La Sesta commissione ha proseguito con le audizioni sul Dl. 40 “Disposizioni urgenti in materia di adeguamento dell’assetto organizzativo ed istituzionale del sistema sanitario regionale. Modifiche alla legge 11 settembre 2020, n. 24”.
La prima ad intervenire nel parlamentino della Sanità, presieduto da Carla Fundoni (Pd), è stata la segretaria regionale del Sumai (sindacato unico medicina ambulatoriale), Franca Tegas, che ha insistito sull’urgenza di una riforma della medicina territoriale, definendone l’eventuale realizzazione come “la svolta attesa per la sanità sarda per migliorare l’assistenza e per restituire agli ospedali i compiti che gli sono propri”.
Nel condividere le enunciazioni dei principi contenuti nel disegno di legge presentato dalla Giunta regionale, la segretaria dei medici ambulatoriali ha messo in dubbio la consistenza delle risorse economiche e finanziarie, necessarie per dare concretezza alle azioni indicate nel testo del provvedimento (creazioni della rete interaziendale, maggiore sinergia tra le diverse Asl, equa ridistribuzione della risorse umane). La dottoressa Tegas ha inoltre mostrato perplessità sul funzionamento degli istituendi Cau (centri di assistenza urgenza) con riferimento al personale da impiegare («con le attuali carenze negli organici, chi lavorerà nei Cau?») ed ha rimarcato la necessità di prevedere forme di incentivazione per i professionisti della medicina ambulatoriale, soprattutto per quanto attiene il loro impiego nelle cosiddette sedi periferiche, auspicando modifiche sostanziali nella organizzazione degli specialisti.
A seguire l’intervento di Antonio Attanasio in rappresentanza dell’ Ordine dei tecnici sanitari di radiologia che ha identificato alcune necessità chiave per migliorare le condizioni e l’efficienza della professione. Tra i principali bisogni, si sono evidenziati una maggiore valorizzazione delle competenze specifiche dei tecnici sanitari, con un riconoscimento ufficiale e una rappresentanza istituzionale adeguata; l’aggiornamento formativo; il miglioramento delle condizioni lavorative, nonché l’integrazione multidisciplinare.
Il presidente dell’ordine di Sassari, Antonello Solinas, è intervenuto per denunciare l’annunciata chiusura, da parte dell’università di Sassari, del corso di laurea per tecnici di radiologia, con le gravi conseguenze che deriverebbero da una simile decisione.
La presidente dell’ordine degli Psicologi, Angela Quaquero, ha sottolineato la crescente domanda di psicologia che si registra anche in Sardegna e che – a giudizio della professionista – non va ricompresa nel settore della salute mentale. La presidente ha quindi auspicato la creazione di un dipartimento dedicato. Nel corso del suo intervento la dottoressa Quaquero ha fatto riferimento ai contenuti dell’annunciato maxiemendamento della Giunta al Dl 40, provocando le proteste dei consiglieri della minoranza che con la consigliera Aroni (Udc) e il consigliere Corrado Meloni (FdI) hanno ribadito le critiche al metodo con il quale si prosegue nel confronto in commissione: «Non è utile continuare con le audizioni su un testo normativo, il Dl 40, che sarà modificato radicalmente dal maxiemendamento della Giunta, che ormai tutti conoscono, ma che non è mai stato messo nella disponibilità dei consiglieri dell’opposizione». La presidente della commissione, Fundoni, ha confermato la correttezza dei lavori in commissione: «Il confronto è fatto sui documenti che sono nella nostra disponibilità e che sono stati regolarmente trasmessi alla commissione, se altri ce ne saranno, attendiamo che ci vengano consegnati nelle forme stabilite». Il consigliere Peru (Sardegna 20Venti) è intervenuto invece nel merito delle proposte della presidente dell’ordine degli psicologi: «A Sassari il dipartimento a cui si è riferita la dottoressa Quaquero è stato istituito e attivato insieme ad altri tre, a dimostrazione che la legge 24/2020 prevede già la possibilità di realizzare quanto si propone con il Dl 40, ed è sufficiente soltanto darle attuazione con apposite delibere di Giunta».
Enrico Tinti (presidente dell’ordine di Biologi) ha lamentato l’esclusione della figura del biologo dai Piao aziendali ed ha auspicato l’inserimento dei biologi ambulatoriali nei reparti di diabetologia e oncologia ed anche dei biologi specialisti in scienze dell’alimentazione.
Gino Sedda (presidente dell’ordine fisioterapisti di Cagliari) ha reclamato norme che avvicinino il paziente alle prestazioni del fisioterapista («gli attuali percorsi sanitari rendono complicato l’incontro») e ha affermato che obiettivo dei professionisti è quello di “portare il fisioterapista a casa del paziente”. «Attualmente – ha affermato Sedda – non si trovano professionisti non soltanto nelle zone periferiche ma nell’intera costa Est dell’Isola, da Muravera fino all’Alta Gallura».
Il presidente dell’ordine dei fisioterapisti di Sassari e del Nord Est, Vincenzo Ziulu, è ritornato sui contenuti del Dl 40 definendo “una speranza” il riordino del sistema sanitario della Sardegna. Tra le proposte si evidenziano l’inserimento nel nomenclatore tariffario, di uno specifico codice di valutazione fisioterapico, prescrivibile dal medico di medicina generale, dal pediatra o da qualsiasi specialista del sistema sanitario nazionale.