTE. La Giunta sull’emendamento numero 74 ha espresso un parere contrario.

(Interruzioni)

La Giunta ha espresso un parere conforme a quello del relatore tranne che per l’emendamento numero 86 sul quale il relatore ha espresso parere favorevole mentre la Giunta ha formulato un invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Perché sia chiaro a tutti noi; la Giunta ha espresso parere conforme a quello del relatore, il relatore si è rimesso all’Aula anche su degli emendamenti firmati e proposti dalla Giunta, allora anche la Giunta si rimette all’Aula?

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, l’Assessore ha detto che per tutti gli emendamenti il parere è conforme a quello del relatore tranne che per l’86 per il quale c’è un invito al ritiro.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Quindi si rimette all’Aula anche sugli emendamenti della Giunta!

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell’ambiente. E’ giusto quello che ha detto perché sul 79 non comprendiamo questo giudizio!

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 74.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 64

astenuti 1

maggioranza 33

favorevoli 60

contrari 4

(Il Consiglio approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus – Amadu – Barracciu – Biancareddu – Bruno – Capelli – Cappai – Cherchi – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Contu Felice – Contu Mariano – Corda – Cucca – Cuccu – Cuccureddu – Cugusi – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Diana Giampaolo – Diana Mario – Espa – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lombardo – Lotto – Lunesu – Manca – Maninchedda – Mariani – Meloni Francesco – Meloni Marco – Meloni Valerio – Milia – Moriconi – Mula – Mulas – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sabatini – Salis – Sanjust – Sanna Gian Valerio – Sanna Matteo – Solinas Antonio – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda – Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.)

Prendo atto che il consigliere Dedoni è rientrato dal congedo.

A seguito della votazione decadono tutti gli emendamenti all’articolo 12; rimane in piedi l’emendamento numero 39 proveniente dall’articolo 10, sul quale sono state già fatte le dichiarazioni di voto. Erano emerse varie proposte per modificare la percentuale, inserita nell’emendamento, dell’1 per cento e portarla al 2 per cento, ma l’onorevole Mariano Contu aveva espresso parere contrario. I lavori sono stati sospesi senza modifiche al testo originario. Se adesso si è raggiunto un accordo differente bisogna farlo presente all’Aula, e l’Aula si esprimerà. Qualcuno chiede di presentare un emendamento orale?

Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Chiedo una breve sospensione, Presidente, trattandosi di un emendamento che proviene dall’articolo 10

PRESIDENTE. Ribadisco però che abbiamo sospeso troppe volte. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 47, viene ripresa alle ore 17 e 51.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Si propone di modificare la percentuale passando dall’1 per cento al 2 per cento, e di sopprimere la frase che fa riferimento alle assenze per malattia.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni da parte dell’Aula il testo dell’emendamento è così definito: “Il ricorso alla somministrazione di lavoro temporaneo da parte delle aziende sanitarie è ammesso nella misura del 2 per cento della spesa per il personale di ciascuna azienda”.

Metto in votazione l’emendamento numero 39, così emendato. Chi lo approva alzi la mano.

(E’ approvato)

Passiamo all’esame dell’articolo 13. All’articolo 13 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell’articolo 13 e dei relativi emendamenti:

Art. 13

Verifica degli adempimenti

1. I direttori generali delle aziende, per le parti di competenza, ottemperano agli adempimenti previsti negli articoli 10, 11 e 12 entro il termine stabilito dall’articolo 11, comma 6.

2. Il mancato rispetto del termine previsto nell’articolo 11, comma 6, così come l’inottemperanza degli adempimenti previsti negli articoli 10, 11 e 12, comporta la decadenza del legale rappresentante dell’azienda.

Emendamento soppressivo totale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 13

L’articolo 13 è soppresso. (87)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 13

Il comma 1 è soppresso. (88)

Emendamento soppressivo parziale Giunta regionale

Articolo 13

Al comma 1 dopo le parole “entro il termine stabilito dall’articolo 11” le parole “comma 6” sono soppresse. (89)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 13

Il comma 2 è soppresso. (90)

Emendamento soppressivo parziale Giunta regionale

Articolo 13

Al comma 2 dopo le parole “nell’articolo 11” le parole “comma 6” sono soppresse.

(91).)

PRESIDENTE. E’ iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, io non ho difficoltà, quanto mi rendo conto di aver esagerato, a chiedere anche scusa; quindi chiedo scusa per aver utilizzato la parola “falsità”, non posso ritrattare però la parola “mistificazione”, perché la mistificazione è l’utilizzo di argomenti pretestuosi e strumentali per nascondere la realtà. Quindi questa parola non posso ritrattarla.

Dire che l’emendamento approvato ieri dal Consiglio regionale era un danno per i piccoli ospedali è un’affermazione mistificatoria e strumentale, serve a nascondere le reali intenzioni della Giunta e della maggioranza che sono quelle di ridimensionare, di riconvertire in modo drastico i piccoli ospedali. L’aver noi approvato ieri un emendamento che impediva l’applicazione dei criteri dell’articolo 10 ai piccoli ospedali, significava metterli in sicurezza, e metterli in sicurezza significava evitare che in quegli ospedali i posti letto, che sono già abbastanza pochi, venissero ulteriormente tagliati.

Viceversa l’aver voi reintrodotto criteri per tagliare i posti letto apre la strada al taglio dei posti letto nei piccoli ospedali che già sono pochi, e quindi significa ulteriormente diminuire quella dotazione che non consentirà per quegli ospedali il mantenimento dello status di presidi ospedalieri di rete, pronto soccorso H24 e così via per gli altri ospedali a cui si faceva riferimento nell’emendamento numero 122. Quindi quelle affermazioni hanno per me quel significato, l’emendamento che avete approvato ieri nulla ha a che fare con l’obbligo da parte nostra di accettare le imposizioni dello Stato e questo lo dite anche voi, lo voglio ripetere, in una delibera della Giunta.

Allora, assessore De Francisci, lei oggi dice che noi non possiamo assolutamente esimerci dal rispettare le disposizioni dello Stato anche se la sanità ce la paghiamo noi; lei sostiene infatti che dobbiamo assolutamente “stare” a quanto lo Stato ci impone. Allora lei però deve spiegare al presidente Cappellacci e alla Giunta di cui fa parte per quale motivo si appresta a impugnare la legge che ci impone le cose in sanità con questo argomento perché è evidente che non è corretto quello che lei dice stasera.

Rileggo quanto contenuto giustamente in questa delibera, ripeto, giustamente in questa delibera. Il Presidente osserva che “all’articolo 1, comma 836, della legge numero 296”, eccetera eccetera, “stabilito che dall’anno 2007 la Regione autonoma della Sardegna prevede al finanziamento del fabbisogno complessivo del Servizio sanitario nazionale sul proprio territorio, senza alcun apporto a carico del bilancio dello Stato sì che la Regione autonoma della Sardegna sarà costretta a stornare una quota parte di questo finanziamento per utilizzarlo come contributo di finanza pubblica con evidente”, dice sempre la delibera della Giunta, “compromissione del diritto alla salute dei suoi cittadini in una con quella delle sue attribuzioni costituzionali, la disposizione in esame viola la competenza legislativa della Regione nella materia di coordinamento della finanza pubblica, articolo 117, comma 3, della Costituzione perché, come ha affermato la Corte costituzionale, sentenza numero 133 del 2010, dal momento che lo Stato non concorre al finanziamento del Servizio sanitario nel territorio dell’ente autonomo esso neppure ha titolo per dettare norme di coordinamento finanziario che definiscano le modalità di contenimento di una spesa sanitaria che è interamente sostenuta dalla Regione o provincia autonoma”.

Allora siccome questo principio, che giustamente la Giunta regionale porta a sostegno di una indisponibilità della Regione sarda a sottostare a quei criteri, è già stato valutato positivamente per altre questioni dalla Corte costituzionale, è evidente che se la Giunta regionale procede con questo ricorso avrà anche la meglio sulle disposizioni del Governo.

Quindi, ripeto che l’affermazione secondo la quale c’è un obbligo di fare quello che state facendo, e cioè di applicare tutti quei principi in maniera netta al nostro sistema sanitario regionale, non ha un supporto concreto e un supporto veritiero. Per cui ribadisco che tutti gli argomenti che sono stati trattati per sminuire, depotenziare l’emendamento passato ieri non trovano riscontro nella realtà; viceversa ciò che è stato detto e fatto svela i vostri reali intendimenti: agire pesantemente prima di tutto sui piccoli presidi ospedalieri se non per chiuderli per riconvertirli al ribasso togliendo loro lo status di presidi ospedalieri di rete H24, o di DEA di primo livello in altri casi.

Noi volevamo evitare questo, volevamo anche assumerci come Consiglio regionale una responsabilità importante nel fare questo, ma si è deciso, questa Giunta regionale d’altronde lo fa da tre anni e mezzo a questa parte, che questo procedimento verrà messo in atto dai direttori generali che evidentemente hanno più capacità, valore e autorevolezza; o, meglio, è come se a questi gli sia stato conferito il ruolo di decidere della programmazione sanitaria in questa Regione mentre il Consiglio regionale è stato totalmente defraudato della possibilità di decidere. Allora quest’Aula certamente merita rispetto ma quest’Aula non si rispetta quando, avendo assunto una decisione, attraverso un espediente quella decisione viene totalmente distrutta e depotenziata.

Questa è vera mancanza di rispetto per il Consiglio regionale e per le decisioni che ha assunto. Io ritiro il termine “falsità”, non è più possibile ritirare però la mancanza di rispetto che invece è costituita dall’aver approvato, voi, stamattina quell’emendamento che disattende quanto il Consiglio regionale ha invece approvato ieri. Il concetto di rispetto credo che in questo caso vada praticato nel concreto perché è vero che le parole hanno un peso, hanno un significato, ma gli atti sono molto più pesanti delle parole e quello che è stato fatto è una vera mancanza di rispetto per questo Consiglio regionale.

La situazione che noi ci troviamo di fronte con questo disegno di legge, con gli articoli che abbiamo approvato e con la legge che sarà esitata complessivamente da quest’Aula è una situazione nella quale questo Consiglio regionale non avrà più modo di dire la sua su quanto i direttori generali si appresteranno a fare nei prossimi mesi. Infatti, non soltanto non si rispettano le decisioni che qui si assumono cambiandole con un emendamento presentato nottetempo, non soltanto questo, ma come avete potuto vedere anche voi è stata tolta alla Commissione consiliare la possibilità di esprimersi in maniera vincolante rispetto al prodotto del lavoro che i direttori generali faranno sulla riorganizzazione della rete ospedaliera.

Io mi chiedo: “Ma noi qui che cosa ci stiamo a fare”? Se non abbiamo la possibilità di decidere e di dire la nostra su un settore così importante, che impegna ormai quasi il 60 per cento delle risorse di questa Regione, qualcuno mi deve spiegare che cosa ci stiamo a fare. E’ veramente finito il senso, in generale, di questa legislatura ma approvando queste leggi e approvandole anche con una velocità, con una leggerezza che è veramente inaudita rispetto al tema che stiamo trattando, certamente la maggioranza conferma l’inutilità di questa legislatura, l’incapacità e l’inadeguatezza di corrispondere al ruolo che i cittadini ci hanno consegnato nel 2009.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, vorrei utilizzare il mio tempo per completare il discorso proprio sulla grande carenza in questo disegno di legge di disposizioni sulla salute ambientale della popolazione. Parto sempre dal presupposto che non può esserci salute per il cittadino se l’ambiente non è sano, per cui le politiche di prevenzione mancano soprattutto quando si fanno scelte di sviluppo industriale che, spesso e volentieri, comportano eludere le regole e qualsiasi forma di prevenzione, ovvero lo sviluppo industriale e selvaggio in cambio di un pugno di posti di lavoro ovviamente a scadenza.

Ogni scelta di sviluppo economico deve tenere conto del principio di precauzione, previsto dal diritto internazionale, che è l’unica garanzia per la salute dei cittadini di oggi come per quelli delle future generazioni. In Sardegna l’aumento a dismisura delle malattie da inquinamento da amianto, benzene, piombo e polveri sottili costituisce una reale minaccia per la salute delle popolazioni e per la qualità della vita nei nostri territori, è pertanto un dovere primario che la sanità pubblica garantisca la qualità di vita dei cittadini e dell’ambiente.

Di questi fatti inequivocabili e accertati la sanità sarda vuole tenere conto? Questa è una domanda che pongo. Però, visto il disegno di legge mi sembra che non se ne voglia davvero tenere conto. Di conseguenza la Regione autonoma della Sardegna abdica, nel settore sanitario, al suo ruolo di tutore dell’integrità della salute dei cittadini e dell’ambiente, rendendosi ovviamente complice di interessi economici a noi assolutamente estranei.

Vorrei anche riferire alcuni dati rilevati sull’incremento dei tumori. A Sassari il tasso di mortalità è il più alto rispetto a tutte le altre regioni d’Italia e l’incidenza delle neoplasie nei bambini è del 3,2 per cento, contro il 2 per cento delle altre regioni d’Italia e l’1,1 per cento in Europa.

Comunque, io anticipo già il mio voto contro questo disegno di legge, figlio dei diktat imposti dall’Italia e dalla sudditanza manifestata da questa maggioranza; ritengo necessario riscrivere una legge condivisa e partecipata nella sanità sarda che contempli le reali necessità delle nostre collettività e dei nostri territori. Questa sudditanza si manifesta in un momento in cui la Sardegna e le sue istituzioni dovrebbero dare un forte segnale di gestione e di risoluzione autonoma dei nostri problemi, visto che gran parte della spesa sanitaria è a nostro carico.

Oggi si parla molto di indipendenza, anche con molta facilità e leggerezza, però io intanto approfitto di questo momento storico per ribadire che i sardi e la classe politica sarda devono manifestare la propria sovranità anche in campo sanitario contro gli attacchi del Governo italiano che vuole privare il nostro popolo del diritto primario alla vita, alla qualità della salute, anche ovviamente di quella ambientale, alla garanzia dei servizi e della gestione pubblica della sanità.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA LO VALERIO (P.D.). Io intendo fare un discorso un po’ più attinente al futuro. Io non ho mai visto l’onorevole Pittalis correre come oggi, su e giù, avanti e indietro, ed è ovvio, perché non stiamo facendo un provvedimento di servizio; Assessore, lei lo deve ammettere (il suo atteggiamento e le segnalazioni delle modalità di voto denotano come state procedendo), poiché non siete credibili dovete per forza militarizzare la maggioranza. Quando si è in questa condizione di oppressione culturale di libertà, di visione e di opinione, che cosa volete riformare?

Io vorrei dire all’assessore Oppi, che credo converrà con me su questa idea, che per essere credibili l’unica cosa che noi dobbiamo aggredire oggi, dentro e anche fuori della sanità, è ciò che impedisce l’esercizio della nostra funzione: l’inutile spesa obbligatoria. Fino a quando avremo solo spesa obbligatoria, nella sanità e fuori della sanità, non ci stiamo a fare niente in quest’Aula e non siamo in grado di incidere su nulla. Ecco perché, Assessore, pagate un errore.

Lo stesso Locci ha fatto stasera un intervento strumentale: ha voluto puntare il dito contro il centrosinistra e lui è evidentemente il primo scontento di questo provvedimento; è il primo insoddisfatto e lo si capisce da lontano, perché ormai alla fine a furia di stare in questo Palazzo ci conosciamo.

Allora, una riforma per essere tale, Assessore, avrebbe dovuto impegnare la maggioranza in qualcosa per cui purtroppo non ha statura, cioè la capacità di trovare intese e mediazione, perché è un provvedimento iniquo, per certi versi, che cambia il passo della sanità nel nuovo millennio, ma non lo cambia per come lo avete disegnato voi, lo cambia perché non potremo più essere quello che siamo stati. Ma questo provvedimento assolutamente non lo spiega.

Dovete rincorrere un emendamento a voto segreto, perché bisogna che questo la stampa lo dica, avete inseguito un emendamento soppressivo a voto segreto presentato dall’opposizione per togliervi dal guado nella vostra difficoltà a tenere in maniera militare la maggioranza. La qualità del prodotto riformista è anche dettata dalla modalità con la quale voi esercitate questa vostra funzione; per dirla in una parola, a “fare la maggioranza” come la state facendo voi sono capaci pure i bambini, non c’è bisogno di statura politica, non c’è bisogno di competenza, ecco perché poi il tutto macinato insieme al resto dà un prodotto non credibile per l’opinione pubblica.

Ecco perché qualcuno prima, qualcuno dopo, sente l’esigenza di alzarsi in piedi per dire “noi vogliamo mandare il messaggio ai piccoli ospedali di non essere contro i piccoli ospedali”. Ma che bisogno avreste di dire una cosa del genere se non aveste già accettato l’idea di essere poco credibili? Il non essere contro sarebbe negli atti, sarebbe l’esito di un lavoro concordato, sarebbe il contenuto di un percorso faticoso di mediazione. Assessore, lo riferisca anche a Cappellacci che giustamente non si fa vedere, perché lui il mestiere migliore che ha è quello di aprire tavoli; può darsi che poi apra anche tavoli di ping pong qua e là, ma lui apre tavoli che sono esattamente il rimbalzo dei problemi, non la soluzione dei problemi, ed è la stessa cosa che sta avvenendo in quest’Aula.

Vi siete dati un percorso temporale che, nell’arco di un paio di mesi, vi porterà verso la fine della legislatura, sempre che non intervenga qualche cataclisma in questo strano mondo politico di questo tempo, per arrivare a chiudere una “riformina”; secondo lei come la chiuderete, a svantaggio dell’esigenza populista che si presenterà sotto le elezioni o a vantaggio? Io ho già la risposta.

E non sarà questa la riforma, ci sarà un aborto di riforma, concretato insieme a coloro che sono stati reclutati per gestire la lottizzazione. Perché la difficoltà della sanità in Sardegna purtroppo è data da questa idea strana per cui non si cercano eccellenze sul piano della conduzione manageriale, il che significherebbe qualche volta, da parte di queste eccellenze, anche mandare a quel paese qualche amministratore quando chiede delle cose che non possono essere chieste, perché noi vogliamo questo tipo di sanità, perché quella è una sanità che dà risposte, nel bene e nel male, perché a un “no” equivale una risposta, a differenza dei tanti “sì” e dei tanti “sì, però” che diamo noi in questa sede e che equivalgono all’appiattimento del servizio sanitario.

Noi dobbiamo uscire da questo angolo, e voi avete perso un’occasione, tenetevi pure la soddisfazione di portarvi a casa questo provvedimento, noi aspettiamo come suol dirsi che “passi il cadavere”, perché noi in questa circostanza dobbiamo solo aspettare. Abbiamo aspettato quattro anni durante i quali non ne avete imbroccato una, adesso fate la proroga del Piano casa, illuminato provvedimento inquinato da illegittimità plurime che state riproponendo come la panacea di tutto, per dire a che cosa vi state legando, eppure avevate un’opportunità dettata dalla nostra instancabile disponibilità a mediare sulle cose serie.

Anche con quell’emendamento dell’1 per cento, del 2 per cento, vi abbiamo dimostrato che noi possiamo presentare degli emendamenti che sono naturalmente provocatori, ma poi non rinunciamo mai al senso di responsabilità, quando quella provocazione è raccolta, sul terreno della necessità di una risposta condivisa; siamo disponibili a trovare comunque l’accordo e ve lo abbiamo dimostrato. Avete perso un’occasione, Assessore, e io credo che, al di là dell’apparenza (perché voi siete molto bravi e Alfano è secondo me uno dei precursori della sceneggiata napoletana), quando finirete questo procedimento gioirete apparentemente, perché la gente deve vedere che avete ottenuto un risultato, ma voi sapete già da adesso che non è un risultato: è un fallimento.

E allora siete ancora in tempo a trovare un rimedio; il rimedio è semplice: dovete trovare un’autorità indipendente, un supercommissario, e dirgli “il mandato condiviso è questo, presentaci una proposta di riordino della rete ospedaliera che si basi su criteri che decidiamo”; questo commissario deve avere il mandato se è possibile dell’intero Consiglio, perché lo rende indipendente e libero, presenta una proposta e noi saremo pronti a discuterla qui con voi e ratificarne il contenuto.

Quella sarebbe stata un’azione credibile e coraggiosa, ma voi non ne avete la più pallida idea, perché quando al Brotzu c’è un manager che è, come si può dire, il terminale della proboscide del Presidente della Regione diventa intoccabile; e tutto il caos che è sortito da quella percentuale, non è stato dato dall’espressione di un giudizio, ma perché purtroppo quando le cose investono il gran capo bisogna andarci cauti; invece quando si deve intervenire bisogna intervenire anche aldilà di quello che noi abbiamo visto sinora.

La sanità, al di là della nostra autonomia finanziaria, presunta dentro quel sistema, come lei giustamente diceva, deve rispondere ai canoni di carattere generale, ma io mi sarei dato un obiettivo in più al posto suo! Avrei detto: “ma lo Stato dica quello che vuole, io mi impegno e lavoro per trovare il consenso, per costruire un modello sanitario regionale” – nella nostra dimensione è anche più facile – “di grande personalità politica, istituzionale e di grande efficienza”, era possibile!

E’ un progetto possibile se ci sleghiamo tutti dai vincoli ai quali siamo legati, compresa la militarizzazione di una maggioranza e la sua condizione di ostaggio rispetto alla quale non riuscite a dare un’idea vera a questa Regione. Io invece che gioire sarei preoccupato!

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, io mi permetto di fare un riferimento personale per quello che può valere per il mio Gruppo; Assessore, noi siamo convinti che un intervento serio per una riforma sanitaria in Sardegna sia indispensabile. Il livello di spesa per la sanità si sta avvicinando ormai, se non l’ha superato, al 50 per cento delle risorse del bilancio regionale, e quindi è necessario intervenire con decisione, con attenzione, con buon senso, ma con decisione sui tanti sprechi, duplicazioni, pigrizie, presenti all’interno del mondo della sanità.

Noi siamo disponibili, l’abbiamo detto all’inizio (prima che questa legge entrasse in Aula), insieme a tutta la minoranza, a far sì che questo Consiglio regionale faccia una riflessione attenta, precisa e puntuale sulle necessità che hanno portato due minuti fa l’onorevole Sanna a dire che ci vorrebbe un commissario, un Bondi, commissario della Regione Lazio per la sanità, un Bondi sardo possibilmente che potesse fare una proposta seria di riforma della sanità in Sardegna. E non una riforma a foglie di carciofo per cui si presenta una leggina ogni tanto, rinviando ai successivi provvedimenti i problemi che anche la discussione di questa leggina ha posto alla nostra attenzione.

Io voglio approfittare di questo intervento, Presidente, visto che non l’ho potuto fare nell’emendamento sulla quota di spesa per l’assunzione degli interinali, per richiamare un dato. Ho fatto la somma delle risorse che le ASL spendono per i lavori interinali: nel 2011 a consuntivo 32,42 milioni di euro. Noi abbiamo presentato questo emendamento dell’1 per cento, l’Aula ha approvato il 2 per cento, l’abbiamo riportato a un terzo dello stanziamento perché dal consuntivo era circa il 6 per cento la quota spesa dalle ASL.

Io voglio porre un altro problema; in questi anni è stato utilizzato un altro cavallo di Troia per aggirare le norme sulle assunzioni dalle graduatorie formatesi a seguito di concorso e selezioni pubbliche: le assunzioni tramite la fornitura di servizi prestata dalle cooperative. Io non ho niente contro le cooperative, assolutamente niente, ma ho visionato una serie di delibere di varie ASL che prevedono vagonate di milioni di euro da spendere aggirando le norme sul personale, chiamando il personale che si vuole, perché sia con le agenzie interinali che con le cooperative il potente di turno ha possibilità di fare inserire le persone che più gli interessano.

Questo intendevo sottolineare rispetto all’emendamento orale presentato dall’onorevole Steri, cioè che sarebbe auspicabile che all’interno di questa percentuale del 2 per cento delle spese del personale che il Consiglio ha deliberato venissero inserite anche le spese per personale che surrettiziamente vengono travestite da forniture di servizi tramite cooperative!

E’ un malvezzo che ha preso piede in questi ultimi due anni ed è un malvezzo che, a nostro parere, Assessore, è necessario cercare di limitare o, meglio, di estirpare perché pensiamo che non sia più consentito, di fronte alla fame di lavoro e di legalità che viene dalla società, continuare con questi atteggiamenti dei soliti furbetti delle ASL, e fuori dalle ASL, perché poi sappiamo quali sono i rapporti tra le ASL e la politica, tra la sanità e la politica.

Detto questo, che è un problema che le porremmo, Assessore, anche con la presentazione di una mozione, intervengo ora sull’articolo 13. Io ho letto con attenzione l’articolo 13, ma mi sembra di poter dire che questo articolo è praticamente decaduto. Pregherei anche gli uffici di effettuare una valutazione; i commi 1 e 2 dell’articolo 13 fanno riferimento infatti al comma 6 dell’articolo 11 che è stato sostituito completamento dall’emendamento della Giunta numero 71, che ha cassato i termini previsti dal comma 6, anzi ha cassato completamente il comma 6.

A questo punto l’articolo 13 è il manifesto della confusione con cui stiamo discutendo questo disegno di legge perchè i commi di cui sopra sono legati a un riferimento che non esiste più. Quindi presumo, anzi sono convinto che l’articolo 13 possa essere viziato da decadenza perché io nell’emendamento 71, Assessore, che ha sostituito l’articolo 11 non ho trovato, forse è colpa mia, forse l’ho letto in maniera distratta, ma non ho trovato alcun termine di riferimento.

Noi siamo assolutamente d’accordo che ci debba essere un elemento di responsabilizzazione dei direttori sanitari, per carità, siamo assolutamente d’accordo che debba essere definito in legge, però pregherei il relatore e l’Assessore di verificare se con la sostituzione dell’articolo 11 l’articolo 13non abbia delle basi assolutamente inconsistenti.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, l’articolo 13 non decade perché comunque il termine di 120 giorni è previsto nell’emendamento numero 71 nell’ultimo capoverso del comma 2. E’ chiaro ed evidente che decade soltanto il riferimento al comma 6, tant’è che gli emendamenti numero 89 e 91 che prevedevano la soppressione delle parole “comma 6” non si votano neanche; è un adeguamento obbligatorio, in fase di coordinamento, in funzione di ciò che ha approvato il Consiglio.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Colleghi, abbiamo sentito parole in libertà: mistificazione, militarizzazione, oppressione culturale. Colleghi, se questo deve essere il livello del confronto teniamolo pure sulla base di questo genere di epiteti che però eludono il problema vero di un confronto sul merito. E ancora si insiste sulla posizione che avrebbe assunto l’assessore De Francisci, che avrà mille difetti, ma io penso che si debba riconoscere il suo modo leale e onesto di porsi anche nel confronto con questa Aula.

Parlare dell’assessore De Francisci come di una mistificatrice davvero non rende assolutamente giustizia a un lavoro faticoso, difficile, questo sì, che sta facendo; e, per dircela tutta, l’Assessore e la Giunta hanno portato in Commissione un testo che ha subito modifiche, anche sostanziali, proprio nell’ottica di quell’ascolto, di quel confronto utile e indispensabile soprattutto per una materia come quella della sanità che, ripeto, come ho detto stamattina, deve riguardare tutti.

Oggi abbiamo noi la responsabilità di governare, domani può essere in capo ad altri e sarebbe davvero da scriteriati pensare di fare norme che abbiano soltanto una vigenza momentanea perché servono a qualcuno in questo momento, sarebbe davvero di poco respiro.

E allora ecco perché ribadiamo che con quell’emendamento della Giunta regionale noi abbiamo reso possibile la salvaguardia dei piccoli ospedali. Abbiamo reso possibile cioè il fatto che il Governo possa non intervenire per impugnare sul punto la legge, cosa che sarebbe stata quasi scontata se il testo fosse rimasto quello approvato ieri.

La correzione introduce un elemento importantissimo perché nel momento in cui nell’emendamento numero 121 prevediamo una classificazione dei criteri (le lettere a), b) e c)) stiamo salvaguardando proprio quelle realtà territoriali, e le stiamo anche sostenendo, perché l’ottica della Giunta è quella di potenziare l’offerta della sanità in quel territorio anziché eliminarla.

Ed ecco perché nell’ottica anche di una maggiore speditezza della discussione abbiamo convenuto con l’Assessore, questo lo diciamo a chiare lettere, di eliminare l’articolo 12; perché l’articolo 12 è una norma di carattere programmatico, non aggiunge e non toglie nulla, abbiamo convenuto anche con l’emendamento soppressivo dell’opposizione, così come abbiamo convenuto su quell’emendamento che fissa un tetto per quanto riguarda i lavori interinali.

Se il confronto continua su queste basi, siccome la sanità non è appannaggio di una parte politica, noi ci stiamo, va bene e può continuare il confronto; se, invece, continuiamo con le mistificazioni allora la maggioranza, pur con le sue difficoltà, continuerà ad andare avanti e a portare a casa il risultato di questo provvedimento.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Io riprendo da quest’ultima affermazione dell’onorevole Pittalis, non sarei così sicuro che la maggioranza vada avanti così coesa visto quello che è successo qualche minuto fa, però capisco che nell’economia di un dibattito, di un confronto in Aula ci stia anche questo. Assessore De Francisci, questo dibattito non so se si concluderà domani mattina, sta però giungendo al termine; il confronto su questo vostro disegno di legge, onorevole Pittalis, evidentemente per il contenuto e la qualità del provvedimento in discussione, si è caratterizzato per una certa pochezza, così come l’ha definita lei, ma il dibattito è anche condizionato dalla qualità dell’argomento che si pone all’attenzione dell’Aula.

Evidentemente vi dovete rendere conto (e mi pare che l’articolazione anche all’interno della maggioranza nel dibattito su questo disegno di legge stia a testimoniarlo) che forse potevate fare di meglio, potevate fare qualche cosa di più, però non vi interessava fare di meglio e fare qualcosa di più. Assessore De Francisci, io glielo dico anche con stima personale, mi permetta, ma io in questo momento non mi vorrei trovare al suo posto, poi capisco che questa considerazione sia reciproca. Ripeto, non vorrei trovarmi al suo posto ma non voglio affondare il coltello nella piaga, e di piaghe ce ne sono state tante all’interno della maggioranza in questo dibattito, su questo disegno di legge.

L’ultimo episodio a cui abbiamo assistito testimonia il fallimento di questa maggioranza. Assessore, rivolgo a lei una domanda che vorrei rivolgere a qualche esponente della maggioranza in questa Aula (non lo faccio per questioni di rispetto e anche probabilmente perché non otterrei risposta), e cioè cos’altro è, mi chiedo e le chiedo, il voto favorevole anche del partito più numeroso della maggioranza all’emendamento soppressivo dell’articolo 12.

Il Capogruppo del P.d.L. si è preoccupato in qualche maniera di dare una risposta, una giustificazione. Però è una giustificazione che nasce, come ho detto all’inizio, forse dalla pochezza del disegno di legge, quindi non poteva esserci un dibattito diverso; però, onorevole Pittalis, se la maggioranza presenta un testo, lo conferma in Commissione, lo conferma durante il dibattito in Aula e alla fine vota un emendamento soppressivo totale di un articolo di quel testo vuol dire davvero che con quel voto avete voluto evitare, in maniera plateale, un isolamento del P.d.L. anche all’interno della maggioranza. Avete fatto bene; ovviamente, è una mia considerazione, e non è nella disponibilità di alcuno, è mia punto e basta.

Questo è quello che è avvenuto; assessore De Francisci, vorrei chiederle (sono convinto che almeno lei risponderà, differentemente dal Presidente della Regione che non risponde mai al dibattito che si sviluppa in questa Aula), che giudizio dà del testo che esiteremo nelle prossime ore. Avete smontato il Piano sanitario, che questa Regione aveva, non l’avete sostituito con un altro Piano. Avete demolito tutti gli strumenti di programmazione, di pianificazione sanitaria che, con tutti i loro limiti, per carità, questa Regione aveva, non li avete sostituiti con altri strumenti. Avete fatto una sorta di abiura alla programmazione e alla pianificazione, avete esautorato la politica e il Consiglio regionale, ma non solo, avete esautorato anche la governance locale dei territori, che è molto importante, alla quale noi dovremmo prestare la massima attenzione.

Con questo testo, che l’Aula esiterà con i soli voti della maggioranza, se ci saranno tutti, voi avete, ripeto, smontato il Piano sanitario e non lo avete sostituito con altro. Avete creato una situazione in cui ogni realtà, ogni azienda sanitaria locale, ogni azienda mista, ogni struttura farà ciò che vorrà, non risponderà a un minimo di pianificazione e di programmazione. C’è da essere orgogliosi di uno strumento come questo che esiterà la maggioranza nelle prossime ore, onorevole Pittalis?

Capisco che la risposta sarà positiva e ci saranno anche tante ragioni a supporto, però dico con molta tranquillità, senza i toni accalorati che spesso mi accompagnano negli interventi, che a me pare davvero che avete perso un’occasione e non capisco per che cosa. Non vedo infatti nemmeno un disegno strategico che avrei capito, pur non condividendolo, qualora avesse riportato in qualche luogo del governo di questa Regione lo strumento della pianificazione e della programmazione. Così non è.

Io credo, Assessore, che sarà difficile anche per lei dirigere questo delicatissimo, importantissimo settore, forse il più importante, anzi, senz’altro è il più importante per la vita di ognuno di noi, senza la possibilità di avere uno strumento che le consente di esercitare la funzione per cui anche lei, insieme ad altri 79, è in quest’Aula; anzi, lei con più responsabilità perché ha una delega del Presidente per gestire le politiche sanitarie. Siamo arrivati a questo, assessore De Francisci; onorevole Pittalis, di questo stiamo parlando.

Ecco perché abbiamo usato toni forti. Sono toni giustificati dalla preoccupazione di quello che sta avvenendo e che voi avete voluto. Siamo in quest’Aula da tre anni e mezzo, abbiamo discusso anche in altri momenti in maniera molto accesa, molto forte, con toni anche ruvidi tra maggioranza e opposizione (Piano casa, legge sul golf, le varie proroghe e tante altre cose), eppure non ho mai visto, nessuno si offenda, una maggioranza così “sbulinata”. Nessuno si offenda, per carità! Ecco perché non vorrei essere nei suoi panni, sempre reciprocamente. In questo senso, io concludo, mi pare ci sia poco da dire ancora, almeno per quanto mi riguarda, però le sarei grato, Assessore, se alla fine del suo intervento in qualche maniera, in trenta secondi, in un minuto, essendo una giornalista professionista e anche brava, con capacità di sintesi…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale.Presidente, in questa mia breve risposta vorrei iniziare parafrasando una considerazione fatta nei giorni scorsi dall’onorevole Gian Valerio Sanna, che ho trascritto e tenuto a mente perché secondo me calza a pennello: “Meglio raggiungere un piccolo risultato che rincorrere un’utopia”. Questo non lo considero un piccolo risultato, onorevole Sanna. Diventa un grande risultato nella misura in cui noi riusciremo con questo provvedimento a evitare che i tagli ragionieristici arrivino da Roma.

Noi non abbiamo mai nascosto che questo non voleva essere e non è mai stato, nelle nostre intenzioni, un Piano sanitario, non è sostitutivo di un Piano sanitario, come diceva nei giorni scorsi l’onorevole Corda; è un provvedimento alternativo necessitato proprio dalla spending review. Onorevole Barracciu, bene ha fatto il Presidente della Regione a impugnare la legge di stabilità, che comporterà per la sanità un ulteriore taglio di 41 milioni di euro. Il problema è che, in attesa di avere il risultato di quell’iniziativa, noi nel frattempo siamo costretti a intervenire per evitare che i tagli comunque li decidano da un’altra parte rispetto al luogo dove invece si dovrebbero decidere.

Onorevole Sanna, a me è spiaciuta del suo intervento la battuta sul fatto che aspetterete il cadavere che passa perché io non credo che l’attuale maggioranza, allora opposizione, aspettasse la bocciatura del Piano sanitario o abbia gioito quando ha avuto la notizia.

(Interruzione)

Se lo ha fatto ha sbagliato perché quel Piano sanitario è stato un risultato ottenuto dopo vent’anni di assenza di programmazione sanitaria; quindi allo stesso modo dico che se voi oggi aspettate una bocciatura di questo provvedimento o comunque aspettate il fallimento di questo provvedimento non credo che facciate un piacere alla Sardegna, sostanzialmente. Quindi il nostro disegno di legge è stato una piccola riforma, non abbiamo mai parlato di grande riforma, motivata dal fatto che nel frattempo è intervenuto un decreto nel luglio scorso chiamato spending review, o rivisitazione della spesa che dir si voglia.

Onorevole Zuncheddu, nel corso dei suoi interventi su questo disegno di legge, lei non è mai stata tenera, è sempre stata particolarmente critica. Nello specifico, quando lei parla di assenza di prevenzione, evidentemente trascura il fatto che dalla scorsa finanziaria, e in questa le implementeremo ulteriormente, abbiamo stanziato le risorse per gli screening e allo screening del colon, della mammella e dell’utero si unirà anche lo screening polmonare, proprio per andare incontro alla problematica, a cui lei faceva riferimento, derivante dalla esplosione di patologie dell’apparato respiratorio.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). L’avete fatto in città, è diverso!

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale. Non l’abbiamo fatto in città, onorevole Zuncheddu. Noi cerchiamo di raggiungere il maggior numero di persone possibili e tutte le ASL stanno attivando, hanno già attivato, gli screening proprio per “screenare” il maggior numero di persone possibile. Quindi mi sento di rispedire al mittente le critiche di assenza di prevenzione e di assenza di strategia sanitaria sulla prevenzione proprio perché abbiamo raddoppiato le risorse indirizzate allo screening.

Per concludere, onorevole Salis, quando lei dice che – non l’ha detto solo lei per la verità – il Consiglio regionale e la Commissione saranno esclusi dalla decisione, dalla condivisione e dalla concertazione di ciò che sarà questa riforma (visto che questo provvedimento è la cornice legislativa, poi bisognerà riempirlo di contenuti), io voglio rammentarle il comma 5 all’articolo 11, quello che abbiamo appunto riscritto, approvato questa mattina, che dice: “L’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale entro 60 giorni dall’acquisizione delle proposte di razionalizzazione previste nel comma 2, verificata la coerenza con le disposizioni normative ” (…) “previo parere della Commissione consiliare competente, trasmette la proposta di riorganizzazione alla Giunta regionale che la adotta”.

E, a proposito di questo emendamento, onorevole Salis e onorevoli colleghi, nessuno di voi ha sottolineato il fatto che lo sforzo della Giunta è stato proprio quello di ascoltare le richieste rispetto alle esigenze di una maggiore condivisione e concertazione; quindi noi riscrivendo con questo emendamento l’articolo 11 abbiamo allargato lo spettro dei soggetti coinvolti, sentiremo le università, gli ordini e i collegi professionali, i sindacati e i privati accreditati, proprio per andare incontro alle esigenze espresse in quest’Aula, espresse in Commissione, espresse dalle parti sociali.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Lai, relatore di maggioranza.

LAI (P.d.L.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 87, 88, 90.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l’emendamento numero 87. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 87.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Contu Felice, Milia e Zedda hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo – Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 64

astenuti 2

maggioranza 33

favorevoli 21

contrari 43

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’emendamento numero 88. Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.).Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 88.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Espa ha votato a favore e che il consigliere Contu Felice ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo – Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 64

astenuti 2

maggioranza 33

favorevoli 21

contrari 43

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’emendamento numero 90. Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA Giampaolo (P.D.).Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 90.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Contu Felice ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri :Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Capelli – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 65

Votanti 64

Astenuti 1

Maggioranza 33

Favorevoli 20

Contrari 44

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’articolo 13. Chi lo approva alzi la mano.

(E’ approvato)

Passiamo all’esame dell’articolo 14. All’articolo 14 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell’articolo 14 e dei relativi emendamenti:

Art. 14

Riparto del Fondo sanitario regionale

1. Il comma 2 dell’articolo 26 della legge regionale n. 10 del 2006 è sostituito dal seguente:

“2. La Giunta regionale individua i criteri per il riparto del Fondo sanitario regionale con riferimento ad un periodo temporale non inferiore al biennio, sentita la Commissione consiliare competente in materia di sanità. Nella definizione dei criteri relativi alle ASL si tiene conto dei livelli essenziali di assistenza e di:

a) popolazione residente, tenuto conto delle caratteristiche demografiche rilevanti ai fini dei bisogni di assistenza;

b) variabili di contesto, con particolare riferimento alle caratteristiche infrastrutturali del territorio, alla variabilità demografica stagionale e ai fenomeni di spopolamento;

c) fabbisogno di assistenza tenuto conto della domanda di prestazioni e della rete dei servizi e presidi;

d) obiettivi assistenziali e funzioni di coordinamento assegnati alle ASL dalla programmazione regionale.

Articolo 14

L’articolo 14 è soppresso. (92)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 14

La lettera a) del comma 1 è soppressa. (96)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 14

La lettera b) del comma 1 è soppressa. (97)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 14

La lettera c) del comma 1 è soppressa. (98)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 14

La lettera d) del comma 1 è soppressa. (99).)

PRESIDENTE. Poiché non ci sono iscritti a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Lai, relatore di maggioranza.

LAI (P.d.L.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 92, 96, 97, 98 e 99.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l’emendamento numero 92. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 92.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Contu Felice ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 64

astenuti 1

maggioranza 33

favorevoli 21

contrari 43

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’emendamento numero 96. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 96.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Zuncheddu ha votato a favore e che i consiglieri Cossa e Vargiu hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Biancareddu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo – Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 64

astenuti 2

maggioranza 33

favorevoli 22

contrari 42

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’emendamento numero 97. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 97.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo – Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 63

astenuti 2

maggioranza 32

favorevoli 21

contrari 42

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’emendamento numero 98. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 98.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Contu Mariano – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo – Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 63

astenuti 2

maggioranza 32

favorevoli 22

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’emendamento numero 99. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 99.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Milia – Moriconi – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Mula – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo – Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 63

astenuti 2

maggioranza 32

favorevoli 22

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’articolo 14. Chi lo approva alzi la mano.

(E’ approvato)

Passiamo all’esame dell’articolo 15. All’articolo 15 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell’articolo 15 e dei relativi emendamenti:

Art. 15

Pubblicità degli atti

1. Le aziende sanitarie pubblicano gli atti, sia le deliberazioni del direttore generale che le determinazioni dirigenziali, sull’albo pretorio on line dell’azienda, immediatamente e comunque non oltre tre giorni.

2. Salvo che la legge non disponga una specifica disciplina per la pubblicità a terzi, il termine per l’opposizione agli atti delle aziende sanitarie decorre dalla data di pubblicazione degli stessi sull’albo pretorio on line dell’azienda.

Emendamento soppressivo totale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 15

L’articolo 15 è soppresso. (93)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 15

Il comma 1 è soppresso. (94)

Emendamento soppressivo parziale Giunta regionale

Articolo 15

Il comma 2 è soppresso. (100)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 15

Il comma 2 è soppresso. (101)

Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale.

Articolo 15

Al comma 1 le parole “non oltre tre giorni” sono sostituite con “non oltre 15 giorni”. (95).)

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, ho chiesto di parlare sull’articolo 15 perché ha un contenuto esilarante. Proprio non sapevate più che cosa scrivere, e invece di pensare al dovere che avete, voi della Giunta e voi della maggioranza, di garantire la trasparenza nei confronti del Consiglio e far funzionare l’accesso agli atti della Giunta in tempo reale, come era un tempo, vi permettete di dare un bel consiglio alle aziende sanitarie, obbligandole a pubblicare i loro atti sull’albo pretorio on line dell’azienda immediatamente, e comunque non oltre tre giorni. Una cosa terrificante, di una severità con la quale si procede, e da quale pulpito! Mannaggia! Da quale pulpito! Ma avete un’idea della proporzione?

Noi da quattro anni stiamo denunciando l’impossibilità di esercitare la funzione di consigliere regionale con adeguatezza, per via della strumentalità con la quale usate il sito istituzionale.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue SANNA GIAN VALERIO .) Vale a dire, le delibere che non dicono niente si pubblicano subito, le delibere che dicono qualche cosa impiegano più tempo, così possiamo ritardare qualche ricorso, perché ci sono anche delle implicazioni. Io credo però che prima o poi a qualcuno gli verrà l’idea di dire “ma, insomma, l’albo pretorio c’è anche per le aziende sanitarie e non c’è per la Regione?” E’ possibile che ci prendiamo questa libertà?

Assessore, secondo me avete superato ogni limite. E ovviamente i primi che rideranno di questo provvedimento saranno i direttori generali, perché loro stessi hanno problemi ad accedere in tempi realistici alle delibere che lei porta in Giunta. Avete assunto da tutte le parti: interinali, meno interinali, de tottu; però due persone incaricate di mettere in tempo reale sul sito le delibere, a distanza di un’ora o due dalla approvazione in Giunta, perché tutti possano prenderne visione, quello no. Vi rendete conto che vi esponete a un giudizio, a un giudizio anche facile, antipatico? E questo sarebbe il termine di una rivoluzione?

Assessore, come ho detto dall’inizio e lei lo confermerà; io voglio sapere chi è il protagonista di questo capolavoro. Io lo voglio conoscere perché è una persona che deve avere una capacità inventiva al limite del premio Nobel. Ma, a quale fine? Io suppongo che questo sia un esercizio che va a vantaggio della possibilità, ovviamente come abbiamo intuito dal provvedimento legislativo, di voler imporre il controllo sulle aziende sanitarie perché la lottizzazione sta producendo degli effetti non proprio controllabili.

Quindi l’Assessore dice: “Se ho i documenti entro tre giorni mi cautelo”. Solo in secondo ordine questa pubblicità può riguardare i consiglieri regionali, ma mai che vi sia venuto in mente che il diritto alla trasparenza prima di tutto lo si deve esercitare in proprio e poi per emanazione a tutti gli altri. Mi fermo qua perché che altro si potrebbe dire, oltre che farsi una scrosciante risata, di questo articolo? Solo questo.

Voglio avvertirvi poi di un’altra cosa, poiché abbiamo vissuto altri tempi; io non ho fatto osservazioni sul precedente articolo soprattutto sul comma 2, ma il meccanismo della decadenza nei contratti di carattere privatistico non funziona molto bene se non a costo di onerosi risarcimenti dalle casse regionali verso le persone titolari di questi contratti. Prevederlo in legge non è sufficiente perché il contratto pattuito con i direttori generali pone in capo a loro il raggiungimento degli obiettivi. sarebbe stato diverso se voi aveste detto che “il raggiungimento entro quei termini di quegli obiettivi costituisce obiettivo aziendale all’interno del raggiungimento della…”, altra cosa, ripeto, che abbiate detto questo.

Avremo altri oneri da pagare, laddove decideste dubito che sia una norma praticabile perché, essendo amici degli amici, se togliete il riformatore si arrabbiano i Riformatori e la maggioranza non c’è più, se togliete quello dell’U.D.C. salta la maggioranza, se togliete quello sardista finisce a ramengo, quindi voglio dire è una norma che lascia il tempo che trova, è solo dimostrativa; però tenete presente che se aveste voluto fare sul serio con quella norma non sareste riusciti a farlo. Tutto qua.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). L’onorevole Gian Valerio Sanna ha ben presentato la situazione di un articolo che può essere considerato sicuramente pleonastico rispetto all’attuale situazione della trasparenza degli atti per quanto riguarda il mondo generale della pubblica amministrazione regionale. E’ facile ricordare che il diritto di accesso agli atti era diventato un’abitudine virtuosa per quanto riguardava l’accesso alle delibere di Giunta.

Oggi, come sapete, tante volte le delibere di Giunta non ci sono. Recentemente si è verificato anche uno sgradevole episodio: non si sa per quale motivo erano sparite, addirittura dalle pagine web del Consiglio, le procedure che permettevano a qualunque cittadino, senza bisogno di chiedere favori a nessuno, di capire come si poteva procedere in una richiesta per un contributo, per qualunque tipo di attività. Però, per fortuna, queste procedure sono “riapparse”.

Assessore De Francisci rispetto alle considerazioni che ha svolto nell’ultimo passaggio del suo intervento devo dire che sono d’accordo sul fatto che quell’emendamento introduce delle modalità di maggiore partecipazione rispetto all’iter previsto dal disegno di legge in bozza, però questo è quello che noi abbiamo già in legge nel senso che con la legge numero 10 noi prevediamo quei processi di partecipazione.

Quindi bisogna dire che questo emendamento approvato stamattina sui processi di partecipazione non fa altro che mettere una pezza alla realtà attuale. Io capisco che lei con soddisfazione dica che abbiamo migliorato rispetto al punto zero da cui partivamo; abbiamo migliorato ma, nella somma totale, almeno noi del centrosinistra dobbiamo dire che stiamo peggiorando, perché i percorsi partecipativi sono già assegnati nella legge attualmente in vigore.

Quindi, questo lo dico perché, e non ripeto le cose che ho già detto precedentemente, non è possibile secondo me affrontare un argomento così delicato in questo modo. In un altro articolo si parla della partecipazione della Commissione consiliare competente; mi viene da dire che è meglio di niente. Io credo però che certi argomenti debbano appartenere all’Aula; questo lo sostengo nonostante io faccia parte della Commissione sanità, per cui potrei dire di avere la possibilità di esercitare sulla materia un potere maggiore di quello dei colleghi. Ma non è questo il punto.

Questi sono argomenti d’Aula e non da Commissione e quindi è necessario, da questo punto di vista, capire che al di là della riforma, della riformina (o come l’ha chiamata molto bene il collega Locci che non credo sia rimasto troppo soddisfatto dall’andamento delle cose), della leggina o come viene appellata, dobbiamo trovare soluzioni diverse anche perché, nei prossimi articoli, troveremo altri passaggi sui quali veramente potremmo essere molto perplessi.

Per esempio, all’articolo 18 si dice: “Ai provvedimenti di cui agli articoli (…) non si applica”, dice molto semplicemente così, “la legge numero 10”, non è che la abroga, dice che non si applica. E allora io per questo dico che non ci sono motivi secondo me di celerità per cercare di esitare per forza una legge che non creerà delle situazioni virtuose e, soprattutto, credo non metterà le pezze ai problemi che il Governo nazionale al quale ci contrapponiamo, potrà creare alla sanità sarda.

Ricordo, in proposito, che in Commissione l’onorevole Vargiu ha detto che se non interveniamo noi, qualcun altro ci sostituirà e la riforma verrà fatta a colpi d’ascia. Onorevole Vargiu, io dico che questo non è lo strumento giusto. Per fare in modo che non intervengano altri a colpi d’ascia bisogna, e qui concludo, fare il Piano sanitario.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). L’articolo 15 attiene alla pubblicità degli atti; approfitto del tema per chiudere il ragionamento precedente auspicando, Assessore, che una delle prime determinazioni dirigenziali attui, per esempio, una sua direttiva di recepimento della mozione numero 97, ne parlavo qualche minuto fa, relativa al metodo Zamboni.

Innanzitutto mi scuso per i toni eccessivi che ho usato, ma vorrei anche ricordare che, per quanto riguarda questo sistema di cura, è coperta l’Italia del Nord (Lombardia, Piemonte e Veneto), è coperta l’Italia centrale (Emilia-Romagna, Lazio e Marche), è coperta l’Italia insulare limitatamente alla Sicilia: la Sardegna no. Io non penso che i suoi colleghi Assessori, che operano in oltre la metà del territorio italiano, siano dei matti; pertanto ancora mi permetto di invitarla a effettuare ulteriori verifiche analizzando il comportamento dei suoi colleghi, le modalità di attuazione del protocollo e i risultati ottenuti, verificando se anche in quelle regioni i poteri forti della medicina hanno avuto o meno il potere di rallentare il meccanismo.

Io, certamente, ho poche testimonianze, una l’ho avuta per telefono, un’altra è di un amico che rientra in buono stato di salute rispetto alla partenza sulla sedia a rotelle, quindi le considero un po’ marginali, però a lei chiedo coraggio. Coraggio significa fare un giro per l’Italia, vedere veramente i risultati in ingresso e in uscita di questi pazienti. Sia un pochino coraggiosa. Io mi auguro – uso un altro termine forte e me ne scuso -che in questa metà e oltre del territorio italiano non abbiano aperto delle macellerie, non abbiano aperto dei lager; non penso, penso invece che siano strutture che diano dei risultati. Io le chiederei di rapportarci su quello che succede in oltre metà del territorio italiano, le chiedo questo coraggio.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Rinuncio.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti, ha facoltà di parlare il consigliere Lai, relatore di maggioranza.

LAI (P.d.L.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 93 e 94, parere favorevole invece sugli emendamenti numero 100 e 101, uguali, e 95.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti, ha facoltà di parlare l’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l’emendamento numero 93.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 93.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Contu Felice, Dedoni e Floris Mario hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Bruno – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Mulas – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 61

Votanti 61

Maggioranza 31

Favorevoli 23

Contrari 38

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’emendamento numero 94.

Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA Giampaolo (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 94.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Pitea ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Bruno – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Mulas – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Vargiu – Zedda.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 61

maggioranza 31

favorevoli 23

contrari 38

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione gli emendamenti 100 e 101, uguali.

Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Chiedo, se è possibile, spiegazioni circa la volontà di soppressione da parte della Giunta del comma 2. Non riusciamo a capire la motivazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Le spiego subito. Il termine per proporre opposizione, per proporre ricorso contro i provvedimenti non lo stabilisce la Regione ma lo stabilisce lo Stato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale. Ne ha facoltà.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale. Intendevo fornire la spiegazione offerta dall’onorevole Steri. Onorevole Barracciu, ci rimettiamo a leggi nazionali.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 100 e 101, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.). Chi non li approva alzi la mano.

(Sono approvati)

Metto ora in votazione l’emendamento numero 95.

Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA Giampaolo (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 95.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cugusi e Espa hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Cappai – Cherchi – Cocco Pietro – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Diana Giampaolo – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Mariani – Meloni Francesco – Meloni Marco – Milia – Moriconi – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Salis – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus – Barracciu – Bruno – Cocco Daniele – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Espa – Lotto – Manca – Meloni Valerio – Mulas – Sabatini – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio.

Si è astenuta la consigliera: Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 47

contrari 16

(Il Consiglio approva).

Metto ora in votazione l’articolo 15.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’articolo 15.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cocco Daniele ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Murgioni – Obinu – Oppi – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Salis – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus – Barracciu – Bruno – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Mulas – Sabatini – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 64

maggioranza 33

favorevoli 42

contrari 22

(Il Consiglio approva).

Passiamo all’esame dell’articolo 16. All’articolo 16 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell’articolo 16 e dei relativi emendamenti:

Art. 16

Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e socio-sanitaria

1. Alla fine della lettera d) del comma 2 dell’articolo 23 della legge regionale 23 dicembre 2005, n. 23 (Sistema integrato dei servizi alla persona. Abrogazione della legge regionale n. 4 del 1988. Riordino delle funzioni socio-assistenziali), sono aggiunte le parole: “Qualora, entro il termine di trenta giorni dalla richiesta dell’Assessorato competente, non pervenga l’elenco dei cinque rappresentanti, la conferenza è validamente costituita e funzionante con i componenti di cui alle lettere a), b) e c). Rimane impregiudicata la possibilità che la Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e socio-sanitaria sia successivamente integrata a seguito della comunicazione all’Assessorato competente dei cinque rappresentanti eletti dal Consiglio delle autonomie locali con voto limitato.”.

Emendamento soppressivo totale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 16

L’articolo 16 è soppresso. (102)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 16

Il comma 1 è soppresso. (103)

PRESIDENTE. Prego inoltre i colleghi di considerare l’emendamento numero 104 della Giunta regionale come aggiuntivo all’articolo 16, in quanto l’articolo 17, al quale risultava presentato, è stato soppresso dalla Commissione. Se ne dia lettura.

EMENDAMENTO aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 17

Dopo l’articolo 17 è aggiunto il seguente:

Art. 17 bis

1. Le somme definanziate dalla Direzione sanità dall’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale in applicazione dell’articolo 2, comma 2, della legge regionale 10 agosto 2010, n. 14, relative della residua somma finanziata con delibera della Giunta regionale 5 settembre 2007, n. 33/18, pari a euro 400.000, sono riassegnate per euro 300.000 all’UPB S01.05.002 su apposito capitolo di spesa di nuova istituzione e finalizzate alla realizzazione dell’ampliamento e relativo allestimento degli uffici della Direzione generale della sanità, ubicati nella via Roma, 223 in Cagliari e per euro 100.000 all’UPB S02.04.010, capitolo SC02.1116, CdR 00.12.01.02 quale contributo alla Lega tumori. (104)).

PRESIDENTE. E’ iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, questo spostamento dell’emendamento, a cui noi siamo contrari, come finisce?

PRESIDENTE. E’ semplicemente un errore degli Uffici, onorevole Barracciu, non credo che lei possa esprimere contrarietà o meno su questo.

Desidera intervenire sull’articolo?

BARRACCIU (P.D.). Oggi ci sono da parte degli Uffici una serie di virtuosismi abbastanza particolari.

(Interruzioni)

Il Presidente sta dicendo che è una responsabilità degli Uffici.

(Interruzioni)

No, l’ha detto lui, l’ha detto il Presidente che è una responsabilità degli Uffici.

PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, desidera intervenire sull’articolo?

BARRACCIU (P.D.). Certo. L’articolo 16, Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e socio-sanitaria, è un’altra chicca di questo disegno di legge. Un articolo che può sembrare, apparentemente, ininfluente ma che evidenzia il significato secondo noi di questo provvedimento di legge. Un disegno di legge che non segue l’iter che la programmazione sanitaria dovrebbe seguire e, peraltro, nelle poche cose che vengono inserite per ridisegnare la rete ospedaliera, si fa carico di annullare tutti i passaggi possibili di consultazione e di concertazione.

Negli articoli che avete già approvato questa sorte è toccata alla Commissione sanità ridotta, sostanzialmente, a organo consiliare assolutamente ininfluente ed insignificante. Questo sarebbe il rispetto per il Consiglio regionale! E’ ciò che è toccato ai sindaci e alle conferenze dei territori che non vengono sentiti anzi, vengono sentiti ma dai direttori generali; direttori generali che, peraltro, sappiamo bene che cosa hanno prodotto in questi tre anni e mezzo di governo della sanità nella gestione della sanità, e gli effetti che sta producendo sul territorio la loro gestione.

Quindi, dicevo, è saltata la consultazione e la giusta condivisione da parte della Commissione sanità, dei sindaci, dei territori e delle parti sociali, soggetti che vengono sentiti appunto dai direttori generali e adesso tocca alla Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e sociosanitaria essere ridimensionata con questo articolo. E’ un disegno di legge che più volte abbiamo definito inopportuno sotto tutti i profili, illegittimo per molti profili e credo che sarà impugnato non dal Governo nazionale ma da altri perché, come è già stato detto nelle discussioni precedenti, si saltano le dovute consultazioni per mettere mano alla rete ospedaliera.

E’ inapplicabile perché è un pasticcio giuridico, un mostro giuridico senza precedenti, adesso tocca alla Conferenza permanente per la programmazione sociale e sanitaria essere ridimensionata numericamente, quindi dal punto di vista della rappresentatività. Quindi un disegno di legge inutile sotto tutti i punti di vista; sarebbe stato meglio, forse più utile, perché avreste risparmiato almeno il tempo, Assessore, se aveste ristrutturato la rete ospedaliera con una delibera di Giunta, saltando i passaggi dentro quest’Aula, saltando anche le cose che avete scritto che sono soltanto di facciata e che certamente non produrranno niente di buono. Questo, peraltro, aveva fatto il predecessore dell’assessore De Francisci, l’assessore Liori.

State approvando in questa sede un disegno di legge che salta la consultazione, che è illegittimo, che è inopportuno, che sarà inapplicabile, come spesso hanno ripetuto gli uffici; “inapplicabile”, perché gli uffici di questo Consiglio regionale hanno detto che sarà una legge inapplicabile, quindi passibile di essere impugnata come era stata impugnata anche la nostra proposta di rete ospedaliera, era stata impugnata per difetto di consultazione, soltanto un difetto formale, figuriamoci se non verrà impugnata questa che voi vi state approvando.

Ci stiamo apprestando alla fine della discussione di questo testo, i toni che abbiamo sentito certo a volte anche accesi, alcuni sopra le righe, perché no, non hanno mai avuto il carattere di “opposizione per opposizione”, “ostruzionismo per ostruzionismo”, noi abbiamo cercato di proporre i nostri argomenti, di portarli all’attenzione di quest’Aula, abbiamo trovato dei muri insormontabili su tutte le cose che abbiamo cercato di far passare per migliorare la legge e anche per indurvi a non perseverare su una strada che non conseguirà gli obiettivi.

Non più tardi di ieri, anzi stamattina, lo stesso onorevole Franco Meloni ci ha ricordato che, secondo un loro calcolo, facendo le cose molto bene, quindi con una burocrazia che funziona, eccetera, sarà necessario un anno per rendere operative queste norme. Ora, questo calcolo l’avevamo fatto anche noi, ma forse riportato dai Riformatori è più credibile in quest’Aula perché proviene dalla maggioranza e, certamente, avete più propensione all’ascolto di un partito della maggioranza, quell’ascolto che invece a noi negate sistematicamente. Allora, ci dovete spiegare come farete, volendo assolutamente rispettare i diktat del Governo, ad approvare questa proposta di rete ospedaliera entro il 31 dicembre di quest’anno, non ce la farete!

Quindi anche le motivazioni che avete espresso in quest’Aula sulla necessità inderogabile di rispondere al Governo, pena la perdita dei soldi da una parte, o penalizzazioni dall’altra, cadranno, perchè comunque la legge a seconda di quello che scriveremo verrà impugnata! Cadranno per tutto ciò che è scritto in questa legge! Allora siccome la burocrazia in questa Regione comunque non funziona, non solo ci vorrà un anno, ci vorrà un anno e mezzo, ma noi perderemo comunque i fondi che voi volete salvare perché la data di scadenza non verrà rispettata e lei, Assessore, lo sa.

Questo è pertanto un esercizio legislativo, un brutto e pasticciato esercizio legislativo, che non produrrà gli effetti voluti. Tanto valeva prenderci il tempo per riscrivere il Piano sanitario regionale, aggiornare quello che c’era (magari per risparmiare un po’ di tempo), modificarlo radicalmente ma dare a questa Sardegna uno strumento di programmazione sanitaria degno di questo nome.

Un atto che ci avrebbe consentito, in autonomia, di tracciare la strada per rientrare dal mostruoso disavanzo, che avete generato, di 360 milioni di euro, i con un utilizzo, appropriato; ma anche di disegnare questo Servizio sanitario regionale con la rete ospedaliera, con i servizi territoriali e con tutti gli altri strumenti dichiarati nel Piano sanitario regionale, senza danneggiare i cittadini o, meglio, soprattutto senza danneggiare i cittadini che gravitano attorno ai piccoli ospedali, come invece succederà a causa della norma che voi avete approvato questa mattina e che, praticamente, depotenzia il provvedimento che ieri il Consiglio regionale aveva approvato, quello sì, in favore dei piccoli ospedali.

Ritengo quindi che ci sia la consapevolezza che questa legge mantiene le cose che abbiamo detto e, per di più, non fa raggiungere l’obiettivo del 31 dicembre 2012 che è l’obiettivo, quello sì un diktat, che il Governo ha imposto per la razionalizzazione della rete ospedaliera, non ce la farete e di fatto quindi potete anche approvarvela perché sarà un nulla di fatto!

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Gallus. Ne ha facoltà.

GALLUS (P.d.L.). Presidente, gradirei per cortesia che in Aula ci fosse l’onorevole Cugusi. Questa volta intervengo con un argomento non molto attinente all’articolo in discussione però, visto che l’hanno fatto tutti, anch’io mi voglio prendere questa licenza e le chiedo scusa anticipatamente. Vorrei l’onorevole Cugusi in Aula perché ho qualcosa da dire anch’io sul metodo Zamboni e sulla sclerosi multipla nella triplice veste di politico, perché mi sono sempre occupato di politiche sanitarie in Consiglio regionale, di medico e anche di paziente perché io rientro in quella percentuale di sardi ( ce n’è uno ogni 400, come diceva l’onorevole Cugusi), colpiti dalla malattia. Però sono di sesso maschile quindi sono stato sfortunato due volte a essere tra questi e a essere pure maschio, perché colpisce di meno eppure ha colpito anche me.

Intervengo anche perché sono stato un allievo, 23 anni fa, del professor Zamboni che quindi conosco e col quale ho interloquito più volte. Quindi, senza assumere assolutamente un’aria da professorino o da saccente vorrei chiarire, se mi date due minuti, una volta per tutte in che cosa consiste il metodo Zamboni e cosa va a colpire e perché il professor Zamboni ha pensato che ci fosse questa affinità tra la cosiddetta insufficienza cronica venosa cerebrospinale e la sclerosi multipla. Innanzitutto ho parlato di insufficienza venosa, ripeto con simpatia e senza alcuna polemica verso l’amico Giorgio Cugusi, mentre la carotide è un’arteria, quindi non si agisce sulla carotide ma si agisce sulle vene e la vena che si osserva è la giugulare.

Parlare di carotide, significa che stiamo parlando del sangue che va verso il cervello, mentre invece con insufficienza venosa della giugulare si parla del sangue che dal cervello raggiunge i polmoni per essere ossigenato. Molto brevemente vi posso anche spiegare come avviene questa metodica che è simile, gli amici cardiologi come l’onorevole Locci ce lo possono insegnare, alla cosiddetta angioplastica che si fa quando si ha un infarto del miocardio.

In pratica si tratta di una normalissima operazione di angioplastica, quindi non c’è nessuna difficoltà a eseguirla, non c’è assolutamente alcuna difficoltà anche da parte dell’operatore, il quale dopo aver praticato una fortissima anestesia inserisce un ago cannula nella zona del primo pezzo della parte interna della coscia e da qui una specie di sonda che raggiunge, appunto, le vene giugulari dopo averle osservate precedentemente in ecografia.

Ripeto, il procedimento avviene in presenza di un restringimento delle giugulari, perché Zamboni asserisce, ma insieme a lui anche tanti altri studiosi della malattia, che il ristagno dovuto alla giugulare stretta causa un mascheramento delle cellule della mielina, quelle colpite, quindi attira gli anticorpi della stessa persona in modo che vadano a colpire questo ferro che si deposita a causa del ristagno e, automaticamente, diciamo, svernicia, scusatemi il termine un po’ volgare, svernicia la mielina, che è il ricostituente dei nervi, e soprattutto dei cordoni che passano nei nervi, creando il disagio e le disabilità che conoscete della sclerosi multipla.

Quindi un intervento semplicissimo che tra l’altro è stato dibattuto già in Aula quando si discusse quella famosa mozione presentata dagli amici dell’Italia dei Valori, se non ricordo male, che venne votata all’unanimità; in questo modo possiamo dare una speranza. In merito ci sono tantissime tesi contraddittorie. Ad esempio l’AISM, l’Associazione italiana sclerosi multipla, prima si era dichiarata completamente a favore di questa metodica e ha chiesto a tutti, pazienti e medici coinvolti, di perorare la causa; oggi,invece, dice che questa metodica è non solo sorpassata ma anche inutile perché, così asserisce attraverso dei comunicati, il 98 per cento dei pazienti con sclerosi multipla non avrebbe il restringimento delle vene giugulari.

In base alla mia esperienza sul campo, ho osservato che tanti ammalati di sclerosi multipla avevano invece questo restringimento, me compreso. Sarà una casualità, però mi sembrava molto ma molto difficile spiegare, dato che ho votato anche io la mozione, a questi pazienti perché gli si toglieva la speranza di poter avere una possibilità per migliorare la loro situazione.

Quindi sono stato ben lieto di votare quella mozione, la rivoterei oggi stesso perché la speranza è l’unica cosa che tiene in vita chi ha questa malattia. A questo punto vi dico anche che è mia intenzione preparare una proposta di legge sui cosiddetti cannabinoidi, non so se ne avete sentito parlare, probabilmente mi daranno anche dello spacciatore visto che si parla della cannabis…

(Interruzioni)

Io la sto preparando perché la voglio preparare, perché sentire che almeno quattro, cinque pazienti ce l’hanno fatta ad alzarsi da quella sedia vi assicuro che è una cosa eccezionale per chi ha questa malattia, perché fosse pure uno (il metodo Zamboni ha originato tante testimonianze discordi) a rimettersi in piedi dà comunque una speranza. Quindi almeno noi la sperimentazione come abbiamo deciso dobbiamo proseguirla.

L’ultima notizia, poi vi lascio tranquilli riguarda le cosiddette cellule staminali; non so se avete sentito che da poco proprio a Milano al San Raffaele hanno sperimentato le cellule staminali adulte, quindi non quelle del cordone ombelicale, sul primo paziente italiano. E’ uno studio multicentrico che riguarda tutto il mondo, e con le cellule staminali sembra che si blocchi la malattia almeno allo stadio in cui si trova, e quei cordoni nervosi che non sono stati interessati completamente invece possono riprendersi. Questa terapia dà una speranza totale e i primi risultati sembra che si avranno nel 2015.

Scusate se vi ho tediato, scusate la mia emozione, però capite che è un argomento che purtroppo sento profondamente. Altre volte non sono intervenuto perché la mia psiche non era ancora pronta ad affrontare questo argomento; adesso ho deciso di riprendermi la mia vita, scusate, e quindi riprendo anche a fare a tempo pieno il consigliere regionale e a dare questa testimonianza senza assumere nessuna aria professorale. Questo lo voglio dire all’onorevole Cugusi che ho corretto per qualche sua definizione, però credo che l’Aula, poiché abbiamo parlato tante volte di questo problema, dovesse avere una testimonianza diretta da parte di chi questa problematica l’ha studiata a fondo. Grazie.

(Applausi dell’Aula)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gallus, a nome di tutta l’Assemblea.

E’ iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, difficile parlare dopo questo intervento che, credo, ci abbia riportato a discutere della sanità, quella vera, quindi a capire che si tratta di un argomento delicatissimo, serio; quando nel mio intervento ho parlato di sanità che sconfinava in centri di potere ho voluto proprio evidenziare una realtà forse nota ai più (mi hanno detto “bene te ne accorgi solo adesso”), e invece la sanità, che occupa gran parte del nostro bilancio, deve dare queste risposte, questo tipo di risposte e non altre.

In questo intervento, breve, che faccio perché stiamo arrivando alla conclusione di questo provvedimento di legge, voglio intanto esprimere una sorta di solidarietà all’Assessore che mi è sembrato essere stata lasciata abbastanza sola nel corso di questo dibattito. L’assenza del Presidente si è fatta notare, eppure aveva dichiarato di voler lasciare tutti gli impegni per essere in Aula al momento del voto finale, mi pare che così non sia.

Mi sembra che ci siano stati momenti in cui, assessore De Francisci, la sua solitudine sia emersa anche nel rapporto con la maggioranza. Quel voto segreto di ieri era semplicemente il manifestarsi di una volontà, di una volontà politica ben precisa di questo Consiglio regionale che finalmente si è potuto esprimere in libertà senza nessuna disciplina di partito, senza nessuna disciplina di coalizione, dichiarando una volontà politica che evidentemente poi nella giornata di oggi tra sospensioni, incontri di gruppi e incontri di maggioranza avete voluto fare tacere.

A volte però bisogna anche tener conto di un’espressione di una volontà sincera. A volte non si capiva neanche, assessore De Francisci, chi fosse l’Assessore della sanità in questa Aula, forse ce n’era più di uno; nelle contrapposizioni, nelle contraddizioni interne alla vostra maggioranza emerge anche questo dato, e forse capisco anche l’assenza del presidente Cappellacci che in certi casi quando ci sono difficoltà preferisce stare altrove.

Però questo articolo ci riporta a un altro problema, ne ha parlato il consigliere Locci, quello relativo al Consiglio delle autonomie locali, ai comuni che non sono una controparte, non sono una controparte. Anche in questo articolo di questo disegno di legge, fatto in fretta, approssimativo, emerge la vostra fretta di procedere nella istituzione della Conferenza permanente e indipendentemente dai tempi evidentemente che il Consiglio delle autonomie locali si è dato e si dà.

Io ritengo che si debba avere un altro tipo di rapporto perché stiamo parlando di sindaci, stiamo parlando di un’istituzione che noi abbiamo voluto nella scorsa legislatura e che secondo me dovrebbe essere rafforzata. Io avrei dato addirittura al Presidente del Consiglio delle autonomie locali il diritto di tribuna, la possibilità di partecipare ai nostri lavori quando si parla degli enti locali perché comunque, finché rimane il Titolo V della Costituzione, finché rimane l’equiordinazione, essi costituiscono una parte importante della nostra comunità regionale e, quindi, bisogna trovare il modo per decidere insieme alle comunità, insieme ai comuni, insieme ai territori per rafforzare il ruolo del distretto – è stato detto più volte anche dai banchi della maggioranza – nella sanità e nel sociale.

Parliamo in modo particolare dell’attuazione della legge numero 23, che è stata una legge importante nella scorsa legislatura perché ha permesso il riordino e l’integrazione sociosanitaria e soprattutto la personalizzazione dei servizi; bisogna rivalutare gli assetti organizzativi, decisionali, di rappresentanza, bisogna rivalutarli interamente; bisogna rilanciare i PLUS e forse non lo si è fatto abbastanza in questi anni; bisogna rafforzare in definitiva il ruolo della sanità e del sociale. Ora mi pare che con questo articolo, con la fretta di procedere, stiate in qualche modo considerando il CAL, e quindi gli enti locali, come una controparte.

Dico anche, e concludo, che bisogna concordare, assessore De Francisci, parlo di concordare, cioè di decidere insieme, un piano di edilizia ospedaliera. Non so quanto tempo passerà, non so se avremo quei 244 milioni di euro, non so se li avremo entro l’anno, non so se li avremo entro questa legislatura, però noi dobbiamo fare completamente la nostra parte perché le decisioni siano concordate e condivise, perché si attui una programmazione che finalmente tenga conto di tutti i territori e non solo di alcuni, in modo tale che non abbia la meglio chi ha la voce più grossa e chi magari all’interno dell’amministrazione, all’interno di questo Consiglio regionale può esprimere e può rappresentare con i numeri, con la forza, più di altri il proprio territorio. Facciamo in modo che ci sia, è quello che deve fare un Piano sanitario, una programmazione che tenga conto complessivamente della Sardegna perché a questo tutti noi siamo chiamati.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Lai, relatore di maggioranza.

LAI (P.d.L.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 102 e 103. Si esprime parere favorevole sull’emendamento numero 104.

CUCCU (P.D.). Il 104 non esiste!

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, noi riteniamo che l’emendamento numero 104 non sia ammissibile presentarlo a questo articolo, perché non vediamo quali possono essere i legami. Noi abbiamo un documento mi sembra molto chiaro, quindi non crediamo che gli Uffici siano responsabili, però abbiamo un problema che è legato ad altre situazioni. Non so che cosa possono confermare gli Uffici. Perché gli Uffici, dove hanno sbagliato? Non ho capito. Quindi è un po’ complesso pensare, da una lettura anche veloce, che questa modifica sia attendibile. Aspetto ancora un pronunciamento.

PRESIDENTE. Onorevole Espa, lei può credere quello che vuole. E’ successo semplicemente che gli Uffici hanno scritto “articolo 17” anziché “articolo 16”, questo è quello che è successo.

(Proteste dai banchi dell’opposizione)

Continuazione della discussione dell’articolato del disegno di legge: “Disposizioni urgenti in materia sanitaria connesse alla manovra finanziaria” (385/A)

PRESIDENTE. Metto in votazione l’emendamento numero 102. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l’emendamento numero 103. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 103.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Bruno – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Mulas – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Peru – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si è astenuto il consigliere: Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 23

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’articolo 16. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’articolo 16.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cappai ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri:Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Biancareddu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Corda – Cossa – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Meloni Marco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Peru – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Barracciu – Bruno – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Mariani – Meloni Valerio – Moriconi – Mulas – Porcu – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Si sono astenuti: Agus – Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 62

astenuti 2

maggioranza 32

favorevoli 42

contrari 20

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l’emendamento numero 104.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Intendo segnalare che l’emendamento numero 104 non incide sull’articolo 17, ma si limita a introdurre un articolo 17 bis, per cui l’indicazione dell’articolo, che sia 17 o 15 o altro è del tutto irrilevante. Non è una norma che incide modificando un articolo che non esiste.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Se provassimo a essere tutti persone serie, allora l’osservazione dell’onorevole Steri avrebbe avuto valore se egli avesse detto che questo era l’articolo 16 bis, (e non c’è soggetto più edotto dell’inesistenza dell’articolo 17 della Giunta regionale), perché non può presentare un emendamento riferito a una cosa inesistente, pena la decadenza. Gli Uffici, per favore, lasciateli in pace, perché nel testo firmato dall’Assessore è scritto due volte “articolo 17”, quindi non c’è alcun coinvolgimento degli Uffici, tant’è che lo hanno lasciato così perché così lo devono lasciare, perché questo è un emendamento decaduto.

In ogni caso, Presidente, la invito a non essere frettoloso perché se accade una cosa di questo genere, che viola il Regolamento, il Regolamento è violato per tutti da ora in poi e io credo che non sia cosa utile. Abbiamo già una complicazione in termini di contenuti, salviamo almeno la forma, la prego.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, per esprimere la mia solidarietà agli Uffici del Consiglio che si stanno addossando una colpa non loro, che evidentemente non è loro, e per sottolineare che se qualsiasi consigliere regionale avesse presentato un emendamento errato, in questa maniera, sicuramente o molto probabilmente quell’emendamento sarebbe stato respinto.

Al di là di questa questione temo che voi vogliate mantenere questo emendamento e avete i numeri per farlo. Quindi mi permetto di entrare nel merito di questo emendamento che presumo sia l’applicazione del Piano casa alla sanità, o meglio allo stabile della sanità. Stiamo recuperando infatti 400 mila euro (grazie a una delibera, addirittura, del 2007), di cui 300 mila invece di utilizzarli per risolvere qualche problema legato alla sanità, come per esempio si fa con il contributo di 100 mila euro alla Lega tumori, sono destinati, ben 300 mila euro, all’ampliamento dei locali ubicati in Cagliari, in via Roma 223, dove ha sede la direzione generale della sanità.

Che dire? Qualche perplessità sulla necessità di questo intervento l’abbiamo di fronte a un patrimonio, è presente anche l’assessore Rassu che conosce la situazione del patrimonio immobiliare della Regione, per larga parte probabilmente inutilizzato. Quindi esprimiamo delle perplessità, e oltre queste perplessità esprimiamo anche il nostro voto contrario, fermamente contrario, a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario e per dire che non può funzionare così con questi emendamenti. Se è vero che questo emendamento l’ha presentato la Giunta, io chiedo che gli Uffici si esprimano perché venga dichiarato inammissibile, visto e considerato che nella giornata odierna c’è stata la giusta solerzia degli Uffici per rendere inammissibile l’emendamento numero 122, perché conteneva al suo interno, a giudizio sempre degli Uffici, una serie di vizi.

La Giunta ha il diritto di presentare l’emendamento, però io credo che gli Uffici si debbano esprimere per l’inammissibilità, perché altrimenti stanno ponendo in essere un precedente del quale si assumono la responsabilità. L’emendamento numero 104 così come è scritto non esiste, all’ultimo momento non si possono fare i giochini, perché è una responsabilità molto grande.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, sommessamente, le voglio segnalare che rendendo ammissibile l’emendamento numero 104 si crea un precedente molto grave, prima di tutto, al di là del merito dell’emendamento; in secondo luogo chiunque di noi abbia la responsabilità di un ruolo amministrativo di governo non può scaricare su altri responsabilità che sono proprie, perché l’emendamento è a firma della Giunta, non è a firma dei funzionari, non è a firma degli Uffici.

Gli emendamenti a firma Giuseppe Cuccu, non li fa Giuseppe Cuccu, materialmente non li stende lui, ma non si sognerebbe mai di scaricare la responsabilità su Debora, su Raffaella, o su chiunque altro li scriva per lui. Quindi abbiate il buon senso e l’accortezza di non venire in quest’Aula a raccontare queste cose! Nessuno di voi stende materialmente alcun provvedimento, ma ciascuno di voi ha la responsabilità diretta di tutti quei provvedimenti, quindi risparmiateci queste cose. La responsabilità non è degli Uffici, è vostra, e siccome questo emendamento è presentato dalla Giunta è inammissibile. Non c’entrano niente gli Uffici! Abbiate il buonsenso di assumervi la responsabilità e ritiratelo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, io intervengo per un chiarimento con l’assessore De Francisci. Innanzitutto mi dispiace davvero che in questa bagarre lei sia stata abbandonata dal presidente Cappellacci che, fra l’altro, visto che recentemente ha dichiarato di voler abbracciare un’idea per l’indipendenza della Sardegna, dovrebbe restare in Aula sia per rispetto, per il senso che ha della massima Assemblea dei sardi innanzitutto un indipendentista, e in secondo luogo per difendere un’idea di sanità equa per il popolo sardo.

Però, a parte questo, vorrei anche dirle, per dovere di cronaca, a proposito dello screening che l’Assessore che l’ha preceduta aveva promosso, che si trattava di uno screening destinato a centri urbani di diverse città italiane ed europee, che mirava solo a un’indagine su tumori specifici molto diffusi: carcinoma del colon, del collo dell’utero e della mammella, e si faceva nei centri urbani e non in prossimità delle aree inquinate, proprio perché aveva la funzione di imbrogliare, e di nascondere la drammatica realtà di altre sedi geografiche. Quindi bisogna informarsi, Assessore, e mi dispiace che lei adesso sia impegnata al telefono, però non c’è nessun male, bisogna studiare e prepararsi prima di fare dichiarazioni di un certo tipo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Innanzitutto ribadisco quanto appena detto dai colleghi: ovviamente chi firma l’emendamento è l’autore dell’emendamento. Io non credo che i funzionari di questo Consiglio siano deputati a scrivere emendamenti, né per conto della Giunta, né per conto dei consiglieri, sicuramente non li firmano, quindi le responsabilità ovviamente attengono esclusivamente a chi firma il documento. Come precedente, anche assistendo ad alcune discussioni che ci sono state oggi tra la collega Barracciu e gli Uffici, ho visto che c’è sempre stato un clima di giusto rigore, o comunque gli Uffici hanno imposto la loro posizione e molto liberamente hanno detto il loro parere. Credo quindi, Presidente, che lei debba rispettare un palese errore che è stato fatto dalla Giunta, non dagli uffici. Questo come prima cosa.

Sul merito anch’io, come l’onorevole Salis, mi chiedo, Assessore, perché sia stata mischiata una azione importante con una, per carità, che può essere facoltativa. Non voglio fare del moralismo, si stanziano 300 mila euro per l’ampliamento e l’allestimento degli uffici della Direzione generale della sanità, e insieme si prevede il finanziamento alla Lega tumori. Non ho capito perché è stato fatto.

Potevate presentare due emendamenti separati, anche per una questione operativa. Io credo che qui nessuno sia contro la Lega tumori, o contro il fatto che su questo argomento ci si impegni, mentre si può fare qualunque tipo di considerazioni rispetto agli uffici della sanità, quindi anche poco opportuno per chi ha predisposto questo testo. In conclusione non ritengo che l’emendamento sia ammissibile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Io vorrei capire dai colleghi del centrosinistra se le decisioni della Presidenza del Consiglio debbano essere rispettate, come le abbiamo rispettate sempre anche quando vi è stata, come nella giornata odierna, la dichiarazione di inammissibilità di emendamenti presentati dai banchi della maggioranza. Si sta sollevando il tono sia nei confronti degli Uffici, che non meritano questo trattamento da parte di settori dell’Aula, e sia nei confronti dello stesso Presidente del Consiglio che ha l’autonomia e l’autorevolezza per decidere, e che sappiamo tutti che decide suffragato dal parere degli Uffici.

Allora perché farne una questione nei confronti dei colleghi, del Presidente del Consiglio? Se il centrosinistra non è d’accordo sul contributo di 100 mila euro alla Lega dei tumori, lo dica, lo dica chiaramente perché sta bocciando possibilità di attribuire questo finanziamento. D’altra parte nel corso della giornata un emendamento all’articolo 10 è stato spostato ad altro articolo (non ricordo il numero), ma quanti emendamenti hanno avuto questa sorte? Perchè non è possibile farlo all’articolo 17? Spostiamolo allora all’articolo 18, è possibile tecnicamente? Ma non troviamo questioni di lana caprina per evitare che 100 mila euro vadano alla Lega dei tumori; e di questo ve ne assumete la responsabilità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, io mi rivolgo a lei e le chiedo (anche se credo non abbia bisogno delle mie sollecitazioni e nemmeno di quelle di Pittalis, poi deciderà lei come meglio crede), laicamente, di porre fine a questa discussione spiacevole, una discussione che coinvolge anche chi non ha la possibilità di partecipare a questo dibattito. Io credo, Presidente, che ci siano delle regole che vanno sempre, e comunque, rispettate, e non ci può essere come giustificazione per venire meno al rispetto delle regole il fatto che qualcuno ha commesso un errore. Perché se veniamo meno al rispetto delle regole diventa difficile poi mantenere un minimo di rispetto tra di noi.

Se non ci sono regole e, soprattutto, se non si rispettano le regole, diventa una giungla e credo che quest’Aula, indipendentemente da ognuno di noi, non meriti che prevalgano le regole della giungla. Noi abbiamo regole chiare, precise e quelle vanno rispettate; e, secondo me, Presidente, sarebbe bene anche porre la parola fine a una discussione che non serve a nessuno, e mi dispiace veramente che si cerchi di trovare anche qualche agnello sacrificale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, chiedo, qualora l’emendamento venga dichiarato ammissibile, la votazione per parti; esattamente chiedo che sia votata separatamente la parte relativa alle parole “per 300.000 euro all’UPB S01.05.002 su apposito capitolo di spesa di nuova istituzione finalizzato alla realizzazione dell’ampliamento e relativo allestimento degli uffici della direzione generale della sanità ubicati in via Roma 223 in Cagliari e”.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanjust. Ne ha facoltà.

SANJUST (P.d.L.). Chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono obiezioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 59, viene ripresa alle ore 20 e 03.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Io raccolgo l’invito dell’onorevole Diana di mettere fine a questa, permettetemi, colleghi, stucchevole discussione. Non ritengo che considerare ammissibile questo emendamento crei un precedente, perché di precedenti in questo Consiglio regionale ce n’è qualche migliaio. Tutte le volte che si è verificato un problema di questo genere, gli emendamenti sono stati riallocati in posizione più idonea. Stavolta è stato commesso un errore materiale da parte degli Uffici rispetto alla collocazione dell’emendamento, e questo è tutto quello che è successo.

Siccome sono stati adottati toni apocalittici, io vorrei invitare i colleghi che l’hanno fatto a recuperare il senso della misura perché non credo che sia il caso di sollevare tempeste in un bicchier d’acqua. Inoltre, onorevole Diana, ma e naturalmente la sottolineatura non è rivolta a lei, mi permetto con tutto il rispetto necessario di dire che la prima regola all’interno di un’Assemblea legislativa credo sia il rispetto nei confronti della Presidenza; rispetto che, talvolta, è carente.

Metto in votazione l’emendamento numero 104. E’ stata chiesta la votazione per parti dall’onorevole Capelli.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Intendo specificare che la richiesta di votazione per parti tende a eliminare il finanziamento di 300 mila euro che deriva dalla delibera numero 33, delibera che finanzia gli ospedali di Cagliari, Alghero e San Gavino per intenderci. Perciò dobbiamo eliminare il periodo fino alla congiunzione “e” in modo tale che rimanga: “sono riassegnate per 100.000 euro all’UPB (…) Capitolo (…)” eccetera, “quale contributo alla Lega tumori”. Sono stato chiaro?

PRESIDENTE. E’ stato chiarissimo. L’onorevole Capelli è stato estremamente chiaro, credo che sia stato colto da tutti il senso della sua richiesta.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Apprezzando la proposta dell’onorevole Capelli le chiedo Presidente, e credo sia utile, non ho bisogno di dirle altro, una breve sospensione.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 07, viene ripresa alle ore 20 e 08.)

PRESIDENTE. Colleghi, dall’onorevole Capelli è stata chiesta la votazione per parti, con la finalità di separare la destinazione di 300 mila euro per la realizzazione dei locali per la direzione generale della sanità, dai 100 mila euro per la Lega contro i tumori.

Si vota prima la destinazione relativa ai 100 mila euro.

Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale sulla parte dell’emendamento numero 104 relativa al finanziamento di 100 mila euro, e la votazione a scrutinio segreto sulla restante parte.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della seconda parte dell’emendamento numero 104.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri:Agus – Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Barracciu – Capelli – Cappai – Cherchi – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Contu Felice – Contu Mariano – Corda – Cossa – Cucca – Cuccu – Cuccureddu – Cugusi – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Diana Giampaolo – Diana Mario – Espa – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lotto – Lunesu – Maninchedda – Mariani – Meloni Francesco – Meloni Marco – Meloni Valerio – Milia – Moriconi – Mula – Mulas – Murgioni – Obinu – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Porcu – Rassu – Rodin – Sabatini – Salis – Sanjust – Sanna Gian Valerio – Sanna Matteo – Solinas Antonio – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda – Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 64

maggioranza 33

favorevoli 64

(Il Consiglio approva).

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, della prima parte dell’emendamento numero 104.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 66

maggioranza 34

favorevoli 35

contrari 31

(Il Consiglio approva).

Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus – Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Barracciu – Capelli – Cappai – Cherchi – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Contu Felice – Contu Mariano – Corda – Cossa – Cucca – Cuccu – Cuccureddu – Cugusi – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Diana Giampaolo – Diana Mario – Espa – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lotto – Lunesu – Maninchedda – Mariani – Meloni Francesco – Meloni Marco – Meloni Valerio – Milia – Moriconi – Mula – Mulas – Murgioni – Obinu – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Porcu – Rassu – Rodin – Sabatini – Salis – Sanjust – Sanna Gian Valerio – Sanna Matteo – Solinas Antonio – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda – Zuncheddu.

L’articolo 17 come ben abbiamo appreso è stato soppresso.

Passiamo all’esame dell’articolo 18. All’articolo 18 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell’articolo 18 e dei relativi emendamenti:

Art. 18

Norma finale

1. Gli articoli 10, 11, 12 e 13 sono efficaci fino all’adozione del Piano regionale dei servizi sanitari di cui all’articolo 12 della legge regionale n. 10 del 2006.

2. Ai procedimenti previsti agli articoli 10, 11, 12 e 13 non si applicano le norme della legge regionale n. 10 del 2006.

3. Gli atti aziendali delle ASL, dell’Azienda ospedaliera Brotzu e delle aziende ospedaliero-universitarie sono elaborati conformemente alla presente normativa a seguito di apposita direttiva dell’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale in applicazione della legge regionale n. 10 del 2006, e gli stessi si applicano fino all’approvazione dei nuovi atti aziendali elaborati ai sensi dell’articolo 12, comma 2, della legge regionale n. 3 del 2009.

Articolo 18

L’articolo 18 è soppresso. (105)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 18

Il comma 1 è soppresso. (106)

Emendamento soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 18

Il comma 2 è soppresso. (107)

EMENDAMENTO soppressivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 18

Il comma 3 è soppresso. (108)

Emendamento sostitutivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 18

Il comma 1 è così sostituito:

1. Gli articoli 10, 11, 12, e 13 sono efficaci a condizione che sia contestualmente approvato entro il 31 dicembre 2012 il PSR 2013-2015. (109)

Emendamento sostitutivo parziale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 18

Il comma 2 è sostituito dal seguente:

2. I procedimenti di cui agli articoli 10, 11, 12, e 13 sono attivati ai sensi della legge regionale n. 10 del 2006. (110).)

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, sarò breve, perché questo articolo finale ha un passaggio veramente spettacolare da un punto di vista giuridico perché nel secondo comma che recita: “Ai procedimenti previsti dagli articoli 10, 11, 12 e 13, non si applicano le norme della legge regionale numero 10 del 2006”, si sta dicendo che non si applicano tutte le norme, non un comma, no, ma tutte le norme di una legge! Praticamente stiamo facendo dei procedimenti fuorilegge!

E’ fuorilegge, non possiamo non dire questo! Il senso del comma 2 dell’articolo 18 è che tutto è regolato da leggi, i procedimenti in particolare, nel senso che abbiamo delle procedure, però dice anche che alcuni procedimenti invece stanno fuori dalla legge. Quindi una disposizione sulla quale, ovviamente, ognuno di noi ha la responsabilità che ha, questo lo dico con molta chiarezza.

Ci sono poi altre questioni che riguardano ancora questo comma 2; osserviamo per esempio che non possono essere derogate quelle disposizioni della legge numero 10 che riprendono la legge quadro nazionale, per esempio la disciplina di cui al decreto legislativo numero 502 del 1992. Ovviamente non si può. Immagino che prima foste preoccupati che il Governo cassasse la legge per l’emendamento sui piccoli ospedali, ora probabilmente il Governo noterà questa anomalia e casserà il provvedimento di legge per questo motivo, perché la legge numero 10 è in vigore e non è possibile derogare.

Vi è poi la questione relativa al comma 2 della legge numero 3 del 2009 cui facciamo riferimento nella parte finale dell’articolo 18. Voi dite che in pratica “Gli atti aziendali delle ASL, dell’Azienda ospedaliera Brotzu e delle Aziende ospedaliero-universitarie sono elaborati conformemente alla presente normativa a seguito di apposita direttiva dell’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale in applicazione della legge regionale numero 10, e gli stessi si applicano fino alla approvazione dei nuovi atti aziendali elaborati ai sensi dell’articolo 12, comma 2, della legge regionale numero 3 del 2009”.

Peccato, però, che l’articolo 12, comma 2 della legge regionale numero 3 del 2009 non faccia alcun riferimento agli atti aziendali. Mi sembra di ricordare la polemica sul testo del nostro emendamento dichiarato non ammissibile nel quale noi avevamo usato un termine e loro un altro. Ripeto, per ulteriore chiarezza, che nella norma in discussione abbiamo scritto che elaboriamo gli atti aziendali ai sensi dell’articolo 12, comma 2, della legge regionale numero 3 del 2009, ma l’articolo 12 comma 2 della legge regionale numero 3 del 2009 non fa alcun riferimento agli atti aziendali perché prevede altre cose che, ovviamente, non leggo.

Pertanto, lo dico con molta tranquillità perché ormai mi sembra che stiamo procedendo in questi termini, diciamo una cosa che non è prevista, non applichiamo una legge, la legge numero 10 prevede delle discipline che riguardano dei paletti nazionali, che sarebbe obbligatorio applicare mentre noi deroghiamo. Per le considerazioni svolte riteniamo che l’articolo 18 meriti di essere soppresso completamente.

PRESIDENTE. E’ iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, l’articolo 18 è proprio l’apice dell’obbrobrio giuridico rappresentato da questo testo di legge che vi apprestate ad approvare. Io non so chi abbia scritto l’articolo 18, non ho idea di chi abbia scritto il disegno di legge nel suo complesso; ma, in particolare, ripeto che non so chi abbia scritto l’articolo 18 e sarebbe interessante capire chi lo ha scritto perché non sia mai che nel prosieguo della legislatura o nella prossima legislatura qualcun altro possa incorrere in tecnici di questa portata.

Ma a parte i tecnici che naturalmente prestano un servizio alla Giunta, le responsabilità stanno in capo alla Giunta regionale. Io mi chiedo veramente se l’Assessore regionale della sanità abbia letto con puntigliosità e abbia davvero approfondito il testo dell’articolo 18. Lo diceva prima anche l’onorevole Espa, è un articolo che rende totalmente inapplicabile la legge, perché da una parte dispone che la legge numero 10 non deve essere applicata agli articoli 10, 11, 12 e 13 e sotto invece dispone che la legge numero 10 può essere applicata agli stessi articoli.

Io mi chiedo come dovranno attestarsi i poveri cristi che si troveranno a dover applicare la legge. E’ evidente che sarà impossibile applicarla, e poiché noi vi vogliamo aiutare abbiamo presentato l’emendamento soppressivo; riflettete perché siete in tempo per votare a favore, ma soprattutto riteniamo che, sempre per tornare al concetto del rispetto di questo Consiglio regionale, sia totalmente irrispettoso presentare al Consiglio regionale una legge con queste caratteristiche, con questi profili di illegittimità e inapplicabilità e pretendere che il Consiglio regionale la approvi, e la approvi in maniera acritica.

Quindi, io invito anche i colleghi della maggioranza a verificare di che cosa stiamo parlando. Gli articoli 10, 11 e 12 si dice che sono efficaci sino all’approvazione del Piano regionale dei servizi sanitari; quindi si fa un riferimento al Piano sanitario “che sarà” e che sappiamo non verrà esitato certo in questa legislatura. Poi diciamo che anche ai procedimenti previsti agli articoli 10, 11, 12 e 13 non si applicano le norme della legge regionale numero 10 del 2006. Non solo è una norma pasticciata, l’altro problema gravissimo consiste nel fatto che alla legge numero 10 non si può derogare e non si può derogare perché la legge numero 10 recepisce una norma nazionale.

Quindi questo provvedimento di legge è inapplicabile ed è illegittimo, ve ne dovete fare una ragione, produrrà un nulla di fatto; voi l’approverete, noi avremo raggiunto comunque il nostro obiettivo: sostanzialmente rendere inerte la legge, voi accumulerete l’ennesima brutta figura nei confronti dell’opinione pubblica, dei cittadini che vi siete apprestati a governare. Quindi io vorrei veramente che su questa cosa rifletteste.

Assessore, rifletta, perché lei con questa legge fa una bruttissima figura. Nel comma 3 si parla di atti aziendali delle ASL, gli atti aziendali delle ASL si dice che devono essere elaborati conformemente alle disposizioni di questo disegno di legge. Lei mi deve spiegare, e dovrebbe spiegare a questo Consiglio e alla Commissione sanità, per quale ragione nel frattempo ha comunque approvato in Giunta le linee guida per gli atti aziendali che sono state anche depositate in Commissione e sono al vaglio della stessa se gli atti aziendali devono essere approvati ai sensi di questa legge.

Che cosa fate? Ritirate quella delibera di Giunta e ritirate le linee guida per gli atti aziendali depositate in Commissione? Vi dovete decidere, vi dovete decidere; è in atto un pasticcio amministrativo e legislativo senza precedenti, ripeto, senza precedenti che qualifica veramente la vostra azione di governo, la vostra adeguatezza a governare questa Regione. Che cosa fa, Assessore, ritira o no quelle linee guida, considerato che sicuramente le deve scrivere alla luce di questa normativa che state approvando, perché è scritto qua?

Vorrei anche segnalarle che i direttori generali delle aziende hanno già predisposto le linee guida; colleghi, voi sapete che i direttori generali delle aziende hanno già predisposto gli atti aziendali delle aziende nonostante non ci siano le linee guida approvate e nonostante questa legge non sia stata ancora approvata. Si dice che si siano portati avanti sul lavoro. Ma come hanno fatto a lavorare se non ci sono le linee guida e le linee guida non ci possono essere perché questa legge non è ancora approvata? Cioè io non so più neanche definirlo in italiano ed è difficile trovare una frase logica che spieghi questo pasticcio. Non so se sono riuscita a spiegarmi, io spero di sì, ma c’è un obbrobrio veramente senza precedenti.

Alla fine la ciliegina sulla torta. Siccome non potete disattendere tutte le cose inutili che avete fatto fino a questo momento, tutte le cose che avete approvato e che avete insabbiato per mano vostra, dovete richiamarle in modo che rimanga comunque un profilo di coerenza con le cose già fatte; allora richiamate, alla fine del comma 3, la famosa legge numero 3 del 2009, la famosa riforma sanitaria, quella riforma sanitaria approvata in Commissione e affossata dalla vostra stessa maggioranza, che non è stata iscritta all’ordine del giorno del Consiglio regionale e che, come voi sapete, non verrà mai approvata, però voi la richiamate in questa legge. Voi richiamate in legge una riforma che deve essere fatta ai sensi della “3” del 2009 e che non ci sarà mai. Ma a che cosa serve questo teatrino, questo articolo che è un teatrino inutile, illegittimo, inopportuno e inapplicabile? Ci spiegate a che cosa serve?

Avete un’opportunità, che è quella di rimediare al danno che state provocando alla stessa vostra legge, e per questo noi saremmo anche contenti, ma soprattutto avete anche l’opportunità di rimediare a una pessima figura agli occhi dell’opinione pubblica e non solo. Insomma questo è veramente il punto massimo dell’inadeguatezza legislativa, politica, di questa Giunta regionale e di questa maggioranza. Io inviterei i colleghi a rileggere questo articolo, ad approfondirlo, anche per il bene degli obiettivi che voi vi state prefiggendo e chiederei eventualmente all’Assessore, se ha la disponibilità di rispondere, come intende superare le problematicità che io ho cercato di esporre, forse non bene perché l’intreccio del pasticcio è talmente stretto che è anche difficile renderlo in italiano.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Lai, relatore di maggioranza.

LAI (P.d.L.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all’articolo 18.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l’emendamento numero 105. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 105.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Contu Felice ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Capelli – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Manca – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Obinu – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Rassu – Rodin – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si sono astenuti: Diana Mario – Mulas.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 59

astenuti 2

maggioranza 30

favorevoli 22

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’emendamento numero 106. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 106.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Zuncheddu ha votato a favore e che il consigliere Pitea ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Mariani – Meloni Valerio – Moriconi – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Meloni Marco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: Capelli – Diana Mario – Mulas

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 60

astenuti 3

maggioranza 31

favorevoli 19

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’emendamento numero 107.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, chiedo la votazione a scrutinio segreto.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 107.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 62

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 26

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus – Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Barracciu – Capelli – Cherchi – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Contu Felice – Contu Mariano – Corda – Cossa – Cucca – Cuccu – Cuccureddu – Cugusi – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Diana Giampaolo – Diana Mario – Espa – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lombardo – Lotto – Lunesu – Maninchedda – Mariani – Meloni Francesco – Meloni Valerio – Milia – Moriconi – Mula – Mulas – Murgioni – Obinu – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sabatini – Salis – Sanjust – Sanna Gian Valerio – Sanna Matteo – Solinas Antonio – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda – Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.)

Metto in votazione l’emendamento numero 108. Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 108.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Mariani – Meloni Valerio – Moriconi – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo – Capelli – Diana Mario – Mulas.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 61

astenuti 4

maggioranza 31

favorevoli 19

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l’emendamento numero 109. Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA Giampaolo (P.D.). Chiedo la votazione nominale sia dell’emendamento in votazione che dell’emendamento numero 110 e dell’articolo 18.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 109.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Petrini ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Porcu – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo – Capelli – Diana Mario – Mulas.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 62

astenuti 4

maggioranza 32

favorevoli 21

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’emendamento numero 110.

(Segue la votazione)

Prende atto che il consigliere Contu Felice ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Porcu – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo – Capelli – Diana Mario – Mulas.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 62

astenuti 4

maggioranza 32

favorevoli 21

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’articolo 18.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Rassu ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Espa – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus – Barracciu – Capelli – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Diana Mario – Lotto – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Mulas – Porcu – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 65

astenuti 1

maggioranza 33

favorevoli 42

contrari 23

(Il Consiglio approva).

Passiamo all’esame dell’articolo 18 bis. All’articolo 18 bis è stato presentato un emendamento.

(Si riporta di seguito il testo dell’articolo 18 bis e del relativo emendamento:

Art. 18 bis

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).

Emendamento soppressivo totale Barracciu – Espa – Corda – Mariani – Giampaolo Diana – Uras – Salis

Articolo 18 bis

L’articolo 18 bis è soppresso. (111).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto parlare su questo articolo e sull’emendamento, per esprimere il parere sull’emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Lai, relatore di maggioranza.

LAI (P.d.L.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull’emendamento ha facoltà di parlare l’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.

(Interruzione)

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, si è iscritto in ritardo.

Poiché l’unico emendamento presentato è un soppressivo totale, metto in votazione l’articolo 18 bis.

Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA Giampaolo (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell’articolo 18 bis.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Gallus – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Vargiu – Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Porcu – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo – Capelli – Diana Mario – Mulas.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 66

votanti 62

astenuti 4

maggioranza 32

favorevoli 41

contrari 21

(Il Consiglio approva).

Passiamo alla votazione finale del disegno di legge numero 385/A.

Ha domandato di parlare il consigliere Gallus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

GALLUS (P.d.L.). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole al disegno di legge e, nel contempo, mi rammarico perché se l’onorevole Agus ha il suo disco rotto, anche il sottoscritto ce l’ha: i cosiddetti piccoli ospedali. Purtroppo l’emendamento numero 122 è stato dichiarato inammissibile e, quindi, abbiamo rinviato un appuntamento importante. Un appuntamento importante perché alcuni di noi, tanti di noi, anzi, hanno messo la faccia in questa battaglia.

Voglio citare solamente l’onorevole Obinu, che è anche del posto, che ha messo la faccia come il sottoscritto, come tanti altri colleghi che mi hanno autorizzato a parlare anche a nome loro. E mi fermo alla maggioranza, ma ci sono anche i colleghi dell’opposizione che ugualmente hanno messo la faccia, perché l’emendamento numero 122 era un emendamento trasversale che è stato anche infarcito con altri temi che forse potevamo risparmiarci, però la sostanza non cambia, purtroppo questo emendamento è stato dichiarato inammissibile e quindi rinviamo quanto conteneva ad altri appuntamenti.

E’però un appuntamento che deve essere preso subito perché effettivamente le popolazioni e i territori interessati sono veramente in rivolta, e mi sto riferendo solamente al mio territorio. Quindi è chiaro che siccome tanti si sono espressi in difesa dei piccoli ospedali, tutti i gruppi di maggioranza e opposizione, spero che quanto prima si possa rimediare a questo “incidente di percorso”. Intendo, da questo punto di vista, tranquillizzare queste popolazioni e questi territori, perché avendo tutti assunto degli impegni, l’Assessore in primis, di conseguenza sono sicuro che quanto prima e nel modo migliore riusciremo anche a dare delle risposte a queste realtà che hanno necessità di avere una giusta, equa, e ben distribuita sanità.

Io voglio terminare rivolgendo un appello anche al mio Direttore generale, e sottolineo mio Direttore generale, della ASL 5, un pubblico invito affinché consegni i alla Commissione sanità, assieme anche agli altri direttori generali, proposte serie, condivise con il territorio provinciale, che siano base di partenza per la costruzione di un percorso che porti a una nuova distribuzione delle risorse sanitarie adeguata ai nostri giorni, a partire dai posti letto della rete ospedaliera in linea con i livelli essenziali di assistenza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario al disegno di legge e per ribadire che questo voto contrario è sostanziato dalle motivazioni ribadite in questi giorni. E’ un testo di legge che non risponde alle esigenze di riorganizzazione del sistema sanitario regionale e che semplicemente accetta, in maniera acritica, i parametri imposti dal Governo nazionale, benché si potesse fare diversamente; è un disegno di legge che poi è assolutamente inapplicabile, illegittimo, per le motivazioni che ho espresso anche in relazione all’ultimo articolo. Insomma, è un pasticcio giuridico con il quale la Giunta regionale cerca di porre rimedio alla totale inerzia di tre anni e mezzo di governo della sanità.

Apprezzo molto l’onestà intellettuale dell’onorevole Gallus, ma devo ribadire che non c’è stato nessun incidente di percorso; onorevole Gallus, ieri noi abbiamo approvato un emendamento che salvava i piccoli ospedali perché li sottraeva all’applicazione dei criteri imposti dal Governo nazionale, e stamattina invece la sua maggioranza, la sua Giunta, ha voluto presentare un emendamento che reintroduce i criteri che tagliano i piccoli ospedali destinandoli a una riconversione al ribasso, e non c’è stato quindi nessun incidente di percorso.

Quello di oggi era soltanto il secondo emendamento, ma già ieri noi avevamo operato perché gli ospedali piccoli fossero salvati, la sua Giunta e la sua maggioranza hanno voluto fare il contrario, hanno voluto proseguire sulla strada invece che penalizzerà moltissimo i piccoli ospedali, e la faccia voi certo l’avete messa, ma con altrettanta certezza l’avete anche persa stamattina. Quindi la questione sui piccoli ospedali è questa. E’ stata presa una decisione politica che li penalizzerà e di cui vi assumerete le responsabilità.

Mi riferisco, in relazione all’emendamento che ha cancellato quello di ieri, anche alle responsabilità di quei colleghi che invece pur avendo preso impegni nei territori (l’hanno fatto tutti i colleghi del centrodestra durante le visite della commissione consiliare a Isili e a Sorgono, e anche a Bosa), non hanno impedito che stamattina venisse di fatto annullato l’emendamento approvato ieri.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, io non voglio parlare dell’universo mondo della sanità, mi limiterò a questo provvedimento, anzi, ad alcuni suoi punti, che si avvia all’approvazione. Provvedimento sul quale noi Riformatori abbiamo manifestato numerose perplessità, perplessità che per la verità continuiamo ad avere, anche se noi non ci smarchiamo dai nostri alleati quando fa comodo. Abbiamo appoggiato lealmente la maggioranza in questo sforzo, abbiamo votato a favore finora e voteremo a favore anche nel voto finale, mantenendo le nostre perplessità e senza sentirci culturalmente oppressi e neppure militarizzati.

Si poteva fare meglio, non c’è dubbio, lo diciamo con molta chiarezza, però intanto questo è il disegno di legge e questo dobbiamo approvare. In Consiglio abbiamo sentito interventi modesti devo dire, con più insulti che proposte; per fortuna però l’abbiamo migliorato. Abbiamo migliorato il regime dei controlli, abbiamo eliminato l’articolo 9, quello che si illudeva di mettere un freno al ricorso al lavoro interinale, e dico illudeva a ragione veduta.

In questo Paese, infatti, abbiamo un riflesso condizionato per cui, appena qualcosa va storta, reagiamo con un’isterica gragnuola di provvedimenti tutti nella stessa direzione: più controlli. La medicina di tutti i mali è: più controlli, come se non ce ne fossero già troppi sul servizio sanitario a opera della Regione, della Commissione sanità, del Consiglio regionale, della stampa, della Procura della Repubblica, dei sindacati, della Corte dei conti, e chi più ne ha più ne metta.

Colleghi la soluzione dei problemi non è data dai controlli, non è così che possiamo sperare di migliorare; la soluzione è diversa e molto più difficile, molto più dolorosa di quella dei controlli, dobbiamo mettere ai vertici delle ASL (ai vertici di qualunque ente regionale) persone serie, competenti, corrette e dotate di principi etici elevati, persone che non abusino del loro potere ai fini clientelari e politici. Non sto parlando dei nostri direttori generali, sto parlando anche di qualcuno dei nostri direttori generali, ma sto parlando anche dei direttori generali della precedente legislatura. L’onorevole Oppi con la sua memoria da elefante vi ha ricordato oggi, colleghi dell’opposizione, le malefatte dei vostri direttori generali, non dei nostri. E, quindi, prima di scagliare la prima pietra pensiamoci bene.

L’altro aspetto positivo, invece, è che per fortuna abbiamo evitato le conseguenze dell’emendamento “salva piccoli ospedali”. Mi dispiace non essere d’accordo con la collega Barracciu, noi non intendiamo chiudere alcun ospedale come abbiamo già detto, però siccome vogliamo bene ai sardi riteniamo che i piccoli ospedali debbano essere ristrutturati dal punto di vista organizzativo, e che certe attività non si possano fare in regime di sicurezza senza numeri adeguati.

Onorevole Barracciu, l’ostetricia a Muravera non l’abbiamo chiusa noi, l’avete chiusa voi, l’ostetricia a Isili l’avete chiusa voi, l’ospedale Crobu di Iglesias l’avete chiuso voi, i vostri direttori generali e la Giunta che lei sosteneva con il suo voto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CORDA (P.D.). Presidente, si conclude così in modo davvero poco esaltante il dibattito su un testo di legge del quale certo come maggioranza non potete andare fieri e orgogliosi. E’ un dibattito che si è sviluppato grazie soprattutto agli interventi ed agli emendamenti proposti dall’opposizione, al quale la maggioranza ha partecipato in modo confuso e contraddittorio, con atteggiamenti confusi e contraddittori. Abbiamo ripetutamente evidenziato questo modo davvero strano di operare e di comportarsi, di discutere, su un disegno di legge di così fondamentale importanza.

Lo stato confusionale che ha interessato la maggioranza è testimoniato dal voto segreto espresso ieri con il quale è stato approvato l’emendamento numero 115 a favore dei piccoli ospedali e poi oggi, a distanza di poche ore, l’approvazione dell’emendamento che vanifica la sostanza dell’emendamento approvato ieri. E ancora lo stato confusionale della maggioranza è dimostrato dalla soppressione dell’articolo 12 votata oggi.

Però la cosa più buffa in questa situazione, appare con tutta evidenza, è il tentativo di scaricare le responsabilità dell’approvazione dell’emendamento di ieri a favore dei piccoli ospedali sull’opposizione, fingendo di non sapere, sottacendo il fatto, ma è ridicola la posizione, che senza i voti di una buona parte della maggioranza noi non avremmo potuto approvare l’emendamento numero 115.

Dunque questo dibattito si conclude veramente in modo del tutto spiacevole. Noi riteniamo che questa legge non esplichi nessuna efficacia essendo un testo completamente inutile; purtroppo è un’amara soddisfazione per noi constatare che gli effetti saranno vani, ma sono gli effetti inesistenti nei confronti del popolo, che attendeva comunque una riforma seria del sistema sanitario, che ci preoccupano.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Io ho apprezzato, soprattutto in questi ultimi giorni, l’impegno profuso dal collega Gallus per sollecitare, per cercare di far condividere assieme a lui la scelta di non equiparare i piccoli ospedali alle altre strutture ospedaliere della Sardegna. Però mi dispiace contraddirlo, non è assolutamente un incidente di percorso, è una scelta fatta con cognizione di causa da parte di questa maggioranza. Tra l’altro è una proposta della Giunta, sui nostri emendamenti c’è stato sempre il parere negativo da parte del relatore così come il parere negativo da parte del rappresentante della Giunta.

Quindi c’era la volontà di lasciare le cose com’erano, un esempio era il comma 1 dell’articolo 10 che non faceva nessuna differenza tra piccoli o grandi ospedali. E’ bastata la dichiarazione ieri sera al termine del Consiglio regionale dopo l’approvazione dell’emendamento che è passato con i voti della minoranza ma con alcuni voti anche della maggioranza per scatenare il putiferio. Ha scatenato molto probabilmente quelli che comunemente vengono chiamati “poteri forti”, quelli che non volevano assolutamente che tutta la riduzione dei posti letto venisse concentrata sulle strutture più grosse.

Quindi la responsabilità è tutta politica, è tutta della maggioranza, consentitemi, ammesso che questa maggioranza ancora esista perché non si tratta solo dell’emendamento di ieri sera ma anche del fatto, e non è mai successo, che la minoranza per tattica parlamentare, molti di voi me lo insegnano, presenti sempre emendamenti abrogativi di articoli e di commi. Non si capisce perché la maggioranza abbia votato assieme alla minoranza l’abrogazione dell’articolo 12, molto probabilmente avevate paura che qualche consigliere potesse avere ancora un sussulto di dignità e votare magari l’emendamento numero 85.

Questo disegno di legge credo sia la cosa peggiore che potevate partorire, tenendo conto che delegate tra l’altro ai direttori generali la riscrittura del numero dei posti letto per ASL: peggio di questo non potevate fare. I sardi, e soprattutto i sardi interessati a quei piccoli ospedali che per loro sono grandi, potranno valutare il vostro operato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.), relatore di maggioranza. Intervengo per esprimere il voto favorevole al disegno di legge e anche soddisfazione per la sua approvazione perché si tratta di un provvedimento da considerare in una visione più ampia rispetto a quella così limitante che è stata prospettata. E’ stato presentato come un disegno di legge che penalizza i piccoli ospedali (una leggina male concepita e male strutturata) quando, invece, proprio questo strumento consentirà di ottimizzarne la funzionalità e il legame con i territori.

Questo disegno di legge che ha, concordo con l’onorevole Meloni, i suoi limiti considerata la complessità e la vastità dei processi che affronta, ritengo sia invece uno strumento importante e necessario non solo per la revisione della spesa e dei costi strutturali del sistema sanitario ma anche per la razionalizzazione a tutto campo del sistema; infatti rimodulando e riorganizzando la rete ospedaliera riconduce tutto il sistema degli ospedali sardi a dei criteri armonici, a una visione di rete dopo decenni di evoluzione spontanea.

Questo processo dovrebbe avvenire secondo un percorso di coinvolgimento delle comunità sarde dei diversi territori nella proposta che i direttori generali faranno, che consentirà di definire i reali bisogni di salute con un’attribuzione delle risorse che supera, questo per noi è molto importante, l’iniquo principio della spesa storica che in passato ha cristallizzato gli squilibri.

Esprimo apprezzamento per l’impegno dei colleghi, di tutti i colleghi della Commissione, pur nella distinzione dei ruoli di maggioranza e opposizione, e altrettanto apprezzamento esprimo per l’assessore Simona De Francisci, per i funzionari dell’Assessorato, i dirigenti che ci hanno supportato in questo percorso. E ringrazio la maggioranza per la lealtà dimostrata che ha certamente agevolato il compito del relatore e il difficile percorso che è stato affrontato nell’Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Dico con molta educazione al collega, relatore di maggioranza, che la maggioranza ha un po’ barcollato in certe situazioni, perché sulla questione dei piccoli ospedali, abbiamo sentito degli interventi della maggioranza che contestavano la linea dell’Assessore. L’onorevole Oppi più volte ha espresso dei parere negativi rispetto alla linea seguita in questo momento dalla Giunta; ritengo che in realtà questo disegno di legge non fa altro che aprire uno spaccato su questa precarietà, in particolar modo in sanità, di una storia che non riuscite a concludere.

Molto spesso sentiamo vostri riferimenti, ormai è quasi una cosa un po’ penosa, continui riferimenti alla nostra Giunta, alla Giunta del centrosinistra, a quello che ha fatto il centrosinistra e noi ormai non governiamo da tre anni, tre anni e mezzo. E credo che questo i sardi lo capiscano nel senso che dire sempre che è colpa del diavolo che non c’è è una cosa che probabilmente non toglie neanche una virgola alle responsabilità che avete.

Io vi ricordo che c’è un disegno di legge, che ancora non è entrato in Aula, che doveva far seguito alla famosa riforma introdotta con quell’articolo famoso nella legge finanziaria numero 3, anzi con un sub emendamento, mentre parlavamo di carciofi, che doveva rivoluzionare tutto il mondo sanitario isolano. Quel disegno di legge è fermo e io credo che anche questo disegno di legge finirà in stallo perché le imprecisioni, gli errori, le cose che vi sono all’interno saranno probabilmente cassate.

Qualcuno dirà che non potrà essere così e probabilmente ci ritroveremo a breve, se durate ancora, a riparlare di sanità in quest’Aula perché ci sarà qualcosa da correggere, qualcosa che non è andato bene. E questo sarà il segnale più chiaro di questa vostra incapacità di gestire in maniera razionale la sanità oggi in Sardegna, a partire dall’inutilità dei finanziamenti delle liste d’attesa fino al discorso, che siamo riusciti a bloccare, del lavoro interinale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, Assessore, questa è la seconda legge, leggina meglio, che in questa legislatura viene approvata, la prima è la legge numero 3 del 2009 approvata pochi giorni prima di Ferragosto, quella che stabiliva le macroaree e un grande percorso di riforma della ASL che poi è rimasta ferma e inapplicata per tre anni. Questa è la seconda leggina di riforma che viene portata avanti e che, come abbiamo detto prima, è una riforma “a foglia di carciofo” che tocca alcuni aspetti marginali di una vera riforma della sanità, quella che dovrebbe essere discussa in questo Consiglio regionale e che noi vorremmo a breve poter discutere.

Nella relazione di presentazione del disegno di legge numero 99, quello bloccato per cui non entra in Aula, e noi non ne conosciamo le ragioni, il disegno di riforma è passato in Commissione, si dice che la Regione autonoma della Sardegna ha adottato alcune indilazionabili disposizioni inerenti il servizio sanitario, ma il tutto è rimasto bloccato!

Il disegno di legge in votazione oggi sicuramente non avrà migliore fortuna. Io, assessore De Francisci, le vorrei richiamare – per dimostrare ancora la disponibilità a intervenire secondo i disposti di questa legge regionale – l’articolo 12 della legge numero 10 del 2006 che richiama noi, ma lei in prima battuta, a predisporre il Piano regionale dei servizi sanitari. Questo è, a nostro modesto parere, l’obiettivo che un Assessore regionale e una Giunta regionale seria dovrebbero tentare di raggiungere. Noi voteremo contro questo disegno di legge e, nonostante questi tentativi di distrazione di massa, auspichiamo di poter discutere una riforma sanitaria moderna, e speriamo questo avvenga nel prossimo periodo e con un’altra Giunta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Onorevole Meloni, io ho sempre avuto di lei l’immagine di una persona con aplomb anglosassone, oggi ha parlato invece di malefatte riferite al centrosinistra, una caduta di stile che da lei non mi aspettavo, anche perché credo che accuse così dirette vadano fatte in presenza dei destinatari e lei oggi l’ha fatto sparando a casaccio. E’ vero, qualcuno rispondeva, però il termine “malaffare” davvero non me lo aspettavo.

Onorevole Gallus, io condivido il suo auspicio, però badi che questo si può realizzare solo e soltanto quando questa maggioranza andrà a casa. Mi dispiace, assessore De Francisci, voi in questi tre giorni, avete deregolamentato anche la sanità. Voi oggi l’avete fatto scientificamente, dall’inizio di legislatura a oggi avete completato quest’opera. Avete esautorato le comunità locali, a partire dalle amministrazioni locali. Non è vero, lo dico anche all’onorevole Gallus, che volevate salvare i piccoli ospedali, chi ve l’ha impedito? Avete una maggioranza bulgara in quest’Aula!

Perché se volevate salvare i piccoli ospedali scaricate questa responsabilità sull’opposizione che è la metà in Consiglio regionale quantitativamente -solo quantitativamente – rispetto a voi? E’ davvero grottesco questo tentativo di scaricare su altri una responsabilità che è solo vostra! Eppure anche Cgil, Cisl e Uil nei giorni scorsi hanno chiesto a tutti i Capigruppo di essere ascoltati, – ma avete dimostrato di non voler ascoltare nessuno sia dentro che fuori di quest’Aula. Questa è una delle tante ragioni per cui voteremo contro questo disegno di legge che davvero fa fare un passo indietro pericoloso a tutta la sanità in Sardegna.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 385/A.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu – Artizzu – Bardanzellu – Cappai – Cherchi – Contu Felice – Contu Mariano – Cossa – Cuccureddu – De Francisci – Dedoni – Dessi’ – Floris Mario – Floris Rosanna – Fois – Greco – Lai – Locci – Lunesu – Maninchedda – Meloni Francesco – Milia – Mula – Murgioni – Obinu – Peru – Petrini – Piras – Pitea – Pittalis – Randazzo – Rassu – Rodin – Sanjust – Sanna Matteo – Steri – Stochino – Tocco – Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus – Barracciu – Cocco Daniele – Cocco Pietro – Corda – Cucca – Cuccu – Cugusi – Diana Giampaolo – Espa – Lotto – Mariani – Meloni Marco – Meloni Valerio – Moriconi – Porcu – Sabatini – Salis – Sanna Gian Valerio – Solinas Antonio – Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo – Diana Mario – Mulas.

Risultato della votazione

presenti 63

votanti 60

astenuti 3

maggioranza 31

favorevoli 39

contrari 21

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 21 e 02.

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