La crisi dell’artigianato artistico, le nuove disposizioni sul turismo itinerante, l’approvvigionamento idrico per l’agricoltura. Su questi argomenti si è concentrata la seduta della Quinta Commissione del Consiglio regionale presieduta da Piero Maieli (Psd’Az).
ARTIGIANATO ARTISTICO
Il parlamentino delle “Attività produttive” ha sentito i rappresentanti dell’associazione Artimanos, sodalizio che mette insieme trenta imprese artigiane della Sardegna.
«La situazione dell’artigianato artistico è drammatica – ha detto Gianluca Mureddu, in rappresentanza della rete dei Centri commerciali naturali – da oltre un anno le nostre imprese sono ferme a causa della pandemia. le misure adottate finora si sono rivelate insufficienti. la politica deve essere consapevole che se muore il nostro settore si perde un pezzo importante dell’identità sarda». Per questo, secondo Artimanos, è necessario intervenire subito con un aiuto finanziario alle imprese: «Gli artigiani non hanno ricevuto alcun ristoro per il mancato reddito – ha aggiunto Mureddu – chiediamo che nella prossima legge di assestamento di bilancio si tenga conto di questa incongruenza. Senza un sostegno, i nostri laboratori saranno costretti a chiudere i battenti».
Non solo ristori. Per i rappresentanti degli artigiani, il rilancio del settore necessita di interventi normativi. «Da tempo chiediamo l’istituzione di un Albo regionale dell’artigianato artistico presso le Camere di Commercio – ha affermato il segretario di Artimanos Gianluca Coni – il sistema dei codici Ateco non funziona e va rivisto. Sarebbe opportuno inoltre pensare a una Consulta dell’artigianato tipico da coinvolgere ogni qualvolta si discuta di una misura per il comparto».
Da Artimanos, infine, la richiesta di una struttura dedicata all’artigianato artistico da istituire presso l’assessorato regionale al Turismo: «Da quando è stata chiusa l’Isola, operazione per altro condivisibile, il settore è allo sbando – ha detto la vicepresidente di Artimanos Wilda Scanu – i nostri laboratori rappresentano una forte attrattiva per il turismo di qualità. Se non ci fossero gli artigiani cosa andrebbero a cercare i turisti in molti paesi della Sardegna?».
Al termine dell’audizione, la Commissione ha preso l’impegno di reperire adeguate risorse per i ristori in sede di assestamento di bilancio.
TURISMO ITINERANTE
La commissione ha poi proseguito l’esame delle tre proposte di legge in materia di turismo itinerante concludendo il ciclo di audizioni inaugurato la scorsa settimana con l’Associazione di promozione sociale “Camperisti Torres”. Il presidente dell’associazione Rosario Musmeci ha espresso apprezzamento per l’iniziativa consiliare: «Si tratta di tre proposte complementari che colgono l’esigenza di un intervento normativo per il settore – ha rimarcato Musmeci – l’auspicio è che si arrivi a un testo definitivo. A nostro avviso il provvedimento andrebbe ampliato: non può limitarsi alla individuazione dei requisiti minimi per la realizzazione di aree di sosta attrezzate per gli autocaravan ma dovrebbe disciplinare organicamente un segmento turistico in costante espansione. Il turismo itinerante è in forte crescita in tutto il mondo e la Sardegna rappresenta una meta privilegiata per le sue peculiarità ambientali, storiche e culturali». Nel biennio 2018-2019 hanno circolato nella nostra Isola circa 80mila autocaravan, in gran parte provenienti dal Nord Europa. Nel 2020, a causa della pandemia Covid 19, il flusso ha subito una riduzione del 30%. Sono comunque numeri importanti che garantiscono presenze nel territorio nei mesi di spalla: «A questo segmento turistico occorre dare servizi adeguati – ha concluso Musmeci – in Sardegna esistono poche aree di sosta e spesso la manutenzione lascia a desiderare. Non basta però intervenire solo su questo fronte. La Sardegna deve puntare sul turismo itinerante, per questo chiediamo che si avvii una seria programmazione regionale con interventi infrastrutturali, aree di servizio connesse ai servizi di trasporto pubblico locale in prossimità di luoghi di interesse turistico o itinerari culturali, ambientali e paesaggistici. Serve infine una adeguata attività di carattere promozionale con pacchetti specifici da inserire nell’ambito della offerta complessiva regionale».
Stazione di pompaggio del Coghinas
La Commissione, infine, ha sentito il sindaco di Tula Gesuino Satta che ha portato all’attenzione dell’organismo consiliare la situazione di grave disagio in cui si trovano numerose aziende agropastorali del suo Comune a causa della scarsa disponibilità di risorse idriche da destinare all’irrigazione dei campi: «Nel 1995 l’assessorato regionale dell’Agricoltura finanziò il progetto per la costruzione di un impianto di pompaggio delle acque del Lago Coghinas – ha detto Satta – a oggi sono stati realizzati solo alcuni interventi . Il Comune non ha i soldi per portare a termine i lavori. Per completare l’opera servirebbe circa un milione di euro».
La stazione di pompaggio dal Coghinas andrebbe a garantire l’approvvigionamento idrico di diverse aziende agricole e l’abbattimento dei costi di esercizio. «Oggi i campi vengono irrigati con acqua potabile – ha sottolineato il sindaco di Tula – gli agricoltori pagano bollette salate per mandare avanti le loro aziende».
Sulla vicenda, la Commissione avvierà un approfondimento per verificare l’iter burocratico, fare un quadro chiaro delle competenze e valutare la possibilità di intervenire anche attraverso le misure a sostegno dell’agricoltura previste dal Piano di sviluppo rurale.