Signor Presidente,
apprendiamo dal comunicato stampa diramato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 8 novembre 2005, che durante l’incontro con una delegazione delle parti sociali della Sardegna in merito alle entrate tributarie della Regione Sarda, i rappresentanti dell’esecutivo hanno confermato l’assunzione di impegni del Governo.
Tali impegni consisterebbero nel provvedere in via amministrativa entro il corrente anno, ad erogare alla Regione Sarda un anticipo sulla base dei dati del 2003, pari a 193 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2004 e 2005, e ad attivare le sedi istituzionali competenti per definire l’intero contenzioso nello spazio di 3 o 4 mesi.
Questa Presidenza non può non apprezzare l’attenzione e la sensibilità dimostrati dai rappresentanti del Governo, e in particolare dal Ministro Pisanu, cui il Consiglio regionale in maniera unitaria si era rivolto perché sostenesse le rivendicazioni della nostra Regione.
Peraltro non possono essere condivisi i toni ottimistici presenti nella nota conclusiva e nelle dichiarazioni successive all’incontro, circa il raggiungimento di una soluzione, seppure parziale, alle richieste di attuazione dello Statuto speciale per la nostra Isola.
Sono consapevole che l’incontro di lunedì 8 rappresenti un momento di dialogo e di puntualizzazione con le parti sociali che si sono anch’esse mobilitate a sostegno della vertenza tra Stato e Regione e che le sedi istituzionali competenti debbano trovare una risoluzione ben prima dei 3 o 4 mesi citati. Pur tuttavia, per la autorevolezza delle rappresentanze presenti all’incontro e per l’attenzione che viene riservata nella nostra regione alla vertenza, debbo evidenziare come quanto prospettato quale impegno governativo non possa essere considerato una risposta alle richieste della Regione Sardegna, così come rappresentate nell’ordine del giorno riguardante l’insieme delle entrate regionali, approvato all’unanimità dal Consiglio regionale il 20 luglio 2005.
La somma proposta come anticipo infatti, come si evince dalle risultanze contabili e dagli accrediti già avvenuti, altro non rappresenterebbe che la quota di soli 2/10 dell’IVA per ciascuno degli anni 2004 e 2005, determinata arbitrariamente in misura parziale ai sensi della leggera g), dell’articolo 8 dello Statuto Speciale e su un riferimento del gettito molto inferiore a quello reale.
Signor Presidente, ci rivolgiamo quindi a Lei per rappresentarle l’esigenza e la necessità che l’impegno, finora profuso a livello regionale e nazionale, trovi un effettivo riscontro nei provvedimenti finanziari per il 2006 in questo momento all’esame del Parlamento, così da pervenire ad una reale definizione del contenzioso fiscale che dia piena attuazione allo Statuto Speciale per la Sardegna.